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Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave Nella gestione del Dolore Cronico REGIONE PUGLIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO In Italia, il dolore cronico colpisce circa 13 milioni di persone, ovvero il 10% della popolazione. Si tratta di una condizione che impatta significativamente sulla qualità della vita dei pazienti, causando disabilità, isolamento sociale e lavorativo ed elevati costi economici. Per non parlare degli aspetti che incidono sulla produttività: il dolore cronico è causa di assenteismo lavorativo influenzando l’aspetto economico a livello individuale e sociale. La presa in carico di questo paziente è quindi un processo complesso che richiede l’intervento di diversi professionisti sanitari, dal medico di medicina generale allo specialista, dagli infermieri ai fisioterapisti, dagli psicologi ai terapisti occupazionali. Una efficace gestione del dolore cronico attraverso questi operatori di una filiera bene organizzata riduce il ricorso ad inappropriate indagini diagnostiche, cure mediche, visite e complicazioni cliniche, evitando di arrivare al ricovero ospedaliero che rappresenta il costo più significativo per il SSN ed i SSR. In questo scenario la terapia farmacologica rappresenta uno strumento chiave nella cura dei pazienti, con implicazioni sulla salute e sulla qualità di vita a lungo termine. E l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci antidolorifici svolge un ruolo importante non solo nell’ottimizzare l’efficacia terapeutica ma anche nel minimizzarne gli effetti collaterali comuni (es° gastrointestinali, renali, cardiovascolari) in gran parte dovuti ad un utilizzo inapprorpiato di FANS ed evitare interazioni indesiderate, cause potenziali di ulteriori costi aggiuntivi nel settore sanitario. Gestire questi aspetti non è così semplice poiché molti pazienti sono affetti da diverse patologie croniche già di per sé fattori di rischio di complicanze. Il processo di presa in carico deve partire quindi da una attenta valutazione di questi aspetti che si deve sommare alla valutazione delle caratteristiche individuali del paziente, delle caratteristiche e della gravità del dolore. Per uniformare e codificare questo processo la legge 39 del 1999 ha istituito in Italia le reti di terapia del dolore, strutture organizzative che coordinano le attività di prevenzione, diagnosi e terapia del dolore cronico. Dopo tanti anni dall’istituzione di queste reti si rende necessario intervenire quanto prima su alcune criticità con azioni di miglioramento concrete: un maggiore investimento nell’efficientamento delle reti di terapia del dolore (risorse e strutture adeguate), un miglioramento dell’accesso dei pazienti alle cure (PDTA integrati e riduzione delle barriere economiche), un’adeguata formazione dei professionisti sanitari, una più ampia sensibilizzazione dell’ l’opinione pubblica e dei decisori politici sulla importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia del dolore cronico. Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle Linee Guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico. Queste raccomandano che l’accesso alle cure deve essere garantito dal potenziamento delle reti e dalla promozione della continuità assistenziale tra territorio (MMG e PLS formati su epidemiologia, fisiopatologia, classificazione, valutazione, gestione, prevenzione del dolore cronico e coordinamento con le reti) ed ospedale (servizi adeguati di diagnostica, terapie farmacologica – chirurgica – psicologica). Raccomandano inoltre che la sensibilizzazione della popolazione sia effettuata attraverso campagne di informazione, rivolte a tutti i cittadini.  Oggi il
Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave Nella gestione del Dolore Cronico REGIONE LAZIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO In Italia, il dolore cronico colpisce circa 13 milioni di persone, ovvero il 10% della popolazione. Si tratta di una condizione che impatta significativamente sulla qualità della vita dei pazienti, causando disabilità, isolamento sociale e lavorativo ed elevati costi economici. Per non parlare degli aspetti che incidono sulla produttività: il dolore cronico è causa di assenteismo lavorativo influenzando l’aspetto economico a livello individuale e sociale. La presa in carico di questo paziente è quindi un processo complesso che richiede l’intervento di diversi professionisti sanitari, dal medico di medicina generale allo specialista, dagli infermieri ai fisioterapisti, dagli psicologi ai terapisti occupazionali. Una efficace gestione del dolore cronico attraverso questi operatori di una filiera bene organizzata riduce il ricorso ad inappropriate indagini diagnostiche, cure mediche, visite e complicazioni cliniche, evitando di arrivare al ricovero ospedaliero che rappresenta il costo più significativo per il SSN ed i SSR. In questo scenario la terapia farmacologica rappresenta uno strumento chiave nella cura dei pazienti, con implicazioni sulla salute e sulla qualità di vita a lungo termine. E l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci antidolorifici svolge un ruolo importante non solo nell’ottimizzare l’efficacia terapeutica ma anche nel minimizzarne gli effetti collaterali comuni (es° gastrointestinali, renali, cardiovascolari) in gran parte dovuti ad un utilizzo inapprorpiato di FANS ed evitare interazioni indesiderate, cause potenziali di ulteriori costi aggiuntivi nel settore sanitario. Gestire questi aspetti non è così semplice poiché molti pazienti sono affetti da diverse patologie croniche già di per sé fattori di rischio di complicanze. Il processo di presa in carico deve partire quindi da una attenta valutazione di questi aspetti che si deve sommare alla valutazione delle caratteristiche individuali del paziente, delle caratteristiche e della gravità del dolore. Per uniformare e codificare questo processo la legge 39 del 1999 ha istituito in Italia le reti di terapia del dolore, strutture organizzative che coordinano le attività di prevenzione, diagnosi e terapia del dolore cronico. Dopo tanti anni dall’istituzione di queste reti si rende necessario intervenire quanto prima su alcune criticità con azioni di miglioramento concrete: un maggiore investimento nell’efficientamento delle reti di terapia del dolore (risorse e strutture adeguate), un miglioramento dell’accesso dei pazienti alle cure (PDTA integrati e riduzione delle barriere economiche), un’adeguata formazione dei professionisti sanitari, una più ampia sensibilizzazione dell’ l’opinione pubblica e dei decisori politici sulla importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia del dolore cronico. Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle Linee Guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico. Queste raccomandano che l’accesso alle cure deve essere garantito dal potenziamento delle reti e dalla promozione della continuità assistenziale tra territorio (MMG e PLS formati su epidemiologia, fisiopatologia, classificazione, valutazione, gestione, prevenzione del dolore cronico e coordinamento con le reti) ed ospedale (servizi adeguati di diagnostica, terapie farmacologica – chirurgica – psicologica). Raccomandano inoltre che la sensibilizzazione della popolazione sia effettuata attraverso campagne di informazione, rivolte a tutti i cittadini.  Oggi il
Malattia renale e diabete le evidenze scientifiche che spingono verso l’innovazione organizzativa Focus on SGLT2i TRIVENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La malattia renale cronica (MRC) è una condizione patologica dovuta alla perdita di capacità da parte del rene di filtrare le scorie metaboliche nocive prodotte dall’organismo. La perdita della funzione di questo organo, attraverso un processo in genere lento, progressivo quindi subdolo che rende la patologia quasi asintomatica per mesi o anni, ha come conseguenza nel tempo l’instaurarsi di una condizione di insufficienza renale cronica (IRC). La MRC rappresenta una tra le patologie cronico-degenerative più diffuse nel mondo e in progressiva espansione con una prevalenza del 10% e oltre nei Paesi economicamente più sviluppati e/o con età della popolazione più avanzata. In Italia i dati per la MRC si attestano intorno al 6-7% nella popolazione adulta (negli anziani può superare 30%, specie negli individui con più malattie croniche) mentre per la IRC (VFG< 60 ml/min) si attestano intorno al 3%. Negli ultimi 25 anni inoltre la mortalità da MRC è aumentata di oltre il 40%. La MRC è un fattore indipendente di rischio cardiovascolare, le cui cause principali sono l’ipertensione arteriosa e la malattia diabetica. In particolare quest’ultima può provocare sia un danno renale diretto danneggiando i piccoli vasi sanguigni dei reni (nefropatia diabetica), che essere cofattore di danno vascolare arteriosclerotico (con ipertensione e dislipidemia). Per le persone diabetiche, è quindi molto importante un controllo costante dello stato di funzionalità renale per la prevenzione del danno poiché vi è una buona correlazione tra controllo glicemico e progressione del danno renale. La MRC viene classificata a seconda della gravità in 5 stadi di cui i primi 2 si manifestano con lievi alterazioni urinarie, una fase intermedia in cui compaiono diverse alterazioni del metabolismo e le ultime 2 dove si manifestano importanti danni d’organo con aumentato rischio di morte principalmente per cause cardiovascolari. La dialisi o il trapianto rappresentano la fase degenerativa finale del percorso di malattia. In questa ultima condizione oltre alle problematiche di salute ed all’aumentato rischio per la vita dei pazienti, l’impatto sui costi per il sistema è davvero pesante: al costo diretto annuo per un paziente dializzato tra 30.000€ (dialisi peritoneale) e 50.000€ (emodialisi) vanno infatti aggiunti almeno altrettanti onerosi costi indiretti. Nel nostro paese vi sono oltre 4 Mln di pazienti con MRC e circa 100.000 di questi hanno raggiunto un livello di gravità tale da richiedere il ricorso a terapie salvavita, 50.000 sono in dialisi e altrettanti portatori di trapianto di rene. Sulla base di questi dati è stato calcolato che attraverso una attività di prevenzione e diagnosi precoce, la possibilità di ritardare di almeno 5 anni l’inizio della dialisi anche solo nel 10% dei pazienti, permetterebbe al SSN di risparmiare centinaia di Mln/anno. Ma nonostante questi numeri a causa del suo esordio silenzioso la consapevolezza di malattia e l’importanza di una prevenzione efficace e rapida sono purtroppo poco attenzionate da pazienti e referenti della filiera assistenziale. In una fase in cui l’innovazione prodotta dalla ricerca scientifica sta fornendo evidenze sulla efficacia di molte terapie disponibili è facile comprendere come
Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave Nella gestione del Dolore Cronico REGIONE SICILIANA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO In Italia, il dolore cronico colpisce circa 13 milioni di persone, ovvero il 10% della popolazione. Si tratta di una condizione che impatta significativamente sulla qualità della vita dei pazienti, causando disabilità, isolamento sociale e lavorativo ed elevati costi economici. Per non parlare degli aspetti che incidono sulla produttività: il dolore cronico è causa di assenteismo lavorativo influenzando l’aspetto economico a livello individuale e sociale. La presa in carico di questo paziente è quindi un processo complesso che richiede l’intervento di diversi professionisti sanitari, dal medico di medicina generale allo specialista, dagli infermieri ai fisioterapisti, dagli psicologi ai terapisti occupazionali. Una efficace gestione del dolore cronico attraverso questi operatori di una filiera bene organizzata riduce il ricorso ad inappropriate indagini diagnostiche, cure mediche, visite e complicazioni cliniche, evitando di arrivare al ricovero ospedaliero che rappresenta il costo più significativo per il SSN ed i SSR. In questo scenario la terapia farmacologica rappresenta uno strumento chiave nella cura dei pazienti, con implicazioni sulla salute e sulla qualità di vita a lungo termine. E l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci antidolorifici svolge un ruolo importante non solo nell’ottimizzare l’efficacia terapeutica ma anche nel minimizzarne gli effetti collaterali comuni (es° gastrointestinali, renali, cardiovascolari) in gran parte dovuti ad un utilizzo inapprorpiato di FANS ed evitare interazioni indesiderate, cause potenziali di ulteriori costi aggiuntivi nel settore sanitario. Gestire questi aspetti non è così semplice poiché molti pazienti sono affetti da diverse patologie croniche già di per sé fattori di rischio di complicanze. Il processo di presa in carico deve partire quindi da una attenta valutazione di questi aspetti che si deve sommare alla valutazione delle caratteristiche individuali del paziente, delle caratteristiche e della gravità del dolore. Per uniformare e codificare questo processo la legge 39 del 1999 ha istituito in Italia le reti di terapia del dolore, strutture organizzative che coordinano le attività di prevenzione, diagnosi e terapia del dolore cronico. Dopo tanti anni dall’istituzione di queste reti si rende necessario intervenire quanto prima su alcune criticità con azioni di miglioramento concrete: un maggiore investimento nell’efficientamento delle reti di terapia del dolore (risorse e strutture adeguate), un miglioramento dell’accesso dei pazienti alle cure (PDTA integrati e riduzione delle barriere economiche), un’adeguata formazione dei professionisti sanitari, una più ampia sensibilizzazione dell’ l’opinione pubblica e dei decisori politici sulla importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia del dolore cronico. Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle Linee Guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico. Queste raccomandano che l’accesso alle cure deve essere garantito dal potenziamento delle reti e dalla promozione della continuità assistenziale tra territorio (MMG e PLS formati su epidemiologia, fisiopatologia, classificazione, valutazione, gestione, prevenzione del dolore cronico e coordinamento con le reti) ed ospedale (servizi adeguati di diagnostica, terapie farmacologica – chirurgica – psicologica). Raccomandano inoltre che la sensibilizzazione della popolazione sia effettuata attraverso campagne di informazione, rivolte a tutti i cittadini.  Oggi il
Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave Nella gestione del Dolore Cronico REGIONE LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO In Italia, il dolore cronico colpisce circa 13 milioni di persone, ovvero il 10% della popolazione. Si tratta di una condizione che impatta significativamente sulla qualità della vita dei pazienti, causando disabilità, isolamento sociale e lavorativo ed elevati costi economici. Per non parlare degli aspetti che incidono sulla produttività: il dolore cronico è causa di assenteismo lavorativo influenzando l’aspetto economico a livello individuale e sociale. La presa in carico di questo paziente è quindi un processo complesso che richiede l’intervento di diversi professionisti sanitari, dal medico di medicina generale allo specialista, dagli infermieri ai fisioterapisti, dagli psicologi ai terapisti occupazionali. Una efficace gestione del dolore cronico attraverso questi operatori di una filiera bene organizzata riduce il ricorso ad inappropriate indagini diagnostiche, cure mediche, visite e complicazioni cliniche, evitando di arrivare al ricovero ospedaliero che rappresenta il costo più significativo per il SSN ed i SSR. In questo scenario la terapia farmacologica rappresenta uno strumento chiave nella cura dei pazienti, con implicazioni sulla salute e sulla qualità di vita a lungo termine. E l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci antidolorifici svolge un ruolo importante non solo nell’ottimizzare l’efficacia terapeutica ma anche nel minimizzarne gli effetti collaterali comuni (es° gastrointestinali, renali, cardiovascolari) in gran parte dovuti ad un utilizzo inapprorpiato di FANS ed evitare interazioni indesiderate, cause potenziali di ulteriori costi aggiuntivi nel settore sanitario. Gestire questi aspetti non è così semplice poiché molti pazienti sono affetti da diverse patologie croniche già di per sé fattori di rischio di complicanze. Il processo di presa in carico deve partire quindi da una attenta valutazione di questi aspetti che si deve sommare alla valutazione delle caratteristiche individuali del paziente, delle caratteristiche e della gravità del dolore. Per uniformare e codificare questo processo la legge 39 del 1999 ha istituito in Italia le reti di terapia del dolore, strutture organizzative che coordinano le attività di prevenzione, diagnosi e terapia del dolore cronico. Dopo tanti anni dall’istituzione di queste reti si rende necessario intervenire quanto prima su alcune criticità con azioni di miglioramento concrete: un maggiore investimento nell’efficientamento delle reti di terapia del dolore (risorse e strutture adeguate), un miglioramento dell’accesso dei pazienti alle cure (PDTA integrati e riduzione delle barriere economiche), un’adeguata formazione dei professionisti sanitari, una più ampia sensibilizzazione dell’ l’opinione pubblica e dei decisori politici sulla importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia del dolore cronico. Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle Linee Guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico. Queste raccomandano che l’accesso alle cure deve essere garantito dal potenziamento delle reti e dalla promozione della continuità assistenziale tra territorio (MMG e PLS formati su epidemiologia, fisiopatologia, classificazione, valutazione, gestione, prevenzione del dolore cronico e coordinamento con le reti) ed ospedale (servizi adeguati di diagnostica, terapie farmacologica – chirurgica – psicologica). Raccomandano inoltre che la sensibilizzazione della popolazione sia effettuata attraverso campagne di informazione, rivolte a tutti i cittadini.  Oggi il
Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave Nella gestione del Dolore Cronico REGIONE PIEMONTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO In Italia, il dolore cronico colpisce circa 13 milioni di persone, ovvero il 10% della popolazione. Si tratta di una condizione che impatta significativamente sulla qualità della vita dei pazienti, causando disabilità, isolamento sociale e lavorativo ed elevati costi economici. Per non parlare degli aspetti che incidono sulla produttività: il dolore cronico è causa di assenteismo lavorativo influenzando l’aspetto economico a livello individuale e sociale. La presa in carico di questo paziente è quindi un processo complesso che richiede l’intervento di diversi professionisti sanitari, dal medico di medicina generale allo specialista, dagli infermieri ai fisioterapisti, dagli psicologi ai terapisti occupazionali. Una efficace gestione del dolore cronico attraverso questi operatori di una filiera bene organizzata riduce il ricorso ad inappropriate indagini diagnostiche, cure mediche, visite e complicazioni cliniche, evitando di arrivare al ricovero ospedaliero che rappresenta il costo più significativo per il SSN ed i SSR. In questo scenario la terapia farmacologica rappresenta uno strumento chiave nella cura dei pazienti, con implicazioni sulla salute e sulla qualità di vita a lungo termine. E l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci antidolorifici svolge un ruolo importante non solo nell’ottimizzare l’efficacia terapeutica ma anche nel minimizzarne gli effetti collaterali comuni (es° gastrointestinali, renali, cardiovascolari) in gran parte dovuti ad un utilizzo inapprorpiato di FANS ed evitare interazioni indesiderate, cause potenziali di ulteriori costi aggiuntivi nel settore sanitario. Gestire questi aspetti non è così semplice poiché molti pazienti sono affetti da diverse patologie croniche già di per sé fattori di rischio di complicanze. Il processo di presa in carico deve partire quindi da una attenta valutazione di questi aspetti che si deve sommare alla valutazione delle caratteristiche individuali del paziente, delle caratteristiche e della gravità del dolore. Per uniformare e codificare questo processo la legge 39 del 1999 ha istituito in Italia le reti di terapia del dolore, strutture organizzative che coordinano le attività di prevenzione, diagnosi e terapia del dolore cronico. Dopo tanti anni dall’istituzione di queste reti si rende necessario intervenire quanto prima su alcune criticità con azioni di miglioramento concrete: un maggiore investimento nell’efficientamento delle reti di terapia del dolore (risorse e strutture adeguate), un miglioramento dell’accesso dei pazienti alle cure (PDTA integrati e riduzione delle barriere economiche), un’adeguata formazione dei professionisti sanitari, una più ampia sensibilizzazione dell’ l’opinione pubblica e dei decisori politici sulla importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia del dolore cronico. Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle Linee Guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico. Queste raccomandano che l’accesso alle cure deve essere garantito dal potenziamento delle reti e dalla promozione della continuità assistenziale tra territorio (MMG e PLS formati su epidemiologia, fisiopatologia, classificazione, valutazione, gestione, prevenzione del dolore cronico e coordinamento con le reti) ed ospedale (servizi adeguati di diagnostica, terapie farmacologica – chirurgica – psicologica). Raccomandano inoltre che la sensibilizzazione della popolazione sia effettuata attraverso campagne di informazione, rivolte a tutti i cittadini.  Oggi il
PAZIENTE CIRROTICO E ACCESSO ALLE TERAPIE APPROPRIATE NELLA PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE FOCUS ON ENCEFALOPATIA EPATICA 2° fase (tAVOLO DI LAVORO)
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  Le malattie croniche del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale. I dati del Global Burden of Diseases indicano che nel 2016, nel mondo, sono decedute 828.940 persone per epatocarcinoma e 1.256.850 persone per cirrosi epatica, determinando nello stesso anno rispettivamente circa 20 e 37 milioni di anni di vita persi. Lo stesso report stima per il 2040 un incremento del numero di decessi per carcinoma epatico e per cirrosi epatica rispettivamente del 100% e del 50%. Le stime riferite all’Italia sulle persone colpite da cirrosi epatica, 180mila con un tasso di prevalenza dello 0,3% nella popolazione totale, fanno comprendere quale possa essere nel nostro paese l’impatto in termini di mortalità causato da questa malattia cronica multifattoriale, molto spesso sottovalutata a tutti i livelli: ogni anno, 10-15 mila dei 170 mila previsti in Europa.  Il 64% di questi decessi per cirrosi epatica sono alcol correlati. Da sottolineare anche che in queste statistiche non sempre vengono considerati i casi di mortalità per cancro al fegato, in gran parte dovuti alla cirrosi. A questo occorre aggiungere che se la battaglia contro l’Epatite C è vicina ad esser vinta grazie alle nuove terapie introdotte nell’ultimo decennio, se i numerosi successi dei trapianti di fegato (dati 2019 del Centro Nazionale Trapianti 1.302) nei pazienti candidabili hanno salvato molte vite, questo ha portato e porterà un aumento della sopravvivenza dei pazienti con cirrosi. Infatti se sono oltre 100.000 i pazienti con cirrosi e malattia avanzata già curati dall’epatite C ma ancora a rischio di sviluppare un tumore del fegato (2018 prevalenza 33.000 casi accertati e stime incidenza 12.800/anno), ci sono almeno altri 100.000 casi correlati ad altre patologie come alcol, obesità, epatite B e certo non ultima la steatoepatite non alcolica (NASH) che segna un forte aumento. La conseguenza è che nella vita restituita a molti cittadini, questa condizione di malattia cronicizzata, inciderà in maniera significativa sull’organizzazione socio-assistenziale e sull’impatto economico gestionale dei vari servizi sanitari regionali. Inoltre anche l’impatto economico rappresenta fonte di grande preoccupazione: nello stadio di malattia compensata (classe Child-Pugh A) i costi risultano 10 volte inferiori rispetto allo stadio di malattia scompensata (classe Child-Pugh C). In funzione di questo scenario che si prospetta l’accesso facilitato alle terapie ed alla loro aderenza da parte del paziente è un obiettivo fondamentale da raggiungere nel breve-medio termine. Lo specialista deve prestare il proprio intervento per trattare precocemente e al meglio le complicanze cui incorre il paziente cirrotico. L'articolo PAZIENTE CIRROTICO E ACCESSO ALLE TERAPIE APPROPRIATE NELLA PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE FOCUS ON ENCEFALOPATIA EPATICA 2° fase (tAVOLO DI LAVORO) proviene da Motoresanità.it. Read More
MidSummer School 2024
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le tecnologie informatica e biologica stanno segnando l’evoluzione della medicina del futuro. Sempre più il progresso delle conoscenze sui meccanismi fisiopatologici alla base delle diverse malattie sta portando avanzamenti “disruptive” in tema di diagnostica, di personalizzazione delle cure, di targhetizzazione delle terapie e di predittività sui risultati ottenibili. Ma tutto questo dovrà guidare necessariamente verso una nuova organizzazione del SSN, più rapido e moderno con procedure in grado di rispondere in maniera rapida e semplificata a questo cambio continuo di scenario. Così come dovrà cambiare prospettiva la politica industriale dei farmaci e dei dispositivi medici, attenta alla sostenibilità ma ripensata come una componente fondamentale della crescita economica del Paese. L’Italia, seconda in Europa per produzione di farmaci e con un comparto dispositivi medici con oltre 4.400 imprese che generano un mercato che vale 17,3 miliardi €, non può non accettare la sfida per una crescita della ricerca e formulazione di nuove tecnologie che ne accompagnino la crescita produttiva. Ma per raggiungere nuovi ambiziosi traguardi vi è la necessità di nuove sinergie tra istituzioni e aziende del settore, così come tra cittadini e tecnici gestori di un SSN proiettato nel futuro. Occorrerà anche abbattere le attuali barriere burocratiche che rallentano i processi di ammodernamento, implementare nuovi modelli snelli, semplificati di partenariato, di rispetto della privacy, di responsabilità medico legale.   Per fare il punto sulle realtà attuali e su propositi ed azioni in corso, Motore Sanità organizza la MidSummer School che avrà come focus l’evoluzione delle tecnologie informatica e biologica in sanità, sulle necessità evolutive e sulla sinergia tra entrambe per una medicina del XXI e XXII secolo. L'articolo MidSummer School 2024 proviene da Motoresanità.it. Read More
Malattia renale e diabete, le evidenze scientifiche che spingono verso l’innovazione organizzativa. Focus on: SGLT2i (Friuli Venezia Giulia – Veneto)
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La malattia renale cronica (MRC) è una condizione patologica dovuta alla perdita di capacità da parte del rene di filtrare le scorie metaboliche nocive prodotte dall’organismo. La perdita della funzione di questo organo, attraverso un processo in genere lento, progressivo quindi subdolo che rende la patologia quasi asintomatica per mesi o anni, ha come conseguenza nel tempo l’instaurarsi di una condizione di insufficienza renale cronica (IRC). La MRC rappresenta una tra le patologie cronico-degenerative più diffuse nel mondo e in progressiva espansione con una prevalenza del 10% e oltre nei Paesi economicamente più sviluppati e/o con età della popolazione più avanzata. In Italia i dati per la MRC si attestano intorno al 6-7% nella popolazione adulta (negli anziani può superare 30%, specie negli individui con più malattie croniche) mentre per la IRC (VFG< 60 ml/min) si attestano intorno al 3%. Negli ultimi 25 anni inoltre la mortalità da MRC è aumentata di oltre il 40%.  La MRC è un fattore indipendente di rischio cardiovascolare, le cui cause principali sono l’ipertensione arteriosa e la malattia diabetica. In particolare quest’ultima può provocare sia un danno renale diretto danneggiando i piccoli vasi sanguigni dei reni (nefropatia diabetica), che essere cofattore di danno vascolare arteriosclerotico (con ipertensione e dislipidemia). Per le persone diabetiche, è quindi molto importante un controllo costante dello stato di funzionalità renale per la prevenzione del danno poiché vi è una buona correzione tra controllo glicemico e progressione del danno renale. La MRC viene classificata a seconda della gravità in 5 stadi di cui i primi 2 si manifestano con lievi alterazioni urinarie, una fase intermedia in cui compaiono diverse alterazioni del metabolismo e le ultime 2 dove si manifestano importanti danni d’organo con aumentato rischio di morte principalmente per cause cardiovascolari. La dialisi o il trapianto rappresentano la fase degenerativa finale del percorso di malattia. In questa ultima condizione oltre alle problematiche di salute ed all’aumentato rischio per la vita dei pazienti, l’impatto sui costi per il sistema è davvero pesante: al costo diretto annuo per un paziente dializzato tra 30.000€ (dialisi peritoneale) e 50.000€ (emodialisi) vanno infatti aggiunti almeno altrettanti onerosi costi indiretti. Nel nostro paese vi sono oltre 4 Mln di pazienti con MRC e circa 100.000 di questi hanno raggiunto un livello di gravità tale da richiedere il ricorso a terapie salvavita, 50.000 sono in dialisi e altrettanti portatori di trapianto di rene. Sulla base di questi dati è stato calcolato che attraverso una attività di prevenzione e diagnosi precoce, la possibilità di ritardare di almeno 5 anni l’inizio della dialisi anche solo nel 10% dei pazienti, permetterebbe al SSN di risparmiare centinaia di Mln/anno. Ma nonostante questi numeri a causa del suo esordio silenzioso la consapevolezza di malattia e l’importanza di una prevenzione efficace e rapida sono purtroppo poco attenzionate da pazienti e referenti della filiera assistenziale.  In una fase in cui l’innovazione prodotta dalla ricerca scientifica sta fornendo evidenze sulla efficacia di molte terapie disponibili è facile comprendere come
Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave Nella gestione del Dolore Cronico REGIONE MARCHE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO In Italia, il dolore cronico colpisce circa 13 milioni di persone, ovvero il 10% della popolazione. Si tratta di una condizione che impatta significativamente sulla qualità della vita dei pazienti, causando disabilità, isolamento sociale e lavorativo ed elevati costi economici. Per non parlare degli aspetti che incidono sulla produttività: il dolore cronico è causa di assenteismo lavorativo influenzando l’aspetto economico a livello individuale e sociale. La presa in carico di questo paziente è quindi un processo complesso che richiede l’intervento di diversi professionisti sanitari, dal medico di medicina generale allo specialista, dagli infermieri ai fisioterapisti, dagli psicologi ai terapisti occupazionali. Una efficace gestione del dolore cronico attraverso questi operatori di una filiera bene organizzata riduce il ricorso ad inappropriate indagini diagnostiche, cure mediche, visite e complicazioni cliniche, evitando di arrivare al ricovero ospedaliero che rappresenta il costo più significativo per il SSN ed i SSR. In questo scenario la terapia farmacologica rappresenta uno strumento chiave nella cura dei pazienti, con implicazioni sulla salute e sulla qualità di vita a lungo termine. E l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci antidolorifici svolge un ruolo importante non solo nell’ottimizzare l’efficacia terapeutica ma anche nel minimizzarne gli effetti collaterali comuni (es° gastrointestinali, renali, cardiovascolari) in gran parte dovuti ad un utilizzo inapprorpiato di FANS ed evitare interazioni indesiderate, cause potenziali di ulteriori costi aggiuntivi nel settore sanitario. Gestire questi aspetti non è così semplice poiché molti pazienti sono affetti da diverse patologie croniche già di per sé fattori di rischio di complicanze. Il processo di presa in carico deve partire quindi da una attenta valutazione di questi aspetti che si deve sommare alla valutazione delle caratteristiche individuali del paziente, delle caratteristiche e della gravità del dolore. Per uniformare e codificare questo processo la legge 39 del 1999 ha istituito in Italia le reti di terapia del dolore, strutture organizzative che coordinano le attività di prevenzione, diagnosi e terapia del dolore cronico. Dopo tanti anni dall’istituzione di queste reti si rende necessario intervenire quanto prima su alcune criticità con azioni di miglioramento concrete: un maggiore investimento nell’efficientamento delle reti di terapia del dolore (risorse e strutture adeguate), un miglioramento dell’accesso dei pazienti alle cure (PDTA integrati e riduzione delle barriere economiche), un’adeguata formazione dei professionisti sanitari, una più ampia sensibilizzazione dell’ l’opinione pubblica e dei decisori politici sulla importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia del dolore cronico. Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle Linee Guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico. Queste raccomandano che l’accesso alle cure deve essere garantito dal potenziamento delle reti e dalla promozione della continuità assistenziale tra territorio (MMG e PLS formati su epidemiologia, fisiopatologia, classificazione, valutazione, gestione, prevenzione del dolore cronico e coordinamento con le reti) ed ospedale (servizi adeguati di diagnostica, terapie farmacologica – chirurgica – psicologica). Raccomandano inoltre che la sensibilizzazione della popolazione sia effettuata attraverso campagne di informazione, rivolte a tutti i cittadini.  Oggi il
CARTELLA STAMPA – La Stomia, tra cura e sostegno alla persona Sinergie tra professionisti e pazienti
Archivi Eventi - Motoresanità.it   RAZIONALE DEL PROGETTO La stomia è una procedura chirurgica in cui viene creata un’apertura artificiale, temporanea o definitiva, nel tratto digerente e/o urinario per consentire il passaggio delle feci o delle urine. La procedura viene eseguita per diverse ragioni, quali neoplasie, malattie infiammatorie croniche intestinali o patologie inerenti l’apparato urinario. Dopo l’intervento chirurgico, è necessario accompagnare la persona stomizzata in un percorso di cura che garantisca una corretta riabilitazione e una gestione adeguata della stomia attraverso: Igiene regolare della zona intorno allo stoma con acqua tiepida e un detergente delicato ed applicare regolarmente un film protettivo per prevenire irritazioni.
Cambio del dispositivo di raccolta, il quale deve essere svuotato e/o sostituito regolarmente per evitare infiltrazioni e mantenere integra la cute. La frequenza del cambio dipenderà dalle caratteristiche del dispositivo e dallo stile di vita della persona stomizzata.
Alimentazione e idratazione in base alle indicazioni del professionista sanitario di riferimento per una dieta bilanciata e adeguata al tipo di stomia per evitare l’insorgere di complicanze.
Monitoraggio e follow-up regolare da parte di un professionista sanitario specializzato per la corretta gestione del complesso stomale anche attraverso appropriate indicazioni sull’importanza di praticare attività fisica.
Ascolto attivo delle esigenze delle persone stomizzate al fine di offrire loro un supporto emotivo da parte di personale competente. La scelta del dispositivo di raccolta, deve essere effettuata in base alle dimensioni e alla forma specifica della stomia e del profilo corporeo e alle esigenze individuali della persona stomizzata. L’obiettivo è mantenere integra la cute riducendo il rischio di infiltrazioni che si verificano nell’80% dei casi e che potrebbero essere evitate valutando l’utilizzo   di un dispositivo convesso sin dall’immediato post-operatorio 1,2. Inoltre, il dispositivo deve garantire massimo comfort e discrezione alla persona stomizzata, consentendole una gestione autonoma della stomia per una migliore qualità della vita. L'articolo CARTELLA STAMPA – La Stomia, tra cura e sostegno alla persona Sinergie tra professionisti e pazienti proviene da Motoresanità.it. Read More
Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave Nella gestione del Dolore Cronico REGIONE CAMPANIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO In Italia, il dolore cronico colpisce circa 13 milioni di persone, ovvero il 10% della popolazione. Si tratta di una condizione che impatta significativamente sulla qualità della vita dei pazienti, causando disabilità, isolamento sociale e lavorativo ed elevati costi economici. Per non parlare degli aspetti che incidono sulla produttività: il dolore cronico è causa di assenteismo lavorativo influenzando l’aspetto economico a livello individuale e sociale. La presa in carico di questo paziente è quindi un processo complesso che richiede l’intervento di diversi professionisti sanitari, dal medico di medicina generale allo specialista, dagli infermieri ai fisioterapisti, dagli psicologi ai terapisti occupazionali. Una efficace gestione del dolore cronico attraverso questi operatori di una filiera bene organizzata riduce il ricorso ad inappropriate indagini diagnostiche, cure mediche, visite e complicazioni cliniche, evitando di arrivare al ricovero ospedaliero che rappresenta il costo più significativo per il SSN ed i SSR. In questo scenario la terapia farmacologica rappresenta uno strumento chiave nella cura dei pazienti, con implicazioni sulla salute e sulla qualità di vita a lungo termine. E l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci antidolorifici svolge un ruolo importante non solo nell’ottimizzare l’efficacia terapeutica ma anche nel minimizzarne gli effetti collaterali comuni (es° gastrointestinali, renali, cardiovascolari) in gran parte dovuti ad un utilizzo inapprorpiato di FANS ed evitare interazioni indesiderate, cause potenziali di ulteriori costi aggiuntivi nel settore sanitario. Gestire questi aspetti non è così semplice poiché molti pazienti sono affetti da diverse patologie croniche già di per sé fattori di rischio di complicanze. Il processo di presa in carico deve partire quindi da una attenta valutazione di questi aspetti che si deve sommare alla valutazione delle caratteristiche individuali del paziente, delle caratteristiche e della gravità del dolore. Per uniformare e codificare questo processo la legge 39 del 1999 ha istituito in Italia le reti di terapia del dolore, strutture organizzative che coordinano le attività di prevenzione, diagnosi e terapia del dolore cronico. Dopo tanti anni dall’istituzione di queste reti si rende necessario intervenire quanto prima su alcune criticità con azioni di miglioramento concrete: un maggiore investimento nell’efficientamento delle reti di terapia del dolore (risorse e strutture adeguate), un miglioramento dell’accesso dei pazienti alle cure (PDTA integrati e riduzione delle barriere economiche), un’adeguata formazione dei professionisti sanitari, una più ampia sensibilizzazione dell’ l’opinione pubblica e dei decisori politici sulla importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia del dolore cronico. L'articolo Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave Nella gestione del Dolore Cronico REGIONE CAMPANIA proviene da Motoresanità.it. Read More
MidSummer School 2024
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le tecnologie informatica e biologica stanno segnando l’evoluzione della medicina del futuro. Sempre più il progresso delle conoscenze sui meccanismi fisiopatologici alla base delle diverse malattie sta portando avanzamenti “disruptive” in tema di diagnostica, di personalizzazione delle cure, di targhetizzazione delle terapie e di predittività sui risultati ottenibili. Ma tutto questo dovrà guidare necessariamente verso una nuova organizzazione del SSN, più rapido e moderno con procedure in grado di rispondere in maniera rapida e semplificata a questo cambio continuo di scenario. Così come dovrà cambiare prospettiva la politica industriale dei farmaci e dei dispositivi medici, attenta alla sostenibilità ma ripensata come una componente fondamentale della crescita economica del Paese. L’Italia, seconda in Europa per produzione di farmaci e con un comparto dispositivi medici con oltre 4.400 imprese che generano un mercato che vale 17,3 miliardi €, non può non accettare la sfida per una crescita della ricerca e formulazione di nuove tecnologie che ne accompagnino la crescita produttiva. Ma per raggiungere nuovi ambiziosi traguardi vi è la necessità di nuove sinergie tra istituzioni e aziende del settore, così come tra cittadini e tecnici gestori di un SSN proiettato nel futuro. Occorrerà anche abbattere le attuali barriere burocratiche che rallentano i processi di ammodernamento, implementare nuovi modelli snelli, semplificati di partenariato, di rispetto della privacy, di responsabilità medico legale.   Per fare il punto sulle realtà attuali e su propositi ed azioni in corso, Motore Sanità organizza la MidSummer School che avrà come focus l’evoluzione delle tecnologie informatica e biologica in sanità, sulle necessità evolutive e sulla sinergia tra entrambe per una medicina del XXI e XXII secolo. L'articolo MidSummer School 2024 proviene da Motoresanità.it. Read More
Equità di accesso all’innovazione FOCUS SUI SISTEMI DI MONITORAGGIO GLICEMICO NELLA CRONICITÀ DIABETE  CENTRO TOSCANA, LAZIO, ABRUZZO, CAMPANIA, SARDEGNA, MARCHE, UMBRIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il diabete da molti viene definita “la malattia cronica” poiché il suo impatto gestionale è davvero rappresentativo di una cronicità complessa a 360°. Esso rappresenta infatti la prima causa di cecità, la prima causa di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la seconda causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, la concausa di almeno la metà degli infarti e degli ictus. L’International Diabetes Federation (IDF) nel 2019 indica circa 463 Mln di adulti (20-79 anni) con diabete nel mondo e una prevalenza in continuo aumento (entro il 2045 700 milioni), soprattutto per quanto riguarda il diabete di tipo 2. Gli stessi dati riferiti all’anno 2019 indicano inoltre che più di 4 Mln di persone tra 20 e 79 anni, siano morte per cause connesse al diabete. In Italia secondo il bollettino epidemiologico nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sarebbero tra 3,4 e 4 Mln le persone con diabete ma si pensa che via sia una importante ulteriore quota di sommerso (circa 1,5 Mln non sanno di averlo e 4 Mln sarebbero ad alto rischio di sviluppare la malattia). Secondo le stime più recenti, la spesa per diabete tra costi sanitari diretti e indiretti ammonterebbe attualmente ad oltre 20 Mld €/anno. Oltre alla complessità socio-assistenziale nota, questi numeri fanno comprendere l’impatto economico attuale.  Nonostante tutto ciò ed il graduale, costante invecchiamento della popolazione, grazie soprattutto alla grande innovazione prodotta nell’ultimo decennio, le ospedalizzazioni hanno un andamento decrescente (riduzione media annua del 5,5% nel periodo 2010-2018). Il controllo glicemico è un aspetto fondamentale per la prevenzione delle molte potenziali complicanze che si presentano in questi pazienti e per una buona gestione quindi della malattia. A tal punto che i dati delle società scientifiche nazionali indicano nel mancato controllo glicemico una riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete mediamente di 7-8 anni. Sappiamo inoltre che questa criticità è causata da 2 fattori principali: la mancata aderenza alle terapie e la mancata regolare misurazione della glicemia in almeno il 50% dei pazienti che evitano volentieri di bucarsi tutti i giorni. Questo crea maggiori rischi di iperglicemie e/o ipoglicemie: in media, considerando anche solo queste ultime, i dati indicano che esse si presentano 2 volte a settimana e nel 74% dei casi per pazienti con diabete di tipo 1 possono portare la persona ad un errato utilizzo dei farmaci ipoglicemizzanti con le conseguenti complicanze diabete-correlate. Le innovazioni tecnologiche recenti, hanno fornito strumenti in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia, restituire una qualità di vita decisamente semplificata/migliorata, consentire una riduzione significativa dei costi di gestione, per effetto di minori ospedalizzazioni ed accessi al pronto soccorso. Visto l’impatto di questa innovazione in una patologia a così elevato impatto sui SSR, Motore Sanità intende aprire un confronto tra le diverse istituzioni regionali, gli esperti di settore e le Associazioni di cittadini per capire come renderne equo ed uniforme l’accesso attraverso criteri di eleggibilità condivisi, mantenendo la sostenibilità. Tutto ciò partendo dal presupposto che
LA CARTA DEI DIRITTI DEI PAZIENTI IN NUTRIZIONE ARTIFICIALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE La Nutrizione Artificiale è una procedura terapeutica attraverso la quale vengono nutrite artificialmente persone non in grado di alimentarsi sufficientemente per via naturali. Questi pazienti possono essere in stato di malnutrizione, a rischio malnutrizione, in stato di ipercatabolismo o di cachessia; alcuni pazienti poi necessitano di nutrizione artificiale perché hanno l’esigenza di mantenere un riposo intestinale. La malnutrizione è una condizione di alterazione funzionale per la quale il fabbisogno di nutrienti non è soddisfatto e può comportare un eccesso di morbilità e mortalità e un’alterazione della qualità della vita; è un problema misconosciuto e/o sottovalutato che costituisce un enorme fattore di rischio perché aumenta la gravità, e i tempi di recupero, di una patologia acuta con maggior durata dei ricoveri, prognosi sfavorevole e conseguente aumento dei costi sanitari. L’esigenza di essere nutriti artificialmente si verifica per molteplici cause e può interessare bambini/adulti con patologie croniche gastrointestinali, neurologiche e oncologiche o, più in generale, persone appunto malnutrite, soprattutto bambini e anziani. Non è una patologia, ma una condizione grave con cui convivono molte persone e che necessita di modelli clinici assistenziali indispensabili al governo migliore sia negli ospedali, sia, soprattutto nella de-ospedalizzazione dei pazienti. È un trattamento salvavita, perché senza nutrienti le persone muoiono e stanno male. La complessità di queste indispensabili “manovre” per vivere forse non è conosciuta a tutti: la somministrazione dei nutrienti può avvenire direttamente nel tubo digerente mediante sondino naso-gastrico o una stomia (PEG o PEJ), NUTRIZIONE ENTERALE; per via endovenosa raggiungendo una vena centrale da una superficie cutanea esterna, NUTRIZIONE PARENTERALE. In entrambi i casi per somministrare con sicurezza e precisione le sostanze nutritive ci si avvale spesso di una pompa elettronica e tubicini chiamati deflussori. Inoltre, per evitare complicazioni locali o sistemiche legate a infezioni o infiammazioni, è necessario eseguire procedure di medicazione e gestione degli accessi nutrizionali (sonda/sondino o catetere venoso) avvalendosi di idoneo materiale infermieristico. La nutrizione artificiale può essere esclusiva o essere integrata con l’alimentazione per bocca, ma in ogni caso per queste persone è indispensabile per vivere o comunque per non peggiorare lo stato clinico di pazienti già gravi. A ciascun paziente necessitano nutrienti specifici e, a seconda della tipologia di nutrizione, enterale o parenterale, strumenti indispensabili per la somministrazione. Il paziente e il caregiver, soprattutto se il paziente non è in grado di procedere in autonomia o comunque ha bisogno di assistenza, necessitano di essere opportunamente istruiti per procedere correttamente nella somministrazione. Quindi, nessun problema quando la somministrazione avviene negli ospedali, ma cosa accade se il paziente deve, o vuole nutrirsi al proprio domicilio? In Italia ci sono 94 centri per la nutrizione artificiale, mediamente uno ogni 625.000 abitanti; sono decisamente pochi e, soprattutto sono decisamente mal distribuiti sul territorio sia tra regioni sia all’interno della stessa regione; ad esempio, una regione da sempre riconosciuta come benchmark positivo in ogni ambito sanitario come la Lombardia, ne ha solo 8, vale a dire uno ogni 1,2 milioni di abitanti. Il primato positivo è in Piemonte che
Amiloidosi Cardiaca in Regione Veneto Innovazione terapeutica che spinge all’innovazione organizzativa, come omogeneizzare i percorsi?
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Sono circa 30 le proteine che, in diverse parti del corpo umano, possono formare depositi di amiloide, causando sindromi cliniche acquisite o ereditarie, con caratteristiche di estensione localizzata o più ampia, sistemica. Il cuore rappresenta uno degli organi bersaglio in cui più frequentemente la sostanza amiloide si deposita, dando luogo alla cosiddetta “amiloidosi cardiaca” nelle sue forme più frequenti e significative: l’amiloidosi AL (a catene leggere) e l’amiloidosi ATTR (da transtiretina). In questa condizione, quanto più i depositi progrediscono, tanto più le pareti del cuore diventano spesse e rigide e la funzione contrattile peggiora, con il coinvolgimento delle valvole cardiache e del sistema di conduzione elettrico. Uno dei problemi più cogenti diventa quindi quello di una diagnosi che oggi spesso è tardiva e che vedrebbe il paziente in una condizione già funzionalmente degenerata. Attualmente, considerando tutti i sottogruppi, il tempo medio tra il rilevamento dei sintomi e la diagnosi varia tra 6 e 30 mesi. Per quanto riguarda la ATTR, ad esempio, meno del 50% dei pazienti riceve la diagnosi entro i 6 mesi dall’esordio. Nonostante l’attenzione sulla patologia si sia recentemente accesa grazie alla disponibilità di terapie innovative efficaci, la sottodiagnosi resta però un problema aperto. A tutt’oggi considerata malattia rara, diverse indagini epidemiologiche ne rappresentano un trend in crescita nella pratica clinica. In particolare questo aumento sembra essere trainato dai nuovi casi di ATTR nella sua forma wild type (ATTRwt) cioè non ereditaria ma acquisita (hATTR ereditaria). Se si sospetta l’amiloidosi ATTR, avere già il paziente con ecocardio, scintigrafia ossea ed esclusione della componente monoclonale è importante prima di arrivare al successivo livello ed alla consulenza genetica. Ma caratteristica red flag è anche la presenza nella storia clinica di interventi bilaterali di tunnel carpale. Proprio per la disponibilità di terapie eziologiche in grado di prevenire/arrestare o riassorbire il deposito della sostanza amiloide, conoscere e saper riconoscere la malattia risulta estremamente importante, per rallentarne la progressione (particolarmente pericolosa e rapida nelle forme ereditarie hATTR). La recente legge sulle malattie rare ha fra i suoi obiettivi più importanti: rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale il trattamento dei malati, dare accesso a questi nel minor tempo possibile ai farmaci innovativi, costruire percorsi (PDTA) applicabili e snelli, implementare la formazione di medici dedicati che possano conoscere bene la patologia, informare cittadini e operatori della filiera assistenziale, evitando ritardi diagnostici, percorsi inappropriati. Per fare il punto sull’applicazione concreta di questi obiettivi nell’amiloidosi cardiaca, Motore Sanità ritiene fondamentale un confronto tra tutti gli attori di sistema, partendo dalla condivisione delle più recenti conoscenze in termini di diagnosi e terapia. L'articolo Amiloidosi Cardiaca in Regione Veneto Innovazione terapeutica che spinge all’innovazione organizzativa, come omogeneizzare i percorsi? proviene da Motoresanità.it. Read More
SALUTE OLTRE LA CITTÀ soluzioni innovative per la sanità di montagna Le reti tempo-dipendenti
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Dopo il primo importante appuntamento a Feltre del 19 gennaio scorso, Salute Oltre la Città propone un nuovo incontro per analizzare la gestione della sanità nelle aree montane ed in tutte quelle aree distanti dai centri ospedalieri di eccellenza e dalle principali vie di comunicazione. Con il termine reti cliniche tempo-dipendenti si definiscono tutte quelle reti assistenziali in cui, al verificarsi dell’evento acuto, il fattore tempo costituisce un elemento determinante per la qualità e l’esito delle cure, in presenza di condizioni ad elevato rischio di mortalità. In queste situazioni è indispensabile adottare un modello di intervento basato sulla realizzazione di percorsi clinico-assistenziali messi in atto da parte dei singoli nodi, grazie ad una valorizzazione delle specifiche competenze La gestione del percorso diagnostico terapeutico del paziente deve essere ottimizzato, definendo esattamente il ruolo che ogni singolo nodo è chiamato a svolgere ed adattando il sistema delle cure ai bisogni dei pazienti. L’obiettivo delle reti tempo-dipendenti è creare un sistema finalizzato al precoce ed idoneo trattamento specialistico del paziente critico. La Conferenza Stato-Regioni ha approvato nel 2018 il documento “Linee guida per la revisione delle reti cliniche – Le reti cliniche tempo dipendenti” che definisce i requisiti generali che devono essere presenti in tutte le reti per raggiungere omogeneità su tutto il territorio nazionale ed individua gli indicatori di processo. Dove, tuttavia, si riscontrano situazioni ambientali oggettivamente diverse e dove le peculiarità del “territorio” incidono significativamente sul potenziale di risposta di queste reti, è giusto porsi la domanda di quali strumenti  e percorsi utilizzare per ottenere i migliori risultati di salute e di quali nuove tecnologie e procedure adottare per ottimizzare la presa in carico di questi pazienti. In questo convegno analizzeremo quali siano gli ostacoli e le possibili soluzioni per ottenere equità nella cura nei nostri territori e come declinare l’organizzazione delle reti per l’ictus, cardiologica, del trauma maggiore e della gestione del neonato e del bambino critico, utilizzando i più moderni strumenti a disposizione. L'articolo SALUTE OLTRE LA CITTÀ soluzioni innovative per la sanità di montagna Le reti tempo-dipendenti proviene da Motoresanità.it. Read More
Longevità dei Pazienti e Longevità dei DispositivI Nuove Prospettive
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE La durata delle batterie dei dispositivi cardiaci impiantabili attivi è un aspetto cruciali per garantire la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Ridurre il numero di sostituzioni dei dispositivi è fondamentale per garantire la continuità del trattamento e per evitare le complicanze e il disagio associati all’intervento chirurgico necessario per il cambio del dispositivo. Finora, non è stato possibile utilizzare la longevità dei dispositivi come criterio di selezione nelle gare d’appalto, poiché i produttori forniscono stime di durata basate su condizioni operative diverse, non sempre in accordo con la reale condizione clinica. Tuttavia, grazie alla recente pubblicazione dell’articolo redatto dall’ISS in collaborazione con la società scientifica AIAC, si sono definite delle condizioni operative realistiche per valutare la longevità dei dispositivi cardiaci. Questo consentirà di utilizzare la durata delle batterie come parametro di selezione nelle gare d’appalto, poiché i valori stimati saranno uniformi e basati sulla reale situazione clinica. Per rendere questa pratica fattibile, è necessario presentare il documento alle principali istituzioni e gruppi di acquisto, affinché lo tengano in considerazione nella redazione delle gare e nella definizione dei requisiti. L’obiettivo è continuare sulla strada della sensibilizzazione degli addetti ai lavori nell’uso di criteri omogenei per la valutazione e la selezione dei vari dispositivi disponibili sulla base delle tecnologie odierna, soprattutto per ottimizzare le risorse. L'articolo Longevità dei Pazienti e Longevità dei DispositivI Nuove Prospettive proviene da Motoresanità.it. Read More
Psiochiatria e giustizia al servizio della società
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (legge 81/2014) si è assistito ad un progressivo incremento delle misure di sicurezza comminate in luogo della pena a persone giudicate non imputabili per vizio di mente, totale o parziale. I Dipartimenti di Salute Mentale sono sempre più spesso chiamati ad occuparsi in modo diretto dei percorsi di cura dei pazienti autori di reato confrontandosi da un lato con la difficoltà a conciliare il mandato di cura con quello del controllo sociale, dall’altro con l’evidente diversità di statuto rispetto alle altre istituzioni sociali coinvolte. I limiti della legge 81/2014, già in parte rilevati dalla Consulta nel 2022, sembrano infatti riconducibili oltre che ad una inadeguata programmazione dei percorsi di ingresso e uscita dalle REMS, alla mancata definizione dei livelli di collaborazione inter-istituzionale tra magistratura, professionisti della psichiatria forense, Dipartimenti di Salute Mentale, forze dell’ordine, servizi sociali dei comuni, organi di coordinamento regionale. La consulenza tecnica a supporto delle scelte della Magistratura diventa centrale ai fini dell’appropriatezza della definizione della misura di sicurezza più adeguata oltre che per un corretto utilizzo delle risorse disponibili. In questo contesto si inserisce il Centro per la Profilazione ed Analisi Criminologica (Ce.P.A.C.), progetto sperimentale voluto dalla Regione Veneto che basa la propria operatività su protocolli e strumenti validati, con l’obiettivo di garantire la necessaria appropriatezza tecnica. L'articolo Psiochiatria e giustizia al servizio della società proviene da Motoresanità.it. Read More
Equità di accesso all’innovazione
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il diabete da molti viene definita “la malattia cronica” poiché il suo impatto gestionale è davvero rappresentativo di una cronicità complessa a 360°. Esso rappresenta infatti la prima causa di cecità, la prima causa di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la seconda causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, la concausa di almeno la metà degli infarti e degli ictus. L’International Diabetes Federation (IDF) nel 2019 indica circa 463 Mln di adulti (20-79 anni) con diabete nel mondo e una prevalenza in continuo aumento (entro il 2045 700 milioni), soprattutto per quanto riguarda il diabete di tipo 2. Gli stessi dati riferiti all’anno 2019 indicano inoltre che più di 4 Mln di persone tra 20 e 79 anni, siano morte per cause connesse al diabete. In Italia secondo il bollettino epidemiologico nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sarebbero tra 3,4 e 4 Mln le persone con diabete ma si pensa che via sia una importante ulteriore quota di sommerso (circa 1,5 Mln non sanno di averlo e 4 Mln sarebbero ad alto rischio di sviluppare la malattia). Secondo le stime più recenti, la spesa per diabete tra costi sanitari diretti e indiretti ammonterebbe attualmente ad oltre 20 Mld €/anno. Oltre alla complessità socio-assistenziale nota, questi numeri fanno comprendere l’impatto economico attuale.  Nonostante tutto ciò ed il graduale, costante invecchiamento della popolazione, grazie soprattutto alla grande innovazione prodotta nell’ultimo decennio, le ospedalizzazioni hanno un andamento decrescente (riduzione media annua del 5,5% nel periodo 2010-2018). Il controllo glicemico è un aspetto fondamentale per la prevenzione delle molte potenziali complicanze che si presentano in questi pazienti e per una buona gestione quindi della malattia. A tal punto che i dati delle società scientifiche nazionali indicano nel mancato controllo glicemico una riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete mediamente di 7-8 anni. Sappiamo inoltre che questa criticità è causata da 2 fattori principali: la mancata aderenza alle terapie e la mancata regolare misurazione della glicemia in almeno il 50% dei pazienti che evitano volentieri di bucarsi tutti i giorni. Questo crea maggiori rischi di iperglicemie e/o ipoglicemie: in media, considerando anche solo queste ultime, i dati indicano che esse si presentano 2 volte a settimana e nel 74% dei casi per pazienti con diabete di tipo 1 possono portare la persona ad un errato utilizzo dei farmaci ipoglicemizzanti con le conseguenti complicanze diabete-correlate. Le innovazioni tecnologiche recenti, hanno fornito strumenti in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia, restituire una qualità di vita decisamente semplificata/migliorata, consentire una riduzione significativa dei costi di gestione, per effetto di minori ospedalizzazioni ed accessi al pronto soccorso. Visto l’impatto di questa innovazione in una patologia a così elevato impatto sui SSR, Motore Sanità intende aprire un confronto tra le diverse istituzioni regionali, gli esperti di settore e le Associazioni di cittadini per capire come renderne equo ed uniforme l’accesso attraverso criteri di eleggibilità condivisi, mantenendo la sostenibilità. Tutto ciò partendo dal presupposto che
La Stomia, tra cura e sostegno alla persona Sinergie tra professionisti e pazienti
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE DEL PROGETTO La stomia è una procedura chirurgica in cui viene creata un’apertura artificiale, temporanea o definitiva, nel tratto digerente e/o urinario per consentire il passaggio delle feci o delle urine. La procedura viene eseguita per diverse ragioni, quali neoplasie, malattie infiammatorie croniche intestinali o patologie inerenti l’apparato urinario. Dopo l’intervento chirurgico, è necessario accompagnare la persona stomizzata in un percorso di cura che garantisca una corretta riabilitazione e una gestione adeguata della stomia attraverso: Igiene regolare della zona intorno allo stoma con acqua tiepida e un detergente delicato ed applicare regolarmente un film protettivo per prevenire irritazioni.
Cambio del dispositivo di raccolta, il quale deve essere svuotato e/o sostituito regolarmente per evitare infiltrazioni e mantenere integra la cute. La frequenza del cambio dipenderà dalle caratteristiche del dispositivo e dallo stile di vita della persona stomizzata.
Alimentazione e idratazione in base alle indicazioni del professionista sanitario di riferimento per una dieta bilanciata e adeguata al tipo di stomia per evitare l’insorgere di complicanze.
Monitoraggio e follow-up regolare da parte di un professionista sanitario specializzato per la corretta gestione del complesso stomale anche attraverso appropriate indicazioni sull’importanza di praticare attività fisica.
Ascolto attivo delle esigenze delle persone stomizzate al fine di offrire loro un supporto emotivo da parte di personale competente. La scelta del dispositivo di raccolta, deve essere effettuata in base alle dimensioni e alla forma specifica della stomia e del profilo corporeo e alle esigenze individuali della persona stomizzata. L’obiettivo è mantenere integra la cute riducendo il rischio di infiltrazioni che si verificano nell’80% dei casi e che potrebbero essere evitate valutando l’utilizzo   di un dispositivo convesso sin dall’immediato post-operatorio 1,2. Inoltre, il dispositivo deve garantire massimo comfort e discrezione alla persona stomizzata, consentendole una gestione autonoma della stomia per una migliore qualità della vita. L'articolo La Stomia, tra cura e sostegno alla persona Sinergie tra professionisti e pazienti proviene da Motoresanità.it. Read More
LE INFEZIONI ABSSSI MODERATE-GRAVI, POSSIBILE EVITARE IL RICOVERO IN OSPEDALE? DALLE OPPORTUNITÀ ALLE CRITICITÀ ORGANIZZATIVE – PUGLIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La lezione della recente pandemia ha mostrato come la domiciliarità delle cure appaia sempre più un passaggio chiave a valore aggiunto per ogni paziente che non necessiti di cure ospedaliere ad alta specializzazione. Gestire il paziente con cure di prossimità, cronico o acuto che sia, è quindi diventato oggi un obiettivo importante da realizzare nella programmazione dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese. A maggior ragione questo concetto si concretizza quando si parla di ICA e, tra queste, di ABSSSI. La ricerca in risposta a questi bisogni ha messo a disposizione una terapia long acting che potrebbe facilitare questi processi, riducendo i rischi per il paziente, per le strutture di ricovero e cura, consentendo di abbattere i costi. Ma come ogni innovazione da introdurre a sistema, occorre rivedere alcuni percorsi. Nei degenti in ospedale la prevalenza di queste infezioni è tra il 7 e 10 % e la sua diagnosi occupa il 28° posto dell’elenco delle diagnosi più comuni. Inoltre, il 2% degli accessi in PS sono legati a questa condizione e sostengono dal 7 al 10% dei ricoveri ospedalieri e fino al 5% dei ricoveri in area intensiva. Nei patogeni causa di ABSSSI, lo Staphylococcus aureus che rappresenta circa il 40% dei casi di ABSSSI ed è il 1° agente patogeno di infezioni cutanee e dei tessuti molli in Nord America, America Latina ed Europa, è anche il germe maggiormente associato a quei ceppi resistenti (MRSA) che rappresentano un considerevole problema di salute pubblica. Nei pazienti con infezioni gravi la durata del trattamento è infatti pari a 7-14 giorni e corrisponde a una ospedalizzazione >8 giorni. Il crescente interesse nei confronti di questa nuova terapia long acting è dovuto ad alcune caratteristiche che la rendono 4/8 volte più potente alla Standard of Care (SoC) con un’emivita che può durare fino a 14 giorni, consentendo di poter pianificare nel miglior modo possibile sia l’ospedalizzazione che la successiva domiciliarizzazione dei pazienti (un’unica somministrazione al giorno). Il vantaggio di tale regime di terapia è rappresentato quindi nelle infezioni ABSSSI moderate, dalla non esigenza di ricovero in reparto ordinario, non impegno eccessivo delle strutture ospedaliere fin già troppo oberate con ricadute economiche importanti. A livello nazionale, uno studio pubblicato nel 2020, ha stimato una spesa annua totale per la gestione dei pazienti con ABSSSI (5.396 soggetti) pari a circa € 9,9 milioni. L’analisi di impatto sul budget ha permesso di stimare come l’introduzione di questa innovazione nelle ABSSSI non severe possa comportare nel nostro Paese una riduzione del numero di pazienti ospedalizzati, della durata della degenza ospedaliera con conseguente riduzione della spesa a carico del SSN cumulata al terzo anno dalla sua introduzione pari a circa € 2,1 milioni. Ma, a fronte di questi vantaggi, il lato critico dell’attuale organizzazione può essere rappresentato dalla difficoltà – da parte dell’Infettivologo prescrittore del farmaco – delle procedure burocratiche relative all’utilizzo e rendicontazione del farmaco extraospedaliere (es°FILE F). Obiettivo del tavolo di lavoro è rivedere e semplificare l’organizzazione di questo flusso creando un sistema
Combattere L’antibiotico-resistenza in Italia – Aspetti clinici, farmacoeconomici e di governance
Archivi Eventi - Motoresanità.it Per partecipare in presenza all’evento iscriversi QUI Programma RAZIONALE SCIENTIFICO L’antibiotico-resistenza rappresenta una delle sfide sanitarie più gravi e complesse del nostro tempo, con impatti significativi sia in termini di salute pubblica sia di costi per i sistemi sanitari. In questo contesto, oltre alle buone pratiche cliniche, il ruolo della ricerca scientifica e dell’innovazione farmacologica è fondamentale per sviluppare nuovi trattamenti efficaci contro i ceppi batterici resistenti. La letteratura recente evidenzia l’impatto significativo dell’antibiotico-resistenza (ABR) in termini di costi sanitari e sociali. I risultati di una recente revisione sistematica e meta-analisi pubblicata su PLOS ONE mostrano che l’antibiotico-resistenza rappresenta una delle più gravi sfide sanitarie a livello globale. Si stima che entro il 2050 le morti causate dalla resistenza agli antibiotici possano raggiungere i 10 milioni all’anno se non si interviene tempestivamente. Inoltre, l’ABR potrebbe causare una riduzione dell’1,1% del prodotto interno lordo (PIL) globale e superare il trilione di dollari statunitensi all’anno dopo il 2030. I pazienti con infezioni resistenti tendono ad avere esiti clinici peggiori e richiedono più risorse per il loro trattamento, inclusi costi per farmaci più costosi e prolungati soggiorni ospedalieri​​[1]. In Europa, nel 2022, secondo il report “Antimicrobial resistance in the EU/EEA (EARS-Net) Annual Epidemiological Report for 2022”, il numero totale di casi isolati è aumentato da 366.794 a 392.602. In Italia, nello stesso anno, secondo quanto riportato dalla Sorveglianza nazionale AR-ISS, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici si mantengono elevate. I dati relativi ai 3056 casi segnalati nel 2022, confermano la larga diffusione in Italia delle batteriemie da enterobatteri resistenti, soprattutto in pazienti ospedalizzati. Nel luglio 2022 la Commissione europea, insieme agli Stati membri, ha definito la resistenza antimicrobica una delle tre principali minacce prioritarie per la salute nell’UE. Per tale ragione, il Ministero della Salute ha aggiornato il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza per gli anni 2022-2025, basato su un approccio One Health. Infine, come esplicitato nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025 un ruolo fondamentale nel contrasto all’ABR lo assumono anche i vaccini come strumento di prevenzione. Questo evento, organizzato con la direzione scientifica di SDA Bocconi, con la collaborazione di Motore Sanità e con il supporto non condizionante di Viatris Italia, riunirà esperti del settore clinico, della farmacoeconomia e responsabili regionali della farmaceutica per discutere le ultime evidenze e innovazioni nel campo dell’antibiotico-resistenza e i modelli di servizio collegati. I partecipanti avranno l’opportunità di condividere conoscenze, esperienze e strategie per affrontare la resistenza agli antibiotici in maniera efficace e sostenibile sia dal punto di vista clinico sia da quello organizzativo. Un aspetto chiave dell’evento sarà il focus sul ruolo della ricerca scientifica nello sviluppo di nuovi antibiotici che, assieme ad un loro utilizzo consapevole e responsabile, potrebbe generare un impatto economico virtuoso per il sistema salute. Oltre all’analisi dei costi e dei benefici dei diversi approcci terapeutici, fondamentale per garantire l’efficacia e la sostenibilità delle strategie di intervento, saranno discussi: i) i modelli di finanziamento della
La Salute mentale nei territori
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE La salute mentale è un aspetto fondamentale per il benessere individuale e sociale. Investire in questo campo ha un ritorno immediato sulla scuola e sull’università, sul mondo del lavoro, sull’integrazione e la sicurezza sociale. Molti autorevoli studi affermano che gli investimenti in salute mentale portano ad un incremento del PIL nel medio termine. Lo scenario attuale, al contrario, è caratterizzato da un crescente divario tra bisogni e risorse disponibili. Infatti, mentre assistiamo da un lato all’incremento costante dell’incidenza dei disturbi mentali gravi, dall’altro ci troviamo di fronte ad un enorme e drammatico problema di carenza di risorse, più grave nell’ambito della salute mentale che negli altri campi della sanità. In questo contesto, nella giornata odierna ci concentreremo ad analizzare in particolare la situazione dell’Italia Centrale per esplorare il panorama della depressione, includendo anche gli aspetti relativi al disagio giovanile, alle novità che riguardano i pazienti autori di reato, agli indicatori di outcome nella salute mentale e all’organizzazione dei servizi ad essa dedicati. L’Italia Centrale è una regione ricca di storia e cultura, ma anche soggetta a sfide significative in termini di salute mentale. La depressione rappresenta un problema rilevante, influenzando non solo gli individui ma anche la società nel suo complesso. Il disagio che affiora tra le giovani generazioni, poi, rappresenta un tema critico, da affrontare con impellenza. Le pressioni sociali, la ricerca di identità e le sfide educative possono infatti contribuire alla comparsa di disturbi mentali tra i giovani. Esplorare i fattori che contribuiscono a questo disagio sarà essenziale per sviluppare strategie di prevenzione e intervento efficaci. Un aspetto spesso trascurato della salute mentale è la correlazione tra disturbi mentali e comportamenti criminali. La depressione in questo senso può essere un fattore determinante nei casi di pazienti autori di reato. Esaminare questa connessione offre l’opportunità di sviluppare approcci terapeutici e di riabilitazione mirati, che tengano conto delle sfide specifiche di questa popolazione. La valutazione degli indicatori di outcome, poi, è cruciale per misurare l’efficacia delle pratiche di cura e intervento. Esplorare metriche qualitative e quantitative contribuirà infatti ad una comprensione più approfondita dell’impatto delle politiche e dei servizi sulla salute mentale, in particolar modo nell’Italia Centrale. Un sistema sanitario efficace richiede un’organizzazione ottimale dei servizi, con un’enfasi particolare sull’integrazione socio-sanitaria. La creazione di reti collaborative tra servizi sanitari, organizzazioni sociali e comunità può migliorare l’accessibilità, la tempestività e l’efficacia delle cure. In questo nuovo incontro, dunque, l’intento è quello di esplorare gli ambiti di maggiore interesse relativi alla salute mentale, soprattutto per ciò che concerne l’Italia Centrale, per poi fare il punto sulle proposte da rivolgere alle Istituzioni. È l’occasione per dare voce non solo ai professionisti, ma anche a tutti gli stakeholder coinvolti affinché attraverso la comprensione approfondita di questi elementi, possiamo sperare di contribuire ad un miglioramento significativo della salute mentale. L'articolo La Salute mentale nei territori proviene da Motoresanità.it. Read More
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE CALL TO ACTION
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito pro capite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE CALL TO ACTION proviene da Motoresanità.it. Read More
CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni
Archivi Eventi - Motoresanità.it Programma RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 10° anniversario della somministrazione di una terapia sperimentale a base di CAR-T a Emily Whitehead, bimba di 7 anni affetta da leucemia e trattata al Children’s Hospital di Philadelphia, nuove terapie CAR-T si aggiungono con grandi aspettative per nuove indicazioni. L’innovazione portata dalle terapie CAR-T al di fuori di ogni dubbio rappresenta uno dei traguardi medici più importanti del nuovo secolo nella battaglia contro i tumori. Una sola infusione di questo trattamento personalizzato per le attuali indicazioni rappresenta una speranza di vita unica, per quanti non hanno alternative terapeutiche al progredire della loro patologia. Ai loro successi ed al loro sviluppo futuro sono stati dedicati centinaia di lavori; molti di questi hanno contribuito alle attuali indicazioni e molti altri stanno facendo la stessa cosa per anticiparne l’utilizzo e/o ampliarlo ad altre patologie. L’attuale esperienza ha messo subito a dura prova il sistema organizzativo assistenziale, facendo emergere alcuni nodi chiave da sciogliere e su cui è cruciale un confronto alla ricerca di soluzioni appropriate e sostenibili: Funding: modelli di sostenibilità alla luce della prossima rimborsabilità di nuove indicazioni, dell’anticipo a linee di terapia più precoci delle indicazioni in essere, dell’uscita dal fondo innovativi di alcune indicazioni? Quale regulation delle tariffe dedicate e quale modello di gestione della mobilità?
Modelli organizzativi: esperienze e competenze attuali delle direzioni strategiche delle aziende sanitarie a supporto della costruzione di strutture adeguate (non solo CAR-T team efficienti, ma ufficio finanziario, legale, economato).
Produttività: costruzione di modelli appropriati/sostenibili attraverso analisi dei costi attuali di procedura (CAR-T non è una terapia ma una procedura), analisi delle risorse umane.
Referral: accorciamento dei tempi di invio ai centri Hub abilitati, nuove funzioni di rete, nuova condivisione dati, nuove forme di ricerca collaborativa. Su questi nodi chiave da sciogliere, Motore Sanità con il suo Osservatorio Innovazione, ha intrapreso un percorso di confronto nelle principali regioni italiane coinvolgendo professionisti coinvolti nella filiera di cura, istituzioni e cittadini, con l’obiettivo di dare supporto ai decisori politici per affrontare queste sfide attraverso soluzioni condivise, coerenti con le risorse e con le appropriate richieste di accesso rapido alla cura. Il grande lavoro svolto raccogliendo i bisogni attuali, le criticità da risolvere, le buone pratiche già messe in atto ad oggi, verrà presentato in questa giornata di lavori. L'articolo CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni proviene da Motoresanità.it. Read More
WORLD HEALTH FORUM – VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Programma Per partecipare in presenza all’evento iscriversi QUI   RAZIONALE SCIENTIFICO Sentendo parlare di chimica computazionale, terapie digitali, intelligenza artificiale, High Performance Computing, Big Data, Quantum Computing, viene da chiedersi a che punto siamo nel nostro Paese? Riusciremo ad uscire dallo stato di inerzia generata dalle molte pastoie burocratiche e a recuperare in ambito di opportunità di investimenti in ricerca il terreno perso negli ultimi 40 anni? Qual è l’analisi dell’attuale scenario Italiano e cosa occorre rivedere? L’innovazione tecnologica (diagnostica e terapeutica) sta fortemente impattando sull’aspettativa e sulla qualità di vita di molti pazienti con patologie fino a qualche tempo fa considerate incurabili. Ma questo settore è ad alta complessità e richiede una revisione nei modelli di rete di ricerca che dovrà essere strutturata, snella, con al suo interno chiari ruoli e competenze per ciascun professionista in grado di far emergere le molte eccellenze scientifiche presenti nel nostro paese e nei suoi territori regionali. Occorre anche chiedersi quale ruolo si voglia giocare come Paese Italia nella fase che precede questo percorso e quale nuova politica industriale in ambito salute si voglia mettere in campo. Ed è fondamentale dare risposta su questo ad una comunità scientifica che spesso ha dovuto cedere i frutti della ricerca italiana ad altri paesi ed ha visto emigrare i migliori talenti scientifici. Risposte attese altrettanto preziose e decisive sia per il sistema industriale della salute, fondamentale motore di investimenti in ricerca/innovazione sia per l’intera società che chiede di essere al passo in termini di accesso all’innovazione stessa e di opportunità economiche/occupazionali. Bisogna crederci, vedere tutto questo come un necessario coraggioso investimento senza porre traguardi a troppo breve termine e per affrontare la sfida occorre unire le forze, abbattere le barricate che hanno diviso fino ad oggi industria, istituzioni, professionisti. La pandemia ha rappresentato un momento di svolta dove tutto questo si era raggiunto rapidamente per una emergenza, ma di quella esperienza di condivisione cosa è rimasto? Sembra tutto dimenticato? Tornare ad utilizzare senza sospetti le potenzialità di ogni attore della filiera, sfruttando expertise, tecnologia, eccellenza scientifica disponibili, potrebbe rappresentare una grande opportunità per attrarre investimenti e diventare un modello virtuoso da imitare. Per questo ambizioso traguardo ci sono alcuni punti chiave da rafforzare: incentivare i partenariati PP semplificando e rendendo trasparenti le procedure, deresponsabilizzare le direzioni strategiche delle aziende sanitarie che si rendono garanti dei partenariati, facilitare il Networking e la capacità di lavorare in rete dei centri ad alta specializzazione, velocizzare il lavoro dei comitati etici regionali. Oggi infatti la capacità di arruolamento competitivo degli investitori partner industriali nella ricerca è un punto fondamentale per attrarre investimenti ed accorciare i tempi di studio e restituzione pratica dell’innovazione. L'articolo WORLD HEALTH FORUM – VENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
Modelli di distribuzione delle cure nelle cronicità ad alto impatto Confronto e prospettive focus on paziente cronico cardiovascolare
Archivi Eventi - Motoresanità.it Programma RAZIONALE SCIENTIFICO Il tema “distribuzione delle terapie” emerso come cruciale durante la fase pandemica, è un tema attualissimo e molto caldo, tra costi delle risorse impegnate ed uno scenario di investimento sulla prossimità dei servizi di erogazione delle cure, previsto dal PNRR e DM77. Per dar seguito a questo, il governo Nazionale si è attivato inserendo nel documento legge di bilancio n.213 del 30.12.2023 che sancisce la manovra finanziaria, un punto in cui è indicato un mandato chiaro relativo alla riprogettazione dei flussi di distribuzione del farmaco sul territorio, con focus particolare su alcune categorie di farmaci (A PHT). L’obiettivo perseguito è migliorare/semplificare l’accesso alle terapie in ottica di prossimità e di maggior sicurezza con particolare riguardo ai pazienti cronici. A questo primo obiettivo fondamentale si aggiunge inoltre quello di uno sgravio delle attività dei professionisti che lavorano nelle strutture di cura, già sotto organico e oberati di attività ad alto impatto per la struttura. Se da un lato si potrebbero quindi liberare risorse professionali impiegate attualmente su attività ripetitive e sicuramente a minor valore aggiunto per le strutture stesse, creando un vantaggio in termini di efficienza di sistema isorisorse, dall’altro si creerebbe un grande beneficio per i cittadini con una riduzione dei costi indiretti. Ma per ottenere la massima efficacia con la migliore efficienza possibile realizzando quindi un “maggior valore”, in questo progetto riorganizzativo si dovrà tener conto della eventuale sovraspesa nel breve termine e delle implicazioni tecniche dei professionisti. Nella realtà sarà molto importante vedere una applicazione omogenea nel territorio Nazionale, di quanto previsto in finanziaria, per non creare una disomogeneità/equità di accesso tra le diverse regioni. Poiché il ricorso alla distribuzione per conto (DPC) non è già omogeneo e alcune regioni hanno preferito modelli di distribuzione diretta (DD) e una ulteriore differenza sarà sentita soprattutto dove DPC o doppio canale non hanno avuto larga applicazione. Una delle patologie croniche a maggior impatto è senz’altro legata al rischio cardiovascolare. Basti pensare che le malattie cardiovascolari, in Italia, causano la morte di oltre 224.000 persone ogni anno, con un pesante impatto clinico, organizzativo ed economico per il SSN (spesa sanitaria diretta ed indiretta per le patologie CV quantificabile in almeno 16 miliardi €/anno )*. E nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio una forte percentuale risulta non rientrare nei target previsti dalle linee guida e soprattutto non essere aderente alle terapie.  Un percorso orientato maggiormente sulla prossimità delle cure potrà migliorare questo scenario? Per fare un esempio pratico dell’impatto della nuova riorganizzazione dei percorsi di accesso alle cure previsto dalla manovra finanziaria nella gestione di questa cronicità, Motore Sanità intende riunire un tavolo di esperti a livello regionale per discutere criticità e punti di forza per una sua rapida e uniforme applicazione. L'articolo Modelli di distribuzione delle cure nelle cronicità ad alto impatto Confronto e prospettive focus on paziente cronico cardiovascolare proviene da Motoresanità.it. Read More
Conferenza Stampa di presenzazione del master universitario “Formazione Manageriale in materia in Sanità Pubblica”
Archivi Eventi - Motoresanità.it Programma   L’evento rappresenta un’importante opportunità per conoscere i dettagli e gli obiettivi di questo innovativo corso, che mira a fornire competenze manageriali fondamentali nel campo della sanità pubblica. Il corso proposto prevede la formazione di soggetti che attraverso lo sviluppo delle competenze e capacità derivanti dalla presenza nel campo dei servizi sanitari possano avvalersi del titolo di “Formazione manageriale in materia di sanità pubblica ” previsto dalla legge 5 agosto 2022 n.118 art.21 integrando l’attestato di formazione Manageriale previsto dall’art. 1 comma 4 lettera c del D.lgs. 171/2016 ai sensi del comma 1 art. 21 e quello rilasciato all’esito dei corsi di formazione manageriale di cui agli art. 15 e 16 quinquies del D.lgs. 30/12/1992, n. 502. L'articolo Conferenza Stampa di presenzazione del master universitario “Formazione Manageriale in materia in Sanità Pubblica” proviene da Motoresanità.it. Read More
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE CALL TO ACTION
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito pro capite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE CALL TO ACTION proviene da Motoresanità.it. Read More
La Salute mentale nei territori
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE La salute mentale è un aspetto fondamentale per il benessere individuale e sociale. Investire in questo campo ha un ritorno immediato sulla scuola e sull’università, sul mondo del lavoro, sull’integrazione e la sicurezza sociale. Molti autorevoli studi affermano che gli investimenti in salute mentale portano ad un incremento del PIL nel medio termine. Lo scenario attuale, al contrario, è caratterizzato da un crescente divario tra bisogni e risorse disponibili. Infatti, mentre assistiamo da un lato all’incremento costante dell’incidenza dei disturbi mentali gravi, dall’altro ci troviamo di fronte ad un enorme e drammatico problema di carenza di risorse, più grave nell’ambito della salute mentale che negli altri campi della sanità. In questo contesto, nella giornata odierna ci concentreremo ad analizzare in particolare la situazione dell’Italia Centrale per esplorare il panorama della depressione, includendo anche gli aspetti relativi al disagio giovanile, alle novità che riguardano i pazienti autori di reato, agli indicatori di outcome nella salute mentale e all’organizzazione dei servizi ad essa dedicati. L’Italia Centrale è una regione ricca di storia e cultura, ma anche soggetta a sfide significative in termini di salute mentale. La depressione rappresenta un problema rilevante, influenzando non solo gli individui ma anche la società nel suo complesso. Il disagio che affiora tra le giovani generazioni, poi, rappresenta un tema critico, da affrontare con impellenza. Le pressioni sociali, la ricerca di identità e le sfide educative possono infatti contribuire alla comparsa di disturbi mentali tra i giovani. Esplorare i fattori che contribuiscono a questo disagio sarà essenziale per sviluppare strategie di prevenzione e intervento efficaci. Un aspetto spesso trascurato della salute mentale è la correlazione tra disturbi mentali e comportamenti criminali. La depressione in questo senso può essere un fattore determinante nei casi di pazienti autori di reato. Esaminare questa connessione offre l’opportunità di sviluppare approcci terapeutici e di riabilitazione mirati, che tengano conto delle sfide specifiche di questa popolazione. La valutazione degli indicatori di outcome, poi, è cruciale per misurare l’efficacia delle pratiche di cura e intervento. Esplorare metriche qualitative e quantitative contribuirà infatti ad una comprensione più approfondita dell’impatto delle politiche e dei servizi sulla salute mentale, in particolar modo nell’Italia Centrale. Un sistema sanitario efficace richiede un’organizzazione ottimale dei servizi, con un’enfasi particolare sull’integrazione socio-sanitaria. La creazione di reti collaborative tra servizi sanitari, organizzazioni sociali e comunità può migliorare l’accessibilità, la tempestività e l’efficacia delle cure. In questo nuovo incontro, dunque, l’intento è quello di esplorare gli ambiti di maggiore interesse relativi alla salute mentale, soprattutto per ciò che concerne l’Italia Centrale, per poi fare il punto sulle proposte da rivolgere alle Istituzioni. È l’occasione per dare voce non solo ai professionisti, ma anche a tutti gli stakeholder coinvolti affinché attraverso la comprensione approfondita di questi elementi, possiamo sperare di contribuire ad un miglioramento significativo della salute mentale. L'articolo La Salute mentale nei territori proviene da Motoresanità.it. Read More
Combattere L’antibiotico-resistenza in Italia – Aspetti clinici, farmacoeconomici e di governance
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’antibiotico-resistenza rappresenta una delle sfide sanitarie più gravi e complesse del nostro tempo, con impatti significativi sia in termini di salute pubblica sia di costi per i sistemi sanitari. In questo contesto, oltre alle buone pratiche cliniche, il ruolo della ricerca scientifica e dell’innovazione farmacologica è fondamentale per sviluppare nuovi trattamenti efficaci contro i ceppi batterici resistenti. La letteratura recente evidenzia l’impatto significativo dell’antibiotico-resistenza (ABR) in termini di costi sanitari e sociali. I risultati di una recente revisione sistematica e meta-analisi pubblicata su PLOS ONE mostrano che l’antibiotico-resistenza rappresenta una delle più gravi sfide sanitarie a livello globale. Si stima che entro il 2050 le morti causate dalla resistenza agli antibiotici possano raggiungere i 10 milioni all’anno se non si interviene tempestivamente. Inoltre, l’ABR potrebbe causare una riduzione dell’1,1% del prodotto interno lordo (PIL) globale e superare il trilione di dollari statunitensi all’anno dopo il 2030. I pazienti con infezioni resistenti tendono ad avere esiti clinici peggiori e richiedono più risorse per il loro trattamento, inclusi costi per farmaci più costosi e prolungati soggiorni ospedalieri​​[1]. In Europa, nel 2022, secondo il report “Antimicrobial resistance in the EU/EEA (EARS-Net) Annual Epidemiological Report for 2022”, il numero totale di casi isolati è aumentato da 366.794 a 392.602. In Italia, nello stesso anno, secondo quanto riportato dalla Sorveglianza nazionale AR-ISS, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici si mantengono elevate. I dati relativi ai 3056 casi segnalati nel 2022, confermano la larga diffusione in Italia delle batteriemie da enterobatteri resistenti, soprattutto in pazienti ospedalizzati. Nel luglio 2022 la Commissione europea, insieme agli Stati membri, ha definito la resistenza antimicrobica una delle tre principali minacce prioritarie per la salute nell’UE. Per tale ragione, il Ministero della Salute ha aggiornato il Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza per gli anni 2022-2025, basato su un approccio One Health. Infine, come esplicitato nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025 un ruolo fondamentale nel contrasto all’ABR lo assumono anche i vaccini come strumento di prevenzione. Questo evento, organizzato con la direzione scientifica di SDA Bocconi, con la collaborazione di Motore Sanità e con il supporto non condizionante di Viatris Italia, riunirà esperti del settore clinico, della farmacoeconomia e responsabili regionali della farmaceutica per discutere le ultime evidenze e innovazioni nel campo dell’antibiotico-resistenza e i modelli di servizio collegati. I partecipanti avranno l’opportunità di condividere conoscenze, esperienze e strategie per affrontare la resistenza agli antibiotici in maniera efficace e sostenibile sia dal punto di vista clinico sia da quello organizzativo. Un aspetto chiave dell’evento sarà il focus sul ruolo della ricerca scientifica nello sviluppo di nuovi antibiotici che, assieme ad un loro utilizzo consapevole e responsabile, potrebbe generare un impatto economico virtuoso per il sistema salute. Oltre all’analisi dei costi e dei benefici dei diversi approcci terapeutici, fondamentale per garantire l’efficacia e la sostenibilità delle strategie di intervento, saranno discussi: i) i modelli di finanziamento della ricerca e dello sviluppo di nuovi antibiotici, e ii) le
LE INFEZIONI ABSSSI MODERATE-GRAVI, POSSIBILE EVITARE IL RICOVERO IN OSPEDALE? DALLE OPPORTUNITÀ ALLE CRITICITÀ ORGANIZZATIVE – PUGLIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La lezione della recente pandemia ha mostrato come la domiciliarità delle cure appaia sempre più un passaggio chiave a valore aggiunto per ogni paziente che non necessiti di cure ospedaliere ad alta specializzazione. Gestire il paziente con cure di prossimità, cronico o acuto che sia, è quindi diventato oggi un obiettivo importante da realizzare nella programmazione dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese. A maggior ragione questo concetto si concretizza quando si parla di ICA e, tra queste, di ABSSSI. La ricerca in risposta a questi bisogni ha messo a disposizione una terapia long acting che potrebbe facilitare questi processi, riducendo i rischi per il paziente, per le strutture di ricovero e cura, consentendo di abbattere i costi. Ma come ogni innovazione da introdurre a sistema, occorre rivedere alcuni percorsi. Nei degenti in ospedale la prevalenza di queste infezioni è tra il 7 e 10 % e la sua diagnosi occupa il 28° posto dell’elenco delle diagnosi più comuni. Inoltre, il 2% degli accessi in PS sono legati a questa condizione e sostengono dal 7 al 10% dei ricoveri ospedalieri e fino al 5% dei ricoveri in area intensiva. Nei patogeni causa di ABSSSI, lo Staphylococcus aureus che rappresenta circa il 40% dei casi di ABSSSI ed è il 1° agente patogeno di infezioni cutanee e dei tessuti molli in Nord America, America Latina ed Europa, è anche il germe maggiormente associato a quei ceppi resistenti (MRSA) che rappresentano un considerevole problema di salute pubblica. Nei pazienti con infezioni gravi la durata del trattamento è infatti pari a 7-14 giorni e corrisponde a una ospedalizzazione >8 giorni. Il crescente interesse nei confronti di questa nuova terapia long acting è dovuto ad alcune caratteristiche che la rendono 4/8 volte più potente alla Standard of Care (SoC) con un’emivita che può durare fino a 14 giorni, consentendo di poter pianificare nel miglior modo possibile sia l’ospedalizzazione che la successiva domiciliarizzazione dei pazienti (un’unica somministrazione al giorno). Il vantaggio di tale regime di terapia è rappresentato quindi nelle infezioni ABSSSI moderate, dalla non esigenza di ricovero in reparto ordinario, non impegno eccessivo delle strutture ospedaliere fin già troppo oberate con ricadute economiche importanti. A livello nazionale, uno studio pubblicato nel 2020, ha stimato una spesa annua totale per la gestione dei pazienti con ABSSSI (5.396 soggetti) pari a circa € 9,9 milioni. L’analisi di impatto sul budget ha permesso di stimare come l’introduzione di questa innovazione nelle ABSSSI non severe possa comportare nel nostro Paese una riduzione del numero di pazienti ospedalizzati, della durata della degenza ospedaliera con conseguente riduzione della spesa a carico del SSN cumulata al terzo anno dalla sua introduzione pari a circa € 2,1 milioni. Ma, a fronte di questi vantaggi, il lato critico dell’attuale organizzazione può essere rappresentato dalla difficoltà – da parte dell’Infettivologo prescrittore del farmaco – delle procedure burocratiche relative all’utilizzo e rendicontazione del farmaco extraospedaliere (es°FILE F). Obiettivo del tavolo di lavoro è rivedere e semplificare l’organizzazione di questo flusso creando un sistema
Un nuovo approccio possibile per la Sanità del Piemonte. Tra coinvolgimento di privati e Terzo Settore
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La governance sanitaria è fondamentale per garantire un sistema sanitario efficace e ottimizzato, in grado di fornire cure e servizi di qualità alla popolazione. L’evento proposto si pone l’obiettivo di analizzare le politiche sanitarie adottate in Piemonte durante la legislatura appena conclusa, con un particolare focus sulle iniziative intraprese nella provincia di Cuneo.   Dal punto di vista scientifico, un’analisi di sistema può fornire una base empirica per valutare l’efficacia delle strategie adottate e per identificare aree di miglioramento. Inoltre, uno studio di questo tipo può contribuire a fornire indicazioni per future decisioni politiche nel campo della sanità, stimolando il dibattito e la collaborazione tra gli attori coinvolti nel settore.   Alcune delle tematiche che saranno affrontate durante l’evento includono: Allocazione delle risorse: valutare se tali risorse siano state utilizzate per migliorare l’accesso ai servizi sanitari, la qualità delle cure e l’efficienza del sistema in generale. Politiche di prevenzione e promozione della salute: esaminare le misure adottate per promuovere uno stile di vita sano, prevenire malattie e promuovere l’educazione sanitaria nella popolazione. Accessibilità ai servizi sanitari: esplorare l’accesso alle cure primarie, ospedaliere, specialistiche e ai servizi di emergenza nella provincia di Cuneo, valutando l’efficienza dei percorsi di cura. Collaborazione tra settori: analizzare le iniziative intraprese per migliorare la collaborazione tra il settore sanitario e altri attori, come il welfare e le politiche sociali, per affrontare in modo integrato i bisogni della popolazione. Introduzione di tecnologie sanitarie innovative: valutare l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate, come l’uso dell’intelligenza artificiale, la telemedicina e l’innovazione digitale, per migliorare l’efficienza e l’efficacia del sistema sanitario in Piemonte e nella provincia di Cuneo.   L’evento mira a fornire una panoramica completa sulle azioni intraprese e sull’impatto positivo che queste hanno avuto sulla salute della popolazione. Al contempo, l’evento rappresenta un’opportunità per discutere e consolidare le strategie future per affrontare le sfide e le opportunità nel settore sanitario, al fine di migliorare ulteriormente la governance sanitaria in Piemonte, con particolare attenzione alla provincia di Cuneo. L'articolo Un nuovo approccio possibile per la Sanità del Piemonte. Tra coinvolgimento di privati e Terzo Settore proviene da Motoresanità.it. Read More
CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 10° anniversario della somministrazione di una terapia sperimentale a base di CAR-T a Emily Whitehead, bimba di 7 anni affetta da leucemia e trattata al Children’s Hospital di Philadelphia, nuove terapie CAR-T si aggiungono con grandi aspettative per nuove indicazioni. L’innovazione portata dalle terapie CAR-T al di fuori di ogni dubbio rappresenta uno dei traguardi medici più importanti del nuovo secolo nella battaglia contro i tumori. Una sola infusione di questo trattamento personalizzato per le attuali indicazioni rappresenta una speranza di vita unica, per quanti non hanno alternative terapeutiche al progredire della loro patologia. Ai loro successi ed al loro sviluppo futuro sono stati dedicati centinaia di lavori; molti di questi hanno contribuito alle attuali indicazioni e molti altri stanno facendo la stessa cosa per anticiparne l’utilizzo e/o ampliarlo ad altre patologie. L’attuale esperienza ha messo subito a dura prova il sistema organizzativo assistenziale, facendo emergere alcuni nodi chiave da sciogliere e su cui è cruciale un confronto alla ricerca di soluzioni appropriate e sostenibili: Funding: modelli di sostenibilità alla luce della prossima rimborsabilità di nuove indicazioni, dell’anticipo a linee di terapia più precoci delle indicazioni in essere, dell’uscita dal fondo innovativi di alcune indicazioni? Quale regulation delle tariffe dedicate e quale modello di gestione della mobilità?
Modelli organizzativi: esperienze e competenze attuali delle direzioni strategiche delle aziende sanitarie a supporto della costruzione di strutture adeguate (non solo CAR-T team efficienti, ma ufficio finanziario, legale, economato).
Produttività: costruzione di modelli appropriati/sostenibili attraverso analisi dei costi attuali di procedura (CAR-T non è una terapia ma una procedura), analisi delle risorse umane.
Referral: accorciamento dei tempi di invio ai centri Hub abilitati, nuove funzioni di rete, nuova condivisione dati, nuove forme di ricerca collaborativa. Su questi nodi chiave da sciogliere, Motore Sanità con il suo Osservatorio Innovazione, ha intrapreso un percorso di confronto nelle principali regioni italiane coinvolgendo professionisti coinvolti nella filiera di cura, istituzioni e cittadini, con l’obiettivo di dare supporto ai decisori politici per affrontare queste sfide attraverso soluzioni condivise, coerenti con le risorse e con le appropriate richieste di accesso rapido alla cura. Il grande lavoro svolto raccogliendo i bisogni attuali, le criticità da risolvere, le buone pratiche già messe in atto ad oggi, verrà presentato in questa giornata di lavori. L'articolo CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni proviene da Motoresanità.it. Read More
Biosimilari una soluzione concreta a garanzia dell’equità e dell’accesso sostenibile alle cure –  CAMPANIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO I farmaci biosimilari rappresentano una grande opportunità per la sostenibilità dei sistemi sanitari a livello mondiale. Attraverso il loro impiego, nel rispetto delle attuali normative Internazionali e Nazionali è opinione comune che si possa consentire il trattamento attraverso cure consolidate nel tempo dai dati real world, efficaci, sicure, per un numero maggiore di pazienti, garantendo più salute a parità di risorse. Inoltre in un’epoca in cui l’innovazione, introdotta da una propulsione straordinaria della ricerca, ha reso disponibili in quasi tutte le patologie, cure costose ma che cambiano l’aspettativa di vita dei cittadini malati, i biosimilari rappresentano una grande opportunità per creare sostenibilità e garanzia di accesso all’innovazione stessa. E molto chiara è la posizione dell’ente regolatorio Nazionale AIFA, che nel suo 2° documento “Position Paper sui Farmaci Biosimilari”, chiarisce ogni aspetto critico legato all’utilizzo di queste importanti opzioni terapeutiche. La scelta di trattamento rimane una decisione clinica affidata al medico e concordata con il paziente. “Per questi motivi è fondamentale promuovere un dialogo costruttivo tra il medico e il paziente sulle scelte terapeutiche a disposizione, contribuendo, così, alla formazione di pazienti consapevoli e partecipi”. Ma a che punto siamo dall’introduzione dei primi biosimilari ad oggi nelle varie regioni? Vi è stato un allargamento delle popolazioni da trattare? E’ stata colta l’opportunità con l’uso dei Biosimilari di ottenere risorse dai bilanci regionali in grado di dare accesso rapido all’innovazione? Motore sanità ritiene, attraverso il monitoraggio di quanto sta accadendo nelle diverse regioni, che sia il momento di aprire un nuovo dialogo su questo aspetto cruciale, condividendo criticità realizzative e buone pratiche adottate nei diversi territori. L'articolo Biosimilari una soluzione concreta a garanzia dell’equità e dell’accesso sostenibile alle cure – CAMPANIA proviene da Motoresanità.it. Read More
modelli di distribuzione delle cure nelle cronicità ad alto impatto Confronto e prospettive focus on paziente cronico cardiovascolare
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il tema “distribuzione delle terapie” emerso come cruciale durante la fase pandemica, è un tema attualissimo e molto caldo, tra costi delle risorse impegnate ed uno scenario di investimento sulla prossimità dei servizi di erogazione delle cure, previsto dal PNRR e DM77. Per dar seguito a questo, il governo Nazionale si è attivato inserendo nel documento legge di bilancio n.213 del 30.12.2023 che sancisce la manovra finanziaria, un punto in cui è indicato un mandato chiaro relativo alla riprogettazione dei flussi di distribuzione del farmaco sul territorio, con focus particolare su alcune categorie di farmaci (A PHT). L’obiettivo perseguito è migliorare/semplificare l’accesso alle terapie in ottica di prossimità e di maggior sicurezza con particolare riguardo ai pazienti cronici. A questo primo obiettivo fondamentale si aggiunge inoltre quello di uno sgravio delle attività dei professionisti che lavorano nelle strutture di cura, già sotto organico e oberati di attività ad alto impatto per la struttura. Se da un lato si potrebbero quindi liberare risorse professionali impiegate attualmente su attività ripetitive e sicuramente a minor valore aggiunto per le strutture stesse, creando un vantaggio in termini di efficienza di sistema isorisorse, dall’altro si creerebbe un grande beneficio per i cittadini con una riduzione dei costi indiretti. Ma per ottenere la massima efficacia con la migliore efficienza possibile realizzando quindi un “maggior valore”, in questo progetto riorganizzativo si dovrà tener conto della eventuale sovraspesa nel breve termine e delle implicazioni tecniche dei professionisti. Nella realtà sarà molto importante vedere una applicazione omogenea nel territorio Nazionale, di quanto previsto in finanziaria, per non creare una disomogeneità/equità di accesso tra le diverse regioni. Poiché il ricorso alla distribuzione per conto (DPC) non è già omogeneo e alcune regioni hanno preferito modelli di distribuzione diretta (DD) e una ulteriore differenza sarà sentita soprattutto dove DPC o doppio canale non hanno avuto larga applicazione. Una delle patologie croniche a maggior impatto è senz’altro legata al rischio cardiovascolare. Basti pensare che le malattie cardiovascolari, in Italia, causano la morte di oltre 224.000 persone ogni anno, con un pesante impatto clinico, organizzativo ed economico per il SSN (spesa sanitaria diretta ed indiretta per le patologie CV quantificabile in almeno 16 miliardi €/anno )*. E nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio una forte percentuale risulta non rientrare nei target previsti dalle linee guida e soprattutto non essere aderente alle terapie.  Un percorso orientato maggiormente sulla prossimità delle cure potrà migliorare questo scenario? Per fare un esempio pratico dell’impatto della nuova riorganizzazione dei percorsi di accesso alle cure previsto dalla manovra finanziaria nella gestione di questa cronicità, Motore Sanità intende riunire un tavolo di esperti a livello regionale per discutere criticità e punti di forza per una sua rapida e uniforme applicazione. L'articolo modelli di distribuzione delle cure nelle cronicità ad alto impatto Confronto e prospettive focus on paziente cronico cardiovascolare proviene da Motoresanità.it. Read More
WORLD HEALTH FORUM – VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Sentendo parlare di chimica computazionale, terapie digitali, intelligenza artificiale, High Performance Computing, Big Data, Quantum Computing, viene da chiedersi a che punto siamo nel nostro Paese? Riusciremo ad uscire dallo stato di inerzia generata dalle molte pastoie burocratiche e a recuperare in ambito di opportunità di investimenti in ricerca il terreno perso negli ultimi 40 anni? Qual è l’analisi dell’attuale scenario Italiano e cosa occorre rivedere? L’innovazione tecnologica (diagnostica e terapeutica) sta fortemente impattando sull’aspettativa e sulla qualità di vita di molti pazienti con patologie fino a qualche tempo fa considerate incurabili. Ma questo settore è ad alta complessità e richiede una revisione nei modelli di rete di ricerca che dovrà essere strutturata, snella, con al suo interno chiari ruoli e competenze per ciascun professionista in grado di far emergere le molte eccellenze scientifiche presenti nel nostro paese e nei suoi territori regionali. Occorre anche chiedersi quale ruolo si voglia giocare come Paese Italia nella fase che precede questo percorso e quale nuova politica industriale in ambito salute si voglia mettere in campo. Ed è fondamentale dare risposta su questo ad una comunità scientifica che spesso ha dovuto cedere i frutti della ricerca italiana ad altri paesi ed ha visto emigrare i migliori talenti scientifici. Risposte attese altrettanto preziose e decisive sia per il sistema industriale della salute, fondamentale motore di investimenti in ricerca/innovazione sia per l’intera società che chiede di essere al passo in termini di accesso all’innovazione stessa e di opportunità economiche/occupazionali. Bisogna crederci, vedere tutto questo come un necessario coraggioso investimento senza porre traguardi a troppo breve termine e per affrontare la sfida occorre unire le forze, abbattere le barricate che hanno diviso fino ad oggi industria, istituzioni, professionisti. La pandemia ha rappresentato un momento di svolta dove tutto questo si era raggiunto rapidamente per una emergenza, ma di quella esperienza di condivisione cosa è rimasto? Sembra tutto dimenticato? Tornare ad utilizzare senza sospetti le potenzialità di ogni attore della filiera, sfruttando expertise, tecnologia, eccellenza scientifica disponibili, potrebbe rappresentare una grande opportunità per attrarre investimenti e diventare un modello virtuoso da imitare. Per questo ambizioso traguardo ci sono alcuni punti chiave da rafforzare: incentivare i partenariati PP semplificando e rendendo trasparenti le procedure, deresponsabilizzare le direzioni strategiche delle aziende sanitarie che si rendono garanti dei partenariati, facilitare il Networking e la capacità di lavorare in rete dei centri ad alta specializzazione, velocizzare il lavoro dei comitati etici regionali. Oggi infatti la capacità di arruolamento competitivo degli investitori partner industriali nella ricerca è un punto fondamentale per attrarre investimenti ed accorciare i tempi di studio e restituzione pratica dell’innovazione. L'articolo WORLD HEALTH FORUM – VENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2024- NAPOLI – SECONDA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it PER ISCRIVERSI: Per iscriversi alla sessione Plenaria: clicca qui ⇒ ISCRIZIONE ALL’EVENTO Per iscriversi alla sessione Lavoratorio: clicca qui ⇒ ISCRIZIONE ALL’EVENTO RAZIONALE SCIENTIFICO L’innovazione in ambito sanitario in questo ultimo decennio ha impresso una accelerazione impensabile alle possibilità di cura in patologie ad altissima complessità, spesso incurabili ed in alcuni casi addirittura sconosciute. Per il nostro Servizio Sanitario Nazionale, che si ispira a principi di eguaglianza e ed equità per tutti i cittadini, questo scenario rappresenta una sfida complessa da governare. Strumenti di diagnostica innovativa, di monitoraggio e raccolta dati, di terapia chirurgica e farmacologica, applicazioni di IA in ognuno di questi campi, risorse umane adeguatamente formate, modelli organizzativi innovativi adeguati a questo scenario, richiedono la capacità e la volontà di investire più che spendere ma richiedono per questo una attenta programmazione che mantenga il sistema in equilibrio. Quindi come sostenere questo impatto? Quali strumenti necessari? Prendendo spunto dalle sole terapie innovative tra l’anno appena trascorso ed il 2024 sono attesi ben 92 nuovi medicinali di cui 61 medicinali contenenti nuove sostanze attive (28 medicinali orfani per il trattamento di patologie rare), 14 biosimilari e 17 equivalenti. Inoltre, sono 111 i medicinali ammessi al programma PRIME, rivolto ai farmaci promettenti e ad elevato interesse per la salute pubblica, destinati a pazienti con esigenze di cura insoddisfatte, per i quali è previsto supporto precoce allo sviluppo. Come si vede una sorta di tsunami che però se non governato attraverso una attenta programmazione con investimenti adeguati rischia di lasciare al palo il Ns paese riducendo/rallentando l’accesso all’innovazione di valore e allontanandolo da investimenti in ricerca/innovazione . I fatti dimostrano purtroppo che è fondamentale uscire dal concetto per cui se l’innovazione è fonte vitale in tutti i campi, per la salute rappresenti solo un costo dimenticando la lezione della pandemia per cui senza la salute non c’è economia e non solo viceversa. Motore Sanità nella sua Winter school vuole riaccendere l’attenzione su questa lezione troppo rapidamente dimenticata. L'articolo WINTER SCHOOL 2024- NAPOLI – SECONDA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2024- NAPOLI – PRIMA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’innovazione in ambito sanitario in questo ultimo decennio ha impresso una accelerazione impensabile alle possibilità di cura in patologie ad altissima complessità, spesso incurabili ed in alcuni casi addirittura sconosciute. Per il nostro Servizio Sanitario Nazionale, che si ispira a principi di eguaglianza e ed equità per tutti i cittadini, questo scenario rappresenta una sfida complessa da governare. Strumenti di diagnostica innovativa, di monitoraggio e raccolta dati, di terapia chirurgica e farmacologica, applicazioni di IA in ognuno di questi campi, risorse umane adeguatamente formate, modelli organizzativi innovativi adeguati a questo scenario, richiedono la capacità e la volontà di investire più che spendere ma richiedono per questo una attenta programmazione che mantenga il sistema in equilibrio. Quindi come sostenere questo impatto? Quali strumenti necessari? Prendendo spunto dalle sole terapie innovative tra l’anno appena trascorso ed il 2024 sono attesi ben 92 nuovi medicinali di cui 61 medicinali contenenti nuove sostanze attive (28 medicinali orfani per il trattamento di patologie rare), 14 biosimilari e 17 equivalenti. Inoltre, sono 111 i medicinali ammessi al programma PRIME, rivolto ai farmaci promettenti e ad elevato interesse per la salute pubblica, destinati a pazienti con esigenze di cura insoddisfatte, per i quali è previsto supporto precoce allo sviluppo. Come si vede una sorta di tsunami che però se non governato attraverso una attenta programmazione con investimenti adeguati rischia di lasciare al palo il Ns paese riducendo/rallentando l’accesso all’innovazione di valore e allontanandolo da investimenti in ricerca/innovazione . I fatti dimostrano purtroppo che è fondamentale uscire dal concetto per cui se l’innovazione è fonte vitale in tutti i campi, per la salute rappresenti solo un costo dimenticando la lezione della pandemia per cui senza la salute non c’è economia e non solo viceversa. Motore Sanità nella sua Winter school vuole riaccendere l’attenzione su questa lezione troppo rapidamente dimenticata. L'articolo WINTER SCHOOL 2024- NAPOLI – PRIMA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
PDTA nel Carcinoma dell’Endometrio
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO È uno dei tumori pelvici più diffusi nelle donne al giorno d’oggi, complice lo stile di vita dei Paesi Occidentali. Negli Stati Uniti la percentuale è raddoppiata dagli anni Ottanta ai Novanta proprio per questa ragione. In generale, si evidenziano 2 casi ogni 100.000 donne sotto i 40 anni di età e 40-50 casi dai 60 anni in poi. In Italia, il carcinoma dell’endometrio rappresenta il terzo tumore per frequenza nelle donne nella fascia di età 50-69 anni complessivamente il 4.6 % di tutti quelli diagnosticati, con circa 8300 nuovi casi ogni anno ed in Sicilia circa 850 casi anno. Ma, per fortuna, la percentuale di cura è molto alta attestandosi all’80% perché si riesce a diagnosticarlo al I stadio di evoluzione. Si tratta, infatti, di un tumore che dà segnali evidenti della sua presenza. Fondamentale, però, rivolgersi a strutture che dedichino a questa patologia ginecologico-oncologica un percorso multidisciplinare, con consulti periodici fra i vari specialisti interessati, quindi a disposizione all’interno della struttura stessa tutte le prestazioni e i servizi necessari per la cura, dalla diagnosi fino all’intervento e alla terapia medica e radiante. Il convegno vuole approfondire l’intero percorso diagnostico terapeutico partendo dagli aspetti anatomopatologici e molecolari delle neoplasie endometriali, affrontando le metodiche utili alla diagnosi e le tecniche di imaging, giungendo al trattamento chirurgico radicale e delle recidive, contemplando anche i casi in cui è possibile eseguire un trattamento fertility sparing nelle donne con neoplasia allo stadio iniziale con desiderio riproduttivo. Le pazienti rispondono in maniera insoddisfacente alla chemioterapia. La nuova classificazione molecolare ha rivoluzionato la storia del tumore dell’endometrio e sono oggi disponibili nuove opzioni terapeutiche a maggior valore aggiunto. Molteplici fattori concorrono a determinare l’accessibilità a un farmaco: alcuni dipendenti da chi è direttamente coinvolto nella ricerca e sviluppo del farmaco, altri dipendenti dagli organismi regolatori coinvolti nella sua valutazione, altri infine dipendenti dallo specifico contesto organizzativo dell’assistenza sanitaria, nonché dal paziente stesso. Responsabile Scientifico Prof. Vincenzo Adamo, Coordinatore Rete Oncologica Siciliana-Re.O.S. e Molecolar Tumor Board L'articolo PDTA nel Carcinoma dell’Endometrio proviene da Motoresanità.it. Read More
A TUTTO ERN – SECONDA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO I sistemi sanitari di tutta Europa si trovano davanti ad una grande sfida da affrontare: la riorganizzazione dei servizi assistenziali che la recente pandemia ha reso improrogabile. Nel virtuosismo di strategie e norme generate, i bisogni attuali e l’innovazione tecnologica prodotta dalla ricerca nell’ultimo decennio hanno cambiato e stanno cambiando lo scenario diagnostico-terapeutico in maniera radicale. “Non può esservi innovazione se il sistema non è pronto ad accoglierla” e per questo oggi è necessario cambiare/aggiornare ulteriormente i modelli assistenziali. In questo contesto le malattie rare sempre più numerose (solo tra quelle conosciute se ne contano ormai più di 8.000), rappresentano l’avanguardia delle sfide per complessità assistenziale, rapidità di intervento, difficoltà diagnostiche, impulso dell’innovazione, bisogno di multidisciplinarietà, necessità di modelli di condivisione delle conoscenze e dei dati, che possono cambiare la vita di malati e famiglie. L’istituzione delle ERN è stato e sarà sempre più un passaggio fondamentale per affrontare queste sfide. Ma grandi sforzi devono essere sostenuti da parte di ogni attore della filiera, per fare in modo che tutto quanto faticosamente costruito possa essere implementato trovando e programmando corrette risorse. Molti ancora sono i nodi da sciogliere: gli screening neonatali, il ritardo diagnostico, la multidisciplinarietà, la condivisione dati, la formazione, l’accesso ai percorsi di cura non sempre equo ed uniforme, la difficoltà della transizione dall’età evolutiva all’età adulta, i modelli di partenariato da superare nella ricerca e nella condivisione delle risorse/del rischio. Questa giornata introduttiva al percorso “a tutto ERN” vuole continuare a promuovere una cultura diffusa sul tema delle MR, uscendo dagli ambiti dove leggi e norme sono elaborate coinvolgendo tutti gli stakeholder e i futuri protagonisti del panorama sanitario nazionale ed internazionale. L'articolo A TUTTO ERN – SECONDA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
EPILESSIE RARE STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le Epilessie farmacoresistenti rappresentano oltre il 30% di tutte le forme epilettiche, sono caratterizzate da una ampia variabilità eziopatogenetica e clinica  e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste Epilessie non responder sono Epilessie rare, per lo più ad insorgenza in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo. Non esiste un dato preciso sul numero esatto di pazienti con Epilessie rare in Italia. Nel Registro Nazionale delle Epilessie Rare (RES), che raccoglie dati soltanto su alcune forme di Epilessia rare in Italia, al 31 dicembre 2020 erano registrati circa 2.300 casi di Epilessie rare, di cui il 53,5% di sesso femminile e il 46,5% maschile. Va però sottolineato che il RES include solo alcune forme di Epilessia rare e che molti pazienti  non sono ancora stati diagnosticati o registrati nei registri medici ufficiali, e quindi è presumibile che questi casi siano fortemente sottostimati.  Tuttavia, si stima che le Epilessie rare rappresentino circa il 10-20% di tutti i casi di Epilessia.Come ogni malattia rara, una Epilessia rara è definita epidemiologicamente da un’incidenza < 5 casi su 10.000 e tra le forme di epilessia farmaco-resistente vi rientrano quindi le Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo che compaiono in epoca neonatale/infantile e che hanno talvolta un’etiologia genetica nota. A titolo di esempio si può citare la Sindrome di Dravet, che insorge nel primo anno di vita in bambini fino ad allora normali, con crisi di vario tipo spesso scatenate dalla febbre, cui poi si associa un deficit di sviluppo cognitivo-comportamentale. Si calcola che la Sindrome di Dravet colpisca circa 6,5/100.000 nati vivi e nell’80% dei casi in essi è riscontrabile una variante patogenetica del gene SCN1A. La Sindrome di Lennox-Gastaut invece è un’ Encefalopatia Epilettica e di Sviluppo che esordisce più tardivamente (con picco tra i 3 ed i 5 anni) e che si presenta con crisi di vario tipo, anch’esse farmacoresistenti ed associate a disturbi della sfera cognitivo-comportamentale. L’etiologia in questo caso è più variabile e la prevalenza è calcolata nell’1-2% di tutte le forme di Epilessia L'articolo EPILESSIE RARE STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA EMILIA-ROMAGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
A TUTTO ERN – PRIMA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO I sistemi sanitari di tutta Europa si trovano davanti ad una grande sfida da affrontare: la riorganizzazione dei servizi assistenziali che la recente pandemia ha reso improrogabile. Nel virtuosismo di strategie e norme generate, i bisogni attuali e l’innovazione tecnologica prodotta dalla ricerca nell’ultimo decennio hanno cambiato e stanno cambiando lo scenario diagnostico-terapeutico in maniera radicale. “Non può esservi innovazione se il sistema non è pronto ad accoglierla” e per questo oggi è necessario cambiare/aggiornare ulteriormente i modelli assistenziali. In questo contesto le malattie rare sempre più numerose (solo tra quelle conosciute se ne contano ormai più di 8.000), rappresentano l’avanguardia delle sfide per complessità assistenziale, rapidità di intervento, difficoltà diagnostiche, impulso dell’innovazione, bisogno di multidisciplinarietà, necessità di modelli di condivisione delle conoscenze e dei dati, che possono cambiare la vita di malati e famiglie. L’istituzione delle ERN è stato e sarà sempre più un passaggio fondamentale per affrontare queste sfide. Ma grandi sforzi devono essere sostenuti da parte di ogni attore della filiera, per fare in modo che tutto quanto faticosamente costruito possa essere implementato trovando e programmando corrette risorse. Molti ancora sono i nodi da sciogliere: gli screening neonatali, il ritardo diagnostico, la multidisciplinarietà, la condivisione dati, la formazione, l’accesso ai percorsi di cura non sempre equo ed uniforme, la difficoltà della transizione dall’età evolutiva all’età adulta, i modelli di partenariato da superare nella ricerca e nella condivisione delle risorse/del rischio. Questa giornata introduttiva al percorso “a tutto ERN” vuole continuare a promuovere una cultura diffusa sul tema delle MR, uscendo dagli ambiti dove leggi e norme sono elaborate coinvolgendo tutti gli stakeholder e i futuri protagonisti del panorama sanitario nazionale ed internazionale. L'articolo A TUTTO ERN – PRIMA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2024 – L’INNOVAZIONE CAMBIA IL FUTURO- SECONDA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it PER ISCRIVERSI: Per partecipare in presenza all’evento: clicca qui ⇒ ISCRIZIONE ALL’EVENTO Per partecipare all’evento tramite zoom: clicca qui ⇒ ISCRIZIONE ALLA DIRETTA ZOOM   RAZIONALE L’innovazione è l’implementazione di un prodotto, di un servizio, di un processo o un metodo, un ambito di business, un luogo di lavoro che viene introdotta sul Mercato in diversi ambiti di riferimento. L’introduzione sul Mercato fa la differenza tra Invenzione e Innovazione (Joseph Alois Schumpeter). Cambiare il Mercato, vale a dire i contesti nei quali l’Innovazione viene introdotta, significa cambiare il futuro di questi ambiti per i quali l’Innovazione non esiste se non è applicata! Nel concetto di Global Health è compreso tutto quello che può cambiare, incidere positivamente, sul nostro benessere e sulla nostra salute. Le nuove tecnologie, in particolare la tecnologia informatica e biologica, stanno producendo cambiamenti importanti che incideranno pesantemente sul futuro della Salute Globale, fondamentale per garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti e a tutte le età, cercando di garantire sostenibilità e ampia diffusione. Il benessere globale, ed in particolare la tutela della salute, non è perseguibile senza una forte e fattiva collaborazione tra Pubblico e Privato. Il Governo ha recentemente sottolineato che per rilanciare il Servizio Sanitario Pubblico occorre comprendere e valorizzare il Privato. Stiamo assistendo ad un progressivo superamento dei modelli Bismarck e Beveridge in ambito sanitario verso un sistema misto che comprende il meglio di entrambi i modelli, in linea con quello che sta succedendo in tutti i paesi europei. L’obiettivo è il raggiungimento di un modello di welfare europeo comune che superi le differenze tra i vari paesi membri nell’offerta di salute. Un grande evento aperto al pubblico, con presentazioni e dibattiti sui grandi temi per rendere consapevoli i cittadini. Indirizzato agli addetti ai lavori nei LAB più specialistici per dibattere sulle diverse tematiche. One to one nelle aree espositive progettate come Network Point, per garantire riservatezza e, come per le cure, equa opportunità di accesso e di visibilità per tutti favorendo ogni possibile scambio tra Pubblico & Privato. L'articolo WINTER SCHOOL 2024 – L’INNOVAZIONE CAMBIA IL FUTURO- SECONDA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
EPILESSIE RARE STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA TRIVENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le Epilessie farmacoresistenti rappresentano oltre il 30% di tutte le forme epilettiche, sono caratterizzate da una ampia variabilità eziopatogenetica e clinica  e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste Epilessie non responder sono Epilessie rare, per lo più ad insorgenza in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo. Non esiste un dato preciso sul numero esatto di pazienti con Epilessie rare in Italia. Nel Registro Nazionale delle Epilessie Rare (RES), che raccoglie dati soltanto su alcune forme di Epilessia rare in Italia, al 31 dicembre 2020 erano registrati circa 2.300 casi di Epilessie rare, di cui il 53,5% di sesso femminile e il 46,5% maschile. Va però sottolineato che il RES include solo alcune forme di Epilessia rare e che molti pazienti  non sono ancora stati diagnosticati o registrati nei registri medici ufficiali, e quindi è presumibile che questi casi siano fortemente sottostimati.  Tuttavia, si stima che le Epilessie rare rappresentino circa il 10-20% di tutti i casi di Epilessia.Come ogni malattia rara, una Epilessia rara è definita epidemiologicamente da un’incidenza < 5 casi su 10.000 e tra le forme di epilessia farmaco-resistente vi rientrano quindi le Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo che compaiono in epoca neonatale/infantile e che hanno talvolta un’etiologia genetica nota. A titolo di esempio si può citare la Sindrome di Dravet, che insorge nel primo anno di vita in bambini fino ad allora normali, con crisi di vario tipo spesso scatenate dalla febbre, cui poi si associa un deficit di sviluppo cognitivo-comportamentale. Si calcola che la Sindrome di Dravet colpisca circa 6,5/100.000 nati vivi e nell’80% dei casi in essi è riscontrabile una variante patogenetica del gene SCN1A. La Sindrome di Lennox-Gastaut invece è un’ Encefalopatia Epilettica e di Sviluppo che esordisce più tardivamente (con picco tra i 3 ed i 5 anni) e che si presenta con crisi di vario tipo, anch’esse farmacoresistenti ed associate a disturbi della sfera cognitivo-comportamentale. L’etiologia in questo caso è più variabile e la prevalenza è calcolata nell’1-2% di tutte le forme di Epilessia. L'articolo EPILESSIE RARE STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA TRIVENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2024 – L’INNOVAZIONE CAMBIA IL FUTURO- SECONDA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE L’innovazione è l’implementazione di un prodotto, di un servizio, di un processo o un metodo, un ambito di business, un luogo di lavoro che viene introdotta sul Mercato in diversi ambiti di riferimento. L’introduzione sul Mercato fa la differenza tra Invenzione e Innovazione (Joseph Alois Schumpeter). Cambiare il Mercato, vale a dire i contesti nei quali l’Innovazione viene introdotta, significa cambiare il futuro di questi ambiti per i quali l’Innovazione non esiste se non è applicata! Nel concetto di Global Health è compreso tutto quello che può cambiare, incidere positivamente, sul nostro benessere e sulla nostra salute. Le nuove tecnologie, in particolare la tecnologia informatica e biologica, stanno producendo cambiamenti importanti che incideranno pesantemente sul futuro della Salute Globale, fondamentale per garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti e a tutte le età, cercando di garantire sostenibilità e ampia diffusione. Il benessere globale, ed in particolare la tutela della salute, non è perseguibile senza una forte e fattiva collaborazione tra Pubblico e Privato. Il Governo ha recentemente sottolineato che per rilanciare il Servizio Sanitario Pubblico occorre comprendere e valorizzare il Privato. Stiamo assistendo ad un progressivo superamento dei modelli Bismarck e Beveridge in ambito sanitario verso un sistema misto che comprende il meglio di entrambi i modelli, in linea con quello che sta succedendo in tutti i paesi europei. L’obiettivo è il raggiungimento di un modello di welfare europeo comune che superi le differenze tra i vari paesi membri nell’offerta di salute. Un grande evento aperto al pubblico, con presentazioni e dibattiti sui grandi temi per rendere consapevoli i cittadini. Indirizzato agli addetti ai lavori nei LAB più specialistici per dibattere sulle diverse tematiche. One to one nelle aree espositive progettate come Network Point, per garantire riservatezza e, come per le cure, equa opportunità di accesso e di visibilità per tutti favorendo ogni possibile scambio tra Pubblico & Privato. L'articolo WINTER SCHOOL 2024 – L’INNOVAZIONE CAMBIA IL FUTURO- SECONDA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2024 – L’INNOVAZIONE CAMBIA IL FUTURO- PRIMA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE L’innovazione è l’implementazione di un prodotto, di un servizio, di un processo o un metodo, un ambito di business, un luogo di lavoro che viene introdotta sul Mercato in diversi ambiti di riferimento. L’introduzione sul Mercato fa la differenza tra Invenzione e Innovazione (Joseph Alois Schumpeter). Cambiare il Mercato, vale a dire i contesti nei quali l’Innovazione viene introdotta, significa cambiare il futuro di questi ambiti per i quali l’Innovazione non esiste se non è applicata! Nel concetto di Global Health è compreso tutto quello che può cambiare, incidere positivamente, sul nostro benessere e sulla nostra salute. Le nuove tecnologie, in particolare la tecnologia informatica e biologica, stanno producendo cambiamenti importanti che incideranno pesantemente sul futuro della Salute Globale, fondamentale per garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti e a tutte le età, cercando di garantire sostenibilità e ampia diffusione. Il benessere globale, ed in particolare la tutela della salute, non è perseguibile senza una forte e fattiva collaborazione tra Pubblico e Privato. Il Governo ha recentemente sottolineato che per rilanciare il Servizio Sanitario Pubblico occorre comprendere e valorizzare il Privato. Stiamo assistendo ad un progressivo superamento dei modelli Bismarck e Beveridge in ambito sanitario verso un sistema misto che comprende il meglio di entrambi i modelli, in linea con quello che sta succedendo in tutti i paesi europei. L’obiettivo è il raggiungimento di un modello di welfare europeo comune che superi le differenze tra i vari paesi membri nell’offerta di salute. Un grande evento aperto al pubblico, con presentazioni e dibattiti sui grandi temi per rendere consapevoli i cittadini. Indirizzato agli addetti ai lavori nei LAB più specialistici per dibattere sulle diverse tematiche. One to one nelle aree espositive progettate come Network Point, per garantire riservatezza e, come per le cure, equa opportunità di accesso e di visibilità per tutti favorendo ogni possibile scambio tra Pubblico & Privato. L'articolo WINTER SCHOOL 2024 – L’INNOVAZIONE CAMBIA IL FUTURO- PRIMA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
LA CARTA DEI DIRITTI DEI PAZIENTI IN NUTRIZIONE ARTIFICIALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE La Nutrizione Artificiale è una procedura terapeutica attraverso la quale vengono nutrite artificialmente persone non in grado di alimentarsi sufficientemente per via naturali. Questi pazienti possono essere in stato di malnutrizione, a rischio malnutrizione, in stato di ipercatabolismo o di cachessia; alcuni pazienti poi necessitano di nutrizione artificiale perché hanno l’esigenza di mantenere un riposo intestinale. La malnutrizione è una condizione di alterazione funzionale per la quale il fabbisogno di nutrienti non è soddisfatto e può comportare un eccesso di morbilità e mortalità e un’alterazione della qualità della vita; è un problema misconosciuto e/o sottovalutato che costituisce un enorme fattore di rischio perché aumenta la gravità, e i tempi di recupero, di una patologia acuta con maggior durata dei ricoveri, prognosi sfavorevole e conseguente aumento dei costi sanitari. L’esigenza di essere nutriti artificialmente si verifica per molteplici cause e può interessare bambini/adulti con patologie croniche gastrointestinali, neurologiche e oncologiche o, più in generale, persone appunto malnutrite, soprattutto bambini e anziani. Non è una patologia, ma una condizione grave con cui convivono molte persone e che necessita di modelli clinici assistenziali indispensabili al governo migliore sia negli ospedali, sia, soprattutto nella de-ospedalizzazione dei pazienti. È un trattamento salvavita, perché senza nutrienti le persone muoiono e stanno male. La complessità di queste indispensabili “manovre” per vivere forse non è conosciuta a tutti: la somministrazione dei nutrienti può avvenire direttamente nel tubo digerente mediante sondino naso-gastrico o una stomia (PEG o PEJ), NUTRIZIONE ENTERALE; per via endovenosa raggiungendo una vena centrale da una superficie cutanea esterna, NUTRIZIONE PARENTALE. In entrambi i casi per somministrare con sicurezza e precisione le sostanze nutritive ci si avvale spesso di una pompa elettronica e tubicini chiamati deflussori. Inoltre, per evitare complicazioni locali o sistemiche legate a infezioni o infiammazioni, è necessario eseguire procedure di medicazione e gestione degli accessi nutrizionali (sonda/sondino o catetere venoso) avvalendosi di idoneo materiale infermieristico. La nutrizione artificiale può essere esclusiva o essere integrata con l’alimentazione per bocca, ma in ogni caso per queste persone è indispensabile per vivere o comunque per non peggiorare lo stato clinico di pazienti già gravi. A ciascun paziente necessitano nutrienti specifici e, a seconda della tipologia di nutrizione, enterale o parentale, strumenti indispensabili per la somministrazione. Il paziente e il caregiver, soprattutto se il paziente non è in grado di procedere in autonomia o comunque ha bisogno di assistenza, necessitano di essere opportunamente istruiti per procedere correttamente nella somministrazione. Quindi, nessun problema quando la somministrazione avviene negli ospedali, ma cosa accade se il paziente deve, o vuole nutrirsi al proprio domicilio? In Italia ci sono 94 centri per la nutrizione artificiale, mediamente uno ogni 625.000 abitanti; sono decisamente pochi e, soprattutto sono decisamente mal distribuiti sul territorio sia tra regioni sia all’interno della stessa regione; ad esempio, una regione da sempre riconosciuta come benchmark positivo in ogni ambito sanitario come la Lombardia, ne ha solo 8, vale a dire uno ogni 1,2 milioni di abitanti. Il primato positivo è in Piemonte che
WINTER SCHOOL 2024 – PRIMA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE L’innovazione è l’implementazione di un prodotto, di un servizio, di un processo o un metodo, un ambito di business, un luogo di lavoro che viene introdotta sul Mercato in diversi ambiti di riferimento. L’introduzione sul Mercato fa la differenza tra Invenzione e Innovazione (Joseph Alois Schumpeter). Cambiare il Mercato, vale a dire i contesti nei quali l’Innovazione viene introdotta, significa cambiare il futuro di questi ambiti per i quali l’Innovazione non esiste se non è applicata! Nel concetto di Global Health è compreso tutto quello che può cambiare, incidere positivamente, sul nostro benessere e sulla nostra salute. Le nuove tecnologie, in particolare la tecnologia informatica e biologica, stanno producendo cambiamenti importanti che incideranno pesantemente sul futuro della Salute Globale, fondamentale per garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti e a tutte le età, cercando di garantire sostenibilità e ampia diffusione. Il benessere globale, ed in particolare la tutela della salute, non è perseguibile senza una forte e fattiva collaborazione tra Pubblico e Privato. Il Governo ha recentemente sottolineato che per rilanciare il Servizio Sanitario Pubblico occorre comprendere e valorizzare il Privato. Stiamo assistendo ad un progressivo superamento dei modelli Bismarck e Beveridge in ambito sanitario verso un sistema misto che comprende il meglio di entrambi i modelli, in linea con quello che sta succedendo in tutti i paesi europei. L’obiettivo è il raggiungimento di un modello di welfare europeo comune che superi le differenze tra i vari paesi membri nell’offerta di salute. Un grande evento aperto al pubblico, con presentazioni e dibattiti sui grandi temi per rendere consapevoli i cittadini. Indirizzato agli addetti ai lavori nei LAB più specialistici per dibattere sulle diverse tematiche. One to one nelle aree espositive progettate come Network Point, per garantire riservatezza e, come per le cure, equa opportunità di accesso e di visibilità per tutti favorendo ogni possibile scambio tra Pubblico & Privato. L'articolo WINTER SCHOOL 2024 – PRIMA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi, la cui disponibilità oggi è davvero ricca. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura. L'articolo La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA proviene da Motoresanità.it. Read More
LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA proviene da Motoresanità.it. Read More
LA QUANTITA’ E LA QUALITA’ DELLA SALUTE MENTALE – INDAGINE SU QUANTO E COME SPENDIAMO PER LA SALUTE MENTALE IN ITALIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Le risorse a disposizione dei servizi pubblici di salute mentale in Italia sono a dir poco esigue se rapportate a quella di altri paesi europei confrontabili, per livelli di sviluppo economico e di welfare, con il nostro paese. L’Italia investe poco meno del 2,9% del fondo sanitario nazionale nella spesa destinata ai servizi per gli utenti con disturbi psichici e i loro familiari, contro le cifre del 7% della spesa sanitaria pubblica della Francia e il 9% della Germania. E anche nel Regno Unito le cose non sono molto differenti. A fronte di una spesa estremamente contenuta, l’Italia, almeno apparentemente, non ha maggiori problemi degli altri nell’assorbire la domanda di cura di salute mentale. Da più parti però, I professionisti, le organizzazioni sindacali, le società scientifiche di settore ma anche le famiglie, soprattutto quelle dei giovani utenti, rivendicano maggiori risorse denunciando l’insufficienza dell’attuale finanziamento. In un momento di particolare difficoltà, per non dire di crisi, del servizio sanitario nazionale la richiesta di maggiori risorse e investimenti non può essere disgiunta da una chiara progettualità sulle finalità di quell’investimento e soprattutto sui risultati che, aumentate le risorse, si vogliono ottenere. Il convegno, promosso dalla sezione emiliano-romagnola della Società Italiana di Psichiatria in collaborazione con Motore Sanità, intende affrontare questi temi attraverso il confronto tra professionisti, Ricercatori, associazione dei familiari e amministratori della cosa pubblica. L'articolo LA QUANTITA’ E LA QUALITA’ DELLA SALUTE MENTALE – INDAGINE SU QUANTO E COME SPENDIAMO PER LA SALUTE MENTALE IN ITALIA proviene da Motoresanità.it. Read More
BIOSIMILARI UNA SOLUZIONE CONCRETA A GARANZIA DELL’EQUITÀ E DELL’ACCESSO SOSTENIBILE ALLE CURE – LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it I farmaci biosimilari rappresentano una grande opportunità per la sostenibilità dei sistemi sanitari a livello mondiale. Attraverso il loro impiego, nel rispetto delle attuali normative Internazionali e Nazionali è opinione comune che si possa consentire il trattamento attraverso cure consolidate nel tempo dai dati real world, efficaci, sicure, per un numero maggiore di pazienti, garantendo più salute a parità di risorse. Inoltre in un’epoca in cui l’innovazione, introdotta da una propulsione straordinaria della ricerca, ha reso disponibili in quasi tutte le patologie, cure costose ma che cambiano l’aspettativa di vita dei cittadini malati, i biosimilari rappresentano una grande opportunità per creare sostenibilità e garanzia di accesso all’innovazione stessa. E molto chiara è la posizione dell’ente regolatorio Nazionale AIFA, che nel suo 2° documento “Position Paper sui Farmaci Biosimilari”, chiarisce ogni aspetto critico legato all’utilizzo di queste importanti opzioni terapeutiche. La scelta di trattamento rimane una decisione clinica affidata al medico e concordata con il paziente. “Per questi motivi è fondamentale promuovere un dialogo costruttivo tra il medico e il paziente sulle scelte terapeutiche a disposizione, contribuendo, così, alla formazione di pazienti consapevoli e partecipi”. Ma a che punto siamo dall’introduzione dei primi biosimilari ad oggi nelle varie regioni? Vi è stato un allargamento delle popolazioni da trattare? E’ stata colta l’opportunità con l’uso dei Biosimilari di ottenere risorse dai bilanci regionali in grado di dare accesso rapido all’innovazione? Motore sanità ritiene, attraverso il monitoraggio di quanto sta accadendo nelle diverse regioni, che sia il momento di aprire un nuovo dialogo su questo aspetto cruciale, condividendo criticità realizzative e buone pratiche adottate nei diversi territori. L'articolo BIOSIMILARI UNA SOLUZIONE CONCRETA A GARANZIA DELL’EQUITÀ E DELL’ACCESSO SOSTENIBILE ALLE CURE – LOMBARDIA proviene da Motoresanità.it. Read More
ASMA E BPCO  Punti di forza ed attuali criticità nella gestione della triplice terapia Il punto della situazione in Regione Veneto
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel Nostro paese tra le malattie croniche considerando quelle a carattere respiratorio l’impatto è davvero rilevante: anche nel 2021 come già negli anni precedenti, la sola spesa per farmaci era al settimo posto (5,64% della spesa Totale) attestandosi su 1,325 miliardi di €*.  Ma ben più pesante è la spesa ospedaliera riferibile soprattutto a BPCO ed ASMA, cronicità che derivano da una interazione complessa tra fattori genetici ed ambientali, con ricadute importanti sia sulla vita dei pazienti e delle famiglie, che sui servizi sanitari. Solo per la BPCO che rappresenta la 4° causa di morte (6% di tutte le morti) nel mondo con una incidenza in continuo aumento a causa di diversi fattori (fumo, inquinamento, graduale invecchiamento della popolazione), in Italia secondo i dati ISTAT abbiamo una prevalenza del 5,6% (15-50% dei fumatori sviluppa BPCO) ed una mortalità che pesa per il 55% nel totale delle malattie respiratorie, in aumento progressivo nell’arco temporale 2010-2018. Ma la prevalenza è verosimilmente più elevata in quanto essa viene spesso diagnosticata casualmente ed in fase di ricovero per riacutizzazione. Ed anche per ASMA In Italia le stime indicano numeri importanti con una prevalenza del 5% (circa 3 milioni di persone) di cui il 10% presenta una forma di asma grave, un 87% dei pazienti che presenta almeno una comorbidità ed il 77% almeno due*. Nonostante lo scenario descritto vi sono molte aree critiche che riguardano la cura di queste patologie: un es° è l’aderenza alla terapia che resta assolutamente insoddisfacente e soprattutto bassa nel panorama delle malattie croniche, attestandosi in percentuali non superiori al 20%. Inoltre fino al 2022 la medicina territoriale non aveva accesso alla combinazione di terapie fondamentali per alcuni di questi pazienti che invece hanno elevata frequenza di visite in questo contesto assistenziale. Tutto ciò portava ad uno scarso controllo e ad un aumento del rischio di riacutizzazioni e ricoveri, generando un prevenibile consumo di risorse. Si può comprendere facilmente come in questo scenario il livello di diagnosi e di presa in carico appropriate, dovesse essere implementato attraverso una maggiore integrazione tra i vari referenti della catena assistenziale, con l’utilizzo di nuove tecnologie (farmaci, devices, telemedicina, informatizzazione, etc) ed una maggior diffusione degli expertise consolidati. In ambito BPCO una svolta si è avuta da AIFA con l’uscita della nota 99 che ha aperto la possibilità di prescrivere molte di queste terapie alla medicina territoriale, seppure con alcune criticità generatesi dalla necessità di avere una diagnosi certa a partire dall’esame spirometrico non sempre eseguibile nei tempi indicati dalla nota stessa per gli annosi problemi legati alle liste d’attesa. In ogni caso resta a carico degli specialisti indicati dalle stesse regioni la prescrizione dei farmaci in triplice terapia da dedicare ai casi più complessi. Ma queste indicazioni possono portare ad un accesso diverso dei cittadini affetti da questa patologia? Qual è l’attuale situazione da questo punto di vista nella regione Veneto per la prescrizione della triplice terapia sia in BPCO che ASMA? Come si è organizzata la rete
SALUTE OLTRE LA CITTÀ soluzioni innovative per la sanità di montagna
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Oltre le città, nelle cosiddette “aree interne” dove abita un quarto della popolazione italiana, è un mondo di oltre 4000 comuni, fatto di piccole o medie località.  Un mondo fatto spesso di località montane, qualcuna turistica, che si anima nei periodi di maggior afflusso, ma dove, comunque, le persone vivono, lavorano, mandano i figli a scuola. È, anche, un mondo dove l’invecchiamento della popolazione è più evidente ed i bisogni assistenziali maggiori. La Sanità italiana è capillare e raggiunge, magari anche solo con un piccolo presidio, tutte le località abitate, ma la carenza di medici e di personale sanitario sta rendendo sempre più difficoltoso presidiare questi territori marginali in un contesto, soprattutto quello montano dove, per evitare lo spopolamento, è necessario fornire al meglio tutti quei servizi, e quello sanitario in primis, che permettano alle popolazioni residenti di avere le stesse opportunità e la medesima qualità di vita che avrebbero su altri territori. Per le popolazioni che abitano questi territori, l’equità di accesso alle cure è di fondamentale importanza per poter continuare a vivere nelle loro comunità. La ridefinizione della sanità territoriale, fortemente promossa e incentivata dal PNRR, e le reti di prossimità sembrano essere la risposta più appropriata, ma servono nuovi modelli organizzativi che, a partire dalla ridefinizione del ruolo del medico di medicina generale, arrivino a comprendere tutti i profili e gli strumenti sanitari utili/necessari alla sanità del territorio, quali l’assistenza nell’urgenza-emergenza, l’accesso alle cure ospedaliere, alla specialistica, all’assistenza territoriale, alle farmacie.   Per permettere questo, è necessario individuare modelli organizzativi necessariamente differenti da quelli delle città o dei comuni più facilmente raggiungibili, ma che garantiscano livelli quantitativi e qualitativi dei servizi tali da garantire quell’equità che è diritto costituzionale. Il costruttivo lavoro comincia raccogliendo la domanda di sanità, espressa e latente, cui è necessario rispondere per favorire il ripopolamento e il rilancio di queste aree, e prosegue alla ricerca dell’EQUITÀ, di NUOVI MODELLI e di NUOVE PROPOSTE. Ai lavori parteciperanno sia le figure più istituzionali, preposte alla gestione politica e sociale dei territori coinvolti, sia le figure più tecniche e scientifiche, preposte alla programmazione sanitaria. L'articolo SALUTE OLTRE LA CITTÀ soluzioni innovative per la sanità di montagna proviene da Motoresanità.it. Read More
EPILESSIE RARE STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA  – LIGURIA, PIEMONTE e SARDEGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le Epilessie farmacoresistenti rappresentano oltre il 30% di tutte le forme epilettiche, sono caratterizzate da una ampia variabilità eziopatogenetica e clinica  e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste Epilessie non responder sono Epilessie rare, per lo più ad insorgenza in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo. Non esiste un dato preciso sul numero esatto di pazienti con Epilessie rare in Italia. Nel Registro Nazionale delle Epilessie Rare (RES), che raccoglie dati soltanto su alcune forme di Epilessia rare in Italia, al 31 dicembre 2020 erano registrati circa 2.300 casi di Epilessie rare, di cui il 53,5% di sesso femminile e il 46,5% maschile. Va però sottolineato che il RES include solo alcune forme di Epilessia rare e che molti pazienti  non sono ancora stati diagnosticati o registrati nei registri medici ufficiali, e quindi è presumibile che questi casi siano fortemente sottostimati.  Tuttavia, si stima che le Epilessie rare rappresentino circa il 10-20% di tutti i casi di Epilessia.Come ogni malattia rara, una Epilessia rara è definita epidemiologicamente da un’incidenza < 5 casi su 10.000 e tra le forme di epilessia farmaco-resistente vi rientrano quindi le Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo che compaiono in epoca neonatale/infantile e che hanno talvolta un’etiologia genetica nota. A titolo di esempio si può citare la Sindrome di Dravet, che insorge nel primo anno di vita in bambini fino ad allora normali, con crisi di vario tipo spesso scatenate dalla febbre, cui poi si associa un deficit di sviluppo cognitivo-comportamentale. Si calcola che la Sindrome di Dravet colpisca circa 6,5/100.000 nati vivi e nell’80% dei casi in essi è riscontrabile una variante patogenetica del gene SCN1A. La Sindrome di Lennox-Gastaut invece è un’ Encefalopatia Epilettica e di Sviluppo che esordisce più tardivamente (con picco tra i 3 ed i 5 anni) e che si presenta con crisi di vario tipo, anch’esse farmacoresistenti ed associate a disturbi della sfera cognitivo-comportamentale. L’etiologia in questo caso è più variabile e la prevalenza è calcolata nell’1-2% di tutte le forme di Epilessia L'articolo EPILESSIE RARE STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA – LIGURIA, PIEMONTE e SARDEGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – MILANO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – MILANO proviene da Motoresanità.it. Read More
Il compromesso im possibile salute mentale di comunità, pazienti autori di reato e delega della devianza
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (legge 81/2014) si è assistito ad un progressivo incremento delle misure di sicurezza alternative alla pena comminate a persone giudicate non imputabili per vizio di mente. I servizi di salute mentale sono stati pertanto chiamati ad occuparsi in modo diretto dei percorsi di cura dei pazienti autori di reato confrontandosi da un lato con la difficoltà a conciliare il mandato di cura con quello del controllo sociale, dall’altro con l’evidente diversità di statuto rispetto alle altre istituzioni sociali coinvolte. I limiti della legge 81/2014, già in parte rilevati dalla Consulta nel 2022, sembrano infatti riconducibili oltre che ad una inadeguata programmazione dei percorsi di ingresso e uscita dalle REMS, alla mancata definizione dei livelli di collaborazione inter-istituzionale tra magistratura, professionisti della psichiatria forense, dipartimenti di salute mentale, forze dell’ordine, servizi sociali dei comuni, organi di coordinamento regionale. Il brutale assassinio della D.ssa Barbara Capovani ha ulteriormente acceso il dibattito sul rischio, avvertito dalla maggioranza degli operatori della salute mentale, ma anche da altri professionisti della sanità, di medicalizzazione, e nello specifico di psichiatrizzazione di molte forme di disagio e devianza sociale, con l’evidente pericolo di far regredire la salute mentale di comunità verso modelli organizzativi e operativi  in evidente contrasto con lo spirito della legge di riforma 180 del 1978.   Comitato Scientifico
Francesco Casamassima, Responsabile UFSMA Firenze AUSL Toscana Centro Giuliano Casu, già Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze ASL Toscana Centro L'articolo Il compromesso im possibile salute mentale di comunità, pazienti autori di reato e delega della devianza proviene da Motoresanità.it. Read More
TUMORI RARI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO In Europa ci sono 5,1 milioni di persone che hanno un tumore raro. I casi per singola patologia sono pochi ma i casi di tumori rari sono tanti. Si stima che nel loro insieme i tumori rari rappresentano circa il 24% di nuovi casi di cancro ogni anno. Sono oltre 200 i tumori rari finora identificati. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è circa del 48%, inferiore rispetto ai tumori a alta incidenza (63%). La diagnosi tardiva, la carenza di opzioni terapeutiche e di trattamenti rendono la prognosi dei tumori rari peggiore rispetto alle forme di tumore più frequenti. La cura dei tumori rari necessita di figure professionali specifiche in Centri di riferimento in grado di garantire una gestione clinica multidisciplinare tempestiva e di alto profilo, nonché una collaborazione in rete nazionale ed internazionale. Per questo è importante il consolidamento della Rete per i Tumori Rari che sia efficiente su tutto il territorio nazionale. La Legge quadro 175/2021 ha considerato oltre alle malattie rare anche i tumori rari in un’ottica inclusiva dove è possibile mettere a sistema una serie di percorsi e competenze per una gestione appropriata dei pazienti. I tumori rari pongono delle sfide che possono diventare opportunità di cura anche per i tumori più comuni: dallo studio di strategie farmacologiche e di meccanismi di genesi dei tumori ai bisogni sanitari insoddisfatti che ci aprono la possibilità di sperimentare strategie innovative. Si propongono momenti di incontro e di confronto tra tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei tumori rari: istituzioni, medici e ricercatori, associazioni di pazienti e aziende. L’obiettivo è quello di valorizzare la collaborazione tra gli stakeholder al fine di identificare i bisogni dei pazienti e migliorare l’organizzazione dell’assistenza e sostenere la ricerca scientifica. L'articolo TUMORI RARI proviene da Motoresanità.it. Read More
LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – UDINE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – UDINE proviene da Motoresanità.it. Read More
CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni – CALABRIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel decimo anniversario della somministrazione di una terapia sperimentale a base di CAR-T a Emily Whitehead, la bambina di 7 anni affetta da leucemia che fu trattata al Children’s Hospital di Philadelphia, nuove terapie a base di cellule CAR-T si aggiungono con grandi aspettative e nuovi sviluppi per nuove indicazioni. L’innovazione portata dalle terapie CAR-T al di fuori di ogni dubbio rappresenta uno dei traguardi medici più importanti del nuovo secolo nella battaglia contro i tumori. Ai loro successi ed al loro sviluppo futuro sono stati dedicati centinaia di lavori; molti di questi hanno contribuito alle attuali indicazioni e molti altri stanno facendo la stessa cosa per anticiparne l’utilizzo ed ampliarlo ad altre patologie. Infatti, alle indicazioni per la leucemia linfoblastica acuta, il linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B, linfoma a cellule mantellari, linfoma follicolare, si aggiungono quelle sul mieloma multiplo e le anticipazioni alla 2° linea nel linfoma diffuso a grandi cellule B e linfoma a cellule B ad alto grado. nel mieloma i primi dati indicano un tasso di risposta globale (ORR) 98%, tasso di risposta completa (CR) 83%, sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale mediana (OS) non raggiunte, suggerendo che più del 50% dei pazienti è libero da progressione di malattia ad oltre 2 anni*). Una sola infusione di questo trattamento personalizzato per tutte queste indicazioni rappresenta una speranza di vita unica, per quanti non hanno alternative terapeutiche al progredire della loro patologia. Nonostante l’esperienza accumulata con le prime indicazioni riguardasse un numero esiguo di pazienti, essa ha comunque messo a dura prova il sistema organizzativo assistenziale, facendo subito emergere la necessità di creare nuovi concreti modelli rapidamente applicabili, poiché i tempi di accesso sono cruciali e critici per i pazienti. Alcuni nodi sono emersi da subito come fondamentali in questo senso: accreditamento richiesto ai centri per poter somministrare e gestire in piena sicurezza la procedura in ogni suo passaggio, organico adeguato e pienamente dedicato, spazi adeguati all’interno della struttura accreditata, percorso amministrativo strutturato, efficiente, rapido nei diversi passaggi contrattuali dall’acquisto in poi. L'articolo CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni – CALABRIA proviene da Motoresanità.it. Read More
L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITA’ PRESENTA – MA QUANTO SPENDIAMO REALMENTE PER LA SANITA’ IN ITALIA?
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Misurare è fondamentale, ma per misurare i dati devono essere omogenei, trasparenti, interoperabili, oggettivi. La sanità è al centro dell’attenzione, così come il futuro del SSN. Che il sistema sanitario in Italia sia sottofinanziato è palese, ma spesso i dati di spesa, e soprattutto la spesa pro capite, oltre ad essere una variabile più utile che il rapporto finanziamento/PIL, è soggetta a variazioni ed interpretazioni diverse. L’Osservatorio di Motore Sanità promuove un confronto per fare luce su quanto realmente si spende per la sanità in Italia, quanto ci possiamo permettere di spendere e quanto ammonti realmente la parte di spesa privata da parte del cittadino, intermediata o meno, percentualmente la più alta d’Europa, per capire come farla rientrare all’interno del sistema che palesemente si è trasformato in un sistema misto con una evoluzione progressiva poco governata. L'articolo L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITA’ PRESENTA – MA QUANTO SPENDIAMO REALMENTE PER LA SANITA’ IN ITALIA? proviene da Motoresanità.it. Read More
LA MEDICINA AL MASCHILE TRA FERTILITÀ E MALATTIE SESSUALI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE L’approccio epidemiologico, sociale e clinico alle malattie dell’apparato sessuale e della riproduzione presenta notevoli differenze tra i due sessi. Nella Femmina, alla comparsa del menarca (10-12 anni di vita), ci sono tre componenti fondamentali che rendono quel momento come un momento fondamentale per il corretto apprendimento e sviluppo dell’apparato genitale: Il Rapporto Madre-Figlia: la Madre ha già anticipatamente preparato la Figlia allo specifico momento e rappresenta un continuo supporto informativo e formativo; Rapporto tra Adolescenti: le ragazze hanno un approccio all’evento di tipo collaborativo e di confronto; Rapporto con lo Specialista: si instaura il rapporto con il Ginecologo che rafforza maggiormente la parte informativa e l’approccio, che non si limita alla conoscenza di cosa accade nello specifico momento, ma che diventa anche momento di informazione sulle malattie infettive sessualmente trasmesse e relative vaccinazioni, sui mezzi di contraccezione, etc. Nel Maschio, non essendoci un momento specifico di «passaggio» all’età puberale, l’approccio al proprio apparato genitale è profondamente differente: Il rapporto genitoriale può essere totalmente mancante, in quanto il ragazzo ha pudore di affrontare questi argomenti con il Genitore, anche se di sesso maschile (e viceversa); Il rapporto con gli altri Adolescenti Maschi è talvolta di scherno e non collaborativo, talvolta aggravato dalle situazioni concomitanti che accompagnano l’adolescenza (acne, eccessiva sudorazione, etc), fino allo scambio di false informazioni ed esperienze negative; Non esiste il rapporto/confronto con lo Specialista, se non in casi sporadici (Pediatra o Andrologo) dettati dall’intervento di un Genitore, mancando quindi sia l’informazione generale che apparato-specifica (criptorchidismo, varicocele, etc). La visita di leva militare, che si effettuava attorno al 17-18° anno di età, rappresentava quindi il primo vero momento in cui gli adolescenti di sesso maschile affrontavano una visita di screening dell’integrità del proprio apparato genitale attraverso una appropriata visita ispettiva. Si creava comunque una gap di screening sanitario ed informativo di 6-8 anni tra i due sessi. Con il DL 30/06/2005 n. 115 (G.U. del 01/07/2005) il Ministro della Difesa sospendeva la leva obbligatoria e quindi anche la visita di leva veniva soppressa. Conseguentemente il soggetto di sesso maschile si è trovato a non avere più uno specifico momento di riferimento di screening sanitario generale, ma specialmente mirato al suo apparato genitale (si ricorda che, ad esempio, il varicocele era elemento di riforma al servizio militare). Quindi con la sospensione della visita di leva militare (2005), il gap informativo, precedentemente di 6-8 anni, si incrementa fino a 16-18 anni, diventando per il soggetto Maschio il momento procreativo il campanello d’allarme per la presenza di possibili alterazioni/malformazioni/patologie dell’apparato sessuale. Il progetto non vuole certamente ristabilire la visita di leva militare, ma identificare una possibile via alternativa per una precoce identificazione di possibili alterazioni/malformazioni/patologie dell’apparato sessuale maschile, modificando le procedure e gli approcci con l’adolescente ed identificando percorsi alternativi che possano salvaguardare il suo apparato sessuale, la sua vita sessuale e il futuro riproduttivo. L'articolo LA MEDICINA AL MASCHILE TRA FERTILITÀ E MALATTIE SESSUALI proviene da Motoresanità.it. Read More
PROGETTO VITILIGINE –  NAZIONALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La vitiligine è una condizione cronica della pelle caratterizzata dalla comparsa, in vari distretti corporei, di chiazze bianche o traslucide dove manca del tutto la fisiologica colorazione dovuta alla melanina. La causa sarebbe l’attacco da parte del sistema immunitario ai melanociti, cellule produttrici di questo pigmento, ma allo stato attuale delle conoscenze è considerata una patologia multifattoriale con cause non solo immuno-mediate ma anche genetiche, endocrine, metaboliche, infiammatorie e secondo alcune ipotesi anche virali. I fattori di rischio comunque includono, seppure con una relazione non completamente chiarita, anche storia familiare di questa patologia o di altre malattie autoimmuni (ipertiroidismo in particolare se causato dalla malattia di Graves o ipotiroidismo in particolare se causato dalla tiroidite di Hashimoto, alopecia areata, anemia perniciosa, diabete, morbo di Addison). Le zone colpite sono il viso, le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ginocchia, le mani, la cresta tibiale, le caviglie, le ascelle, l’ano e l’area genitale, l’ombelico e i capezzoli. La cute affetta è estremamente predisposta alle ustioni solari. Le zone cutanee interessate producono anche peli di colore bianco. Viene classificata in 2 forme: una detta segmentaria (meno diffusa colpisce una sola zona del corpo, monolateralmente tendenzialmente non progressiva) ed una non-segmentaria (più diffusa simmetrica e progressiva che colpisce in particolare volto e arti superiori e inferiori). Nella forma più severa si arriva in alcuni anni alla perdita quasi completa della colorazione cutanea del corpo. Per quanto riguarda l’epidemiologia non ci sono dati sicuri ma a livello mondiale si stima che colpisca circa 0,5-2% della popolazione (100 milioni). In Italia si stima una prevalenza di circa 700 mila – 1 milione con una età media d’insorgenza tra i 10 e i 30 anni. La vitiligine non incide sulla aspettativa di vita ed è considerata una patologia di tipo “estetico”. Ma come condizione può avere pesanti ripercussioni psicologiche: infatti è tra le malattie con i più bassi indici di qualità della vita, per l’impatto psicologico che causa nei pazienti e le ricadute sociali/di relazione sia nella vita professionale che privata. In passato le diverse terapie disponibili portavano spesso ad insuccesso terapeutico, ma oggi la ricerca ha prodotto interessanti nuove opportunità di cura attraverso lo sviluppo di inibitori JAK (ruxolitinib) e di anticorpi monoclonali anti-IL-15Rβ (in grado di colpire linfociti T autoreattivi e far regredire stabilmente la patologia) L'articolo PROGETTO VITILIGINE – NAZIONALE proviene da Motoresanità.it. Read More
TAVOLO DI LAVORO –  UP TO DATE SULLA CHIRURGIA ONCOLOGICA – L’ESEMPIO DEL COLON-RETTO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE La chirurgia sta vivendo un momento di grande trasformazione grazie ad una ricerca imponente che sta sfruttando appieno l’applicazione pratica di tecnologie ingegneristiche, meccaniche, informatiche, matematiche sempre più sofisticate. Tutto questo ha prodotto una innovazione tecnologica che ha consentito di raggiungere traguardi di salute impensabili fino ad un trentennio fa. Ma ha anche consentito di spostare gli obiettivi dall’intervento che rimuove le cause di malattia quindi fine a sé stesso, all’intervento mirato che consente un rapido recupero funzionale ed una qualità di vita nettamente migliori. Tra le nuove tecniche nate per ridurre il traumatismo, permettendo di ottenere gli stessi risultati e limitando le possibili complicanze causate dall’intervento stesso, vi sono la Chirurgia Laparoscopica e l’evoluzione nella robotica. In questo ultimo ambito infatti lo sviluppo di nuovi strumenti laparoscopici è in grado di restituire al chirurgo tutti i gradi di libertà della chirurgia tradizionale applicandoli mininvasivamente, come ad esempio il movimento del polso assente nella Chirurgia Laparoscopica. Molti sono i settori che hanno attraversato questi cambiamenti e stanno sfruttando queste tecnologie ed uno dei principali è certamente quello oncologico. E l’ambito oncologico è certamente ad alta complessità sia per la gravità della malattia che per la necessità di operare in un ambito multidisciplinare all’interno di equipe dove oltre all’anestesista, oggi devono partecipare attivamente alle decisioni clinico-chirurgiche l’oncologo, il Radioterapista, l’anatomopatologo e molti altri professionisti della filiera. Insieme viene concordato il percorso diagnostico e terapeutico per il paziente e ne viene seguito lo svolgimento. Il chirurgo oncologo può intervenire nella fase della diagnosi eseguendo ad esempio biopsie dal cui esame istologico può precisare la diagnosi, stabilire e pianificare attraverso vari esami strumentali dimensioni e vastità del campo operatorio. Può intervenire con la rimozione di un intero organo o di una singola parte affetta da tumore, scegliendo la tecnica chirurgica più opportuna ma sempre all’interno di un percorso concordato e combinato, che sfrutta l’opportunità anche di terapie sempre più mirate e facilitanti l’intervento. Altre volte invece deve intervenire in modo non radicale ma solamente palliativo per ridurre masse tumorali sviluppatesi in più organi e che non è possibile asportare completamente od anche trattare complicanze di patologie neoplastiche non operabili come sanguinamenti, occlusioni, etc. In questo contesto di così grande cambiamento Motore Sanità vuole aprire una discussione tra esperti per comprendere come i percorsi assistenziali possano essere implementati e modernizzati. L'articolo TAVOLO DI LAVORO – UP TO DATE SULLA CHIRURGIA ONCOLOGICA – L’ESEMPIO DEL COLON-RETTO proviene da Motoresanità.it. Read More
Progetto Vitiligine LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La vitiligine è una condizione cronica della pelle caratterizzata dalla comparsa, in vari distretti corporei, di chiazze bianche o traslucide dove manca del tutto la fisiologica colorazione dovuta alla melanina. La causa sarebbe l’attacco da parte del sistema immunitario ai melanociti, cellule produttrici di questo pigmento, ma allo stato attuale delle conoscenze è considerata una patologia multifattoriale con cause non solo immuno-mediate ma anche genetiche, endocrine, metaboliche, infiammatorie e secondo alcune ipotesi anche virali. I fattori di rischio comunque includono, seppure con una relazione non completamente chiarita, anche storia familiare di questa patologia o di altre malattie autoimmuni (ipertiroidismo in particolare se causato dalla malattia di Graves o ipotiroidismo in particolare se causato dalla tiroidite di Hashimoto, alopecia areata, anemia perniciosa, diabete, morbo di Addison). Le zone colpite sono il viso, le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ginocchia, le mani, la cresta tibiale, le caviglie, le ascelle, l’ano e l’area genitale, l’ombelico e i capezzoli. La cute affetta è estremamente predisposta alle ustioni solari. Le zone cutanee interessate producono anche peli di colore bianco. Viene classificata in 2 forme: una detta segmentaria (meno diffusa colpisce una sola zona del corpo, monolateralmente tendenzialmente non progressiva) ed una non-segmentaria (più diffusa simmetrica e progressiva che colpisce in particolare volto e arti superiori e inferiori). Nella forma più severa si arriva in alcuni anni alla perdita quasi completa della colorazione cutanea del corpo. Per quanto riguarda l’epidemiologia non ci sono dati sicuri ma a livello mondiale si stima che colpisca circa 0,5-2% della popolazione (100 milioni). In Italia si stima una prevalenza di circa 700 mila – 1 milione con una età media d’insorgenza tra i 10 e i 30 anni. La vitiligine non incide sulla aspettativa di vita ed è considerata una patologia di tipo “estetico”. Ma come condizione può avere pesanti ripercussioni psicologiche: infatti è tra le malattie con i più bassi indici di qualità della vita, per l’impatto psicologico che causa nei pazienti e le ricadute sociali/di relazione sia nella vita professionale che privata. In passato le diverse terapie disponibili portavano spesso ad insuccesso terapeutico, ma oggi la ricerca ha prodotto interessanti nuove opportunità di cura attraverso lo sviluppo di inibitori JAK (ruxolitinib) e di anticorpi monoclonali anti-IL-15Rβ (in grado di colpire linfociti T autoreattivi e far regredire stabilmente la patologia) L'articolo Progetto Vitiligine LOMBARDIA proviene da Motoresanità.it. Read More
Lo snodo chiave della transizione nelle Malattie rare neuromuscolari – EMILIA-ROMAGNA
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Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 100.000 persone. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone.
Ancora oggi nel nostro paese in questo ambito, gli screening neonatali ed il ritardo diagnostico (mediamente pari a 6,5 anni secondo il registro Lombardo) emergono come snodi chiave su cui agire. Ed oltre a questo i modelli assistenziali messi in campo dai diversi SSR fanno in modo che una volta ottenuta una corretta diagnosi, la presa in carico non sia sempre equa ed uniforme.
Molto si è fatto in Italia dal punto di vista legislativo in questi ultimi 2 anni ed anche se non tutto quanto previsto sarà attuabile subito, contemporaneamente ed uniformemente nelle diverse realtà assistenziale delle Ns Regioni. A questo si aggiungano le difficoltà di gestione del modello di transizione che in molte di queste patologie come ad es° quelle neuromuscolari (NMD) richiede un’assistenza integrata ed una continuità delle cure efficace dall’infanzia all’età adulta. Solo con un lavoro di gruppo ben coordinato attraverso team multidisciplinari correttamente formati è possibile una presa in carico a 360° in grado non solo di fornire le migliori cure disponibili ma anche consigli pratici sulla vita quotidiana, supporto psicologico e consentire un reale reinserimento sociale.
Tra le diverse NMD (Distrofie Muscolari, Neuropatie geneticamente determinate e infiammatorie, Patologie della placca neuromuscolare, come le Miastenie le Miopatie infiammatorie, Congenite e Encefalomiopatie mitocondriali) un es° significativo è quello dell’atrofia muscolare spinale (SMA), condizione neuromuscolare genetica che affligge ogni anno, nel mondo, circa 1 bambino ogni 6.000 nati vivi. In Italia sono 1300 i pazienti con Atrofia Muscolare Spinale stimati.
Essa è causata da un difetto nel gene chiamato SMN1, il principale responsabile della produzione della proteina SMN che gioca un ruolo fondamentale nella sopravvivenza dei motoneuroni del midollo spinale. Quando i livelli di proteina SMN sono ridotti, i motoneuroni non riescono più a spedire i segnali ai muscoli, causandone una riduzione nelle dimensioni e indebolendoli in maniera progressiva. Viene diagnosticata in età pediatrica rara e progredisce rapidamente causando appunto indebolimento dei muscoli ed a seconda della sua gravità può portare a difficoltà nel muoversi, nel mangiare e in alcuni casi nel respirare, rendendo i pazienti progressivamente dipendenti dai familiari e dai caregiver.
In molti casi oggi contenere i tempi tra screening estesi, diagnosi, presa in carico diventa fondamentale per cambiare la storia di malattia e la vita di queste persone poiché la ricerca ha portato nuove opportunità di cura e nuove speranze. E il passaggio dalla fase pediatrica a quella adulta coglie spesso il sistema assistenziale impreparato. Motore Sanità intende organizzare delle giornate di analisi e proposte per implementarne azioni concrete in questo ambito. L'articolo Lo snodo chiave della transizione nelle Malattie rare neuromuscolari – EMILIA-ROMAGNA proviene da
PSICHIATRIA E GIUSTIZIA AL SERVIZIO DELLA SOCIETA’
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (legge 81/2014) si è assistito ad un progressivo incremento delle misure di sicurezza comminate in luogo della pena a persone giudicate non imputabili per vizio di mente, totale o parziale. I Dipartimenti di Salute Mentale sono sempre più spesso chiamati ad occuparsi in modo diretto dei percorsi di cura dei pazienti autori di reato confrontandosi da un lato con la difficoltà a conciliare il mandato di cura con quello del controllo sociale, dall’altro con l’evidente diversità di statuto rispetto alle altre istituzioni sociali coinvolte. I limiti della legge 81/2014, già in parte rilevati dalla Consulta nel 2022, sembrano infatti riconducibili oltre che ad una inadeguata programmazione dei percorsi di ingresso e uscita dalle REMS, alla mancata definizione dei livelli di collaborazione inter-istituzionale tra magistratura, professionisti della psichiatria forense, Dipartimenti di Salute Mentale, forze dell’ordine, servizi sociali dei comuni, organi di coordinamento regionale. La consulenza tecnica a supporto delle scelte della Magistratura diventa centrale ai fini dell’appropriatezza della definizione della misura di sicurezza più adeguata oltre che per un corretto utilizzo delle risorse disponibili. In questo contesto si inserisce il Centro per la Profilazione ed Analisi Criminologica (Ce.P.A.C.), progetto sperimentale voluto dalla Regione Veneto che basa la propria operatività su protocolli e strumenti validati, con l’obiettivo di garantire la necessaria appropriatezza tecnica. L'articolo PSICHIATRIA E GIUSTIZIA AL SERVIZIO DELLA SOCIETA’ proviene da Motoresanità.it. Read More
Biosimilari una soluzione concreta a garanzia dell’equità e dell’accesso sostenibile alle cure –  Regione PIEMONTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO I farmaci biosimilari rappresentano una grande opportunità per la sostenibilità dei sistemi sanitari a livello mondiale. Attraverso il loro impiego, nel rispetto delle attuali normative Internazionali e Nazionali è opinione comune che si possa consentire il trattamento attraverso cure consolidate nel tempo dai dati real world, efficaci, sicure, per un numero maggiore di pazienti, garantendo più salute a parità di risorse. Inoltre in un’epoca in cui l’innovazione, introdotta da una propulsione straordinaria della ricerca, ha reso disponibili in quasi tutte le patologie, cure costose ma che cambiano l’aspettativa di vita dei cittadini malati, i biosimilari rappresentano una grande opportunità per creare sostenibilità e garanzia di accesso all’innovazione stessa. E molto chiara è la posizione dell’ente regolatorio Nazionale AIFA, che nel suo 2° documento “Position Paper sui Farmaci Biosimilari”, chiarisce ogni aspetto critico legato all’utilizzo di queste importanti opzioni terapeutiche. La scelta di trattamento rimane una decisione clinica affidata al medico e concordata con il paziente. “Per questi motivi è fondamentale promuovere un dialogo costruttivo tra il medico e il paziente sulle scelte terapeutiche a disposizione, contribuendo, così, alla formazione di pazienti consapevoli e partecipi”. Ma a che punto siamo dall’introduzione dei primi biosimilari ad oggi nelle varie regioni? Vi è stato un allargamento delle popolazioni da trattare? E’ stata colta l’opportunità con l’uso dei Biosimilari di ottenere risorse dai bilanci regionali in grado di dare accesso rapido all’innovazione? Motore sanità ritiene, attraverso il monitoraggio di quanto sta accadendo nelle diverse regioni, che sia il momento di aprire un nuovo dialogo su questo aspetto cruciale, condividendo criticità realizzative e buone pratiche adottate nei diversi territori. L'articolo Biosimilari una soluzione concreta a garanzia dell’equità e dell’accesso sostenibile alle cure – Regione PIEMONTE proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCONNECTION – NORD EST: EMILIA-ROMAGNA, FRIULI-VENEZIA GIULIA, TRENTINO-ALTO ADIGE, VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il futuro dell’oncologia è promettente e sempre in continua evoluzione. Ci sono molte aree di ricerca in corso per migliorare la diagnosi, il trattamento e la cura dei tumori. Molte conquiste sono diventate realtà: per citarne solo alcune, lo studio dei checkpoints immunologici e la genomica hanno rivoluzionato dal punto di vista diagnostico e terapeutico la gran parte delle patologie oncologiche. Rispetto alle difficoltà di ricerca nell’individuare le prime mutazioni specifiche scoperte, con anni necessari per la messa a punto di nuove terapie che spesso col tempo diventavano resistenti, oggi siamo arrivati a livelli di conoscenza molto avanzati che utilizzano metodologie diagnostiche estremamente evolute. Le sigle oggi ALK, BRAF, NTRK 1, 2, 3, ROS1, BRAS, EGFR, HER2, BRCA1, BRCA2, PD1, PDL1 indicano un continuo patrimonio di conoscenze che cambia e si somma tra diverse linee di tumore in studio. E la stessa misura della malattia minima residua (MRD) ottenibile con alcune tecnologie di laboratorio molto sofisticate in grado di trovare una cellula cancerosa tra un milione di cellule normali, è fattore chiave per valutare l’esito della terapia utilizzata o capire se il tumore rischia di ripresentarsi ed individuarlo precocemente, in modo da riorganizzare un nuovo piano terapeutico mirato.  Le certezze che in breve tempo arrivano dagli studi basket delle molte terapie agnostiche resesi disponibili,  richiedono rapidità di valutazioni sul loro impatto clinico in termini di esiti della cura, da traslare in altre linee tumorali e forme di tumore. L’efficacia degli anti-PD1/anti-PD- L1, la selettività d’azione degli anticorpi bispecifici, le attuali e nuove indicazioni di CART, sono punti che richiedono estrema attenzione programmatoria nella nuova governance dell’oncologia. L’impatto del modello mutazionale è ed è stato particolarmente forte sui diversi livelli organizzativi del servizio sanitario. In primo luogo, relativamente alla definizione di confini, ambiti e competenze dei professionisti. E qualunque progresso diagnostico-terapeutico e’ nullo se non e’ accompagnato dalla capacità del sistema di accogliere l’innovazione. Ancora oggi nonostante l’accesso ai farmaci innovativi sia molto migliorato in Italia, la complessità burocratica spesso generata dal reale ed equo accesso in ogni singola regione, crea ancora un ritardo considerevole rispetto ad altri paesi dell’area EMA. L’accesso reale è inoltre fortemente condizionato da un disallineamento tra l’approvazione e la rimborsabilità della parte farmaceutica con quella della parte diagnostica che oramai per tutte le terapie targhettizzate è un passaggio obbligato. L'articolo ONCONNECTION – NORD EST: EMILIA-ROMAGNA, FRIULI-VENEZIA GIULIA, TRENTINO-ALTO ADIGE, VENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
L’accesso regionale alle terapie innovative l’esempio della regione SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. In questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 3 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico, Valore terapeutico aggiunto, Qualità delle prove. Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Ma restava ancora un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Ma quando si parla di innovazione è molto importante comprendere come molte delle terapie introdotte che non entrano nei parametri valutativi AIFA sopra elencati, possano generare ricadute importanti sulla semplificazione e sull’aderenza alle cure così come sull’impatto organizzativo e assistenziale. Nonostante questo grande impegno delle autorità regolatorie Internazionali e Nazionali ancora oggi la tempistica di accesso reale per il paziente all’innovazione introdotta, può richiedere molti mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione/valutazione/indicazioni delle commissioni regionali, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato. Partendo dall’esempio della regione Lombardia, Motore sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica, endocrinologica, che negli anni ha visto una accelerazione in termini di prodotti di ricerca innovativi davvero dirompente, nei confronti della quale in alcuni casi il paziente non ha tempo di attendere. L'articolo L’accesso regionale alle terapie innovative l’esempio della regione SICILIA proviene da Motoresanità.it. Read More
MODALITÀ DI ACCESSO ALLE TERAPIE INNOVATIVE – LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. In questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 3 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico, Valore terapeutico aggiunto, Qualità delle prove. Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Inoltre restava un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Quando si parla di innovazione è molto importante comprendere come molte delle terapie introdotte che non entrano nei parametri valutativi AIFA sopra elencati, possano generare ricadute importanti sulla semplificazione e sull’aderenza alle cure così come sull’impatto organizzativo e assistenziale. Nonostante questo grande impegno delle autorità regolatorie Internazionali e Nazionali ancora oggi la tempistica di accesso reale per il paziente all’innovazione introdotta, può richiedere molti mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione/valutazione/indicazioni delle commissioni regionali, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato.
L’attività di Horizon Scanning(HS) consiste nella individuazione e ricerca di novità in ambito sanitario in relazione a Tecnologie sanitarie, nuove o obsolete,  (farmaci-dispositivi-apparecchiature-tecnologie…) per le valutazioni conseguenti in termini di impatto clinico e anche economico. E’ così possibile rapidamente informare tutti gli stakeholder ( cittadini, clinici, operatori SSN…)sui possibili effetti positivi sulla salute. AIFA pubblica annualmente un dettagliato report sui farmaci in arrivo. La metodologia HS si presta ad essere utilizzata anche in ambiti normativi, organizzativi, formativi etc. Partendo dall’esempio della Regione Lombardia, Motore Sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica, endocrinologica, che negli anni ha visto una accelerazione in termini di prodotti di ricerca innovativi davvero dirompente, nei confronti della quale in alcuni casi il paziente
Progetto Vitiligine LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La vitiligine è una condizione cronica della pelle caratterizzata dalla comparsa, in vari distretti corporei, di chiazze bianche o traslucide dove manca del tutto la fisiologica colorazione dovuta alla melanina. La causa sarebbe l’attacco da parte del sistema immunitario ai melanociti, cellule produttrici di questo pigmento, ma allo stato attuale delle conoscenze è considerata una patologia multifattoriale con cause non solo immuno-mediate ma anche genetiche, endocrine, metaboliche, infiammatorie e secondo alcune ipotesi anche virali. I fattori di rischio comunque includono, seppure con una relazione non completamente chiarita, anche storia familiare di questa patologia o di altre malattie autoimmuni (ipertiroidismo in particolare se causato dalla malattia di Graves o ipotiroidismo in particolare se causato dalla tiroidite di Hashimoto, alopecia areata, anemia perniciosa, diabete, morbo di Addison). Le zone colpite sono il viso, le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ginocchia, le mani, la cresta tibiale, le caviglie, le ascelle, l’ano e l’area genitale, l’ombelico e i capezzoli. La cute affetta è estremamente predisposta alle ustioni solari. Le zone cutanee interessate producono anche peli di colore bianco. Viene classificata in 2 forme: una detta segmentaria (meno diffusa colpisce una sola zona del corpo, monolateralmente tendenzialmente non progressiva) ed una non-segmentaria (più diffusa simmetrica e progressiva che colpisce in particolare volto e arti superiori e inferiori). Nella forma più severa si arriva in alcuni anni alla perdita quasi completa della colorazione cutanea del corpo. Per quanto riguarda l’epidemiologia non ci sono dati sicuri ma a livello mondiale si stima che colpisca circa 0,5-2% della popolazione (100 milioni). In Italia si stima una prevalenza di circa 700 mila – 1 milione con una età media d’insorgenza tra i 10 e i 30 anni. La vitiligine non incide sulla aspettativa di vita ed è considerata una patologia di tipo “estetico”. Ma come condizione può avere pesanti ripercussioni psicologiche: infatti è tra le malattie con i più bassi indici di qualità della vita, per l’impatto psicologico che causa nei pazienti e le ricadute sociali/di relazione sia nella vita professionale che privata. In passato le diverse terapie disponibili portavano spesso ad insuccesso terapeutico, ma oggi la ricerca ha prodotto interessanti nuove opportunità di cura attraverso lo sviluppo di inibitori JAK (ruxolitinib) e di anticorpi monoclonali anti-IL-15Rβ (in grado di colpire linfociti T autoreattivi e far regredire stabilmente la patologia) L'articolo Progetto Vitiligine LOMBARDIA proviene da Motoresanità.it. Read More
LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – PALERMO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – PALERMO proviene da Motoresanità.it. Read More
LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – TORINO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – TORINO proviene da Motoresanità.it. Read More
CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni – PIEMONTE, LIGURIA E TRIVENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel decimo anniversario della somministrazione di una terapia sperimentale a base di CAR-T a Emily Whitehead, la bambina di 7 anni affetta da leucemia che fu trattata al Children’s Hospital di Philadelphia, nuove terapie a base di cellule CAR-T si aggiungono con grandi aspettative e nuovi sviluppi per nuove indicazioni. L’innovazione portata dalle terapie CAR-T al di fuori di ogni dubbio rappresenta uno dei traguardi medici più importanti del nuovo secolo nella battaglia contro i tumori. Ai loro successi ed al loro sviluppo futuro sono stati dedicati centinaia di lavori; molti di questi hanno contribuito alle attuali indicazioni e molti altri stanno facendo la stessa cosa per anticiparne l’utilizzo ed ampliarlo ad altre patologie. Infatti, alle indicazioni per la leucemia linfoblastica acuta, il linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B, linfoma a cellule mantellari, linfoma follicolare, si aggiungono quelle sul mieloma multiplo e le anticipazioni alla 2° linea nel linfoma diffuso a grandi cellule B e linfoma a cellule B ad alto grado. nel mieloma i primi dati indicano un tasso di risposta globale (ORR) 98%, tasso di risposta completa (CR) 83%, sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale mediana (OS) non raggiunte, suggerendo che più del 50% dei pazienti è libero da progressione di malattia ad oltre 2 anni*). Una sola infusione di questo trattamento personalizzato per tutte queste indicazioni rappresenta una speranza di vita unica, per quanti non hanno alternative terapeutiche al progredire della loro patologia. Nonostante l’esperienza accumulata con le prime indicazioni riguardasse un numero esiguo di pazienti, essa ha comunque messo a dura prova il sistema organizzativo assistenziale, facendo subito emergere la necessità di creare nuovi concreti modelli rapidamente applicabili, poiché i tempi di accesso sono cruciali e critici per i pazienti. Alcuni nodi sono emersi da subito come fondamentali in questo senso: accreditamento richiesto ai centri per poter somministrare e gestire in piena sicurezza la procedura in ogni suo passaggio, organico adeguato e pienamente dedicato, spazi adeguati all’interno della struttura accreditata, percorso amministrativo strutturato, efficiente, rapido nei diversi passaggi contrattuali dall’acquisto in poi. L'articolo CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni – PIEMONTE, LIGURIA E TRIVENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
Scompenso cardiaco: cura salvavita per 1 milione di italiani (di cui 100mila vivono in Toscana)
Motoresanità.it Occorre adesso mettere in atto modelli assistenziali innovativi che mettano in contatto più stretto sul territorio il medico di famiglia, il cardiologo e l’infermiere. 18 aprile 2023 – Lo scompenso cardiaco, seconda causa di ricovero ospedaliero dopo il parto, rappresenta uno dei problemi più rilevanti dal punto di vista assistenziale che abbiamo da tempo nei nostri ospedali sia perché i pazienti sono tanti – potenzialmente la malattia riguarda 1 milione di italiani, di cui 100mila in regione Toscana – sia perché, essendo una patologia cronica, sono frequenti gli episodi di recidive e di reingresso ospedaliero. Percentualmente i pazienti sono in maggioranza anziani (oltre i 70 anni) e con più patologie e questo complica ulteriormente il quadro clinico.  SVOLTA NELLA CURA Fortunatamente, dal punto di vista farmacologico, esistono oggi grandi novità nella cura dello scompenso cardiaco, grazie agli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i):farmaco che nasce come anti diabetico, ma che ha dimostrato una grande efficacia anche nel trattamento dello scompenso cardiaco, essendo in grado di ridurre l’andamento della mortalità già dalle prime settimane dall’inizio della somministrazione. Sono farmaci estremamente facili da utilizzare, con dosaggio unico e senza la necessità, nel tempo, di incrementare le dosi, inoltre hanno effetti collaterali molto ridotti. “Potenzialmente garantiscono una gamma di utilizzo su pazienti molto vasta e da parte di specialisti diversi (cardiologo, internista, medico di medicina generale) – spiega Massimo Milli, Direttore SC Cardiologia Firenze 1, Azienda USL Toscana Centro, nel corso de webinar “L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI – SCOMPENSO CARDIACO – Focus on SGLT2i TOSCANA”, promosso da Motore Sanità con il patrocinio di Regione Toscana, Azienda USL Toscana Centro, Azienda USL Toscana nord ovest, Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi, Università di Siena e con il contributo incondizionato di Boehringer Ingelheim e Lilly. Si tratterà adesso di capire come utilizzarli al meglio insieme alle altre 3 classi di farmaci per lo scompenso cardiaco (ARNI – betabloccanti e anti aldosteronici), così come raccomandano le linee guida”. TELEMEDICINA E PROSSIMITÀ DELLA CURAOtre all’ottimizzazione della terapia, dobbiamo pensare all’ottimizzazione organizzativa per l’inserimento dei pazienti in percorsi assistenziali – continua Milli. Uno degli aspetti che sarà da implementare nel prossimo futuro, inoltre, è l’ascesa in campo della telemedicina: la tecnologia ci offre tante possibilità di cura e di assistenza a domicilio del paziente, ma dobbiamo costruire dei modelli organizzativi, affinché le informazioni raccolte vengano gestite al meglio. Altro aspetto quello della prossimità della cura: sempre di più con la nascita delle case di comunità sul territorio si giocherà la partita di questi pazienti cronici e quindi occorre mettere in atto dei modelli assistenziali innovativi che mettano essenzialmente il medico di famiglia e il cardiologo in contatto più stretto sul territorio per creare un link e una risposta efficace e immediata per il paziente che si rivolge al Servizio sanitario nazionale. Questo in collaborazione con l’infermiere, altra figura professionale fondamentale”.  PATOLOGIA DESTINATA AD AUMENTARE La Consigliera Donatella Spadi – Membro della Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Toscana
Lo snodo chiave della transizione nelle Malattie rare neuromuscolari – VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 100.000 persone. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. Ancora oggi nel nostro paese in questo ambito, gli screening neonatali ed il ritardo diagnostico (mediamente pari a 6,5 anni secondo il registro Lombardo) emergono come snodi chiave su cui agire. Ed oltre a questo i modelli assistenziali messi in campo dai diversi SSR fanno in modo che una volta ottenuta una corretta diagnosi, la presa in carico non sia sempre equa ed uniforme. Molto si è fatto in Italia dal punto di vista legislativo in questi ultimi 2 anni ed anche se non tutto quanto previsto sarà attuabile subito, contemporaneamente ed uniformemente nelle diverse realtà assistenziale delle Ns Regioni. A questo si aggiungano le difficoltà di gestione del modello di transizione che in molte di queste patologie come ad es° quelle neuromuscolari (NMD) richiede un’assistenza integrata ed una continuità delle cure efficace dall’infanzia all’età adulta. Solo con un lavoro di gruppo ben coordinato attraverso team multidisciplinari correttamente formati è possibile una presa in carico a 360° in grado non solo di fornire le migliori cure disponibili ma anche consigli pratici sulla vita quotidiana, supporto psicologico e consentire un reale reinserimento sociale. Tra le diverse NMD (Distrofie Muscolari, Neuropatie geneticamente determinate e infiammatorie, Patologie della placca neuromuscolare, come le Miastenie le Miopatie infiammatorie, Congenite e Encefalomiopatie mitocondriali) un es° significativo è quello dell’atrofia muscolare spinale (SMA), condizione neuromuscolare genetica che affligge ogni anno, nel mondo, circa 1 bambino ogni 6.000 nati vivi. In Italia sono 1300 i pazienti con Atrofia Muscolare Spinale stimati. Essa è causata da un difetto nel gene chiamato SMN1, il principale responsabile della produzione della proteina SMN che gioca un ruolo fondamentale nella sopravvivenza dei motoneuroni del midollo spinale. Quando i livelli di proteina SMN sono ridotti, i motoneuroni non riescono più a spedire i segnali ai muscoli, causandone una riduzione nelle dimensioni e indebolendoli in maniera progressiva. Viene diagnosticata in età pediatrica rara e progredisce rapidamente causando appunto indebolimento dei muscoli ed a seconda della sua gravità può portare a difficoltà nel muoversi, nel mangiare e in alcuni casi nel respirare, rendendo i pazienti progressivamente dipendenti dai familiari e dai caregiver. In molti casi oggi contenere i tempi tra screening estesi, diagnosi, presa in carico diventa fondamentale per cambiare la storia di malattia e la vita di queste persone poiché la ricerca ha portato nuove opportunità di cura e nuove speranze. E il passaggio dalla fase pediatrica a quella adulta coglie spesso il sistema assistenziale impreparato. Motore Sanità intende organizzare delle giornate di analisi e proposte per implementarne azioni concrete in questo ambito. ANALISI DEI BISOGNI Far emergere criticità e punti di forza della filiera di cura
L’accesso regionale alle terapie innovative L’esempio della regione LAZIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. In questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 3 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico, Valore terapeutico aggiunto, Qualità delle prove. Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Ma restava ancora un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Ma quando si parla di innovazione è molto importante comprendere come molte delle terapie introdotte che non entrano nei parametri valutativi AIFA sopra elencati, possano generare ricadute importanti sulla semplificazione e sull’aderenza alle cure così come sull’impatto organizzativo e assistenziale. Nonostante questo grande impegno delle autorità regolatorie Internazionali e Nazionali ancora oggi la tempistica di accesso reale per il paziente all’innovazione introdotta, può richiedere molti mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione/ valutazione/indicazioni delle commissioni regionali, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato. Partendo dall’esempio della regione Lombardia, Motore sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica, endocrinologica, che negli anni ha visto una accelerazione in termini di prodotti di ricerca innovativi davvero dirompente, nei confronti della quale in alcuni casi il paziente non ha tempo di attendere. L'articolo L’accesso regionale alle terapie innovative L’esempio della regione LAZIO proviene da Motoresanità.it. Read More
PRESA IN CARICO  DEL PAZIENTE DIABETICO  dal pre covid al post covid, FOCUS REGIONE PIEMONTE nuove terapie: costi e opportunitÀ
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE   Il diabete, da molti definita “la malattia cronica” per il suo impatto gestionale rappresentativo di una cronicità complessa a 360°, ha ricadute assistenziali importanti sui servizi sanitari Nazionale e Regionali: le stime più recenti sulla sola spesa tra costi sanitari diretti (9 MLD) e costi indiretti (circa 11 MLD) indicano cifre di almeno 20 Mld di €/ anno. In termini di ricadute sulla salute non si deve poi dimenticare che questa malattia rappresenta la 1° causa di cecità, la 1° causa di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la 2° causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, la concausa di metà degli infarti e degli ictus.   A complicare questo quadro già di per sé preoccupante, la recente pandemia da SARS-CoV-2, ha messo in luce la fragilità di questa popolazione di pazienti con dei dati di mortalità e morbilità grave, tra i più alti non solo in Italia ma in tutto il mondo. Inoltre ha prodotto ritardi nella diagnosi, nella presa in carico e nel monitoraggio della condizione di malattia, facendo emergere tutte le debolezze del sistema assistenziale, molto legate in particolare alla continuità delle cure.   In risposta a questo il PNRR ha stanziato ingenti risorse per la riorganizzazione dei servizi in grado di rispondere ai bisogni di questa popolazione. Punti fondamentali del percorso da intraprendere sotto l’impulso all’innovazione tecnologica, sono il potenziamento della digitalizzazione per un’adeguata condivisione dei dati tra gli attori di sistema, l’utilizzo ottimale dell’innovazione farmacologica e dei devices disponibili. Ora però è necessario passare alla fase di azione/realizzazione nelle regioni. Motore Sanità vorrebbe affrontare questo tema partendo da una regione di riferimento per buone pratiche assistenziali come la regione Piemonte, ponendosi alcune domande. Pre e post-covid da dove ripartire nella revisione dei servizi assistenziali dedicati alle persone con diabete? Come semplificare/sburocratizzare i percorsi di diagnosi e cura? Come facilitare l’accesso all’innovazione considerandola non più solo un costo bensì un investimento necessario? L'articolo PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE DIABETICO dal pre covid al post covid, FOCUS REGIONE PIEMONTE nuove terapie: costi e opportunitÀ proviene da Motoresanità.it. Read More
Biosimilari una soluzione concreta a garanzia dell’equità e dell’accesso sostenibile alle cure – CALABRIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO I farmaci biosimilari rappresentano una grande opportunità per la sostenibilità dei sistemi sanitari a livello mondiale. Attraverso il loro impiego, nel rispetto delle attuali normative Internazionali e Nazionali è opinione comune che si possa consentire il trattamento attraverso cure consolidate nel tempo dai dati real world, efficaci, sicure, per un numero maggiore di pazienti, garantendo più salute a parità di risorse. Inoltre in un’epoca in cui l’innovazione, introdotta da una propulsione straordinaria della ricerca, ha reso disponibili in quasi tutte le patologie, cure costose ma che cambiano l’aspettativa di vita dei cittadini malati, i biosimilari rappresentano una grande opportunità per creare sostenibilità e garanzia di accesso all’innovazione stessa. E molto chiara è la posizione dell’ente regolatorio Nazionale AIFA, che nel suo 2° documento “Position Paper sui Farmaci Biosimilari”, chiarisce ogni aspetto critico legato all’utilizzo di queste importanti opzioni terapeutiche. La scelta di trattamento rimane una decisione clinica affidata al medico e concordata con il paziente. “Per questi motivi è fondamentale promuovere un dialogo costruttivo tra il medico e il paziente sulle scelte terapeutiche a disposizione, contribuendo, così, alla formazione di pazienti consapevoli e partecipi”. Ma a che punto siamo dall’introduzione dei primi biosimilari ad oggi nelle varie regioni? Vi è stato un allargamento delle popolazioni da trattare? E’ stata colta l’opportunità con l’uso dei Biosimilari di ottenere risorse dai bilanci regionali in grado di dare accesso rapido all’innovazione? Motore sanità ritiene, attraverso il monitoraggio di quanto sta accadendo nelle diverse regioni, che sia il momento di aprire un nuovo dialogo su questo aspetto cruciale, condividendo criticità realizzative e buone pratiche adottate nei diversi territori. L'articolo Biosimilari una soluzione concreta a garanzia dell’equità e dell’accesso sostenibile alle cure – CALABRIA proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCONNECTION: STATI GENERALI: NORD OVEST LIGURIA, LOMBARDIA, PIEMONTE/VALLE D’AOSTA – SECONDA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il futuro dell’oncologia è promettente e sempre in continua evoluzione. Ci sono molte aree di ricerca in corso per migliorare la diagnosi, il trattamento e la cura dei tumori. Molte conquiste sono diventate realtà: per citarne solo alcune, lo studio dei checkpoints immunologici e la genomica hanno rivoluzionato dal punto di vista diagnostico e terapeutico la gran parte delle patologie oncologiche. Rispetto alle difficoltà di ricerca nell’individuare le prime mutazioni specifiche scoperte, con anni necessari per la messa a punto di nuove terapie che spesso col tempo diventavano resistenti, oggi siamo arrivati a livelli di conoscenza molto avanzati che utilizzano metodologie diagnostiche estremamente evolute. Le sigle oggi ALK, BRAF, NTRK 1, 2, 3, ROS1, BRAS, EGFR, HER2, BRCA1, BRCA2, PD1, PDL1 indicano un continuo patrimonio di conoscenze che cambia e si somma tra diverse linee di tumore in studio. E la stessa misura della malattia minima residua (MRD) ottenibile con alcune tecnologie di laboratorio molto sofisticate in grado di trovare una cellula cancerosa tra un milione di cellule normali, è fattore chiave per valutare l’esito della terapia utilizzata o capire se il tumore rischia di ripresentarsi ed individuarlo precocemente, in modo da riorganizzare un nuovo piano terapeutico mirato. Le certezze che in breve tempo arrivano dagli studi basket delle molte terapie agnostiche resesi disponibili,  richiedono rapidità di valutazioni sul loro impatto clinico in termini di esiti della cura, da traslare in altre linee tumorali e forme di tumore. L’efficacia degli anti-PD1/anti-PD- L1, la selettività d’azione degli anticorpi bispecifici, le attuali e nuove indicazioni di CART, sono punti che richiedono estrema attenzione programmatoria nella nuova governance dell’oncologia. L’impatto del modello mutazionale è ed è stato particolarmente forte sui diversi livelli organizzativi del servizio sanitario. In primo luogo, relativamente alla definizione di confini, ambiti e competenze dei professionisti. E qualunque progresso diagnostico-terapeutico e’ nullo se non e’ accompagnato dalla capacità del sistema di accogliere l’innovazione. Ancora oggi nonostante l’accesso ai farmaci innovativi sia molto migliorato in Italia, la complessità burocratica spesso generata dal reale ed equo accesso in ogni singola regione, crea ancora un ritardo considerevole rispetto ad altri paesi dell’area EMA. L’accesso reale è inoltre fortemente condizionato da un disallineamento tra l’approvazione e la rimborsabilità della parte farmaceutica con quella della parte diagnostica che oramai per tutte le terapie targhettizzate è un passaggio obbligato. Per quanto riguarda poi la sostenibilità della spesa, nè la costituzione dei fondi sovraregionali dedicati ai farmaci innovativi né la riunione dei 2 fondi in un unico fondo né l’eventuale avanzo del fondo restituito alle regioni (non vincolato) sembrano aver risolto le molte criticità.  Timore di ogni regione è quanto possa accadere quando il periodo di riconoscimento dell’innovazione piena a carico dello stato decadrà e quanto già accade con l’obbligo di messa a disposizione immediata nelle regioni delle terapie cui è stata riconosciuta l’innovazione condizionata. Per affrontare questi problemi cogenti ed urgenti per il futuro dell’oncologia nelle varie realtà macroregionali, Motore Sanità organizza eventi macroregionali che riuniscono i massimi esperti del
Progetto Vitiligine CAMPANIA, PUGLIA e SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La vitiligine è una condizione cronica della pelle caratterizzata dalla comparsa, in vari distretti corporei, di chiazze bianche o traslucide dove manca del tutto la fisiologica colorazione dovuta alla melanina. La causa sarebbe l’attacco da parte del sistema immunitario ai melanociti, cellule produttrici di questo pigmento, ma allo stato attuale delle conoscenze è considerata una patologia multifattoriale con cause non solo immuno-mediate ma anche genetiche, endocrine, metaboliche, infiammatorie e secondo alcune ipotesi anche virali. I fattori di rischio comunque includono, seppure con una relazione non completamente chiarita, anche storia familiare di questa patologia o di altre malattie autoimmuni (ipertiroidismo in particolare se causato dalla malattia di Graves o ipotiroidismo in particolare se causato dalla tiroidite di Hashimoto, alopecia areata, anemia perniciosa, diabete, morbo di Addison). Le zone colpite sono il viso, le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ginocchia, le mani, la cresta tibiale, le caviglie, le ascelle, l’ano e l’area genitale, l’ombelico e i capezzoli. La cute affetta è estremamente predisposta alle ustioni solari. Le zone cutanee interessate producono anche peli di colore bianco. Viene classificata in 2 forme: una detta segmentaria (meno diffusa colpisce una sola zona del corpo, monolateralmente tendenzialmente non progressiva) ed una non-segmentaria (più diffusa simmetrica e progressiva che colpisce in particolare volto e arti superiori e inferiori). Nella forma più severa si arriva in alcuni anni alla perdita quasi completa della colorazione cutanea del corpo. Per quanto riguarda l’epidemiologia non ci sono dati sicuri ma a livello mondiale si stima che colpisca circa 0,5-2% della popolazione (100 milioni). In Italia si stima una prevalenza di circa 700 mila – 1 milione con una età media d’insorgenza tra i 10 e i 30 anni. La vitiligine non incide sulla aspettativa di vita ed è considerata una patologia di tipo “estetico”. Ma come condizione può avere pesanti ripercussioni psicologiche: infatti è tra le malattie con i più bassi indici di qualità della vita, per l’impatto psicologico che causa nei pazienti e le ricadute sociali/di relazione sia nella vita professionale che privata. In passato le diverse terapie disponibili portavano spesso ad insuccesso terapeutico, ma oggi la ricerca ha prodotto interessanti nuove opportunità di cura attraverso lo sviluppo di inibitori JAK (ruxolitinib) e di anticorpi monoclonali anti-IL-15Rβ (in grado di colpire linfociti T autoreattivi e far regredire stabilmente la patologia) L'articolo Progetto Vitiligine CAMPANIA, PUGLIA e SICILIA proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCONNECTION: STATI GENERALI: NORD OVEST LIGURIA, LOMBARDIA, PIEMONTE/VALLE D’AOSTA – PRIMA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il futuro dell’oncologia è promettente e sempre in continua evoluzione. Ci sono molte aree di ricerca in corso per migliorare la diagnosi, il trattamento e la cura dei tumori. Molte conquiste sono diventate realtà: per citarne solo alcune, lo studio dei checkpoints immunologici e la genomica hanno rivoluzionato dal punto di vista diagnostico e terapeutico la gran parte delle patologie oncologiche. Rispetto alle difficoltà di ricerca nell’individuare le prime mutazioni specifiche scoperte, con anni necessari per la messa a punto di nuove terapie che spesso col tempo diventavano resistenti, oggi siamo arrivati a livelli di conoscenza molto avanzati che utilizzano metodologie diagnostiche estremamente evolute. Le sigle oggi ALK, BRAF, NTRK 1, 2, 3, ROS1, BRAS, EGFR, HER2, BRCA1, BRCA2, PD1, PDL1 indicano un continuo patrimonio di conoscenze che cambia e si somma tra diverse linee di tumore in studio. E la stessa misura della malattia minima residua (MRD) ottenibile con alcune tecnologie di laboratorio molto sofisticate in grado di trovare una cellula cancerosa tra un milione di cellule normali, è fattore chiave per valutare l’esito della terapia utilizzata o capire se il tumore rischia di ripresentarsi ed individuarlo precocemente, in modo da riorganizzare un nuovo piano terapeutico mirato. Le certezze che in breve tempo arrivano dagli studi basket delle molte terapie agnostiche resesi disponibili,  richiedono rapidità di valutazioni sul loro impatto clinico in termini di esiti della cura, da traslare in altre linee tumorali e forme di tumore. L’efficacia degli anti-PD1/anti-PD- L1, la selettività d’azione degli anticorpi bispecifici, le attuali e nuove indicazioni di CART, sono punti che richiedono estrema attenzione programmatoria nella nuova governance dell’oncologia. L’impatto del modello mutazionale è ed è stato particolarmente forte sui diversi livelli organizzativi del servizio sanitario. In primo luogo, relativamente alla definizione di confini, ambiti e competenze dei professionisti. E qualunque progresso diagnostico-terapeutico e’ nullo se non e’ accompagnato dalla capacità del sistema di accogliere l’innovazione. Ancora oggi nonostante l’accesso ai farmaci innovativi sia molto migliorato in Italia, la complessità burocratica spesso generata dal reale ed equo accesso in ogni singola regione, crea ancora un ritardo considerevole rispetto ad altri paesi dell’area EMA. L’accesso reale è inoltre fortemente condizionato da un disallineamento tra l’approvazione e la rimborsabilità della parte farmaceutica con quella della parte diagnostica che oramai per tutte le terapie targhettizzate è un passaggio obbligato. Per quanto riguarda poi la sostenibilità della spesa, nè la costituzione dei fondi sovraregionali dedicati ai farmaci innovativi né la riunione dei 2 fondi in un unico fondo né l’eventuale avanzo del fondo restituito alle regioni (non vincolato) sembrano aver risolto le molte criticità.  Timore di ogni regione è quanto possa accadere quando il periodo di riconoscimento dell’innovazione piena a carico dello stato decadrà e quanto già accade con l’obbligo di messa a disposizione immediata nelle regioni delle terapie cui è stata riconosciuta l’innovazione condizionata. Per affrontare questi problemi cogenti ed urgenti per il futuro dell’oncologia nelle varie realtà macroregionali, Motore Sanità organizza eventi macroregionali che riuniscono i massimi esperti del
La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA proviene da Motoresanità.it. Read More
La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – Bologna
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – Bologna proviene da Motoresanità.it. Read More
Qualità degli ospedali e rapporto Pubblico/Privato
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE I recenti dati sulla qualità degli ospedali di Agenas ripropongono  benchmark di complessa applicabilità e con discordanza con i dati del monitoraggio LEA e con i dati di mobilità interregionale  dei pazienti. La differente distribuzione delle strutture private accreditate nelle regioni che operano come servizio pubblico e l’obbligo degli ospedali pubblici a fornire risposte complete alle necessità dei cittadini, palesano realtà regionali variegate e proposte che devono facilitare l’offerta qualitativa e quantitativa ospedaliera e non creare ulteriore confusione in un quadro di per sè complicato e sottofinanziato. Per discutere su come rilanciare l’offerta ospedaliera pubblica e privata in linea con gli altri paesi europei, Motore Sanità organizza un webinar coinvolgendo i diretti interessati che giornalmente si confrontano realmente con temi di cui sopra. L'articolo Qualità degli ospedali e rapporto Pubblico/Privato proviene da Motoresanità.it. Read More
Progetto Vitiligine LAZIO, ABRUZZO e SARDEGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La vitiligine è una condizione cronica della pelle caratterizzata dalla comparsa, in vari distretti corporei, di chiazze bianche o traslucide dove manca del tutto la fisiologica colorazione dovuta alla melanina. La causa sarebbe l’attacco da parte del sistema immunitario ai melanociti, cellule produttrici di questo pigmento, ma allo stato attuale delle conoscenze è considerata una patologia multifattoriale con cause non solo immuno-mediate ma anche genetiche, endocrine, metaboliche, infiammatorie e secondo alcune ipotesi anche virali. I fattori di rischio comunque includono, seppure con una relazione non completamente chiarita, anche storia familiare di questa patologia o di altre malattie autoimmuni (ipertiroidismo in particolare se causato dalla malattia di Graves o ipotiroidismo in particolare se causato dalla tiroidite di Hashimoto, alopecia areata, anemia perniciosa, diabete, morbo di Addison). Le zone colpite sono il viso, le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ginocchia, le mani, la cresta tibiale, le caviglie, le ascelle, l’ano e l’area genitale, l’ombelico e i capezzoli. La cute affetta è estremamente predisposta alle ustioni solari. Le zone cutanee interessate producono anche peli di colore bianco. Viene classificata in 2 forme: una detta segmentaria (meno diffusa colpisce una sola zona del corpo, monolateralmente tendenzialmente non progressiva) ed una non-segmentaria (più diffusa simmetrica e progressiva che colpisce in particolare volto e arti superiori e inferiori). Nella forma più severa si arriva in alcuni anni alla perdita quasi completa della colorazione cutanea del corpo. Per quanto riguarda l’epidemiologia non ci sono dati sicuri ma a livello mondiale si stima che colpisca circa 0,5-2% della popolazione (100 milioni). In Italia si stima una prevalenza di circa 700 mila – 1 milione con una età media d’insorgenza tra i 10 e i 30 anni. La vitiligine non incide sulla aspettativa di vita ed è considerata una patologia di tipo “estetico”. Ma come condizione può avere pesanti ripercussioni psicologiche: infatti è tra le malattie con i più bassi indici di qualità della vita, per l’impatto psicologico che causa nei pazienti e le ricadute sociali/di relazione sia nella vita professionale che privata. In passato le diverse terapie disponibili portavano spesso ad insuccesso terapeutico, ma oggi la ricerca ha prodotto interessanti nuove opportunità di cura attraverso lo sviluppo di inibitori JAK (ruxolitinib) e di anticorpi monoclonali anti-IL-15Rβ (in grado di colpire linfociti T autoreattivi e far regredire stabilmente la patologia) L'articolo Progetto Vitiligine LAZIO, ABRUZZO e SARDEGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCONNECTION -STATI GENERALI – CENTRO: LAZIO, MARCHE, TOSCANA, UMBRIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il futuro dell’oncologia è promettente e sempre in continua evoluzione. Ci sono molte aree di ricerca in corso per migliorare la diagnosi, il trattamento e la cura dei tumori. Molte conquiste sono diventate realtà: per citarne solo alcune, lo studio dei checkpoints immunologici e la genomica hanno rivoluzionato dal punto di vista diagnostico e terapeutico la gran parte delle patologie oncologiche. Rispetto alle difficoltà di ricerca nell’individuare le prime mutazioni specifiche scoperte, con anni necessari per la messa a punto di nuove terapie che spesso col tempo diventavano resistenti, oggi siamo arrivati a livelli di conoscenza molto avanzati che utilizzano metodologie diagnostiche estremamente evolute. Le sigle oggi ALK, BRAF, NTRK 1, 2, 3, ROS1, BRAS, EGFR, HER2, BRCA1, BRCA2, PD1, PDL1 indicano un continuo patrimonio di conoscenze che cambia e si somma tra diverse linee di tumore in studio. E la stessa misura della malattia minima residua (MRD) ottenibile con alcune tecnologie di laboratorio molto sofisticate in grado di trovare una cellula cancerosa tra un milione di cellule normali, è fattore chiave per valutare l’esito della terapia utilizzata o capire se il tumore rischia di ripresentarsi ed individuarlo precocemente, in modo da riorganizzare un nuovo piano terapeutico mirato. Le certezze che in breve tempo arrivano dagli studi basket delle molte terapie agnostiche resesi disponibili,  richiedono rapidità di valutazioni sul loro impatto clinico in termini di esiti della cura, da traslare in altre linee tumorali e forme di tumore. L’efficacia degli anti-PD1/anti-PD- L1, la selettività d’azione degli anticorpi bispecifici, le attuali e nuove indicazioni di CART, sono punti che richiedono estrema attenzione programmatoria nella nuova governance dell’oncologia. L’impatto del modello mutazionale è ed è stato particolarmente forte sui diversi livelli organizzativi del servizio sanitario. In primo luogo, relativamente alla definizione di confini, ambiti e competenze dei professionisti. E qualunque progresso diagnostico-terapeutico e’ nullo se non e’ accompagnato dalla capacità del sistema di accogliere l’innovazione. Ancora oggi nonostante l’accesso ai farmaci innovativi sia molto migliorato in Italia, la complessità burocratica spesso generata dal reale ed equo accesso in ogni singola regione, crea ancora un ritardo considerevole rispetto ad altri paesi dell’area EMA. L’accesso reale è inoltre fortemente condizionato da un disallineamento tra l’approvazione e la rimborsabilità della parte farmaceutica con quella della parte diagnostica che oramai per tutte le terapie targhettizzate è un passaggio obbligato. L'articolo ONCONNECTION -STATI GENERALI – CENTRO: LAZIO, MARCHE, TOSCANA, UMBRIA proviene da Motoresanità.it. Read More
percorso vaccinale per i malati cronici  piano nazionale prevenzione vaccinale e sue applicazioni regionali nell’ambito della vaccinazione dell’adulto – EMILIA-ROMAGNA UP TO DATE SUI RISULTATI RAGGIUNTI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La prevenzione è il tema trasversale che attraversa tutte le componenti del global health, e tra la prevenzione primaria e secondaria emerge con forza, soprattutto dopo il periodo pandemico, l’importanza delle campagne vaccinali nei bambini e negli adulti. Oltretutto l’active ageing comporta, per ottenere un invecchiamento in salute vero, la prevenzione di malattie quali le polmoniti comuni per le quali il SSN e a cascata i SSR prevedono la somministrazione gratuita per gli over 65. Uno degli obiettivi dell’incontro è la sensibilizzazione culturale e organizzativa della politica vaccinale sui pazienti fragili al fine di aumentare le coperture. Per fare il punto della situazione partendo dalle best practice regionali e ragionando sui modelli di risparmio e su quelli operativi legati alle vaccinazioni negli adulti, Motore Sanità organizza una mattinata di riflessioni con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interessati. L'articolo percorso vaccinale per i malati cronici piano nazionale prevenzione vaccinale e sue applicazioni regionali nell’ambito della vaccinazione dell’adulto – EMILIA-ROMAGNA UP TO DATE SUI RISULTATI RAGGIUNTI proviene da Motoresanità.it. Read More
Lo snodo chiave della transizione nelle Malattie rare neuromuscolari – TOSCANA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO
Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 100.000 persone. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone.
Ancora oggi nel nostro paese in questo ambito, gli screening neonatali ed il ritardo diagnostico (mediamente pari a 6,5 anni secondo il registro Lombardo) emergono come snodi chiave su cui agire. Ed oltre a questo i modelli assistenziali messi in campo dai diversi SSR fanno in modo che una volta ottenuta una corretta diagnosi, la presa in carico non sia sempre equa ed uniforme.
Molto si è fatto in Italia dal punto di vista legislativo in questi ultimi 2 anni ed anche se non tutto quanto previsto sarà attuabile subito, contemporaneamente ed uniformemente nelle diverse realtà assistenziale delle Ns Regioni. A questo si aggiungano le difficoltà di gestione del modello di transizione che in molte di queste patologie come ad es° quelle neuromuscolari (NMD) richiede un’assistenza integrata ed una continuità delle cure efficace dall’infanzia all’età adulta. Solo con un lavoro di gruppo ben coordinato attraverso team multidisciplinari correttamente formati è possibile una presa in carico a 360° in grado non solo di fornire le migliori cure disponibili ma anche consigli pratici sulla vita quotidiana, supporto psicologico e consentire un reale reinserimento sociale.
Tra le diverse NMD (Distrofie Muscolari, Neuropatie geneticamente determinate e infiammatorie, Patologie della placca neuromuscolare, come le Miastenie le Miopatie infiammatorie, Congenite e Encefalomiopatie mitocondriali) un es° significativo è quello dell’atrofia muscolare spinale (SMA), condizione neuromuscolare genetica che affligge ogni anno, nel mondo, circa 1 bambino ogni 6.000 nati vivi. In Italia sono 1300 i pazienti con Atrofia Muscolare Spinale stimati.
Essa è causata da un difetto nel gene chiamato SMN1, il principale responsabile della produzione della proteina SMN che gioca un ruolo fondamentale nella sopravvivenza dei motoneuroni del midollo spinale. Quando i livelli di proteina SMN sono ridotti, i motoneuroni non riescono più a spedire i segnali ai muscoli, causandone una riduzione nelle dimensioni e indebolendoli in maniera progressiva. Viene diagnosticata in età pediatrica rara e progredisce rapidamente causando appunto indebolimento dei muscoli ed a seconda della sua gravità può portare a difficoltà nel muoversi, nel mangiare e in alcuni casi nel respirare, rendendo i pazienti progressivamente dipendenti dai familiari e dai caregiver.
In molti casi oggi contenere i tempi tra screening estesi, diagnosi, presa in carico diventa fondamentale per cambiare la storia di malattia e la vita di queste persone poiché la ricerca ha portato nuove opportunità di cura e nuove speranze. E il passaggio dalla fase pediatrica a quella adulta coglie spesso il sistema assistenziale impreparato. Motore Sanità intende organizzare delle giornate di analisi e proposte per implementarne azioni concrete in questo ambito. ANALISI DEI BISOGNI Far emergere criticità e punti di forza della filiera di cura
CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni – SUD: PUGLIA, CAMPANIA E ABRUZZO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel decimo anniversario della somministrazione di una terapia sperimentale a base di CAR-T a Emily Whitehead, la bambina di 7 anni affetta da leucemia che fu trattata al Children’s Hospital di Philadelphia, nuove terapie a base di cellule CAR-T si aggiungono con grandi aspettative e nuovi sviluppi per nuove indicazioni. L’innovazione portata dalle terapie CAR-T al di fuori di ogni dubbio rappresenta uno dei traguardi medici più importanti del nuovo secolo nella battaglia contro i tumori. Ai loro successi ed al loro sviluppo futuro sono stati dedicati centinaia di lavori. Molti di questi hanno contribuito alle attuali indicazioni e molti altri stanno facendo la stessa cosa per le future ampliandone l’utilizzo in altre patologie. Infatti alle indicazioni per la leucemia linfoblastica acuta, il linfoma diffuso a grandi cellule B, il linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B, si aggiungono quelle da tempo attese sul mieloma multiplo, fornendo nuova grande speranza per molti pazienti (studi a 2 anni di follow-up ad oggi pubblicati: tasso di risposta globale (ORR) 98%, tasso di risposta completa (CR) 83%, sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale mediana (OS) non raggiunte, suggerendo che più del 50% dei pazienti è libero da progressione di malattia ad oltre 2 anni*). Una sola infusione di questo trattamento personalizzato per tutte queste indicazioni rappresenta una speranza di vita unica, per quanti non hanno alternative terapeutiche al progredire della loro patologia. Nonostante l’esperienza accumulata con le prime indicazioni riguardasse un numero esiguo di pazienti, essa ha comunque messo a dura prova il sistema organizzativo assistenziale, facendo subito emergere la necessità di creare nuovi concreti modelli rapidamente applicabili, poiché i tempi di accesso sono cruciali e critici per i pazienti. Alcuni nodi sono emersi da subito come fondamentali in questo senso: accreditamento richiesto ai centri per poter somministrare e gestire in piena sicurezza la procedura in ogni suo passaggio, organico adeguato e pienamente dedicato, spazi adeguati all’interno della struttura accreditata, percorso amministrativo strutturato, efficiente, rapido nei diversi passaggi contrattuali dall’acquisto in poi. L'articolo CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni – SUD: PUGLIA, CAMPANIA E ABRUZZO proviene da Motoresanità.it. Read More
L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE L’ESEMPIO DELLA REGIONE CAMPANIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. In questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 3 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico, Valore terapeutico aggiunto, Qualità delle prove. Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Ma restava ancora un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Ma quando si parla di innovazione è molto importante comprendere come molte delle terapie introdotte che non entrano nei parametri valutativi AIFA sopra elencati, possano generare ricadute importanti sulla semplificazione e sull’aderenza alle cure così come sull’impatto organizzativo e assistenziale. Nonostante questo grande impegno delle autorità regolatorie Internazionali e Nazionali ancora oggi la tempistica di accesso reale per il paziente all’innovazione introdotta, può richiedere molti mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione/ valutazione/indicazioni delle commissioni regionali, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato. Partendo dall’esempio della regione Lombardia, Motore sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica, endocrinologica, che negli anni ha visto una accelerazione in termini di prodotti di ricerca innovativi davvero dirompente, nei confronti della quale in alcuni casi il paziente non ha tempo di attendere. L'articolo L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE L’ESEMPIO DELLA REGIONE CAMPANIA proviene da Motoresanità.it. Read More
La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – GENOVA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – GENOVA proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCONNECTION STATI GENERALI – SUD – CALABRIA, CAMPANIA, PUGLIA, SARDEGNA, SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il futuro dell’oncologia è promettente e sempre in continua evoluzione. Ci sono molte aree di ricerca in corso per migliorare la diagnosi, il trattamento e la cura dei tumori. Molte conquiste sono diventate realtà: per citarne solo alcune, lo studio dei checkpoints immunologici e la genomica hanno rivoluzionato dal punto di vista diagnostico e terapeutico la gran parte delle patologie oncologiche. Rispetto alle difficoltà di ricerca nell’individuare le prime mutazioni specifiche scoperte, con anni necessari per la messa a punto di nuove terapie che spesso col tempo diventavano resistenti, oggi siamo arrivati a livelli di conoscenza molto avanzati che utilizzano metodologie diagnostiche estremamente evolute. Le sigle oggi ALK, BRAF, NTRK 1, 2, 3, ROS1, BRAS, EGFR, HER2, BRCA1, BRCA2, PD1, PDL1 indicano un continuo patrimonio di conoscenze che cambia e si somma tra diverse linee di tumore in studio. E la stessa misura della malattia minima residua (MRD) ottenibile con alcune tecnologie di laboratorio molto sofisticate in grado di trovare una cellula cancerosa tra un milione di cellule normali, è fattore chiave per valutare l’esito della terapia utilizzata o capire se il tumore rischia di ripresentarsi ed individuarlo precocemente, in modo da riorganizzare un nuovo piano terapeutico mirato.  Le certezze che in breve tempo arrivano dagli studi basket delle molte terapie agnostiche resesi disponibili,  richiedono rapidità di valutazioni sul loro impatto clinico in termini di esiti della cura, da traslare in altre linee tumorali e forme di tumore. L’efficacia degli anti-PD1/anti-PD- L1, la selettività d’azione degli anticorpi bispecifici, le attuali e nuove indicazioni di CART, sono punti che richiedono estrema attenzione programmatoria nella nuova governance dell’oncologia. L’impatto del modello mutazionale è ed è stato particolarmente forte sui diversi livelli organizzativi del servizio sanitario. In primo luogo, relativamente alla definizione di confini, ambiti e competenze dei professionisti. E qualunque progresso diagnostico-terapeutico e’ nullo se non e’ accompagnato dalla capacità del sistema di accogliere l’innovazione. Ancora oggi nonostante l’accesso ai farmaci innovativi sia molto migliorato in Italia, la complessità burocratica spesso generata dal reale ed equo accesso in ogni singola regione, crea ancora un ritardo considerevole rispetto ad altri paesi dell’area EMA. L’accesso reale è inoltre fortemente condizionato da un disallineamento tra l’approvazione e la rimborsabilità della parte farmaceutica con quella della parte diagnostica che oramai per tutte le terapie targhettizzate è un passaggio obbligato. Per quanto riguarda poi la sostenibilità della spesa, nè la costituzione dei fondi sovraregionali dedicati ai farmaci innovativi né la riunione dei 2 fondi in un unico fondo né l’eventuale avanzo del fondo restituito alle regioni (non vincolato) sembrano aver risolto le molte criticità.  Timore di ogni regione è quanto possa accadere quando il periodo di riconoscimento dell’innovazione piena a carico dello stato decadrà e quanto già accade con l’obbligo di messa a disposizione immediata nelle regioni delle terapie cui è stata riconosciuta l’innovazione condizionata. Per affrontare questi problemi cogenti ed urgenti per il futuro dell’oncologia nelle varie realtà macroregionali, Motore Sanità organizza eventi che riuniscono i massimi esperti del settore
LA GOVERNANCE DELLA DIASTASI ADDOMINALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ ISCRIVITI IN PRESENZA ⇐   ⇒ Programma   RAZIONALE SCIENTIFICO   La diastasi addominale è una condizione in cui i muscoli retti dell’addome si separano, creando una zona di debolezza che provoca un’alterazione del profilo della parete addominale. In Italia la diastasi dei retti ha un’incidenza del 30% nelle donne dopo la gravidanza –  oltre 100 mila.  La causa sembra essere un rilassamento dei tessuti connettivi che mantengono i muscoli retti uniti alla linea mediana. Considerata troppo spesso come un problema solo estetico, la sua cura richiede, invece, un approccio chirurgico. Infatti questa condizione può causare complessi ed invalidanti deficit funzionali, quali incontinenza urinaria, lombalgia e alterazioni della normale funzione gastro intestinale che impattano fortemente sulla qualità di vita delle pazienti. Il mancato o il non corretto trattamento di questa patologia si riflette pertanto sia sui costi sociali che sul Sistema Sanitario Nazionale. Per contro, all’innovazione ed all’evoluzione tecnologica dei trattamenti chirurgici, oggi in Italia non corrisponde un sistema di rimborso adeguato che permetta di sostenere i costi correlati a questo tipo di patologia. La sensibilizzazione ed il confronto con le istituzioni da parte delle associazioni dei pazienti, dei clinici e degli economisti, è auspicabile per trovare gli strumenti atti a gestire questo tipo di quadro clinico. Motore Sanità ha intenzione di riunire alcuni stakeholders per analizzare lo stato dell’arte e porre in essere alcune proposte migliorative del processo. L'articolo LA GOVERNANCE DELLA DIASTASI ADDOMINALE proviene da Motoresanità.it. Read More
La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA proviene da Motoresanità.it. Read More
MA SIAMO MAI STATI VERAMENTE OSPEDALOCENTRICI? UN RAGIONAMENTO SUL FUTURO DEGLI OSPEDALI IN ITALIA E SUL LORO RAPPORTO CON LA PROSSIMA MEDICINA TERRITORIALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it I dati di benchmark con gli altri paesi europei palesano una realtà’ diversa da come sino ad ora raccontato. Negli ultimi anni abbiamo diminuito in Italia i posti letto per acuti senza potenziare ne’ le lungodegenze ne’ l’attività’ territoriale. Gli altri paesi europei hanno in realtà redistribuito i posti letto diminuendo quelli per acuti ma aumentando in maniera significativa le long term care permettendo un turn over dei pazienti per noi impossibile poiché i pazienti dimissibili ma non gestibili senza una lungodegenza rimangono in ospedale per acuti occupando posti letto che impediscono il ricovero dai dipartimenti d’urgenza e naturalmente quelli programmati in primis quelli chirurgici. Le RSA in parte hanno supplito alle carenze del long term care ma l’aumento delle rette e la insufficiente copertura assistenziale e sanitaria non ha risolto il problema. Il rapporto ospedale e territorio permane insoddisfacente e le tensioni intorno al DM 77 a partire sull’errata valutazione delle future risorse umane a disposizione ne complica l’attuazione. Il ruolo futuro delle urgenze e della tecnologia ospedaliera da rinnovare grazie ai fondi del PNRR non procedono su una direzione condivisa, e una presa in carico dei pazienti integrata quale quella dello share care e team work della Danimarca e Svezia, per citarne alcuni, rimane una chimera ostaggio di interessi contrapposti. Sulla analisi reale della situazione ospedaliera in Italia e sulle azioni da intraprendere, Motore Sanita’ organizza un webinar con il coinvolgimento degli stakeholder per andare oltre alla difficile soluzione del DM 77 ripartendo dagli ospedali. L'articolo MA SIAMO MAI STATI VERAMENTE OSPEDALOCENTRICI? UN RAGIONAMENTO SUL FUTURO DEGLI OSPEDALI IN ITALIA E SUL LORO RAPPORTO CON LA PROSSIMA MEDICINA TERRITORIALE proviene da Motoresanità.it. Read More
La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – ROMA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – ROMA proviene da Motoresanità.it. Read More
EPILESSIE RARE STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA CALABRIA, SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le Epilessie farmacoresistenti rappresentano oltre il 30% di tutte le forme epilettiche, sono caratterizzate da una ampia variabilità etiopatogenetica e clinica  e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste Epilessie non responder sono Epilessie rare, per lo più ad insorgenza in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo. Non esiste un dato preciso sul numero esatto di pazienti con Epilessie rare in Italia. Nel Registro Nazionale delle Epilessie Rare (RES), che raccoglie dati soltanto su alcune forme di Epilessia rare in Italia, al 31 dicembre 2020 erano registrati circa 2.300 casi di Epilessie rare, di cui il 53,5% di sesso femminile e il 46,5% maschile. Va però sottolineato che il RES include solo alcune forme di Epilessia rare e che molti pazienti  non sono ancora stati diagnosticati o registrati nei registri medici ufficiali, e quindi è presumibile che questi casi siano fortemente sottostimati.  Tuttavia, si stima che le Epilessie rare rappresentino circa il 10-20% di tutti i casi di Epilessia.Come ogni malattia rara, una Epilessia rara è definita epidemiologicamente da un’incidenza < 5 casi su 10.000 e tra le forme di epilessia farmaco-resistente vi rientrano quindi le Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo che compaiono in epoca neonatale/infantile e che hanno talvolta un’etiologia genetica nota. A titolo di esempio si può citare la Sindrome di Dravet, che insorge nel primo anno di vita in bambini fino ad allora normali, con crisi di vario tipo spesso scatenate dalla febbre, cui poi si associa un deficit di sviluppo cognitivo-comportamentale. Si calcola che la Sindrome di Dravet colpisca circa 6,5/100.000 nati vivi e nell’80% dei casi in essi è riscontrabile una variante patogenetica del gene SCN1A. La Sindrome di Lennox-Gastaut invece è un’ Encefalopatia Epilettica e di Sviluppo che esordisce più tardivamente (con picco tra i 3 ed i 5 anni) e che si presenta con crisi di vario tipo, anch’esse farmacoresistenti ed associate a disturbi della sfera cognitivo-comportamentale. L’etiologia in questo caso è più variabile e la prevalenza è calcolata nell’1-2% di tutte le forme di Epilessia. Tra le Malattie rare con Epilessia rientra anche la Sclerosi Tuberosa (TSC), una malattia multisistemica a espressione variabile e geneticamente determinata, che coinvolge vari organi ed apparati e che può essere sospettata in epoca neonatale o nei primi mesi di vita per la presenza di crisi epilettiche, macchie cutanee ipomelanotiche e per ritardo nell’acquisizione delle principali tappe di sviluppo cognitivo-comportamentale. L'articolo EPILESSIE RARE STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA CALABRIA, SICILIA proviene da Motoresanità.it. Read More
CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni – CENTRO: TOSCANA, EMILIA-ROMAGNA, UMBRIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel decimo anniversario della somministrazione di una terapia sperimentale a base di CAR-T a Emily Whitehead, la bambina di 7 anni affetta da leucemia che fu trattata al Children’s Hospital di Philadelphia, nuove terapie a base di cellule CAR-T si aggiungono con grandi aspettative e nuovi sviluppi per nuove indicazioni. L’innovazione portata dalle terapie CAR-T al di fuori di ogni dubbio rappresenta uno dei traguardi medici più importanti del nuovo secolo nella battaglia contro i tumori. Ai loro successi ed al loro sviluppo futuro sono stati dedicati centinaia di lavori. Molti di questi hanno contribuito alle attuali indicazioni e molti altri stanno facendo la stessa cosa per le future ampliandone l’utilizzo in altre patologie. Infatti alle indicazioni per la leucemia linfoblastica acuta, il linfoma diffuso a grandi cellule B, il linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B, si aggiungono quelle da tempo attese sul mieloma multiplo, fornendo nuova grande speranza per molti pazienti (studi a 2 anni di follow-up ad oggi pubblicati: tasso di risposta globale (ORR) 98%, tasso di risposta completa (CR) 83%, sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale mediana (OS) non raggiunte, suggerendo che più del 50% dei pazienti è libero da progressione di malattia ad oltre 2 anni*). Una sola infusione di questo trattamento personalizzato per tutte queste indicazioni rappresenta una speranza di vita unica, per quanti non hanno alternative terapeutiche al progredire della loro patologia. Nonostante l’esperienza accumulata con le prime indicazioni riguardasse un numero esiguo di pazienti, essa ha comunque messo a dura prova il sistema organizzativo assistenziale, facendo subito emergere la necessità di creare nuovi concreti modelli rapidamente applicabili, poiché i tempi di accesso sono cruciali e critici per i pazienti. Alcuni nodi sono emersi da subito come fondamentali in questo senso: accreditamento richiesto ai centri per poter somministrare e gestire in piena sicurezza la procedura in ogni suo passaggio, organico adeguato e pienamente dedicato, spazi adeguati all’interno della struttura accreditata, percorso amministrativo strutturato, efficiente, rapido nei diversi passaggi contrattuali dall’acquisto in poi. L'articolo CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni – CENTRO: TOSCANA, EMILIA-ROMAGNA, UMBRIA proviene da Motoresanità.it. Read More
L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE L’ESEMPIO DELLA REGIONE LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. In questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 3 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico, Valore terapeutico aggiunto, Qualità delle prove. Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Ma restava ancora un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Ma quando si parla di innovazione è molto importante comprendere come molte delle terapie introdotte che non entrano nei parametri valutativi AIFA sopra elencati, possano generare ricadute importanti sulla semplificazione e sull’aderenza alle cure così come sull’impatto organizzativo e assistenziale. Nonostante questo grande impegno delle autorità regolatorie Internazionali e Nazionali ancora oggi la tempistica di accesso reale per il paziente all’innovazione introdotta, può richiedere molti mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione/ valutazione/indicazioni delle commissioni regionali, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato. Partendo dall’esempio della regione Lombardia, Motore sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica, endocrinologica, che negli anni ha visto una accelerazione in termini di prodotti di ricerca innovativi davvero dirompente, nei confronti della quale in alcuni casi il paziente non ha tempo di attendere. L'articolo L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE L’ESEMPIO DELLA REGIONE LOMBARDIA proviene da Motoresanità.it. Read More
HCV-HDV DALLA DIAGNOSI, ALLA RIVOLUZIONE DELLA CURA, ALL’EMERSIONE DEL SOMMERSO PERCORSI REGIONALI: EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Era l’ormai lontano 2013 quando nello scenario mondiale si affacciava una rivoluzionaria terapia per la cura dell’HCV. Da quel momento in poi la diagnosi e la cura dell’HCV hanno rappresentato non solo una pietra miliare nella ricerca biomedica ma anche il primo vero esempio di come innovazione, sostenibilità del sistema, accesso alle cure e determinazione del prezzo in un Market Access complesso e frammentato, fossero obiettivi raggiungibili. Ed anche un esempio di come fosse necessario sviluppare una vera politica del farmaco nazionale ed europea. In Italia le diverse regioni hanno impostato da allora una filiera applicativa e di controllo sullo screening dei potenziali soggetti malati, delle coorti maggiormente a rischio, programmando le terapie per livello di urgenza e rischio, monitorando attentamente l’evoluzione dei risultati di questo percorso. Ma gli obiettivi prefissati sono stati totalmente raggiunti? Quali sono i passi che restano ancora da fare? Oggi è chiaro e sancito dal D.M. 14 maggio 2021, come la riemersione del sommerso sia un passaggio cruciale da completare per sconfiggere il virus e la malattia. E si affaccia anche la cura per una nuova forma virale conosciuta causa di epatite Delta. Le risorse dedicate dal legislatore in questo percorso sono focalizzate su 3 popolazioni di riferimento: popolazione generale (coorte di nascita 1969-1989), soggetti in carico ai SerD e soggetti detenuti. Ad oggi tutte le regioni destinatarie di questo finanziamento hanno recepito nei loro piani di prevenzione il D.M. e stanno implementando i propri progetti esecutivi nei diversi territori, ma con varie velocità e varie difficoltà. Tanto che gli obiettivi indicati da raggiungere nel 2022 sono stati prorogati al 2023. Una vita senza epatite C  è quindi oggi un obiettivo raggiungibile ma è cruciale che si mettano in atto le politiche sanitarie finanziate in grado oltre che di far emergere il sommerso, di garantire subito l’accesso al trattamento a tutti gli individui infetti. Motore Sanità ritiene che rimanga fondamentale un confronto sulle attuali e future strategie che sfruttando le risorse del PNRR permettano la revisione organizzativa necessaria in questo rush finale. Ed intende partire dalla regione Emilia Romagna da sempre modello organizzativo virtuoso nei suoi percorsi di prevenzione, facendo focus sulle strategie di implementazione dell’ASL Romagna. L'articolo HCV-HDV DALLA DIAGNOSI, ALLA RIVOLUZIONE DELLA CURA, ALL’EMERSIONE DEL SOMMERSO PERCORSI REGIONALI: EMILIA-ROMAGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
Stigma e awareness in SALUTE MENTALE Coordinamento nazionale dei Direttori dei DSM italiani in collaborazione con ASL Roma 1 e Motore Sanità
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ Programma RAZIONALE La salute mentale è componente fondamentale della salute generale della popolazione ed è garanzia della convivenza civile. Investire in questo campo ha un ritorno immediato sulla scuola e l’università, sul mondo del lavoro, sull’integrazione e la sicurezza sociale. Molti autorevoli studi affermano che gli investimenti in salute mentale portano ad un incremento del PIL nel medio termine. Lo scenario attuale, al contrario, è caratterizzato da un crescente divario tra bisogni e risorse disponibili. Infatti, mentre assistiamo da un lato all’incremento costante dell’incidenza dei disturbi mentali gravi, oltre che ad una vera pandemia dei casi di co-morbilità con l’uso di sostanze, che, insieme ai disturbi del neuro-sviluppo come i Disturbi dello spettro autistico, l’ADHD, la Schizofrenia e il Disturbo bipolare, interessano oltre il 6% della popolazione, dall’altro ci troviamo di fronte ad un enorme e drammatico problema di carenza di risorse, più grave nell’ambito della salute mentale che negli altri campi della sanità. La quota del FSN dedicata alla salute mentale, definita al 5% dalla CU nel 2001, è oggi in media inferiore al 3%; ciò rende impossibile qualunque cambiamento organizzativo che possa cogliere i bisogni emergenti e mina l’efficacia degli interventi, sia di natura psicosociale che farmacologica. A ciò si aggiunge l’emergenza drammatica dei pazienti autori di reato, cresciuti a dismisura dopo la legge che ha chiuso gli OPG, emergenza che ricade totalmente sui Dipartimenti di Salute Mentale che sono tenuti oggi anche a compiti di custodia. A ciò si aggiunge lo stigma che condiziona fortemente sia le persone affette da queste patologie, sia il rapporto dell’intera società con il tema della salute mentale, assente dai programmi di politica sanitaria e senza alcuna attenzione da parte dell’opinione pubblica, tranne quando accadono fatti di cronaca. Inoltre, la piena consapevolezza del disturbo e dei percorsi di cura, obiettivo di ogni strategia terapeutica, non dovrebbe coinvolgere solo i cittadini portatori di un disagio/disturbo, ma anche i loro familiari, i gruppi sociali di appartenenza e, più in generale, la società tutta. In questo nuovo incontro, nella giornata mondiale della Salute Mentale, vogliamo interrogarci su stigma e consapevolezza come fattori determinanti nella promozione e cura della salute mentale e fare il punto sulle proposte fatte dal Coordinamento dei Direttori dei DSM italiani alle Istituzioni. È l’occasione per dare voce non solo ai professionisti, ma anche a tutti gli stakeholder coinvolti. L'articolo Stigma e awareness in SALUTE MENTALE Coordinamento nazionale dei Direttori dei DSM italiani in collaborazione con ASL Roma 1 e Motore Sanità proviene da Motoresanità.it. Read More
Percorso vaccinale nel paziente fragile e over 65 STATO DELL’ARTE IN REGIONE ABRUZZO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Secondo il Piano nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive, spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Facendo alcuni esempi, fra questi il Vaccino anti-pneumococcico è consigliato a tutti coloro che presentino diverse patologie croniche come cardiopatie, malattie polmonari, diabete mellito, epatopatie inclusa la cirrosi epatica, emoglobinopatie, immunodeficienze congenite o acquisite, infezione da Hiv, neoplasie oncologiche e oncoematologiche, insufficienza renale ma anche trapianto d’organo. Ma nonostante questo ed altri vaccini siano stati introdotti nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano non soddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati. In primis impegnandosi nel recupero delle coorti di popolazione di pazienti anziani e fragili. Questo potrebbe rappresentare un intervento preventivo di valore clinico ed economico importante, in grado di evitare ricoveri e patologie acute che abitualmente li espongono a forti rischi di salute ed addirittura di vita. Per fare questo si dovrebbe agire sul territorio, visto che molte di queste coorti sono strettamente seguite oltre che dai SIESP anche dai MMG in RSA e ADI. Lavorando in questa direzione, la Regione Abruzzo, attraverso un piano organizzato e ben concordato, potrebbe raggiungere questo virtuoso traguardo di salute pubblica. Fondamentale sarà l’istituzione di una cabina di regia che oltre a coinvolgere i principali attori di sistema, stabilisca indicatori di monitoraggio e controllo sul breve, medio e lungo periodo, chiarendo come le nuove strutture territoriali previste dal PNRR (comprese le farmacie dei servizi) potrebbero essere di supporto per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Motore Sanità vorrebbe creare delle occasioni di incontro per facilitare ed accelerare lo sviluppo ed il monitoraggio di questo percorso. L'articolo Percorso vaccinale nel paziente fragile e over 65 STATO DELL’ARTE IN REGIONE ABRUZZO proviene da Motoresanità.it. Read More
L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE L’ESEMPIO DELLA REGIONE LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. In questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 3 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico, Valore terapeutico aggiunto, Qualità delle prove. Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Ma restava ancora un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Ma quando si parla di innovazione è molto importante comprendere come molte delle terapie introdotte che non entrano nei parametri valutativi AIFA sopra elencati, possano generare ricadute importanti sulla semplificazione e sull’aderenza alle cure così come sull’impatto organizzativo e assistenziale. Nonostante questo grande impegno delle autorità regolatorie Internazionali e Nazionali ancora oggi la tempistica di accesso reale per il paziente all’innovazione introdotta, può richiedere molti mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione/ valutazione/indicazioni delle commissioni regionali, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato. Partendo dall’esempio della regione Lombardia, Motore sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica, endocrinologica, che negli anni ha visto una accelerazione in termini di prodotti di ricerca innovativi davvero dirompente, nei confronti della quale in alcuni casi il paziente non ha tempo di attendere. L'articolo L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE L’ESEMPIO DELLA REGIONE LOMBARDIA proviene da Motoresanità.it. Read More
CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni – CENTRO: TOSCANA, EMILIA-ROMAGNA, UMBRIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel decimo anniversario della somministrazione di una terapia sperimentale a base di CAR-T a Emily Whitehead, la bambina di 7 anni affetta da leucemia che fu trattata al Children’s Hospital di Philadelphia, nuove terapie a base di cellule CAR-T si aggiungono con grandi aspettative e nuovi sviluppi per nuove indicazioni. L’innovazione portata dalle terapie CAR-T al di fuori di ogni dubbio rappresenta uno dei traguardi medici più importanti del nuovo secolo nella battaglia contro i tumori. Ai loro successi ed al loro sviluppo futuro sono stati dedicati centinaia di lavori. Molti di questi hanno contribuito alle attuali indicazioni e molti altri stanno facendo la stessa cosa per le future ampliandone l’utilizzo in altre patologie. Infatti alle indicazioni per la leucemia linfoblastica acuta, il linfoma diffuso a grandi cellule B, il linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B, si aggiungono quelle da tempo attese sul mieloma multiplo, fornendo nuova grande speranza per molti pazienti (studi a 2 anni di follow-up ad oggi pubblicati: tasso di risposta globale (ORR) 98%, tasso di risposta completa (CR) 83%, sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale mediana (OS) non raggiunte, suggerendo che più del 50% dei pazienti è libero da progressione di malattia ad oltre 2 anni*). Una sola infusione di questo trattamento personalizzato per tutte queste indicazioni rappresenta una speranza di vita unica, per quanti non hanno alternative terapeutiche al progredire della loro patologia. Nonostante l’esperienza accumulata con le prime indicazioni riguardasse un numero esiguo di pazienti, essa ha comunque messo a dura prova il sistema organizzativo assistenziale, facendo subito emergere la necessità di creare nuovi concreti modelli rapidamente applicabili, poiché i tempi di accesso sono cruciali e critici per i pazienti. Alcuni nodi sono emersi da subito come fondamentali in questo senso: accreditamento richiesto ai centri per poter somministrare e gestire in piena sicurezza la procedura in ogni suo passaggio, organico adeguato e pienamente dedicato, spazi adeguati all’interno della struttura accreditata, percorso amministrativo strutturato, efficiente, rapido nei diversi passaggi contrattuali dall’acquisto in poi. L'articolo CAR-T Breakthrough innovation NODI CHIAVE DA SCIOGLIERE – Dalle esperienze attuali alle nuove indicazioni – CENTRO: TOSCANA, EMILIA-ROMAGNA, UMBRIA proviene da Motoresanità.it. Read More
EPILESSIE RARE STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA CALABRIA, SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le Epilessie farmacoresistenti rappresentano oltre il 30% di tutte le forme epilettiche, sono caratterizzate da una ampia variabilità etiopatogenetica e clinica  e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste Epilessie non responder sono Epilessie rare, per lo più ad insorgenza in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo. Non esiste un dato preciso sul numero esatto di pazienti con Epilessie rare in Italia. Nel Registro Nazionale delle Epilessie Rare (RES), che raccoglie dati soltanto su alcune forme di Epilessia rare in Italia, al 31 dicembre 2020 erano registrati circa 2.300 casi di Epilessie rare, di cui il 53,5% di sesso femminile e il 46,5% maschile. Va però sottolineato che il RES include solo alcune forme di Epilessia rare e che molti pazienti  non sono ancora stati diagnosticati o registrati nei registri medici ufficiali, e quindi è presumibile che questi casi siano fortemente sottostimati.  Tuttavia, si stima che le Epilessie rare rappresentino circa il 10-20% di tutti i casi di Epilessia.Come ogni malattia rara, una Epilessia rara è definita epidemiologicamente da un’incidenza < 5 casi su 10.000 e tra le forme di epilessia farmaco-resistente vi rientrano quindi le Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo che compaiono in epoca neonatale/infantile e che hanno talvolta un’etiologia genetica nota. A titolo di esempio si può citare la Sindrome di Dravet, che insorge nel primo anno di vita in bambini fino ad allora normali, con crisi di vario tipo spesso scatenate dalla febbre, cui poi si associa un deficit di sviluppo cognitivo-comportamentale. Si calcola che la Sindrome di Dravet colpisca circa 6,5/100.000 nati vivi e nell’80% dei casi in essi è riscontrabile una variante patogenetica del gene SCN1A. La Sindrome di Lennox-Gastaut invece è un’ Encefalopatia Epilettica e di Sviluppo che esordisce più tardivamente (con picco tra i 3 ed i 5 anni) e che si presenta con crisi di vario tipo, anch’esse farmacoresistenti ed associate a disturbi della sfera cognitivo-comportamentale. L’etiologia in questo caso è più variabile e la prevalenza è calcolata nell’1-2% di tutte le forme di Epilessia. Tra le Malattie rare con Epilessia rientra anche la Sclerosi Tuberosa (TSC), una malattia multisistemica a espressione variabile e geneticamente determinata, che coinvolge vari organi ed apparati e che può essere sospettata in epoca neonatale o nei primi mesi di vita per la presenza di crisi epilettiche, macchie cutanee ipomelanotiche e per ritardo nell’acquisizione delle principali tappe di sviluppo cognitivo-comportamentale. L'articolo EPILESSIE RARE STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA CALABRIA, SICILIA proviene da Motoresanità.it. Read More
MA SIAMO MAI STATI VERAMENTE OSPEDALOCENTRICI? UN RAGIONAMENTO SUL FUTURO DEGLI OSPEDALI IN ITALIA E SUL LORO RAPPORTO CON LA PROSSIMA MEDICINA TERRITORIALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it I dati di benchmark con gli altri paesi europei palesano una realtà’ diversa da come sino ad ora raccontato. Negli ultimi anni abbiamo diminuito in Italia i posti letto per acuti senza potenziare ne’ le lungodegenze ne’ l’attività’ territoriale. Gli altri paesi europei hanno in realtà redistribuito i posti letto diminuendo quelli per acuti ma aumentando in maniera significativa le long term care permettendo un turn over dei pazienti per noi impossibile poiché i pazienti dimissibili ma non gestibili senza una lungodegenza rimangono in ospedale per acuti occupando posti letto che impediscono il ricovero dai dipartimenti d’urgenza e naturalmente quelli programmati in primis quelli chirurgici. Le RSA in parte hanno supplito alle carenze del long term care ma l’aumento delle rette e la insufficiente copertura assistenziale e sanitaria non ha risolto il problema. Il rapporto ospedale e territorio permane insoddisfacente e le tensioni intorno al DM 77 a partire sull’errata valutazione delle future risorse umane a disposizione ne complica l’attuazione. Il ruolo futuro delle urgenze e della tecnologia ospedaliera da rinnovare grazie ai fondi del PNRR non procedono su una direzione condivisa, e una presa in carico dei pazienti integrata quale quella dello share care e team work della Danimarca e Svezia, per citarne alcuni, rimane una chimera ostaggio di interessi contrapposti. Sulla analisi reale della situazione ospedaliera in Italia e sulle azioni da intraprendere, Motore Sanita’ organizza un webinar con il coinvolgimento degli stakeholder per andare oltre alla difficile soluzione del DM 77 ripartendo dagli ospedali. L'articolo MA SIAMO MAI STATI VERAMENTE OSPEDALOCENTRICI? UN RAGIONAMENTO SUL FUTURO DEGLI OSPEDALI IN ITALIA E SUL LORO RAPPORTO CON LA PROSSIMA MEDICINA TERRITORIALE proviene da Motoresanità.it. Read More
La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – ROMA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – ROMA proviene da Motoresanità.it. Read More
La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA proviene da Motoresanità.it. Read More
LA GOVERNANCE DELLA DIASTASI ADDOMINALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ ISCRIVITI IN PRESENZA ⇐   ⇒ Programma   RAZIONALE SCIENTIFICO   La diastasi addominale è una condizione in cui i muscoli retti dell’addome si separano, creando una zona di debolezza che provoca un’alterazione del profilo della parete addominale. In Italia la diastasi dei retti ha un’incidenza del 30% nelle donne dopo la gravidanza –  oltre 100 mila.  La causa sembra essere un rilassamento dei tessuti connettivi che mantengono i muscoli retti uniti alla linea mediana. Considerata troppo spesso come un problema solo estetico, la sua cura richiede, invece, un approccio chirurgico. Infatti questa condizione può causare complessi ed invalidanti deficit funzionali, quali incontinenza urinaria, lombalgia e alterazioni della normale funzione gastro intestinale che impattano fortemente sulla qualità di vita delle pazienti. Il mancato o il non corretto trattamento di questa patologia si riflette pertanto sia sui costi sociali che sul Sistema Sanitario Nazionale. Per contro, all’innovazione ed all’evoluzione tecnologica dei trattamenti chirurgici, oggi in Italia non corrisponde un sistema di rimborso adeguato che permetta di sostenere i costi correlati a questo tipo di patologia. La sensibilizzazione ed il confronto con le istituzioni da parte delle associazioni dei pazienti, dei clinici e degli economisti, è auspicabile per trovare gli strumenti atti a gestire questo tipo di quadro clinico. Motore Sanità ha intenzione di riunire alcuni stakeholders per analizzare lo stato dell’arte e porre in essere alcune proposte migliorative del processo. L'articolo LA GOVERNANCE DELLA DIASTASI ADDOMINALE proviene da Motoresanità.it. Read More
Percorso vaccinale nel paziente fragile e over 65 STATO DELL’ARTE IN REGIONE ABRUZZO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Secondo il Piano nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive, spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Facendo alcuni esempi, fra questi il Vaccino anti-pneumococcico è consigliato a tutti coloro che presentino diverse patologie croniche come cardiopatie, malattie polmonari, diabete mellito, epatopatie inclusa la cirrosi epatica, emoglobinopatie, immunodeficienze congenite o acquisite, infezione da Hiv, neoplasie oncologiche e oncoematologiche, insufficienza renale ma anche trapianto d’organo. Ma nonostante questo ed altri vaccini siano stati introdotti nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano non soddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati. In primis impegnandosi nel recupero delle coorti di popolazione di pazienti anziani e fragili. Questo potrebbe rappresentare un intervento preventivo di valore clinico ed economico importante, in grado di evitare ricoveri e patologie acute che abitualmente li espongono a forti rischi di salute ed addirittura di vita. Per fare questo si dovrebbe agire sul territorio, visto che molte di queste coorti sono strettamente seguite oltre che dai SIESP anche dai MMG in RSA e ADI. Lavorando in questa direzione, la Regione Abruzzo, attraverso un piano organizzato e ben concordato, potrebbe raggiungere questo virtuoso traguardo di salute pubblica. Fondamentale sarà l’istituzione di una cabina di regia che oltre a coinvolgere i principali attori di sistema, stabilisca indicatori di monitoraggio e controllo sul breve, medio e lungo periodo, chiarendo come le nuove strutture territoriali previste dal PNRR (comprese le farmacie dei servizi) potrebbero essere di supporto per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Motore Sanità vorrebbe creare delle occasioni di incontro per facilitare ed accelerare lo sviluppo ed il monitoraggio di questo percorso. L'articolo Percorso vaccinale nel paziente fragile e over 65 STATO DELL’ARTE IN REGIONE ABRUZZO proviene da Motoresanità.it. Read More
Percorso vaccinale nel paziente fragile e over 65 STATO DELL’ARTE IN REGIONE ABRUZZO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Secondo il Piano nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive, spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Facendo alcuni esempi, fra questi il Vaccino anti-pneumococcico è consigliato a tutti coloro che presentino diverse patologie croniche come cardiopatie, malattie polmonari, diabete mellito, epatopatie inclusa la cirrosi epatica, emoglobinopatie, immunodeficienze congenite o acquisite, infezione da Hiv, neoplasie oncologiche e oncoematologiche, insufficienza renale ma anche trapianto d’organo. Ma nonostante questo ed altri vaccini siano stati introdotti nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano non soddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati. In primis impegnandosi nel recupero delle coorti di popolazione di pazienti anziani e fragili. Questo potrebbe rappresentare un intervento preventivo di valore clinico ed economico importante, in grado di evitare ricoveri e patologie acute che abitualmente li espongono a forti rischi di salute ed addirittura di vita. Per fare questo si dovrebbe agire sul territorio, visto che molte di queste coorti sono strettamente seguite oltre che dai SIESP anche dai MMG in RSA e ADI. Lavorando in questa direzione, la Regione Abruzzo, attraverso un piano organizzato e ben concordato, potrebbe raggiungere questo virtuoso traguardo di salute pubblica. Fondamentale sarà l’istituzione di una cabina di regia che oltre a coinvolgere i principali attori di sistema, stabilisca indicatori di monitoraggio e controllo sul breve, medio e lungo periodo, chiarendo come le nuove strutture territoriali previste dal PNRR (comprese le farmacie dei servizi) potrebbero essere di supporto per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Motore Sanità vorrebbe creare delle occasioni di incontro per facilitare ed accelerare lo sviluppo ed il monitoraggio di questo percorso. L'articolo Percorso vaccinale nel paziente fragile e over 65 STATO DELL’ARTE IN REGIONE ABRUZZO proviene da Motoresanità.it. Read More
Stigma e awareness in SALUTE MENTALE Coordinamento nazionale dei Direttori dei DSM italiani in collaborazione con ASL Roma 1 e Motore Sanità
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ Programma RAZIONALE La salute mentale è componente fondamentale della salute generale della popolazione ed è garanzia della convivenza civile. Investire in questo campo ha un ritorno immediato sulla scuola e l’università, sul mondo del lavoro, sull’integrazione e la sicurezza sociale. Molti autorevoli studi affermano che gli investimenti in salute mentale portano ad un incremento del PIL nel medio termine. Lo scenario attuale, al contrario, è caratterizzato da un crescente divario tra bisogni e risorse disponibili. Infatti, mentre assistiamo da un lato all’incremento costante dell’incidenza dei disturbi mentali gravi, oltre che ad una vera pandemia dei casi di co-morbilità con l’uso di sostanze, che, insieme ai disturbi del neuro-sviluppo come i Disturbi dello spettro autistico, l’ADHD, la Schizofrenia e il Disturbo bipolare, interessano oltre il 6% della popolazione, dall’altro ci troviamo di fronte ad un enorme e drammatico problema di carenza di risorse, più grave nell’ambito della salute mentale che negli altri campi della sanità. La quota del FSN dedicata alla salute mentale, definita al 5% dalla CU nel 2001, è oggi in media inferiore al 3%; ciò rende impossibile qualunque cambiamento organizzativo che possa cogliere i bisogni emergenti e mina l’efficacia degli interventi, sia di natura psicosociale che farmacologica. A ciò si aggiunge l’emergenza drammatica dei pazienti autori di reato, cresciuti a dismisura dopo la legge che ha chiuso gli OPG, emergenza che ricade totalmente sui Dipartimenti di Salute Mentale che sono tenuti oggi anche a compiti di custodia. A ciò si aggiunge lo stigma che condiziona fortemente sia le persone affette da queste patologie, sia il rapporto dell’intera società con il tema della salute mentale, assente dai programmi di politica sanitaria e senza alcuna attenzione da parte dell’opinione pubblica, tranne quando accadono fatti di cronaca. Inoltre, la piena consapevolezza del disturbo e dei percorsi di cura, obiettivo di ogni strategia terapeutica, non dovrebbe coinvolgere solo i cittadini portatori di un disagio/disturbo, ma anche i loro familiari, i gruppi sociali di appartenenza e, più in generale, la società tutta. In questo nuovo incontro, nella giornata mondiale della Salute Mentale, vogliamo interrogarci su stigma e consapevolezza come fattori determinanti nella promozione e cura della salute mentale e fare il punto sulle proposte fatte dal Coordinamento dei Direttori dei DSM italiani alle Istituzioni. È l’occasione per dare voce non solo ai professionisti, ma anche a tutti gli stakeholder coinvolti. L'articolo Stigma e awareness in SALUTE MENTALE Coordinamento nazionale dei Direttori dei DSM italiani in collaborazione con ASL Roma 1 e Motore Sanità proviene da Motoresanità.it. Read More
HCV-HDV DALLA DIAGNOSI, ALLA RIVOLUZIONE DELLA CURA, ALL’EMERSIONE DEL SOMMERSO PERCORSI REGIONALI: EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Era l’ormai lontano 2013 quando nello scenario mondiale si affacciava una rivoluzionaria terapia per la cura dell’HCV. Da quel momento in poi la diagnosi e la cura dell’HCV hanno rappresentato non solo una pietra miliare nella ricerca biomedica ma anche il primo vero esempio di come innovazione, sostenibilità del sistema, accesso alle cure e determinazione del prezzo in un Market Access complesso e frammentato, fossero obiettivi raggiungibili. Ed anche un esempio di come fosse necessario sviluppare una vera politica del farmaco nazionale ed europea. In Italia le diverse regioni hanno impostato da allora una filiera applicativa e di controllo sullo screening dei potenziali soggetti malati, delle coorti maggiormente a rischio, programmando le terapie per livello di urgenza e rischio, monitorando attentamente l’evoluzione dei risultati di questo percorso. Ma gli obiettivi prefissati sono stati totalmente raggiunti? Quali sono i passi che restano ancora da fare? Oggi è chiaro e sancito dal D.M. 14 maggio 2021, come la riemersione del sommerso sia un passaggio cruciale da completare per sconfiggere il virus e la malattia. E si affaccia anche la cura per una nuova forma virale conosciuta causa di epatite Delta. Le risorse dedicate dal legislatore in questo percorso sono focalizzate su 3 popolazioni di riferimento: popolazione generale (coorte di nascita 1969-1989), soggetti in carico ai SerD e soggetti detenuti. Ad oggi tutte le regioni destinatarie di questo finanziamento hanno recepito nei loro piani di prevenzione il D.M. e stanno implementando i propri progetti esecutivi nei diversi territori, ma con varie velocità e varie difficoltà. Tanto che gli obiettivi indicati da raggiungere nel 2022 sono stati prorogati al 2023. Una vita senza epatite C  è quindi oggi un obiettivo raggiungibile ma è cruciale che si mettano in atto le politiche sanitarie finanziate in grado oltre che di far emergere il sommerso, di garantire subito l’accesso al trattamento a tutti gli individui infetti. Motore Sanità ritiene che rimanga fondamentale un confronto sulle attuali e future strategie che sfruttando le risorse del PNRR permettano la revisione organizzativa necessaria in questo rush finale. Ed intende partire dalla regione Emilia Romagna da sempre modello organizzativo virtuoso nei suoi percorsi di prevenzione, facendo focus sulle strategie di implementazione dell’ASL Romagna. L'articolo HCV-HDV DALLA DIAGNOSI, ALLA RIVOLUZIONE DELLA CURA, ALL’EMERSIONE DEL SOMMERSO PERCORSI REGIONALI: EMILIA-ROMAGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
percorso vaccinale per i malati cronici  piano nazionale prevenzione vaccinale e sue applicazioni regionali nell’ambito della vaccinazione dell’adulto – EMILIA-ROMAGNA UP TO DATE SUI RISULTATI RAGGIUNTI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La prevenzione è il tema trasversale che attraversa tutte le componenti del global health, e tra la prevenzione primaria e secondaria emerge con forza, soprattutto dopo il periodo pandemico, l’importanza delle campagne vaccinali nei bambini e negli adulti. Oltretutto l’active ageing comporta, per ottenere un invecchiamento in salute vero, la prevenzione di malattie quali le polmoniti comuni per le quali il SSN e a cascata i SSR prevedono la somministrazione gratuita per gli over 65. Uno degli obiettivi dell’incontro è la sensibilizzazione culturale e organizzativa della politica vaccinale sui pazienti fragili al fine di aumentare le coperture. Per fare il punto della situazione partendo dalle best practice regionali e ragionando sui modelli di risparmio e su quelli operativi legati alle vaccinazioni negli adulti, Motore Sanità organizza una mattinata di riflessioni con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interessati. L'articolo percorso vaccinale per i malati cronici piano nazionale prevenzione vaccinale e sue applicazioni regionali nell’ambito della vaccinazione dell’adulto – EMILIA-ROMAGNA UP TO DATE SUI RISULTATI RAGGIUNTI proviene da Motoresanità.it. Read More
percorso vaccinale per i malati cronici  piano nazionale prevenzione vaccinale e sue applicazioni regionali nell’ambito della vaccinazione dell’adulto – EMILIA-ROMAGNA UP TO DATE SUI RISULTATI RAGGIUNTI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La prevenzione è il tema trasversale che attraversa tutte le componenti del global health, e tra la prevenzione primaria e secondaria emerge con forza, soprattutto dopo il periodo pandemico, l’importanza delle campagne vaccinali nei bambini e negli adulti. Oltretutto l’active ageing comporta, per ottenere un invecchiamento in salute vero, la prevenzione di malattie quali le polmoniti comuni per le quali il SSN e a cascata i SSR prevedono la somministrazione gratuita per gli over 65. Uno degli obiettivi dell’incontro è la sensibilizzazione culturale e organizzativa della politica vaccinale sui pazienti fragili al fine di aumentare le coperture. Per fare il punto della situazione partendo dalle best practice regionali e ragionando sui modelli di risparmio e su quelli operativi legati alle vaccinazioni negli adulti, Motore Sanità organizza una mattinata di riflessioni con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interessati. L'articolo percorso vaccinale per i malati cronici piano nazionale prevenzione vaccinale e sue applicazioni regionali nell’ambito della vaccinazione dell’adulto – EMILIA-ROMAGNA UP TO DATE SUI RISULTATI RAGGIUNTI proviene da Motoresanità.it. Read More
VENETO e covid-19 nel paziente a rischio ospedalizzazione COME OTTIMIZZARE I PERCORSI DALLA DIAGNOSI ALL’ACCESSO ALLA TERAPIA APPROPRIATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Secondo i dati Oms di monitoraggio a livello globale dell’attuale pandemia, si osserva una continua riduzione di contagi settimanali, comunque ampiamente sottostimati, e morti. Grazie all’elevato numero di soggetti immunizzati con il vaccino o con l’infezione naturale e alla circolazione di un virus ad alta trasmissibilità ma a bassa virulenza, si sta andando verso un’endemia. Alla luce di queste considerazioni, si deve tenere presente che il virus continuerà a circolare e si deve essere pronti ad assistere i soggetti infetti, soprattutto le popolazioni di pazienti fragili e defedati affinché non vadano incontro a un’evoluzione della malattia, che metterebbe a rischio la loro salute e lo stesso funzionamento degli ospedali. Quindi occorre non solo non abbassare la guardia, seguitando a dare corso alle corrette pratiche vaccinali, ma essere attenti nel trattare queste particolari popolazioni con le terapie adeguate che attualmente sono a disposizione della classe medica. Ad oggi stenta ad entrare nella routine clinica l’utilizzo dei farmaci antivirali mirati alla cura dell’infezione, che devono essere utilizzati entro i primi 5 gg dalla comparsa dei sintomi, riuscendo a prevenire il rischio di ospedalizzazione nell’80% dei casi. Nonostante le iniziative messe in atto per facilitare l’accesso a queste terapie, rendendo disponibile la prescrizione ai MMG e la distribuzione attraverso le farmacie territoriali, la situazione non è migliorata, infatti risulta molto disomogenea secondo i dati ufficiali di monitoraggio tra regione e regione. Motore Sanità proseguendo con la Regione Veneto attraverso un confronto aperto tra tutti gli attori di sistema, vorrebbe comprendere quali siano i motivi di questa situazione e fornire idee/soluzioni per garantire un percorso appropriato in particolare per le popolazioni a rischio. L'articolo VENETO e covid-19 nel paziente a rischio ospedalizzazione COME OTTIMIZZARE I PERCORSI DALLA DIAGNOSI ALL’ACCESSO ALLA TERAPIA APPROPRIATA proviene da Motoresanità.it. Read More
piemonte e covid-19 nel paziente a rischio ospedalizzazione COME OTTIMIZZARE I PERCORSI DALLA DIAGNOSI ALL’ACCESSO ALLA TERAPIA APPROPRIATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Secondo i dati Oms di monitoraggio a livello globale dell’attuale pandemia, si osserva una continua riduzione di contagi settimanali, comunque ampiamente sottostimati, e morti. Prendendo ad esempio la Regione Piemonte, la curva dei contagi al mese di Marzo 2023, continua a presentare un andamento stazionario di decrescita rispetto al periodo precedente. L’occupazione dei posti letto ordinari si attesta al 2,8%, quello della terapia intensiva allo 0,6%, mentre la positività dei tamponi è al 2,1%. Grazie all’elevato numero di soggetti immunizzati con il vaccino o con l’infezione naturale e alla circolazione di un virus ad alta trasmissibilità ma a bassa virulenza, si sta andando verso un’endemia. Alla luce di queste considerazioni, si deve tenere presente che il virus continuerà a circolare e si deve essere pronti ad assistere i soggetti infetti, soprattutto le popolazioni di pazienti fragili e defedati affinché non vadano incontro a un’evoluzione della malattia, che metterebbe a rischio la loro salute e lo stesso funzionamento degli ospedali. Quindi occorre non solo non abbassare la guardia, seguitando a dare corso alle corrette pratiche vaccinali, ma essere attenti nel trattare queste particolari popolazioni con le terapie adeguate che attualmente sono a disposizione della classe medica. Ad oggi stenta ad entrare nella routine clinica l’utilizzo dei farmaci antivirali mirati alla cura dell’infezione, che devono essere utilizzati entro i primi 5 gg dalla comparsa dei sintomi, riuscendo a prevenire il rischio di ospedalizzazione nell’80% dei casi. Nonostante le iniziative messe in atto per facilitare l’accesso a queste terapie, rendendo disponibile la prescrizione ai MMG e la distribuzione attraverso le farmacie territoriali, la situazione non è migliorata, infatti risulta molto disomogenea secondo i dati ufficiali di monitoraggio tra regione e regione. Motore Sanità partendo da regione Piemonte attraverso un confronto aperto tra tutti gli attori di sistema, vorrebbe comprendere quali siano i motivi di questa situazione e fornire idee/soluzioni per garantire un percorso appropriato in particolare per le popolazioni a rischio. L'articolo piemonte e covid-19 nel paziente a rischio ospedalizzazione COME OTTIMIZZARE I PERCORSI DALLA DIAGNOSI ALL’ACCESSO ALLA TERAPIA APPROPRIATA proviene da Motoresanità.it. Read More
RIDUZIONE DEL RISCHIO COME STRATEGIA DI SALUTE PUBBLICA NELL’ELIMINAZIONE DEL FUMO DI SIGARETTA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Si fuma da secoli, e in diversi modi: sigari, sigarette, pipe. Il fumo fa male: “nuoce gravemente alla salute” come viene correttamente riportato sulle confezioni di sigari, sigarette, tabacco.  Sebbene l’obiettivo di ogni Operatore Sanitario debba rimanere la totale disassuefazione, i fumatori non sono in diminuzione, o calano troppo lentamente. In Italia ci sono 11 milioni di fumatori, fuma circa un adulto su 4, e la dipendenza dal fumo è quindi una condizione di molti. Non è sufficiente voler smettere di fumare per riuscire a smettere di fumare. Il tabagismo è una dipendenza chimica, da nicotina, ma anche una dipendenza psicologica, di gestualità, di appartenenza ad un gruppo. Come per tutte le dipendenze anche per il tabagismo è necessario attivare delle strategie di sostegno per: A) Smettere di fumare
B) Ridurre il fumo
C) Ridurre i danni provocati dal fumo I recenti progressi tecnologici hanno permesso lo sviluppo di una categoria di prodotti alternativi non a combustione, che proprio per il fatto che potenzialmente riducono il rischio, offrono una valida opportunità per i fumatori adulti. Molti gli studi indipendenti realizzati finalizzati alla comparazione del danno, ma poche le conclusioni scientifiche per valutare la reale riduzione del rischio. Un confronto per valutare la riduzione del rischio con i prodotti alternativi è estremamente importante, dato il numero di morti legato al fumo da tabacco combusto. In molteplici campi della medicina (alcolismo in primis, ma anche oncologia, alimentazione, malattie infettive…) è contemplato il concetto di riduzione del rischio. Nel mondo del tabagismo, però, questo aspetto non è ancora accettato né applicato.  È obiettivo prioritario dunque perseguire una strategia progettuale che focalizzi l’attenzione sul concetto di riduzione del rischio dei prodotti alternativi senza combustione, per rendere le Istituzioni consapevoli del fatto che i MMG e tutti gli Stakeholder coinvolti in questo ambito debbano essere informati per fornire valide indicazioni agli assistiti che decidono di continuare a fumare. Anche la FDA si è di recente pronunciata sullo snus, sui prodotti a tabacco riscaldato e sulla sigaretta elettronica, definendoli un’opportunità per ridurre l’esposizione a sostanze dannose dei tabagisti che decidono di continuare a fumare. Data la grande opportunità che ci si pone davanti, le Istituzioni del nostro Paese non possono rimanere indifferenti, ma dovrebbero promuovere un confronto. Per fare ciò, è necessario anche dare maggiore evidenza ai risultati scientifici degli studi condotti su questa categoria di prodotti ed analizzare i risultati con spirito olistico. Tra i più recenti contributi, il rapporto di valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità afferma che: non è possibile riconoscere la riduzione delle sostanze tossiche dei prodotti non a combustione rispetto a quelli a combustione, a parità di condizioni di utilizzo; I dati scientifici non permettono di stabilire il potenziale di riduzione del rischio rispetto ai prodotti a combustione a parità di condizioni di utilizzo, sia per quanto riguarda l’impatto nei fumatori relativamente alla riduzione della mortalità e morbilità fumo correlate, sia per quanto riguarda l’impatto nei non fumatori e negli ex-fumatori relativamente alla capacità del prodotto in
U.O.C. MEDICINA DELLO SPORT E DELL’ESERCIZIO  ED EXERCISE IS MEDICINE ITALY – DIMED presentano: CORSO TEORICO-PRATICO DI PRESCRIZIONE DI ESERCIZIO FISICO PER STUDENTI E LAUREATI IN MEDICINA E CHIRURGIA – EVENTO ECM –
Archivi Eventi - Motoresanità.it Modalità d’Iscrizione: Il corso è gratuito con registrazione obbligatoria attraverso la piattaforma FAD_DIMED, link: https://www.rad.unipd.it/FAD_DIMED/ dalla quale è possibile accedere al corso ed effettuare l’iscrizione. Rivolto a Studenti e Laureati in Medicina e Chirurgia, aperto anche a Specialisti e Medici in Formazione Specialistica in Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico. Organizzazione e segreteria: Cristina Degan e Chiara Bison – Dipartimento di Medicina – DIMED providerecm.dimed@unipd.it Motore Sanità Razionale Numerose evidenze dimostrano che l’esercizio fisico agisce con efficacia spesso pari o superiore a quella di un farmaco nella prevenzione e terapia di un’ampia gamma di patologie croniche. Per questo motivo, lo sviluppo di competenze inerenti alla prescrizione individualizzata di esercizio fisico è fondamentale sia per gli studenti che per tutti i laureati in Medicina e Chirurgia, futura classe medica su cui investire per diffondere conoscenze sul tema. La modalità formativa scelta ha lo scopo di fornire i principi teorici delle limitazioni funzionali legate alle patologie croniche e dei benefici ottenibili grazie all’esercizio basati sulle evidenze scientifiche, associandovi l’applicazione pratica delle conoscenze con casi clinici reali, proponendo problemi e barriere derivanti da condizioni concrete e modi per superarli.  La presentazione dei casi clinici da parte dei Medici in Formazione Specialistica facilita la discussione interattiva con studenti e laureati in Medicina e Chirurgia, garantendo, comunque, un evento di alto valore scientifico ed esperienziale grazie alla presenza di Direttori di Scuola di Specializzazione provenienti da tutta Italia. Le differenti sessioni saranno registrate ed utilizzate anche nell’ambito degli insegnamenti di Medicina dello Sport e dell’Esercizio per la formazione degli studenti di Medicina e Chirurgia, allo scopo di ampliare la platea di studenti che possono sviluppare le loro competenze su queste tematiche. L’evento, grazie al coinvolgimento di tutte le Scuole di Specializzazione in Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico afferenti alle Università italiane, vuole anche essere una occasione di scambio scientifico-culturale che avverrà grazie all’organizzazione e patrocinio del Dipartimento di Medicina e dell’Iniziativa Exercise is Medicine Italy, coordinata dal Dipartimento stesso. Responsabili Scientifici: Andrea Ermolao, Daniel Neunhaeuserer, Francesca Battista, Sara Ortolan Organizzatori: U.O.C. Medicina dello Sport e dell’Esercizio, Dipartimento di Medicina, Università di Padova L'articolo U.O.C. MEDICINA DELLO SPORT E DELL’ESERCIZIO ED EXERCISE IS MEDICINE ITALY – DIMED presentano: CORSO TEORICO-PRATICO DI PRESCRIZIONE DI ESERCIZIO FISICO PER STUDENTI E LAUREATI IN MEDICINA E CHIRURGIA – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
ABSSSI PERCORSI DIAGNOSTICO TERAPEUTICI E INNOVAZIONI NELLE INFEZIONI DI CUTE E TESSUTI MOLLI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Il fenomeno dell’antimicrobico resistenza (AMR)  ha un impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) ed è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS.. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, in particolare la ricerca di antibiotici attivi contro i Gram+. A seguito dell’incalzare del fenomeno dell’antibiotico resistenza, indicata come prima causa di morte nel 2050  (10 milioni di Morti/anno) e le ripercussioni sulll’economia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni terapeutiche efficaci. Alcune aziende di settore hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida sia per quanto riguarda nuove molecole attive contro i germi Gram+ sia per quanto riguarda molecole attive  contro i germi Gram-. L’obiettivo di tale incontro sarà la ricerca di un corretto e condiviso place in therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato delle terapie antibiotiche. Motore sanità darà un contributo per aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale che riguarda le terapie innovative  con l’intento di creare e proporre modelli organizzativi e percorsi diagnostico terapeutici nell’ambito delle infezioni di cute e tessuti molli che rappresentano una parte delle infezioni che gravano sul Sistema Sanitario Nazionale. L'articolo ABSSSI PERCORSI DIAGNOSTICO TERAPEUTICI E INNOVAZIONI NELLE INFEZIONI DI CUTE E TESSUTI MOLLI proviene da Motoresanità.it. Read More
Progetto Vitiligine TOSCANA e MARCHE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La vitiligine è una condizione cronica della pelle caratterizzata dalla comparsa, in vari distretti corporei, di chiazze bianche o traslucide dove manca del tutto la fisiologica colorazione dovuta alla melanina. La causa sarebbe l’attacco da parte del sistema immunitario ai melanociti, cellule produttrici di questo pigmento, ma allo stato attuale delle conoscenze è considerata una patologia multifattoriale con cause non solo immuno-mediate ma anche genetiche, endocrine, metaboliche, infiammatorie e secondo alcune ipotesi anche virali. I fattori di rischio comunque includono, seppure con una relazione non completamente chiarita, anche storia familiare di questa patologia o di altre malattie autoimmuni (ipertiroidismo in particolare se causato dalla malattia di Graves o ipotiroidismo in particolare se causato dalla tiroidite di Hashimoto, alopecia areata, anemia perniciosa, diabete, morbo di Addison). Le zone colpite sono il viso, le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ginocchia, le mani, la cresta tibiale, le caviglie, le ascelle, l’ano e l’area genitale, l’ombelico e i capezzoli. La cute affetta è estremamente predisposta alle ustioni solari. Le zone cutanee interessate producono anche peli di colore bianco. Viene classificata in 2 forme: una detta segmentaria (meno diffusa colpisce una sola zona del corpo, monolateralmente tendenzialmente non progressiva) ed una non-segmentaria (più diffusa simmetrica e progressiva che colpisce in particolare volto e arti superiori e inferiori). Nella forma più severa si arriva in alcuni anni alla perdita quasi completa della colorazione cutanea del corpo. Per quanto riguarda l’epidemiologia non ci sono dati sicuri ma a livello mondiale si stima che colpisca circa 0,5-2% della popolazione (100 milioni). In Italia si stima una prevalenza di circa 700 mila – 1 milione con una età media d’insorgenza tra i 10 e i 30 anni. La vitiligine non incide sulla aspettativa di vita ed è considerata una patologia di tipo “estetico”. Ma come condizione può avere pesanti ripercussioni psicologiche: infatti è tra le malattie con i più bassi indici di qualità della vita, per l’impatto psicologico che causa nei pazienti e le ricadute sociali/di relazione sia nella vita professionale che privata. In passato le diverse terapie disponibili portavano spesso ad insuccesso terapeutico, ma oggi la ricerca ha prodotto interessanti nuove opportunità di cura attraverso lo sviluppo di inibitori JAK (ruxolitinib) e di anticorpi monoclonali anti-IL-15Rβ (in grado di colpire linfociti T autoreattivi e far regredire stabilmente la patologia) L'articolo Progetto Vitiligine TOSCANA e MARCHE proviene da Motoresanità.it. Read More
La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal database nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo La PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA proviene da Motoresanità.it. Read More
Profilazione molecolare dei tumori solidi quale modello per l’oncologia ligure?
Archivi Eventi - Motoresanità.it Programma RAZIONALE SCIENTIFICO La crescente disponibilità di nuovi farmaci con uno specifico bersaglio molecolare, o comunque con biomarcatori indicativi dell’attività terapeutica, identificati e testabili, sta rivoluzionando il trattamento dei tumori solidi con grandi benefici in termini di outcome per i pazienti ma anche in appropriatezza, sostenibilità e governo dei costi per il sistema. A livello genetico-molecolare, anche tumori con lo stesso istotipo e derivati da uno stesso organo sono infatti potenzialmente diversi l’uno dall’altro. La cosiddetta “oncologia di precisione” mira quindi a trattare i pazienti sulla base delle specifiche alterazioni genetiche espresse dal tumore da cui sono affetti e non più approssimando le scelte basandosi soltanto su istotipo e sede di origine, L’impiego mirato dei farmaci consente di incrementare l’attività clinica ed anche di evitare trattamenti privi di una base biologica ed inefficaci con conseguente efficientamento delle risorse economiche impiegate in spesa farmaceutica. La raccomandazione alla profilazione molecolare è infatti ormai incorporata sia nelle linee guida di trattamento per pressoché tutte le neoplasie solide sia nelle schede tecniche e schede AIFA dei nuovi farmaci antineoplastici. I test di profilazione per il trattamento standard con farmaci approvati da AIFA prevedono lo studio di pacchetti di alterazioni molecolari discrete e predefinite per istotipo e sede di origine del tumore (pannelli di 15-30 geni) che corrispondono in genere ai target del trattamento farmacologico specifico. In parallelo, cresce la necessità di profilazione molecolare a largo spettro (pannelli di 300-500 geni) per ricercare eventuali alterazioni molecolari funzionali al trattamento con nuovi farmaci, non ancora rimborsati dal SSN ma potenzialmente erogabili nell’ambito di sperimentazioni cliniche, programmi di uso compassionevole o impiego off-label, per pazienti che abbiano esaurito le opzioni di trattamento standard ma ancora in condizioni generali adeguate per ricevere un trattamento oncologico. La profilazione a largo spettro consente anche di misurare il carico di mutazioni di una specifica neoplasia che rappresenta un fattore predittivo di attività dell’immunoterapia di salvataggio. Anche se le tecniche di sequenziamento genico di nuova generazione (next-generation sequencing – NGS) sono ormai diventate la metodica di riferimento non solo per la profilazione a largo spettro ma anche per la ricerca dei pacchetti più limitati di alterazioni molecolari necessarie per i trattamenti standard (dove stanno progressivamente sostituendo le tecniche di biologia molecolare basate sulla RT-PCR precedentemente utilizzate), questi due ambiti hanno indicazioni cliniche, processi di governo e modelli organizzativi del sequenziamento in NGS profondamente diversi. L'articolo Profilazione molecolare dei tumori solidi quale modello per l’oncologia ligure? proviene da Motoresanità.it. Read More
percorso vaccinale per i malati cronici  piano nazionale prevenzione vaccinale e sue applicazioni regionali nell’ambito della vaccinazione dell’adulto – LOMBARDIA UP TO DATE SUI RISULTATI RAGGIUNTI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive,  spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Esempio di intervento preventivo è il vaccino anti-pneumococco per i pazienti anziani e fragili. Per questo, oltre alla fascia d’età  dei soggetti di 65 anni queste due  vaccinazioni sono offerte gratuitamente ai soggetti con diabete mellito, patologia cardiovascolare, BPCO, asma e quelli destinati a terapia immunosoppressiva e con immunodepressione. Ma nonostante queste indicazioni e anche se queste vaccinazioni sono state introdotte nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano ampiamente insoddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati. In particolare si dovrebbe agire sul territorio,  visto che molte di queste coorti sono strettamente seguite dai MMG. Lavorando in questa direzione, la Regione Lombardia ha messo a punto un protocollo vaccinale virtuoso valido sulla vaccinazione contro il Pneumococco rendendolo gratuito per pazienti fragili e anziani. E sempre attraverso questo protocollo si è trovato un accordo con la Società scientifica di diabetologia per fornire ai diabetici tutta una serie di vaccinazioni importanti e si sta lavorando in maniera simile per arrivare allo stesso obiettivo su altre cronicità. Attualmente le coperture vaccinali su questa popolazione devono essere implementate. Si osserva inoltre la mancanza di indicatori di monitoraggio e controllo sul breve, medio e lungo periodo. In questo senso è giusto porsi la domanda di come le nuove strutture territoriali previste dal PNRR (comprese le farmacie dei servizi) potrebbero essere di supporto ai vari distretti per raggiungere gli obiettivi costruiti nel virtuoso protocollo regionale. L'articolo percorso vaccinale per i malati cronici piano nazionale prevenzione vaccinale e sue applicazioni regionali nell’ambito della vaccinazione dell’adulto – LOMBARDIA UP TO DATE SUI RISULTATI RAGGIUNTI proviene da Motoresanità.it. Read More
SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – SECONDA GIORNATA – SESSIONE PARALLELA MATTINA
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RAZIONALE SCIENTIFICO

Nonostante sia davvero breve il tempo trascorso dai momenti drammatici vissuti in tutto il mondo durante la recente pandemia, poco sembra rimasto, oltre la fase di analisi, in termini di comportamenti da attuare per rendere più efficiente, meno burocratizzata e macchinosa la risposta assistenziale.
In quei momenti era emersa chiara da parte di tutti gli attori di sistema una necessità imprescindibile: quella di unire le forze, di collaborare, di ascoltarsi. Il supporto di tutte le competenze, le tecnologie, le forze economiche, le forze lavorative aveva abbattuto le abituali barriere, gli interessi delle singole categorie. Ognuno doveva fare la sua parte per semplificare, portare al tavolo, mettere a fattor comune le esperienze, le conoscenze, le buone pratiche consolidate.
Ricordare le lezioni della recente, attuale pandemia è un dovere da parte di tutti. Prima ancora di chi deve decidere e programmare le risorse necessarie agli investimenti da compiere. Ma vorremmo che questo venisse fatto partendo dai bisogni, dall’ascolto dei bisogni dei cittadini prima di ogni altro aspetto.
Le innovazioni tecnologiche, farmaceutiche, terapeutiche, organizzative a supporto di questo sono innumerevoli e viaggiano oggi a ritmi sostenuti ma imprevedibili, vedendo protagonisti interi comparti produttivi trasversali al sistema. Al momento non sempre i servizi sanitari, i criteri di remunerazione, le norme del bilancio dello Stato, le burocrazie regionali e statali, dimostrano di essere al passo dei tempi che viviamo per poter accogliere e gestire questa innovazione. Allo stesso modo stenta a decollare una vera “politica industriale della filiera della salute”, ancor più evidenziatasi come necessaria, strategica ed improrogabile.
Riteniamo che unitamente a questo il confronto tra tutti gli attori di sistema sia l’unica via per cocreare valore e fornire strumenti adeguati alle istituzioni, nel loro processo decisionale da tradurre poi in azioni programmatorie concrete.
Motore sanità in parallelo con le attività dell’Osservatorio Innovazione da questi punti fermi, vorrebbe raccogliere proposte per porre le basi di una nuova politica industriale della buona salute. Cambiando l’ottica con cui normalmente affrontiamo queste tematiche troppo spesso relegate a questioni “tecniche” o di contenzioso tra Stato e Regioni o di interessi di parte, ponendosi come obiettivo unico la salute dei nostri concittadini e delle comunità. L'articolo SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – SECONDA GIORNATA – SESSIONE PARALLELA MATTINA proviene da Motoresanità.it. Read More
SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – SECONDA GIORNATA – SESSIONE PARALLELA POMERIGGIO
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RAZIONALE SCIENTIFICO

Nonostante sia davvero breve il tempo trascorso dai momenti drammatici vissuti in tutto il mondo durante la recente pandemia, poco sembra rimasto, oltre la fase di analisi, in termini di comportamenti da attuare per rendere più efficiente, meno burocratizzata e macchinosa la risposta assistenziale.
In quei momenti era emersa chiara da parte di tutti gli attori di sistema una necessità imprescindibile: quella di unire le forze, di collaborare, di ascoltarsi. Il supporto di tutte le competenze, le tecnologie, le forze economiche, le forze lavorative aveva abbattuto le abituali barriere, gli interessi delle singole categorie. Ognuno doveva fare la sua parte per semplificare, portare al tavolo, mettere a fattor comune le esperienze, le conoscenze, le buone pratiche consolidate.
Ricordare le lezioni della recente, attuale pandemia è un dovere da parte di tutti. Prima ancora di chi deve decidere e programmare le risorse necessarie agli investimenti da compiere. Ma vorremmo che questo venisse fatto partendo dai bisogni, dall’ascolto dei bisogni dei cittadini prima di ogni altro aspetto.
Le innovazioni tecnologiche, farmaceutiche, terapeutiche, organizzative a supporto di questo sono innumerevoli e viaggiano oggi a ritmi sostenuti ma imprevedibili, vedendo protagonisti interi comparti produttivi trasversali al sistema. Al momento non sempre i servizi sanitari, i criteri di remunerazione, le norme del bilancio dello Stato, le burocrazie regionali e statali, dimostrano di essere al passo dei tempi che viviamo per poter accogliere e gestire questa innovazione. Allo stesso modo stenta a decollare una vera “politica industriale della filiera della salute”, ancor più evidenziatasi come necessaria, strategica ed improrogabile.
Riteniamo che unitamente a questo il confronto tra tutti gli attori di sistema sia l’unica via per cocreare valore e fornire strumenti adeguati alle istituzioni, nel loro processo decisionale da tradurre poi in azioni programmatorie concrete.
Motore sanità in parallelo con le attività dell’Osservatorio Innovazione da questi punti fermi, vorrebbe raccogliere proposte per porre le basi di una nuova politica industriale della buona salute. Cambiando l’ottica con cui normalmente affrontiamo queste tematiche troppo spesso relegate a questioni “tecniche” o di contenzioso tra Stato e Regioni o di interessi di parte, ponendosi come obiettivo unico la salute dei nostri concittadini e delle comunità. L'articolo SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – SECONDA GIORNATA – SESSIONE PARALLELA POMERIGGIO proviene da Motoresanità.it. Read More
Focus Impatto delle bonifiche ambientali sul Global Health
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE La bonifica dei terreni riveste un’importanza cruciale per la salute delle persone, la tutela dell’ambiente e il progresso sociale. Attraverso la rimozione e la riparazione delle contaminazioni del suolo, è possibile promuovere comunità più sicure, un ambiente più sano e un futuro sostenibile per tutti partecipando attivamente all’obiettivo del Global Health che racchiude tutti i campi in cui intervenire per migliorare e salvaguardare la salute del pianeta. Nello specifico la bonifica dei terreni contaminati è fondamentale per proteggere la salute pubblica. Terreni contaminati da sostanze tossiche, come metalli pesanti o composti chimici pericolosi, possono rappresentare una minaccia per le persone che vivono o lavorano nelle vicinanze. La bonifica riduce il rischio di esposizione a tali contaminanti e può prevenire problemi di salute, tra cui malattie respiratorie, cancro e disturbi neurologici. La bonifica dei terreni è altresì essenziale per preservare la qualità delle risorse idriche. Terreni contaminati possono rilasciare sostanze tossiche nell’acqua sotterranea o nei corsi d’acqua, minacciando la sicurezza e la disponibilità dell’approvvigionamento idrico per la popolazione. La bonifica dei terreni riduce così la contaminazione delle risorse idriche, proteggendo la salute delle persone e l’ecosistema acquatico. La bonifica dei terreni contribuisce alla conservazione degli ecosistemi naturali. La contaminazione del suolo può danneggiare l’habitat di numerose specie animali e vegetali, minacciando la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi locali. La bonifica ripristina la salute dei terreni, consentendo il ritorno della flora e della fauna native e promuovendo la conservazione dell’ecosistema. La bonifica dei terreni è fondamentale anche per la riqualificazione di aree urbane degradate o dismesse poiché consente di trasformare terreni inutilizzati o contaminati in spazi sicuri e salubri per la costruzione di infrastrutture, parchi, aree ricreative o insediamenti abitativi. Ciò contribuisce alla rigenerazione urbana, migliorando la qualità della vita dei residenti e stimolando lo sviluppo economico delle comunità. Il tutto rientra nel grande alveo della sostenibilità ambientale. Recuperare terreni contaminati riduce la necessità di utilizzare nuove aree per le attività umane, contribuendo alla conservazione delle risorse naturali e alla prevenzione dell’espansione urbana incontrollata promuovendo l’adozione di pratiche sostenibili nel trattamento dei rifiuti e nella gestione delle risorse così riducendo l’impatto ambientale complessivo. Per affrontare il tema delle bonifiche ambientali Motore Sanita’ organizza un evento dedicato per discutere sulla loro importanza al raggiungimento degli obiettivi di salute globale raccontando anche come storie di successo incidano sui determinanti sociali. L'articolo Focus Impatto delle bonifiche ambientali sul Global Health proviene da Motoresanità.it. Read More
SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – SESSIONE PARALLELA
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Nonostante sia davvero breve il tempo trascorso dai momenti drammatici vissuti in tutto il mondo durante la recente pandemia, poco sembra rimasto, oltre la fase di analisi, in termini di comportamenti da attuare per rendere più efficiente, meno burocratizzata e macchinosa la risposta assistenziale.
In quei momenti era emersa chiara da parte di tutti gli attori di sistema una necessità imprescindibile: quella di unire le forze, di collaborare, di ascoltarsi. Il supporto di tutte le competenze, le tecnologie, le forze economiche, le forze lavorative aveva abbattuto le abituali barriere, gli interessi delle singole categorie. Ognuno doveva fare la sua parte per semplificare, portare al tavolo, mettere a fattor comune le esperienze, le conoscenze, le buone pratiche consolidate.
Ricordare le lezioni della recente, attuale pandemia è un dovere da parte di tutti. Prima ancora di chi deve decidere e programmare le risorse necessarie agli investimenti da compiere. Ma vorremmo che questo venisse fatto partendo dai bisogni, dall’ascolto dei bisogni dei cittadini prima di ogni altro aspetto.
Le innovazioni tecnologiche, farmaceutiche, terapeutiche, organizzative a supporto di questo sono innumerevoli e viaggiano oggi a ritmi sostenuti ma imprevedibili, vedendo protagonisti interi comparti produttivi trasversali al sistema. Al momento non sempre i servizi sanitari, i criteri di remunerazione, le norme del bilancio dello Stato, le burocrazie regionali e statali, dimostrano di essere al passo dei tempi che viviamo per poter accogliere e gestire questa innovazione. Allo stesso modo stenta a decollare una vera “politica industriale della filiera della salute”, ancor più evidenziatasi come necessaria, strategica ed improrogabile.
Riteniamo che unitamente a questo il confronto tra tutti gli attori di sistema sia l’unica via per cocreare valore e fornire strumenti adeguati alle istituzioni, nel loro processo decisionale da tradurre poi in azioni programmatorie concrete.
Motore sanità in parallelo con le attività dell’Osservatorio Innovazione da questi punti fermi, vorrebbe raccogliere proposte per porre le basi di una nuova politica industriale della buona salute. Cambiando l’ottica con cui normalmente affrontiamo queste tematiche troppo spesso relegate a questioni “tecniche” o di contenzioso tra Stato e Regioni o di interessi di parte, ponendosi come obiettivo unico la salute dei nostri concittadini e delle comunità. L'articolo SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – SESSIONE PARALLELA proviene da Motoresanità.it. Read More
PROGETTO VITILIGINE: TRIVENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La vitiligine è una condizione cronica della pelle caratterizzata dalla comparsa, in vari distretti corporei, di chiazze bianche o traslucide dove manca del tutto la fisiologica colorazione dovuta alla melanina. La causa sarebbe l’attacco da parte del sistema immunitario ai melanociti, cellule produttrici di questo pigmento, ma allo stato attuale delle conoscenze è considerata una patologia multifattoriale con cause non solo immuno-mediate ma anche genetiche, endocrine, metaboliche, infiammatorie e secondo alcune ipotesi anche virali. I fattori di rischio comunque includono, seppure con una relazione non completamente chiarita, anche storia familiare di questa patologia o di altre malattie autoimmuni (ipertiroidismo in particolare se causato dalla malattia di Graves o ipotiroidismo in particolare se causato dalla tiroidite di Hashimoto, alopecia areata, anemia perniciosa, diabete, morbo di Addison). Le zone colpite sono il viso, le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ginocchia, le mani, la cresta tibiale, le caviglie, le ascelle, l’ano e l’area genitale, l’ombelico e i capezzoli. La cute affetta è estremamente predisposta alle ustioni solari. Le zone cutanee interessate producono anche peli di colore bianco. Viene classificata in 2 forme: una detta segmentaria (meno diffusa colpisce una sola zona del corpo, monolateralmente tendenzialmente non progressiva) ed una non-segmentaria (più diffusa simmetrica e progressiva che colpisce in particolare volto e arti superiori e inferiori). Nella forma più severa si arriva in alcuni anni alla perdita quasi completa della colorazione cutanea del corpo. Per quanto riguarda l’epidemiologia non ci sono dati sicuri ma a livello mondiale si stima che colpisca circa 0,5-2% della popolazione (100 milioni). In Italia si stima una prevalenza di circa 700 mila – 1 milione con una età media d’insorgenza tra i 10 e i 30 anni. La vitiligine non incide sulla aspettativa di vita ed è considerata una patologia di tipo “estetico”. Ma come condizione può avere pesanti ripercussioni psicologiche: infatti è tra le malattie con i più bassi indici di qualità della vita, per l’impatto psicologico che causa nei pazienti e le ricadute sociali/di relazione sia nella vita professionale che privata. In passato le diverse terapie disponibili portavano spesso ad insuccesso terapeutico, ma oggi la ricerca ha prodotto interessanti nuove opportunità di cura attraverso lo sviluppo di inibitori JAK (ruxolitinib) e di anticorpi monoclonali anti-IL-15Rβ (in grado di colpire linfociti T autoreattivi e far regredire stabilmente la patologia) L'articolo PROGETTO VITILIGINE: TRIVENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI. PIANO NAZIONALE PREVENZIONE VACCINALE E SUE APPLICAZIONI REGIONALI NELL’AMBITO DELLA VACCINAZIONE DELL’ADULTO – PIEMONTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La prevenzione è il tema trasversale che attraversa tutte le componenti del global health, e tra la prevenzione primaria e secondaria emerge con forza, soprattutto dopo il periodo pandemico, l’importanza delle campagne vaccinali nei bambini e negli adulti. Oltretutto l’active ageing comporta, per ottenere un invecchiamento in salute vero, la prevenzione di malattie quali le polmoniti comuni e l’herpes zoster per le quali, oltre all’influenza, il SSN e a cascata i SSR prevedono la somministrazione gratuita per gli over 65. In Piemonte, grazie all’impegno di alcune istituzioni e dei rappresentanti dei cittadini, sta crescendo l’impegno per campagne vaccinali di successo, a partire dall’utilizzo di hub vaccinali COVID come quello del San Giovanni Bosco a Torino, seppur con risultati differenziati nelle varie provincie nonostante le deliberazioni regionali al proposito. Per fare il punto della situazione partendo dalle best practice regionali e ragionando sui modelli di risparmio e su quelli operativi legati alle vaccinazioni negli adulti, Motore Sanità organizza una mattinata di soluzioni da subito applicabili con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interessati. L'articolo PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI. PIANO NAZIONALE PREVENZIONE VACCINALE E SUE APPLICAZIONI REGIONALI NELL’AMBITO DELLA VACCINAZIONE DELL’ADULTO – PIEMONTE proviene da Motoresanità.it. Read More
EPILESSIE RARE – STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le Epilessie farmacoresistenti rappresentano oltre il 30% di tutte le forme epilettiche, sono caratterizzate da una ampia variabilità etiopatogenetica e clinica  e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste Epilessie non responder sono Epilessie rare, per lo più ad insorgenza in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo. Non esiste un dato preciso sul numero esatto di pazienti con Epilessie rare in Italia. Nel Registro Nazionale delle Epilessie Rare (RES), che raccoglie dati soltanto su alcune forme di Epilessia rare in Italia, al 31 dicembre 2020 erano registrati circa 2.300 casi di Epilessie rare, di cui il 53,5% di sesso femminile e il 46,5% maschile. Va però sottolineato che il RES include solo alcune forme di Epilessia rare e che molti pazienti  non sono ancora stati diagnosticati o registrati nei registri medici ufficiali, e quindi è presumibile che questi casi siano fortemente sottostimati.  Tuttavia, si stima che le Epilessie rare rappresentino circa il 10-20% di tutti i casi di Epilessia.(a me sembra un po’ eccessiva come stima: significherebbe che le Epilessie rare siano tra le 50.000/100.000…) Come ogni malattia rara, una Epilessia rara è definita epidemiologicamente da un’incidenza < 5 casi su 10.000 e tra le forme di epilessia farmaco-resistente vi rientrano quindi le Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo che compaiono in epoca neonatale/infantile e che hanno talvolta un’etiologia genetica nota. A titolo di esempio si può citare la Sindrome di Dravet, che insorge nel primo anno di vita in bambini fino ad allora normali, con crisi di vario tipo spesso scatenate dalla febbre, cui poi si associa un deficit di sviluppo cognitivo-comportamentale. Si calcola che la Sindrome di Dravet colpisca circa 6,5/100.000 nati vivi e nell’80% dei casi in essi è riscontrabile una variante patogenetica del gene SCN1A. La Sindrome di Lennox-Gastaut invece è un’Encefalopatia Epilettica e di Sviluppo che esordisce più tardivamente (con picco tra i 3 ed i 5 anni) e che si presenta con crisi di vario tipo, anch’esse farmacoresistenti ed associate a disturbi della sfera cognitivo-comportamentale. L’etiologia in questo caso è più variabile e la prevalenza è calcolata nell’1-2% di tutte le forme di Epilessia. Tra le Malattie rare con Epilessia rientra anche la Sclerosi Tuberosa (TSC), una malattia multisistemica a espressione variabile e geneticamente determinata, che coinvolge vari organi ed apparati e che può essere sospettata in epoca neonatale o nei primi mesi di vita per la presenza di crisi epilettiche, macchie cutanee ipomelanotiche e per ritardo nell’acquisizione delle principali tappe di sviluppo cognitivo-comportamentale. L’epidemiologia non è ben nota ma negli USA si calcola che l’incidenza di di 1/6000 nati vivi, con una prevalenza è di  1:13000-30000 individui nella popolazione generale. Nonostante negli ultimi anni siano stati autorizzati nuovi farmaci per la terapia di queste forme di Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo farmacoresistenti  permangono difficoltà nell’iter diagnostico terapeutico, e soprattutto trattandosi di forme croniche persiste il problema a livello assistenziale della transizione dall’età pediatrica a quella adulta. Ritenendo di fondamentale
METASALUTE L’INNOVAZIONE PER UNA SALUTE GLOBALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Scenario OMS/GLOBAL Da tempo si parla di Global Health come snodo cruciale per garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età, rendendo lo sviluppo sostenibile e diffuso. Ma parlarne, usando queste parole come uno slogan, ormai non basta e serve agire. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che nel 2030 politici e nazioni dovranno raggiungere l’attuazione di 17 obiettivi come strategia per ottenere un futuro migliore e sostenibile per tutti. Essi includono la sconfitta della povertà, la sconfitta della fame nel mondo, la salute e il benessere, l’istruzione di qualità, la parità di genere, l’acqua pulita e i servizi igienico-sanitari, l’energia pulita e accessibile, il lavoro dignitoso e la crescita economica. Per raggiungerli sono stati lanciati dei programmi che includono la lotta contro la malnutrizione e la mortalità materna ed infantile, il controllo della riproduzione umana e la regolamentazione della contraccezione d’emergenza, la promozione dell’immunizzazione, il contrasto alle malattie tropicali e alle malattie diarroiche, la prevenzione delle malattie infantili e la promozione della ricerca su quelle non trasmissibili che  rappresentano, come noto, la maggior parte delle cause di morte nel mondo. Il piano d’azione globale dell’OMS per la prevenzione e controllo di queste ultime, mira a ridurre la mortalità prematura del 25% entro il 2025 e si concentra su 4 principali tra queste: malattie cardiovascolari, cancro, diabete e malattie respiratorie croniche. Nel mondo occidentale esse assumono incidenza e importanza prioritarie e si possono/devono prevenire lavorando concretamente sui fattori di rischio aggredibili come fumo, abuso di alcol, scarsa attività fisica, errate abitudini alimentari, ambiente sano. In tutto ciò la consapevolezza dei cittadini è un fattore chiave per arrivare a questi obiettivi e garantire la Global Health. Nell’ambito delle malattie infettive, ad es° la conoscenza delle malattie stesse e delle loro cause, può aiutare a prevenire la diffusione e rendere consapevoli sull’utilizzo corretto delle terapie per curarle, a partire dall’uso appropriato degli antibiotici. Così come nell’ambito delle malattie non trasmissibili, promuovere stili di vita sani che evitino l’aumento del rischio, migliorare l’aderenza alle efficaci terapie disponibili, può cambiare il decorso delle malattie stesse. Evitare ricoveri inutili, migliorare la qualità della vita, ridurre le recidive e il progredire della malattia, dipende in gran parte dalla consapevolezza di ogni singolo cittadino. La mancanza di questa si traduce in sprechi continui e perdita di sostenibilità, cadendo vittima di fake che alimentano comportamenti errati ed in alcuni casi nocivi. Ogni singolo cittadino può far molto in termini di sostenibilità: un utilizzo maggiore di farmaci equivalenti per non contribuire di tasca propria all’acquisto dei farmaci o di farmaci biosimilari può liberare risorse utili a pagare terapie e dispositivi innovativi, alimentare ricerca, acquistare servizi di monitoraggio (telemedicina). L’innovazione infatti in tutti i suoi aspetti si è dimostrata essere un altro fattore fondamentale per garantire la Global Health.  L’innovazione con gli strumenti prodotti come nuovi farmaci, nuove tecnologie e metodi diagnostico-terapeutici stanno migliorando la salute delle persone in tutto il mondo, stanno dando speranze di vita
METASALUTE L’INNOVAZIONE PER UNA SALUTE GLOBALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Scenario OMS/GLOBAL Da tempo si parla di Global Health come snodo cruciale per garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età, rendendo lo sviluppo sostenibile e diffuso. Ma parlarne, usando queste parole come uno slogan, ormai non basta e serve agire. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che nel 2030 politici e nazioni dovranno raggiungere l’attuazione di 17 obiettivi come strategia per ottenere un futuro migliore e sostenibile per tutti. Essi includono la sconfitta della povertà, la sconfitta della fame nel mondo, la salute e il benessere, l’istruzione di qualità, la parità di genere, l’acqua pulita e i servizi igienico-sanitari, l’energia pulita e accessibile, il lavoro dignitoso e la crescita economica. Per raggiungerli sono stati lanciati dei programmi che includono la lotta contro la malnutrizione e la mortalità materna ed infantile, il controllo della riproduzione umana e la regolamentazione della contraccezione d’emergenza, la promozione dell’immunizzazione, il contrasto alle malattie tropicali e alle malattie diarroiche, la prevenzione delle malattie infantili e la promozione della ricerca su quelle non trasmissibili che  rappresentano, come noto, la maggior parte delle cause di morte nel mondo. Il piano d’azione globale dell’OMS per la prevenzione e controllo di queste ultime, mira a ridurre la mortalità prematura del 25% entro il 2025 e si concentra su 4 principali tra queste: malattie cardiovascolari, cancro, diabete e malattie respiratorie croniche. Nel mondo occidentale esse assumono incidenza e importanza prioritarie e si possono/devono prevenire lavorando concretamente sui fattori di rischio aggredibili come fumo, abuso di alcol, scarsa attività fisica, errate abitudini alimentari, ambiente sano. In tutto ciò la consapevolezza dei cittadini è un fattore chiave per arrivare a questi obiettivi e garantire la Global Health. Nell’ambito delle malattie infettive, ad es° la conoscenza delle malattie stesse e delle loro cause, può aiutare a prevenire la diffusione e rendere consapevoli sull’utilizzo corretto delle terapie per curarle, a partire dall’uso appropriato degli antibiotici. Così come nell’ambito delle malattie non trasmissibili, promuovere stili di vita sani che evitino l’aumento del rischio, migliorare l’aderenza alle efficaci terapie disponibili, può cambiare il decorso delle malattie stesse. Evitare ricoveri inutili, migliorare la qualità della vita, ridurre le recidive e il progredire della malattia, dipende in gran parte dalla consapevolezza di ogni singolo cittadino. La mancanza di questa si traduce in sprechi continui e perdita di sostenibilità, cadendo vittima di fake che alimentano comportamenti errati ed in alcuni casi nocivi. Ogni singolo cittadino può far molto in termini di sostenibilità: un utilizzo maggiore di farmaci equivalenti per non contribuire di tasca propria all’acquisto dei farmaci o di farmaci biosimilari può liberare risorse utili a pagare terapie e dispositivi innovativi, alimentare ricerca, acquistare servizi di monitoraggio (telemedicina). L’innovazione infatti in tutti i suoi aspetti si è dimostrata essere un altro fattore fondamentale per garantire la Global Health.  L’innovazione con gli strumenti prodotti come nuovi farmaci, nuove tecnologie e metodi diagnostico-terapeutici stanno migliorando la salute delle persone in tutto il mondo, stanno dando speranze di vita
METASALUTE L’INNOVAZIONE PER UNA SALUTE GLOBALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Scenario OMS/GLOBAL Da tempo si parla di Global Health come snodo cruciale per garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età, rendendo lo sviluppo sostenibile e diffuso. Ma parlarne, usando queste parole come uno slogan, ormai non basta e serve agire. Per questo motivo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che nel 2030 politici e nazioni dovranno raggiungere l’attuazione di 17 obiettivi come strategia per ottenere un futuro migliore e sostenibile per tutti. Essi includono la sconfitta della povertà, la sconfitta della fame nel mondo, la salute e il benessere, l’istruzione di qualità, la parità di genere, l’acqua pulita e i servizi igienico-sanitari, l’energia pulita e accessibile, il lavoro dignitoso e la crescita economica. Per raggiungerli sono stati lanciati dei programmi che includono la lotta contro la malnutrizione e la mortalità materna ed infantile, il controllo della riproduzione umana e la regolamentazione della contraccezione d’emergenza, la promozione dell’immunizzazione, il contrasto alle malattie tropicali e alle malattie diarroiche, la prevenzione delle malattie infantili e la promozione della ricerca su quelle non trasmissibili che  rappresentano, come noto, la maggior parte delle cause di morte nel mondo. Il piano d’azione globale dell’OMS per la prevenzione e controllo di queste ultime, mira a ridurre la mortalità prematura del 25% entro il 2025 e si concentra su 4 principali tra queste: malattie cardiovascolari, cancro, diabete e malattie respiratorie croniche. Nel mondo occidentale esse assumono incidenza e importanza prioritarie e si possono/devono prevenire lavorando concretamente sui fattori di rischio aggredibili come fumo, abuso di alcol, scarsa attività fisica, errate abitudini alimentari, ambiente sano. In tutto ciò la consapevolezza dei cittadini è un fattore chiave per arrivare a questi obiettivi e garantire la Global Health. Nell’ambito delle malattie infettive, ad es° la conoscenza delle malattie stesse e delle loro cause, può aiutare a prevenire la diffusione e rendere consapevoli sull’utilizzo corretto delle terapie per curarle, a partire dall’uso appropriato degli antibiotici. Così come nell’ambito delle malattie non trasmissibili, promuovere stili di vita sani che evitino l’aumento del rischio, migliorare l’aderenza alle efficaci terapie disponibili, può cambiare il decorso delle malattie stesse. Evitare ricoveri inutili, migliorare la qualità della vita, ridurre le recidive e il progredire della malattia, dipende in gran parte dalla consapevolezza di ogni singolo cittadino. La mancanza di questa si traduce in sprechi continui e perdita di sostenibilità, cadendo vittima di fake che alimentano comportamenti errati ed in alcuni casi nocivi. Ogni singolo cittadino può far molto in termini di sostenibilità: un utilizzo maggiore di farmaci equivalenti per non contribuire di tasca propria all’acquisto dei farmaci o di farmaci biosimilari può liberare risorse utili a pagare terapie e dispositivi innovativi, alimentare ricerca, acquistare servizi di monitoraggio (telemedicina). L’innovazione infatti in tutti i suoi aspetti si è dimostrata essere un altro fattore fondamentale per garantire la Global Health.  L’innovazione con gli strumenti prodotti come nuovi farmaci, nuove tecnologie e metodi diagnostico-terapeutici stanno migliorando la salute delle persone in tutto il mondo, stanno dando speranze di vita
SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – 22 SETTEMBRE
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Nonostante sia davvero breve il tempo trascorso dai momenti drammatici vissuti in tutto il mondo durante la recente pandemia, poco sembra rimasto, oltre la fase di analisi, in termini di comportamenti da attuare per rendere più efficiente, meno burocratizzata e macchinosa la risposta assistenziale.
In quei momenti era emersa chiara da parte di tutti gli attori di sistema una necessità imprescindibile: quella di unire le forze, di collaborare, di ascoltarsi. Il supporto di tutte le competenze, le tecnologie, le forze economiche, le forze lavorative aveva abbattuto le abituali barriere, gli interessi delle singole categorie. Ognuno doveva fare la sua parte per semplificare, portare al tavolo, mettere a fattor comune le esperienze, le conoscenze, le buone pratiche consolidate.
Ricordare le lezioni della recente, attuale pandemia è un dovere da parte di tutti. Prima ancora di chi deve decidere e programmare le risorse necessarie agli investimenti da compiere. Ma vorremmo che questo venisse fatto partendo dai bisogni, dall’ascolto dei bisogni dei cittadini prima di ogni altro aspetto.
Le innovazioni tecnologiche, farmaceutiche, terapeutiche, organizzative a supporto di questo sono innumerevoli e viaggiano oggi a ritmi sostenuti ma imprevedibili, vedendo protagonisti interi comparti produttivi trasversali al sistema. Al momento non sempre i servizi sanitari, i criteri di remunerazione, le norme del bilancio dello Stato, le burocrazie regionali e statali, dimostrano di essere al passo dei tempi che viviamo per poter accogliere e gestire questa innovazione. Allo stesso modo stenta a decollare una vera “politica industriale della filiera della salute”, ancor più evidenziatasi come necessaria, strategica ed improrogabile.
Riteniamo che unitamente a questo il confronto tra tutti gli attori di sistema sia l’unica via per cocreare valore e fornire strumenti adeguati alle istituzioni, nel loro processo decisionale da tradurre poi in azioni programmatorie concrete.
Motore sanità in parallelo con le attività dell’Osservatorio Innovazione da questi punti fermi, vorrebbe raccogliere proposte per porre le basi di una nuova politica industriale della buona salute. Cambiando l’ottica con cui normalmente affrontiamo queste tematiche troppo spesso relegate a questioni “tecniche” o di contenzioso tra Stato e Regioni o di interessi di parte, ponendosi come obiettivo unico la salute dei nostri concittadini e delle comunità. L'articolo SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – 22 SETTEMBRE proviene da Motoresanità.it. Read More
SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – 21 SETTEMBRE
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Nonostante sia davvero breve il tempo trascorso dai momenti drammatici vissuti in tutto il mondo durante la recente pandemia, poco sembra rimasto, oltre la fase di analisi, in termini di comportamenti da attuare per rendere più efficiente, meno burocratizzata e macchinosa la risposta assistenziale.
In quei momenti era emersa chiara da parte di tutti gli attori di sistema una necessità imprescindibile: quella di unire le forze, di collaborare, di ascoltarsi. Il supporto di tutte le competenze, le tecnologie, le forze economiche, le forze lavorative aveva abbattuto le abituali barriere, gli interessi delle singole categorie. Ognuno doveva fare la sua parte per semplificare, portare al tavolo, mettere a fattor comune le esperienze, le conoscenze, le buone pratiche consolidate.
Ricordare le lezioni della recente, attuale pandemia è un dovere da parte di tutti. Prima ancora di chi deve decidere e programmare le risorse necessarie agli investimenti da compiere. Ma vorremmo che questo venisse fatto partendo dai bisogni, dall’ascolto dei bisogni dei cittadini prima di ogni altro aspetto.
Le innovazioni tecnologiche, farmaceutiche, terapeutiche, organizzative a supporto di questo sono innumerevoli e viaggiano oggi a ritmi sostenuti ma imprevedibili, vedendo protagonisti interi comparti produttivi trasversali al sistema. Al momento non sempre i servizi sanitari, i criteri di remunerazione, le norme del bilancio dello Stato, le burocrazie regionali e statali, dimostrano di essere al passo dei tempi che viviamo per poter accogliere e gestire questa innovazione. Allo stesso modo stenta a decollare una vera “politica industriale della filiera della salute”, ancor più evidenziatasi come necessaria, strategica ed improrogabile.
Riteniamo che unitamente a questo il confronto tra tutti gli attori di sistema sia l’unica via per cocreare valore e fornire strumenti adeguati alle istituzioni, nel loro processo decisionale da tradurre poi in azioni programmatorie concrete.
Motore sanità in parallelo con le attività dell’Osservatorio Innovazione da questi punti fermi, vorrebbe raccogliere proposte per porre le basi di una nuova politica industriale della buona salute. Cambiando l’ottica con cui normalmente affrontiamo queste tematiche troppo spesso relegate a questioni “tecniche” o di contenzioso tra Stato e Regioni o di interessi di parte, ponendosi come obiettivo unico la salute dei nostri concittadini e delle comunità. L'articolo SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – 22 SETTEMBRE proviene da Motoresanità.it. Read More
SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – 20 SETTEMBRE
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Nonostante sia davvero breve il tempo trascorso dai momenti drammatici vissuti in tutto il mondo durante la recente pandemia, poco sembra rimasto, oltre la fase di analisi, in termini di comportamenti da attuare per rendere più efficiente, meno burocratizzata e macchinosa la risposta assistenziale.
In quei momenti era emersa chiara da parte di tutti gli attori di sistema una necessità imprescindibile: quella di unire le forze, di collaborare, di ascoltarsi. Il supporto di tutte le competenze, le tecnologie, le forze economiche, le forze lavorative aveva abbattuto le abituali barriere, gli interessi delle singole categorie. Ognuno doveva fare la sua parte per semplificare, portare al tavolo, mettere a fattor comune le esperienze, le conoscenze, le buone pratiche consolidate.
Ricordare le lezioni della recente, attuale pandemia è un dovere da parte di tutti. Prima ancora di chi deve decidere e programmare le risorse necessarie agli investimenti da compiere. Ma vorremmo che questo venisse fatto partendo dai bisogni, dall’ascolto dei bisogni dei cittadini prima di ogni altro aspetto.
Le innovazioni tecnologiche, farmaceutiche, terapeutiche, organizzative a supporto di questo sono innumerevoli e viaggiano oggi a ritmi sostenuti ma imprevedibili, vedendo protagonisti interi comparti produttivi trasversali al sistema. Al momento non sempre i servizi sanitari, i criteri di remunerazione, le norme del bilancio dello Stato, le burocrazie regionali e statali, dimostrano di essere al passo dei tempi che viviamo per poter accogliere e gestire questa innovazione. Allo stesso modo stenta a decollare una vera “politica industriale della filiera della salute”, ancor più evidenziatasi come necessaria, strategica ed improrogabile.
Riteniamo che unitamente a questo il confronto tra tutti gli attori di sistema sia l’unica via per cocreare valore e fornire strumenti adeguati alle istituzioni, nel loro processo decisionale da tradurre poi in azioni programmatorie concrete.
Motore sanità in parallelo con le attività dell’Osservatorio Innovazione da questi punti fermi, vorrebbe raccogliere proposte per porre le basi di una nuova politica industriale della buona salute. Cambiando l’ottica con cui normalmente affrontiamo queste tematiche troppo spesso relegate a questioni “tecniche” o di contenzioso tra Stato e Regioni o di interessi di parte, ponendosi come obiettivo unico la salute dei nostri concittadini e delle comunità. L'articolo SUMMER SCHOOL 2023 – ASIAGO – 22 SETTEMBRE proviene da Motoresanità.it. Read More
IMAGING OF RHEUMATIC DISEASES IN ADULTS AND CHILDREN
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ Programma SYNOPSIS
Imaging course focused on rheumatic musculoskeletal disease of pediatric and adult patients with national and international speakers expert in the field and members of the Arthritis Subcommittee of the European Society of Musculoskeletal Radiology (ESSR).
The event which will include lectures and interactive interactions between the faculty and the participants is for radiologists working in the musculoskeletal field as well as for general radiologists, pediatricians, and internal medicine physicians interested in this heterogeneous group of diseases. During the course the role of different radiological techniques, including radiographs, ultrasound, dual energy CT and MR will be illustrated considering the main clinical indications, the most frequent radiological signs, differential diagnoses, and disease monitoring during treatment.
The clinical and scientific role of hybrid imaging, such as PET/CT and PET/MR, will also be addressed. There will be also two clinical lectures highlighting the value of integrating radiologists reporting with rheumatologists needs.   L'articolo Percorso vaccinale nel paziente fragile e over 65 STATO DELL’ARTE IN REGIONE ABRUZZO L’ESEMPIO DI HERPES ZOSTER, PNEUMOCOCCO, INFLUENZA proviene da Motoresanità.it. Read More
LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una complessa gestione multidisciplinare. Nel diabete di tipo 2 raggiungere l’obiettivo glicemico indicato dalle linee guida con il solo cambiamento dello stile di vita è raramente possibile e diventa necessario l’utilizzo di farmaci, in primis la metformina. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali “l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse”. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento, Motore Sanità ritiene importante un confronto tra tutti gli attori di sistema per rivedere i percorsi di cura mantenendo la sostenibilità di sistema. L'articolo Percorso vaccinale nel paziente fragile e over 65 STATO DELL’ARTE IN REGIONE ABRUZZO L’ESEMPIO DI HERPES ZOSTER, PNEUMOCOCCO, INFLUENZA proviene da Motoresanità.it. Read More
MIDSUMMER SCHOOL – L’ACCESSO ALL’INNOVAZIONE COME TROVARE RISPOSTE A BISOGNI SEMPRE PIÙ URGENTI
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’ACCESSO ALLE TERAPIE INNOVATIVE: GLI ACCESSI REGIONALI  RAZIONALE SCIENTIFICO L’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità, sulla spinta delle istanze delle associazioni dei cittadini incontrati nel corso degli eventi macroregionali degli Stati generali dell’Oncologia e delle Malattie Rare di Motore Sanità, ha avviato un percorso di approfondimento per quel che riguarda l’accesso ai farmaci nelle varie regioni. Da questi primi incontri è emerso che alcune azioni organizzative sono state attivate a macchia di leopardo e alcune buone pratiche non sono ancora diventate patrimonio comune, in un settore dove l’aspettativa dei cittadini – soprattutto dei più fragili – e di coloro che non possono permettersi di aspettare è sempre più crescente. Per questi motivi, Motore Sanità sta organizzando in questi ultimi mesi una Road Map che ha già toccato diverse regioni per fare il punto sulla situazione dell’accesso regionale alle nuove ed innovative terapie. I primi risultati impongono un confronto urgente affinché da quanto emerso tra tutti gli attori coinvolti in queste tematiche si possano sviluppare soluzioni percorribili da subito che garantiscano un rapido accesso alle terapie innovative e ai risultati che queste potrebbero dare. In questo contesto, un primo approfondimento sul ruolo di AIFA e la raccolta delle proposte operative di tutti gli Stakeholder sono lo strumento scelto dall’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità per definire azioni non più rinviabili.   2023 AIFA STRUMENTO CHIAVE DI GOVERNO ED ACCESSO NAZIONALE ALL’INNOVAZIONE SOSTENIBILE COSA RIVEDERE, COME RIORGANIZZARE IL PUNTO DI VISTA DELL’INDUSTRIA PRODUTTRICE  RAZIONALE SCIENTIFICO L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), autorità nazionale competente per l’attività regolatoria dei farmaci in Italia è un Ente pubblico che opera in autonomia, trasparenza ed economicità, sotto la direzione del MINSAL e la vigilanza sia del MINSAL che del MEF. La sua mission è dettata da questi principi cardine: contribuire alla tutela della salute attraverso i farmaci, garantire l’equilibrio economico di sistema attraverso il rispetto del tetto di spesa farmaceutica programmato, garantire l’unitarietà/equità di accesso sul territorio del sistema farmaceutico, promuovere la ricerca indipendente sui farmaci, rafforzare la propria autorevolezza come agenzia in ambito nazionale ed internazionale. Per raggiungere questi obiettivi è sempre più necessario lavorare su un modello di integrazione tra AIFA, istituzioni Regionali, Aziende sanitarie pubbliche e private, Industria, con il contributo fondamentale delle associazioni pazienti, scientifiche e di categoria, per garantire uniformità ed identica velocità di accesso sull’intero territorio Nazionale, rispettando i necessari presupposti di sostenibilità oggi sempre più fondamentale. Negli ultimi anni questo operato si è fatto sempre più oneroso e complesso a causa dell’enorme impulso propulsivo dato dalla ricerca che nell’ultimo decennio ha impresso una forte accelerazione alla disponibilità di prodotti innovativi. L’aumento della vita media che questa innovazione ha garantito e garantisce, con l’invecchiamento della popolazione e la cronicizzazione di molte patologie fino a poco tempo ad esito infausto (per sopravvivenza e qualità della vita) inserisce altri fattori di complessità a cui trovare rimedio. Anche dal lato settore industriale che porta avanti o sostiene la ricerca, l’impegno resta molto gravoso, nonostante l’applicazione di molte nuove tecnologie facilitanti resesi disponibili
Percorso vaccinale nel paziente fragile e over 65 STATO DELL’ARTE IN REGIONE ABRUZZO L’ESEMPIO DI HERPES ZOSTER, PNEUMOCOCCO, INFLUENZA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Secondo il Piano nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive, spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Facendo alcuni esempi, fra questi il Vaccino anti-pneumococcico è consigliato a tutti coloro che presentino diverse patologie croniche come cardiopatie, malattie polmonari, diabete mellito, epatopatie inclusa la cirrosi epatica, emoglobinopatie, immunodeficienze congenite o acquisite, infezione da Hiv, neoplasie oncologiche e oncoematologiche, insufficienza renale ma anche trapianto d’organo. Altro esempio di intervento preventivo fondamentale è il vaccino anti-Herpes Zoster, malattia causata dalla riattivazione del virus della varicella VZV, silente nei gangli del sistema nervoso ed estremamente debilitante per i pazienti anziani e fragili. Per questo oltre alla fascia d’età over 65, la vaccinazione è offerta in presenza di diabete mellito, patologia cardiovascolare, Bpco, soggetti destinati a terapia immunosoppressiva. Come questi anche il vaccino antinfluenzale rappresenta ogni anno un’opzione di prevenzione fondamentale e per alcuni pazienti salvavita. Ma nonostante questi vaccini siano stati introdotti nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano non soddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati. In primis impegnandosi nel recupero delle coorti di popolazione di pazienti anziani e fragili. Questo potrebbe rappresentare un intervento preventivo di valore clinico ed economico importante, in grado di evitare ricoveri e patologie acute che abitualmente li espongono a forti rischi di salute ed addirittura di vita. Per fare questo si dovrebbe agire sul territorio, visto che molte di queste coorti sono strettamente seguite oltre che dai SIESP anche dai MMG in RSA e ADI. Lavorando in questa direzione, la Regione Abruzzo, attraverso un piano organizzato e ben concordato, potrebbe raggiungere questo virtuoso traguardo di salute pubblica. Fondamentale sarà l’istituzione di una cabina di regia che oltre a coinvolgere i principali attori di sistema, stabilisca indicatori di monitoraggio e controllo sul breve, medio e lungo periodo, chiarendo come le nuove strutture territoriali previste dal PNRR (comprese le farmacie dei servizi) potrebbero essere di supporto per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Motore Sanità vorrebbe creare delle occasioni di incontro per facilitare ed accelerare lo sviluppo ed il monitoraggio di questo percorso. L'articolo Percorso vaccinale nel paziente fragile e over 65 STATO DELL’ARTE IN REGIONE ABRUZZO L’ESEMPIO DI HERPES ZOSTER, PNEUMOCOCCO, INFLUENZA proviene da Motoresanità.it. Read More
TUMORE DELLA MAMMELLA – ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NELLA GOVERNANCE –  FOCUS ON VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il cancro della mammella è un cosiddetto “Big Killer al femminile” e rappresenta la causa più comune di mortalità cancro-correlata nella donna. Colpisce più frequentemente le donne in post-menopausa di età superiore a 50 anni, ma anche gli uomini (1% circa di tutte le diagnosi di tumore mammario). È potenzialmente grave se non individuato e curato per tempo. Grazie a metodi diagnostici moderni e a terapie all’avanguardia, il tasso di sopravvivenza relativo al tumore al seno è aumentato costantemente negli ultimi anni. Infatti se il tumore viene identificato in fase molto precoce (stadio 0) la sopravvivenza a 5 anni nelle donne trattate è pari al 98%. Nel cancro metastatico invece la sopravvivenza è molto minore, dipendendo dalle caratteristiche del paziente, dalla aggressività della patologia e dalle opzioni terapeutiche possibili. Tutto ciò premesso si evidenzia con chiarezza quanto sia fondamentale il processo di gestione della governance di tale tipologia di patologia; quanto siano imprescindibili i programmi di screening sulle donne nella fascia di età a rischio, l’individuazione dell’insorgenza della malattia sin dalle prime manifestazioni e la celerità degli esami diagnostici. Ciò comporta inoltre l’interazione di più soggetti che concorrono alla virtuosità del processo: pensiamo agli enti in cui è strutturato il Molecolar Tumor Board (MTB) o alle regioni che hanno a disposizione una rete oncologica attiva e funzionante. Pertanto a tale processo sono interessate diverse professionalità non tutte di tipo medico-specialistico ma anche e forse soprattutto, di natura afferente alla programmazione, pensiamo alla gestione dei fondi o alla gestione armonica delle liste di attesa. Motore Sanità intende quindi riunire tutti gli attori di sistema per promuovere un confronto costruttivo e generatore di azioni in grado di rispondere ai nuovi bisogni, facilmente applicabili dalle istituzioni tecniche regionali. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE T2 DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA proviene da Motoresanità.it. Read More
IL MODELLO DI ACCESSO ALL’INNOVAZIONE TERAPEUTICA – FVG – CONFERENZA STAMPA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Tema della conferenza stampa Sentendo parlare di medicina di innovazione Breakthrough, terapie agnostiche, target therapy, terapie geniche, CAR T, terapie digitali, viene da chiedersi a che punto siamo nel Nostro paese in termini di accesso all’innovazione? Riusciremo ad uscire dallo stato di inerzia generata dalle molte pastoie burocratiche e a recuperare in ambito di accesso il terreno perso negli ultimi 20 anni? Occorre anche chiedersi quale ruolo si voglia giocare come Paese Italia nella fase che precede questo percorso e che riguarda la ricerca e la programmazione delle risorse? Per la comunità scientifica che spesso ha dovuto cedere i frutti dell’ eccellenza industriale e di ricerca italiana ad altri paesi, sarebbe altrettanto prezioso e decisivo come per il sistema industriale e per la società. Esistono delle eccellenze tra le regioni a livello nazionale in termini di percorsi aperti all’innovazione? Quella innovazione tecnologica (diagnostica e terapeutica) in grado di impattare sull’aspettativa e sulla qualità di vita di molti pazienti con patologie fino a qualche tempo fa considerate incurabili. Ma in grado di impattare anche sui modelli organizzativi assistenziali. L’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità, sulla spinta delle istanze delle associazioni dei cittadini incontrati nel corso degli eventi macroregionali degli Stati generali dell’Oncologia e delle Malattie Rare di Motore Sanità, ha avviato un percorso di approfondimento per quel che riguarda l’accesso ai farmaci nelle varie regioni.Da questi primi incontri è emerso che alcune azioni organizzative sono state attivate a macchia di leopardo e alcune buone pratiche non sono ancora diventate patrimonio comune, in un settore dove l’aspettativa dei cittadini – soprattutto dei più fragili – e di coloro che non possono permettersi di aspettare è sempre più crescente. Ma sono emerse anche dei modelli di eccellenza. Nel panorama Nazionale, la regione Friuli Venezia Giulia infatti, ha dimostrato di essere un benchmark nazionale per la sua capacità di accogliere e dare rapido accesso all’innovazione, riducendo i tempi di ogni passaggio del processo di acquisizione e dando così dimostrazione di estrema attenzione ai bisogni dei propri cittadini. Oltre a ciò la regione pur non accedendo al fondo nazionale farmaci innovativi, con proprie risorse ha deciso di affrontare il tema della sostenibilità di questi confermando per il secondo anno l’istituzione di un nuovo fondo dedicato ed ulteriormente implementato. In poche parole un modello da esportare per ogni regione Italiana a cui dare ampia visibilità. L'articolo PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI PIANO NAZIONALE PREVENZIONE VACCINALE E SUE APPLICAZIONI REGIONALI NELL’AMBITO DELLA VACCINAZIONE DELL’ADULTO LOMBARDIA proviene da Motoresanità.it. Read More
PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI PIANO NAZIONALE PREVENZIONE VACCINALE E SUE APPLICAZIONI REGIONALI NELL’AMBITO DELLA VACCINAZIONE DELL’ADULTO LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive,  spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Esempi di intervento preventivo sono il vaccino anti-Herpes Zoster e il vaccino anti-pneumococco per i pazienti anziani e fragili. Per questo, oltre alla fascia d’età  dei soggetti di 65 anni queste due  vaccinazioni sono offerte gratuitamente ai soggetti con diabete mellito, patologia cardiovascolare, BPCO, asma e quelli destinati a terapia immunosoppressiva e con immunodepressione. Ma nonostante queste indicazioni e anche se queste vaccinazioni sono state introdotte nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano ampiamente insoddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati. In particolare si dovrebbe agire sul territorio,  visto che molte di queste coorti sono strettamente seguite dai MMG. Lavorando in questa direzione, la Regione Lombardia ha messo a punto un protocollo vaccinale virtuoso valido sulla vaccinazione contro Herpes Zoster e Pneumococco rendendole gratuite per pazienti fragili e anziani. E sempre attraverso questo protocollo si è trovato un accordo con la Società scientifica di diabetologia per fornire ai diabetici tutta una serie di vaccinazioni importanti e si sta lavorando in maniera simile per arrivare allo stesso obiettivo su altre cronicità. Attualmente le coperture vaccinali su questa popolazione devono essere implementate. Si osserva inoltre la mancanza di indicatori di monitoraggio e controllo sul breve, medio e lungo periodo. In questo senso è giusto porsi la domanda di come le nuove strutture territoriali previste dal PNRR (comprese le farmacie dei servizi) potrebbero essere di supporto ai vari distretti per raggiungere gli obiettivi costruiti nel virtuoso protocollo regionale. L’evento è rivolto a medici di medicina generale, medici chirurghi specializzati in: geriatria, medicina interna, cardiologia, igiene e medicina preventiva, diabetologia di tutte le regioni italiane. L'articolo PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI PIANO NAZIONALE PREVENZIONE VACCINALE E SUE APPLICAZIONI REGIONALI NELL’AMBITO DELLA VACCINAZIONE DELL’ADULTO LOMBARDIA proviene da Motoresanità.it. Read More
Percorsi vaccinali Herpes Zoster, Pneumococco, Influenza nei soggetti in ADI –  EVENTO FORMATIVO ECM (FAD sincrona)
Archivi Eventi - Motoresanità.it – EVENTO ECM – L’ISCRIZIONE AI CORSI DIVENTA OBBLIGATORIA: seguirà le stesse modalità dei webinar, ma indirizzeremo all’URL res.summeet.it L’iscrizione sarà resa disponibile fino all’orario di chiusura evento, quindi personalizzata per ogni incontro.   REGISTRAZIONE E ACCESSO Da effettuarsi prima o contestualmente all’inizio del corso ECM (la mancata iscrizione al corso prima dell’inizio dello stesso comprometterà la possibilità di compilazione dei questionari) 1. Collegarsi all’indirizzo: https://res.summeet.it
2. In caso di primo accesso: creare l’account personale, cliccando su “REGISTRAZIONE” In caso di utente già registrato a corsi FAD (Formazione a Distanza): potrà utilizzare le stesse credenziali che utilizza per l’accesso a fad.summeet.it 3. Trovare il corso attraverso la funzione cerca, inserendo codice ECM 604-364531
4. Sarà possibile compilare il questionario di apprendimento ECM e di gradimento entro 3 giorni dal termine del corso (il test si riterrà superato con almeno il 75% di risposte corrette).   I crediti ECM saranno erogati alle sole persone iscritte in presenza In base alle disposizioni nazionali in vigore per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 il numero dei partecipanti sarà contenuto. ACCREDITAMENTO ECM-AGENAS 604- 379300 TIPOLOGIA Webinar Medici Chirurghi (Tutte le specializzazioni), Farmacisti, Infermieri La durata dell’evento è di 2 ore formative, per un totale di 3 crediti ecm. Numero di discenti accreditabili: 400   RAZIONALE SCIENTIFICO Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive, spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Facendo alcuni esempi, fra questi il Vaccino anti-pneumococcico è consigliato a tutti coloro che presentino diverse patologie croniche come cardiopatie, malattie polmonari, diabete mellito, epatopatie inclusa la cirrosi epatica, emoglobinopatie, immunodeficienze congenite o acquisite, infezione da Hiv, neoplasie oncologiche e oncoematologiche, insufficienza renale ma anche trapianto d’organo. Altro esempio di intervento preventivo fondamentale è il vaccino anti-Herpes Zoster, malattia causata dalla riattivazione del virus della varicella VZV, silente nei gangli del sistema nervoso ed estremamente debilitante per i pazienti anziani e fragili. Per questo oltre alla fascia d’età over 65, la vaccinazione è offerta in presenza di diabete mellito, patologia cardiovascolare, Bpco, soggetti destinati a terapia immunosoppressiva. Come questi anche il vaccino antinfluenzale rappresenta ogni anno un’opzione di prevenzione fondamentale e per alcuni pazienti salvavita. Nei soggetti in ADI e più fragili per età, over 85,  la Regione Veneto, nella stagione appena passata, ha raccomandato l’impiego del vaccino antinfluenzale ad alto dosaggio, per garantire una maggiore risposta immunitaria e quindi una maggiore efficacia rispetto ai vaccini tradizionali, come specificato nella Circolare Ministeriale. Ma nonostante questi vaccini siano stati introdotti nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano non completamente soddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben
LISTE DI ATTESA FOCUS ON REGIONE VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO   È possibile risolvere il problema delle liste di attesa? Ed è possibile farlo senza aumentare le risorse disponibili? La risposta a queste domande sembra quasi scontata e demoralizzante, ancor più dopo la lunga fase critica generata dall’attuale pandemia. Ma è davvero così o vi sono già delle buone pratiche facilmente condivisibili da cui partire? Garantire la prestazione entro i tre giorni successivi a quello della richiesta da parte del medico di medicina generale: un modello concreto oppure solo una chimera irraggiungibile? Forse si dovrebbe partire dal ricostruire analiticamente l’attuale organizzazione di gestione dell’offerta e della domanda delle prestazioni, cercando poi di applicare i cambiamenti possibili in base alle risorse disponibili in ogni singola realtà. I concetti organizzativi di base su cui realizzare nuovi modelli efficaci sono semplici ma vanno applicati con metodo e cura. Occorre inoltre superare le barriere individuali sulla volontà di accettare e facilitare il cambiamento. Un cambiamento che porta benefici ad ogni singolo prima che al sistema assistenziale. L’impegno su questi aspetti potrebbe permettere di ottenere risultati comunemente considerati irrealizzabili. Vi sono già degli esempi attuati e replicabili su vasta scala con un minimo impegno di risorse. L’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità propone un tavolo di lavoro su questo tema, che rappresenta un nodo chiave dei bisogni del cittadino ed uno dei problemi più sentiti nella nostra Sanità. L'articolo RIPARAZIONE TRANSCATETERE DELLA VALVOLA MITRALE TRATTAMENTO, GESTIONE E SOSTENIBILITÀ – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
MALATTIE RARE STATI GENERALI – CENTRO ABRUZZO, LAZIO, MARCHE, TOSCANA, UMBRIA – SECONDA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE  Sul tema Malattie Rare (MR), dato il rapido evolvere dello scenario legislativo, organizzativo-gestionale e tecnico-scientifico, vi è il bisogno a livello di comunità medico-scientifica, di singolo operatore ed anche delle realtà associative, di promuovere un aggiornamento culturale e un processo di sensibilizzazione continui. Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 10.000 persone. Ma il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce appunto con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’ISS, in Italia si stimano oltre 90 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con una incidenza di oltre 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Ma secondo la rete Orphanet il sommerso potrebbe essere molto elevato con stime in Italia di 1,5-2 milioni di cittadini. Il 2021, in Italia, è stato segnato da importanti novità legislative, mentre, in Europa, il 2022 è iniziato con una nuova fase della storia degli European Reference Networks (ERN). Sarà pertanto importante, per il Governo Centrale e le Regioni Italiane, farsi trovare pronti ad interpretare i nuovi dettami di legge, sfruttando appieno le nuove opportunità che essa offre per il perseguimento del bene dei pazienti con MR e soprattutto a confermare il proprio ruolo in Europa nel campo delle MR. Per far questo si dovrà passare alla fase realizzativa attraverso opportuni decreti attuativi, che seguano una tabella di marcia condivisa con precise priorità, giuste risorse allocate, coerenti con gli obiettivi ambiziosi descritti. Non tutto sarà attuabile da subito, contemporaneamente ed uniformemente poiché la presa in carico dei pazienti affetti da MR è differente nelle varie Regioni, con centri di riferimento nazionali ed internazionali in alcune, ma con carenze di offerta assistenziale e di comunicazione in altre. A questo si aggiunga che non tutte le regioni lavorano in rete e non tutte sono in grado di offrire una continuità delle cure trasversale con percorsi facilitati dei pazienti MR, che per definizione sono pazienti cronici necessitanti di un’assistenza integrata spesso, ma non sempre, dall’infanzia all’età adulta.   Per tale motivo Motore Sanità intende organizzare delle giornate di analisi e proposte per macroregioni, nord ovest- nord est-centro-sud ed isole, per implementarne azioni concrete, rappresentando le MR il paradigma del futuro SSN in termini organizzativi e di innovazione diagnostico/terapeutica. Partendo dal presupposto che tutto ciò dovrà richiedere un grande cambio di preparazione culturale professionale ma anche un nuovo umanesimo. L'articolo RIPARAZIONE TRANSCATETERE DELLA VALVOLA MITRALE TRATTAMENTO, GESTIONE E SOSTENIBILITÀ – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
MALATTIE RARE STATI GENERALI – CENTRO ABRUZZO, LAZIO, MARCHE, TOSCANA, UMBRIA – PRIMA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE  Sul tema Malattie Rare (MR), dato il rapido evolvere dello scenario legislativo, organizzativo-gestionale e tecnico-scientifico, vi è il bisogno a livello di comunità medico-scientifica, di singolo operatore ed anche delle realtà associative, di promuovere un aggiornamento culturale e un processo di sensibilizzazione continui. Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 10.000 persone. Ma il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce appunto con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’ISS, in Italia si stimano oltre 90 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con una incidenza di oltre 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Ma secondo la rete Orphanet il sommerso potrebbe essere molto elevato con stime in Italia di 1,5-2 milioni di cittadini. Il 2021, in Italia, è stato segnato da importanti novità legislative, mentre, in Europa, il 2022 è iniziato con una nuova fase della storia degli European Reference Networks (ERN). Sarà pertanto importante, per il Governo Centrale e le Regioni Italiane, farsi trovare pronti ad interpretare i nuovi dettami di legge, sfruttando appieno le nuove opportunità che essa offre per il perseguimento del bene dei pazienti con MR e soprattutto a confermare il proprio ruolo in Europa nel campo delle MR. Per far questo si dovrà passare alla fase realizzativa attraverso opportuni decreti attuativi, che seguano una tabella di marcia condivisa con precise priorità, giuste risorse allocate, coerenti con gli obiettivi ambiziosi descritti. Non tutto sarà attuabile da subito, contemporaneamente ed uniformemente poiché la presa in carico dei pazienti affetti da MR è differente nelle varie Regioni, con centri di riferimento nazionali ed internazionali in alcune, ma con carenze di offerta assistenziale e di comunicazione in altre. A questo si aggiunga che non tutte le regioni lavorano in rete e non tutte sono in grado di offrire una continuità delle cure trasversale con percorsi facilitati dei pazienti MR, che per definizione sono pazienti cronici necessitanti di un’assistenza integrata spesso, ma non sempre, dall’infanzia all’età adulta.   Per tale motivo Motore Sanità intende organizzare delle giornate di analisi e proposte per macroregioni, nord ovest- nord est-centro-sud ed isole, per implementarne azioni concrete, rappresentando le MR il paradigma del futuro SSN in termini organizzativi e di innovazione diagnostico/terapeutica. Partendo dal presupposto che tutto ciò dovrà richiedere un grande cambio di preparazione culturale professionale ma anche un nuovo umanesimo. L'articolo RIPARAZIONE TRANSCATETERE DELLA VALVOLA MITRALE TRATTAMENTO, GESTIONE E SOSTENIBILITÀ – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
RIPARAZIONE TRANSCATETERE DELLA VALVOLA MITRALE TRATTAMENTO, GESTIONE E SOSTENIBILITÀ – EVENTO ECM –
Archivi Eventi - Motoresanità.it Accreditamento ECM-Agenas: 604- 388184
Tipologia: Residenziale
Medici Chirurghi (Cardiologia, Medicina Interna), FARMACISTA PUBBLICO DEL SSN; FARMACISTA TERRITORIALE; FARMACISTA DI ALTRO SETTORE La durata dell’evento è di 3 ore formative, per un totale di 3 crediti ecm. RAZIONALE SCIENTIFICO
L’Insufficienza Mitralica (IM), o Rigurgito Mitralico, è la valvulopatia più comune nei paesi occidentali e la sua prevalenza cresce fortemente con l’età. Infatti si stima che oggi, circa il 10% delle persone di età superiore a 75 anni sia affetta da IM almeno moderata che, se non trattata, può portare allo Scompenso Cardiaco con conseguente diminuzione della sopravvivenza.
Numerosi studi hanno dimostrato che i pazienti con IM moderata – severa presentano una mortalità statisticamente più elevata rispetto ai quelli con grado lieve, un’incidenza di re-ospedalizzazione dell’80% superiore rispetto a pazienti con gradi minori di IM nonché una riduzione della qualità della vita. Le linee guida – sia delle società americane ACC/AHA, sia europee ESC – raccomandano il trattamento cardio-chirurgico per i pazienti con forme severe di IM ma nonostante tali indicazioni, circa il 50% dei pazienti sintomatici sofferenti di IM severa non viene sottoposta ad intervento.
Da più di 10 anni è disponibile una procedura mini-invasiva innovativa, il sistema MitraClip (Abbott Vascular, Abbott Park, Illinois, USA), dispositivo medico che consente la riparazione per via transcatetere della valvola mitrale. MitraClip è una tecnologia basata su un approccio con accesso percutaneo e rappresenta una valida alternativa terapeutica nei pazienti sintomatici con IM ad alto rischio operatorio in cui la terapia medica tradizionale non è più sufficiente.
La procedura consiste nell’inserimento di una “clip” sui lembi della valvola mitrale in corrispondenza dell’origine del rigurgito attraverso un approccio per via transcatetere, risalendo la vena femorale fino al cuore. Il paziente candidato alla riparazione transcatetere della valvola mitrale viene preso in carico dal Heart Valve Center composto da più specialisti tra cui Cardiologo Clinico, Cardiologo Interventista, Ecocardiografista, Cardiochirurgo, Anestesista e team infermieristico.
Le prove di efficacia e sicurezza di MitraClip derivano da più di 1.000 pubblicazioni e più di 150.000 pazienti trattati nel mondo e indicano una riduzione della mortalità, una riduzione dei ricoveri per scompenso cardiaco e il miglioramento della qualità di vita. Inoltre, è stato dimostrato che la riparazione con MitraClip è costo – efficace soprattutto grazie alla riduzione delle re-ospedalizzazioni.
CERGAS Bocconi, dopo aver pubblicato la prima analisi di costo-efficacia su Mitraclip – basata su dati real world italiani nel 2016 – ha di recente adattato un modello di budget impact e ha sviluppato un esercizio di value-based planning relativo sia al contesto italiano, che al regionale lombardo, dimostrando l’impatto economico favorevole per il Sistema Sanitario generato da una maggiore diffusione della procedura transcatetere con MitraClip nella popolazione target.
Motore Sanità organizza un evento per presentare i risultati del CERGAS e per coinvolgere tutte le figure impegnate nel percorso di cura dei pazienti affetti da insufficienza mitralica, allo scopo di implementare un uso appropriato della metodica MitraClip e stimolare il dibattito sulle sue ricadute in termini clinici, economici ed assistenziali.
EPILESSIE RARE – STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA – UMBRIA, MARCHE e TOSCANA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le Epilessie farmacoresistenti rappresentano oltre il 30% di tutte le forme epilettiche, sono caratterizzate da una ampia variabilità etiopatogenetica e clinica  e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste Epilessie non responder sono Epilessie rare, per lo più ad insorgenza in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo. Non esiste un dato preciso sul numero esatto di pazienti con Epilessie rare in Italia. Nel Registro Nazionale delle Epilessie Rare (RES), che raccoglie dati soltanto su alcune forme di Epilessia rare in Italia, al 31 dicembre 2020 erano registrati circa 2.300 casi di Epilessie rare, di cui il 53,5% di sesso femminile e il 46,5% maschile. Va però sottolineato che il RES include solo alcune forme di Epilessia rare e che molti pazienti  non sono ancora stati diagnosticati o registrati nei registri medici ufficiali, e quindi è presumibile che questi casi siano fortemente sottostimati.  Come ogni malattia rara, una Epilessia rara è definita epidemiologicamente da un’incidenza < 5 casi su 10.000 e tra le forme di epilessia farmaco-resistente vi rientrano quindi le Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo che compaiono in epoca neonatale/infantile e che hanno talvolta un’etiologia genetica nota. A titolo di esempio si può citare la Sindrome di Dravet, che insorge nel primo anno di vita in bambini fino ad allora normali, con crisi di vario tipo spesso scatenate dalla febbre, cui poi si associa un deficit di sviluppo cognitivo-comportamentale. Si calcola che la Sindrome di Dravet colpisca circa 6,5/100.000 nati vivi e nell’80% dei casi in essi è riscontrabile una variante patogenetica del gene SCN1A. La Sindrome di Lennox-Gastaut invece è un’Encefalopatia Epilettica e di Sviluppo che esordisce più tardivamente (con picco tra i 3 ed i 5 anni) e che si presenta con crisi di vario tipo, anch’esse farmacoresistenti ed associate a disturbi della sfera cognitivo-comportamentale. L’etiologia in questo caso è più variabile e la prevalenza è calcolata nell’1-2% di tutte le forme di Epilessia. Tra le Malattie rare con Epilessia rientra anche la Sclerosi Tuberosa (TSC), una malattia multisistemica a espressione variabile e geneticamente determinata, che coinvolge vari organi ed apparati e che può essere sospettata in epoca neonatale o nei primi mesi di vita per la presenza di crisi epilettiche, macchie cutanee ipomelanotiche e per ritardo nell’acquisizione delle principali tappe di sviluppo cognitivo-comportamentale. L’epidemiologia non è ben nota ma negli USA si calcola che l’incidenza di  1/6000 nati vivi, con una prevalenza è di  1:13000-30000 individui nella popolazione generale. Nonostante negli ultimi anni siano stati autorizzati nuovi farmaci per la terapia di queste forme di Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo farmacoresistenti  permangono difficoltà nell’iter diagnostico terapeutico, e soprattutto trattandosi di forme croniche persiste il problema a livello assistenziale della transizione dall’età pediatrica a quella adulta. Ritenendo di fondamentale importanza diffonderne la conoscenza, Motore Sanità intende organizzare una serie di webinar macroregionali, indagando lo stato dell’arte sulla presa in carico e sui percorsi di cura appropriati per questi pazienti. L'articolo RIPARAZIONE TRANSCATETERE DELLA
Progetto Vitiligine PIEMONTE e LIGURIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La vitiligine è una condizione cronica della pelle caratterizzata dalla comparsa, in vari distretti corporei, di chiazze bianche o traslucide dove manca del tutto la fisiologica colorazione dovuta alla melanina. La causa sarebbe l’attacco da parte del sistema immunitario ai melanociti, cellule produttrici di questo pigmento, ma allo stato attuale delle conoscenze è considerata una patologia multifattoriale con cause non solo immuno-mediate ma anche genetiche, endocrine, metaboliche, infiammatorie e secondo alcune ipotesi anche virali. I fattori di rischio comunque includono, seppure con una relazione non completamente chiarita, anche storia familiare di questa patologia o di altre malattie autoimmuni (ipertiroidismo in particolare se causato dalla malattia di Graves o ipotiroidismo in particolare se causato dalla tiroidite di Hashimoto, alopecia areata, anemia perniciosa, diabete, morbo di Addison). Le zone colpite sono il viso, le dita delle mani e dei piedi, i polsi, i gomiti, le ginocchia, le mani, la cresta tibiale, le caviglie, le ascelle, l’ano e l’area genitale, l’ombelico e i capezzoli. La cute affetta è estremamente predisposta alle ustioni solari. Le zone cutanee interessate producono anche peli di colore bianco. Viene classificata in 2 forme: una detta segmentaria (meno diffusa colpisce una sola zona del corpo, monolateralmente tendenzialmente non progressiva) ed una non-segmentaria (più diffusa simmetrica e progressiva che colpisce in particolare volto e arti superiori e inferiori). Nella forma più severa si arriva in alcuni anni alla perdita quasi completa della colorazione cutanea del corpo. Per quanto riguarda l’epidemiologia non ci sono dati sicuri ma a livello mondiale si stima che colpisca circa 0,5-2% della popolazione (100 milioni). In Italia si stima una prevalenza di circa 0,7-1 % (700 mila – 1 milione) con una età media d’insorgenza tra i 10 e i 30 anni. La vitiligine non incide sulla aspettativa di vita ed è considerata una patologia di tipo “estetico”. Ma come condizione può avere pesanti ripercussioni psicologiche: infatti è tra le malattie con i più bassi indici di qualità della vita, per l’impatto psicologico che causa nei pazienti e le ricadute sociali/di relazione sia nella vita professionale che privata. In passato le diverse terapie disponibili portavano spesso ad insuccesso terapeutico, ma oggi la ricerca ha prodotto interessanti nuove opportunità di cura attraverso lo sviluppo di inibitori JAK (ruxolitinib) e di anticorpi monoclonali anti-IL-15Rβ (in grado di colpire linfociti T autoreattivi e far regredire stabilmente la patologia) L'articolo RIPARAZIONE TRANSCATETERE DELLA VALVOLA MITRALE TRATTAMENTO, GESTIONE E SOSTENIBILITÀ – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
MALATTIE DELL’APPARATO SESSUALE E DELLA RIPRODUZIONE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE L’approccio epidemiologico, sociale e clinico alle malattie dell’apparato sessuale e della riproduzione presenta notevoli differenze tra i due sessi. Nella Femmina, alla comparsa del menarca (10-12 anni di vita), ci sono tre componenti fondamentali che rendono quel momento come un momento fondamentale per il corretto apprendimento e sviluppo dell’apparato genitale: Il Rapporto Madre-Figlia: la Madre ha già anticipatamente preparato la Figlia allo specifico momento e rappresenta un continuo supporto informativo e formativo;
Rapporto tra Adolescenti: le ragazze hanno un approccio all’evento di tipo collaborativo e di confronto;
Rapporto con lo Specialista: si instaura il rapporto con il Ginecologo che rafforza maggiormente la parte informativa e l’approccio, che non si limita alla conoscenza di cosa accade nello specifico momento, ma che diventa anche momento di informazione sulle malattie infettive sessualmente trasmesse e relative vaccinazioni, sui mezzi di contraccezione, etc. Nel Maschio, non essendoci un momento specifico di «passaggio» all’età puberale, l’approccio al proprio apparato genitale è profondamente differente: Il rapporto genitoriale può essere totalmente mancante, in quanto il ragazzo ha pudore di affrontare questi argomenti con il Genitore, anche se di sesso maschile (e viceversa);
Il rapporto con gli altri Adolescenti Maschi è talvolta di scherno e non collaborativo, talvolta aggravato dalle situazioni concomitanti che accompagnano l’adolescenza (acne, eccessiva sudorazione, etc), fino allo scambio di false informazioni ed esperienze negative;
Non esiste il rapporto/confronto con lo Specialista, se non in casi sporadici (Pediatra o Andrologo) dettati dall’intervento di un Genitore, mancando quindi sia l’informazione generale che apparato-specifica (criptorchidismo, varicocele, etc).   L'articolo RIPARAZIONE TRANSCATETERE DELLA VALVOLA MITRALE TRATTAMENTO, GESTIONE E SOSTENIBILITÀ – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
PSORIASI IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? Marche – Umbria – Abruzzo
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO
La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%).
La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmo plantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% dei pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie.
Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è dunque un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi: l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita.
Oggi l’indice PASI che correla i segni e i sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5. Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12) che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia.
Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti.
PERCORSI VACCINALI – Herpes Zoster, Pneumococco, Influenza nei soggetti in ADI – EVENTO IBRIDO DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive, spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Facendo alcuni esempi, fra questi il Vaccino anti-pneumococcico è consigliato a tutti coloro che presentino diverse patologie croniche come cardiopatie, malattie polmonari, diabete mellito, epatopatie inclusa la cirrosi epatica, emoglobinopatie, immunodeficienze congenite o acquisite, infezione da Hiv, neoplasie oncologiche e oncoematologiche, insufficienza renale ma anche trapianto d’organo. Altro esempio di intervento preventivo fondamentale è il vaccino anti-Herpes Zoster, malattia causata dalla riattivazione del virus della varicella VZV, silente nei gangli del sistema nervoso ed estremamente debilitante per i pazienti anziani e fragili. Per questo oltre alla fascia d’età over 65, la vaccinazione è offerta in presenza di diabete mellito, patologia cardiovascolare, Bpco, soggetti destinati a terapia immunosoppressiva. Come questi anche il vaccino antinfluenzale rappresenta ogni anno un’opzione di prevenzione fondamentale e per alcuni pazienti salvavita. Nei soggetti in ADI e più fragili per età, over 85,  la Regione Veneto, nella stagione appena passata, ha raccomandato l’impiego del vaccino antinfluenzale ad alto dosaggio, per garantire una maggiore risposta immunitaria e quindi una maggiore efficacia rispetto ai vaccini tradizionali, come specificato nella Circolare Ministeriale. Ma nonostante questi vaccini siano stati introdotti nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano non completamente soddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati. Esempio di intervento preventivo importante sulla popolazione di pazienti anziani e fragili è il vaccino anti-Herpes Zoster. Per questo vaccino la gratuità è già prevista per tutti i soggetti over 65 anni e la regione Veneto rappresenta puntualmente una eccellenza ed un punto di riferimento Nazionale.  Il prossimo passaggio quindi potrebbe essere appunto estendere la copertura a tutte le categorie di cittadini considerati fragili. In particolare si dovrebbe agire sul territorio, visto che molte di queste coorti sono strettamente seguite dai MMG in ADI. Lavorando in questa direzione, la Regione, attraverso un piano organizzato e ben concordato, potrebbe raggiungere questo ulteriore virtuoso traguardo di salute pubblica. Fondamentale sarà l’istituzione di una cabina di regia che oltre a coinvolgere i principali attori di sistema, stabilisca indicatori di monitoraggio e controllo sul breve, medio e lungo periodo, chiarendo come le nuove strutture territoriali previste dal PNRR (comprese le farmacie dei servizi) potrebbero essere di supporto ai distretti per raggiungere gli obiettivi stabiliti. L'articolo TUMORE DELLA MAMMELLA – ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NELLA GOVERNANCE – FOCUS ON VENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
MALATTIE RARE  STATI GENERALI – SUD ITALIA – SECONDA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE  Sul tema Malattie Rare (MR), dato il rapido evolvere dello scenario legislativo, organizzativo-gestionale e tecnico-scientifico, vi è il bisogno a livello di comunità medico-scientifica, di singolo operatore ed anche delle realtà associative, di promuovere un aggiornamento culturale e un processo di sensibilizzazione continui. Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 100.000 persone. Ma il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce appunto con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’ISS, in Italia si stimano oltre 90 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con una incidenza di oltre 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Ma secondo la rete Orphanet il sommerso potrebbe essere molto elevato con stime in Italia di 1,5-2 milioni di cittadini. Il 2021, in Italia, è stato segnato da importanti novità legislative, mentre, in Europa, il 2022 è iniziato con una nuova fase della storia degli European Reference Networks (ERN). Sarà pertanto importante, per il Governo Centrale e le Regioni Italiane, farsi trovare pronti ad interpretare i nuovi dettami di legge, sfruttando appieno le nuove opportunità che essa offre per il perseguimento del bene dei pazienti con MR e soprattutto a confermare il proprio ruolo in Europa nel campo delle MR. Per far questo si dovrà passare alla fase realizzativa attraverso opportuni decreti attuativi, che seguano una tabella di marcia condivisa con precise priorità, giuste risorse allocate, coerenti con gli obiettivi ambiziosi descritti. Non tutto sarà attuabile da subito, contemporaneamente ed uniformemente poiché la presa in carico dei pazienti affetti da MR è differente nelle varie Regioni, con centri di riferimento nazionali ed internazionali in alcune, ma con carenze di offerta assistenziale e di comunicazione in altre. A questo si aggiunga che non tutte le regioni lavorano in rete e non tutte sono in grado di offrire una continuità delle cure trasversale con percorsi facilitati dei pazienti MR, che per definizione sono pazienti cronici necessitanti di un’assistenza integrata spesso, ma non sempre, dall’infanzia all’età adulta.   Per tale motivo Motore Sanità intende organizzare delle giornate di analisi e proposte per macroregioni, nord ovest- nord est-centro-sud ed isole, per implementarne azioni concrete, rappresentando le MR il paradigma del futuro SSN in termini organizzativi e di innovazione diagnostico/terapeutica. Partendo dal presupposto che tutto ciò dovrà richiedere un grande cambio di preparazione culturale professionale ma anche un nuovo umanesimo. L'articolo TUMORE DELLA MAMMELLA – ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NELLA GOVERNANCE – FOCUS ON VENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
MALATTIE RARE  STATI GENERALI – SUD ITALIA – PRIMA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE  Sul tema Malattie Rare (MR), dato il rapido evolvere dello scenario legislativo, organizzativo-gestionale e tecnico-scientifico, vi è il bisogno a livello di comunità medico-scientifica, di singolo operatore ed anche delle realtà associative, di promuovere un aggiornamento culturale e un processo di sensibilizzazione continui. Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 100.000 persone. Ma il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce appunto con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’ISS, in Italia si stimano oltre 90 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con una incidenza di oltre 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Ma secondo la rete Orphanet il sommerso potrebbe essere molto elevato con stime in Italia di 1,5-2 milioni di cittadini. Il 2021, in Italia, è stato segnato da importanti novità legislative, mentre, in Europa, il 2022 è iniziato con una nuova fase della storia degli European Reference Networks (ERN). Sarà pertanto importante, per il Governo Centrale e le Regioni Italiane, farsi trovare pronti ad interpretare i nuovi dettami di legge, sfruttando appieno le nuove opportunità che essa offre per il perseguimento del bene dei pazienti con MR e soprattutto a confermare il proprio ruolo in Europa nel campo delle MR. Per far questo si dovrà passare alla fase realizzativa attraverso opportuni decreti attuativi, che seguano una tabella di marcia condivisa con precise priorità, giuste risorse allocate, coerenti con gli obiettivi ambiziosi descritti. Non tutto sarà attuabile da subito, contemporaneamente ed uniformemente poiché la presa in carico dei pazienti affetti da MR è differente nelle varie Regioni, con centri di riferimento nazionali ed internazionali in alcune, ma con carenze di offerta assistenziale e di comunicazione in altre. A questo si aggiunga che non tutte le regioni lavorano in rete e non tutte sono in grado di offrire una continuità delle cure trasversale con percorsi facilitati dei pazienti MR, che per definizione sono pazienti cronici necessitanti di un’assistenza integrata spesso, ma non sempre, dall’infanzia all’età adulta.   Per tale motivo Motore Sanità intende organizzare delle giornate di analisi e proposte per macroregioni, nord ovest- nord est-centro-sud ed isole, per implementarne azioni concrete, rappresentando le MR il paradigma del futuro SSN in termini organizzativi e di innovazione diagnostico/terapeutica. Partendo dal presupposto che tutto ciò dovrà richiedere un grande cambio di preparazione culturale professionale ma anche un nuovo umanesimo. L'articolo TUMORE DELLA MAMMELLA – ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NELLA GOVERNANCE – FOCUS ON VENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
BUONA SALUTE – SUD – CAMPANIA, PUGLIA, SICILIA – SECONDA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a livello mondiale e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie. Si articola su temi ed azioni specifiche che mirano al raggiungimento di una buona salute per tutti in armonia con l’ambiente, la natura e la società nelle sue varie espressioni. Nello specifico, il Global Health si occupa di prevenzione e trattamento delle malattie attraverso la vaccinazione, l’educazione alla salute e la diagnosi precoce. Inoltre, si occupa anche del trattamento delle malattie, compreso l’accesso alle cure mediche di alta qualità. Equità sanitaria: Il Global Health mira a garantire che tutte le persone, indipendentemente dalla loro situazione socioeconomica o geografica, abbiano accesso alle cure mediche di cui hanno bisogno. Determinanti sociali della salute: Il Global Health considera i determinanti sociali della salute, come la povertà, l’educazione, l’alimentazione e le condizioni ambientali, che influiscono sulla salute delle persone. Malattie infettive emergenti: Il Global Health affronta le grandi sfide globali, come le malattie infettive emergenti, che richiedono una cooperazione globale per affrontare la diffusione della malattia e migliorare la salute globale. Obesità e declino della salute mentale: Il Global Health si occupa anche della lotta contro l’epidemia di obesità e del declino della salute mentale, due importanti sfide globali che hanno un impatto significativo sulla salute e la qualità della vita della popolazione mondiale. Cooperazione intersettoriale: Il Global Health dipende dalla collaborazione di diversi settori, tra cui la sanità, l’educazione, la scienza, l’ambiente e le politiche pubbliche, per raggiungere l’obiettivo comune di un futuro più sano per tutti. In definitiva, il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a tutti i livelli e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie, attraverso la prevenzione e il trattamento delle malattie, l’equità sanitaria, l’affronto dei determinanti sociali della salute e la cooperazione intersettoriale. Per esplorare quanto fatto e quanto da fare per raggiungere dei livelli di buona salute per tutti nelle varie realtà regionali e nazionali, Motore Sanità organizza un evento che tratterà alcuni dei temi di cui sopra al fine di analizzare e progettare buone pratiche per implementare la cooperazione intersettoriale necessaria al raggiungimento di una concezione della salute a 360 gradi. L'articolo BUONA SALUTE – SUD – CAMPANIA, PUGLIA, SICILIA – SECONDA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
BUONA SALUTE – SUD – CAMPANIA, PUGLIA, SICILIA – SECONDA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a livello mondiale e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie. Si articola su temi ed azioni specifiche che mirano al raggiungimento di una buona salute per tutti in armonia con l’ambiente, la natura e la società nelle sue varie espressioni. Nello specifico, il Global Health si occupa di prevenzione e trattamento delle malattie attraverso la vaccinazione, l’educazione alla salute e la diagnosi precoce. Inoltre, si occupa anche del trattamento delle malattie, compreso l’accesso alle cure mediche di alta qualità. Equità sanitaria: Il Global Health mira a garantire che tutte le persone, indipendentemente dalla loro situazione socioeconomica o geografica, abbiano accesso alle cure mediche di cui hanno bisogno. Determinanti sociali della salute: Il Global Health considera i determinanti sociali della salute, come la povertà, l’educazione, l’alimentazione e le condizioni ambientali, che influiscono sulla salute delle persone. Malattie infettive emergenti: Il Global Health affronta le grandi sfide globali, come le malattie infettive emergenti, che richiedono una cooperazione globale per affrontare la diffusione della malattia e migliorare la salute globale. Obesità e declino della salute mentale: Il Global Health si occupa anche della lotta contro l’epidemia di obesità e del declino della salute mentale, due importanti sfide globali che hanno un impatto significativo sulla salute e la qualità della vita della popolazione mondiale. Cooperazione intersettoriale: Il Global Health dipende dalla collaborazione di diversi settori, tra cui la sanità, l’educazione, la scienza, l’ambiente e le politiche pubbliche, per raggiungere l’obiettivo comune di un futuro più sano per tutti. In definitiva, il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a tutti i livelli e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie, attraverso la prevenzione e il trattamento delle malattie, l’equità sanitaria, l’affronto dei determinanti sociali della salute e la cooperazione intersettoriale. Per esplorare quanto fatto e quanto da fare per raggiungere dei livelli di buona salute per tutti nelle varie realtà regionali e nazionali, Motore Sanità organizza un evento che tratterà alcuni dei temi di cui sopra al fine di analizzare e progettare buone pratiche per implementare la cooperazione intersettoriale necessaria al raggiungimento di una concezione della salute a 360 gradi. L'articolo BUONA SALUTE – SUD – CAMPANIA, PUGLIA, SICILIA – SECONDA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
BUONA SALUTE – SUD – CAMPANIA, PUGLIA, SICILIA – PRIMA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a livello mondiale e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie. Si articola su temi ed azioni specifiche che mirano al raggiungimento di una buona salute per tutti in armonia con l’ambiente, la natura e la società nelle sue varie espressioni. Nello specifico, il Global Health si occupa di prevenzione e trattamento delle malattie attraverso la vaccinazione, l’educazione alla salute e la diagnosi precoce. Inoltre, si occupa anche del trattamento delle malattie, compreso l’accesso alle cure mediche di alta qualità. Equità sanitaria: Il Global Health mira a garantire che tutte le persone, indipendentemente dalla loro situazione socioeconomica o geografica, abbiano accesso alle cure mediche di cui hanno bisogno. Determinanti sociali della salute: Il Global Health considera i determinanti sociali della salute, come la povertà, l’educazione, l’alimentazione e le condizioni ambientali, che influiscono sulla salute delle persone. Malattie infettive emergenti: Il Global Health affronta le grandi sfide globali, come le malattie infettive emergenti, che richiedono una cooperazione globale per affrontare la diffusione della malattia e migliorare la salute globale. Obesità e declino della salute mentale: Il Global Health si occupa anche della lotta contro l’epidemia di obesità e del declino della salute mentale, due importanti sfide globali che hanno un impatto significativo sulla salute e la qualità della vita della popolazione mondiale. Cooperazione intersettoriale: Il Global Health dipende dalla collaborazione di diversi settori, tra cui la sanità, l’educazione, la scienza, l’ambiente e le politiche pubbliche, per raggiungere l’obiettivo comune di un futuro più sano per tutti. In definitiva, il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a tutti i livelli e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie, attraverso la prevenzione e il trattamento delle malattie, l’equità sanitaria, l’affronto dei determinanti sociali della salute e la cooperazione intersettoriale. Per esplorare quanto fatto e quanto da fare per raggiungere dei livelli di buona salute per tutti nelle varie realtà regionali e nazionali, Motore Sanità organizza un evento che tratterà alcuni dei temi di cui sopra al fine di analizzare e progettare buone pratiche per implementare la cooperazione intersettoriale necessaria al raggiungimento di una concezione della salute a 360 gradi. L'articolo BUONA SALUTE – SUD – CAMPANIA, PUGLIA, SICILIA – SECONDA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
BUONA SALUTE – SUD – CAMPANIA, PUGLIA, SICILIA – PRIMA GIORNATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a livello mondiale e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie. Si articola su temi ed azioni specifiche che mirano al raggiungimento di una buona salute per tutti in armonia con l’ambiente, la natura e la società nelle sue varie espressioni. Nello specifico, il Global Health si occupa di prevenzione e trattamento delle malattie attraverso la vaccinazione, l’educazione alla salute e la diagnosi precoce. Inoltre, si occupa anche del trattamento delle malattie, compreso l’accesso alle cure mediche di alta qualità. Equità sanitaria: Il Global Health mira a garantire che tutte le persone, indipendentemente dalla loro situazione socioeconomica o geografica, abbiano accesso alle cure mediche di cui hanno bisogno. Determinanti sociali della salute: Il Global Health considera i determinanti sociali della salute, come la povertà, l’educazione, l’alimentazione e le condizioni ambientali, che influiscono sulla salute delle persone. Malattie infettive emergenti: Il Global Health affronta le grandi sfide globali, come le malattie infettive emergenti, che richiedono una cooperazione globale per affrontare la diffusione della malattia e migliorare la salute globale. Obesità e declino della salute mentale: Il Global Health si occupa anche della lotta contro l’epidemia di obesità e del declino della salute mentale, due importanti sfide globali che hanno un impatto significativo sulla salute e la qualità della vita della popolazione mondiale. Cooperazione intersettoriale: Il Global Health dipende dalla collaborazione di diversi settori, tra cui la sanità, l’educazione, la scienza, l’ambiente e le politiche pubbliche, per raggiungere l’obiettivo comune di un futuro più sano per tutti. In definitiva, il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a tutti i livelli e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie, attraverso la prevenzione e il trattamento delle malattie, l’equità sanitaria, l’affronto dei determinanti sociali della salute e la cooperazione intersettoriale. Per esplorare quanto fatto e quanto da fare per raggiungere dei livelli di buona salute per tutti nelle varie realtà regionali e nazionali, Motore Sanità organizza un evento che tratterà alcuni dei temi di cui sopra al fine di analizzare e progettare buone pratiche per implementare la cooperazione intersettoriale necessaria al raggiungimento di una concezione della salute a 360 gradi. L'articolo BUONA SALUTE – SUD – CAMPANIA, PUGLIA, SICILIA – SECONDA GIORNATA proviene da Motoresanità.it. Read More
EPILESSIE RARE – STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA – LAZIO e CAMPANIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le Epilessie farmacoresistenti rappresentano oltre il 30% di tutte le forme epilettiche, sono caratterizzate da una ampia variabilità etiopatogenetica e clinica  e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste Epilessie non responder sono Epilessie rare, per lo più ad insorgenza in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo. Non esiste un dato preciso sul numero esatto di pazienti con Epilessie rare in Italia. Nel Registro Nazionale delle Epilessie Rare (RES), che raccoglie dati soltanto su alcune forme di Epilessia rare in Italia, al 31 dicembre 2020 erano registrati circa 2.300 casi di Epilessie rare, di cui il 53,5% di sesso femminile e il 46,5% maschile. Va però sottolineato che il RES include solo alcune forme di Epilessia rare e che molti pazienti  non sono ancora stati diagnosticati o registrati nei registri medici ufficiali, e quindi è presumibile che questi casi siano fortemente sottostimati.  Come ogni malattia rara, una Epilessia rara è definita epidemiologicamente da un’incidenza < 5 casi su 10.000 e tra le forme di epilessia farmaco-resistente vi rientrano quindi le Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo che compaiono in epoca neonatale/infantile e che hanno talvolta un’etiologia genetica nota. A titolo di esempio si può citare la Sindrome di Dravet, che insorge nel primo anno di vita in bambini fino ad allora normali, con crisi di vario tipo spesso scatenate dalla febbre, cui poi si associa un deficit di sviluppo cognitivo-comportamentale. Si calcola che la Sindrome di Dravet colpisca circa 6,5/100.000 nati vivi e nell’80% dei casi in essi è riscontrabile una variante patogenetica del gene SCN1A. La Sindrome di Lennox-Gastaut invece è un’Encefalopatia Epilettica e di Sviluppo che esordisce più tardivamente (con picco tra i 3 ed i 5 anni) e che si presenta con crisi di vario tipo, anch’esse farmacoresistenti ed associate a disturbi della sfera cognitivo-comportamentale. L’etiologia in questo caso è più variabile e la prevalenza è calcolata nell’1-2% di tutte le forme di Epilessia. Tra le Malattie rare con Epilessia rientra anche la Sclerosi Tuberosa (TSC), una malattia multisistemica a espressione variabile e geneticamente determinata, che coinvolge vari organi ed apparati e che può essere sospettata in epoca neonatale o nei primi mesi di vita per la presenza di crisi epilettiche, macchie cutanee ipomelanotiche e per ritardo nell’acquisizione delle principali tappe di sviluppo cognitivo-comportamentale. L’epidemiologia non è ben nota ma negli USA si calcola che l’incidenza di  1/6000 nati vivi, con una prevalenza è di  1:13000-30000 individui nella popolazione generale. Nonostante negli ultimi anni siano stati autorizzati nuovi farmaci per la terapia di queste forme di Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo farmacoresistenti  permangono difficoltà nell’iter diagnostico terapeutico, e soprattutto trattandosi di forme croniche persiste il problema a livello assistenziale della transizione dall’età pediatrica a quella adulta. Ritenendo di fondamentale importanza diffonderne la conoscenza, Motore Sanità intende organizzare una serie di webinar macroregionali, indagando lo stato dell’arte sulla presa in carico e sui percorsi di cura appropriati per questi pazienti. L'articolo BUONA SALUTE –
EPILESSIE RARE – STATO DELL’ARTE E NUOVI ORIZZONTI DI CURA – LAZIO e CAMPANIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le Epilessie farmacoresistenti rappresentano oltre il 30% di tutte le forme epilettiche, sono caratterizzate da una ampia variabilità etiopatogenetica e clinica  e necessitano di competenze e conoscenze dedicate. Molte di queste Epilessie non responder sono Epilessie rare, per lo più ad insorgenza in età pediatrica, con tendenza alla cronicità e quindi con un impatto psico-sociale impegnativo. Non esiste un dato preciso sul numero esatto di pazienti con Epilessie rare in Italia. Nel Registro Nazionale delle Epilessie Rare (RES), che raccoglie dati soltanto su alcune forme di Epilessia rare in Italia, al 31 dicembre 2020 erano registrati circa 2.300 casi di Epilessie rare, di cui il 53,5% di sesso femminile e il 46,5% maschile. Va però sottolineato che il RES include solo alcune forme di Epilessia rare e che molti pazienti  non sono ancora stati diagnosticati o registrati nei registri medici ufficiali, e quindi è presumibile che questi casi siano fortemente sottostimati.  Come ogni malattia rara, una Epilessia rara è definita epidemiologicamente da un’incidenza < 5 casi su 10.000 e tra le forme di epilessia farmaco-resistente vi rientrano quindi le Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo che compaiono in epoca neonatale/infantile e che hanno talvolta un’etiologia genetica nota. A titolo di esempio si può citare la Sindrome di Dravet, che insorge nel primo anno di vita in bambini fino ad allora normali, con crisi di vario tipo spesso scatenate dalla febbre, cui poi si associa un deficit di sviluppo cognitivo-comportamentale. Si calcola che la Sindrome di Dravet colpisca circa 6,5/100.000 nati vivi e nell’80% dei casi in essi è riscontrabile una variante patogenetica del gene SCN1A. La Sindrome di Lennox-Gastaut invece è un’Encefalopatia Epilettica e di Sviluppo che esordisce più tardivamente (con picco tra i 3 ed i 5 anni) e che si presenta con crisi di vario tipo, anch’esse farmacoresistenti ed associate a disturbi della sfera cognitivo-comportamentale. L’etiologia in questo caso è più variabile e la prevalenza è calcolata nell’1-2% di tutte le forme di Epilessia. Tra le Malattie rare con Epilessia rientra anche la Sclerosi Tuberosa (TSC), una malattia multisistemica a espressione variabile e geneticamente determinata, che coinvolge vari organi ed apparati e che può essere sospettata in epoca neonatale o nei primi mesi di vita per la presenza di crisi epilettiche, macchie cutanee ipomelanotiche e per ritardo nell’acquisizione delle principali tappe di sviluppo cognitivo-comportamentale. L’epidemiologia non è ben nota ma negli USA si calcola che l’incidenza di  1/6000 nati vivi, con una prevalenza è di  1:13000-30000 individui nella popolazione generale. Nonostante negli ultimi anni siano stati autorizzati nuovi farmaci per la terapia di queste forme di Encefalopatie Epilettiche e di Sviluppo farmacoresistenti  permangono difficoltà nell’iter diagnostico terapeutico, e soprattutto trattandosi di forme croniche persiste il problema a livello assistenziale della transizione dall’età pediatrica a quella adulta. Ritenendo di fondamentale importanza diffonderne la conoscenza, Motore Sanità intende organizzare una serie di webinar macroregionali, indagando lo stato dell’arte sulla presa in carico e sui percorsi di cura appropriati per questi pazienti. L'articolo BUONA SALUTE –
LA VACCINAZIONE DEL PAZIENTE ADULTO FRAGILE IN OSPEDALE UP TO DATE SUI RISULTATI RAGGIUNTI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive, spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Esempi di intervento preventivo sono il vaccino anti-Herpes Zoster e il vaccino anti-pneumococco per i pazienti anziani e fragili. Per tale motivo, oltre alla fascia d’età dei soggetti di 65 anni queste due vaccinazioni sono offerte gratuitamente ai soggetti con diabete mellito, patologia cardiovascolare, BPCO, asma e quelli destinati a terapia immunosoppressiva e con immunodepressione.  Ma nonostante queste indicazioni e anche se queste vaccinazioni sono state introdotte nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano ampiamente insoddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati. Il medesimo discorso vale per tutte le vaccinazioni negli adulti, tra cui importante la vaccinazione anti influenzale stagionale. Su questa scia, anche grazie all’esperienza accumulata con la vaccinazione contro il COVID 19, la Regione Campania ha iniziato un percorso virtuoso, utilizzando i centri ospedalieri come punto di riferimento per le vaccinazioni. Tale modello che coinvolge tutte le aziende ospedaliere e le ASL della Regione sta raggiungendo obiettivi di copertura vaccinale importanti e può rappresentare un benchmark nazionale. Per fare il punto sui risultati raggiunti, Motore Sanità in collaborazione con la Regione Campania, organizza il secondo evento sui nuovi modelli vaccinali con il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti. L'articolo LA VACCINAZIONE DEL PAZIENTE ADULTO FRAGILE IN OSPEDALE UP TO DATE SUI RISULTATI RAGGIUNTI proviene da Motoresanità.it. Read More
L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI. SCOMPENSO CARDIACO: Focus on SGLT2i -SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni in Europa2-3,8, con una prevalenza nota dell’1-2% ma oltre il 10% in quelli di età superiore ai 70 anni ed una incidenza pari a 5/1000 all’anno considerando solo popolazione adulta4. E’ una patologia cronica con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi9. Lo scompenso cardiaco in Italia è la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico11 molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La principale categoria di scompenso cardiaco è quella che valutando la frazione di eiezione (% di sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae) indica una frazione di eiezione preservata (HFpEF).  Affligge il 50% dei pazienti e si verifica quando il ventricolo sinistro non riesce a contrarsi in maniera adeguata e quindi pompa meno sangue ossigenato. Lo scompenso cardiaco è comunque spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri. Per questi motivi si sono studiati gli effetti della classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i), già indicati sia come monoterapia sia in terapia di combinazione in pazienti con diabete di tipo 2 e che hanno dimostrato attraverso numerosi studi RCT di garantire benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione arteriosa e dei ricoveri per scompenso(-35%), il rallentamento del declino della funzionalità renale(-39%), la mortalità per tutte le cause (-32%). Sulla base di queste evidenze sono stati impostati numerosi nuovi studi con lo specifico obiettivo di valutarne l’impatto in ambito cardiovascolare indipendentemente dal diabete. In particolare i dati preliminari indicavano come l’effetto degli SGLT2i inibitori si osservasse già nei primi 3 mesi di trattamento, suggerendo un meccanismo non esclusivamente collegato alla riduzione della glicemia. Così si è aperta la strada ad una nuova indicazione che rappresenta una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico sintomatico con frazione di eiezione preservata. Numerose evidenze supportano infatti l’indicazione che questa relativamente nuova classe di farmaci si confermi anche nello scompenso, in grado di migliorare i sintomi, ridurre i ricoveri ospedalieri ma soprattutto la mortalità sia cardiovascolare che totale.  Tali dati quindi di massima rilevanza per la comunità scientifica dovrebbe offrire una nuova opportunità a tutti coloro che si occupano di curare lo scompenso ed ancor prima ai pazienti: salvando vite e aiutando le persone a trascorrere meno tempo in ospedale e più tempo con le proprie famiglie. Sulla base di queste evidenze Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto nelle diverse regioni italiane per favorire una condivisione di idee sulla revisione del disease management per questa importante cronicità, che interessa una ampia
L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI. SCOMPENSO CARDIACO: Focus on SGLT2i – LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni in Europa2-3,8, con una prevalenza nota dell’1-2% ma oltre il 10% in quelli di età superiore ai 70 anni ed una incidenza pari a 5/1000 all’anno considerando solo popolazione adulta4. E’ una patologia cronica con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi9. Lo scompenso cardiaco in Italia è la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico11 molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La principale categoria di scompenso cardiaco è quella che valutando la frazione di eiezione (% di sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae) indica una frazione di eiezione preservata (HFpEF).  Affligge il 50% dei pazienti e si verifica quando il ventricolo sinistro non riesce a contrarsi in maniera adeguata e quindi pompa meno sangue ossigenato. Lo scompenso cardiaco è comunque spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri. Per questi motivi si sono studiati gli effetti della classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i), già indicati sia come monoterapia sia in terapia di combinazione in pazienti con diabete di tipo 2 e che hanno dimostrato attraverso numerosi studi RCT di garantire benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione arteriosa e dei ricoveri per scompenso(-35%), il rallentamento del declino della funzionalità renale(-39%), la mortalità per tutte le cause (-32%). Sulla base di queste evidenze sono stati impostati numerosi nuovi studi con lo specifico obiettivo di valutarne l’impatto in ambito cardiovascolare indipendentemente dal diabete. In particolare i dati preliminari indicavano come l’effetto degli SGLT2i inibitori si osservasse già nei primi 3 mesi di trattamento, suggerendo un meccanismo non esclusivamente collegato alla riduzione della glicemia. Così si è aperta la strada ad una nuova indicazione che rappresenta una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico sintomatico con frazione di eiezione preservata. Numerose evidenze supportano infatti l’indicazione che questa relativamente nuova classe di farmaci si confermi anche nello scompenso, in grado di migliorare i sintomi, ridurre i ricoveri ospedalieri ma soprattutto la mortalità sia cardiovascolare che totale.  Tali dati quindi di massima rilevanza per la comunità scientifica dovrebbe offrire una nuova opportunità a tutti coloro che si occupano di curare lo scompenso ed ancor prima ai pazienti: salvando vite e aiutando le persone a trascorrere meno tempo in ospedale e più tempo con le proprie famiglie. Sulla base di queste evidenze Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto nelle diverse regioni italiane per favorire una condivisione di idee sulla revisione del disease management per questa importante cronicità, che interessa una ampia
ALFA-MANNOSIDOSI – ROAD TO THE FIRST NATIONAL DAY
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’Alfa-Mannosidosi viene classificata come una malattia rara compresa nella categoria delle patologie da accumulo lisosomiale, alla cui base si riscontra una mutazione di uno o più geni che codificano per diverse proteine presenti nel lisosoma, che, non degradando accuratamente alcune macromolecole e ne provocano l’accumulo patologico all’interno della cellula. Dal punto di vista del quadro sintomatologico, l’Alfa-Mannosidosi si può presentare in varie forme, da quella più aggressiva, con manifestazioni prevalentemente neurologiche, a quelle più attenuate, con disturbi che coinvolgono soprattutto la sfera muscolare, articolare e scheletrica. Le manifestazioni dell’Alfa-Mannosidosi variano da paziente a paziente, ma la malattia è essenzialmente caratterizzata da immunodeficienza (che si manifesta con infezioni ricorrenti, specialmente nella prima decade di vita), anomalie scheletriche (disostosi multipla, scoliosi e deformazione dello sterno), dismorfismi facciali (testa grande con fronte prominente, sopracciglia arrotondate, sella nasale piatta, denti distanziati e prognatismo), sordità neurosensoriale e deficit graduale delle funzioni mentali (con possibile sviluppo di psicosi e allucinazioni) e del linguaggio. I disturbi motori correlati comprendono debolezza muscolare, anomalie osteo-articolari e atassia. Ulteriori sintomi includono idrocefalia, epatosplenomegalia e problemi oculari, renali e cardiaci. L’alfa-mannosidosi colpisce circa un neonato ogni 500.000. La malattia ha la potenzialità di colpire qualsiasi apparato e organo: per tale motivo, è essenziale una presa in carico multidisciplinare in cui sia previsto un coordinamento tra gli specialisti che hanno in cura il paziente. Ad oggi, le persone che ricevono una diagnosi di Alfa-Mannosidosi hanno la possibilità di accedere a una terapia enzimatica specifica in cui viene reintegrato l’enzima mancante, con l’obiettivo di ridurre il dannoso accumulo di sostanze che si osserva a livello lisosomiale.  Sono evidenti i vantaggi di una terapia precoce dell’Alfa-Mannosidosi. Per questo motivo, nel prossimo futuro, diverrà essenziale puntare a uno screening neonatale per l’Alfa-Mannosidosi, che permetta di individuare l’accumulo di oligosaccaridi nelle urine e, quindi, definire i profili dei pazienti a rischio per poter poi avviare un trattamento quanto più possibile tempestivo. Come qualunque malattia rara è essenziale anche per l’Alfa-Mannosidosi una presa in carico coordinata e multidisciplinare del paziente che va seguito dall’infanzia all’età adulta con un coordinamento transizionale che ne assicuri la continuità terapeutico,assistenziale,riabilitativa e psicologica. Motore Sanità ha il piacere di affrontare questi temi in occasione della Giornata dedicata all’Alfa-Mannosidosi. L'articolo ALFA-MANNOSIDOSI – ROAD TO THE FIRST NATIONAL DAY proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR, DM 77 E CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO – IMPATTO DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE DIABETICO – VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Oramai da tutti gli attori di sistema è opinione condivisa, che la gestione delle cronicità messa a dura prova in epoca pandemica, sia arrivata ad un punto di necessaria svolta organizzativa. Per questo a livello di comunità europea vi è stata una grande accelerazione nel mettere a disposizione risorse adeguate. Oramai il PNRR con i miliardi di euro stanziati (7 miliardi tra reti di prossimità, strutture, servizi di telemedicina e 8,63 miliardi su innovazione, ricerca, digitalizzazione) ha tracciato un percorso di cambiamento in questa direzione nonostante le polemiche per la sua realizzazione pratica ed uniforme in tutte le regioni. Il DM 77 ha disegnato uno scenario su cui molto si è discusso e si continuerà a discutere. Saranno queste le scelte giuste? Ora siamo comunque arrivati alla fase realizzativa e dalle domande si deve passare all’azione. Riempire non solo di strategia precisa ma anche di contenuti concreti la nuova filiera assistenziale delineata è un passaggio non più procrastinabile. In questo scenario il supporto che le tecnologie innovative possono già fornire deve essere un pilastro fondante il cambiamento richiesto. In questo contesto l’es° del diabete rappresenta “il banco di prova più sfidante”. Viene definita infatti “la malattia cronica” poiché il suo impatto clinico, epidemiologico e socio assistenziale, è davvero rappresentativo di una cronicità complessa a 360°: 1° causa di cecità, 1° causa di amputazione non traumatica degli arti inferiori, 2° causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, concausa di metà degli infarti e degli ictus, aumento del rischio di demenza vascolare e declino cognitivo (analisi su 210.309 cittadini con valore elevato di HbA1c, UK Biobank)  oltre 4 milioni di persone tra 20 e 79 anni morte per cause connesse al diabete (dati IDF 2019), spesa per diabete tra costi sanitari diretti (circa 9 miliardi) e costi sanitari indiretti (circa 11 miliardi) di almeno 20 miliardi di euro all’anno. Una popolazione quindi estremamente fragile, come evidenziato dalle statistiche emerse durante la fase critica della pandemia, che vedono in particolare le persone con diabete non ben controllato ai vertici per gravità di malattia e mortalità. E in questa fase la fragilità degli attuali sistemi assistenziali, poco orientati a recepire l’innovazione che consentirebbe cure di prossimità più efficaci, ha spinto verso una nuova direzione: un buon controllo glicemico è la migliore protezione verso le tante complicanze vascolari, neurologiche, cardio-renali legate alla malattia, e l’innovazione tecnologica introdotta da oramai qualche anno, in particolare per le persone diabetiche più delicate come i pazienti insulinizzati multiniettivi (DT1 o DT2), ma applicate nel real world con molta lentezza ed in maniera diseguale nei vari territori, non possono più attendere. Motore Sanità ritiene che questo sia il momento giusto di porre a tecnici di programmazione ed istituzioni regionali alcune domande. Domande che richiedono risposte rapide in grado di trasformare in pratica assistenziale le indicazioni teoriche del DM77. L'articolo PNRR, DM 77 E CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO – IMPATTO DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE DIABETICO – VENETO proviene da Motoresanità.it. Read
GIORNATA NAZIONALE DEL SOLLIEVO 2023
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE La giornata nazionale del sollievo ha una forte base scientifica poiché il sollievo dal dolore, sia esso fisico o mentale, è un fattore importante per il benessere psicologico e fisico. La ricerca ha dimostrato che lo stress e il dolore cronici possono avere un impatto negativo sulla salute, portando e/o aggravando complicazioni a lungo termine come malattie cardiache, diabete e depressione. Lo stress e il dolore cronico possono anche influire sulle funzioni cognitive e sulla capacità di concentrarsi e prendere decisioni. Tuttavia, l’accesso alle terapie di sollievo dal dolore varia a seconda della regione e della conoscenza che ciascuno ha circa il mondo della sanità. Inoltre, la stigmatizzazione e la mancanza di conoscenza sulla gestione del dolore possono impedire alle persone di cercare il sollievo di cui hanno bisogno. La giornata nazionale del sollievo ha lo scopo di aumentare la consapevolezza sull’importanza del sollievo dal dolore e di promuovere l’accesso a opzioni di gestione del dolore sicure ed efficaci. In questo modo, si auspica di migliorare la qualità della vita delle persone e ridurre l’incidenza di complicazioni a lungo termine associate a dolore e stress cronici. Questo è il senso della conferenza stampa sulla Giornata Nazionale del Sollievo che Motore Sanità ha in animo di organizzare a Roma, il 26 maggio, alle ore 11, presso l’Hotel Nazionale. L'articolo GIORNATA NAZIONALE DEL SOLLIEVO 2023 proviene da Motoresanità.it. Read More
BUONA SALUTE – CENTRO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a livello mondiale e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie. Si articola su temi ed azioni specifiche che mirano al raggiungimento di una buona salute per tutti in armonia con l’ambiente, la natura e la società nelle sue varie espressioni. Nello specifico, il Global Health si occupa di prevenzione e trattamento delle malattie attraverso la vaccinazione, l’educazione alla salute e la diagnosi precoce. Inoltre, si occupa anche del trattamento delle malattie, compreso l’accesso alle cure mediche di alta qualità.  Equità sanitaria: Il Global Health mira a garantire che tutte le persone, indipendentemente dalla loro situazione socioeconomica o geografica, abbiano accesso alle cure mediche di cui hanno bisogno. Determinanti sociali della salute: Il Global Health considera i determinanti sociali della salute, come la povertà, l’educazione, l’alimentazione e le condizioni ambientali, che influiscono sulla salute delle persone. Malattie infettive emergenti: Il Global Health affronta le grandi sfide globali, come le malattie infettive emergenti, che richiedono una cooperazione globale per affrontare la diffusione della malattia e migliorare la salute globale.  Obesità e declino della salute mentale: Il Global Health si occupa anche della lotta contro l’epidemia di obesità e del declino della salute mentale, due importanti sfide globali che hanno un impatto significativo sulla salute e la qualità della vita della popolazione mondiale. Cooperazione intersettoriale: Il Global Health dipende dalla collaborazione di diversi settori, tra cui la sanità, l’educazione, la scienza, l’ambiente e le politiche pubbliche, per raggiungere l’obiettivo comune di un futuro più sano per tutti.  In definitiva, il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a tutti i livelli e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie, attraverso la prevenzione e il trattamento delle malattie, l’equità sanitaria, l’affronto dei determinanti sociali della salute e la cooperazione intersettoriale. Per esplorare quanto fatto e quanto da fare per raggiungere dei livelli di buona salute per tutti nelle varie realtà regionali e nazionali, Motore Sanità organizza un evento che tratterà alcuni dei temi di cui sopra al fine di analizzare e progettare buone pratiche per implementare la cooperazione intersettoriale necessaria al raggiungimento di una concezione della salute a 360 gradi. L'articolo PSORIASI IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – MARCHE – UMBRIA – ABRUZZO proviene da Motoresanità.it. Read More
PSORIASI IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – MARCHE – UMBRIA – ABRUZZO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmo plantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% dei pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è dunque un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e i sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5. Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12) che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti.
L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE: L’ESEMPIO DELLA REGIONE PIEMONTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. In questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 3 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico, Valore terapeutico aggiunto, Qualità delle prove. Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Ma restava ancora un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Ma quando si parla di innovazione è molto importante comprendere come molte delle terapie introdotte che non entrano nei parametri valutativi AIFA sopra elencati, possano generare ricadute importanti sulla semplificazione e sull’aderenza alle cure così come sull’impatto organizzativo e assistenziale. Nonostante questo grande impegno delle autorità regolatorie Internazionali e Nazionali ancora oggi la tempistica di accesso reale per il paziente all’innovazione introdotta, può richiedere molti mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione/ valutazione/indicazioni delle commissioni regionali, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato. Partendo dall’esempio della Regione Piemonte, Motore sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica, endocrinologica, che negli anni ha visto una accelerazione in termini di prodotti di ricerca innovativi davvero dirompente, nei confronti della quale in alcuni casi il paziente non ha tempo di attendere.  L'articolo PSORIASI IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – MARCHE – UMBRIA – ABRUZZO proviene da Motoresanità.it. Read More
L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI. SCOMPENSO CARDIACO: Focus on SGLT2i – LAZIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni in Europa2-3,8, con una prevalenza nota dell’1-2% ma oltre il 10% in quelli di età superiore ai 70 anni ed una incidenza pari a 5/1000 all’anno considerando solo popolazione adulta4. E’ una patologia cronica con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi9. Lo scompenso cardiaco in Italia è la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico11 molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La principale categoria di scompenso cardiaco è quella che valutando la frazione di eiezione (% di sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae) indica una frazione di eiezione preservata (HFpEF).  Affligge il 50% dei pazienti e si verifica quando il ventricolo sinistro non riesce a contrarsi in maniera adeguata e quindi pompa meno sangue ossigenato. Lo scompenso cardiaco è comunque spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri. Per questi motivi si sono studiati gli effetti della classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i), già indicati sia come monoterapia sia in terapia di combinazione in pazienti con diabete di tipo 2 e che hanno dimostrato attraverso numerosi studi RCT di garantire benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione arteriosa e dei ricoveri per scompenso(-35%), il rallentamento del declino della funzionalità renale(-39%), la mortalità per tutte le cause (-32%). Sulla base di queste evidenze sono stati impostati numerosi nuovi studi con lo specifico obiettivo di valutarne l’impatto in ambito cardiovascolare indipendentemente dal diabete. In particolare i dati preliminari indicavano come l’effetto degli SGLT2i inibitori si osservasse già nei primi 3 mesi di trattamento, suggerendo un meccanismo non esclusivamente collegato alla riduzione della glicemia. Così si è aperta la strada ad una nuova indicazione che rappresenta una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico sintomatico con frazione di eiezione preservata. Numerose evidenze supportano infatti l’indicazione che questa relativamente nuova classe di farmaci si confermi anche nello scompenso, in grado di migliorare i sintomi, ridurre i ricoveri ospedalieri ma soprattutto la mortalità sia cardiovascolare che totale.  Tali dati quindi di massima rilevanza per la comunità scientifica dovrebbe offrire una nuova opportunità a tutti coloro che si occupano di curare lo scompenso ed ancor prima ai pazienti: salvando vite e aiutando le persone a trascorrere meno tempo in ospedale e più tempo con le proprie famiglie. Sulla base di queste evidenze Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto nelle diverse regioni italiane per favorire una condivisione di idee sulla revisione del disease management per questa importante cronicità, che interessa una ampia
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION – TERAMO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito pro capite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA: PNRR, IMPIEGO DELLE RISORSE proviene da Motoresanità.it. Read More
LE ISTITUZIONI INCONTRANO LA SALUTE MENTALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico La salute mentale è elemento fondante non solo della salute della popolazione generale, ma anche della convivenza civile. Investire in questo campo ha un ritorno immediato in tutti i campi, dalla scuola e università, al mondo del lavoro, all’integrazione e alla sicurezza sociale. Nel medio termine, molti autorevoli studi valutano in termini di incremento del PIL gli investimenti in salute mentale. Lo scenario attuale, al contrario è caratterizzato da un crescente divario tra bisogni e risposte.  Infatti, da un lato assistiamo all’incremento costante dell’incidenza dei disturbi mentali gravi, in particolare della dis-regolazione in adolescenza, sia sul versante esternalizzante (DCA, disturbi di personalità, autolesionismo, poliabuso di sostanze, violenza) che internalizzante (depressione, ansia, ritiro sociale), oltre che alla vera pandemia dei casi di co-morbilità con l’uso di sostanze e al dato stabile dei disturbi del neuro-sviluppo come i Disturbi dello spettro autistico (DSA), ADHD, Schizofrenia e Disturbo bipolare (insieme rappresentano oltre il 6% della popolazione generale); dall’altro ci troviamo di fronte ad un enorme e drammatico problema di carenza di risorse umane, più grave nell’ambito della salute mentale che negli altri campi della sanità. La quota del FSN dedicata alla salute mentale, definita al 5% dalla CU nel 2001, è oggi in media inferiore al 3%. Ciò rende vano qualunque cambiamento organizzativo che possa cogliere i bisogni emergenti e mina l’efficacia degli interventi, sia di natura psicosociale che farmacologica. A ciò si aggiunge l’emergenza drammatica dei pazienti autori di reato, cresciuti a dismisura dopo la legge che ha chiuso gli OPG, emergenza che ricade totalmente sui DSM che sono tenuti oggi anche a compiti di custodia. Infine va rimarcato come il PNRR ignori totalmente la salute mentale, puntando su investimenti strutturali in conto capitale piuttosto che sulla spesa corrente. È necessario quindi riportare la salute mentale al centro dell’agenda politica del paese. I DSM italiani vogliono farlo segnalando l’urgenza e proponendo dati e strumenti secondo un approccio clinico e scientifico. L'articolo L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA: PNRR, IMPIEGO DELLE RISORSE proviene da Motoresanità.it. Read More
L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA: PNRR, IMPIEGO DELLE RISORSE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE L’immagine del Pnrr, vista dal lato cruciale della spesa effettiva – come disegnata dalla Corte dei conti nelle 386 pagine della relazione semestrale al Parlamento – mostra un quadro preoccupante. Infatti il Tasso di realizzazione è fermo al 12% delle risorse messe a disposizione da qui al 2026. In base ai dati emersi dal sistema ReGis (il cervellone telematico della Ragioneria generale dello Stato che censisce in tempo reale tutte le articolazioni del Piano), la Corte dei Conti calcola in 20,441 miliardi la spesa effettiva realizzata a fine 2022 e con un aggiornamento al 13 marzo il conteggio sale a 23 miliardi, legati a 107 (105 investimenti e 2 riforme) delle 285 misure elencate dal Pnrr. Nella Missione 6, dedicata alla Salute, la spesa è praticamente assente (79 milioni su 15.626, quindi lo 0,5%), nella Missione 5 (Inclusione e coesione ) si arriva a 239 milioni (l’1,2% dei 19,851 miliardi di budget) mentre su Istruzione e ricerca (Missione 4) si attesta al 4,1% (1,273 miliardi spesi su 30,876). La Corte sottolinea nella relazione che «oltre la metà delle misure interessate dai flussi mostra ritardi o è ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti».  I NODI DA SCIOGLIERE Per raggiungere gli obiettivi il programma prevede ora un’impennata della spesa, dai 20,44 miliardi dei primi tre anni ai 40,908 di quest’anno sino ai 46-48 miliardi annui del 2024-25. Un’accelerazione a cui non sembra credere però nemmeno il Governo vista la dichiarazione ultima di incapacità di spesa per 100 miliardi e l’avvio del negoziato con la UE per una revisione sostanziale del piano. A questo si aggiungano i problemi delle risorse per la costruzione degli ospedali di Comunità aggravati dall’aumento dei costi in edilizia e i nodi delle Case di Comunità in cui i MMG dichiarano sostanzialmente di non volerci andare così come stabilito dal DM77 (non firmato dalla Conferenza Stato/Regioni). LE PROPOSTE  Maggiore flessibilità nell’attuazione del Piano non tanto e non solo sulla tempistica quanto anche e soprattutto sui modelli e asset assistenziali proposti.
Avviare una mediazione con gli attori coinvolti, medici e operatori delle professioni sanitarie che, senza rifiutare in toto quanto sino ad ora centralmente decretato, veda su soluzioni diverse ampiamente condivise e soprattutto poi applicate e concretamente attuabili.
Prevedere progetti pilota di immediata attuazione in ogni Regione in grado di anticipare e sperimentare modelli di assistenza attuabili nell’ambito del ridisegno della Assistenza territoriale in fieri in grado di indicare i punti di forza e di debolezza e dunque da correggere in corso d’opera in un processo di miglioramento continuo della qualità del modello assistenziale proposto alla luce delle migliori performance. 
Puntare sull’assistenza domiciliare attraverso team multidisciplinari che, sul modello delle Usca sperimentate durante il Covid e attraverso un monitoraggio distrettuale, siano in grado di portare assistenza territoriale con gradienti di complessità crescenti a casa di larghi strati di popolazione fragile e anziana assicurando prestazioni diagnostiche, cure mediche, assistenza sanitaria gratuita per gli utenti in grado di attivare tutte le figure della sanità territoriale
INNOVAZIONE FARMACEUTICA CHE SPINGE ALLA INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA. NUOVI MODELLI DI DISTRIBUZIONE DELLE TERAPIE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La attuale pandemia con il suo drammatico impatto sulle strutture sanitarie e con il tributo di vite umane generato, ha fatto emergere i limiti organizzativi e le cocenti criticità assistenziali da tempo latenti. Ha anche fatto comprendere come agire rapidamente su questi aspetti sia ormai improrogabile. In particolare le difficoltà legate al rischio di salute dei malati cronici nel rivolgersi verso le strutture ospedaliere anche per attività di competenza del territorio o delegabili comunque ad esso, richiedono una rapida revisione dei percorsi. Uno dei primi bisogni rilevati in questo contesto riguarda le modalità di approvvigionamento delle terapie da parte di questi pazienti. Nasce sempre la necessità di chiarire quale tipo di flusso sia più adatto per il paziente sia in termini di tutela della sicurezza sia come costi sociali (trasferimenti logistici, tempistiche, perdita di produttività per pazienti e famiglie, eccetera). Oggi occorre considerare che potremmo entrare in una nuova era che passa dalla distribuzione diretta (DD) alla distribuzione per conto (DPC) per arrivare alla home delivery attraverso nuove modalità. Le regioni del Triveneto già da anni hanno attivato tavoli decisionali tra professionisti per trovare soluzioni adeguate, ma l’evoluzione possibile prospettata dalle molte risorse in arrivo dal PNRR, consente di poter accelerare su questo percorso. Cure di prossimità e paziente al centro potrebbero diventare finalmente realtà e non più singoli slogan, continuamente declamati. Su questa suggestione Motore Sanità vorrebbe partire coinvolgendo tutti gli attori della filiera nelle regioni del Nord-Est, benchmark in sanità, per promuovere azioni di cambiamento e nuovi modelli organizzativi sulla dispensazione delle cure sempre più sicura, razionale e vicina ai bisogni del cittadino. L'articolo INNOVAZIONE FARMACEUTICA CHE SPINGE ALLA INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA. NUOVI MODELLI DI DISTRIBUZIONE DELLE TERAPIE proviene da Motoresanità.it. Read More
BUONA SALUTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a livello mondiale e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie. Si articola su temi ed azioni specifiche che mirano al raggiungimento di una buona salute per tutti in armonia con l’ambiente, la natura e la società nelle sue varie espressioni. Nello specifico, il Global Health si occupa di prevenzione e trattamento delle malattie attraverso la vaccinazione, l’educazione alla salute e la diagnosi precoce. Inoltre, si occupa anche del trattamento delle malattie, compreso l’accesso alle cure mediche di alta qualità.  Equità sanitaria: Il Global Health mira a garantire che tutte le persone, indipendentemente dalla loro situazione socioeconomica o geografica, abbiano accesso alle cure mediche di cui hanno bisogno. Determinanti sociali della salute: Il Global Health considera i determinanti sociali della salute, come la povertà, l’educazione, l’alimentazione e le condizioni ambientali, che influiscono sulla salute delle persone. Malattie infettive emergenti: Il Global Health affronta le grandi sfide globali, come le malattie infettive emergenti, che richiedono una cooperazione globale per affrontare la diffusione della malattia e migliorare la salute globale.  Obesità e declino della salute mentale: Il Global Health si occupa anche della lotta contro l’epidemia di obesità e del declino della salute mentale, due importanti sfide globali che hanno un impatto significativo sulla salute e la qualità della vita della popolazione mondiale. Cooperazione intersettoriale: Il Global Health dipende dalla collaborazione di diversi settori, tra cui la sanità, l’educazione, la scienza, l’ambiente e le politiche pubbliche, per raggiungere l’obiettivo comune di un futuro più sano per tutti.  In definitiva, il Global Health è una disciplina che si concentra sulla promozione della salute a tutti i livelli e sulla riduzione della mortalità e della morbilità causate da malattie, attraverso la prevenzione e il trattamento delle malattie, l’equità sanitaria, l’affronto dei determinanti sociali della salute e la cooperazione intersettoriale. Per esplorare quanto fatto e quanto da fare per raggiungere dei livelli di buona salute per tutti nelle varie realtà regionali e nazionali, Motore Sanità organizza un evento che tratterà alcuni dei temi di cui sopra al fine di analizzare e progettare buone pratiche per implementare la cooperazione intersettoriale necessaria al raggiungimento di una concezione della salute a 360 gradi. L'articolo BUONA SALUTE proviene da Motoresanità.it. Read More
MALATTIE RARE STATI GENERALI: NORD ITALIA – LOMBARDIA, EMILIA-ROMAGNA, LIGURIA, PIEMONTE, TRENTINO-ALTO ADIGE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE  Sul tema Malattie Rare (MR), dato il rapido evolvere dello scenario legislativo, organizzativo-gestionale e tecnico-scientifico, vi è il bisogno a livello di comunità medico-scientifica, di singolo operatore ed anche delle realtà associative, di promuovere un aggiornamento culturale e un processo di sensibilizzazione continui.  Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 100.000 persone. Ma il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce appunto con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’ISS, in Italia si stimano oltre 90 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con una incidenza di oltre 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Ma secondo la rete Orphanet il sommerso potrebbe essere molto elevato con stime in Italia di 1,5-2 milioni di cittadini. Il 2021, in Italia, è stato segnato da importanti novità legislative, mentre, in Europa, il 2022 è iniziato con una nuova fase della storia degli European Reference Networks (ERN). Sarà pertanto importante, per il Governo Centrale e le Regioni Italiane, farsi trovare pronti ad interpretare i nuovi dettami di legge, sfruttando appieno le nuove opportunità che essa offre per il perseguimento del bene dei pazienti con MR e soprattutto a confermare il proprio ruolo in Europa nel campo delle MR. Per far questo si dovrà passare alla fase realizzativa attraverso opportuni decreti attuativi, che seguano una tabella di marcia condivisa con precise priorità, giuste risorse allocate, coerenti con gli obiettivi ambiziosi descritti. Non tutto sarà attuabile da subito, contemporaneamente ed uniformemente poiché la presa in carico dei pazienti affetti da MR è differente nelle varie Regioni, con centri di riferimento nazionali ed internazionali in alcune, ma con carenze di offerta assistenziale e di comunicazione in altre. A questo si aggiunga che non tutte le regioni lavorano in rete e non tutte sono in grado di offrire una continuità delle cure trasversale con percorsi facilitati dei pazienti MR, che per definizione sono pazienti cronici necessitanti di un’assistenza integrata spesso, ma non sempre, dall’infanzia all’età adulta. Per tale motivo Motore Sanità intende organizzare delle giornate di analisi e proposte per macroregioni, nord ovest- nord est-centro-sud ed isole, per implementarne azioni concrete, rappresentando le MR il paradigma del futuro SSN in termini organizzativi e di innovazione diagnostico/terapeutica L'articolo BUONA SALUTE proviene da Motoresanità.it. Read More
MALATTIE RARE STATI GENERALI: NORD ITALIA – LOMBARDIA, EMILIA-ROMAGNA, LIGURIA, PIEMONTE, TRENTINO-ALTO ADIGE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE  Sul tema Malattie Rare (MR), dato il rapido evolvere dello scenario legislativo, organizzativo-gestionale e tecnico-scientifico, vi è il bisogno a livello di comunità medico-scientifica, di singolo operatore ed anche delle realtà associative, di promuovere un aggiornamento culturale e un processo di sensibilizzazione continui.  Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 100.000 persone. Ma il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce appunto con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’ISS, in Italia si stimano oltre 90 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con una incidenza di oltre 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Ma secondo la rete Orphanet il sommerso potrebbe essere molto elevato con stime in Italia di 1,5-2 milioni di cittadini. Il 2021, in Italia, è stato segnato da importanti novità legislative, mentre, in Europa, il 2022 è iniziato con una nuova fase della storia degli European Reference Networks (ERN). Sarà pertanto importante, per il Governo Centrale e le Regioni Italiane, farsi trovare pronti ad interpretare i nuovi dettami di legge, sfruttando appieno le nuove opportunità che essa offre per il perseguimento del bene dei pazienti con MR e soprattutto a confermare il proprio ruolo in Europa nel campo delle MR. Per far questo si dovrà passare alla fase realizzativa attraverso opportuni decreti attuativi, che seguano una tabella di marcia condivisa con precise priorità, giuste risorse allocate, coerenti con gli obiettivi ambiziosi descritti. Non tutto sarà attuabile da subito, contemporaneamente ed uniformemente poiché la presa in carico dei pazienti affetti da MR è differente nelle varie Regioni, con centri di riferimento nazionali ed internazionali in alcune, ma con carenze di offerta assistenziale e di comunicazione in altre. A questo si aggiunga che non tutte le regioni lavorano in rete e non tutte sono in grado di offrire una continuità delle cure trasversale con percorsi facilitati dei pazienti MR, che per definizione sono pazienti cronici necessitanti di un’assistenza integrata spesso, ma non sempre, dall’infanzia all’età adulta. Per tale motivo Motore Sanità intende organizzare delle giornate di analisi e proposte per macroregioni, nord ovest- nord est-centro-sud ed isole, per implementarne azioni concrete, rappresentando le MR il paradigma del futuro SSN in termini organizzativi e di innovazione diagnostico/terapeutica. Partendo dal presupposto che tutto ciò dovrà richiedere un grande cambio di preparazione culturale professionale ma anche un nuovo umanesimo. L'articolo MALATTIE RARE STATI GENERALI: NORD ITALIA – LOMBARDIA, EMILIA-ROMAGNA, LIGURIA, PIEMONTE, TRENTINO-ALTO ADIGE proviene da Motoresanità.it. Read More
ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA: FOCUS ON HER 2+ – CAMPANIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il cancro della mammella, cosiddetto “Big Killer al femminile”, rappresenta la causa più comune di mortalità cancro-correlata nella donna. Colpisce più frequentemente le donne in postmenopausa di età superiore a 50 anni, ma anche gli uomini (1% circa di tutte le diagnosi di tumore mammario).  È potenzialmente grave se non individuato e curato per tempo. Grazie a metodi diagnostici moderni e a terapie all’avanguardia, il tasso di sopravvivenza relativo al tumore al seno è aumentato costantemente negli ultimi anni. Infatti se il tumore viene identificato in fase molto precoce (stadio 0) la sopravvivenza a 5 anni nelle donne trattate è pari al 98%. Nel cancro metastatico invece la sopravvivenza è molto minore, dipendendo dalle caratteristiche del paziente, dalla aggressività della patologia e dalle opzioni terapeutiche possibili. Alla malattia sono stati associati diversi fattori di rischio come: l’età, l’assenza di gravidanze, la familiarità e la predisposizione genetica. Il trattamento del cancro alla mammella è perciò strettamente legato sia alle caratteristiche genetiche del tumore che allo stadio in cui la malattia viene diagnosticata e vengono utilizzate la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, la terapia endocrina e la terapia a bersaglio molecolare. Per la caratterizzazione istologica di questo tumore oggi sono in commercio validi supporti. In particolare, risulta importante la valutazione dell’espressione del recettore HER2, bersaglio molecolare delle Target Therapy più utilizzate, che è espresso sulla superficie di tutte le cellule come co-responsabile dei normali processi di crescita, moltiplicazione e riparazione cellulare. I tumori definiti HER2 positivi sono quelli che hanno sulla superficie cellulare iper-espressione di questo recettore che può rendere il tumore più aggressivo con tendenza a crescere più velocemente ed a diffondersi maggiormente. Essi rappresentano circa il 20-25% dei tumori della mammella.  Grazie a queste target therapy la malattia avanzata HER2-positiva viene efficacemente trattata in combinazione con la chemioterapia o con linee successive di trattamento. Fino ad oggi dopo queste linee di terapia alcune pazienti non avevano ulteriori efficaci terapie disponibili, ma ora stanno per arrivare nuove terapie mirate che in queste pazienti già politrattate hanno evidenziato risultati di sorprendente efficacia. Sono farmaci progettati per portare in modo mirato la chemioterapia all’interno delle cellule tumorali e ridurre così, rispetto ai meccanismi della comune terapia, l’esposizione sistemica al carico citotossico. Come riorganizzare i percorsi di cura per dare accesso rapido, appropriato e sostenibile a queste nuove terapie, che stanno avendo riconoscimento di terapie break-through dalle principali agenzie regolatorie, è l’obiettivo di una serie di incontri che Motore Sanità intende promuovere attraverso un confronto tra tutti gli attori di sistema. L'articolo IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION – TERAMO proviene da Motoresanità.it. Read More
PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmo plantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% dei pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è dunque un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e i sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5. Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12) che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti.
LE ISTITUZIONI INCONTRANO LA SALUTE MENTALE. VERSO L’INCONTRO DI ROMA DEL 18 MAGGIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico A tutti i Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale italiani L’aumento dell’incidenza dei disturbi mentali gravi e delle nuove dimensioni psicopatologiche, la diffusione dei co-occurring disorders, l’impegno crescente per gli autori di reato, insieme ad un inesorabile de-finanziamento e alla perdita di personale, hanno condotto la salute mentale di questo paese ad una condizione drammatica. Molti DSM non sono più in grado di garantire i LEA. Lo scarto negativo di personale rispetto ai recenti standard di AGENAS è vicino al 50%. La società, il Parlamento, gli Enti locali sembrano avere dimenticato che la salute mentale è elemento fondante, non solo della salute della popolazione generale, ma anche della convivenza civile. Investire in questo campo ha un ritorno immediato in tutti i campi, dalla scuola e università, al mondo del lavoro, all’integrazione e alla sicurezza sociale. Nel medio termine, molti autorevoli studi valutano in termini di incremento del PIL gli investimenti in salute mentale. È assolutamente necessario riportare la salute mentale al centro dell’agenda politica del paese. Il 18 Maggio incontreremo a Roma le istituzioni e presenteremo le nostre richieste, formalizzate in alcune position papers sulle risorse, sulla giustizia e sui modelli organizzativi, d’intesa con il Collegio dei DSM e altre società scientifiche rappresentative del mondo della salute mentale e delle diverse professioni che vi operano. Per affrontare insieme l’incontro del 18 Maggio, vi proponiamo di vederci tutti on line il 12 Aprile. L'articolo LE ISTITUZIONI INCONTRANO LA SALUTE MENTALE. VERSO L’INCONTRO DI ROMA DEL 18 MAGGIO proviene da Motoresanità.it. Read More
L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE: L’ESEMPIO DELLA REGIONE TOSCANA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. In questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 3 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico, Valore terapeutico aggiunto, Qualità delle prove. Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Ma restava ancora un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Ma quando si parla di innovazione è molto importante comprendere come molte delle terapie introdotte che non entrano nei parametri valutativi AIFA sopra elencati, possano generare ricadute importanti sulla semplificazione e sull’aderenza alle cure così come sull’impatto organizzativo e assistenziale. Nonostante questo grande impegno delle autorità regolatorie Internazionali e Nazionali ancora oggi la tempistica di accesso reale per il paziente all’innovazione introdotta, può richiedere molti mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione/ valutazione/indicazioni delle commissioni regionali, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato. Partendo dall’esempio della regione Puglia, Motore sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica, endocrinologica, che negli anni ha visto una accelerazione in termini di prodotti di ricerca innovativi davvero dirompente, nei confronti della quale in alcuni casi il paziente non ha tempo di attendere.  L'articolo PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – EMILIA-ROMAGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI. SCOMPENSO CARDIACO: Focus on SGLT2i – SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni in Europa2-3,8, con una prevalenza nota dell’1-2% ma oltre il 10% in quelli di età superiore ai 70 anni ed una incidenza pari a 5/1000 all’anno considerando solo popolazione adulta4. E’ una patologia cronica con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi9. Lo scompenso cardiaco in Italia è la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico11 molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La principale categoria di scompenso cardiaco è quella che valutando la frazione di eiezione (% di sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae) indica una frazione di eiezione preservata (HFpEF).  Affligge il 50% dei pazienti e si verifica quando il ventricolo sinistro non riesce a contrarsi in maniera adeguata e quindi pompa meno sangue ossigenato. Lo scompenso cardiaco è comunque spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri. Per questi motivi si sono studiati gli effetti della classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i), già indicati sia come monoterapia sia in terapia di combinazione in pazienti con diabete di tipo 2 e che hanno dimostrato attraverso numerosi studi RCT di garantire benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione arteriosa e dei ricoveri per scompenso(-35%), il rallentamento del declino della funzionalità renale(-39%), la mortalità per tutte le cause (-32%). Sulla base di queste evidenze sono stati impostati numerosi nuovi studi con lo specifico obiettivo di valutarne l’impatto in ambito cardiovascolare indipendentemente dal diabete. In particolare i dati preliminari indicavano come l’effetto degli SGLT2i inibitori si osservasse già nei primi 3 mesi di trattamento, suggerendo un meccanismo non esclusivamente collegato alla riduzione della glicemia. Così si è aperta la strada ad una nuova indicazione che rappresenta una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico sintomatico con frazione di eiezione preservata. Numerose evidenze supportano infatti l’indicazione che questa relativamente nuova classe di farmaci si confermi anche nello scompenso, in grado di migliorare i sintomi, ridurre i ricoveri ospedalieri ma soprattutto la mortalità sia cardiovascolare che totale.  Tali dati quindi di massima rilevanza per la comunità scientifica dovrebbe offrire una nuova opportunità a tutti coloro che si occupano di curare lo scompenso ed ancor prima ai pazienti: salvando vite e aiutando le persone a trascorrere meno tempo in ospedale e più tempo con le proprie famiglie. Sulla base di queste evidenze Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto nelle diverse regioni italiane per favorire una condivisione di idee sulla revisione del disease management per questa importante cronicità, che interessa una ampia
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION – ANCONA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito pro capite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION – ANCONA proviene da Motoresanità.it. Read More
ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA: FOCUS ON HER 2+ – SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il cancro della mammella, cosiddetto “Big Killer al femminile”, rappresenta la causa più comune di mortalità cancro-correlata nella donna. Colpisce più frequentemente le donne in postmenopausa di età superiore a 50 anni, ma anche gli uomini (1% circa di tutte le diagnosi di tumore mammario).  È potenzialmente grave se non individuato e curato per tempo. Grazie a metodi diagnostici moderni e a terapie all’avanguardia, il tasso di sopravvivenza relativo al tumore al seno è aumentato costantemente negli ultimi anni. Infatti se il tumore viene identificato in fase molto precoce (stadio 0) la sopravvivenza a 5 anni nelle donne trattate è pari al 98%. Nel cancro metastatico invece la sopravvivenza è molto minore, dipendendo dalle caratteristiche del paziente, dalla aggressività della patologia e dalle opzioni terapeutiche possibili. Alla malattia sono stati associati diversi fattori di rischio come: l’età, l’assenza di gravidanze, la familiarità e la predisposizione genetica. Il trattamento del cancro alla mammella è perciò strettamente legato sia alle caratteristiche genetiche del tumore che allo stadio in cui la malattia viene diagnosticata e vengono utilizzate la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, la terapia endocrina e la terapia a bersaglio molecolare. Per la caratterizzazione istologica di questo tumore oggi sono in commercio validi supporti. In particolare, risulta importante la valutazione dell’espressione del recettore HER2, bersaglio molecolare delle Target Therapy più utilizzate, che è espresso sulla superficie di tutte le cellule come co-responsabile dei normali processi di crescita, moltiplicazione e riparazione cellulare. I tumori definiti HER2 positivi sono quelli che hanno sulla superficie cellulare iper-espressione di questo recettore che può rendere il tumore più aggressivo con tendenza a crescere più velocemente ed a diffondersi maggiormente. Essi rappresentano circa il 20-25% dei tumori della mammella.  Grazie a queste target therapy la malattia avanzata HER2-positiva viene efficacemente trattata in combinazione con la chemioterapia o con linee successive di trattamento. Fino ad oggi dopo queste linee di terapia alcune pazienti non avevano ulteriori efficaci terapie disponibili, ma ora stanno per arrivare nuove terapie mirate che in queste pazienti già politrattate hanno evidenziato risultati di sorprendente efficacia. Sono farmaci progettati per portare in modo mirato la chemioterapia all’interno delle cellule tumorali e ridurre così, rispetto ai meccanismi della comune terapia, l’esposizione sistemica al carico citotossico. Come riorganizzare i percorsi di cura per dare accesso rapido, appropriato e sostenibile a queste nuove terapie, che stanno avendo riconoscimento di terapie break-through dalle principali agenzie regolatorie, è l’obiettivo di una serie di incontri che Motore Sanità intende promuovere attraverso un confronto tra tutti gli attori di sistema. L'articolo ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA: FOCUS ON HER 2+ – SICILIA proviene da Motoresanità.it. Read More
BREAKTHROUGH INNOVATION: L’ESEMPIO PARADIGMATICO DELL’EVOLUZIONE TERAPEUTICA NEL MIELOMA MULTIPLO – PUGLIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il mieloma multiplo è una malattia oncoematologica tra le più comuni che colpisce le plasmacellule del midollo osseo, come linfociti B e plasmacellule sintetizzanti le immunoglobuline, molto importanti per il sistema immunitario e le sue risposte fisiologiche per combattere le infezioni. Se la crescita di queste cellule diventa incontrollata può dare origine al tumore, ostacolando le altre cellule ematiche e dando origine ad un indebolimento del sistema immunitario, ad anemia o a difetti coagulativi. Inoltre le cellule di mieloma producono in grande quantità una proteina detta Componente M (monoclonale), anticorpo che stimola gli osteoclasti, responsabili della demolizione del tessuto osseo e di conseguenza i pazienti colpiti da mieloma sono spesso soggetti anche a fratture ossee. Nel report AIOM 2020 si può leggere un dato di incidenza della malattia di 5.759 nuovi casi/anno (uomo 3.019 – donna 2740) e dai dati AIRTUM sappiamo che essa rappresenta 1,3% di tutti i tumori nella donna e 1,2% nell’uomo. L’età è il principale fattore di rischio per il mieloma multiplo: oltre 60% delle diagnosi di mieloma riguardano persone di età > 65 anni e solo 1% delle persone al di sotto dei 40 anni. Le cause del mieloma multiplo non sono ancora del tutto note, anche se recenti studi hanno evidenziato la presenza di anomalie nella struttura dei cromosomi e in alcuni specifici geni nei pazienti affetti dalla patologia. Dopo la diagnosi è indispensabile definire lo stadio del mieloma, in base al quale si ottengono anche indicazioni sulla prognosi della malattia e sulle scelte terapeutiche. Per queste ultime sappiamo anche che per ogni linea e nelle diverse fasi di malattia, è necessario selezionare i pazienti, spesso fragili e con possibili comorbidità (cardiocircolatorie, nefrologiche, scheletriche, etc). L’innovazione inoltre ha prodotto una notevole quantità di opzioni terapeutiche per questi pazienti ed ha segnato per molti di loro una sopravvivenza libera da progressione, con una aspettativa di vita diversa. Ma tutti gli attori di sistema, hanno compreso il valore clinico economico e sociale della grande innovazione introdotta dalla ricerca? L’organizzazione si è adeguata ai cambiamenti introdotti ed è pronta ad accogliere rapidamente ulteriori cambi di scenario verso la cronicizzazione di malattia? Cosa manca al sistema per essere più efficiente? Cosa ha insegnato l’attuale pandemia nella gestione della filiera assistenziale e nella presa in carico e nella prossimità delle cure per questi pazienti? Come gli sforzi dell’industria possono e potranno generare partnership con le istituzioni, co-creando valore per il sistema?   L'articolo ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA: FOCUS ON HER 2+ – SICILIA proviene da Motoresanità.it. Read More
BREAKTROUGH INNOVATION: L’ESEMPIO PARADIGMATICO DELL’EVOLUZIONE TERAPEUTICA NEL MIELOMA MULTIPLO – VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il Mieloma Multiplo è una malattia oncoematologica tra le più comuni che colpisce le plasmacellule del midollo osseo, come linfociti B e plasmacellule sintetizzanti le immunoglobuline, molto importanti per il sistema immunitario e le sue risposte fisiologiche per combattere le infezioni. Se la crescita di queste cellule diventa incontrollata può dare origine al tumore, ostacolando le altre cellule ematiche e dando origine ad un indebolimento del sistema immunitario, ad anemia o a difetti coagulativi. Inoltre le cellule di Mieloma producono in grande quantità una proteina detta Componente M (monoclonale), anticorpo che stimola gli osteoclasti, responsabili della demolizione del tessuto osseo e di conseguenza i pazienti colpiti da Mieloma sono spesso soggetti anche a fratture ossee. Nel report AIOM 2020 si può leggere un dato di incidenza della malattia di 5.759 nuovi casi/anno (uomo 3.019 – donna 2740) e dai dati AIRTUM sappiamo che essa rappresenta 1,3% di tutti i tumori nella donna e 1,2% nell’uomo. L’età è il principale fattore di rischio per il Mieloma multiplo: oltre 60% delle diagnosi di Mieloma riguardano persone di età > 65 anni e solo 1% delle persone al di sotto dei 40 anni. Le cause del Mieloma Multiplo non sono ancora del tutto note, anche se recenti studi hanno evidenziato la presenza di anomalie nella struttura dei cromosomi e in alcuni specifici geni nei pazienti affetti dalla patologia. Dopo la diagnosi è indispensabile definire lo stadio del Mieloma, in base al quale si ottengono anche indicazioni sulla prognosi della malattia e sulle scelte terapeutiche. Per queste ultime sappiamo anche che per ogni linea e nelle diverse fasi di malattia, è necessario selezionare i pazienti, spesso fragili e con possibili comorbidità (cardiocircolatorie, nefrologiche, scheletriche, etc). L’innovazione inoltre ha prodotto una notevole quantità di opzioni terapeutiche per questi pazienti ed ha segnato per molti di loro una sopravvivenza libera da progressione, con una aspettativa di vita diversa. Ma tutti gli attori di sistema, hanno compreso il cambio di paradigma dettato nella pratica clinica dalla grande innovazione introdotta (valore clinico, economico e sociale)? Ed in base a questo l’organizzazione si è adeguata ai cambiamenti introdotti ed è pronta ad accogliere rapidamente ulteriori cambi di scenario verso la cronicizzazione di malattia? Cosa manca al sistema per essere più efficiente? Cosa ha insegnato la attuale pandemia nella gestione della filiera assistenziale e nella presa in carico e nella prossimità delle cure per questi pazienti? Come gli sforzi dell’industria possono e potranno generare partnership con le istituzioni, cocreando valore per il sistema?  Questi alcuni degli interrogativi a cui Motore Sanità ritiene opportuno dare risposte concrete, attraverso un confronto tra esperti.  L'articolo BREAKTROUGH INNOVATION: L’ESEMPIO PARADIGMATICO DELL’EVOLUZIONE TERAPEUTICA NEL MIELOMA MULTIPLO – VENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave.  Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmoplantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è quindi un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5.  Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12)  che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti. L'articolo PSORIASI: IO
L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI. SCOMPENSO CARDIACO: Focus on SGLT2i – TOSCANA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni in Europa2-3,8, con una prevalenza nota dell’1-2% ma oltre il 10% in quelli di età superiore ai 70 anni ed una incidenza pari a 5/1000 all’anno considerando solo popolazione adulta4. E’ una patologia cronica con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi9. Lo scompenso cardiaco in Italia è la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico11 molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La principale categoria di scompenso cardiaco è quella che valutando la frazione di eiezione (% di sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae) indica una frazione di eiezione preservata (HFpEF).  Affligge il 50% dei pazienti e si verifica quando il ventricolo sinistro non riesce a contrarsi in maniera adeguata e quindi pompa meno sangue ossigenato. Lo scompenso cardiaco è comunque spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri. Per questi motivi si sono studiati gli effetti della classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i), già indicati sia come monoterapia sia in terapia di combinazione in pazienti con diabete di tipo 2 e che hanno dimostrato attraverso numerosi studi RCT di garantire benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione arteriosa e dei ricoveri per scompenso(-35%), il rallentamento del declino della funzionalità renale(-39%), la mortalità per tutte le cause (-32%). Sulla base di queste evidenze sono stati impostati numerosi nuovi studi con lo specifico obiettivo di valutarne l’impatto in ambito cardiovascolare indipendentemente dal diabete. In particolare i dati preliminari indicavano come l’effetto degli SGLT2i inibitori si osservasse già nei primi 3 mesi di trattamento, suggerendo un meccanismo non esclusivamente collegato alla riduzione della glicemia. Così si è aperta la strada ad una nuova indicazione che rappresenta una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico sintomatico con frazione di eiezione preservata. Numerose evidenze supportano infatti l’indicazione che questa relativamente nuova classe di farmaci si confermi anche nello scompenso, in grado di migliorare i sintomi, ridurre i ricoveri ospedalieri ma soprattutto la mortalità sia cardiovascolare che totale.  Tali dati quindi di massima rilevanza per la comunità scientifica dovrebbe offrire una nuova opportunità a tutti coloro che si occupano di curare lo scompenso ed ancor prima ai pazienti: salvando vite e aiutando le persone a trascorrere meno tempo in ospedale e più tempo con le proprie famiglie. Sulla base di queste evidenze Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto nelle diverse regioni italiane per favorire una condivisione di idee sulla revisione del disease management per questa importante cronicità, che interessa una ampia
PSORIASI IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? MARCHE7UMBRIA/ABRUZZO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmo plantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% dei pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è dunque un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e i sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5. Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12) che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti.
L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE: L’ESEMPIO DELLA REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. In questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 3 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico, Valore terapeutico aggiunto, Qualità delle prove. Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Ma restava ancora un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Ma quando si parla di innovazione è molto importante comprendere come molte delle terapie introdotte che non entrano nei parametri valutativi AIFA sopra elencati, possano generare ricadute importanti sulla semplificazione e sull’aderenza alle cure così come sull’impatto organizzativo e assistenziale. Nonostante questo grande impegno delle autorità regolatorie Internazionali e Nazionali ancora oggi la tempistica di accesso reale per il paziente all’innovazione introdotta, può richiedere molti mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione/ valutazione/indicazioni delle commissioni regionali, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato. Partendo dall’esempio della regione Friuli-Venezia Giulia, Motore sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica, endocrinologica, che negli anni ha visto una accelerazione in termini di prodotti di ricerca innovativi davvero dirompente, nei confronti della quale in alcuni casi il paziente non ha tempo di attendere.  L'articolo L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI. SCOMPENSO CARDIACO: Focus on SGLT2i – TOSCANA proviene da Motoresanità.it. Read More
ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA: FOCUS ON HER 2+ – SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il cancro della mammella, cosiddetto “Big Killer al femminile”, rappresenta la causa più comune di mortalità cancro-correlata nella donna. Colpisce più frequentemente le donne in postmenopausa di età superiore a 50 anni, ma anche gli uomini (1% circa di tutte le diagnosi di tumore mammario).  È potenzialmente grave se non individuato e curato per tempo. Grazie a metodi diagnostici moderni e a terapie all’avanguardia, il tasso di sopravvivenza relativo al tumore al seno è aumentato costantemente negli ultimi anni. Infatti se il tumore viene identificato in fase molto precoce (stadio 0) la sopravvivenza a 5 anni nelle donne trattate è pari al 98%. Nel cancro metastatico invece la sopravvivenza è molto minore, dipendendo dalle caratteristiche del paziente, dalla aggressività della patologia e dalle opzioni terapeutiche possibili. Alla malattia sono stati associati diversi fattori di rischio come: l’età, l’assenza di gravidanze, la familiarità e la predisposizione genetica. Il trattamento del cancro alla mammella è perciò strettamente legato sia alle caratteristiche genetiche del tumore che allo stadio in cui la malattia viene diagnosticata e vengono utilizzate la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, la terapia endocrina e la terapia a bersaglio molecolare. Per la caratterizzazione istologica di questo tumore oggi sono in commercio validi supporti. In particolare, risulta importante la valutazione dell’espressione del recettore HER2, bersaglio molecolare delle Target Therapy più utilizzate, che è espresso sulla superficie di tutte le cellule come co-responsabile dei normali processi di crescita, moltiplicazione e riparazione cellulare. I tumori definiti HER2 positivi sono quelli che hanno sulla superficie cellulare iper-espressione di questo recettore che può rendere il tumore più aggressivo con tendenza a crescere più velocemente ed a diffondersi maggiormente. Essi rappresentano circa il 20-25% dei tumori della mammella.  Grazie a queste target therapy la malattia avanzata HER2-positiva viene efficacemente trattata in combinazione con la chemioterapia o con linee successive di trattamento. Fino ad oggi dopo queste linee di terapia alcune pazienti non avevano ulteriori efficaci terapie disponibili, ma ora stanno per arrivare nuove terapie mirate che in queste pazienti già politrattate hanno evidenziato risultati di sorprendente efficacia. Sono farmaci progettati per portare in modo mirato la chemioterapia all’interno delle cellule tumorali e ridurre così, rispetto ai meccanismi della comune terapia, l’esposizione sistemica al carico citotossico. Come riorganizzare i percorsi di cura per dare accesso rapido, appropriato e sostenibile a queste nuove terapie, che stanno avendo riconoscimento di terapie break-through dalle principali agenzie regolatorie, è l’obiettivo di una serie di incontri che Motore Sanità intende promuovere attraverso un confronto tra tutti gli attori di sistema. L'articolo IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION – ROMA proviene da Motoresanità.it. Read More
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION – ROMA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito pro capite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION – ROMA proviene da Motoresanità.it. Read More
ISTITUZIONE RETE EPATOLOGICA VENETA. COME CONSOLIDARE UNA REALTÀ ASSISTENZIALE DI ECCELLENZA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE  I risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della medicina e della chirurgia, le nuove terapie contro le molte malattie epatiche e le complicanze di queste, stanno mostrando effetti positivi, allungando la vita dei malati anche senza speranza di guarigione.  Ma, se da una parte i vantaggi del progresso scientifico hanno portato questi risultati, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano: la presa in carico di queste patologie complessa, la revisione organizzativa necessaria ai sistemi assistenziali per rispondere efficacemente al nuovo scenario, l’accesso rapido ed uniforme alle fortunatamente molte terapie innovative in alcuni casi “Breakthrough”. Senza dimenticare l’importanza della diagnosi precoce attraverso screening strutturati e l’attenzione agli stili di vita. In questo scenario, ancor più dopo l’esperienza della recente pandemia, il coordinamento tra centri Hub, Spoke e medicina territoriale, sta assumendo sempre più importanza nei processi organizzativi/gestionali sia per un accesso rapido alle cure appropriate che per un coerente utilizzo delle risorse. E per questo lo sviluppo delle reti di patologia che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, a più livelli e la medicina territoriale rappresenta un passaggio fondamentale per implementare i processi di  diagnosi, cura e cogestione dei pazienti in particolare cronici, spesso gravati da polipatologie. Una buona stratificazione della popolazione, legata allo stato di salute, sarà così necessaria per evidenziare diversi livelli di complessità clinica/di fragilità e la conseguente chiara “presa in carico”. L’innovazione organizzativa e digitale necessaria, responsabilità di ogni singola regione, dovrebbe rappresentare una prima vera svolta realizzativa per facilitare tutto ciò. Ma il collegamento tra i principali attori clinici, dai centri ad alta specializzazione a quelli dei centri di primo e secondo livello fino oggi alla medicina territoriale, attraverso una rete clinica efficiente, diventa un passaggio obbligato per una buona presa in carico. L'articolo WINTER SCHOOL 2023: IL SSN TRA TRASFORMAZIONE E INNOVAZIONE – SESSIONE PARALLELA proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – NAZIONALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più 224.000 persone: di queste,  circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo infatti  rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN  un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (circa 16 miliardi €/anno).   Nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non  raggiunge il target indicato dalle più recenti Linee Guida internazionali. Un problema  sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori  controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Ma perché questo  accade nonostante le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci?  Viene quindi da chiedersi cosa si possa aggiungere a quanto già oggi è ottenibile attraverso  gli attuali percorsi di cura. Vi sono bisogni insoddisfatti o spazi di efficienza da colmare  (accesso, aderenza, efficacia)? Cosa si prospetta in termini di innovazione in questa area terapeutica e quali saranno le  ricadute organizzative? Come ridurre il gap esistente tra il mondo reale e setting degli studi clinici randomizzati e controllati per il  raggiungimento dei target consigliati?  Quale nuova governance, quali PDTA per consentire un accesso rapido ed  equo ai percorsi di cura?  Motore Sanità ha percorso l’intero stivale alla ricerca di risposte a questi interrogativi raccogliendo il contributo di oltre 100 esperti, soluzioni già attuate e proposte concrete da discutere tutti insieme e presentare successivamente alle Istituzioni Nazionali. L'articolo WINTER SCHOOL 2023: IL SSN TRA TRASFORMAZIONE E INNOVAZIONE – SESSIONE PARALLELA proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2023: IL SSN TRA TRASFORMAZIONE E INNOVAZIONE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Il finanziamento del SSN sarà cruciale per assicurare una sanità equa e solidale. Ma se i fondi sono importanti altrettanto lo sono anche i nuovi modelli gestionali ed una reale applicazione del modello previsto dal PNRR per ciò che riguarda la medicina territoriale ed i finanziamenti per la rete ospedaliera. Se per la medicina del territorio cruciale sarà l’apporto tecnologico per facilitazione dei percorsi e della presa in carico dei pazienti, a partire dalla sanità digitale, per gli ospedali il potenziamento logistico della rete dell’emergenza/urgenza ed il rinnovo della tecnologia obsoleta implicherà la formulazione di criteri condivisi e nazionali basati anche e soprattutto sull’ HTA. Allo stesso tempo l’uso della tecnologia stessa, pensiamo alla IA, potrebbe coadiuvare la carenza di personale con una programmazione che vada oltre le seppur importanti analisi della quota programmata per i prossimi anni, a partire dalla medicina generale. Infine i nuovi modelli di COT (generici o specialistici) dovranno soddisfare le necessità di prenotazione delle prestazioni sanitarie cercando di dare una risposta ai tempi di attesa proprio partendo dall’utilizzazione di piattaforme digitali accompagnati da sistemi di open access e organizzazioni innovative per la specialistica e la chirurgia di bassa e media complessità. Per discutere di tutto questo anche quest’anno Motore Sanità organizza un’edizione della Winter School a Napoli con uno sguardo alla sanità nazionale ma soprattutto del sud Italia. L'articolo WINTER SCHOOL 2023: IL SSN TRA TRASFORMAZIONE E INNOVAZIONE – SESSIONE PARALLELA proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2023: IL SSN TRA TRASFORMAZIONE E INNOVAZIONE – SESSIONE PARALLELA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Il finanziamento del SSN sarà cruciale per assicurare una sanità equa e solidale. Ma se i fondi sono importanti altrettanto lo sono anche i nuovi modelli gestionali ed una reale applicazione del modello previsto dal PNRR per ciò che riguarda la medicina territoriale ed i finanziamenti per la rete ospedaliera. Se per la medicina del territorio cruciale sarà l’apporto tecnologico per facilitazione dei percorsi e della presa in carico dei pazienti, a partire dalla sanità digitale, per gli ospedali il potenziamento logistico della rete dell’emergenza/urgenza ed il rinnovo della tecnologia obsoleta implicherà la formulazione di criteri condivisi e nazionali basati anche e soprattutto sull’ HTA. Allo stesso tempo l’uso della tecnologia stessa, pensiamo alla IA, potrebbe coadiuvare la carenza di personale con una programmazione che vada oltre le seppur importanti analisi della quota programmata per i prossimi anni, a partire dalla medicina generale. Infine i nuovi modelli di COT (generici o specialistici) dovranno soddisfare le necessità di prenotazione delle prestazioni sanitarie cercando di dare una risposta ai tempi di attesa proprio partendo dall’utilizzazione di piattaforme digitali accompagnati da sistemi di open access e organizzazioni innovative per la specialistica e la chirurgia di bassa e media complessità. Per discutere di tutto questo anche quest’anno Motore Sanità organizza un’edizione della Winter School a Napoli con uno sguardo alla sanità nazionale ma soprattutto del sud Italia. L'articolo WINTER SCHOOL 2023: IL SSN TRA TRASFORMAZIONE E INNOVAZIONE – SESSIONE PARALLELA proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2023: IL SSN TRA TRASFORMAZIONE E INNOVAZIONE – SESSIONE PARALLELA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Il finanziamento del SSN sarà cruciale per assicurare una sanità equa e solidale. Ma se i fondi sono importanti altrettanto lo sono anche i nuovi modelli gestionali ed una reale applicazione del modello previsto dal PNRR per ciò che riguarda la medicina territoriale ed i finanziamenti per la rete ospedaliera. Se per la medicina del territorio cruciale sarà l’apporto tecnologico per facilitazione dei percorsi e della presa in carico dei pazienti, a partire dalla sanità digitale, per gli ospedali il potenziamento logistico della rete dell’emergenza/urgenza ed il rinnovo della tecnologia obsoleta implicherà la formulazione di criteri condivisi e nazionali basati anche e soprattutto sull’ HTA. Allo stesso tempo l’uso della tecnologia stessa, pensiamo alla IA, potrebbe coadiuvare la carenza di personale con una programmazione che vada oltre le seppur importanti analisi della quota programmata per i prossimi anni, a partire dalla medicina generale. Infine i nuovi modelli di COT (generici o specialistici) dovranno soddisfare le necessità di prenotazione delle prestazioni sanitarie cercando di dare una risposta ai tempi di attesa proprio partendo dall’utilizzazione di piattaforme digitali accompagnati da sistemi di open access e organizzazioni innovative per la specialistica e la chirurgia di bassa e media complessità. Per discutere di tutto questo anche quest’anno Motore Sanità organizza un’edizione della Winter School a Napoli con uno sguardo alla sanità nazionale ma soprattutto del sud Italia. L'articolo WINTER SCHOOL 2023: IL SSN TRA TRASFORMAZIONE E INNOVAZIONE – SESSIONE PARALLELA proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2023: IL SSN TRA TRASFORMAZIONE E INNOVAZIONE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Il finanziamento del SSN sarà cruciale per assicurare una sanità equa e solidale. Ma se i fondi sono importanti altrettanto lo sono anche i nuovi modelli gestionali ed una reale applicazione del modello previsto dal PNRR per ciò che riguarda la medicina territoriale ed i finanziamenti per la rete ospedaliera. Se per la medicina del territorio cruciale sarà l’apporto tecnologico per facilitazione dei percorsi e della presa in carico dei pazienti, a partire dalla sanità digitale, per gli ospedali il potenziamento logistico della rete dell’emergenza/urgenza ed il rinnovo della tecnologia obsoleta implicherà la formulazione di criteri condivisi e nazionali basati anche e soprattutto sull’ HTA. Allo stesso tempo l’uso della tecnologia stessa, pensiamo alla IA, potrebbe coadiuvare la carenza di personale con una programmazione che vada oltre le seppur importanti analisi della quota programmata per i prossimi anni, a partire dalla medicina generale. Infine i nuovi modelli di COT (generici o specialistici) dovranno soddisfare le necessità di prenotazione delle prestazioni sanitarie cercando di dare una risposta ai tempi di attesa proprio partendo dall’utilizzazione di piattaforme digitali accompagnati da sistemi di open access e organizzazioni innovative per la specialistica e la chirurgia di bassa e media complessità. Per discutere di tutto questo anche quest’anno Motore Sanità organizza un’edizione della Winter School a Napoli con uno sguardo alla sanità nazionale ma soprattutto del sud Italia. L'articolo PAPILLOMAVIRUS: LOTTA AI TUMORI. PER UNA CULTURA DELLA PREVENZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più di 224.000 persone: di queste,  circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo infatti  rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN  un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno).   Nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato dalle più recenti Linee Guida internazionali. Un problema  sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori  controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Ma perché questo  accade?  In questa area fortunatamente le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci, hanno  portato evidenze scientifiche robuste e consolidate negli anni sul loro valore preventivo e  curativo sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria.  Viene quindi da chiedersi cosa si possa aggiungere a quanto già oggi è ottenibile attraverso  gli attuali percorsi di cura. Vi sono bisogni insoddisfatti o spazi di efficienza da colmare (accesso, aderenza, efficacia) che possano implementare ulteriormente i benefici raggiunti? Cosa si prospetta in termini di innovazione in questa area terapeutica e quali saranno le  ricadute organizzative? È possibile poter colmare il gap esistente tra il mondo reale e quello preso in esame dai setting degli studi clinici randomizzati e controllati per quanto riguarda il  raggiungimento dei target consigliati?  Quale nuova governance, quali PDTA per consentire un accesso rapido, appropriato ed  equo ai percorsi di cura?  Motore Sanità ritiene opportuno un confronto multiprofessionale tra centri esperti di assoluta eccellenza nelle diverse regioni che possa dare riscontro a questi interrogativi, condividendo idee e suggerendo soluzioni. L'articolo PAPILLOMAVIRUS: LOTTA AI TUMORI. PER UNA CULTURA DELLA PREVENZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR, DM77 E CAMBIAMENTO ORGANIZZATIVO: IMPATTO DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE DIABETICO – VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Oramai da tutti gli attori di sistema è opinione condivisa, che la gestione delle cronicità messa a dura prova in epoca pandemica, sia arrivata ad un punto di necessaria svolta organizzativa. Per questo a livello di comunità europea vi è stata una grande accelerazione nel mettere a disposizione risorse adeguate. Oramai il PNRR con i miliardi di euro stanziati (7 miliardi tra reti di prossimità, strutture, servizi di telemedicina e 8,63 miliardi su innovazione, ricerca, digitalizzazione) ha tracciato un percorso di cambiamento in questa direzione nonostante le polemiche per la sua realizzazione pratica ed uniforme in tutte le regioni. Il DM 77 ha disegnato uno scenario su cui molto si è discusso e si continuerà a discutere. Saranno queste le scelte giuste? Ora siamo comunque arrivati alla fase realizzativa e dalle domande si deve passare all’azione. Riempire non solo di strategia precisa ma anche di contenuti concreti la nuova filiera assistenziale delineata è un passaggio non più procrastinabile. In questo scenario il supporto che le tecnologie innovative possono già fornire deve essere un pilastro fondante il cambiamento richiesto. In questo contesto l’es° del diabete rappresenta “il banco di prova più sfidante”. Viene definita infatti “la malattia cronica” poiché il suo impatto clinico, epidemiologico e socio assistenziale, è davvero rappresentativo di una cronicità complessa a 360°: 1° causa di cecità, 1° causa di amputazione non traumatica degli arti inferiori, 2° causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, concausa di metà degli infarti e degli ictus, aumento del rischio di demenza vascolare e declino cognitivo (analisi su 210.309 cittadini con valore elevato di HbA1c, UK Biobank)  oltre 4 milioni di persone tra 20 e 79 anni morte per cause connesse al diabete (dati IDF 2019), spesa per diabete tra costi sanitari diretti (circa 9 miliardi) e costi sanitari indiretti (circa 11 miliardi) di almeno 20 miliardi di euro all’anno. Una popolazione quindi estremamente fragile, come evidenziato dalle statistiche emerse durante la fase critica della pandemia, che vedono in particolare le persone con diabete non ben controllato ai vertici per gravità di malattia e mortalità. E in questa fase la fragilità degli attuali sistemi assistenziali, poco orientati a recepire l’innovazione che consentirebbe cure di prossimità più efficaci, ha spinto verso una nuova direzione: un buon controllo glicemico è la migliore protezione verso le tante complicanze vascolari, neurologiche, cardio-renali legate alla malattia, e l’innovazione tecnologica introdotta da oramai qualche anno, in particolare per le persone diabetiche più delicate come i pazienti insulinizzati multiniettivi (DT1 o DT2), ma applicate nel real world con molta lentezza ed in maniera diseguale nei vari territori, non possono più attendere. Motore Sanità ritiene che questo sia il momento giusto di porre a tecnici di programmazione ed istituzioni regionali alcune domande. Domande che richiedono risposte rapide in grado di trasformare in pratica assistenziale le indicazioni teoriche del DM77.   L'articolo PAPILLOMAVIRUS: LOTTA AI TUMORI. PER UNA CULTURA DELLA PREVENZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
PAPILLOMAVIRUS: LOTTA AI TUMORI. PER UNA CULTURA DELLA PREVENZIONE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Secondo recenti dati dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori) si stimano in Italia 2.700 nuovi casi di tumore del collo dell’utero o cervice uterina, dato in aumento dopo la momentanea sospensione dello screening durante la pandemia e causa oggi in Italia più di 500 decessi all’anno. Tale dato è in continua e forte riduzione fin dall’inizio degli anni Ottanta, per effetto delle campagne di screening per diagnosi precoce tramite il Pap-test, introdotto negli anni Cinquanta che ha permesso di ridurre drasticamente l’incidenza e la mortalità del carcinoma della cervice uterina, quanto meno nei Paesi ad alto reddito.  Negli ultimi anni al Pap-test si è affiancato, e, a seconda delle strategie, a volte lo ha sostituito, un esame per identificare sulla superficie del collo dell’utero la presenza di DNA di papillomavirus (in sigla HPV-DNA test). Attraverso la prevenzione primaria, oggi si può efficacemente contrastare circa il 90% dei nuovi casi di tumore da HPV. A oggi sono molti i Paesi che hanno adottato un programma di prevenzione  nazionale contro l’HPV, tra cui l’Italia, dove la vaccinazione è  offerta attivamente e gratuitamente ai ragazzi e alle ragazze nel corso del dodicesimo anno di vita. In collaborazione con i partner, Oms Europa sta sviluppando la “Roadmap per accelerare l’eliminazione del cancro cervicale come problema di salute pubblica nella regione europea dell’Oms 2022-2030”.  Come evidenziato dal Manifesto Italiano per l’eliminazione dei tumori correlati al papillomavirus,  l’obiettivo è  riprendere quanto evidenziato da OMS ed Europe’s Beating Cancer Plan, riassumibile nel 90-90-90: 90% della copertura vaccinale per la popolazione target (adolescenti maschi e femmine)
90% accesso gratuito allo screening cervicale nelle donne dai 25 ai 64 anni
90% accesso tempestivo ai trattamenti per cancro cervicale e lesione precancerosa L’obiettivo europeo di debellare i tumori causati dal papillomavirus umani è contenuto anche nel nuovo Piano Oncologico Nazionale, recentemente approvato  dalla Conferenza Stato Regioni, dove viene ribadito l’obiettivo di vaccinare almeno il 90% della popolazione bersaglio di ragazze nell’Unione Europea e aumentare  considerevolmente la copertura vaccinale dei ragazzi entro il 2030. I dati delle coperture vaccinali e di adesione allo screening in Italia nel 2022, mostrano però un significativo calo rispetto a quelle riferite al periodo pre-pandemico. Un decremento da attribuire principalmente alle difficoltà organizzative dovute alla gestione della pandemia. Ma alcune regioni stanno raggiungendo gli obiettivi. Per esempio In Veneto “Lo screening per il tumore della cervice uterina è offerto gratuitamente a tutte le donne residenti  a partire dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale per la vaccinazione contro l’HPV, e fino ai 64 anni. – sottolinea l’assessore Lanzarin – come dal 2008 è disponibile la vaccinazione contro l’HPV che viene offerta gratuitamente ai giovani di entrambi i sessi a partire dagli 11 anni di età. Si tratta per entrambi i casi di percorsi importanti, che la popolazione ha imparato a perseguire e che negli anni hanno dimostrato di dare risultati confortanti”. Per fare il punto sul passato e futuro della prevenzione e cura del tumore del
L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA PROPOSTA N°3 – FORMARE LA MEDICINA GENARALE CON IL COINVOLGIMENTO DELLE UNIVERSITÀ, ISTITUENDO UNA VERA E PROPRIA SPECIALITÀ IN MEDICINA GENERALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il rapporto della medicina generale con i servizi sanitari nazionali è peculiare in ogni paese europeo. Tra rapporto libero professionale e dipendenza la medicina generale si differenzia in Europa per lo status, la governance, la remunerazione e i compiti affidati. La progettualità del PNRR con le case di comunità e gli ospedali di comunità, ha esempi in paesi come la Spagna ed il Portogallo ove i MMG sono dipendenti del rispettivo SSN. In Italia l’esperienza delle case della salute è partita con un accordo con i MMG ed i PLS nell’ambito della attuale convenzione ma i risultati sono altalenanti e diversi nelle varie regioni. Inoltre la realtà italiana e’ unica per ciò che concerne una remunerazione statale ma con uno status libero professionale,  un ruolo di Gate Keeper senza un reale controllo dell’operato in assenza di validi indicatori di performance. Va inoltre ricordato che in molti paesi europei la disciplina del general practicioner è caratterizzata da una formazione universitaria che ne delinea lo status di specialità’, con una componente di formazione anche in medicina d’urgenza com accade per esempio in Spagna, per garantire la presa in carico temporanea dei pazienti con acuzie e la gestione domiciliare di casi complessi e dei codici di bassa intensità’ nelle case della salute o negli studi associati. Per riflettere sulle possibili soluzioni in vista della applicazione del PNRR che non potrà’ decollare senza una revisione del rapporto convenzionale con la medicina generale e pediatria di libera scelta, l’osservatorio di Motore Sanità’ organizza un incontro di confronto con i principali attori del SSN e SS Regionali. L'articolo PAPILLOMAVIRUS: LOTTA AI TUMORI. PER UNA CULTURA DELLA PREVENZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – PUGLIA/CALABRIA/SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più di 224.000 persone: di queste,  circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo infatti  rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN  un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno).   Nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato dalle più recenti Linee Guida internazionali. Un problema  sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori  controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Ma perché questo  accade?  In questa area fortunatamente le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci, hanno  portato evidenze scientifiche robuste e consolidate negli anni sul loro valore preventivo e  curativo sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria.  Viene quindi da chiedersi cosa si possa aggiungere a quanto già oggi è ottenibile attraverso  gli attuali percorsi di cura. Vi sono bisogni insoddisfatti o spazi di efficienza da colmare (accesso, aderenza, efficacia) che possano implementare ulteriormente i benefici raggiunti? Cosa si prospetta in termini di innovazione in questa area terapeutica e quali saranno le  ricadute organizzative? È possibile poter colmare il gap esistente tra il mondo reale e quello preso in esame dai setting degli studi clinici randomizzati e controllati per quanto riguarda il  raggiungimento dei target consigliati?  Quale nuova governance, quali PDTA per consentire un accesso rapido, appropriato ed  equo ai percorsi di cura?  Motore Sanità ritiene opportuno un confronto multiprofessionale tra centri esperti di assoluta eccellenza nelle diverse regioni che possa dare riscontro a questi interrogativi, condividendo idee e suggerendo soluzioni. L'articolo PAPILLOMAVIRUS: LOTTA AI TUMORI. PER UNA CULTURA DELLA PREVENZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE: L’ESEMPIO DELLA REGIONE PUGLIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE  Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. Nella stessa direzione si era mossa l’Italia, con l’emanazione di leggi e decreti per facilitare l’accesso ai farmaci con evidente valore terapeutico e che permettevano di far fronte a bisogni insoddisfatti.  Ma nonostante ciò in quegli anni, i tempi di accesso rilevati in Europa dalle diverse fonti ufficiali, mostravano un paese Italia in palese ritardo di approvazione ed accesso riguardo alle terapie innovative.  Così in questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 4 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico (disponibilità di terapie per la patologia, indica quanto l’introduzione di una nuova terapia possa dare risposta alle esigenze terapeutiche), Valore terapeutico aggiunto (entità del beneficio clinico apportato dal nuovo farmaco rispetto alle alternative se esistenti, su esiti riconosciuti come clinicamente rilevanti e validati per la patologia), Qualità delle prove (valutazione delle evidenze scientifiche disponibili secondo il metodo GRADE). Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Ma restava ancora un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno, per il concorso al rimborso alle Regioni per l’acquisto dei medicinali innovativi e dei medicinali oncologici innovativi, oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Nonostante questo grande impegno normativo ancora oggi la tempistica di accesso reale alla terapia per il paziente può richiedere da 3 a 6 mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione e valutazione/indicazioni della commissione regionale, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato. Motore sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica, endocrinologica, che negli anni ha visto una accelerazione in termini di prodotti di ricerca innovativi
Stati Generali delle Malattie Rare NORD EST – PADOVA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Con un budget di 5.3 Miliardi di Euro, l’“EU4 Health Program 2021-2027” rappresenta un intervento in ambito sanitario che non ha alcun precedente nella storia dell’Unione Europea (UE). Lanciando questo programma, quanto mai ambizioso, la Commissione Europea ha chiaramente indicato che il tema della salute rappresenta una delle principali priorità dell’UE. La salute infatti, al di là dell’ambito strettamente sanitario, è un elemento chiave per la pace sociale, il benessere collettivo e lo sviluppo. L’”EU4 Health Program 2021-2027” è stato concepito come uno dei principali motori per dar vita all’Unione Europea della Salute. Gli ambiti principali di tale programma sono: i problemi di salute pubblica che la pandemia da Sars-CoV2 ha drammaticamente evidenziato, i tumori, la ricerca e l’innovazione nel campo della farmaceutica, la digitalizzazione della medicina, l’antibiotico resistenza, i vaccini, le malattie rare (con riferimento quanto mai esplicito agli “European Reference Networks”) e, in generale, la collaborazione internazionale per affrontare quei fattori che stanno minacciando a livello globale la salute dell’uomo. Il cammino per arrivare ad una matura Unione Europea della Salute è ancora molto lungo e complesso; il pensiero e la conseguente strategia politica europea così come le normative nazionali e internazionali necessitano di progressive elaborazioni; la sostenibilità dei futuri sistemi sanitari, alla luce dei progressivi costi delle innovazioni biotecnologiche e dei nuovi farmaci, è un tema che deve ancora essere adeguatamente elaborato così come il processo di rivisitazione degli attuali modelli di finanziamento della sanità; la sensibilità dei cittadini europei e dei principali “stakeholders”(quali le Autorità sanitarie nazionali e regionali)  in tema di Unione Europea della Salute deve ulteriormente crescere; infine i moderni strumenti tecnologici devono ancora essere più diffusamente implementati per concepire realtà future, quale appunto l’Unione Europea della Salute. In questa prospettiva diventa prioritario elaborare “Proof of cencepts” al fine di confermare e consolidare il cammino verso la costruzione di questa nuova collaborazione europea anche in ambito sanitario. È da queste considerazioni che si è partiti per promuovere, proprio in occasione della Giornata Mondiale sulle Malattie Rare 2023, un seminario che serva a far crescere, specie nella classe medica coinvolta nella gestione delle problematiche inerenti le Malattie Rare ma certamente non solo,  una consapevolezza diffusa di essere protagonisti del  prestigioso e ambizioso tentativo di dar vita all’Unione Europea della Salute e idealmente contribuire a realizzarla. L'articolo PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – EMILIA-ROMAGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
IL FUTURO DELL’ONCOLOGIA: NUOVI BISOGNI SOCIO – ASSISTENZIALI. LA RISPOSTA DI OSPEDALE E TERRITORIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE La cronicizzazione delle malattie neoplastiche, come conseguenza soprattutto della introduzione di terapie Innovative, ha come effetto non solo il prolungamento del percorso di cura del paziente, ma anche la necessità di ripensare l’organizzazione anche i termini di modalità e luoghi di cura. Tutto questo pone sfide riorganizzative importanti. Un efficace percorso di cura oncologico per essere appropriato e intersecato con la gestione degli aspetti clinici e sociali tipici della cronicità e della fragilità, deve obbligatoriamente essere multidisciplinare e multispecialistico; inoltre il percorso deve includere ed integrare tutti i passaggi necessari, dalla diagnosi alla riabilitazione fino alla cura della terminalità. È anche importante considerare che l’innovazione scientifica e tecnologica offre nuovi strumenti di grande efficacia e limitata tossicità per il trattamento delle neoplasie, anche in fase avanzata. Queste condizioni inducono i sanitari ad estendere l’offerta di cura anche a casi che in un passato non sarebbero stati considerati suscettibili di trattamento (pazienti con malattia molto estesa, età avanzata, malattie concomitanti). A fronte di tutto ciò, diventa ancora più essenziale assicurare percorsi che si estendano, oltre l’ospedale, anche al territorio integrando non solo risorse sanitarie, ma anche sociosanitarie in un iter che tenga conto delle concrete esigenze dei pazienti e delle loro famiglie. Organizzare ambiti di cura che comprendano anche il domicilio ma sapendo di avere a disposizione gli approcci migliori in un ambiente ospedaliero di prossimità diventa una delle sfide da affrontare per tracciare percorsi di salute ottimali per tutti i pazienti, in un’ottica di di integrazione ospedale-territorio. Nel corso dell’evento -programmato nel giornata mondiale del malato di cancro anche per significare la volontà di coinvolgimento di pazienti e associazioni- si discuteranno e illustreranno le risposte che il Sistema Sanitario della Regione Liguria intende offrire nel prossimo futuro a questi crescenti bisogni di cura. L'articolo PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – EMILIA-ROMAGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA PROPOSTA N°2: PROGRAMMARE ADEGUATAMENTE IL NUMERO E RETRIBUIRE IN RAPPORTO AL COSTO DELLA VITA GLI OPERATORI SANITARI, RICOMPENSANDOLI ED INCENTIVANDOLI ALLA PROFESSIONE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il SSN e i SSR sono sistemi complessi e non lineari. Contestualizzare i problemi, agire e monitorare modificando le azioni sono il segreto poter una gestione basata sulla spinta gentile e non solo sulla programmazione libera ed il controllo essendo i sistemi complessi non ordinati. La risposta alle giuste proteste degli operatori sanitari per ciò che concerne le necessità complessive devono tenere conto delle interazioni tra i vari stakeholder per cui la retribuzione e le soluzioni semplici delle rappresentanze sociali ed istituzionali sono importanti ma non completamente rispondenti alle dinamiche dei sistemi complessi. Ad esempio bisogna monetizzare di più gli operatori delle urgenze/emergenze, ma i patologi, la cui iscrizione alle scuole di specialità è in profonda crisi, sono altrettanto necessario se non più necessari all’espletamento delle altre attività sanitarie. Oppure gli stanziamenti del PNRR per la medicina territoriale e gli ospedali, in primis i PS/DEA e la tecnologia quanto possono incidere sulla soddisfazione ed il benessere degli operatori? L’osservatorio dell’innovazione di Motore Sanità affronta il secondo tema del decalogo presentato, per offrire idee razionali e sostenibili al problema degli operatori, al rapporto dei medesimi con le istituzioni e la politica, convinti che solo con la partecipazione attiva di tutti gli attori del sistema interdipendenti tra loro permetta l’individuazione di azioni che possano dare risposte alle problematiche in essere. L'articolo IL FUTURO DELL’ONCOLOGIA: NUOVI BISOGNI SOCIO – ASSISTENZIALI. LA RISPOSTA DI OSPEDALE E TERRITORIO proviene da Motoresanità.it. Read More
Stati Generali delle Malattie Rare NORD EST – PADOVA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Sul tema Malattie Rare (MR), dato il rapido evolvere dello scenario legislativo, organizzativo-gestionale e tecnico-scientifico, vi è il bisogno a livello di comunità medico-scientifica, di singolo operatore ed anche delle realtà associative, di promuovere un aggiornamento culturale e un processo di sensibilizzazione continui. Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza, non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 100.000 persone. Ma il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce appunto con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’ISS, in Italia si stimano oltre 90 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con una incidenza di oltre 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Ma secondo la rete Orphanet il sommerso potrebbe essere molto elevato con stime in Italia di 1,5-2 milioni di cittadini. Il 2021, in Italia, è stato segnato da importanti novità legislative, mentre, in Europa, il 2022 è iniziato con una nuova fase della storia degli European Reference Networks (ERN). Sarà pertanto importante, per il Governo Centrale e le Regioni Italiane, farsi trovare pronti ad interpretare i nuovi dettami di legge, sfruttando appieno le nuove opportunità che essa offre per il perseguimento del bene dei pazienti con MR e soprattutto a confermare il proprio ruolo in Europa nel campo delle MR. Per far questo si dovrà passare alla fase realizzativa attraverso opportuni decreti attuativi, che seguano una tabella di marcia condivisa con precise priorità, giuste risorse allocate, coerenti con gli obiettivi ambiziosi descritti. Non tutto sarà attuabile da subito, contemporaneamente ed uniformemente poiché la presa in carico dei pazienti affetti da MR è differente nelle varie Regioni, con centri di riferimento nazionali ed internazionali in alcune, ma con carenze di offerta assistenziale e di comunicazione in altre. A questo si aggiunga che non tutte le regioni lavorano in rete e non tutte sono in grado di offrire una continuità delle cure trasversale con percorsi facilitati dei pazienti MR, che per definizione sono pazienti cronici necessitanti di un’assistenza integrata spesso, ma non sempre, dall’infanzia all’età adulta. In questa prospettiva la progressiva implementazione della genomica e nello specifico delle moderne tecniche di sequenziamento nella pratica clinica, della digitalizzazione della medicina e delle moderne tecnologie della comunicazione stanno aprendo ampie e entusiasmanti prospettive per ulteriori e significativi progressi nella prospettiva di una sempre più efficace risoluzione delle problematiche a cui i pazienti con MR vanno incontro.  Per tale motivo Motore Sanità, in piena sinergia e su stimolo del Dipartimento Funzionale di Malattie Rare dell’Azienda Ospedale Università di Padova, intende organizzare delle giornate di analisi e proposte per macroregioni, nord ovest- nord est-centro-sud ed isole, per implementarne azioni concrete, rappresentando le MR il paradigma del futuro SSN in termini organizzativi e di innovazione diagnostico/terapeutica. Partendo dal presupposto che tutto ciò dovrà
WINTER SCHOOL 2023: AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE – SESSIONE PARALLELA
Archivi Eventi - Motoresanità.it AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE Quando si pensa a questi 3 ambiti, mondi o come li si vuol definire, nei cittadini ma anche nei referenti istituzionali questo si traduce subito in immagini semplici ma ahimè parziali: ghiacci che si sciolgono o ghiacciai che scompaiono. Pensiero comune che è necessario cambiare, implementando, facendo crescere competenze e conoscenze. Per questo Motore Sanità intende affrontare il tempo per far comprendere la stretta connessione ed interdipendenza tra questi 3 che non possono essere considerati e pensati come mondi separati.
Ambiente, nutrizione, salute sono un unico grande sistema che vuol dire benessere, psico-fisico, economico, sociale. Il Covid ha insegnato molto, ma non abbastanza.
Un ambiente non sano, una nutrizione non sana generano un impatto enorme sulla salute, una ricaduta in spese mediche enorme, un costo per anni di vita in cattiva salute, una pressione sull’assistenza medica enorme.
Così si portano via risorse a chi davvero deve essere curato, a chi deve avere accesso a cure innovative, a tecnologie di monitoraggio, a screening estesi, a strumenti di diagnosi moderni, di strumenti per il follow-up di malattia.
Più ambiente sano, più nutrizione sana, più salute si traduce in: più risorse per le migliori cure e più risorse per i cittadini malati, più spazio per l’innovazione. Il concetto di Global Health implica una connessione tra mondi diversi e percorsi rinnovati. La prevenzione gioca un ruolo fondamentale per la sostenibilità del sistema welfare a partire dai vaccini e dalle terapie che curino situazioni predisponenti allo sviluppo di tumori. Il concetto di riduzione del rischio si sta diffondendo grazie alla diffusione di buone pratiche e di dimostrazioni scientifiche a partire dalle dipendenze. Nello stesso tempo terapie innovative targhettizzate impattano sull’efficacia delle cure cambiando il futuro organizzativo dei percorsi assistenziali di molte patologie. Tutto ciò comporta in primis una maggiore domiciliarizzazione di queste terapie innovative ad alta efficacia. Va da sé che i Servizi Sanitari Regionali debbano adattarsi alle necessità ed alle richieste dei cittadini sempre più informati e sempre più consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. Per confrontarsi sulle novità spesso travolgenti che emergono dal progresso medico e tecnologico della ricerca e per omogeneizzare le sliding doors che tentano di connettere le varie dimensioni del Servizio Sanitario Nazionale in un sistema di approccio globale, Motore Sanità vuole riunire  nella Winter School di Pollenzo gli attori di sistema per generare idee e trovare soluzioni pratiche condivise. L'articolo WINTER SCHOOL 2023: AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE – SESSIONE PARALLELA proviene da Motoresanità.it. Read More
INNOVAZIONE NEI PERCORSI DI CURA DEL MIELOMA MULTIPLO IN REGIONE FVG. A CHE PUNTO SIAMO?
Archivi Eventi - Motoresanità.it Razionale Scientifico Il mieloma multiplo è una malattia oncoematologica tra le più comuni che colpisce le plasmacellule del midollo osseo, come linfociti B e plasmacellule sintetizzanti le immunoglobuline, molto importanti per il sistema immunitario e le sue risposte fisiologiche per combattere le infezioni. Se la crescita di queste cellule diventa incontrollata può dare origine al tumore, ostacolando le altre cellule ematiche e dando origine ad un indebolimento del sistema immunitario, ad anemia o a difetti coagulativi. Inoltre le cellule di mieloma producono in grande quantità una proteina detta Componente M (monoclonale), anticorpo che stimola gli osteoclasti, responsabili della demolizione del tessuto osseo e di conseguenza i pazienti colpiti da mieloma sono spesso soggetti anche a fratture ossee. Nel report AIOM 2020 si può leggere un dato di incidenza della malattia di 5.759 nuovi casi/anno (uomo 3.019 – donna 2740) e dai dati AIRTUM sappiamo che essa rappresenta 1,3% di tutti i tumori nella donna e 1,2% nell’uomo. L’età è il principale fattore di rischio per il mieloma multiplo: oltre 60% delle diagnosi di mieloma riguardano persone di età > 65 anni e solo 1% delle persone al di sotto dei 40 anni. Dopo la diagnosi è indispensabile definire lo stadio del mieloma, in base al quale si ottengono anche indicazioni sulla prognosi della malattia e sulle scelte terapeutiche. L’innovazione in questi ultimi anni ha prodotto una notevole quantità di opzioni terapeutiche alcune delle quali davvero dirompenti per questi pazienti avendo segnato per molti di loro una sopravvivenza libera da progressione, con una aspettativa di vita diversa.  Per supportare l’innovazione Regione Friuli dal 2022 ha istituito un fondo sovraziendale per la gestione dei farmaci a cui AIFA ha riconosciuto l’innovatività (aggiungendo lo scorporo della quota dedicata a CAR T, best practice nazionale).  A giugno 2022 i principali attori di sistema della Regione, si sono riuniti per discutere gli aspetti di nuovi modelli di governance da collegare a nuovi modelli assistenziali in area oncoematologica partendo dall’es° mieloma. E’ il momento di verificare cosa sia stato realizzato attraverso un nuovo incontro promosso da Motore Sanità proponendo alcuni quesiti chiave a cui dare risposta: quale cambio di scenario è stato messo a regime visto il rapido procedere verso la cronicizzazione di malattia? L’istituzione della rete a che punto è, quali gli attori coinvolti e quali eventuali criticità incontrate nel processo di istituzione di questa? E per quanto concerne le terapie innovative, quale monitoraggio sull’utilizzo delle risorse del fondo innovativi è stato effettuato? Quale raccolta dati è stata messa a regime per valutare la corretta capienza e programmare il nuovo fondo negli anni successivi? L'articolo INNOVAZIONE NEI PERCORSI DI CURA DEL MIELOMA MULTIPLO IN REGIONE FVG. A CHE PUNTO SIAMO? proviene da Motoresanità.it. Read More
LE SFIDE ORGANIZZATIVO/ASSISTENZIALI DEL SSN 2023.
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE L’Italia si caratterizza per una popolazione con elevata aspettativa di vita alla nascita (circa 83 anni secondo la rilevazione Istat relativa al 2019), un tasso di mortalità inferiore rispetto ai paesi OCSE, e una spesa sanitaria pubblica in rapporto al PIL relativamente contenuta (6,5%, contro il 7,8% della media EU, il 9,6% della Germania e il 9,4% della Francia). Questo scenario identifica una precisa ricaduta sul SSN: costante invecchiamento della popolazione (23% circa di over 65 e 3,6% circa di over 80) che genera aumento delle patologie in particolare croniche. Un impatto davvero rilevante è rappresentato dalle malattie cardiovascolari che oramai da anni rappresentano la principale causa di morte (34,8% del totale dei decessi, dati ISTAT 2017). Il burden of disease di queste inoltre si quantifica sia in termini di salute del paziente e di vita sociale, che di risvolti economici come molto rilevante con un assorbimento di risorse a livello globale pari a 863 miliardi di dollari, destinati ad aumentare fino a 1.044 miliardi di dollari nel 2030⁸. Il solo esempio dei ricoveri in Italia ci indica una prevalenza del 14% sul numero totale di ricoveri ordinari (15,9% aterosclerosi coronarica e altre malattie ischemiche cardiache e il 12,6% IMA⁹). Tra queste alcuni esempi paradigmatici sono lo scompenso cardiaco (HF) e la malattia cardiovascolare aterosclerotica clinica (ASCVD) . Il primo rappresenta in Italia la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico¹ molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La seconda rappresenta un onere altrettanto sostanziale per la salute pubblica, non solamente associato all’invecchiamento con una spesa per ospedalizzazioni di pazienti con diagnosi di ipercolesterolemia di circa 1,1 miliardi€/anno (10). Tra i fattori di rischio associati le dislipidemie hanno un impatto epidemiologico e clinico molto importante con una prevalenza stimata intorno al 19,8% (circa 10 milioni di cittadini². Innumerevoli dati negli ultimi 20 anni hanno dimostrato che la riduzione dei livelli di colesterolo LDL è associata a un minor rischio di eventi cardiovascolari. Per questo i target da raggiungere secondo le principali linee guida internazionali (ESC-EAS) si sono costantemente ridotti in base alla categoria di rischio. Ma nonostante le evidenze prodotte, nella pratica clinica, la percentuale di pazienti a rischio più elevato, in terapia ipolipemizzante che riesce a raggiungere i livelli raccomandati di colesterolo LDL è bassa (33%)³ ed in particolare in quelli a rischio più elevato. In Italia solo il 37% pazienti con malattia coronarica raggiunge un livello di colesterolo LDL < 70 mgl/dL⁴. Solo il 52,5% dei pazienti con pregresso infarto è risultata a target (LDL-C < 70 mgl/dL) e questo dato si riduce ulteriormente se si considerassero i target proposti nelle linee guida del 2019 (LDL > 55 mgl/dL)⁵. Causa principale di questi risultati è la non aderenza alla terapia che causa
TAVOLO DI LAVORO 1 – INNOVAZIONE FARMACEUTICA CHE SPINGE ALLA INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA: NUOVI MODELLI DI DISTRIBUZIONE DELLE TERAPIE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La attuale pandemia con il suo drammatico impatto sulle strutture sanitarie e con il tributo di vite umane generato, ha fatto emergere i limiti organizzativi e le cocenti criticità assistenziali da tempo latenti. Ha anche fatto comprendere come agire rapidamente su questi aspetti sia ormai improrogabile. In particolare le difficoltà legate al rischio di salute dei malati cronici nel rivolgersi verso le strutture ospedaliere anche per attività di competenza del territorio o delegabili comunque ad esso, richiedono una rapida revisione dei percorsi. Uno dei primi bisogni rilevati in questo contesto riguarda le modalità di approvvigionamento delle terapie da parte di questi pazienti. Nasce sempre la necessità di chiarire quale tipo di flusso sia più adatto per il paziente sia in termini di tutela della sicurezza sia come costi sociali (trasferimenti logistici, tempistiche, perdita di produttività per pazienti e famiglie, eccetera). Oggi occorre considerare che potremmo entrare in una nuova era che passa dalla distribuzione diretta (DD) alla distribuzione per conto (DPC) per arrivare alla home delivery attraverso nuove modalità. Le regioni del Triveneto già da anni hanno attivato tavoli decisionali tra professionisti per trovare soluzioni adeguate, ma l’evoluzione possibile prospettata dalle molte risorse in arrivo dal PNRR, consente di poter accelerare su questo percorso. Cure di prossimità e paziente al centro potrebbero diventare finalmente realtà e non più singoli slogan, continuamente declamati. Su questa suggestione Motore Sanità vorrebbe partire coinvolgendo tutti gli attori della filiera nelle regioni del Nord-Est, benchmark in sanità, per promuovere azioni di cambiamento e nuovi modelli organizzativi sulla dispensazione delle cure sempre più sicura, razionale e vicina ai bisogni del cittadino. L'articolo TAVOLO DI LAVORO 1 – INNOVAZIONE FARMACEUTICA CHE SPINGE ALLA INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA: NUOVI MODELLI DI DISTRIBUZIONE DELLE TERAPIE proviene da Motoresanità.it. Read More
L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI. SCOMPENSO CARDIACO: Focus on SGLT2 – EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni in Europa2-3,8, con una prevalenza nota dell’1-2% ma oltre il 10% in quelli di età superiore ai 70 anni ed una incidenza pari a 5/1000 all’anno considerando solo popolazione adulta4. E’ una patologia cronica con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi9. Lo scompenso cardiaco in Italia è la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico11 molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La principale categoria di scompenso cardiaco è quella che valutando la frazione di eiezione (% di sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae) indica una frazione di eiezione preservata (HFpEF).  Affligge il 50% dei pazienti e si verifica quando il ventricolo sinistro non riesce a contrarsi in maniera adeguata e quindi pompa meno sangue ossigenato. Lo scompenso cardiaco è comunque spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri. Per questi motivi si sono studiati gli effetti della classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i), già indicati sia come monoterapia sia in terapia di combinazione in pazienti con diabete di tipo 2 e che hanno dimostrato attraverso numerosi studi RCT di garantire benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione arteriosa e dei ricoveri per scompenso(-35%), il rallentamento del declino della funzionalità renale(-39%), la mortalità per tutte le cause (-32%). Sulla base di queste evidenze sono stati impostati numerosi nuovi studi con lo specifico obiettivo di valutarne l’impatto in ambito cardiovascolare indipendentemente dal diabete. In particolare i dati preliminari indicavano come l’effetto degli SGLT2i inibitori si osservasse già nei primi 3 mesi di trattamento, suggerendo un meccanismo non esclusivamente collegato alla riduzione della glicemia. Così si è aperta la strada ad una nuova indicazione che rappresenta una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico sintomatico con frazione di eiezione preservata. Numerose evidenze supportano infatti l’indicazione che questa relativamente nuova classe di farmaci si confermi anche nello scompenso, in grado di migliorare i sintomi, ridurre i ricoveri ospedalieri ma soprattutto la mortalità sia cardiovascolare che totale.  Tali dati quindi di massima rilevanza per la comunità scientifica dovrebbe offrire una nuova opportunità a tutti coloro che si occupano di curare lo scompenso ed ancor prima ai pazienti: salvando vite e aiutando le persone a trascorrere meno tempo in ospedale e più tempo con le proprie famiglie. Sulla base di queste evidenze Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto nelle diverse regioni italiane per favorire una condivisione di idee sulla revisione del disease management per questa importante cronicità, che interessa una ampia
WINTER SCHOOL 2023: AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE – SESSIONE PARALLELA
Archivi Eventi - Motoresanità.it AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE Quando si pensa a questi 3 ambiti, mondi o come li si vuol definire, nei cittadini ma anche nei referenti istituzionali questo si traduce subito in immagini semplici ma ahimè parziali: ghiacci che si sciolgono o ghiacciai che scompaiono. Pensiero comune che è necessario cambiare, implementando, facendo crescere competenze e conoscenze. Per questo Motore Sanità intende affrontare il tempo per far comprendere la stretta connessione ed interdipendenza tra questi 3 che non possono essere considerati e pensati come mondi separati.
Ambiente, nutrizione, salute sono un unico grande sistema che vuol dire benessere, psico-fisico, economico, sociale. Il Covid ha insegnato molto, ma non abbastanza.
Un ambiente non sano, una nutrizione non sana generano un impatto enorme sulla salute, una ricaduta in spese mediche enorme, un costo per anni di vita in cattiva salute, una pressione sull’assistenza medica enorme.
Così si portano via risorse a chi davvero deve essere curato, a chi deve avere accesso a cure innovative, a tecnologie di monitoraggio, a screening estesi, a strumenti di diagnosi moderni, di strumenti per il follow-up di malattia.
Più ambiente sano, più nutrizione sana, più salute si traduce in: più risorse per le migliori cure e più risorse per i cittadini malati, più spazio per l’innovazione. Il concetto di Global Health implica una connessione tra mondi diversi e percorsi rinnovati. La prevenzione gioca un ruolo fondamentale per la sostenibilità del sistema welfare a partire dai vaccini e dalle terapie che curino situazioni predisponenti allo sviluppo di tumori. Il concetto di riduzione del rischio si sta diffondendo grazie alla diffusione di buone pratiche e di dimostrazioni scientifiche a partire dalle dipendenze. Nello stesso tempo terapie innovative targhettizzate impattano sull’efficacia delle cure cambiando il futuro organizzativo dei percorsi assistenziali di molte patologie. Tutto ciò comporta in primis una maggiore domiciliarizzazione di queste terapie innovative ad alta efficacia. Va da sé che i Servizi Sanitari Regionali debbano adattarsi alle necessità ed alle richieste dei cittadini sempre più informati e sempre più consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. Per confrontarsi sulle novità spesso travolgenti che emergono dal progresso medico e tecnologico della ricerca e per omogeneizzare le sliding doors che tentano di connettere le varie dimensioni del Servizio Sanitario Nazionale in un sistema di approccio globale, Motore Sanità vuole riunire  nella Winter School di Pollenzo gli attori di sistema per generare idee e trovare soluzioni pratiche condivise. L'articolo WINTER SCHOOL 2023: AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE – SESSIONE PARALLELA proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2023: AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE Quando si pensa a questi 3 ambiti, mondi o come li si vuol definire, nei cittadini ma anche nei referenti istituzionali questo si traduce subito in immagini semplici ma ahimè parziali: ghiacci che si sciolgono o ghiacciai che scompaiono. Pensiero comune che è necessario cambiare, implementando, facendo crescere competenze e conoscenze. Per questo Motore Sanità intende affrontare il tempo per far comprendere la stretta connessione ed interdipendenza tra questi 3 che non possono essere considerati e pensati come mondi separati.
Ambiente, nutrizione, salute sono un unico grande sistema che vuol dire benessere, psico-fisico, economico, sociale. Il Covid ha insegnato molto, ma non abbastanza.
Un ambiente non sano, una nutrizione non sana generano un impatto enorme sulla salute, una ricaduta in spese mediche enorme, un costo per anni di vita in cattiva salute, una pressione sull’assistenza medica enorme.
Così si portano via risorse a chi davvero deve essere curato, a chi deve avere accesso a cure innovative, a tecnologie di monitoraggio, a screening estesi, a strumenti di diagnosi moderni, di strumenti per il follow-up di malattia.
Più ambiente sano, più nutrizione sana, più salute si traduce in: più risorse per le migliori cure e più risorse per i cittadini malati, più spazio per l’innovazione. Il concetto di Global Health implica una connessione tra mondi diversi e percorsi rinnovati. La prevenzione gioca un ruolo fondamentale per la sostenibilità del sistema welfare a partire dai vaccini e dalle terapie che curino situazioni predisponenti allo sviluppo di tumori. Il concetto di riduzione del rischio si sta diffondendo grazie alla diffusione di buone pratiche e di dimostrazioni scientifiche a partire dalle dipendenze. Nello stesso tempo terapie innovative targhettizzate impattano sull’efficacia delle cure cambiando il futuro organizzativo dei percorsi assistenziali di molte patologie. Tutto ciò comporta in primis una maggiore domiciliarizzazione di queste terapie innovative ad alta efficacia. Va da sé che i Servizi Sanitari Regionali debbano adattarsi alle necessità ed alle richieste dei cittadini sempre più informati e sempre più consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. Per confrontarsi sulle novità spesso travolgenti che emergono dal progresso medico e tecnologico della ricerca e per omogeneizzare le sliding doors che tentano di connettere le varie dimensioni del Servizio Sanitario Nazionale in un sistema di approccio globale, Motore Sanità vuole riunire  nella Winter School di Pollenzo gli attori di sistema per generare idee e trovare soluzioni pratiche condivise. L'articolo WINTER SCHOOL 2023: AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE – SESSIONE PARALLELA proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2023: AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE Quando si pensa a questi 3 ambiti, mondi o come li si vuol definire, nei cittadini ma anche nei referenti istituzionali questo si traduce subito in immagini semplici ma ahimè parziali: ghiacci che si sciolgono o ghiacciai che scompaiono. Pensiero comune che è necessario cambiare, implementando, facendo crescere competenze e conoscenze. Per questo Motore Sanità intende affrontare il tempo per far comprendere la stretta connessione ed interdipendenza tra questi 3 che non possono essere considerati e pensati come mondi separati.
Ambiente, nutrizione, salute sono un unico grande sistema che vuol dire benessere, psico-fisico, economico, sociale. Il Covid ha insegnato molto, ma non abbastanza.
Un ambiente non sano, una nutrizione non sana generano un impatto enorme sulla salute, una ricaduta in spese mediche enorme, un costo per anni di vita in cattiva salute, una pressione sull’assistenza medica enorme.
Così si portano via risorse a chi davvero deve essere curato, a chi deve avere accesso a cure innovative, a tecnologie di monitoraggio, a screening estesi, a strumenti di diagnosi moderni, di strumenti per il follow-up di malattia.
Più ambiente sano, più nutrizione sana, più salute si traduce in: più risorse per le migliori cure e più risorse per i cittadini malati, più spazio per l’innovazione. Il concetto di Global Health implica una connessione tra mondi diversi e percorsi rinnovati. La prevenzione gioca un ruolo fondamentale per la sostenibilità del sistema welfare a partire dai vaccini e dalle terapie che curino situazioni predisponenti allo sviluppo di tumori. Il concetto di riduzione del rischio si sta diffondendo grazie alla diffusione di buone pratiche e di dimostrazioni scientifiche a partire dalle dipendenze. Nello stesso tempo terapie innovative targhettizzate impattano sull’efficacia delle cure cambiando il futuro organizzativo dei percorsi assistenziali di molte patologie. Tutto ciò comporta in primis una maggiore domiciliarizzazione di queste terapie innovative ad alta efficacia. Va da sé che i Servizi Sanitari Regionali debbano adattarsi alle necessità ed alle richieste dei cittadini sempre più informati e sempre più consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. Per confrontarsi sulle novità spesso travolgenti che emergono dal progresso medico e tecnologico della ricerca e per omogeneizzare le sliding doors che tentano di connettere le varie dimensioni del Servizio Sanitario Nazionale in un sistema di approccio globale, Motore Sanità vuole riunire  nella Winter School di Pollenzo gli attori di sistema per generare idee e trovare soluzioni pratiche condivise. L'articolo WINTER SCHOOL 2023: AMBIENTE, NUTRIZIONE, SALUTE – SESSIONE PARALLELA proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – LAZIO/CAMPANIA/SARDEGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più di 224.000 persone: di queste,  circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo infatti  rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN  un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno).   Nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato dalle più recenti Linee Guida internazionali. Un problema  sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori  controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Ma perché questo  accade?  In questa area fortunatamente le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci, hanno  portato evidenze scientifiche robuste e consolidate negli anni sul loro valore preventivo e  curativo sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria.  Viene quindi da chiedersi cosa si possa aggiungere a quanto già oggi è ottenibile attraverso  gli attuali percorsi di cura. Vi sono bisogni insoddisfatti o spazi di efficienza da colmare (accesso, aderenza, efficacia) che possano implementare ulteriormente i benefici raggiunti? Cosa si prospetta in termini di innovazione in questa area terapeutica e quali saranno le  ricadute organizzative? È possibile poter colmare il gap esistente tra il mondo reale e quello preso in esame dai setting degli studi clinici randomizzati e controllati per quanto riguarda il  raggiungimento dei target consigliati?  Quale nuova governance, quali PDTA per consentire un accesso rapido, appropriato ed  equo ai percorsi di cura?  Motore Sanità ritiene opportuno un confronto multiprofessionale tra centri esperti di assoluta eccellenza nelle diverse regioni che possa dare riscontro a questi interrogativi, condividendo idee e suggerendo soluzioni. L'articolo PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – LAZIO/CAMPANIA/SARDEGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più di 224.000 persone: di queste,  circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo infatti  rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN  un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno).   Nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato dalle più recenti Linee Guida internazionali. Un problema  sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori  controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Ma perché questo  accade?  In questa area fortunatamente le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci, hanno  portato evidenze scientifiche robuste e consolidate negli anni sul loro valore preventivo e  curativo sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria.  Viene quindi da chiedersi cosa si possa aggiungere a quanto già oggi è ottenibile attraverso  gli attuali percorsi di cura. Vi sono bisogni insoddisfatti o spazi di efficienza da colmare (accesso, aderenza, efficacia) che possano implementare ulteriormente i benefici raggiunti? Cosa si prospetta in termini di innovazione in questa area terapeutica e quali saranno le  ricadute organizzative? È possibile poter colmare il gap esistente tra il mondo reale e quello preso in esame dai setting degli studi clinici randomizzati e controllati per quanto riguarda il  raggiungimento dei target consigliati?  Quale nuova governance, quali PDTA per consentire un accesso rapido, appropriato ed  equo ai percorsi di cura?  Motore Sanità ritiene opportuno un confronto multiprofessionale tra centri esperti di assoluta eccellenza nelle diverse regioni che possa dare riscontro a questi interrogativi, condividendo idee e suggerendo soluzioni. L'articolo PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – LOMBARDIA proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE: EMILIA-ROMAGNA/TOSCANA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più di 224.000 persone: di queste,  circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo infatti  rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN  un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno).   Nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato dalle più recenti Linee Guida internazionali. Un problema  sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori  controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Ma perché questo  accade?  In questa area fortunatamente le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci, hanno  portato evidenze scientifiche robuste e consolidate negli anni sul loro valore preventivo e  curativo sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria.  Viene quindi da chiedersi cosa si possa aggiungere a quanto già oggi è ottenibile attraverso  gli attuali percorsi di cura. Vi sono bisogni insoddisfatti o spazi di efficienza da colmare (accesso, aderenza, efficacia) che possano implementare ulteriormente i benefici raggiunti? Cosa si prospetta in termini di innovazione in questa area terapeutica e quali saranno le  ricadute organizzative? È possibile poter colmare il gap esistente tra il mondo reale e quello preso in esame dai setting degli studi clinici randomizzati e controllati per quanto riguarda il  raggiungimento dei target consigliati?  Quale nuova governance, quali PDTA per consentire un accesso rapido, appropriato ed  equo ai percorsi di cura?  Motore Sanità ritiene opportuno un confronto multiprofessionale tra centri esperti di assoluta eccellenza nelle diverse regioni che possa dare riscontro a questi interrogativi, condividendo idee e suggerendo soluzioni. L'articolo PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE: EMILIA-ROMAGNA/TOSCANA proviene da Motoresanità.it. Read More
L’ACCESSO REGIONALE ALLE TERAPIE INNOVATIVE: L’ESEMPIO DELLA REGIONE VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  Era il 2016 quando l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) lanciò PRIME (PRIority Medicines scheme), un programma nato con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di farmaci in patologie dove i pazienti presentavano dei bisogni terapeutici insoddisfatti. Tramite PRIME, l’EMA offriva supporto alle aziende per la generazione di dati affidabili su efficacia e sicurezza di un farmaco al fine di velocizzare il processo di valutazione e l’accesso al mercato. Nella stessa direzione si era mossa l’Italia, con l’emanazione di leggi e decreti per facilitare l’accesso ai farmaci con evidente valore terapeutico e che permettevano di far fronte a bisogni insoddisfatti.  Ma nonostante ciò in quegli anni, i tempi di accesso rilevati in Europa dalle diverse fonti ufficiali, mostravano un paese Italia in palese ritardo di approvazione ed accesso riguardo alle terapie innovative.  Così in questi ultimi anni l’ente regolatore Italiano di autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci (AIFA) ha cercato di accelerare le procedure, attraverso diverse attività. In primis ha creato attraverso la sua Commissione tecnica (CTS), un sistema di valutazione dell’innovazione molto stringente e basato su 4 precisi criteri scientifici: Bisogno terapeutico (disponibilità di terapie per la patologia, indica quanto l’introduzione di una nuova terapia possa dare risposta alle esigenze terapeutiche), Valore terapeutico aggiunto (entità del beneficio clinico apportato dal nuovo farmaco rispetto alle alternative se esistenti, su esiti riconosciuti come clinicamente rilevanti e validati per la patologia), Qualità delle prove (valutazione delle evidenze scientifiche disponibili secondo il metodo GRADE). Questa valutazione portava a definire come immediato l’accesso in ogni regione, bypassando i singoli prontuari regionali o territoriali, dando alle regioni il solo onere di stabilire quali centri sarebbero stati abilitati alla prescrizione della terapia innovativa. Ma restava ancora un passaggio indispensabile per poter rendere concretamente realizzabile e realizzato questo processo: l’istituzione di fondi nazionali dedicati che sgravassero le regioni da criticità eventuali di bilancio, rendendo un accesso equo ed uniforme su tutto il territorio Nazionale. L’Articolo 1 (commi 400 e 401) della Legge di Bilancio 2017 (n. 232/2016) ha così istituito due fondi, di 500 milioni di Euro ciascuno, per il concorso al rimborso alle Regioni per l’acquisto dei medicinali innovativi e dei medicinali oncologici innovativi, oggi trasformati in un fondo unico che sarà di anno in anno implementato (100Mln/anno) in base a nuove risorse disponibili. Nonostante questo grande impegno normativo ancora oggi la tempistica di accesso reale alla terapia per il paziente può richiedere da 3 a 6 mesi, a causa di diversi ulteriori passaggi richiesti dalla burocrazia regionale: indicazione dei centri prescrittori e dei clinici prescrittori, riunione e valutazione/indicazioni della commissione regionale, comunicazione sulle procedure di erogazione tra Hub&Spoke, comunicazione agli enti, procedura di acquisto da parte di ente regionale accentrato o farmacia Ospedaliera da parte del centro abilitato. Partendo dall’esempio di una Regione virtuosa in termini di organizzazione assistenziale, come Regione Veneto, Motore sanità intende analizzare i flussi di accesso per raccogliere idee pratiche utili a facilitare le tempistiche di accesso in aree ad alta innovazione come quelle oncologica, ematologica, immunologica,
PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – TRIVENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più di 224.000 persone: di queste,  circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo infatti  rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN  un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno).   Nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato dalle più recenti Linee Guida internazionali. Un problema  sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori  controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Ma perché questo  accade?  In questa area fortunatamente le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci, hanno  portato evidenze scientifiche robuste e consolidate negli anni sul loro valore preventivo e  curativo sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria.  Viene quindi da chiedersi cosa si possa aggiungere a quanto già oggi è ottenibile attraverso  gli attuali percorsi di cura. Vi sono bisogni insoddisfatti o spazi di efficienza da colmare (accesso, aderenza, efficacia) che possano implementare ulteriormente i benefici raggiunti? Cosa si prospetta in termini di innovazione in questa area terapeutica e quali saranno le  ricadute organizzative? È possibile poter colmare il gap esistente tra il mondo reale e quello preso in esame dai setting degli studi clinici randomizzati e controllati per quanto riguarda il  raggiungimento dei target consigliati?  Quale nuova governance, quali PDTA per consentire un accesso rapido, appropriato ed  equo ai percorsi di cura?  Motore Sanità ritiene opportuno un confronto multiprofessionale tra centri esperti di assoluta eccellenza nelle diverse regioni che possa dare riscontro a questi interrogativi, condividendo idee e suggerendo soluzioni. L'articolo PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – TRIVENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
INNOVAZIONE NEI PERCORSI DI CURA IN EMATOLOGIA, L’ESEMPIO DEL MIELOMA MULTIPLO. COME EFFICIENTARE LA FILIERA E VALORIZZARE IL TERRITORIO? TRENTINO-ALTO ADIGE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le patologie ematologiche hanno visto una grande evoluzione in termini di ricerca ed innovazione prodotta. questo continuo cambio di scenario ha portato e porterà i modelli assitenziali ematologici  ad una necessaria continua revisione organizzativa. un esempio paradigmatico è quello delle patologie oncoematologiche ed in particolare del mieloma multiplo.  Il mieloma multiplo è una malattia oncoematologica tra le più comuni che colpisce le plasmacellule del midollo osseo, come linfociti B e plasmacellule sintetizzanti le immunoglobuline, molto importanti per il sistema immunitario e le sue risposte fisiologiche per combattere le infezioni. Se la crescita di queste cellule diventa incontrollata può dare origine al tumore, ostacolando le altre cellule ematiche e dando origine ad un indebolimento del sistema immunitario, ad anemia o a difetti coagulativi. Inoltre le cellule di mieloma producono in grande quantità una proteina detta Componente M (monoclonale), anticorpo che stimola gli osteoclasti, responsabili della demolizione del tessuto osseo e di conseguenza i pazienti colpiti da mieloma sono spesso soggetti anche a fratture ossee. Nel report AIOM 2020 si può leggere un dato di incidenza della malattia di 5.759 nuovi casi/anno (uomo 3.019 – donna 2740) e dai dati AIRTUM sappiamo che essa rappresenta 1,3% di tutti i tumori nella donna e 1,2% nell’uomo. L’età è il principale fattore di rischio per il mieloma multiplo: oltre 60% delle diagnosi di mieloma riguardano persone di età > 65 anni e solo 1% delle persone al di sotto dei 40 anni. Le cause del mieloma multiplo non sono ancora del tutto note, anche se recenti studi hanno evidenziato la presenza di anomalie nella struttura dei cromosomi e in alcuni specifici geni nei pazienti affetti dalla patologia. Dopo la diagnosi è indispensabile definire lo stadio del mieloma, in base al quale si ottengono anche indicazioni sulla prognosi della malattia e sulle scelte terapeutiche. L’innovazione in questi ultimi anni ha prodotto una notevole quantità di opzioni terapeutiche per questi pazienti ed ha segnato per molti di loro una sopravvivenza libera da progressione, con una aspettativa di vita diversa. Ma l’organizzazione è pronta ad accogliere questo cambio di scenario continuo verso la cronicizzazione di malattia? Cosa manca al sistema per essere più efficiente? Cosa ha insegnato l’attuale pandemia nella gestione della filiera assistenziale e nella presa in carico e nella prossimità delle cure per questi pazienti? Come gli sforzi dell’industria possono generare partnership con le istituzioni e concreare valore per il sistema? L'articolo INNOVAZIONE NEI PERCORSI DI CURA IN EMATOLOGIA, L’ESEMPIO DEL MIELOMA MULTIPLO. COME EFFICIENTARE LA FILIERA E VALORIZZARE IL TERRITORIO? TRENTINO-ALTO ADIGE proviene da Motoresanità.it. Read More
LIFT LAB ANNUAL EVENT – The next dimension of therapies: are we ready for digital therapeutics?
Archivi Eventi - Motoresanità.it LINK DI ISCRIZIONE:  ⇒ ISCRIVITI IN PRESENZA ⇐   ⇒ ISCRIVITI SU ZOOM ⇐   RAZIONALE:  “Le terapie digitali (digital therapeutics, o DTx) sono dei veri e propri interventi curativi guidati da programmi software avanzati. Questo le rende qualcosa di più che semplici app o sistemi di monitoraggio. L’accesso a queste terapie è però complesso e non privo di ostacoli, come avviene anche per molte altre applicazioni tecnologiche digitali dedicate alla salute umana. L’intero sistema si sta oggi interrogando su come guidare la diffusione di queste terapie, superando barriere di conoscenza, di mercato, di regolazione, di policy, di finanziamento e di management. Il LIFT Lab si pone come attore in grado in interpretare le istanze del business e degli adopter al fine di favorire la conoscenza e la diffusione delle innovazioni digitali applicate all’ambito life science, e nel suo annual event 2022 parlerà di DTx insieme ad esponenti del mondo scientifico e manageriale della sanità italiana”. L'articolo LIFT LAB ANNUAL EVENT – The next dimension of therapies: are we ready for digital therapeutics? proviene da Motoresanità.it. Read More
PERSONE CON EPILESSIA – PRESA IN CARICO ASSISTENZIALE – NAZIONALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’Epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale dovuta ad una ipereccitabilità dei neuroni corticali per cause diverse tra loro (strutturali, genetiche, metaboliche, infettive, disimmuni o sconosciute) che si manifesta clinicamente attraverso le crisi, caratterizzate da  segni e sintomi anch’essi con diversa espressione fenotipica. Le crisi possono infatti avere un esordio focale o generalizzato, con sintomi motori o non motori e associarsi o no a perdita della consapevolezza e/o della coscienza. La terapia delle Epilessie si basa sull’assunzione di farmaci anti-crisi, che però non sempre consentono un controllo soddisfacente delle crisi, tenuto conto che a tutt’oggi circa un terzo delle Persone con Epilessia risulta essere farmacoresistente. In questi casi, quando possibile, si può ricorrere ad un intervento chirurgico mirato  oppure a terapie palliative.  Inoltre il peso complessivo dell’Epilessia è gravato dallo stigma che la patologia tuttora comporta, sia a livello individuale che sociale, con importanti limitazioni per quanto riguardo l’autonomia personale, in ambito scolastico e lavorativo, nell’attività sportiva, etc… Dall’analisi delle diverse situazioni regionali emergono le seguenti priorità: Il Sistema Sanitario, per riuscire a garantire un’effettiva presa in carico della Persona con Epilessia (PcE) per tutta la vita, deve creare o potenziare (se già esistenti) delle Strutture assistenziali regionali connesse in rete e coordinate a livello nazionale.
É necessario definire ed implementare in tutte le Regioni un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) che assicuri alle PcE l’accesso rapido alle strutture dedicate sia in situazioni emergenziali che durante tutto il decorso della malattia, strutture che dispongano di risorse  sia umane che strumentali qualificate e che permettano una presa in carico multidisciplinare.
l’accesso a tutti i farmaci anti-crisi ed al loro dosaggio deve essere agevole ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, con inserimento di un epilettologo nelle Commissioni regionali apposite, in modo da evitare che i nuovi farmaci subiscano limitazioni di utilizzo e possano invece essere prescritti grazie a una maggiore consapevolezza del bisogno clinico, alla corretta definizione del paziente target e della conseguente place in therapy.
É altresì necessario l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per includere, ad esempio, l’esenzione ticket anche per la Risonanza Magnetica, fondamentale per la diagnosi di Epilessia, ed è anche necessario ampliare la diagnostica in campo genetico andando oltre i test assicurati per le Malattie Rare.
Importante è inoltre favorire l’accesso alla chirurgia dell’Epilessia per le PcE che possano trarre vantaggio da questa metodologia, potenziando le risorse delle strutture già esistenti e creandone altre per garantire una migliore distribuzione dei Centri sul territorio nazionale.
É mandatorio assicurare alle PcE un supporto sociale in quanto una delle maggiori discriminazioni si verifica in campo lavorativo, soprattutto per la scarsa attuazione delle norme contenute nella legge vigente riguardante l’inserimento occupazionale dei disabili (Legge n. 68 del 13/3/1999) legge in realtà fortemente innovativa. 
Essendo lo stigma (sia sociale che individuale) uno dei principali fattori impattanti sulle PcE occorre che Stato e Regioni mettano in atto tutte le azioni  possibili per migliorare la conoscenza dell’Epilessia tra la popolazione generale, gli insegnanti delle scuole di ogni
L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI. SCOMPENSO CARDIACO: Focus on SGLT2 – PUGLIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni in Europa2-3,8, con una prevalenza nota dell’1-2% ma oltre il 10% in quelli di età superiore ai 70 anni ed una incidenza pari a 5/1000 all’anno considerando solo popolazione adulta4. E’ una patologia cronica con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi9. Lo scompenso cardiaco in Italia è la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico11 molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La principale categoria di scompenso cardiaco è quella che valutando la frazione di eiezione (% di sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae) indica una frazione di eiezione preservata (HFpEF).  Affligge il 50% dei pazienti e si verifica quando il ventricolo sinistro non riesce a contrarsi in maniera adeguata e quindi pompa meno sangue ossigenato. Lo scompenso cardiaco è comunque spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri. Per questi motivi si sono studiati gli effetti della classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i), già indicati sia come monoterapia sia in terapia di combinazione in pazienti con diabete di tipo 2 e che hanno dimostrato attraverso numerosi studi RCT di garantire benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione arteriosa e dei ricoveri per scompenso(-35%), il rallentamento del declino della funzionalità renale(-39%), la mortalità per tutte le cause (-32%). Sulla base di queste evidenze sono stati impostati numerosi nuovi studi con lo specifico obiettivo di valutarne l’impatto in ambito cardiovascolare indipendentemente dal diabete. In particolare i dati preliminari indicavano come l’effetto degli SGLT2i inibitori si osservasse già nei primi 3 mesi di trattamento, suggerendo un meccanismo non esclusivamente collegato alla riduzione della glicemia. Così si è aperta la strada ad una nuova indicazione che rappresenta una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico sintomatico con frazione di eiezione preservata. Numerose evidenze supportano infatti l’indicazione che questa relativamente nuova classe di farmaci si confermi anche nello scompenso, in grado di migliorare i sintomi, ridurre i ricoveri ospedalieri ma soprattutto la mortalità sia cardiovascolare che totale.  Tali dati quindi di massima rilevanza per la comunità scientifica dovrebbe offrire una nuova opportunità a tutti coloro che si occupano di curare lo scompenso ed ancor prima ai pazienti: salvando vite e aiutando le persone a trascorrere meno tempo in ospedale e più tempo con le proprie famiglie. Sulla base di queste evidenze Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto nelle diverse regioni italiane per favorire una condivisione di idee sulla revisione del disease management per questa importante cronicità, che interessa una ampia
LO STATO DELL’IPB IN ITALIA E LE TERAPIE INNOVATIVE DISPONIBILI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’iperplasia prostatica benigna (IPB) è una patologia che diventa sempre più comune con l’avanzare dell’età, sino a diventarne uno dei problemi di salute, e quindi sociali, più frequenti nel genere maschile. Il 43% degli ultrasettantenni e 3/4 di quelli con più di 80 anni lamenta disturbi soggettivi riconducibili ad IPB. I disturbi causati da questa sono collegati a diversi aspetti relativi alla conservazione del flusso (minzione e post-minzione) e generano incontinenza, nicturia e compromissione sessuale con un impatto negativo non solo sulla qualità della vita, ma anche sugli aspetti psicologici e sociali. A questo si aggiungano complicanze cliniche come l’ipertrofia della parete muscolare della vescica, diverticoli e calcoli vescicali, problemi renali ed infezioni urinarie frequenti particolarmente pericolose data l’età avanzata della maggior parte dei pazienti. Inoltre rappresenta un problema assistenziale importante sia per la numerosità (dati recenti indicano una prevalenza del 31,6% negli over 45) che per le ricadute economiche notevoli in termini di diagnostica e di terapie farmacologico-chirurgiche. Se per i pazienti con sintomi lievi e medi è indicata la terapia farmacologica, per i pazienti con sintomatologia grave e/o non più rispondente ai farmaci è mandataria la terapia chirurgica. Le procedure open sono state oramai quasi completamente abbandonate a favore delle procedure per via endoscopica.  Recentemente alla TURP ed alle  procedure con laser (HoLEP , PVP e Green Light Laser) si è aggiunta la tecnica REZUM, che sfrutta il vapore acqueo per ottenere la riduzione del tessuto prostatico. Le tecniche mini invasive sono particolarmente importanti soprattutto in periodo pandemico perché permettono di effettuare un maggior numero di interventi con degenza breve e minor costi. Per ciò che concerne la tecnica REZUM, questa può essere eseguita in regime di Day Hospital, necessitando di una leggera sedazione, e si realizza con una durata 10-12 minuti evitando il ricovero in ospedale.  I risultati di questo trattamento si rendono evidenti già nei primi 30 giorni e si stabilizzano nei successivi 3 mesi, con dati da studi retrospettivi che evidenziano come solo circa il 5% dei pazienti necessiti di ritrattamento a 4 anni. Anche i dati di sicurezza sono molto positivi  con oltre l’80 % dei pazienti che ha preservato perfettamente la funzione eiaculatoria. Ma nonostante l’avanzamento tecnologico di queste procedure, gli evidenti benefici ottenuti non vengono valorizzati e remunerati, a causa di un calcolo che considera solo i costi diretti e non quelli ad es° riguardanti la mancata ospedalizzazione, la quasi assenza di trasfusioni ematiche e un ritorno precoce alla normale attività lavorativa. Nel mese di Settembre Motore Sanità ha organizzato un incontro residenziale a Roma per trattare di tali tematiche con un parterre di opinion leader clinici, referenti di società scientifiche, referenti di associazioni pazienti e economisti sanitari. I relatori hanno dato vita ad un documento, una sorta di position paper contenente una serie di call to action da esporre ai Direttori Generali di ospedali e enti territoriali di sanità per avere un riscontro ed eventuali integrazioni al documento. A tale proposito Motore Sanità organizza un
L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA PENSIERO N° 1: EVITARE IL SOTTOFINANZIAMENTO DEL SSN.  LA NUOVA LEGGE DI BILANCIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Il 24 Ottobre scorso sono state approvate nel documento della Conferenza delle Regioni le “Proposte strategiche per i prossimi provvedimenti legislativi della nuova legislatura e sulla legge di bilancio dello Stato 2023-2025”. Un documento che si suddivide in diverse tematiche, tra cui anche quelle inerenti il settore Salute. Tra i temi prioritari mossi, i nuovi oneri per la sanità territoriale in attuazione del regolamento del PNRR M6-C1, per i quali è necessario definire esigenze organizzative, economico-finanziarie e di personale. La carenza di personale sanitario rappresenta un’altra delle principali criticità riscontrate, tema strategico per la tenuta del SSN e che sta assumendo i connotati di un’emergenza nazionale. E ancora, affiora la necessità di un confronto sulle prospettive e sullo sviluppo dei settori farmaceutico e dei dispositivi medici del nostro Paese. Tra le proposte strategiche, gli indennizzi dovuti alle persone danneggiate da trasfusioni o vaccinazioni ed il contrasto alla pandemia da Covid-19. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, proprio in riferimento a quest’ultimo aspetto, ha di recente affermato – intervenendo all’Assemblea dell’Anci a Bergamo: “con la pandemia abbiamo compreso che serve una sanità più attenta ai territori, servizi di cura più vicini alla persona, assistenza più aderente ai bisogni delle famiglie, soprattutto delle più svantaggiate e in difficoltà”. Ma quali sono gli obiettivi e i principali interventi della Legge di Bilancio? Le risorse sono sufficienti a finanziare il Servizio Sanitario Nazionale per il 2023 ed i prossimi anni e a fornire una risposta adeguata all’emergenza sanitaria? Il Fondo Sanitario Nazionale crescerà di ulteriori 2 miliardi nel 2023, e complessivamente di  7,6 miliardi nel triennio 2023-2025. Per il 2023, una buona parte dell’incremento di 2 miliardi – pari a 1,4 miliardi – verrà destinato per il caro energia. Inoltre, aumenta di 650 milioni il fondo per l’acquisto di vaccini e farmaci anti Covid. L’indennità di Pronto soccorso è stata finanziata per 200 milioni, ma scatterà a partire dal 2024. Questi finanziamenti arrivano su un SSN già duramente messo alla prova dal sottofinanziamento degli anni precedenti, dalle spese causate dal Covid-19, dai costi energetici e dall’inflazione. Il documento delle regioni ricorda che, per il solo anno 2021, i maggiori oneri dovuti dalla pandemia sono pari a 4,6 miliardi, che hanno trovato copertura parziale – 1,6 miliardi – nei provvedimenti emergenziali fatti dal Governo. È evidente che, per il 2023, l’incremento del fondo indica un ridimensionamento della previsione della spesa sanitaria. Inoltre, viene riconfermato il tetto di spesa per il personale che rischia di creare una situazione di carenza di servizi e ingovernabilità del Servizio Sanitario Nazionale. Intanto, sono iniziati i lavori per realizzare le opere previste dal PNRR, ospedali di comunità e case della salute per il cui funzionamento saranno necessari nuovi operatori sanitari. In rapporto agli altri Paesi, l’Italia solo grazie alla diminuzione del PIL nel 2020 ha sfiorato la media europea, restando comunque distante quanto a investimento pubblico rispetto alle grandi economie europee (Regno Unito, Germania e Francia), che mostrano un valore Pro Capite simile tra loro
PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – TRIVENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più di 224.000 persone: di queste,  circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo infatti  rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN  un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno).   Nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato dalle più recenti Linee Guida internazionali. Un problema  sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori  controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Ma perché questo  accade?  In questa area fortunatamente le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci, hanno  portato evidenze scientifiche robuste e consolidate negli anni sul loro valore preventivo e  curativo sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria.  Viene quindi da chiedersi cosa si possa aggiungere a quanto già oggi è ottenibile attraverso  gli attuali percorsi di cura. Vi sono bisogni insoddisfatti o spazi di efficienza da colmare (accesso, aderenza, efficacia) che possano implementare ulteriormente i benefici raggiunti? Cosa si prospetta in termini di innovazione in questa area terapeutica e quali saranno le  ricadute organizzative? È possibile poter colmare il gap esistente tra il mondo reale e quello preso in esame dai setting degli studi clinici randomizzati e controllati per quanto riguarda il  raggiungimento dei target consigliati?  Quale nuova governance, quali PDTA per consentire un accesso rapido, appropriato ed  equo ai percorsi di cura?  Motore Sanità ritiene opportuno un confronto multiprofessionale tra centri esperti di assoluta eccellenza nelle diverse regioni che possa dare riscontro a questi interrogativi, condividendo idee e suggerendo soluzioni. L'articolo PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – TRIVENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
SCOMPENSO CARDIACO – L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI – CAMPANIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni in Europa,, con una prevalenza nota dell’1-2% ma oltre il 10% in quelli di età superiore ai 70 anni ed una incidenza pari a 5/1000 all’anno considerando solo popolazione adulta. E’ una patologia cronica con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi. Lo scompenso cardiaco in Italia è la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La principale categoria di scompenso cardiaco è quella che valutando la frazione di eiezione (% di sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae) indica una frazione di eiezione preservata (HFpEF).  Affligge il 50% dei pazienti e si verifica quando il ventricolo sinistro non riesce a contrarsi in maniera adeguata e quindi pompa meno sangue ossigenato. Lo scompenso cardiaco è comunque spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri. Per questi motivi si sono studiati gli effetti della classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i), già indicati sia come monoterapia sia in terapia di combinazione in pazienti con diabete di tipo 2 e che hanno dimostrato attraverso numerosi studi RCT di garantire benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione arteriosa e dei ricoveri per scompenso(-35%), il rallentamento del declino della funzionalità renale(-39%), la mortalità per tutte le cause (-32%). Sulla base di queste evidenze sono stati impostati numerosi nuovi studi con lo specifico obiettivo di valutarne l’impatto in ambito cardiovascolare indipendentemente dal diabete. In particolare i dati preliminari indicavano come l’effetto degli SGLT2i inibitori si osservasse già nei primi 3 mesi di trattamento, suggerendo un meccanismo non esclusivamente collegato alla riduzione della glicemia. Così si è aperta la strada ad una nuova indicazione che rappresenta una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico sintomatico. Numerose evidenze supportano infatti l’indicazione che questa relativamente nuova classe di farmaci si confermi anche nello scompenso, in grado di migliorare i sintomi, ridurre i ricoveri ospedalieri ma soprattutto la mortalità sia cardiovascolare che totale.  Tali dati quindi di massima rilevanza per la comunità scientifica dovrebbero offrire una nuova opportunità a tutti coloro che si occupano di curare lo scompenso ed ancor prima ai pazienti: salvando vite e aiutando le persone a trascorrere meno tempo in ospedale e più tempo con le proprie famiglie. Sulla base di queste evidenze Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto nelle diverse regioni italiane per favorire una condivisione di idee sulla revisione del disease management per questa importante cronicità, che interessa una ampia fetta di cittadini. L'articolo PNRR,
ONCOnnection STATI GENERALI CENTRO: TOSCANA, LAZIO, UMBRIA e ABRUZZO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 2021 Motore Sanità ha svolto un percorso ambizioso generatore di idee per l’oncologia, i malati di cancro e le loro famiglie: ONCOnnection, le reti oncologiche al servizio dei pazienti. L’ambizione stava nel dare voce a tutti, tutte le anime di questo complesso mondo: cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, tecnici della programmazione regionale e nazionale, politici, giornalisti, economisti sanitari e industria. Da febbraio a ottobre abbiamo prodotto ben 7 eventi, 7 tavoli aperti su altrettanti temi di oncologia con un comune denominatore: senza gioco di squadra il cancro non si vince. Il percorso si è concluso, meglio si è riaperto in un volume del magazine Mondosanità dedicato. I temi principali  emersi sono: Sul Territorio è necessario fare prevenzione. La prevenzione è un pilastro per la Salute di tutti noi ed è  solo grazie alla prevenzione che molte patologie sono precocemente diagnosticabili e curabili;
Dobbiamo informare e comunicare sui corretti stili di vita;
Oggi prevenire alcune patologie è più semplice perché disponiamo di strumenti tecnologici di più facile utilizzo e alla portata di tutti, ma la pandemia ha interrotto i programmi di screening ed è quindi necessario recuperare il tempo ed i cittadini/pazienti perduti;
L’Oncologia è un settore ad altissima innovazione diagnostica e terapeutica, spesso dirompente, che necessita di un sistema di programmazione delle risorse completamente nuovo che vada di pari passo con i cambiamenti imposti dall’innovazione stessa;
Compito di ogni servizio sanitario regionale è cercare di costruire sistemi di governance in grado di garantire l’accesso all’innovazione riconosciuta dagli enti regolatori Nazionali delineando linee di intervento chiare dal punto di vista organizzativo (da qui la struttura delle reti oncologiche e/o al loro interno di reti più specifiche ad esempio breast) ed amministrativo per la allocazione e rendicontazione dei flussi di spesa;
In attesa di superare il sistema di finanziamento attuale strutturato per silos di spesa, recentemente vi è stata una revisione del fondo farmaci innovativi, con una implementazione importante. Le diverse soluzioni attuate sono le basi per un confronto e per “copiare“ le buone pratiche. Ogni regione infatti ha cercato di organizzare la rendicontazione amministrativa di questo capitolo di spesa, facilitando la gestione che è a tutti gli effetti a prevalenza nazionale,  piuttosto che regionale o addirittura aziendale;
Oncologia ed Oncoematologia rappresentano aree in cui la medicina personalizzata, la cosiddetta target therapy ha raggiunto l’apice applicativo. Dall’ immunoncologia ai primi farmaci agnostici recentemente introdotti, alle numerose terapie target efficaci nelle molteplici  mutazioni  tumorali, la  ricerca  sta  portando  alla  luce  una  quantità  di  conoscenze  tali  per  cui  è chiaro che la profilazione genomica sarà  elemento cardine in continua evoluzione, su cui si svilupperà la medicina del futuro. Ma nonostante la consapevolezza di tutto ciò, il trasferimento nel real world di queste conoscenze e degli strumenti tecnici ed organizzativi adeguati per gestirle,  rallentato da difficoltà burocratiche;
Permangono a livello istituzionale, nazionale e regionale, elementi di incertezza sul budget dedicato ai TEST da eseguire che sono necessari per impostare terapie e percorsi di cura appropriati. Le tempistiche di approvazione
LA SALUTE NEL MEDITERRANEO
Archivi Eventi - Motoresanità.it FOCUS TELEMEDICINA E TELEASSISTENZA Tra gli importanti strumenti che impattano sull’evolversi della Sanità non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale, la Telemedicina e, più in generale il Digital Health e la Trasformazione Digitale, richiedono una sessione dei lavori più che dedicata che evidenzi quanto di comune c’è nell’interesse di Paesi così simili per cultura e tradizioni. Proprio perché le barriere ad una Trasformazione Digitale nell’assistenza sanitaria sono spesso decisamente non tecnologiche, il cambiamento culturale è il principale ostacolo alla trasformazione digitale del settore sanitario: “la tecnologia senza avere la cultura di come usarla serve a ben poco”. In una Regione, la Sicilia, che è al contempo nel cuore del Mediterraneo e separata da uno stretto “culturale” dal resto d’Italia, si è scelto di parlare di Tecnologie e di mettere in comune le best practice “intermediterranee” di Telemedicina in tutte le sue pratiche. Solo nel confronto potremo andare oltre i falsi paradigmi culturali e burocratici per calcolare i reali costi e benefici dell’applicazione delle Buone Pratiche di Telemedicina. Pensiamo anche solo alla “messa in comune” di dati raccolti in maniera omogenea e trasversale nei diversi Paesi per individuare, e confrontare, la reale presenza di Malattie Rare nel bacino del Mediterraneo; o ancora gli standard di approccio alla Televisita, al Teleconsulto … per individuare il metodo più “empatico” per raggiungere, e “convincere” sia medici sia i pazienti. Gli sviluppi di queste tematiche saranno probabilmente infiniti, ma dobbiamo partire dai dati che ciascun Paese del Mediterraneo ha e può portare per dare voce ai numeri, meglio ai risultati prodotti. L'articolo PNRR, IPERCOLESTEROLEMIA, RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI, INNOVAZIONE E NUOVE NECESSITÀ ORGANIZZATIVE – TRIVENETO proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCOnnection STATI GENERALI CENTRO: TOSCANA, LAZIO, UMBRIA e ABRUZZO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 2021 Motore Sanità ha svolto un percorso ambizioso generatore di idee per l’oncologia, i malati di cancro e le loro famiglie: ONCOnnection, le reti oncologiche al servizio dei pazienti. L’ambizione stava nel dare voce a tutti, tutte le anime di questo complesso mondo: cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, tecnici della programmazione regionale e nazionale, politici, giornalisti, economisti sanitari e industria. Da febbraio a ottobre abbiamo prodotto ben 7 eventi, 7 tavoli aperti su altrettanti temi di oncologia con un comune denominatore: senza gioco di squadra il cancro non si vince. Il percorso si è concluso, meglio si è riaperto in un volume del magazine Mondosanità dedicato. I temi principali  emersi sono: Sul Territorio è necessario fare prevenzione. La prevenzione è un pilastro per la Salute di tutti noi ed è  solo grazie alla prevenzione che molte patologie sono precocemente diagnosticabili e curabili;
Dobbiamo informare e comunicare sui corretti stili di vita;
Oggi prevenire alcune patologie è più semplice perché disponiamo di strumenti tecnologici di più facile utilizzo e alla portata di tutti, ma la pandemia ha interrotto i programmi di screening ed è quindi necessario recuperare il tempo ed i cittadini/pazienti perduti;
L’Oncologia è un settore ad altissima innovazione diagnostica e terapeutica, spesso dirompente, che necessita di un sistema di programmazione delle risorse completamente nuovo che vada di pari passo con i cambiamenti imposti dall’innovazione stessa;
Compito di ogni servizio sanitario regionale è cercare di costruire sistemi di governance in grado di garantire l’accesso all’innovazione riconosciuta dagli enti regolatori Nazionali delineando linee di intervento chiare dal punto di vista organizzativo (da qui la struttura delle reti oncologiche e/o al loro interno di reti più specifiche ad esempio breast) ed amministrativo per la allocazione e rendicontazione dei flussi di spesa;
In attesa di superare il sistema di finanziamento attuale strutturato per silos di spesa, recentemente vi è stata una revisione del fondo farmaci innovativi, con una implementazione importante. Le diverse soluzioni attuate sono le basi per un confronto e per “copiare“ le buone pratiche. Ogni regione infatti ha cercato di organizzare la rendicontazione amministrativa di questo capitolo di spesa, facilitando la gestione che è a tutti gli effetti a prevalenza nazionale,  piuttosto che regionale o addirittura aziendale;
Oncologia ed Oncoematologia rappresentano aree in cui la medicina personalizzata, la cosiddetta target therapy ha raggiunto l’apice applicativo. Dall’ immunoncologia ai primi farmaci agnostici recentemente introdotti, alle numerose terapie target efficaci nelle molteplici  mutazioni  tumorali, la  ricerca  sta  portando  alla  luce  una  quantità  di  conoscenze  tali  per  cui  è chiaro che la profilazione genomica sarà  elemento cardine in continua evoluzione, su cui si svilupperà la medicina del futuro. Ma nonostante la consapevolezza di tutto ciò, il trasferimento nel real world di queste conoscenze e degli strumenti tecnici ed organizzativi adeguati per gestirle,  rallentato da difficoltà burocratiche;
Permangono a livello istituzionale, nazionale e regionale, elementi di incertezza sul budget dedicato ai TEST da eseguire che sono necessari per impostare terapie e percorsi di cura appropriati. Le tempistiche di approvazione
PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave.  Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmoplantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è quindi un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5.  Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12)  che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti. L'articolo SCOMPENSO CARDIACO
LA VACCINAZIONE DEL PAZIENTE ADULTO FRAGILE IN OSPEDALE. CHI, COME E DOVE MIGLIORARE L’EROGAZIONE DEI VACCINI
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ Programma RAZIONALE SCIENTIFICO Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive, spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Esempi di intervento preventivo sono il vaccino anti-Herpes Zoster e il vaccino anti-pneumococco per i pazienti anziani e fragili. Per questo, oltre alla fascia d’età dei soggetti di 65 anni queste due vaccinazioni sono offerte gratuitamente ai soggetti con diabete mellito, patologia cardiovascolare, BPCO, asma e quelli destinati a terapia immunosoppressiva e con immunodepressione. Ma nonostante queste indicazioni e anche se queste vaccinazioni sono state introdotte nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano ampiamente insoddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati.  Su questa scia la Regione Campania sta tentando di addivenire ad un modello virtuoso, utilizzando i centri ospedalieri come punto di riferimento per le vaccinazioni. L'articolo SCOMPENSO CARDIACO – L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI – CAMPANIA proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCOnnection – STATI GENERALI – SUD: CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 2021 Motore Sanità ha svolto un percorso ambizioso generatore di idee per l’oncologia, i malati di cancro e le loro famiglie: ONCOnnection, le reti oncologiche al servizio dei pazienti. L’ambizione stava nel dare voce a tutti, tutte le anime di questo complesso mondo: cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, tecnici della programmazione regionale e nazionale, politici, giornalisti, economisti sanitari e industria. Da febbraio a ottobre abbiamo prodotto ben 7 eventi, 7 tavoli aperti su altrettanti temi di oncologia con un comune denominatore: senza gioco di squadra il cancro non si vince. Il percorso si è concluso, meglio si è riaperto in un volume del magazine Mondosanità dedicato. I temi principali  emersi sono: Sul Territorio è necessario fare prevenzione. La prevenzione è un pilastro per la Salute di tutti noi ed è  solo grazie alla prevenzione che molte patologie sono precocemente diagnosticabili e curabili;
Dobbiamo informare e comunicare sui corretti stili di vita;
Oggi prevenire alcune patologie è più semplice perché disponiamo di strumenti tecnologici di più facile utilizzo e alla portata di tutti, ma la pandemia ha interrotto i programmi di screening ed è quindi necessario recuperare il tempo ed i cittadini/pazienti perduti;
L’Oncologia è un settore ad altissima innovazione diagnostica e terapeutica, spesso dirompente, che necessita di un sistema di programmazione delle risorse completamente nuovo che vada di pari passo con i cambiamenti imposti dall’innovazione stessa;
Compito di ogni servizio sanitario regionale è cercare di costruire sistemi di governance in grado di garantire l’accesso all’innovazione riconosciuta dagli enti regolatori Nazionali delineando linee di intervento chiare dal punto di vista organizzativo (da qui la struttura delle reti oncologiche e/o al loro interno di reti più specifiche ad esempio breast) ed amministrativo per la allocazione e rendicontazione dei flussi di spesa;
In attesa di superare il sistema di finanziamento attuale strutturato per silos di spesa, recentemente vi è stata una revisione del fondo farmaci innovativi, con una implementazione importante. Le diverse soluzioni attuate sono le basi per un confronto e per “copiare“ le buone pratiche. Ogni regione infatti ha cercato di organizzare la rendicontazione amministrativa di questo capitolo di spesa, facilitando la gestione che è a tutti gli effetti a prevalenza nazionale,  piuttosto che regionale o addirittura aziendale;
Oncologia ed Oncoematologia rappresentano aree in cui la medicina personalizzata, la cosiddetta target therapy ha raggiunto l’apice applicativo. Dall’ immunoncologia ai primi farmaci agnostici recentemente introdotti, alle numerose terapie target efficaci nelle molteplici  mutazioni  tumorali, la  ricerca  sta  portando  alla  luce  una  quantità  di  conoscenze  tali  per  cui  è chiaro che la profilazione genomica sarà  elemento cardine in continua evoluzione, su cui si svilupperà la medicina del futuro. Ma nonostante la consapevolezza di tutto ciò, il trasferimento nel real world di queste conoscenze e degli strumenti tecnici ed organizzativi adeguati per gestirle,  rallentato da difficoltà burocratiche;
Permangono a livello istituzionale, nazionale e regionale, elementi di incertezza sul budget dedicato ai TEST da eseguire che sono necessari per impostare terapie e percorsi di cura appropriati. Le tempistiche di approvazione da
TALK WEBINAR – DIAMO VOCE ALLE MALATTIE REUMATOLOGICHE IN LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Proponiamo un momento di scambio e dialogo insieme a stakeholder regionali per continuare, insieme, a dare voce alle malattie reumatologiche. Per la Reumatologia, Regione Lombardia rappresenta un’eccellenza a livello nazionale in termini di centri di riferimento. Le Associazioni di Pazienti, i Clinici e la Medicina territoriale necessitano di una riorganizzazione dei percorsi assistenziali a tutela di chi affronta una diagnosi di malattia reumatologica attraverso l’istituzione di una rete. Ciò al fine di promuovere al meglio – e nell’ottica di un accesso più equo ed uniforme alle cure – diagnosi precoci, prese in carico efficaci ed innovative mirate e migliori follow-up, prevenendo così i danni causati dall’evolversi delle malattie reumatologiche autoimmuni prima che esse portino il paziente a situazioni di invalidità. Per discutere di tutto ciò desideriamo riunire i principali attori del sistema sul piano regionale per questo momento di scambio e aggiornamento, con l’obiettivo di esplorare anche ulteriori aspetti che giocano un ruolo chiave nella tutela della qualità di vita delle persone che soffrono di malattie reumatologiche, quali la chirurgia, la riabilitazione, il supporto psicologico, le raccomandazioni mirate per pazienti reumatologici fragili relative a tutto ciò che riguarda la pandemia da COVID-19.   TOPICS per la tavola rotonda Il punto sulla riforma sanitaria lombarda: Case di Comunità e Rete Reumatologica
Il punto sulle malattie reumatologiche oggi: presa in carico, prognosi, risorse, raccomandazioni COVID 
Il punto su chirurgia e riabilitazione: progetti e prospettive   L'articolo SCOMPENSO CARDIACO – L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI – CAMPANIA proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCOnnection – STATI GENERALI – SUD: CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 2021 Motore Sanità ha svolto un percorso ambizioso generatore di idee per l’oncologia, i malati di cancro e le loro famiglie: ONCOnnection, le reti oncologiche al servizio dei pazienti. L’ambizione stava nel dare voce a tutti, tutte le anime di questo complesso mondo: cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, tecnici della programmazione regionale e nazionale, politici, giornalisti, economisti sanitari e industria. Da febbraio a ottobre abbiamo prodotto ben 7 eventi, 7 tavoli aperti su altrettanti temi di oncologia con un comune denominatore: senza gioco di squadra il cancro non si vince. Il percorso si è concluso, meglio si è riaperto in un volume del magazine Mondosanità dedicato. I temi principali  emersi sono: Sul Territorio è necessario fare prevenzione. La prevenzione è un pilastro per la Salute di tutti noi ed è  solo grazie alla prevenzione che molte patologie sono precocemente diagnosticabili e curabili;
Dobbiamo informare e comunicare sui corretti stili di vita;
Oggi prevenire alcune patologie è più semplice perché disponiamo di strumenti tecnologici di più facile utilizzo e alla portata di tutti, ma la pandemia ha interrotto i programmi di screening ed è quindi necessario recuperare il tempo ed i cittadini/pazienti perduti;
L’Oncologia è un settore ad altissima innovazione diagnostica e terapeutica, spesso dirompente, che necessita di un sistema di programmazione delle risorse completamente nuovo che vada di pari passo con i cambiamenti imposti dall’innovazione stessa;
Compito di ogni servizio sanitario regionale è cercare di costruire sistemi di governance in grado di garantire l’accesso all’innovazione riconosciuta dagli enti regolatori Nazionali delineando linee di intervento chiare dal punto di vista organizzativo (da qui la struttura delle reti oncologiche e/o al loro interno di reti più specifiche ad esempio breast) ed amministrativo per la allocazione e rendicontazione dei flussi di spesa;
In attesa di superare il sistema di finanziamento attuale strutturato per silos di spesa, recentemente vi è stata una revisione del fondo farmaci innovativi, con una implementazione importante. Le diverse soluzioni attuate sono le basi per un confronto e per “copiare“ le buone pratiche. Ogni regione infatti ha cercato di organizzare la rendicontazione amministrativa di questo capitolo di spesa, facilitando la gestione che è a tutti gli effetti a prevalenza nazionale,  piuttosto che regionale o addirittura aziendale;
Oncologia ed Oncoematologia rappresentano aree in cui la medicina personalizzata, la cosiddetta target therapy ha raggiunto l’apice applicativo. Dall’ immunoncologia ai primi farmaci agnostici recentemente introdotti, alle numerose terapie target efficaci nelle molteplici  mutazioni  tumorali, la  ricerca  sta  portando  alla  luce  una  quantità  di  conoscenze  tali  per  cui  è chiaro che la profilazione genomica sarà  elemento cardine in continua evoluzione, su cui si svilupperà la medicina del futuro. Ma nonostante la consapevolezza di tutto ciò, il trasferimento nel real world di queste conoscenze e degli strumenti tecnici ed organizzativi adeguati per gestirle,  rallentato da difficoltà burocratiche;
Permangono a livello istituzionale, nazionale e regionale, elementi di incertezza sul budget dedicato ai TEST da eseguire che sono necessari per impostare terapie e percorsi di cura appropriati. Le tempistiche di approvazione da
LA MUSICA INCONTRA LA MEDICINA: RITMO, SUONI E SALUTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Serata di Gala, concerto al Teatro Verdi – Orchestra dei medici Asclepio Serata di beneficenza con contributo a favore di Medici con l’Africa CUAMM ISCRIVITI     ⇒ Programma Che cosa accomuna musica e medicina? E cosa ci rende capaci di creare legami? Si potrebbe rispondere l’ascolto, elemento chiave non solo della percezione della musica ma del mondo e di chi è intorno a noi. Questo è emerso in modo particolare durante il primo periodo della pandemia, quando ci siamo trovati immersi all’improvviso nel silenzio e nella lontananza dalle persone, ma è esperienza quotidiana del medico di fronte alla sofferenza di sguardi e interrogativi. Tendere l’orecchio è anche affinare il cuore. Passando dal battito cardiaco di un neonato al respiro sofferente dell’ammalato, dalle lancette dell’orologio che scandiscono le nostre giornate al succedersi di giorni e notti inscritti in una ciclicità naturale più grande, avvertiamo un ritmo che si costituisce generatore e sottofondo della vita. In quest’ottica, la musica ha iniziato a integrare il processo di cura, entrando in dialogo con il paziente e supportandolo nel suo percorso verso un migliore stato di salute; unendo ritmo e melodia, infatti, porge la sua mano al malato arrivando in uno spazio di vissuti e sentimenti e in questo modo permette di procedere insieme all’interno dell’ambito terapeutico.   Per sottolineare l’importanza dell’apporto musicoterapico, purtroppo non ancora stabilmente adottato nella pratica clinica delle realtà italiane, si è voluto approfondire il ruolo della musica, in particolare del ritmo, e alcuni degli effetti che essa induce su un piano organico e psichico in vari ambiti patologici. Partendo da una panoramica sul ritmo a livello multidisciplinare, il congresso andrà via via approfondendo le declinazioni che questo assume nei diversi sistemi e apparati per arrivare nella terza giornata all’esplicitazione del lavoro musicoterapico anche attraverso momenti pratici collettivi; alle relazioni del secondo e del terzo pomeriggio seguirà un concerto serale.   L’evento è stato ideato dal Prof. Roberto Vettor (direttore del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova) e dal dr. Alois Saller (cardiologo, geriatra e internista della Clinica medica I dell’Azienda ospedaliera di Padova), al fine di aumentare la consapevolezza del binomio musica-medicina in ambito medico e non solo. Il dr. Saller, inoltre, è attivamente impegnato come Direttore dell’orchestra Asclepio, formazione composta da medici e operatori della sanità che coltivano la musica accanto alla professione e proseguono un lavoro di squadra rivolto ai pazienti, organizzando formazioni cameristiche nei reparti e concerti di beneficenza in diverse città italiane (anche accompagnati da musicisti di fama internazionale, come Enrico Bronzi, Leonora Armellini, i Solisti Veneti).   Dal ritmo nella vita al ritmo per la vita: per sottolineare l’interdisciplinarietà tra musica e medicina nel rapporto col malato e nel contesto di cura secondo una visione empatica e olistica                                                                                
PERSONE CON EPILESSIA – PRESA IN CARICO ASSISTENZIALE – CAMPANIA – MOLISE
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’Epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale dovuta ad una ipereccitabilità dei neuroni corticali per cause diverse tra loro (strutturali, genetiche, metaboliche, infettive, disimmuni o sconosciute) che si manifesta clinicamente attraverso le crisi caratterizzate da  segni e sintomi anch’essi con diversa espressione fenotipica. Le crisi possono infatti avere un esordio focale o generalizzato, con sintomi motori o non motori e associarsi o no a perdita della consapevolezza e/o della coscienza. La terapia delle Epilessie si basa sull’assunzione di farmaci anti-crisi, che però non sempre consentono un controllo soddisfacente delle crisi, tenuto conto che a tutt’oggi circa un terzo delle Persone con Epilessia risulta essere farmacoresistente. In questi casi, quando possibile, si può ricorrere ad un intervento chirurgico mirato oppure a terapie palliative. Inoltre il peso complessivo dell’Epilessia è gravato dallo stigma che la patologia tuttora comporta, sia a livello individuale che sociale, con importanti limitazioni per quanto riguarda l’autonomia personale, in ambito scolastico e lavorativo, nell’attività sportiva, etc… Dall’analisi delle diverse situazioni regionali emergono le seguenti priorità: Il Sistema Sanitario, per riuscire a garantire un’effettiva presa in carico della Persona con Epilessia (PcE) per tutta la vita, deve creare o potenziare (se già esistenti) delle Strutture assistenziali regionali connesse in rete e coordinate a livello nazionale.
É necessario definire ed implementare in tutte le Regioni un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) che assicuri alle PcE l’accesso rapido alle strutture dedicate sia in situazioni emergenziali che durante tutto il decorso della malattia, strutture che dispongano di risorse  sia umane che strumentali qualificate e che permettano una presa in carico multidisciplinare.
L’accesso a tutti i farmaci anti-crisi ed al loro dosaggio deve essere agevole ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, con inserimento di un epilettologo nelle Commissioni regionali apposite, in modo da evitare che i nuovi farmaci subiscano limitazioni di utilizzo e possano invece essere prescritti grazie a una maggiore consapevolezza del bisogno clinico, alla corretta definizione del paziente target e della conseguente place in therapy.
É altresì necessario l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per includere, ad esempio, l’esenzione ticket anche per la Risonanza Magnetica, fondamentale per la diagnosi di Epilessia, ed è anche necessario ampliare la diagnostica in campo genetico andando oltre i test assicurati per le Malattie Rare.
Importante è inoltre favorire l’accesso alla chirurgia dell’Epilessia per le PcE che possano trarre vantaggio da questa metodologia, potenziando le risorse delle strutture già esistenti e creandone altre per garantire una migliore distribuzione dei Centri sul territorio nazionale.
É mandatorio assicurare alle PcE un supporto sociale in quanto una delle maggiori discriminazioni si verifica in campo lavorativo, soprattutto per la scarsa attuazione delle norme contenute nella legge vigente riguardante l’inserimento occupazionale dei disabili (Legge n. 68 del 13/3/1999), Legge in realtà fortemente innovativa.
Essendo lo stigma (sia sociale che individuale) uno dei principali fattori impattanti sulle PcE occorre che Stato e Regioni mettano in atto tutte le azioni  possibili per migliorare la conoscenza dell’Epilessia tra la popolazione generale, gli insegnanti delle scuole di ogni
PERSONE CON EPILESSIA – PRESA IN CARICO ASSISTENZIALE – LAZIO – ABRUZZO
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’Epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale dovuta ad una ipereccitabilità dei neuroni corticali per cause diverse tra loro (strutturali, genetiche, metaboliche, infettive, disimmuni o sconosciute) che si manifesta clinicamente attraverso le crisi caratterizzate da  segni e sintomi anch’essi con diversa espressione fenotipica. Le crisi possono infatti avere un esordio focale o generalizzato, con sintomi motori o non motori e associarsi o no a perdita della consapevolezza e/o della coscienza. La terapia delle Epilessie si basa sull’assunzione di farmaci anti-crisi, che però non sempre consentono un controllo soddisfacente delle crisi, tenuto conto che a tutt’oggi circa un terzo delle Persone con Epilessia risulta essere farmacoresistente. In questi casi, quando possibile, si può ricorrere ad un intervento chirurgico mirato oppure a terapie palliative. Inoltre il peso complessivo dell’Epilessia è gravato dallo stigma che la patologia tuttora comporta, sia a livello individuale che sociale, con importanti limitazioni per quanto riguarda l’autonomia personale, in ambito scolastico e lavorativo, nell’attività sportiva, etc… Dall’analisi delle diverse situazioni regionali emergono le seguenti priorità: Il Sistema Sanitario, per riuscire a garantire un’effettiva presa in carico della Persona con Epilessia (PcE) per tutta la vita, deve creare o potenziare (se già esistenti) delle Strutture assistenziali regionali connesse in rete e coordinate a livello nazionale.
É necessario definire ed implementare in tutte le Regioni un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) che assicuri alle PcE l’accesso rapido alle strutture dedicate sia in situazioni emergenziali che durante tutto il decorso della malattia, strutture che dispongano di risorse  sia umane che strumentali qualificate e che permettano una presa in carico multidisciplinare.
L’accesso a tutti i farmaci anti-crisi ed al loro dosaggio deve essere agevole ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, con inserimento di un epilettologo nelle Commissioni regionali apposite, in modo da evitare che i nuovi farmaci subiscano limitazioni di utilizzo e possano invece essere prescritti grazie a una maggiore consapevolezza del bisogno clinico, alla corretta definizione del paziente target e della conseguente place in therapy.
É altresì necessario l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per includere, ad esempio, l’esenzione ticket anche per la Risonanza Magnetica, fondamentale per la diagnosi di Epilessia, ed è anche necessario ampliare la diagnostica in campo genetico andando oltre i test assicurati per le Malattie Rare.
Importante è inoltre favorire l’accesso alla chirurgia dell’Epilessia per le PcE che possano trarre vantaggio da questa metodologia, potenziando le risorse delle strutture già esistenti e creandone altre per garantire una migliore distribuzione dei Centri sul territorio nazionale.
É mandatorio assicurare alle PcE un supporto sociale in quanto una delle maggiori discriminazioni si verifica in campo lavorativo, soprattutto per la scarsa attuazione delle norme contenute nella legge vigente riguardante l’inserimento occupazionale dei disabili (Legge n. 68 del 13/3/1999), Legge in realtà fortemente innovativa.
Essendo lo stigma (sia sociale che individuale) uno dei principali fattori impattanti sulle PcE occorre che Stato e Regioni mettano in atto tutte le azioni  possibili per migliorare la conoscenza dell’Epilessia tra la popolazione generale, gli insegnanti delle scuole di ogni
PERSONE CON EPILESSIA: PRESA IN CARICO ASSISTENZIALE – PUGLIA – BASILICATA
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’Epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale dovuta ad una ipereccitabilità dei neuroni corticali per cause diverse tra loro (strutturali, genetiche, metaboliche, infettive, disimmuni o sconosciute) che si manifesta clinicamente attraverso le crisii caratterizzate da  segni e sintomi anch’essi con diversa espressione fenotipica. Le crisi possono infatti avere un esordio focale o generalizzato, con sintomi motori o non motori e associarsi o no a perdita della consapevolezza e/o della coscienza. La terapia delle Epilessie si basa sull’assunzione di farmaci anti-crisi, che però non sempre consentono un controllo soddisfacente delle crisi, tenuto conto che a tutt’oggi circa un terzo delle Persone con Epilessia risulta essere farmacoresistente. In questi casi, quando possibile, si può ricorrere ad un intervento chirurgico mirato  oppure a terapie palliative.  Inoltre il peso complessivo dell’Epilessia è gravato dallo stigma che la patologia tuttora comporta, sia a livello individuale che sociale, con importanti limitazioni per quanto riguardo l’autonomia personale, in ambito scolastico e lavorativo, nell’attività sportiva, etc… Dall’analisi delle diverse situazioni regionali emergono le seguenti priorità: Il Sistema Sanitario, per riuscire a garantire un’effettiva presa in carico della Persona con Epilessia (PcE) per tutta la vita, deve creare o potenziare (se già esistenti) delle Strutture assistenziali regionali connesse in rete e coordinate a livello nazionale.
É necessario definire ed implementare in tutte le Regioni un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) che assicuri alle PcE l’accesso rapido alle strutture dedicate sia in situazioni emergenziali che durante tutto il decorso della malattia, strutture che dispongano di risorse  sia umane che strumentali qualificate e che permettano una presa in carico multidisciplinare.
L’accesso a tutti i farmaci anti-crisi ed al loro dosaggio deve essere agevole ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, con inserimento di un epilettologo nelle Commissioni regionali apposite, in modo da evitare che i nuovi farmaci subiscano limitazioni di utilizzo e possano invece essere prescritti grazie a una maggiore consapevolezza del bisogno clinico, alla corretta definizione del paziente target e della conseguente place in therapy.
É altresì necessario l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per includere, ad esempio, l’esenzione ticket anche per la Risonanza Magnetica, fondamentale per la diagnosi di Epilessia, ed è anche necessario ampliare la diagnostica in campo genetico andando oltre i test assicurati per le Malattie Rare.
Importante è inoltre favorire l’accesso alla chirurgia dell’Epilessia per le PcE che possano trarre vantaggio da questa metodologia, potenziando le risorse delle strutture già esistenti e creandone altre per garantire una migliore distribuzione dei Centri sul territorio nazionale.
É mandatorio assicurare alle PcE un supporto sociale in quanto una delle maggiori discriminazioni si verifica in campo lavorativo, soprattutto per la scarsa attuazione delle norme contenute nella legge vigente riguardante l’inserimento occupazionale dei disabili (Legge n. 68 del 13/3/1999) legge in realtà fortemente innovativa. 
Essendo lo stigma (sia sociale che individuale) uno dei principali fattori impattanti sulle PcE occorre che lo Stato e le Regioni mettano in atto tutte le azioni  possibili per migliorare la conoscenza dell’Epilessia tra la popolazione generale, gli insegnanti delle scuole
LA MUSICA INCONTRA LA MEDICINA: RITMO, SUONI E SALUTE – EVENTO ECM
Archivi Eventi - Motoresanità.it Big Band Unipd, orchestra di jazz del Concentus Musicus Patavinus dell’Università di Padova presso Palazzo Liviano, Sala dei Giganti  ISCRIVITI   ⇒ Programma GIORNO 24 NOVEMBRE 2022 – Modalità d’iscrizione solo per la parte dedicata ai crediti ECM   Il corso è gratuito con registrazione obbligatoria attraverso la piattaforma FAD_DIMED, link:  https://www.rad.unipd.it/FAD_DIMED/
successivamente accedere al corso ed effettuare l’iscrizione. Dopo aver effettuato il login in piattaforma, cliccare all’interno dell’area utente, selezionare il corso e premere “INIZIA IL CORSO”.   Riservato a max. n. 100 partecipanti, per tutte le categorie professionali.   ECM Ai fini dell’attestazione dei crediti ECM è necessaria: la presenza effettiva degli iscritti, al 90% dell’intera durata delle attività formative, con verifica tramite firma di frequenza in entrata e in uscita
la compilazione e restituzione alla segreteria della scheda di valutazione/gradimento e della scheda anagrafica.   Provider id. 1884 Dipartimento di Medicina – DIMED Università degli Studi di Padova Cristina Degan, Chiara Bison Tel. 049.8218689-8793 Email: providerecm.dimed@unipd.it   Che cosa accomuna musica e medicina? E cosa ci rende capaci di creare legami? Si potrebbe rispondere l’ascolto, elemento chiave non solo della percezione della musica ma del mondo e di chi è intorno a noi. Questo è emerso in modo particolare durante il primo periodo della pandemia, quando ci siamo trovati immersi all’improvviso nel silenzio e nella lontananza dalle persone, ma è esperienza quotidiana del medico di fronte alla sofferenza di sguardi e interrogativi. Tendere l’orecchio è anche affinare il cuore. Passando dal battito cardiaco di un neonato al respiro sofferente dell’ammalato, dalle lancette dell’orologio che scandiscono le nostre giornate al succedersi di giorni e notti inscritti in una ciclicità naturale più grande, avvertiamo un ritmo che si costituisce generatore e sottofondo della vita. In quest’ottica, la musica ha iniziato a integrare il processo di cura, entrando in dialogo con il paziente e supportandolo nel suo percorso verso un migliore stato di salute; unendo ritmo e melodia, infatti, porge la sua mano al malato arrivando in uno spazio di vissuti e sentimenti e in questo modo permette di procedere insieme all’interno dell’ambito terapeutico.   Per sottolineare l’importanza dell’apporto musicoterapico, purtroppo non ancora stabilmente adottato nella pratica clinica delle realtà italiane, si è voluto approfondire il ruolo della musica, in particolare del ritmo, e alcuni degli effetti che essa induce su un piano organico e psichico in vari ambiti patologici. Partendo da una panoramica sul ritmo a livello multidisciplinare, il congresso andrà via via approfondendo le declinazioni che questo assume nei diversi sistemi e apparati per arrivare nella terza giornata all’esplicitazione del lavoro musicoterapico anche attraverso momenti pratici collettivi; alle relazioni del secondo e del terzo pomeriggio seguirà un concerto serale.   L’evento è stato ideato dal Prof. Roberto Vettor (direttore del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova) e dal dr. Alois Saller (cardiologo, geriatra e internista della Clinica medica I dell’Azienda ospedaliera di Padova), al fine di aumentare la consapevolezza del binomio musica-medicina in ambito medico e non solo. Il dr. Saller, inoltre, è
LA MUSICA INCONTRA LA MEDICINA: RITMO, SUONI E SALUTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ Programma Che cosa accomuna musica e medicina? E cosa ci rende capaci di creare legami? Si potrebbe rispondere l’ascolto, elemento chiave non solo della percezione della musica ma del mondo e di chi è intorno a noi. Questo è emerso in modo particolare durante il primo periodo della pandemia, quando ci siamo trovati immersi all’improvviso nel silenzio e nella lontananza dalle persone, ma è esperienza quotidiana del medico di fronte alla sofferenza di sguardi e interrogativi. Tendere l’orecchio è anche affinare il cuore. Passando dal battito cardiaco di un neonato al respiro sofferente dell’ammalato, dalle lancette dell’orologio che scandiscono le nostre giornate al succedersi di giorni e notti inscritti in una ciclicità naturale più grande, avvertiamo un ritmo che si costituisce generatore e sottofondo della vita. In quest’ottica, la musica ha iniziato a integrare il processo di cura, entrando in dialogo con il paziente e supportandolo nel suo percorso verso un migliore stato di salute; unendo ritmo e melodia, infatti, porge la sua mano al malato arrivando in uno spazio di vissuti e sentimenti e in questo modo permette di procedere insieme all’interno dell’ambito terapeutico.   Per sottolineare l’importanza dell’apporto musicoterapico, purtroppo non ancora stabilmente adottato nella pratica clinica delle realtà italiane, si è voluto approfondire il ruolo della musica, in particolare del ritmo, e alcuni degli effetti che essa induce su un piano organico e psichico in vari ambiti patologici. Partendo da una panoramica sul ritmo a livello multidisciplinare, il congresso andrà via via approfondendo le declinazioni che questo assume nei diversi sistemi e apparati per arrivare nella terza giornata all’esplicitazione del lavoro musicoterapico anche attraverso momenti pratici collettivi; alle relazioni del secondo e del terzo pomeriggio seguirà un concerto serale.   L’evento è stato ideato dal Prof. Roberto Vettor (direttore del Dipartimento di Medicina dell’Università di Padova) e dal dr. Alois Saller (cardiologo, geriatra e internista della Clinica medica I dell’Azienda ospedaliera di Padova), al fine di aumentare la consapevolezza del binomio musica-medicina in ambito medico e non solo. Il dr. Saller, inoltre, è attivamente impegnato come Direttore dell’orchestra Asclepio, formazione composta da medici e operatori della sanità che coltivano la musica accanto alla professione e proseguono un lavoro di squadra rivolto ai pazienti, organizzando formazioni cameristiche nei reparti e concerti di beneficenza in diverse città italiane (anche accompagnati da musicisti di fama internazionale, come Enrico Bronzi, Leonora Armellini, i Solisti Veneti).   Dal ritmo nella vita al ritmo per la vita: per sottolineare l’interdisciplinarietà tra musica e medicina nel rapporto col malato e nel contesto di cura secondo una visione empatica e olistica                                                                                                                                            
LO STATO DELL’IPB IN ITALIA E LE TERAPIE INNOVATIVE DISPONIBILI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’iperplasia prostatica benigna (IPB) è una patologia che diventa sempre più comune con l’avanzare dell’età, sino a diventarne uno dei problemi di salute, e quindi sociali, più frequenti nel genere maschile. Il 43% degli ultrasettantenni e 3/4 di quelli con più di 80 anni lamenta disturbi soggettivi riconducibili ad IPB. I disturbi causati da questa sono collegati a diversi aspetti relativi alla conservazione del flusso (minzione e post-minzione) e generano incontinenza, nicturia e compromissione sessuale con un impatto negativo non solo sulla qualità della vita, ma anche sugli aspetti psicologici e sociali. A questo si aggiungano complicanze cliniche come l’ipertrofia della parete muscolare della vescica, diverticoli e calcoli vescicali, problemi renali ed infezioni urinarie frequenti particolarmente pericolose data l’età avanzata della maggior parte dei pazienti. Inoltre rappresenta un problema assistenziale importante sia per la numerosità (dati recenti indicano una prevalenza del 31,6% negli over 45) che per le ricadute economiche notevoli in termini di diagnostica e di terapie farmacologico-chirurgiche. Se per i pazienti con sintomi lievi e medi è indicata la terapia farmacologica, per i pazienti con sintomatologia grave e/o non più rispondente ai farmaci è mandataria la terapia chirurgica. Le procedure open sono state oramai quasi completamente abbandonate a favore delle procedure per via endoscopica.  Recentemente alla TURP ed alle  procedure con laser (HoLEP , PVP e Green Light Laser) si è aggiunta la tecnica REZUM, che sfrutta il vapore acqueo per ottenere la riduzione del tessuto prostatico. Le tecniche mini invasive sono particolarmente importanti soprattutto in periodo pandemico perché permettono di effettuare un maggior numero di interventi con degenza breve e minor costi. Per ciò che concerne la tecnica REZUM, questa può essere eseguita in regime di Day Hospital, necessitando di una leggera sedazione, e si realizza con una durata 10-12 minuti evitando il ricovero in ospedale.  I risultati di questo trattamento si rendono evidenti già nei primi 30 giorni e si stabilizzano nei successivi 3 mesi, con dati da studi retrospettivi che evidenziano come solo circa il 5% dei pazienti necessiti di ritrattamento a 4 anni. Anche i dati di sicurezza sono molto positivi  con oltre l’80 % dei pazienti che ha preservato perfettamente la funzione eiaculatoria. Ma nonostante l’avanzamento tecnologico di queste procedure, gli evidenti benefici ottenuti non vengono valorizzati e remunerati, a causa di un calcolo che considera solo i costi diretti e non quelli ad es° riguardanti la mancata ospedalizzazione, la quasi assenza di trasfusioni ematiche e un ritorno precoce alla normale attività lavorativa. Nel mese di Settembre Motore Sanità ha organizzato un incontro residenziale a Roma per trattare di tali tematiche con un parterre di opinion leader clinici, referenti di società scientifiche, referenti di associazioni pazienti e economisti sanitari. I relatori hanno dato vita ad un documento, una sorta di position paper contenente una serie di call to action da esporre ai Direttori Generali di ospedali e enti territoriali di sanità per avere un riscontro ed eventuali integrazioni al documento. A tale proposito Motore Sanità organizza un
TRA SCIENZA E COSCIENZA DIFFUSIONE E INVERSA LETALITÀ DEL SARS COV 2
Archivi Eventi - Motoresanità.it Fioccano in questi giorni accuse di ascientificità tra le forze politiche per ciò che riguarda i recenti provvedimenti governativi sulla endemia da COVID. Al di là delle polemiche in realtà la scienza non è concorde sull’attuale situazione post pandemica. Fa riflettere al riguardo una recentissima pubblicazione del Prof. Palù , stimato virologo di fama internazionale ed attuale Presidente di AIFA, e del team di microbiologia dell’ospedale di Padova sulla rivista Computational and Structural Biotechnology Journal. Nell’articolo sarebbe dimostrato che l’evoluzione della pandemia prevede una relazione inversa tra infettività e letalità del virus Sars COV 2 scivolando verso l’endemia con un virus che farebbe sempre meno morti e con un conseguente minor impatto sulla società. Al di là del fatto che i positivi registrati sono molto meno di quelli reali e che la maggior parte dei morti sono morti non per il covid ma con il covid, tale prospettiva andrebbe nella direzione di coloro che ritengono passata la pandemia con le conseguenti azioni di contenimento che, al di là dei fondamentali vaccini, rimangono le medesime della peste veneziana del 1630 con i DPI del medico della peste e la bacchetta per il distanziamento dai pazienti, la patente di sanità uguale al Green pass di oggi e i lockdown con appositi lazzaretti di antica memoria. Per discutere scientificamente dell’attuale evoluzione del COVID, Motore Sanità invita scienziati e medici esperti sulle tesi riportate nella pubblicazione del Prof.  Palù e del suo team. L'articolo TRA SCIENZA E COSCIENZA DIFFUSIONE E INVERSA LETALITÀ DEL SARS COV 2 proviene da Motoresanità.it. Read More
L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA LE PROPOSTE PER I PRIMI 100 GIORNI DELLA NUOVA LEGISLATURA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’obiettivo di questa giornata è quello di raccogliere e sviluppare il  lavoro dell’Osservatorio Innovazione di Motore Sanità, per mettere in evidenza gli aspetti più rilevanti e urgenti che la nuova legislatura deve affrontare per consentire al nostro Sistema Sanitario di raggiungere risultati che abbiano  una forte ricaduta sulla cura e la gestione dei pazienti. Dieci le “tracce” proposte ai partecipanti, che verranno implementate durante l’evento  e produrranno proposte concrete da illustrare e speriamo realizzare  nella prima parte della nuova legislatura. Gli argomenti che verranno trattati  sono il frutto di un’elaborazione di alto profilo, che ha visto il contributo di molti professionisti , esperti della materia e decisori politici , del mondo dell’industria , delle istituzioni e della scienza ,di rappresentanti dei pazienti ,che hanno avuto modo di confrontarsi sul campo  con il difficile mondo delle politiche sanitarie e riflettere sui punti deboli e sulle eccellenze del nostro SSN   Il Board scientifico di Motore Sanità ritiene che il punto principale su cui si snodano tutte le azioni e gli obiettivi sia quello relativo alle risorse umane. Se è vero che ci sono stati errori di pianificazione,  occorre ripartire proprio da lì per arrivare a programmare la formazione e il numero dei professionisti sanitari, tutti, che tenga conto delle effettive esigenze di quantità di professionisti e specificità di specializzazione delle strutture sanitarie, dei territori e dei pazienti. Non possiamo dimenticare che le risorse professionali in opera nel nostro Sistema Sanitario hanno svolto un prezioso lavoro e lo continuano a svolgere con una capacità molto elevata. Ma se non c’è un’organizzazione e una chiara indicazione del percorso da svolgere, sicuramente tante di queste preziose energie potrebbero  essere disperse.  C’è l’urgenza di portare avanti azioni concrete per far sì che da subito  possano essere date  le giuste risposte. Siamo in un momento di grande trasformazione del SSN, e il nostro lavoro di osservatorio parte necessariamente  dall’analisi dell’esistente e  dalle riforme approvate per la realizzazione del Pnnr: uno dei maggiori problemi per la sua realizzazione è proprio la carenza di personale e la sua formazione. In questo evento verrà quindi svolto un focus sulle risorse umane, su quali meccanismi agire subito nell’emergenza e poi con uno sguardo più ampio , pensare al il futuro del SSN e della sua organizzazione senza trascurare il “ benessere organizzativo” delle strutture , che significa soprattutto mettere in atto politiche che cercano  di rendere più efficace il lavoro di chi opera in Sanità. I risultati di questa giornata  lavoro e di elaborazione di idee e progetti , verrà messo a disposizione, di specifici stakeholder e policy makers e naturalmente istituzioni, che ne valuteranno la coerenza , la comprensione,  l’applicabilità e le ricadute sul sistema, primi tra tutti i pazienti e le loro famiglie . L'articolo L’OSSERVATORIO INNOVAZIONE DI MOTORE SANITÀ PRESENTA LE PROPOSTE PER I PRIMI 100 GIORNI DELLA NUOVA LEGISLATURA proviene da Motoresanità.it. Read More
PERSONE CON EPILESSIA: PRESA IN CARICO ASSISTENZIALE – PIEMONTE – LIGURIA – VALLE D’AOSTA
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’Epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale dovuta ad una ipereccitabilità dei neuroni corticali per cause diverse tra loro (strutturali, genetiche, metaboliche, infettive, disimmuni o sconosciute) che si manifesta clinicamente attraverso le crisi caratterizzate da  segni e sintomi anch’essi con diversa espressione fenotipica. Le crisi possono infatti avere un esordio focale o generalizzato, con sintomi motori o non motori e associarsi o no a perdita della consapevolezza e/o della coscienza. La terapia delle Epilessie si basa sull’assunzione di farmaci anti-crisi, che però non sempre consentono un controllo soddisfacente delle crisi, tenuto conto che a tutt’oggi circa un terzo delle Persone con Epilessia risulta essere farmacoresistente. In questi casi, quando possibile, si può ricorrere ad un intervento chirurgico mirato oppure a terapie palliative.  Inoltre il peso complessivo dell’Epilessia è gravato dallo stigma che la patologia tuttora comporta, sia a livello individuale che sociale, con importanti limitazioni per quanto riguarda l’autonomia personale, in ambito scolastico e lavorativo, nell’attività sportiva, etc… Dall’analisi delle diverse situazioni regionali emergono le seguenti priorità: Il Sistema Sanitario, per riuscire a garantire un’effettiva presa in carico della Persona con Epilessia (PcE) per tutta la vita, deve creare o potenziare (se già esistenti) delle Strutture assistenziali regionali connesse in rete e coordinate a livello nazionale.
É necessario definire ed implementare in tutte le Regioni un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) che assicuri alle PcE l’accesso rapido alle strutture dedicate sia in situazioni emergenziali che durante tutto il decorso della malattia, strutture che dispongano di risorse  sia umane che strumentali qualificate e che permettano una presa in carico multidisciplinare.
L’accesso a tutti i farmaci anti-crisi ed al loro dosaggio deve essere agevole ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, con inserimento di un epilettologo nelle Commissioni regionali apposite, in modo da evitare che i nuovi farmaci subiscano limitazioni di utilizzo e possano invece essere prescritti grazie a una maggiore consapevolezza del bisogno clinico, alla corretta definizione del paziente target e della conseguente place in therapy.
É altresì necessario l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per includere, ad esempio, l’esenzione ticket anche per la Risonanza Magnetica, fondamentale per la diagnosi di Epilessia, ed è anche necessario ampliare la diagnostica in campo genetico andando oltre i test assicurati per le Malattie Rare.
Importante è inoltre favorire l’accesso alla chirurgia dell’Epilessia per le PcE che possano trarre vantaggio da questa metodologia, potenziando le risorse delle strutture già esistenti e creandone altre per garantire una migliore distribuzione dei Centri sul territorio nazionale.
É mandatorio assicurare alle PcE un supporto sociale in quanto una delle maggiori discriminazioni si verifica in campo lavorativo, soprattutto per la scarsa attuazione delle norme contenute nella legge vigente riguardante l’inserimento occupazionale dei disabili (Legge n. 68 del 13/3/1999), Legge in realtà fortemente innovativa. 
Essendo lo stigma (sia sociale che individuale) uno dei principali fattori impattanti sulle PcE occorre che Stato e Regioni mettano in atto tutte le azioni  possibili per migliorare la conoscenza dell’Epilessia tra la popolazione generale, gli insegnanti delle scuole di ogni
PERSONE CON EPILESSIA: PRESA IN CARICO ASSISTENZIALE – EMILIA ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’Epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale dovuta ad una ipereccitabilità dei neuroni corticali per cause diverse tra loro (strutturali, genetiche, metaboliche, infettive, disimmuni o sconosciute) che si manifesta clinicamente attraverso le crisi caratterizzate da  segni e sintomi anch’essi con diversa espressione fenotipica. Le crisi possono infatti avere un esordio focale o generalizzato, con sintomi motori o non motori e associarsi o no a perdita della consapevolezza e/o della coscienza. La terapia delle Epilessie si basa sull’assunzione di farmaci anti-crisi, che però non sempre consentono un controllo soddisfacente delle crisi, tenuto conto che a tutt’oggi circa un terzo delle Persone con Epilessia risulta essere farmacoresistente. In questi casi, quando possibile, si può ricorrere ad un intervento chirurgico mirato oppure a terapie palliative.  Inoltre il peso complessivo dell’Epilessia è gravato dallo stigma che la patologia tuttora comporta, sia a livello individuale che sociale, con importanti limitazioni per quanto riguarda l’autonomia personale, in ambito scolastico e lavorativo, nell’attività sportiva, etc… Dall’analisi delle diverse situazioni regionali emergono le seguenti priorità: Il Sistema Sanitario, per riuscire a garantire un’effettiva presa in carico della Persona con Epilessia (PcE) per tutta la vita, deve creare o potenziare (se già esistenti) delle Strutture assistenziali regionali connesse in rete e coordinate a livello nazionale.
É necessario definire ed implementare in tutte le Regioni un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) che assicuri alle PcE l’accesso rapido alle strutture dedicate sia in situazioni emergenziali che durante tutto il decorso della malattia, strutture che dispongano di risorse  sia umane che strumentali qualificate e che permettano una presa in carico multidisciplinare.
L’accesso a tutti i farmaci anti-crisi ed al loro dosaggio deve essere agevole ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, con inserimento di un epilettologo nelle Commissioni regionali apposite, in modo da evitare che i nuovi farmaci subiscano limitazioni di utilizzo e possano invece essere prescritti grazie a una maggiore consapevolezza del bisogno clinico, alla corretta definizione del paziente target e della conseguente place in therapy.
É altresì necessario l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per includere, ad esempio, l’esenzione ticket anche per la Risonanza Magnetica, fondamentale per la diagnosi di Epilessia, ed è anche necessario ampliare la diagnostica in campo genetico andando oltre i test assicurati per le Malattie Rare.
Importante è inoltre favorire l’accesso alla chirurgia dell’Epilessia per le PcE che possano trarre vantaggio da questa metodologia, potenziando le risorse delle strutture già esistenti e creandone altre per garantire una migliore distribuzione dei Centri sul territorio nazionale.
É mandatorio assicurare alle PcE un supporto sociale in quanto una delle maggiori discriminazioni si verifica in campo lavorativo, soprattutto per la scarsa attuazione delle norme contenute nella legge vigente riguardante l’inserimento occupazionale dei disabili (Legge n. 68 del 13/3/1999), Legge in realtà fortemente innovativa. 
Essendo lo stigma (sia sociale che individuale) uno dei principali fattori impattanti sulle PcE occorre che Stato e Regioni mettano in atto tutte le azioni  possibili per migliorare la conoscenza dell’Epilessia tra la popolazione generale, gli insegnanti delle scuole di ogni
RIDUZIONE DEL RISCHIO COME STRATEGIA DI SALUTE PUBBLICA NELL’ELIMINAZIONE DELLE SIGARETTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ Programma RAZIONALE Si fuma da secoli, e in diversi modi: sigari, sigarette, pipe. Il fumo fa male: “nuoce gravemente alla salute” come viene correttamente riportato sulle confezioni di sigari, sigarette, tabacco.  Sebbene l’obiettivo di ogni Operatore Sanitario debba rimanere la totale disassuefazione, i fumatori non sono in diminuzione, o calano troppo lentamente. In Italia ci sono 11 milioni di fumatori, fuma circa un adulto su 4, e la dipendenza dal fumo è quindi una condizione di molti. Non è sufficiente voler smettere di fumare per riuscire a smettere di fumare. Il tabagismo è una dipendenza chimica, da nicotina, ma anche una dipendenza psicologica, di gestualità, di appartenenza ad un gruppo. Come per tutte le dipendenze anche per il tabagismo è necessario attivare delle strategie di sostegno per:  A) Smettere di fumare
B) Ridurre il fumo
C) Ridurre i danni provocati dal fumo I recenti progressi tecnologici hanno permesso lo sviluppo di una categoria di prodotti alternativi non a combustione, che proprio per il fatto che potenzialmente riducono il rischio, offrono una valida opportunità per i fumatori adulti. Molti gli studi indipendenti realizzati finalizzati alla comparazione del danno, ma poche le conclusioni scientifiche per valutare la reale riduzione del rischio. Un confronto per valutare la riduzione del rischio con i prodotti alternativi è estremamente importante, dato il numero di morti legato al fumo da tabacco combusto. In molteplici campi della medicina (alcolismo in primis, ma anche oncologia, alimentazione, malattie infettive…) è contemplato il concetto di riduzione del rischio. Nel mondo del tabagismo, però, questo aspetto non è ancora accettato né applicato.  È obiettivo prioritario dunque perseguire una strategia progettuale che focalizzi l’attenzione sul concetto di riduzione del rischio dei prodotti alternativi senza combustione, per rendere le Istituzioni consapevoli del fatto che i MMG e tutti gli Stakeholder coinvolti in questo ambito debbano essere informati per fornire valide indicazioni agli assistiti che decidono di continuare a fumare. Anche la FDA si è di recente pronunciata sullo snus, sui prodotti a tabacco riscaldato e sulla sigaretta elettronica, definendoli un’opportunità per ridurre l’esposizione a sostanze dannose dei tabagisti che decidono di continuare a fumare. Data la grande opportunità che ci si pone davanti, le Istituzioni del nostro Paese non possono rimanere indifferenti, ma dovrebbero promuovere un confronto. Per fare ciò, è necessario anche dare maggiore evidenza ai risultati scientifici degli studi condotti su questa categoria di prodotti ed analizzare i risultati con spirito olistico. Tra i più recenti contributi, il rapporto di valutazione dell’Istituto Superiore di Sanità afferma che: non è possibile riconoscere la riduzione delle sostanze tossiche dei prodotti non a combustione rispetto a quelli a combustione, a parità di condizioni di utilizzo; I dati scientifici non permettono di stabilire il potenziale di riduzione del rischio rispetto ai prodotti a combustione a parità di condizioni di utilizzo, sia per quanto riguarda l’impatto nei fumatori relativamente alla riduzione della mortalità e morbilità fumo correlate, sia per quanto riguarda l’impatto nei non fumatori e negli ex-fumatori relativamente alla capacità del prodotto
SCOMPENSO CARDIACO – L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI – PIEMONTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni in Europa2-3,8, con una prevalenza nota dell’1-2% ma oltre il 10% in quelli di età superiore ai 70 anni ed una incidenza pari a 5/1000 all’anno considerando solo popolazione adulta4. E’ una patologia cronica con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi9. Lo scompenso cardiaco in Italia è la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico11 molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La principale categoria di scompenso cardiaco è quella che valutando la frazione di eiezione (% di sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae) indica una frazione di eiezione preservata (HFpEF).  Affligge il 50% dei pazienti e si verifica quando il ventricolo sinistro non riesce a contrarsi in maniera adeguata e quindi pompa meno sangue ossigenato. Lo scompenso cardiaco è comunque spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri. Per questi motivi si sono studiati gli effetti della classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i), già indicati sia come monoterapia sia in terapia di combinazione in pazienti con diabete di tipo 2 e che hanno dimostrato attraverso numerosi studi RCT di garantire benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione arteriosa e dei ricoveri per scompenso(-35%), il rallentamento del declino della funzionalità renale(-39%), la mortalità per tutte le cause (-32%). Sulla base di queste evidenze sono stati impostati numerosi nuovi studi con lo specifico obiettivo di valutarne l’impatto in ambito cardiovascolare indipendentemente dal diabete. In particolare i dati preliminari indicavano come l’effetto degli SGLT2i inibitori si osservasse già nei primi 3 mesi di trattamento, suggerendo un meccanismo non esclusivamente collegato alla riduzione della glicemia. Così si è aperta la strada ad una nuova indicazione che rappresenta una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico sintomatico con frazione di eiezione preservata. Numerose evidenze supportano infatti l’indicazione che questa relativamente nuova classe di farmaci si confermi anche nello scompenso, in grado di migliorare i sintomi, ridurre i ricoveri ospedalieri ma soprattutto la mortalità sia cardiovascolare che totale.  Tali dati quindi di massima rilevanza per la comunità scientifica dovrebbe offrire una nuova opportunità a tutti coloro che si occupano di curare lo scompenso ed ancor prima ai pazienti: salvando vite e aiutando le persone a trascorrere meno tempo in ospedale e più tempo con le proprie famiglie. Sulla base di queste evidenze Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto nelle diverse regioni italiane per favorire una condivisione di idee sulla revisione del disease management per questa importante cronicità, che interessa una ampia
DEGENARAZIONE MACULARE SENILE ESSUDATIVA – TORINO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO La maculopatia è caratterizzata dalla progressiva perdita della visione centrale, spesso bilaterale, limitando molto la funzione visiva. La maculopatia senile legata all’età è la forma più frequente e colpisce 25/30 milioni di persone nel solo occidente. Ma esistono diverse altre forme di maculopatia come quella senile essudativa  la cui incidenza in rapporto all’aumento della malattia e all’invecchiamento della popolazione prospetta scenari preoccupanti. Da una precedente analisi del Politecnico di Milano emerge che in Piemonte il percorso di riferimento per i pazienti con sospetto di maculopatia inizia presso tre tipologie di attori presenti sul territorio: i medici di medicina generale, gli oculisti territoriali e altri centri oculistici. Alla visita oculistica di approfondimento, il centro oculistico di II livello con ambulatorio dedicato effettua esami strumentali per confermare o meno il sospetto di diagnosi; in caso di conferma di diagnosi, il centro di II livello procede a raccogliere il consenso informato e fissa il trattamento. Il trattamento intravitreale dovrebbe avvenire entro 20 giorni dall’invio al centro oculistico di II livello con ambulatorio dedicato. A seguito del primo trattamento è previsto, dopo qualche giorno, una visita di controllo, a cui seguono trattamenti e controlli secondo lo schema terapeutico di riferimento. Tale percorso, se implementato in modo uniforme, permetterebbe ai Centri di Riferimento della Regione Piemonte di risolvere alcune delle criticità rilevate a livello quantitativo:  Eterogeneità dei centri oculistici di II livello per volumi, canali di ingresso e tempi di attesa 
Importante riduzione di tutte le attività dal 2019 al 2021, con una maggiore incidenza sulle diagnosi (-63%) e sulle visite (-50%) ma anche sul numero di pazienti trattati, soprattutto se naive (-49%) 
Numero di trattamenti nell’anno per singolo paziente (in crescita da 2,6 nel 2019 a 3,4 nel 2020) molto inferiore ai target di riferimento. Inoltre per la degenerazione maculare gioca un ruolo importante la mancanza di uno screening tra i potenziali malati, poiché molti si recano dall’oculista solo con sintomi e degenerazione avanzata, la difficoltà di recupero del pregresso che non ha potuto rifarsi ai luoghi di cura durante la pandemia. A tal proposito Motore Sanità organizza un evento per analizzare le possibilità terapeutiche innovative per la degenerazione maculare senile essudativa e le difficoltà nel riuscirà ad intercettare precocemente i pazienti ed i processi di presa in carico ancora difficoltosi per coloro che sono già in cura. L'articolo ONCOnnection – STATI GENERALI – SUD: CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, SICILIA proviene da Motoresanità.it. Read More
IMMUNONCOLOGIA AL FEMMINILE. FOCUS ON CARCINOMA ENDOMETRIALE: PUGLIA, CAMPANIA, SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Il funzionamento del sistema immunitario nel paziente oncologico è da tempo al centro dell’attenzione dei ricercatori. Gli studi in questo campo hanno portato ad evidenziare alcune cause alla base del mancato funzionamento di un sistema immunitario non più in grado di riconoscere e contrastare le cellule neoplastiche da quelle sane. Concentrandosi su queste cause la ricerca ha prodotto negli ultimi 5-6 anni una rapida e dirompente innovazione. Così già oggi ad es°, l’immunoterapia oncologica, si è consolidata in molte tipologie di tumori come nuovo fondamentale approccio terapeutico in grado di portare speranze ai malati. Infatti grazie ai sorprendenti risultati ottenuti inizialmente in quelle forme refrattarie a tutte le terapie disponibili nel melanoma prima, nel polmone e nel rene successivamente, l’impegno nel continuare a far progredire la ricerca verso nuove indicazioni, è oramai uno degli obiettivi comuni per tutti i ricercatori al mondo. Fra queste, un importante e recentissimo sviluppo si è avuto con l’approvazione da parte di FDA ed EMA della prima monoterapia anti-PD-1 da utilizzare nel carcinoma endometriale ricorrente o avanzato nelle pazienti con tumori MSI-mutati in progressione durante o dopo un precedente trattamento con un regime a base di platino.¹ Il cancro dell’endometrio, che si forma nel rivestimento interno dell’utero,  è tra i più frequenti tumori femminili (5/6% di tutti i tumori femminili e terza neoplasia più frequente nelle donne tra i 50/70 anni). In Italia le stime indicano attualmente 122.600 donne che vivono dopo una diagnosi di tumore del collo dell’utero, ed una mortalità stimata per il 2021 di 3.100 decessi. Tutto ciò, nonostante la sopravvivenza a 5 anni sia passata dal 77% nel 2017 al 79% nel 2020. Già di per sé il carcinoma endometriale presenta limitate opzioni di trattamento ed una prognosi sfavorevole ma nel caso di questo fenotipo le pazienti in progressione, dopo la chemioterapia, si trovano senza alternative terapeutiche. Ma per ottenere il miglior risultato clinico in appropriatezza e senza spreco di risorse da questa terapia, secondo le evidenze emerse dagli studi clinici registrativi, la selezione della popolazione target deve avvenire attraverso un test di valutazione eseguito con la tecnica di sequenziamento NGS. Così seppure ogni anno in Italia vi sia una incidenza di circa 8.300 nuovi casi prevalentemente in donne tra i 50 e i 65 anni, le stime ottenibili attraverso una proiezione dei dati registrativi sulla popolazione target selezionata dal test e da trattare con questa nuova terapia presentano numeriche notevolmente inferiori. Motore Sanità intende promuovere dei tavoli di discussione a livello delle principali regioni Italiane che analizzando l’attuale cambio di scenario nelle opportunità di cura di questo tumore possano generare idee e buone pratiche per garantire un accesso rapido alle terapie più efficaci ed ai test necessari, mantenendo appropriatezza senza sprechi di risorse. L'articolo ONCOnnection – STATI GENERALI – SUD: CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, SICILIA proviene da Motoresanità.it. Read More
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito pro capite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo ONCOnnection – STATI GENERALI – SUD: CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, SICILIA proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCOnnection – STATI GENERALI – NORD EST: TRENTINO-ALTO ADIGE, VENETO, FRIULI-VENEZIA GIULIA E EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 2021 Motore Sanità ha svolto un percorso ambizioso generatore di idee per l’oncologia, i malati di cancro e le loro famiglie: ONCOnnection, le reti oncologiche al servizio dei pazienti. L’ambizione stava nel dare voce a tutti, tutte le anime di questo complesso mondo: cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, tecnici della programmazione regionale e nazionale, politici, giornalisti, economisti sanitari e industria. Da febbraio a ottobre abbiamo prodotto ben 7 eventi, 7 tavoli aperti su altrettanti temi di oncologia con un comune denominatore: senza gioco di squadra il cancro non si vince. Il percorso si è concluso, meglio si è riaperto in un volume del magazine Mondosanità dedicato. I temi principali  emersi sono: Sul Territorio è necessario fare prevenzione. La prevenzione è un pilastro per la Salute di tutti noi ed è  solo grazie alla prevenzione che molte patologie sono precocemente diagnosticabili e curabili;
Dobbiamo informare e comunicare sui corretti stili di vita;
Oggi prevenire alcune patologie è più semplice perché disponiamo di strumenti tecnologici di più facile utilizzo e alla portata di tutti, ma la pandemia ha interrotto i programmi di screening ed è quindi necessario recuperare il tempo ed i cittadini/pazienti perduti;
L’Oncologia è un settore ad altissima innovazione diagnostica e terapeutica, spesso dirompente, che necessita di un sistema di programmazione delle risorse completamente nuovo che vada di pari passo con i cambiamenti imposti dall’innovazione stessa;
Compito di ogni servizio sanitario regionale è cercare di costruire sistemi di governance in grado di garantire l’accesso all’innovazione riconosciuta dagli enti regolatori Nazionali delineando linee di intervento chiare dal punto di vista organizzativo (da qui la struttura delle reti oncologiche e/o al loro interno di reti più specifiche ad esempio breast) ed amministrativo per la allocazione e rendicontazione dei flussi di spesa;
In attesa di superare il sistema di finanziamento attuale strutturato per silos di spesa, recentemente vi è stata una revisione del fondo farmaci innovativi, con una implementazione importante. Le diverse soluzioni attuate sono le basi per un confronto e per “copiare“ le buone pratiche. Ogni regione infatti ha cercato di organizzare la rendicontazione amministrativa di questo capitolo di spesa, facilitando la gestione che è a tutti gli effetti a prevalenza nazionale,  piuttosto che regionale o addirittura aziendale;
Oncologia ed Oncoematologia rappresentano aree in cui la medicina personalizzata, la cosiddetta target therapy ha raggiunto l’apice applicativo. Dall’ immunoncologia ai primi farmaci agnostici recentemente introdotti, alle numerose terapie target efficaci nelle molteplici  mutazioni  tumorali, la  ricerca  sta  portando  alla  luce  una  quantità  di  conoscenze  tali  per  cui  è chiaro che la profilazione genomica sarà  elemento cardine in continua evoluzione, su cui si svilupperà la medicina del futuro. Ma nonostante la consapevolezza di tutto ciò, il trasferimento nel real world di queste conoscenze e degli strumenti tecnici ed organizzativi adeguati per gestirle,  rallentato da difficoltà burocratiche;
Permangono a livello istituzionale, nazionale e regionale, elementi di incertezza sul budget dedicato ai TEST da eseguire che sono necessari per impostare terapie e percorsi di cura appropriati. Le tempistiche di approvazione da
ONCOnnection – STATI GENERALI – NORD EST: TRENTINO-ALTO ADIGE, VENETO, FRIULI-VENEZIA GIULIA E EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 2021 Motore Sanità ha svolto un percorso ambizioso generatore di idee per l’oncologia, i malati di cancro e le loro famiglie: ONCOnnection, le reti oncologiche al servizio dei pazienti. L’ambizione stava nel dare voce a tutti, tutte le anime di questo complesso mondo: cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, tecnici della programmazione regionale e nazionale, politici, giornalisti, economisti sanitari e industria. Da febbraio a ottobre abbiamo prodotto ben 7 eventi, 7 tavoli aperti su altrettanti temi di oncologia con un comune denominatore: senza gioco di squadra il cancro non si vince. Il percorso si è concluso, meglio si è riaperto in un volume del magazine Mondosanità dedicato. I temi principali  emersi sono: Sul Territorio è necessario fare prevenzione. La prevenzione è un pilastro per la Salute di tutti noi ed è  solo grazie alla prevenzione che molte patologie sono precocemente diagnosticabili e curabili;
Dobbiamo informare e comunicare sui corretti stili di vita;
Oggi prevenire alcune patologie è più semplice perché disponiamo di strumenti tecnologici di più facile utilizzo e alla portata di tutti, ma la pandemia ha interrotto i programmi di screening ed è quindi necessario recuperare il tempo ed i cittadini/pazienti perduti;
L’Oncologia è un settore ad altissima innovazione diagnostica e terapeutica, spesso dirompente, che necessita di un sistema di programmazione delle risorse completamente nuovo che vada di pari passo con i cambiamenti imposti dall’innovazione stessa;
Compito di ogni servizio sanitario regionale è cercare di costruire sistemi di governance in grado di garantire l’accesso all’innovazione riconosciuta dagli enti regolatori Nazionali delineando linee di intervento chiare dal punto di vista organizzativo (da qui la struttura delle reti oncologiche e/o al loro interno di reti più specifiche ad esempio breast) ed amministrativo per la allocazione e rendicontazione dei flussi di spesa;
In attesa di superare il sistema di finanziamento attuale strutturato per silos di spesa, recentemente vi è stata una revisione del fondo farmaci innovativi, con una implementazione importante. Le diverse soluzioni attuate sono le basi per un confronto e per “copiare“ le buone pratiche. Ogni regione infatti ha cercato di organizzare la rendicontazione amministrativa di questo capitolo di spesa, facilitando la gestione che è a tutti gli effetti a prevalenza nazionale,  piuttosto che regionale o addirittura aziendale;
Oncologia ed Oncoematologia rappresentano aree in cui la medicina personalizzata, la cosiddetta target therapy ha raggiunto l’apice applicativo. Dall’ immunoncologia ai primi farmaci agnostici recentemente introdotti, alle numerose terapie target efficaci nelle molteplici  mutazioni  tumorali, la  ricerca  sta  portando  alla  luce  una  quantità  di  conoscenze  tali  per  cui  è chiaro che la profilazione genomica sarà  elemento cardine in continua evoluzione, su cui si svilupperà la medicina del futuro. Ma nonostante la consapevolezza di tutto ciò, il trasferimento nel real world di queste conoscenze e degli strumenti tecnici ed organizzativi adeguati per gestirle,  rallentato da difficoltà burocratiche;
Permangono a livello istituzionale, nazionale e regionale, elementi di incertezza sul budget dedicato ai TEST da eseguire che sono necessari per impostare terapie e percorsi di cura appropriati. Le tempistiche di approvazione da
IMMUNONCOLOGIA AL FEMMINILE: FOCUS ON CARCINOMA ENDOMETRIALE: TOSCANA, MARCHE, UMBRIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Il funzionamento del sistema immunitario nel paziente oncologico è da tempo al centro dell’attenzione dei ricercatori. Gli studi in questo campo hanno portato ad evidenziare alcune cause alla base del mancato funzionamento di un sistema immunitario non più in grado di riconoscere e contrastare le cellule neoplastiche da quelle sane. Concentrandosi su queste cause la ricerca ha prodotto negli ultimi 5-6 anni una rapida e dirompente innovazione. Così già oggi ad es°, l’immunoterapia oncologica, si è consolidata in molte tipologie di tumori come nuovo fondamentale approccio terapeutico in grado di portare speranze ai malati. Infatti grazie ai sorprendenti risultati ottenuti inizialmente in quelle forme refrattarie a tutte le terapie disponibili nel melanoma prima, nel polmone e nel rene successivamente, l’impegno nel continuare a far progredire la ricerca verso nuove indicazioni, è oramai uno degli obiettivi comuni per tutti i ricercatori al mondo. Fra queste, un importante e recentissimo sviluppo si è avuto con l’approvazione da parte di FDA ed EMA della prima monoterapia anti-PD-1 da utilizzare nel carcinoma endometriale ricorrente o avanzato nelle pazienti con tumori MSI-mutati in progressione durante o dopo un precedente trattamento con un regime a base di platino.¹ Il cancro dell’endometrio, che si forma nel rivestimento interno dell’utero,  è tra i più frequenti tumori femminili (5/6% di tutti i tumori femminili e terza neoplasia più frequente nelle donne tra i 50/70 anni). In Italia le stime indicano attualmente 122.600 donne che vivono dopo una diagnosi di tumore del collo dell’utero, ed una mortalità stimata per il 2021 di 3.100 decessi. Tutto ciò, nonostante la sopravvivenza a 5 anni sia passata dal 77% nel 2017 al 79% nel 2020. Già di per sé il carcinoma endometriale presenta limitate opzioni di trattamento ed una prognosi sfavorevole ma nel caso di questo fenotipo le pazienti in progressione, dopo la chemioterapia, si trovano senza alternative terapeutiche. Ma per ottenere il miglior risultato clinico in appropriatezza e senza spreco di risorse da questa terapia, secondo le evidenze emerse dagli studi clinici registrativi, la selezione della popolazione target deve avvenire attraverso un test di valutazione eseguito con la tecnica di sequenziamento NGS. Così seppure ogni anno in Italia vi sia una incidenza di circa 8.300 nuovi casi prevalentemente in donne tra i 50 e i 65 anni, le stime ottenibili attraverso una proiezione dei dati registrativi sulla popolazione target selezionata dal test e da trattare con questa nuova terapia presentano numeriche notevolmente inferiori. Motore Sanità intende promuovere dei tavoli di discussione a livello delle principali regioni Italiane che analizzando l’attuale cambio di scenario nelle opportunità di cura di questo tumore possano generare idee e buone pratiche per garantire un accesso rapido alle terapie più efficaci ed ai test necessari, mantenendo appropriatezza senza sprechi di risorse. L'articolo DEGENARAZIONE MACULARE SENILE ESSUDATIVA – TORINO proviene da Motoresanità.it. Read More
PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – CAMPANIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmoplantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è quindi un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5.  Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12)  che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti. L'articolo DEGENARAZIONE MACULARE
10­­th EIEM CONFERENCE – EXERCISE IS MEDICINE – PADOVA 2022
Archivi Eventi - Motoresanità.it Di seguito le istruzioni per procedere con l’effettiva registrazione e l’acquisto dei biglietti. – BONIFICO BANCARIO
IT18Y0306909606100000072652
Intestatario: PANACEA SCS
Per favore riporti i seguenti dati:
Nome e cognome:
Indirizzo email:
Indirizzo di residenza:
Codice fiscale: – PAYPAL
I pagamenti online saranno disponibili dal 30 Settembre al seguente sito:
https://events.zoom.us/e/view/mZlbD6cmSyymzaPxtq3wmw
Per favore riportati i seguenti dati:
Nome e cognome:
Indirizzo email:
Indirizzo di residenza:
Codice fiscale: Ulteriori dettagli sono disponibili al sito:
https://exerciseismedicine.it/ Biglietto standard 150,00€.
Prezzo speciale per studenti, Medici in Formazione Specialistica, iscritti a EIM Italy e partecipanti da remoto (via zoom) 100,00€.
Per ottenere in crediti ECM è necessario partecipare in presenza e per almeno il 90% della durata delle sessioni. SITO DELL’EVENTO:
Giardino Botanico
Via Orto Botanico, 15, 35123 Padova PD, Italy
https://www.ortobotanicopd.it/en   ADDITIONAL INFORMATION FOR ITALIAN HEALTHCARE PROFESSIONALS ATTENDING THE CONFERENCE   L’EVENTO E’ APERTO PER N. 150 ISCRITTI PER TUTTE LE CATEGORIE PROFESSIONALI N 2.1 CREDITI ECM per la giornata del 29 Ottobre Ai fini dell’attestazione dei crediti ECM è necessaria: la partecipazione in presenza degli iscritti, al 90% dell’intera durata delle attività formative, con verifica tramite firma di frequenza in entrata e in uscita;
la compilazione e restituzione alla segreteria della scheda di valutazione/gradimento e della scheda anagrafica. Provider id. 1884 – Dipartimento di Medicina – DIMED Palasanità – Stanza n. 46  Tel. 049.8218689-8793 Email: providerecm.dimed@unipd.it  L'articolo SALUTE MENTALE COME SUPERARE LO STIGMA IN SANITÀ proviene da Motoresanità.it. Read More
SALUTE MENTALE COME SUPERARE LO STIGMA IN SANITÀ
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’Emilia Romagna spende per la salute mentale il 3.6% del Fondo Sanitario Regionale, pari a 285 milioni di euro, mentre la spesa media nazionale è del 2,9%. Ma le conseguenze del persistere dello stigma, con  stili di vita sbagliati e ritardo nell’accesso alle cure, incidono sulla durata della vita dei pazienti con disturbi psichici, che hanno una mortalità per infarto e tumore 2,6 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Nelle altre regioni probabilmente non andrà meglio e tale preoccupante analisi mette in discussione il concetto di equità ed universalità, principi fondanti del nostro SSN. Da tempo si chiede di riportare la salute mentale al centro dell’agenda di governo, ma nonostante l’impegno di spendere il 5% del fondo sanitario regionale per la psichiatria,  tutte le regioni non stanno ottemperando a quanto sottoscritto nell’accordo stato-regioni. Le soluzioni sono articolate e vanno dal potenziamento dei servizi, a campagne di comunicazione per i cittadini ed ad una formazione adeguata per gli operatori delle altre discipline medico chirurgiche. Per discutere dello stigma in psichiatria e delle conseguenze ed azioni da mettere in atto, Motore Sanità organizza un apposito incontro con gli esperti del settore, i rappresentanti dei cittadini e le istituzioni. L'articolo SALUTE MENTALE COME SUPERARE LO STIGMA IN SANITÀ proviene da Motoresanità.it. Read More
L’AUTOMAZIONE DEL PERCORSO FARMACO IN OSPEDALE E NEL TERRITORIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Sulla spinta delle molte debolezze di sistema sperimentate durante la pandemia, i grandi cambiamenti in atto nel mondo della Sanità, vedono come punto chiave di ripartenza la necessità di una grande e rapida riorganizzazione dei servizi. Uno degli aspetti cruciali di questa riorganizzazione certamente interessa la logistica dei beni sanitari (farmaci, dispositivi, tecnologie informatiche in primis).  La logistica efficace, per definizione stessa, dovrebbe essere caratterizzata dal garantire un elevato livello di accuratezza e sicurezza agli utenti finali, fornendo con rapidi tempi di risposta, le quantità di servizi richiesti nel luogo più congruo e nella condizione appunto più sicura. Tutto ciò con costi sostenibili per il sistema. La pandemia ha dato ancor più evidenza al valore clinico ed economico legato a questi aspetti. La prossimità delle cure, l’home delivery sono argomenti in questa situazione di grande stress per il sistema assistenziale, usciti alla ribalta come elementi da tutti condivisi come prioritari e su cui investire. La logistica del percorso del farmaco ad esempio, ha ricadute dirette sulla qualità dei percorsi clinico assistenziali in termini di prevenzione e gestione degli eventi avversi, sulla standardizzazione dei processi, sulla tracciabilità e l’ottimizzazione dei flussi, sulla riduzione degli sprechi e sul conseguente monitoraggio e controllo della spesa. Per questi aspetti l’implementazione di soluzioni che permettono l’automazione e l’informatizzazione negli ospedali e nel territorio rappresentano una reale opportunità di efficientamento e di sostenibilità dei SSR. Il PNRR contribuirà attraverso la messa a disposizione di ingenti risorse a fare in modo che molti di questi obiettivi fino a poco tempo fa ritenuti chimere, oggi diventino raggiungibili e realizzabili nel breve termine? È un auspicio comune ma serviranno strategie condivise in grado di fornire in ogni territorio le stesse opportunità, magari partendo da quanto di positivo si è già realizzato attraverso buone pratiche. Motore Sanità su queste basi e su questi nodi, intende creare delle occasioni di confronto coinvolgendo i principali attori di sistema per proporre un utilizzo efficace delle risorse. L'articolo L’AUTOMAZIONE DEL PERCORSO FARMACO IN OSPEDALE E NEL TERRITORIO proviene da Motoresanità.it. Read More
SCOMPENSO CARDIACO – L’INNOVAZIONE CHE CAMBIA E SALVA LA VITA DEI MALATI CRONICI – VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Lo scompenso cardiaco colpisce circa 15 milioni in Europa,, con una prevalenza nota dell’1-2% ma oltre il 10% in quelli di età superiore ai 70 anni ed una incidenza pari a 5/1000 all’anno considerando solo popolazione adulta. E’ una patologia cronica con esito fatale nel 50% dei pazienti entro cinque anni dalla diagnosi. Lo scompenso cardiaco in Italia è la causa principale di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni con un impatto non solo clinico, ma anche sociale ed economico molto rilevante (su 1 milione di persone causa di circa 190 mila ricoveri/anno con una spesa di circa 3 miliardi €/annui per l’85% dovuto a ricoveri, e spesa media/paziente oltre 11.800 €/anno). La principale categoria di scompenso cardiaco è quella che valutando la frazione di eiezione (% di sangue che fuoriesce dal cuore ogni volta che si contrae) indica una frazione di eiezione preservata (HFpEF).  Affligge il 50% dei pazienti e si verifica quando il ventricolo sinistro non riesce a contrarsi in maniera adeguata e quindi pompa meno sangue ossigenato. Lo scompenso cardiaco è comunque spesso associato ad altre malattie del sistema cardio-nefro-metabolico come il diabete di tipo 2 e le malattie renali. A causa della natura interconnessa di questi sistemi, il miglioramento di uno può portare effetti positivi in tutti gli altri. Per questi motivi si sono studiati gli effetti della classe degli inibitori selettivi del co-trasportatore renale di sodio e glucosio (SGLT2i), già indicati sia come monoterapia sia in terapia di combinazione in pazienti con diabete di tipo 2 e che hanno dimostrato attraverso numerosi studi RCT di garantire benefici aggiuntivi come la riduzione della pressione arteriosa e dei ricoveri per scompenso(-35%), il rallentamento del declino della funzionalità renale(-39%), la mortalità per tutte le cause (-32%). Sulla base di queste evidenze sono stati impostati numerosi nuovi studi con lo specifico obiettivo di valutarne l’impatto in ambito cardiovascolare indipendentemente dal diabete. In particolare i dati preliminari indicavano come l’effetto degli SGLT2i inibitori si osservasse già nei primi 3 mesi di trattamento, suggerendo un meccanismo non esclusivamente collegato alla riduzione della glicemia. Così si è aperta la strada ad una nuova indicazione che rappresenta una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico sintomatico. Numerose evidenze supportano infatti l’indicazione che questa relativamente nuova classe di farmaci si confermi anche nello scompenso, in grado di migliorare i sintomi, ridurre i ricoveri ospedalieri ma soprattutto la mortalità sia cardiovascolare che totale.  Tali dati quindi di massima rilevanza per la comunità scientifica dovrebbero offrire una nuova opportunità a tutti coloro che si occupano di curare lo scompenso ed ancor prima ai pazienti: salvando vite e aiutando le persone a trascorrere meno tempo in ospedale e più tempo con le proprie famiglie. Sulla base di queste evidenze Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto nelle diverse regioni italiane per favorire una condivisione di idee sulla revisione del disease management per questa importante cronicità, che interessa una ampia fetta di cittadini. L'articolo SCOMPENSO
PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE – SARDEGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Patologie che comportano anemie severe trasfusione-dipendenti, come le mielodisplasie e la beta-talassemia, oltre a condizionare pesantemente la qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti, hanno purtroppo un impatto rilevante sulla loro aspettativa di vita.  Le prime che ogni anno in Italia fanno segnare una incidenza di 3.000 nuovi casi, sono determinate da un difetto della cellula staminale del midollo osseo che produce globuli rossi, bianchi e piastrine. In particolare, in quasi tutti questi pazienti, la riduzione di globuli rossi causa l’anemia che aggravandosi nel tempo, necessita di regolari trasfusioni di sangue e pone il paziente a rischio di ammalarsi di leucemia mieloide acuta. Trattare in modo efficace l’anemia severa trasfusione-dipendente riducendo i rischi di complicanze ad essa associati, è la chiave per migliorare la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. La seconda è una malattia genetica ereditaria, conosciuta anche come anemia mediterranea poiché la variante scoperta per prima fu quella diffusa fra le popolazioni che vivevano nel bacino mediterraneo. È più frequente tra persone di origine italiana, greca, mediorientale, sud-asiatica e africana, e l’Italia è uno dei paesi a più alta prevalenza con circa 7.000 pazienti. Il difetto congenito di produzione dell’emoglobina che la caratterizza, è dovuto a mutazioni nel gene HBB sul cromosoma 11, la cui gravità dipende dalla natura della mutazione, di solito asintomatica nella forma eterozigote ma sintomatica nella omozigote. Se mutati entrambi i 2 geni delle catene beta, si ha la beta talassemia major, che presenta un quadro clinico severo e grave anemia dovuta a globuli rossi molto piccoli (microciti) inadatti a svolgere la loro funzione. I sintomi compaiono già nei primi mesi di vita e se non si interviene con adeguate terapie, le conseguenze possono essere deformazioni ossee, ingrossamento di milza e fegato, problemi di crescita, complicazioni epatiche, endocrine e cardiovascolari. Sino a 50 anni fa la sopravvivenza per i pazienti affetti da questa forma era 10-15 anni, ma la ricerca sta producendo grande innovazione. Attualmente con la possibilità di effettuare la diagnostica prenatale è molto importante, nelle zone endemiche, diagnosticare  i portatori sani, individuare le coppie costituite da due portatori, quindi a rischio di avere figli affetti da Talassemia, fornire tutte le informazioni necessarie , offrire la possibilità di diagnosi prenatale. Tutto ciò consente di evitare la nascita di bimbi affetti da Talassemia, a meno che non sia una precisa scelta della coppia. In entrambe le patologie la sopravvivenza dei pazienti oggi prevede trasfusioni ogni 2-3 settimane e assunzione quotidiana di terapia ferrochelante, che eviti i danni da accumulo/intossicazione di ferro in organi vitali (cuore, fegato e pancreas).  La recente introduzione  di una terapia innovativa, che può influire sia sul consumo di sangue che sul fabbisogno di terapia ferro-chelante,  potrebbe realmente migliorare la vita di questi cittadini, dando nuove speranze alle famiglie: consentirebbe infatti di diminuire, il fabbisogno trasfusionale del 33% nel 70% dei pazienti beta-talassemici gravi, mentre farebbe risultare libero da trasfusioni per circa 2 mesi il 47% di quelli con sindrome mielodisplastica con
IMMUNONCOLOGIA AL FEMMINILE: FOCUS ON CARCINOMA ENDOMETRIALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Il funzionamento del sistema immunitario nel paziente oncologico è da tempo al centro dell’attenzione dei ricercatori. Gli studi in questo campo hanno portato ad evidenziare alcune cause alla base del mancato funzionamento di un sistema immunitario non più in grado di riconoscere e contrastare le cellule neoplastiche da quelle sane. Concentrandosi su queste cause la ricerca ha prodotto negli ultimi 5-6 anni una rapida e dirompente innovazione. Così già oggi ad es°, l’immunoterapia oncologica, si è consolidata in molte tipologie di tumori come nuovo fondamentale approccio terapeutico in grado di portare speranze ai malati. Infatti grazie ai sorprendenti risultati ottenuti inizialmente in quelle forme refrattarie a tutte le terapie disponibili nel melanoma prima, nel polmone e nel rene successivamente, l’impegno nel continuare a far progredire la ricerca verso nuove indicazioni, è oramai uno degli obiettivi comuni per tutti i ricercatori al mondo. Fra queste, un importante e recentissimo sviluppo si è avuto con l’approvazione da parte di FDA ed EMA della prima monoterapia anti-PD-1 da utilizzare nel carcinoma endometriale ricorrente o avanzato nelle pazienti con tumori MSI-mutati in progressione durante o dopo un precedente trattamento con un regime a base di platino.¹ Il cancro dell’endometrio, che si forma nel rivestimento interno dell’utero,  è tra i più frequenti tumori femminili (5/6% di tutti i tumori femminili e terza neoplasia più frequente nelle donne tra i 50/70 anni). In Italia le stime indicano attualmente 122.600 donne che vivono dopo una diagnosi di tumore del collo dell’utero, ed una mortalità stimata per il 2021 di 3.100 decessi. Tutto ciò, nonostante la sopravvivenza a 5 anni sia passata dal 77% nel 2017 al 79% nel 2020. Già di per sé il carcinoma endometriale presenta limitate opzioni di trattamento ed una prognosi sfavorevole ma nel caso di questo fenotipo le pazienti in progressione, dopo la chemioterapia, si trovano senza alternative terapeutiche. Ma per ottenere il miglior risultato clinico in appropriatezza e senza spreco di risorse da questa terapia, secondo le evidenze emerse dagli studi clinici registrativi, la selezione della popolazione target deve avvenire attraverso un test di valutazione eseguito con la tecnica di sequenziamento NGS. Così seppure ogni anno in Italia vi sia una incidenza di circa 8.300 nuovi casi prevalentemente in donne tra i 50 e i 65 anni, le stime ottenibili attraverso una proiezione dei dati registrativi sulla popolazione target selezionata dal test e da trattare con questa nuova terapia presentano numeriche notevolmente inferiori. Motore Sanità intende promuovere dei tavoli di discussione a livello delle principali regioni Italiane che analizzando l’attuale cambio di scenario nelle opportunità di cura di questo tumore possano generare idee e buone pratiche per garantire un accesso rapido alle terapie più efficaci ed ai test necessari, mantenendo appropriatezza senza sprechi di risorse. L'articolo PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE – EMILIA ROMAGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE – EMILIA ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le patologie che comportano anemia severa e trasfusione-dipendenza, come la beta-talassemia e le mielodisplasie, oltre a condizionare pesantemente la qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti, hanno purtroppo un impatto rilevante anche sulla loro aspettativa di vita.  La beta-talassemia è una malattia ereditaria, conosciuta anche come anemia mediterranea poiché descritta per prima fra le popolazioni del bacino mediterraneo è. È più frequente tra persone di origine italiana, greca, mediorientale, sud-asiatica e africana. L’Italia è uno dei paesi a più alta prevalenza con circa 7.000 pazienti. Il difetto congenito di produzione dell’emoglobina che la caratterizza, è dovuto a mutazioni a carico del gene della beta globina. Di solito è asintomatica nella forma eterozigote (portatore sano). Quando invece la mutazione interessa entrambe le copie dei geni beta globinici, si ha la beta talassemia major, che presenta un quadro clinico caratterizzato da anemia severa dovuta al difetto di produzione di  globuli rossi. I sintomi compaiono entro il primo anno di vita e se non si interviene con adeguate terapie (trasfusioni di sangue ogni 2-3 settimane e terapia chelante per la rimozione del ferro in eccesso), compaiono complicanze severe a carico di tutti gli organi ( deformazioni ossee, ingrossamento di milza e fegato, problemi di crescita, complicazioni epatiche, endocrine e cardiovascolari) che limitano fortemente l’aspettativa di vita. In passato, infatti, la sopravvivenza per i pazienti affetti da questa grave patologia non superava l’età adolescenziale. Grazie alla disponibilità di cure appropriate, negli ultimi decenni, l’aspettativa di vita dei pazienti è significativamente aumentata fino a superare i 50 anni. Grazie ai programmi di prevenzione, è possibile inoltre identificare le coppie di portatori sani a rischio di trasmettere la talassemia ai figli e offrire la possibilità di effettuare la diagnostica prenatale.  L’unica terapia curativa per la beta talassemia approvata ad oggi è il trapianto di cellule staminali, che però è riservato ad una minoranza di pazienti che dispongono di donatore compatibile. Negli ultimi anni stiamo assistendo all’accelerazione degli studi sperimentali di terapia genica per la talassemia, e si auspica che nel giro di qualche anno possano aprirsi nuovi orizzonti di cura per queste patologie. Le mielodisplasie ogni anno in Italia fanno segnare una incidenza di 3.000 nuovi casi. Si tratta di patologie che insorgono nell’età adulta, determinate da un difetto della cellula staminale del midollo osseo che produce globuli rossi, bianchi e piastrine. In particolare, in quasi tutti questi pazienti, l’anemia tende ad aggravarsi nel tempo, comportando la necessità di frequenti trasfusioni di sangue e ponendo il paziente a rischio di ammalarsi di leucemia acuta.  Trattare in modo efficace l’anemia trasfusione-dipendente riducendo i rischi di complicanze ad essa associati, è dunque la chiave per migliorare la qualità e l’aspettativa di vita di questi pazienti. La recente approvazione di una terapia innovativa volta a ridurre significativamente il fabbisogno trasfusionale nei pazienti talassemici e in alcune forme di mielodisplasia potrà avere un impatto importante soprattutto in termini di miglioramento della qualità di vita dei pazienti (riduzione del numero di trasfusioni, riduzione
IMMUNONCOLOGIA AL FEMMINILE: FOCUS ON CARCINOMA ENDOMETRIALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Il funzionamento del sistema immunitario nel paziente oncologico è da tempo al centro dell’attenzione dei ricercatori. Gli studi in questo campo hanno portato ad evidenziare alcune cause alla base del mancato funzionamento di un sistema immunitario non più in grado di riconoscere e contrastare le cellule neoplastiche da quelle sane. Concentrandosi su queste cause la ricerca ha prodotto negli ultimi 5-6 anni una rapida e dirompente innovazione. Così già oggi ad es°, l’immunoterapia oncologica, si è consolidata in molte tipologie di tumori come nuovo fondamentale approccio terapeutico in grado di portare speranze ai malati. Infatti grazie ai sorprendenti risultati ottenuti inizialmente in quelle forme refrattarie a tutte le terapie disponibili nel melanoma prima, nel polmone e nel rene successivamente, l’impegno nel continuare a far progredire la ricerca verso nuove indicazioni, è oramai uno degli obiettivi comuni per tutti i ricercatori al mondo. Fra queste, un importante e recentissimo sviluppo si è avuto con l’approvazione da parte di FDA ed EMA della prima monoterapia anti-PD-1 da utilizzare nel carcinoma endometriale ricorrente o avanzato nelle pazienti con tumori MSI-mutati in progressione durante o dopo un precedente trattamento con un regime a base di platino.¹ Il cancro dell’endometrio, che si forma nel rivestimento interno dell’utero,  è tra i più frequenti tumori femminili (5/6% di tutti i tumori femminili e terza neoplasia più frequente nelle donne tra i 50/70 anni). In Italia le stime indicano attualmente 122.600 donne che vivono dopo una diagnosi di tumore del collo dell’utero, ed una mortalità stimata per il 2021 di 3.100 decessi. Tutto ciò, nonostante la sopravvivenza a 5 anni sia passata dal 77% nel 2017 al 79% nel 2020. Già di per sé il carcinoma endometriale presenta limitate opzioni di trattamento ed una prognosi sfavorevole ma nel caso di questo fenotipo le pazienti in progressione, dopo la chemioterapia, si trovano senza alternative terapeutiche. Ma per ottenere il miglior risultato clinico in appropriatezza e senza spreco di risorse da questa terapia, secondo le evidenze emerse dagli studi clinici registrativi, la selezione della popolazione target deve avvenire attraverso un test di valutazione eseguito con la tecnica di sequenziamento NGS. Così seppure ogni anno in Italia vi sia una incidenza di circa 8.300 nuovi casi prevalentemente in donne tra i 50 e i 65 anni, le stime ottenibili attraverso una proiezione dei dati registrativi sulla popolazione target selezionata dal test e da trattare con questa nuova terapia presentano numeriche notevolmente inferiori. Motore Sanità intende promuovere dei tavoli di discussione a livello delle principali regioni Italiane che analizzando l’attuale cambio di scenario nelle opportunità di cura di questo tumore possano generare idee e buone pratiche per garantire un accesso rapido alle terapie più efficaci ed ai test necessari, mantenendo appropriatezza senza sprechi di risorse. L'articolo PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – CAMPANIA proviene da Motoresanità.it. Read More
PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – PUGLIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmoplantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è quindi un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5.  Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12)  che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti. L'articolo PSORIASI: IO
TORINO – IMMUNONCOLOGIA AL FEMMINILE: FOCUS ON CARCINOMA ENDOMETRIALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE Il funzionamento del sistema immunitario nel paziente oncologico è da tempo al centro dell’attenzione dei ricercatori. Gli studi in questo campo hanno portato ad evidenziare alcune cause alla base del mancato funzionamento di un sistema immunitario non più in grado di riconoscere e contrastare le cellule neoplastiche da quelle sane. Concentrandosi su queste cause la ricerca ha prodotto negli ultimi 5-6 anni una rapida e dirompente innovazione. Così già oggi ad es°, l’immunoterapia oncologica, si è consolidata in molte tipologie di tumori come nuovo fondamentale approccio terapeutico in grado di portare speranze ai malati. Infatti grazie ai sorprendenti risultati ottenuti inizialmente in quelle forme refrattarie a tutte le terapie disponibili nel melanoma prima, nel polmone e nel rene successivamente, l’impegno nel continuare a far progredire la ricerca verso nuove indicazioni, è oramai uno degli obiettivi comuni per tutti i ricercatori al mondo. Fra queste, un importante e recentissimo sviluppo si è avuto con l’approvazione da parte di FDA ed EMA della prima monoterapia anti-PD-1 da utilizzare nel carcinoma endometriale ricorrente o avanzato nelle pazienti con tumori MSI-mutati in progressione durante o dopo un precedente trattamento con un regime a base di platino.¹ Il cancro dell’endometrio, che si forma nel rivestimento interno dell’utero,  è tra i più frequenti tumori femminili (5/6% di tutti i tumori femminili e terza neoplasia più frequente nelle donne tra i 50/70 anni). In Italia le stime indicano attualmente 122.600 donne che vivono dopo una diagnosi di tumore del collo dell’utero, ed una mortalità stimata per il 2021 di 3.100 decessi. Tutto ciò, nonostante la sopravvivenza a 5 anni sia passata dal 77% nel 2017 al 79% nel 2020. Già di per sé il carcinoma endometriale presenta limitate opzioni di trattamento ed una prognosi sfavorevole ma nel caso di questo fenotipo le pazienti in progressione, dopo la chemioterapia, si trovano senza alternative terapeutiche. Ma per ottenere il miglior risultato clinico in appropriatezza e senza spreco di risorse da questa terapia, secondo le evidenze emerse dagli studi clinici registrativi, la selezione della popolazione target deve avvenire attraverso un test di valutazione eseguito con la tecnica di sequenziamento NGS. Così seppure ogni anno in Italia vi sia una incidenza di circa 8.300 nuovi casi prevalentemente in donne tra i 50 e i 65 anni, le stime ottenibili attraverso una proiezione dei dati registrativi sulla popolazione target selezionata dal test e da trattare con questa nuova terapia presentano numeriche notevolmente inferiori. Motore Sanità intende promuovere dei tavoli di discussione a livello delle principali regioni Italiane che analizzando l’attuale cambio di scenario nelle opportunità di cura di questo tumore possano generare idee e buone pratiche per garantire un accesso rapido alle terapie più efficaci ed ai test necessari, mantenendo appropriatezza senza sprechi di risorse. L'articolo PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – PUGLIA proviene da Motoresanità.it. Read More
L’AUTOMAZIONE DEL PERCORSO FARMACO IN OSPEDALE E NEL TERRITORIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Sulla spinta delle molte debolezze di sistema sperimentate durante la pandemia, i grandi cambiamenti in atto nel mondo della Sanità, vedono come punto chiave di ripartenza la necessità di una grande e rapida riorganizzazione dei servizi. Uno degli aspetti cruciali di questa riorganizzazione certamente interessa la logistica dei beni sanitari (farmaci, dispositivi, tecnologie informatiche in primis).  La logistica efficace, per definizione stessa, dovrebbe essere caratterizzata dal garantire un elevato livello di accuratezza e sicurezza agli utenti finali, fornendo con rapidi tempi di risposta, le quantità di servizi richiesti nel luogo più congruo e nella condizione appunto più sicura. Tutto ciò con costi sostenibili per il sistema. La pandemia ha dato ancor più evidenza al valore clinico ed economico legato a questi aspetti. La prossimità delle cure, l’home delivery sono argomenti in questa situazione di grande stress per il sistema assistenziale, usciti alla ribalta come elementi da tutti condivisi come prioritari e su cui investire. La logistica del percorso del farmaco ad esempio, ha ricadute dirette sulla qualità dei percorsi clinico assistenziali in termini di prevenzione e gestione degli eventi avversi, sulla standardizzazione dei processi, sulla tracciabilità e l’ottimizzazione dei flussi, sulla riduzione degli sprechi e sul conseguente monitoraggio e controllo della spesa. Per questi aspetti l’implementazione di soluzioni che permettono l’automazione e l’informatizzazione negli ospedali e nel territorio rappresentano una reale opportunità di efficientamento e di sostenibilità dei SSR. Il PNRR contribuirà attraverso la messa a disposizione di ingenti risorse a fare in modo che molti di questi obiettivi fino a poco tempo fa ritenuti chimere, oggi diventino raggiungibili e realizzabili nel breve termine? È un auspicio comune ma serviranno strategie condivise in grado di fornire in ogni territorio le stesse opportunità, magari partendo da quanto di positivo si è già realizzato attraverso buone pratiche. Motore Sanità su queste basi e su questi nodi, intende creare delle occasioni di confronto coinvolgendo i principali attori di sistema per proporre un utilizzo efficace delle risorse. L'articolo PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – PUGLIA proviene da Motoresanità.it. Read More
MITRACLIP – PRESENTE E FUTURO DI UNA  TERAPIA MINI-INVASIVA PER L’INSUFFICIENZA MIOCARDICA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE L’Insufficienza Mitralica (IM), o Rigurgito Mitralico, è la valvulopatia più comune nei paesi occidentali e la sua prevalenza cresce fortemente con l’età. Infatti si stima che oggi, circa il 10% delle persone di età superiore a 75 anni sia affetta da IM almeno moderata che, se non trattata, può portare allo Scompenso Cardiaco con conseguente diminuzione della sopravvivenza. Numerosi studi hanno dimostrato che i pazienti con IM moderata – severa presentano una mortalità statisticamente più elevata rispetto ai quelli con grado lieve, un’incidenza di re-ospedalizzazione dell’80% superiore rispetto a pazienti con gradi minori di IM nonché una riduzione della qualità della vita.  Le linee guida – sia delle società americane ACC/AHA, sia europee ESC – raccomandano il trattamento cardio-chirurgico per i pazienti con forme severe di IM ma nonostante tali indicazioni, circa il 50% dei pazienti sintomatici sofferenti di IM severa non viene sottoposta ad intervento. Da più di 10 anni è disponibile una procedura mini-invasiva innovativa, il sistema MitraClip (Abbott Vascular, Abbott Park, Illinois, USA), dispositivo medico che consente la riparazione per via transcatetere della valvola mitrale.  MitraClip è una tecnologia basata su un approccio con accesso percutaneo e rappresenta una valida alternativa terapeutica nei pazienti sintomatici con IM ad alto rischio operatorio in cui la terapia medica tradizionale non è più sufficiente. La procedura consiste nell’inserimento di una “clip” sui lembi della valvola mitrale in corrispondenza dell’origine del rigurgito attraverso un approccio per via transcatetere, risalendo la vena femorale fino al cuore. Il paziente candidato alla riparazione transcatetere della valvola mitrale viene preso in carico dall’Heart Team della struttura sanitaria di riferimento composto da più specialisti tra cui Cardiologo Clinico, Cardiologo Interventista, Ecocardiografista, Cardiochirurgo, Anestesista e team infermieristico.  Le prove di efficacia e sicurezza di MitraClip derivano da più di 1.000 pubblicazioni e più di 150.000 pazienti trattati nel mondo e indicano una riduzione della mortalità, una riduzione dei ricoveri per scompenso cardiaco e il miglioramento della qualità di vita.  Inoltre, è stato dimostrato che la riparazione con MitraClip è costo – efficace soprattutto grazie alla riduzione delle re-ospedalizzazioni.  CERGAS Bocconi, dopo aver pubblicato la prima analisi di costo-efficacia su Mitraclip – basata su dati real world italiani nel 2016 – ha di recente adattato un modello di budget impact e ha sviluppato un esercizio di value-based planning relativo sia al contesto italiano, che al regionale lombardo, dimostrando l’impatto economico favorevole per il Sistema Sanitario generato da una maggiore diffusione della procedura transcatetere con MitraClip nella popolazione target.  Motore Sanità, alla luce dell’importanza dei risultati ottenuti, organizza un evento che coinvolge i Clinici e Direttori delle strutture sanitarie lombarde, le Istituzioni regionali e i rappresentanti dei pazienti. L’obiettivo è quello di avviare il dibattito sull’implementazione delle strategie e sulle azioni concrete che il Sistema Sanitario Lombardo può mettere in campo per garantire ai pazienti un accesso tempestivo e appropriato a questa terapia transcatetere, garantendo al contempo la sostenibilità del SSR attraverso un’adeguata programmazione. Questo dibattito inoltre si colloca in un momento storico molto
FOCUS ON ALFA- MANNOSIDOSI – EVENTO ECM
Archivi Eventi - Motoresanità.it Accreditamento ECM-Agenas: 604- 357121 Tipologia: RESIDENZIALE Medici Chirurghi (MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE; NEUROLOGIA; PEDIATRIA), DIREZIONE MEDICA DI PRESIDIO OSPEDALIERO La durata dell’evento è di 2 ore formativa, per un totale di 2 crediti ECM. REGISTRAZIONE E ACCESSO: IMPORTANTE: Per aver diritto al questionario l’iscrizione al corso dovrà avvenire tramite: https://fad.summeet.it  prima dell’inizio dello stesso ISTRUZIONI: In caso di primo accesso al sito compilare il form di creazione utente (da “REGISTRAZIONE”);
In caso di utente già registrato al sito accedere con le proprie credenziali (Username e Password);
Trovare il corso attraverso la funzione cerca, inserendo codice ECM;
Iscriversi al corso prima dell’inizio dell’evento;
Alla conclusione del meeting, effettuando nuovamente l’accesso sulla piattaforma, fare clic su “Test di verifica dell’apprendimento”disponibile;
Sulla pagina dell’evento per compilare il questionario ecm;
Il test può essere effettuato SOLTANTO UNA VOLTA e sarà considerato superato al corretto completamento del 75% dei quesiti proposti;
Subito dopo sarà possibile compilare il questionario sulla qualità percepita. IMPORTANTE: Per avere diritto ai crediti ECM, tale procedura andrà completata entro 72 ore dalla conclusione del corso. RAZIONALE SCIENTIFICO L’alfa-mannosidosi viene classificata come una malattia rara compresa nella categoria delle patologie da accumulo lisosomiale, alla cui base si riscontra una mutazione di uno o più geni che codificano per diverse proteine presenti nel lisosoma, che, non degradando accuratamente alcune macromolecole ne provocano l’accumulo patologico all’interno della cellula. Dal punto di vista del quadro sintomatologico, l’alfa-mannosidosi si può presentare in varie forme, da quella più aggressiva, con manifestazioni prevalentemente neurologiche, a quelle più attenuate, con disturbi che coinvolgono soprattutto la sfera muscolare, articolare e scheletrica. Le manifestazioni dell’alfa-mannosidosi variano da paziente a paziente, ma la malattia è essenzialmente caratterizzata da immunodeficienza (che si manifesta con infezioni ricorrenti, specialmente nella prima decade di vita), anomalie scheletriche (disostosi multipla, scoliosi e deformazione dello sterno), dismorfismi facciali (testa grande con fronte prominente, sopracciglia arrotondate, sella nasale piatta, macroglossia, denti distanziati e prognatismo), sordità neurosensoriale e deficit graduale delle funzioni mentali (con possibile sviluppo di psicosi e allucinazioni) e del linguaggio. I disturbi motori correlati comprendono debolezza muscolare, anomalie osteo-articolari e atassia. Ulteriori sintomi includono idrocefalia, epatosplenomegalia e problemi oculari, renali e cardiaci. L’alfa-mannosidosi colpisce circa un neonato ogni 500.000. La malattia ha la potenzialità di colpire qualsiasi apparato e organo: per tale motivo, è essenziale una presa in carico multidisciplinare in cui sia previsto un coordinamento tra gli specialisti che hanno in cura il paziente. Ad oggi, le persone che ricevono una diagnosi di alfa-mannosidosi hanno la possibilità di accedere a una terapia enzimatica specifica in cui viene reintegrato l’enzima mancante, con l’obiettivo di ridurre il dannoso accumulo di sostanze che si osserva a livello lisosomiale. Attualmente, non sono ancora disponibili molte evidenze circa il vantaggio di una terapia precoce nell’alfa-mannosidosi; tuttavia, le informazioni provenienti da studi effettuati su altre patologie da accumulo lisosomiale mostrano una correlazione positiva tra la precocità della terapia e misure come la sopravvivenza e la qualità della vita. Per questo motivo, nel prossimo futuro, diverrà essenziale puntare a
STATO DELL’ARTE DELLA TELEMEDICINA: IL CASO DELLA REUMATOLOGIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE  Di fronte al cambiamento che il SSN si appresta a vivere nei prossimi mesi di post pandemia e di potenziale ottimizzazione degli strumenti dovuti al PNRR, è necessario fornire indicazioni chiare a pazienti ed operatori anche riguardo agli strumenti di medicina digitale nel rispetto delle norme sulla riservatezza del dato e in accordo con lo sviluppo del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). È pertanto doveroso utilizzare i mezzi telematici più moderni che consentano l’introduzione, a tutti i livelli, della TeleMedicina/Medicina Digitale che va intesa non come sostitutiva delle attività e responsabilità proprie del reumatologo ma come supporto alla sua professionalità e che garantisca un percorso di cura sicuro ed efficiente, ottimizzando l’impiego delle risorse e rafforzando la collaborazione tra i diversi operatori sanitari e centri prescrittori. Il Patto per la Salute 2019 – 2021 riporta, peraltro, tra i suoi obiettivi il potenziamento dell’assistenza domiciliare, semiresidenziale e residenziale, anche nell’ottica di dare piena attuazione al Piano Nazionale delle Cronicità. Un obiettivo, questo, che la SIR condivide a pieno e ritiene possa essere meglio raggiunto attraverso l’utilizzo di strumenti di TeleMedicina per consentire il recupero della comunicazione tra paziente, medico specialista e medico di medicina generale Per tali motivi, prima in Italia tra le Società scientifiche, la SIR si è resa promotrice di una piattaforma validata secondo le linee guida della Commissione TeleMedicina del Ministero della Salute, strutturata allo scopo di realizzare “l’Ambulatorio Virtuale Reumatologico”. Non si tratta della ennesima cartella clinica elettronica, ma di un sistema informatizzato, interoperabile, che garantisce la facilità di contatti tra malato, il medico di medicina generale e lo specialista reumatologo. Tale struttura “virtuale” consiste in una piattaforma Web di TeleMedicina, denominata iARPlus, che abilita i pazienti alla fruizione, ed i professionisti all’erogazione, di una serie di servizi, nel pieno rispetto delle certificazioni richieste (firma elettronica avanzata; conformità dell’intera piattaforma alle norme sulla protezione dei dati, trasmissione e visualizzazione delle immagini in formato DICOM, un servizio di video-visita certificato). L’importante sarà verificare il parametro della compatibilità delle piattaforme utilizzate con le diverse piattaforme in uso nelle diverse regioni; bisogna infatti assicurare il funzionamento e l’interoperabilità tra i sistemi e flussi di informazioni. Fondamentale sarà inoltre la formazione del personale medico e non preposto all’utilizzo di tali strumenti, a tal fine durante il webinar si confronteranno alcune tra le esperienze più consolidate già messe in atto. L'articolo ONCONNECTION – PARALLELA – STATI GENERALI – NORD OVEST (PIEMONTE, LIGURIA E LOMBARDIA) proviene da Motoresanità.it. Read More
SUMMER SCHOOL 2022 – SESSIONE MONDOSANITÀ – 23 Settembre
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le grandi sfide a cui siamo andati incontro in questo ultimo biennio hanno cambiato il mondo, facendo comprendere come la salute sia un impegno globale che va sostenuto con più risorse e più energia. E nessuno si sarebbe aspettato poi che in uno scenario di guerra causata dal virus SARS-CoV-2, già di per sé così complesso, riapparisse lo spettro di una guerra folle, una guerra fratricida combattuta in Europa da uomini. Dobbiamo cambiare, tutti siamo d’accordo su questo, occorre però per questo riportare l’attenzione su una ripartenza difficile che richiederà azioni rapide e concrete da mettere in campo. Le prospettive demografiche ed epidemiologiche continueranno ad avere intuibili conseguenze sull’assistenza socio-sanitaria a causa del numero elevato di nuovi malati e nuovi malati cronici. In tutto questo la notizia positiva è che non solo la scienza non si è fermata, ma anzi ha prodotto una innovazione straordinaria che deve però essere supportata da una analoga velocità del sistema di recepirla e metterla a terra in modo uniforme. E non è più il momento di aspettare, adesso è il momento di fare, di cambiare e riprogrammare: se è stato compreso che il fattore prognostico a più alto impatto è il modello organizzativo da rinnovare e sono state finalmente messe a disposizione risorse adeguate attraverso il PNRR, cosa vogliamo ancora attendere? Abbattiamo le barriere professionali, formiamo gli operatori per essere efficaci in questo scenario di cambiamento, diamo contenuti condivisi alle nuove strutture a supporto del territorio, rivediamo il ruolo di una rete ospedaliera che dovrà rimanere snodo chiave della assistenza sanitaria, diamo concretezza all’idea condivisa ormai da tutti di passare in Sanità dal concetto di costo a quello di investimento ed in tema di innovazione è necessario costruire strumenti/percorsi che impongano il concetto di valore trasversale a tutti gli attuali modelli organizzativi. Buone leggi e buone nuove regole sono scritte e si stanno scrivendo, la legge sulle malattie rare, le nuove Note AIFA, i diversi piani nazionali (PNC, PNCAR, PNAIDS, PNEV) ne sono un esempio. Mettendo al centro il lavoro delle nostre Aziende sanitarie, dei nostri professionisti, delle strutture accreditate, delle aziende farmaceutiche e tecnologiche. Ma poniamoci alcune domande: a quanti modelli messi in campo corrispondono già percorsi assistenziali operativi, applicati, adeguati alle nuove tecnologie messe a disposizione dalla ricerca (farmaci, devices, strumenti informatici)? Quanti sono diventati strutturali cessata l’emergenza pandemica? Come passare dai numeri di nuove strutture previste dal PNRR a contenuti in linea con i nuovi bisogni di salute? Il PNRR con le riforme scritte e le risorse disponibili riuscirà ad alimentare le carenze di personale che stanno portando al collasso il sistema? Riusciremo ad uscire da una logica troppo legata agli interessi delle singole categorie professionali? L’aggiornamento e la formazione tra pari può essere sviluppata e rappresentare una forte start up organizzativa. In questi tre giorni si susseguiranno sessioni formative focalizzate su digitalizzazione in sanità e politiche delle risorse umane, con al centro il benessere organizzativo, in collaborazione con Fiaso. Su questi grandi temi che
ONCONNECTION – PARALLELA – STATI GENERALI – NORD OVEST (PIEMONTE, LIGURIA E LOMBARDIA)
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ Programma RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 2021 Motore Sanità ha svolto un percorso ambizioso che è stato generatore di idee per l’oncologia, i malati di cancro e le loro famiglie: ONCOnnection, le reti oncologiche al servizio dei pazienti. L’ambizione stava nel dare voce a tutti, tutte le anime di questo complesso mondo: cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, tecnici della programmazione regionale e nazionale, politici, giornalisti, economisti sanitari e industria. Da febbraio a ottobre abbiamo prodotto 7 eventi, 7 tavoli aperti su altrettanti temi di oncologia con un comune denominatore: senza gioco di squadra il cancro non si vince. Il percorso si è concluso, meglio si è riaperto, in un volume dedicato del magazine Mondosanità. I principali temi emersi sono: Sul Territorio è necessario fare prevenzione. La prevenzione è un pilastro per la Salute di tutti noi ed è  solo grazie alla prevenzione che molte patologie sono precocemente diagnosticabili e curabili;
Dobbiamo informare e comunicare sui corretti stili di vita;
Oggi prevenire alcune patologie è più semplice perché disponiamo di strumenti tecnologici di più facile utilizzo e alla portata di tutti, ma la pandemia ha interrotto i programmi di screening ed è quindi necessario recuperare il tempo ed i cittadini/pazienti perduti;
L’Oncologia è un settore ad altissima innovazione diagnostica e terapeutica, spesso dirompente, che necessita di un sistema di programmazione delle risorse completamente nuovo che vada di pari passo con i cambiamenti imposti dall’innovazione stessa;
Compito di ogni servizio sanitario regionale è cercare di costruire sistemi di governance in grado di garantire l’accesso all’innovazione riconosciuta dagli enti regolatori Nazionali delineando linee di intervento chiare dal punto di vista organizzativo (da qui la struttura delle reti oncologiche e/o al loro interno di reti più specifiche ad esempio breast) ed amministrativo per la allocazione e rendicontazione dei flussi di spesa;
In attesa di superare il sistema di finanziamento attuale strutturato per silos di spesa, recentemente vi è stata una revisione del fondo farmaci innovativi, con una implementazione importante. Le diverse soluzioni attuate sono le basi per un confronto e per riprodurre le buone pratiche. Ogni regione infatti ha cercato di organizzare la rendicontazione amministrativa di questo capitolo di spesa, facilitando la gestione che è a tutti gli effetti a prevalenza nazionale,  piuttosto che regionale o addirittura aziendale;
Oncologia ed Oncoematologia rappresentano aree in cui la medicina personalizzata, la cosiddetta target therapy ha raggiunto l’apice applicativo. Dall’immunoncologia ai primi farmaci agnostici recentemente introdotti, alle numerose terapie target efficaci nelle molteplici  mutazioni  tumorali, la  ricerca  sta  portando  alla  luce  una  quantità  di  conoscenze  tali  per  cui  è chiaro che la profilazione genomica sarà elemento cardine in continua evoluzione, su cui si svilupperà la medicina del futuro. Ma nonostante la consapevolezza di tutto ciò, il trasferimento nel real world di queste conoscenze e degli strumenti tecnici ed organizzativi adeguati per gestirle è  rallentato da difficoltà burocratiche;
Permangono a livello istituzionale, nazionale e regionale, elementi di incertezza sul budget dedicato ai TEST da eseguire che sono necessari per impostare terapie e percorsi di cura appropriati. La
LA LEGGE GELLI-BIANCO E IL RUOLO E LE RESPONSABILITÀ NELL’AMBITO DELL’OSPEDALITÀ PRIVATA IN PIEMONTE – TORINO
Archivi Eventi - Motoresanità.it La legge  n. 24/2017, conosciuta anche come Legge Gelli-Bianco si propone di superare le incertezze interpretative causate dalla precedente L. n. 189/2012, ridefinendo i confini della responsabilità del sanitario e operando un bilanciamento tra diritti in capo al medico e al paziente. In ambito penale fondamentale è l’introduzione dell’art. 590-sexies c.p., che prevede una causa di non punibilità per il medico che, nella sua condotta, abbia rispettato le linee guida (elaborate da enti e istituzioni iscritti in un elenco gestito dal Ministero) o le buone pratiche clinico-assistenziali che risultino adeguate alla specificità del caso concreto, mentre dal punto di vista della responsabilità civile, riguarda la determinazione legislativa della natura della responsabilità del medico e della struttura ospedaliera . Nel caso della struttura sanitaria, la legge parla di responsabilità contrattuale. Si tratta di un’affermazione che fa riferimento al contratto atipico di spedalità, che il paziente concluderebbe con la struttura al momento del ricovero. Trattandosi di un contratto a contenuto ampio e complesso, includente prestazioni di assistenza e obblighi di protezione, già prima della Legge Gelli era stato affermato che in caso di comportamento negligente o colposo del medico ne rispondesse anche l’ospedale o la clinica. Per quanto riguarda il singolo medico, invece, l’art. 7 della Legge Gelli prevede che egli risponda dei danni eventualmente cagionati al paziente a titolo di responsabilità extracontrattuale. Tuttavia, la norma si premura di escludere la responsabilità extracontrattuale del medico nei casi in cui la prestazione sanitaria sia eseguita in costanza di un rapporto contrattuale con il paziente. Le prestazioni intramoenia, invece, rimangono nell’ambito della responsabilità extracontrattuale, ma le strutture sanitarie risponderanno sempre a titolo contrattuale. L’aver stabilito una responsabilità extracontrattuale in capo al medico, rende di sicuro maggiormente gravosa la proposizione di azioni da parte dei pazienti, posto il termine di prescrizione quinquennale che caratterizza tale responsabilità e la necessità di provare anche tutti gli elementi della fattispecie (condotta, danno, nesso di causa ed elemento soggettivo).  Al fine di evitare il dilagare della c.d. medicina difensiva, il legislatore ha voluto rendere più difficile agire contro il medico, dando in cambio la possibilità di chiedere sempre il risarcimento a titolo contrattuale alle strutture sanitarie. Contrappeso a questo sistema è l’azione di rivalsa esercitabile, da parte degli istituti, nei confronti del medico, ma solo in caso di dolo o colpa grave ed entro un anno dal pagamento del risarcimento al paziente. In questo quadro assumono un ruolo centrale le assicurazioni, di cui gli istituti devono obbligatoriamente dotarsi a copertura del rischio per i danni cagionati dal personale, a qualunque titolo esso operi, poi, il paziente che abbia subìto un danno ha azione diretta nei confronti dell’impresa di assicurazioni, con obbligo però di citare anche la struttura sanitaria o il medico responsabile, ma non si potrà agire in giudizio senza prima aver esperito un tentativo di conciliazione o in alternativa, un accertamento tecnico preventivo di con una consulenza tecnica di un collegio di medici (cfr. art. 15), che cercheranno anche di conciliare le parti. In
SUMMER SCHOOL 2022 – SESSIONE MOTORESANITÀ – 22 Settembre
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le grandi sfide a cui siamo andati incontro in questo ultimo biennio hanno cambiato il mondo, facendo comprendere come la salute sia un impegno globale che va sostenuto con più risorse e più energia. E nessuno si sarebbe aspettato poi che in uno scenario di guerra causata dal virus SARS-CoV-2, già di per sé così complesso, riapparisse lo spettro di una guerra folle, una guerra fratricida combattuta in Europa da uomini. Dobbiamo cambiare, tutti siamo d’accordo su questo, occorre però per questo riportare l’attenzione su una ripartenza difficile che richiederà azioni rapide e concrete da mettere in campo. Le prospettive demografiche ed epidemiologiche continueranno ad avere intuibili conseguenze sull’assistenza socio-sanitaria a causa del numero elevato di nuovi malati e nuovi malati cronici. In tutto questo la notizia positiva è che non solo la scienza non si è fermata, ma anzi ha prodotto una innovazione straordinaria che deve però essere supportata da una analoga velocità del sistema di recepirla e metterla a terra in modo uniforme. E non è più il momento di aspettare, adesso è il momento di fare, di cambiare e riprogrammare: se è stato compreso che il fattore prognostico a più alto impatto è il modello organizzativo da rinnovare e sono state finalmente messe a disposizione risorse adeguate attraverso il PNRR, cosa vogliamo ancora attendere? Abbattiamo le barriere professionali, formiamo gli operatori per essere efficaci in questo scenario di cambiamento, diamo contenuti condivisi alle nuove strutture a supporto del territorio, rivediamo il ruolo di una rete ospedaliera che dovrà rimanere snodo chiave della assistenza sanitaria, diamo concretezza all’idea condivisa ormai da tutti di passare in Sanità dal concetto di costo a quello di investimento ed in tema di innovazione è necessario costruire strumenti/percorsi che impongano il concetto di valore trasversale a tutti gli attuali modelli organizzativi. Buone leggi e buone nuove regole sono scritte e si stanno scrivendo, la legge sulle malattie rare, le nuove Note AIFA, i diversi piani nazionali (PNC, PNCAR, PNAIDS, PNEV) ne sono un esempio. Mettendo al centro il lavoro delle nostre Aziende sanitarie, dei nostri professionisti, delle strutture accreditate, delle aziende farmaceutiche e tecnologiche. Ma poniamoci alcune domande: a quanti modelli messi in campo corrispondono già percorsi assistenziali operativi, applicati, adeguati alle nuove tecnologie messe a disposizione dalla ricerca (farmaci, devices, strumenti informatici)? Quanti sono diventati strutturali cessata l’emergenza pandemica? Come passare dai numeri di nuove strutture previste dal PNRR a contenuti in linea con i nuovi bisogni di salute? Il PNRR con le riforme scritte e le risorse disponibili riuscirà ad alimentare le carenze di personale che stanno portando al collasso il sistema? Riusciremo ad uscire da una logica troppo legata agli interessi delle singole categorie professionali? L’aggiornamento e la formazione tra pari può essere sviluppata e rappresentare una forte start up organizzativa. In questi tre giorni si susseguiranno sessioni formative focalizzate su digitalizzazione in sanità e politiche delle risorse umane, con al centro il benessere organizzativo, in collaborazione con Fiaso. Su questi grandi temi che
SUMMER SCHOOL – SESSIONE MONDOSANITÀ – 22 Settembre
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le grandi sfide a cui siamo andati incontro in questo ultimo biennio hanno cambiato il mondo, facendo comprendere come la salute sia un impegno globale che va sostenuto con più risorse e più energia. E nessuno si sarebbe aspettato poi che in uno scenario di guerra causata dal virus SARS-CoV-2, già di per sé così complesso, riapparisse lo spettro di una guerra folle, una guerra fratricida combattuta in Europa da uomini. Dobbiamo cambiare, tutti siamo d’accordo su questo, occorre però per questo riportare l’attenzione su una ripartenza difficile che richiederà azioni rapide e concrete da mettere in campo. Le prospettive demografiche ed epidemiologiche continueranno ad avere intuibili conseguenze sull’assistenza socio-sanitaria a causa del numero elevato di nuovi malati e nuovi malati cronici. In tutto questo la notizia positiva è che non solo la scienza non si è fermata, ma anzi ha prodotto una innovazione straordinaria che deve però essere supportata da una analoga velocità del sistema di recepirla e metterla a terra in modo uniforme. E non è più il momento di aspettare, adesso è il momento di fare, di cambiare e riprogrammare: se è stato compreso che il fattore prognostico a più alto impatto è il modello organizzativo da rinnovare e sono state finalmente messe a disposizione risorse adeguate attraverso il PNRR, cosa vogliamo ancora attendere? Abbattiamo le barriere professionali, formiamo gli operatori per essere efficaci in questo scenario di cambiamento, diamo contenuti condivisi alle nuove strutture a supporto del territorio, rivediamo il ruolo di una rete ospedaliera che dovrà rimanere snodo chiave della assistenza sanitaria, diamo concretezza all’idea condivisa ormai da tutti di passare in Sanità dal concetto di costo a quello di investimento ed in tema di innovazione è necessario costruire strumenti/percorsi che impongano il concetto di valore trasversale a tutti gli attuali modelli organizzativi. Buone leggi e buone nuove regole sono scritte e si stanno scrivendo, la legge sulle malattie rare, le nuove Note AIFA, i diversi piani nazionali (PNC, PNCAR, PNAIDS, PNEV) ne sono un esempio. Mettendo al centro il lavoro delle nostre Aziende sanitarie, dei nostri professionisti, delle strutture accreditate, delle aziende farmaceutiche e tecnologiche. Ma poniamoci alcune domande: a quanti modelli messi in campo corrispondono già percorsi assistenziali operativi, applicati, adeguati alle nuove tecnologie messe a disposizione dalla ricerca (farmaci, devices, strumenti informatici)? Quanti sono diventati strutturali cessata l’emergenza pandemica? Come passare dai numeri di nuove strutture previste dal PNRR a contenuti in linea con i nuovi bisogni di salute? Il PNRR con le riforme scritte e le risorse disponibili riuscirà ad alimentare le carenze di personale che stanno portando al collasso il sistema? Riusciremo ad uscire da una logica troppo legata agli interessi delle singole categorie professionali? L’aggiornamento e la formazione tra pari può essere sviluppata e rappresentare una forte start up organizzativa. In questi tre giorni si susseguiranno sessioni formative focalizzate su digitalizzazione in sanità e politiche delle risorse umane, con al centro il benessere organizzativo, in collaborazione con Fiaso. Su questi grandi temi che
SUMMER SCHOOL 2022 – SESSIONE MOTORESANITÀ – 23 Settembre
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le grandi sfide a cui siamo andati incontro in questo ultimo biennio hanno cambiato il mondo, facendo comprendere come la salute sia un impegno globale che va sostenuto con più risorse e più energia. E nessuno si sarebbe aspettato poi che in uno scenario di guerra causata dal virus SARS-CoV-2, già di per sé così complesso, riapparisse lo spettro di una guerra folle, una guerra fratricida combattuta in Europa da uomini. Dobbiamo cambiare, tutti siamo d’accordo su questo, occorre però per questo riportare l’attenzione su una ripartenza difficile che richiederà azioni rapide e concrete da mettere in campo. Le prospettive demografiche ed epidemiologiche continueranno ad avere intuibili conseguenze sull’assistenza socio-sanitaria a causa del numero elevato di nuovi malati e nuovi malati cronici. In tutto questo la notizia positiva è che non solo la scienza non si è fermata, ma anzi ha prodotto una innovazione straordinaria che deve però essere supportata da una analoga velocità del sistema di recepirla e metterla a terra in modo uniforme. E non è più il momento di aspettare, adesso è il momento di fare, di cambiare e riprogrammare: se è stato compreso che il fattore prognostico a più alto impatto è il modello organizzativo da rinnovare e sono state finalmente messe a disposizione risorse adeguate attraverso il PNRR, cosa vogliamo ancora attendere? Abbattiamo le barriere professionali, formiamo gli operatori per essere efficaci in questo scenario di cambiamento, diamo contenuti condivisi alle nuove strutture a supporto del territorio, rivediamo il ruolo di una rete ospedaliera che dovrà rimanere snodo chiave della assistenza sanitaria, diamo concretezza all’idea condivisa ormai da tutti di passare in Sanità dal concetto di costo a quello di investimento ed in tema di innovazione è necessario costruire strumenti/percorsi che impongano il concetto di valore trasversale a tutti gli attuali modelli organizzativi. Buone leggi e buone nuove regole sono scritte e si stanno scrivendo, la legge sulle malattie rare, le nuove Note AIFA, i diversi piani nazionali (PNC, PNCAR, PNAIDS, PNEV) ne sono un esempio. Mettendo al centro il lavoro delle nostre Aziende sanitarie, dei nostri professionisti, delle strutture accreditate, delle aziende farmaceutiche e tecnologiche. Ma poniamoci alcune domande: a quanti modelli messi in campo corrispondono già percorsi assistenziali operativi, applicati, adeguati alle nuove tecnologie messe a disposizione dalla ricerca (farmaci, devices, strumenti informatici)? Quanti sono diventati strutturali cessata l’emergenza pandemica? Come passare dai numeri di nuove strutture previste dal PNRR a contenuti in linea con i nuovi bisogni di salute? Il PNRR con le riforme scritte e le risorse disponibili riuscirà ad alimentare le carenze di personale che stanno portando al collasso il sistema? Riusciremo ad uscire da una logica troppo legata agli interessi delle singole categorie professionali? L’aggiornamento e la formazione tra pari può essere sviluppata e rappresentare una forte start up organizzativa. In questi tre giorni si susseguiranno sessioni formative focalizzate su digitalizzazione in sanità e politiche delle risorse umane, con al centro il benessere organizzativo, in collaborazione con Fiaso. Su questi grandi temi che
SUMMER SCHOOL -SESSIONE MONDOSANITÀ – 21 Settembre
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le grandi sfide a cui siamo andati incontro in questo ultimo biennio hanno cambiato il mondo, facendo comprendere come la salute sia un impegno globale che va sostenuto con più risorse e più energia. E nessuno si sarebbe aspettato poi che in uno scenario di guerra causata dal virus SARS-CoV-2, già di per sé così complesso, riapparisse lo spettro di una guerra folle, una guerra fratricida combattuta in Europa da uomini. Dobbiamo cambiare, tutti siamo d’accordo su questo, occorre però per questo riportare l’attenzione su una ripartenza difficile che richiederà azioni rapide e concrete da mettere in campo. Le prospettive demografiche ed epidemiologiche continueranno ad avere intuibili conseguenze sull’assistenza socio-sanitaria a causa del numero elevato di nuovi malati e nuovi malati cronici. In tutto questo la notizia positiva è che non solo la scienza non si è fermata, ma anzi ha prodotto una innovazione straordinaria che deve però essere supportata da una analoga velocità del sistema di recepirla e metterla a terra in modo uniforme. E non è più il momento di aspettare, adesso è il momento di fare, di cambiare e riprogrammare: se è stato compreso che il fattore prognostico a più alto impatto è il modello organizzativo da rinnovare e sono state finalmente messe a disposizione risorse adeguate attraverso il PNRR, cosa vogliamo ancora attendere? Abbattiamo le barriere professionali, formiamo gli operatori per essere efficaci in questo scenario di cambiamento, diamo contenuti condivisi alle nuove strutture a supporto del territorio, rivediamo il ruolo di una rete ospedaliera che dovrà rimanere snodo chiave della assistenza sanitaria, diamo concretezza all’idea condivisa ormai da tutti di passare in Sanità dal concetto di costo a quello di investimento ed in tema di innovazione è necessario costruire strumenti/percorsi che impongano il concetto di valore trasversale a tutti gli attuali modelli organizzativi. Buone leggi e buone nuove regole sono scritte e si stanno scrivendo, la legge sulle malattie rare, le nuove Note AIFA, i diversi piani nazionali (PNC, PNCAR, PNAIDS, PNEV) ne sono un esempio. Mettendo al centro il lavoro delle nostre Aziende sanitarie, dei nostri professionisti, delle strutture accreditate, delle aziende farmaceutiche e tecnologiche. Ma poniamoci alcune domande: a quanti modelli messi in campo corrispondono già percorsi assistenziali operativi, applicati, adeguati alle nuove tecnologie messe a disposizione dalla ricerca (farmaci, devices, strumenti informatici)? Quanti sono diventati strutturali cessata l’emergenza pandemica? Come passare dai numeri di nuove strutture previste dal PNRR a contenuti in linea con i nuovi bisogni di salute? Il PNRR con le riforme scritte e le risorse disponibili riuscirà ad alimentare le carenze di personale che stanno portando al collasso il sistema? Riusciremo ad uscire da una logica troppo legata agli interessi delle singole categorie professionali? L’aggiornamento e la formazione tra pari può essere sviluppata e rappresentare una forte start up organizzativa. In questi tre giorni si susseguiranno sessioni formative focalizzate su digitalizzazione in sanità e politiche delle risorse umane, con al centro il benessere organizzativo, in collaborazione con Fiaso. Su questi grandi temi che
SUMMER SCHOOL 2022 – IL PNRR TRA ECONOMIA DI GUERRA  ED INNOVAZIONE DIROMPENTE – SESSIONE MOTORESANITÀ
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Le grandi sfide a cui siamo andati incontro in questo ultimo biennio hanno cambiato il mondo, facendo comprendere come la salute sia un impegno globale che va sostenuto con più risorse e più energia. E nessuno si sarebbe aspettato poi che in uno scenario di guerra causata dal virus SARS-CoV-2, già di per sé così complesso, riapparisse lo spettro di una guerra folle, una guerra fratricida combattuta in Europa da uomini. Dobbiamo cambiare, tutti siamo d’accordo su questo, occorre però per questo riportare l’attenzione su una ripartenza difficile che richiederà azioni rapide e concrete da mettere in campo. Le prospettive demografiche ed epidemiologiche continueranno ad avere intuibili conseguenze sull’assistenza socio-sanitaria a causa del numero elevato di nuovi malati e nuovi malati cronici. In tutto questo la notizia positiva è che non solo la scienza non si è fermata, ma anzi ha prodotto una innovazione straordinaria che deve però essere supportata da una analoga velocità del sistema di recepirla e metterla a terra in modo uniforme. E non è più il momento di aspettare, adesso è il momento di fare, di cambiare e riprogrammare: se è stato compreso che il fattore prognostico a più alto impatto è il modello organizzativo da rinnovare e sono state finalmente messe a disposizione risorse adeguate attraverso il PNRR, cosa vogliamo ancora attendere? Abbattiamo le barriere professionali, formiamo gli operatori per essere efficaci in questo scenario di cambiamento, diamo contenuti condivisi alle nuove strutture a supporto del territorio, rivediamo il ruolo di una rete ospedaliera che dovrà rimanere snodo chiave della assistenza sanitaria, diamo concretezza all’idea condivisa ormai da tutti di passare in Sanità dal concetto di costo a quello di investimento ed in tema di innovazione è necessario costruire strumenti/percorsi che impongano il concetto di valore trasversale a tutti gli attuali modelli organizzativi. Buone leggi e buone nuove regole sono scritte e si stanno scrivendo, la legge sulle malattie rare, le nuove Note AIFA, i diversi piani nazionali (PNC, PNCAR, PNAIDS, PNEV) ne sono un esempio. Mettendo al centro il lavoro delle nostre Aziende sanitarie, dei nostri professionisti, delle strutture accreditate, delle aziende farmaceutiche e tecnologiche. Ma poniamoci alcune domande: a quanti modelli messi in campo corrispondono già percorsi assistenziali operativi, applicati, adeguati alle nuove tecnologie messe a disposizione dalla ricerca (farmaci, devices, strumenti informatici)? Quanti sono diventati strutturali cessata l’emergenza pandemica? Come passare dai numeri di nuove strutture previste dal PNRR a contenuti in linea con i nuovi bisogni di salute? Il PNRR con le riforme scritte e le risorse disponibili riuscirà ad alimentare le carenze di personale che stanno portando al collasso il sistema? Riusciremo ad uscire da una logica troppo legata agli interessi delle singole categorie professionali? L’aggiornamento e la formazione tra pari può essere sviluppata e rappresentare una forte start up organizzativa. In questi tre giorni si susseguiranno sessioni formative focalizzate su digitalizzazione in sanità e politiche delle risorse umane, con al centro il benessere organizzativo, in collaborazione con Fiaso. Su questi grandi temi che
ONCONNECTION – STATI GENERALI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 2021 Motore Sanità ha svolto un percorso ambizioso che è stato generatore di idee per l’oncologia, i malati di cancro e le loro famiglie: ONCOnnection, le reti oncologiche al servizio dei pazienti. L’ambizione stava nel dare voce a tutti, tutte le anime di questo complesso mondo: cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, tecnici della programmazione regionale e nazionale, politici, giornalisti, economisti sanitari e industria. Da febbraio a ottobre abbiamo prodotto 7 eventi, 7 tavoli aperti su altrettanti temi di oncologia con un comune denominatore: senza gioco di squadra il cancro non si vince. Il percorso si è concluso, meglio si è riaperto, in un volume dedicato del magazine Mondosanità. I principali temi emersi sono: Sul Territorio è necessario fare prevenzione. La prevenzione è un pilastro per la Salute di tutti noi ed è  solo grazie alla prevenzione che molte patologie sono precocemente diagnosticabili e curabili;
Dobbiamo informare e comunicare sui corretti stili di vita;
Oggi prevenire alcune patologie è più semplice perché disponiamo di strumenti tecnologici di più facile utilizzo e alla portata di tutti, ma la pandemia ha interrotto i programmi di screening ed è quindi necessario recuperare il tempo ed i cittadini/pazienti perduti;
L’Oncologia è un settore ad altissima innovazione diagnostica e terapeutica, spesso dirompente, che necessita di un sistema di programmazione delle risorse completamente nuovo che vada di pari passo con i cambiamenti imposti dall’innovazione stessa;
Compito di ogni servizio sanitario regionale è cercare di costruire sistemi di governance in grado di garantire l’accesso all’innovazione riconosciuta dagli enti regolatori Nazionali delineando linee di intervento chiare dal punto di vista organizzativo (da qui la struttura delle reti oncologiche e/o al loro interno di reti più specifiche ad esempio breast) ed amministrativo per la allocazione e rendicontazione dei flussi di spesa;
In attesa di superare il sistema di finanziamento attuale strutturato per silos di spesa, recentemente vi è stata una revisione del fondo farmaci innovativi, con una implementazione importante. Le diverse soluzioni attuate sono le basi per un confronto e per riprodurre le buone pratiche. Ogni regione infatti ha cercato di organizzare la rendicontazione amministrativa di questo capitolo di spesa, facilitando la gestione che è a tutti gli effetti a prevalenza nazionale,  piuttosto che regionale o addirittura aziendale;
Oncologia ed Oncoematologia rappresentano aree in cui la medicina personalizzata, la cosiddetta target therapy ha raggiunto l’apice applicativo. Dall’immunoncologia ai primi farmaci agnostici recentemente introdotti, alle numerose terapie target efficaci nelle molteplici  mutazioni  tumorali, la  ricerca  sta  portando  alla  luce  una  quantità  di  conoscenze  tali  per  cui  è chiaro che la profilazione genomica sarà elemento cardine in continua evoluzione, su cui si svilupperà la medicina del futuro. Ma nonostante la consapevolezza di tutto ciò, il trasferimento nel real world di queste conoscenze e degli strumenti tecnici ed organizzativi adeguati per gestirle è  rallentato da difficoltà burocratiche;
Permangono a livello istituzionale, nazionale e regionale, elementi di incertezza sul budget dedicato ai TEST da eseguire che sono necessari per impostare terapie e percorsi di cura appropriati. La tempistica
ONCONNECTION – STATI GENERALI
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Nel 2021 Motore Sanità ha svolto un percorso ambizioso che è stato generatore di idee per l’oncologia, i malati di cancro e le loro famiglie: ONCOnnection, le reti oncologiche al servizio dei pazienti. L’ambizione stava nel dare voce a tutti, tutte le anime di questo complesso mondo: cittadini, medici, farmacisti, operatori sanitari, tecnici della programmazione regionale e nazionale, politici, giornalisti, economisti sanitari e industria. Da febbraio a ottobre abbiamo prodotto 7 eventi, 7 tavoli aperti su altrettanti temi di oncologia con un comune denominatore: senza gioco di squadra il cancro non si vince. Il percorso si è concluso, meglio si è riaperto, in un volume dedicato del magazine Mondosanità. I principali temi emersi sono: Sul Territorio è necessario fare prevenzione. La prevenzione è un pilastro per la Salute di tutti noi ed è  solo grazie alla prevenzione che molte patologie sono precocemente diagnosticabili e curabili;
Dobbiamo informare e comunicare sui corretti stili di vita;
Oggi prevenire alcune patologie è più semplice perché disponiamo di strumenti tecnologici di più facile utilizzo e alla portata di tutti, ma la pandemia ha interrotto i programmi di screening ed è quindi necessario recuperare il tempo ed i cittadini/pazienti perduti;
L’Oncologia è un settore ad altissima innovazione diagnostica e terapeutica, spesso dirompente, che necessita di un sistema di programmazione delle risorse completamente nuovo che vada di pari passo con i cambiamenti imposti dall’innovazione stessa;
Compito di ogni servizio sanitario regionale è cercare di costruire sistemi di governance in grado di garantire l’accesso all’innovazione riconosciuta dagli enti regolatori Nazionali delineando linee di intervento chiare dal punto di vista organizzativo (da qui la struttura delle reti oncologiche e/o al loro interno di reti più specifiche ad esempio breast) ed amministrativo per la allocazione e rendicontazione dei flussi di spesa;
In attesa di superare il sistema di finanziamento attuale strutturato per silos di spesa, recentemente vi è stata una revisione del fondo farmaci innovativi, con una implementazione importante. Le diverse soluzioni attuate sono le basi per un confronto e per riprodurre le buone pratiche. Ogni regione infatti ha cercato di organizzare la rendicontazione amministrativa di questo capitolo di spesa, facilitando la gestione che è a tutti gli effetti a prevalenza nazionale,  piuttosto che regionale o addirittura aziendale;
Oncologia ed Oncoematologia rappresentano aree in cui la medicina personalizzata, la cosiddetta target therapy ha raggiunto l’apice applicativo. Dall’immunoncologia ai primi farmaci agnostici recentemente introdotti, alle numerose terapie target efficaci nelle molteplici  mutazioni  tumorali, la  ricerca  sta  portando  alla  luce  una  quantità  di  conoscenze  tali  per  cui  è chiaro che la profilazione genomica sarà elemento cardine in continua evoluzione, su cui si svilupperà la medicina del futuro. Ma nonostante la consapevolezza di tutto ciò, il trasferimento nel real world di queste conoscenze e degli strumenti tecnici ed organizzativi adeguati per gestirle è  rallentato da difficoltà burocratiche;
Permangono a livello istituzionale, nazionale e regionale, elementi di incertezza sul budget dedicato ai TEST da eseguire che sono necessari per impostare terapie e percorsi di cura appropriati. La tempistica
ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA, FOCUS ON HER 2+
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Il cancro della mammella, cosiddetto “Big Killer al femminile”, rappresenta la causa più comune di mortalità cancro-correlata nella donna. Colpisce più frequentemente le donne in postmenopausa di età superiore a 50 anni, ma anche gli uomini (1% circa di tutte le diagnosi di tumore mammario).*  È potenzialmente grave se non individuato e curato per tempo. Grazie a metodi diagnostici moderni e a terapie all’avanguardia, il tasso di sopravvivenza relativo al tumore al seno è aumentato costantemente negli ultimi anni. Infatti se il tumore viene identificato in fase molto precoce (stadio 0) la sopravvivenza a 5 anni nelle donne trattate è pari al 98%. Nel cancro metastatico invece la sopravvivenza è molto minore, dipendendo dalle caratteristiche del paziente, dalla aggressività della patologia e dalle opzioni terapeutiche possibili. Alla malattia sono stati associati diversi fattori di rischio come: l’età, l’assenza di gravidanze, la familiarità e la predisposizione genetica. Il trattamento del cancro alla mammella è perciò strettamente legato sia alle caratteristiche genetiche del tumore che allo stadio in cui la malattia viene diagnosticata e vengono utilizzate la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, la terapia endocrina e la terapia a bersaglio molecolare. Per la caratterizzazione istologica di questo tumore oggi sono in commercio validi supporti. In particolare, risulta importante la valutazione dell’espressione del recettore HER2, bersaglio molecolare delle Target Therapy più utilizzate, che è espresso sulla superficie di tutte le cellule come coresponsabile dei normali processi di crescita, moltiplicazione e riparazione cellulare. I tumori definiti HER2 positivi sono quelli che hanno sulla superficie cellulare iper-espressione di questo recettore che può rendere il tumore più aggressivo con tendenza a crescere più velocemente ed a diffondersi maggiormente. Essi rappresentano circa il 20-25% dei tumori della mammella.  Grazie a queste target therapy la malattia avanzata HER2-positiva viene efficacemente trattata in combinazione con la chemioterapia o con linee successive di trattamento. Fino ad oggi dopo queste linee di terapia alcune pazienti non avevano ulteriori efficaci terapie disponibili, ma ora stanno per arrivare nuove terapie mirate (anticorpi farmaco coniugati, ADC) che in queste pazienti già politrattate hanno evidenziato risultati di sorprendente efficacia. Sono farmaci progettati per portare in modo mirato la chemioterapia all’interno delle cellule tumorali e ridurre così, rispetto ai meccanismi della comune terapia, l’esposizione sistemica al carico citotossico. Come riorganizzare i percorsi di cura per dare accesso rapido, appropriato e sostenibile a queste nuove terapie, che stanno avendo riconoscimento di terapie break-through dalle principali agenzie regolatorie, è l’obiettivo di una serie di incontri che Motore Sanità intende promuovere attraverso un confronto tra tutti gli attori di sistema. L'articolo ANALISI DELLO SCENARIO ATTUALE E PROSPETTIVE FUTURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA, FOCUS ON HER 2+ proviene da Motoresanità.it. Read More
PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave.  Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmoplantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è quindi un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5.  Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12)  che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti. L'articolo PSORIASI: IO
PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – TOSCANA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmoplantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è quindi un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5.  Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12)  che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti. L'articolo PSORIASI: IO
PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – LAZIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmoplantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è quindi un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5.  Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12)  che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti. L'articolo PSORIASI: IO
PSORIASI: IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – PIEMONTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmoplantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è quindi un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5.  Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12)  che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti. L'articolo PSORIASI: IO
NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI – MILANO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato.  L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI – MILANO proviene da Motoresanità.it. Read More
LO STATO DELL’IPB  IN ITALIA E LE TERAPIE INNOVATIVE DISPONIBILI – ROMA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO L’iperplasia prostatica benigna (IPB) è una patologia che diventa sempre più comune con l’avanzare dell’età, sino a diventarne uno dei problemi di salute, e quindi sociali, più frequenti nel genere maschile. Il 43% degli ultrasettantenni e 3/4 di quelli con più di 80 anni lamenta disturbi soggettivi riconducibili ad IPB. I disturbi causati da questa sono collegati a diversi aspetti relativi alla conservazione del flusso (minzione e post-minzione) e generano incontinenza, nicturia e compromissione sessuale con un impatto negativo non solo sulla qualità della vita, ma anche sugli aspetti psicologici e sociali. A questo si aggiungano complicanze cliniche come l’ipertrofia della parete muscolare della vescica, diverticoli e calcoli vescicali, problemi renali ed infezioni urinarie frequenti particolarmente pericolose data l’età avanzata della maggior parte dei pazienti. Inoltre rappresenta un problema assistenziale importante sia per la numerosità (dati recenti indicano una prevalenza del 31,6% negli over 45) che per le ricadute economiche notevoli in termini di diagnostica e di terapie farmacologico-chirurgiche. Se per i pazienti con sintomi lievi e medi è indicata la terapia farmacologica, per i pazienti con sintomatologia grave e/o non più rispondente ai farmaci è mandataria la terapia chirurgica. Le procedure open sono state oramai quasi completamente abbandonate a favore delle procedure per via endoscopica.  Recentemente alla TURP ed alle  procedure con laser (HoLEP , PVP e Green Light Laser) si è aggiunta la tecnica REZUM, che sfrutta il vapore acqueo per ottenere la riduzione del tessuto prostatico. Le tecniche mini invasive sono particolarmente importanti soprattutto in periodo pandemico perché permettono di effettuare un maggior numero di interventi con degenza breve e minor costi. Per ciò che concerne la tecnica REZUM, questa può essere eseguita in regime di Day Hospital, necessitando di una leggera sedazione, e si realizza con una durata 10-12 minuti evitando il ricovero in ospedale.  I risultati di questo trattamento si rendono evidenti già nei primi 30 giorni e si stabilizzano nei successivi 3 mesi, con dati da studi retrospettivi che evidenziano come solo circa il 5% dei pazienti necessiti di ritrattamento a 4 anni. Anche i dati di sicurezza sono molto positivi  con oltre l’80 % dei pazienti che ha preservato perfettamente la funzione eiaculatoria. Ma nonostante l’avanzamento tecnologico di queste procedure, gli evidenti benefici ottenuti non vengono valorizzati e remunerati, a causa di un calcolo che considera solo i costi diretti e non quelli ad es° riguardanti la mancata ospedalizzazione, la quasi assenza di trasfusioni ematiche e un ritorno precoce alla normale attività lavorativa. Per sondare lo stato delle applicazioni di queste tecniche chirurgiche e costruire un documento di consenso da proporre alle istituzioni nelle varie regioni italiane, verificando punti di forza e criticità attualmente presenti, Motore Sanità ha organizzato un evento che mette a confronto tutti i principali Stakeholders, non ultimi i rappresentanti dei pazienti. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI – MILANO proviene da Motoresanità.it. Read More
PSORIASI IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmoplantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è quindi un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5.  Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12)  che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti. L'articolo PSORIASI IO
PSORIASI IO LA VIVO SULLA MIA PELLE, MA TU SAI COSA VUOL DIRE? – LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO  La Psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a patogenesi immunomediata e andamento cronico-recidivante che colpisce 125 milioni di persone nel mondo e circa 2,5 milioni in Italia (prevalenza 3-4%). La maggior parte di queste soffre della forma più comune, la psoriasi a placche lieve/moderata, mentre circa il 20% è colpito da una forma grave. Si manifesta con placche eritemato-desquamative localizzate su diverse superfici del corpo dalle pieghe cutanee alle zone palmoplantari, dal cuoio capelluto al volto, dalle unghie alle mucose e che possono apparire in qualsiasi periodo della vita, in entrambe i sessi. Nel 30% pazienti ha carattere familiare e oramai molte evidenze la indicano come malattia sistemica con diverse comorbilità: alterazioni distrofiche delle unghie, artropatie, uveiti, malattie infiammatorie croniche intestinali, malattie metaboliche e cardiovascolari, disordini psichiatrici, apnee notturne, osteoporosi, Parkinson, solo per citarne alcune. Pertanto è facile comprendere come questo quadro di comorbilità abbinato al peso dei sintomi ed alle implicazioni psicologiche per dover convivere con una malattia molto visibile e in alcuni casi deturpante, abbiano un impatto molto rilevante sulla vita, sulla sua qualità, sugli aspetti sociali dei pazienti e delle loro famiglie. Alcuni fattori poi possono incidere sulla progressione della malattia e ridurre l’efficacia delle terapie come fumo, consumo di alcolici, sovrappeso, sindrome metabolica, depressione e quindi vanno corretti. Intervenire rapidamente e con una terapia che mantenga la sua efficacia nel tempo è quindi un obiettivo fondamentale per il paziente. A fronte di tutto ciò, per misurare la gravità della malattia, monitorarne l’evoluzione nel tempo e l’efficacia delle terapie, si utilizza un combinato di elementi:  l’estensione della patologia, la sede delle lesioni, il grado di infiammazione e i sintomi, la risposta al trattamento, la durata della malattia e l’impatto sulla qualità della vita. Oggi l’indice PASI che correla i segni e sintomi locali della psoriasi con l’estensione della malattia ed il DLQI per la qualità di vita sono i 2 strumenti più utilizzati per questi scopi. Le evidenze scientifiche concordano nel ritenere obiettivo accettabile un miglioramento del 75% del PASI iniziale (PASI 75) ed un miglioramento della qualità di vita indicato da un DLQI<5.  Ma innovazione vuol dire puntare non più solo a PASI 75 o 90 ma addirittura 100, cioè al perfetto controllo della malattia, con una nuova vita per i pazienti. La ricerca sta percorrendo questa strada, studiando il ruolo chiave giocato da alcune citochine (interleuchine IL-17 A-F, IL-23, IL 12)  che coordinando la comunicazione tra le cellule immunitarie durante l’infiammazione, sostengono il processo infiammatorio anomalo alla base della patologia. Sullo sviluppo di queste conoscenze fisiopatologiche, la ricerca ha già messo a disposizione diversi efficaci strumenti di cura, ma vi sono ancora molti bisogni insoddisfatti a cui l’innovazione potrebbe fornire risposta. Motore Sanità intende organizzare dei tavoli di confronto tra tutti gli attori di sistema clinici, tecnici della programmazione, farmacisti, associazioni di pazienti, per condividere le azioni che potrebbero garantire vita nuova per i pazienti, attraverso l’innovazione in arrivo e le “proven practices” organizzative esistenti. L'articolo PSORIASI IO
PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI – PIEMONTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive,  spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato  delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Esempi di intervento preventivo sono il vaccino anti-Herpes Zoster e il vaccino anti-pneumococco per i pazienti anziani e fragili. Per questo, oltre alla fascia d’età  dei soggetti di 65 anni queste due  vaccinazioni sono offerte gratuitamente ai soggetti con diabete mellito, patologia cardiovascolare, BPCO, asma e quelli destinati a terapia immunosoppressiva e con immunodepressione. Ma nonostante queste indicazioni e anche se queste vaccinazioni sono state introdotte nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano ampiamente insoddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati. In particolare si dovrebbe agire sul territorio,  visto che molte di queste coorti sono strettamente seguite dai MMG. Lavorando in questa direzione, la Regione Piemonte ha messo a punto un protocollo vaccinale virtuoso valido sulla vaccinazione contro Herpes Zoster e Pneumococco, rendendole gratuite per pazienti fragili e anziani. E sempre attraverso questo protocollo si è trovato un accordo con la Società scientifica di diabetologia per fornire ai diabetici tutta una serie di vaccinazioni importanti e si sta lavorando in maniera simile per arrivare allo stesso obiettivo su altre cronicità. La Regione si è impegnata inoltre in corsi di formazione con la Scuola Piemontese di Medicina Generale Massimo Ferrua per i medici di medicina generale, con l’obiettivo di spiegare l’importanza della vaccinazione e il corretto utilizzo del portale necessario per la registrazione delle vaccinazioni somministrate.  Ma attualmente la fotografia sulle coperture vaccinali è la seguente:         Per il vaccino anti-Herpes Zoster, è ferma al  4% contro un obiettivo nazionale stabilito del 50%.
        Per il vaccino anti-Pneumococco, è ferma al 18%  contro un obiettivo nazionale stabilito del 75%. Si osserva inoltre la mancanza di indicatori di monitoraggio e controllo sul breve, medio e lungo periodo. In questo senso è giusto porsi la domanda di come le nuove strutture territoriali previste dal PNRR (comprese le farmacie dei servizi) potrebbero essere di supporto ai vari distretti per raggiungere gli obiettivi costruiti nel virtuoso protocollo regionale. Per questo motivo, Motore Sanità vorrebbe creare due occasioni di incontro: un primo tavolo di lavoro tecnico che stabilisca come procedere fissando una road map con obiettivi a breve medio e lungo termine ed un secondo appuntamento in cui dare ampia diffusione a tutti gli attori di sistema sul percorso costruito.   L’evento è rivolto a medici di medicina generale, medici chirurghi specializzati in: geriatria, medicina interna, cardiologia, igiene e medicina preventiva, diabetologia di tutte le regioni italiane L'articolo PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI –
NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato.  L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE – PUGLIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it RAZIONALE SCIENTIFICO Patologie che comportano anemie severe trasfusione-dipendenti, come le mielodisplasie e la beta-talassemia, oltre a condizionare pesantemente la qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti, hanno purtroppo un impatto rilevante sulla loro aspettativa di vita. Le prime che ogni anno in Italia fanno segnare una incidenza di 3.000 nuovi casi, sono determinate da un difetto della cellula staminale del midollo osseo che produce globuli rossi, bianchi e piastrine. In particolare, in quasi tutti questi pazienti, la riduzione di globuli rossi causa l’anemia che aggravandosi nel tempo, necessita di regolari trasfusioni di sangue e pone il paziente a rischio di ammalarsi di leucemia mieloide acuta. Trattare in modo efficace l’anemia severa trasfusione-dipendente riducendo i rischi di complicanze ad essa associati, è la chiave per migliorare la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. La seconda è una malattia genetica ereditaria, conosciuta anche come anemia mediterranea poiché la variante scoperta per prima fu quella diffusa fra le popolazioni che vivevano nel bacino mediterraneo. È più frequente tra persone di origine italiana, greca, mediorientale, sud-asiatica e africana, e l’Italia è uno dei paesi a più alta prevalenza con circa 7.000 pazienti. Il difetto congenito di produzione dell’emoglobina che la caratterizza, è dovuto a mutazioni nel gene HBB sul cromosoma 11, la cui gravità dipende dalla natura della mutazione, di solito asintomatica nella forma eterozigote ma sintomatica nella omozigote. Se mutati entrambi i 2 geni delle catene beta, si ha la beta talassemia major, che presenta un quadro clinico severo e grave anemia dovuta a globuli rossi molto piccoli (microciti) inadatti a svolgere la loro funzione. I sintomi compaiono già nei primi mesi di vita e se non si interviene con adeguate terapie, le conseguenze possono essere deformazioni ossee, ingrossamento di milza e fegato, problemi di crescita, complicazioni epatiche, endocrine e cardiovascolari. Sino a 50 anni fa la sopravvivenza per i pazienti affetti da questa forma era 10-15 anni, ma la ricerca sta producendo grande innovazione. Attualmente con i test disponibili per la diagnostica prenatale è molto importante, nelle zone endemiche, intervenire per ricostruire la storia familiare (stato di portatore e mutazioni presenti in altri membri della famiglia) e scongiurare il rischio di trasmissione di questa malattia ereditaria grave. In entrambe le patologie la sopravvivenza dei pazienti oggi prevede oltre a regimi dietetici particolari, trasfusioni ogni 2-3 settimane e assunzione quotidiana di terapia ferrochelante, che eviti i danni da accumulo/intossicazione di ferro in organi vitali (cuore, fegato e pancreas). Secondo recenti evidenze scientifiche pubblicate, per questo ultimo aspetto, l’introduzione recente di una terapia innovativa potrebbe realmente cambiare la vita di questi cittadini, dando nuove speranze alle famiglie: consentirebbe infatti di diminuire, il fabbisogno trasfusionale del 33% nel 70% dei pazienti beta-talassemici gravi, mentre farebbe risultare libero da trasfusioni per circa 2 mesi il 47% di quelli con sindrome mielodisplastica con sideroblasti a rischio molto basso, basso e intermedio, che manifestano una risposta insoddisfacente o inidonei a una terapia con eritropoietina. Ora, eliminate le difficoltà burocratiche approvative a
TAVOLO DI LAVORO  NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI  “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI proviene da Motoresanità.it. Read More
CAR-T  QUALI NUOVE COMPETENZE PER IL FARMACISTA OSPEDALIERO? -EVENTO ECM-
Archivi Eventi - Motoresanità.it ACCREDITAMENTO ECM-AGENAS 604-336941 TIPOLOGIA: RESIDENZIALE Medici Chirurghi (Ematologia Oncologia) + Farmacia ospedaliera La durata dell’evento è di 7 ora formativa, per un totale di 7 credito ecm.   L’ISCRIZIONE AI CORSI DIVENTA OBBLIGATORIA: seguirà le stesse modalità dei webinar, ma indirizzeremo all’URL res.summeet.it L’iscrizione sarà resa disponibile fino all’orario di chiusura evento, quindi personalizzata per ogni incontro.   REGISTRAZIONE E ACCESSO Da effettuarsi prima o contestualmente all’inizio del corso ECM (la mancata iscrizione al corso prima dell’inizio dello stesso comprometterà la possibilità di compilazione dei questionari) 1. Collegarsi all’indirizzo: https://res.summeet.it
2. In caso di primo accesso: creare l’account personale, cliccando su “REGISTRAZIONE” In caso di utente già registrato a corsi FAD (Formazione a Distanza): potrà utilizzare le stesse credenziali che utilizza per l’accesso a fad.summeet.it 3. Trovare il corso attraverso la funzione cerca, inserendo codice ECM 604-334101.
4. Sarà possibile compilare il questionario di apprendimento ECM e di gradimento entro 3 giorni dal termine del corso (il test si riterrà superato con almeno il 75% di risposte corrette).   I crediti ECM saranno erogati alle sole persone iscritte in presenza In base alle disposizioni nazionali in vigore per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 il numero dei partecipanti sarà contenuto.   ⇒ Programma RAZIONALE SCIENTIFICO: La figura professionale del farmacista ospedaliero, sta attraversando un cambiamento radicale che richiede, oltre a quelle scientifiche già acquisite durante il percorso di studi e di specializzazione, nuove competenze tecniche a 360° gradi. La spinta a questo forte cambiamento professionale arriva da un’innovazione che porta il sistema di cure a traguardi impensabili, fino a qualche anno fa. Non si tratta più di avere solo forti competenze su gestione e approvvigionamento di materiali e servizi, di pianificazione e gestione delle scorte, di farmacovigilanza. Servono elementi di economia sanitaria, HTA, competenze su strumenti Statistici, di data integrity ed informatici, competenze organizzative e di management nella cogestione ed interazione di team multidisciplinari/multiprofessionali. L’esempio di CAR-T è davvero rappresentativo di questo nuovo scenario. L’innovazione portata da queste terapie, oltre ogni dubbio, rappresenta uno dei traguardi medici più importanti del nuovo secolo nella battaglia contro i tumori. Ai loro successi ed al loro sviluppo futuro sono stati dedicati centinaia di lavori. Ma tutti devono essere pronti. All’interno dei cosiddetti CAR-T team la figura del farmacista è senz’altro una figura centrale che deve portare valore aggiunto non solo in termini amministrativi o di farmacovigilanza, ma anche in termini organizzativi, di raccolta dati, di ricerca, di appropriatezza degli interventi. Motore sanità guardando allo sviluppo futuro diffuso di queste terapie, intende fare rete, condividendo buone pratiche e soluzioni già adottate durante le prime esperienze di impiego nei pochi attuali centri di riferimento. L'articolo PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI proviene da Motoresanità.it. Read More
TAVOLO REGIONALE SCHIZOFRENIA – FOCUS VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it La legge 180 ha abolito, unica al mondo, i manicomi demandando ai servizi territoriali, ai reparti psichiatrici ospedalieri, ai dipartimenti di salute mentale ed alle famiglie l’onere ed il compito di gestire i pazienti psichiatrici. Per realizzare tale obiettivo è importante che i dipartimenti psichiatrici, lavorino coordinati all’interno di una rete che dia risposte efficaci dalla gestione della crisi alla riabilitazione del paziente stesso, aiutando il gravoso compito delle famiglie e supportando anche economicamente i vari attori del sistema. Il nostro progetto si pone come fine di fare un’analisi dei need assistenziali e dello stato dell’arte della presa in carico di tali pazienti nelle regioni indicate, oltre a definire insieme agli stakeholder più importanti sia istituzionali che clinici, le azioni di miglioramento da intraprendere per migliorare il percorso di cura del paziente schizofrenico. L'articolo PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Patologie che comportano anemie severe trasfusione-dipendenti, come le mielodisplasie e la beta-talassemia, oltre a condizionare pesantemente la qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti, hanno purtroppo un impatto rilevante sulla loro aspettativa di vita. Le prime che ogni anno in Italia fanno segnare una incidenza di 3.000 nuovi casi, sono determinate da un difetto della cellula staminale del midollo osseo che produce globuli rossi, bianchi e piastrine. In particolare, in quasi tutti questi pazienti, la riduzione di globuli rossi causa l’anemia che aggravandosi nel tempo, necessita di regolari trasfusioni di sangue e pone il paziente a rischio di ammalarsi di leucemia mieloide acuta. Trattare in modo efficace l’anemia severa trasfusione-dipendente riducendo i rischi di complicanze ad essa associati, è la chiave per migliorare la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. La seconda è una malattia genetica ereditaria, conosciuta anche come anemia mediterranea poiché la variante scoperta per prima fu quella diffusa fra le popolazioni che vivevano nel bacino mediterraneo. È più frequente tra persone di origine italiana, greca, mediorientale, sud-asiatica e africana, e l’Italia è uno dei paesi a più alta prevalenza con circa 7.000 pazienti. Il difetto congenito di produzione dell’emoglobina che la caratterizza, è dovuto a mutazioni nel gene HBB sul cromosoma 11, la cui gravità dipende dalla natura della mutazione, di solito asintomatica nella forma eterozigote ma sintomatica nella omozigote. Se mutati entrambi i 2 geni delle catene beta, si ha la beta talassemia major, che presenta un quadro clinico severo e grave anemia dovuta a globuli rossi molto piccoli (microciti) inadatti a svolgere la loro funzione. I sintomi compaiono già nei primi mesi di vita e se non si interviene con adeguate terapie, le conseguenze possono essere deformazioni ossee, ingrossamento di milza e fegato, problemi di crescita, complicazioni epatiche, endocrine e cardiovascolari. Sino a 50 anni fa la sopravvivenza per i pazienti affetti da questa forma era 10-15 anni, ma la ricerca sta producendo grande innovazione. Attualmente con i test disponibili per la diagnostica prenatale è molto importante, nelle zone endemiche, intervenire per ricostruire la storia familiare (stato di portatore e mutazioni presenti in altri membri della famiglia) e scongiurare il rischio di trasmissione di questa malattia ereditaria grave. In entrambe le patologie la sopravvivenza dei pazienti oggi prevede oltre a regimi dietetici particolari, trasfusioni ogni 2-3 settimane e assunzione quotidiana di terapia ferrochelante, che eviti i danni da accumulo/intossicazione di ferro in organi vitali (cuore, fegato e pancreas). Secondo recenti evidenze scientifiche pubblicate, per questo ultimo aspetto, l’introduzione recente di una terapia innovativa potrebbe realmente cambiare la vita di questi cittadini, dando nuove speranze alle famiglie: consentirebbe infatti di diminuire, il fabbisogno trasfusionale del 33% nel 70% dei pazienti beta-talassemici gravi, mentre farebbe risultare libero da trasfusioni per circa 2 mesi il 47% di quelli con sindrome mielodisplastica con sideroblasti a rischio molto basso, basso e intermedio, che manifestano una risposta insoddisfacente o inidonei a una terapia con eritropoietina. Ora, eliminate le difficoltà burocratiche approvative a livello nazionale/regionale
IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO FOCUS ON TRAPIANTO DI FEGATO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Le malattie croniche del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale. I dati del Global Burden of Diseases indicano che nel 2016, nel mondo, sono decedute 828.940 persone per epatocarcinoma e 1.256.850 persone per cirrosi epatica, determinando nello stesso anno rispettivamente circa 20 e 37 milioni di anni di vita persi. Tra le terapie disponibili in caso di insufficienza epatica irreversibile il trapianto rappresenta una opzione fondamentale salvavita. Le cause della insufficienza epatica che porta al trapianto di fegato possono essere varie come ad es°: infezioni virali (epatite C e B) e/o abuso di alcol, malattie congenite, malattie delle vie biliari. Nel 2019 i trapianti di fegato in Italia sono stati 1.302, con un aumento del 42% rispetto al 1999. Nel percorso di cura di questi pazienti molte sono le fasi critiche: dal pre-trapianto, con attenta valutazione dell’idoneità a ricevere l’organo e inserimento in lista d’attesa, al trapianto stesso con il percorso di preparazione, alla fase post trapianto e follow-up, nella quale si monitora l’esito dell’intervento e lo stato di salute del paziente. Questa fase che, dura per tutta la vita per il paziente trapiantato è importante poiché richiede un approccio integrato ed un attento e continuo monitoraggio per la prevenzione del rischio. L’adesione del paziente alle raccomandazioni lungo questo percorso di cura evita quelle complicazioni che potrebbero essere impegnative, costringendo ad una serie di interventi gravosi sia in termini di salute che di impegno di risorse. Complicazioni che possono essere precoci (danno da ischemia riperfusione), immunologiche (rigetto, anticipato da sintomi caratteristici e da attenzionare) e tardive (es° infezioni collegate alle procedure anti-rigetto). Da questo si comprende facilmente come preservare il percorso di cura di questo paziente sia fondamentale anche in termini di risorse investite. I dati sulla sopravvivenza post-trapianto, che pongono l’Italia tra i primi posti in Europa, dimostrano che la rete trapianti sviluppata in Italia è molto efficace. Viste le risorse che potrebbero arrivare dal PNRR, ed in ottica di appropriatezza e sostenibilità, Motore Sanità intende proporre un confronto sulla riorganizzazione della rete trapianti di fegato che possa consentire un accesso uniforme a tutti i cittadini ed una successiva presa in carico efficace nella gestione delle fasi più critiche del percorso. L'articolo PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI proviene da Motoresanità.it. Read More
PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ Programma Secondo il Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV), la categoria dei gruppi di popolazione a rischio per patologia è costituita da individui che presentano determinate caratteristiche e particolari condizioni morbose (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, immunodepressione, etc.) che li espongono ad un maggior rischio di contrarre malattie infettive,  spesso foriere di complicanze gravi che pongono il paziente a rischio di vita. Per questo il PNPV fornisce un elenco dettagliato  delle condizioni di salute per le quali risulta indicata l’immunizzazione. Esempi di intervento preventivo sono il vaccino anti-Herpes Zoster e il vaccino anti-pneumococco per i pazienti anziani e fragili. Per questo, oltre alla fascia d’età  dei soggetti di 65 anni queste due  vaccinazioni sono offerte gratuitamente ai soggetti con diabete mellito, patologia cardiovascolare, BPCO, asma e quelli destinati a terapia immunosoppressiva e con immunodepressione. Ma nonostante queste indicazioni e anche se queste vaccinazioni sono state introdotte nei LEA dal 2017 per chiamata attiva e gratuita, le attuali coperture vaccinali risultano ampiamente insoddisfacenti e richiedono una serie di interventi urgenti e ben strutturati. In particolare si dovrebbe agire sul territorio,  visto che molte di queste coorti sono strettamente seguite dai MMG. Lavorando in questa direzione, la Regione Piemonte ha messo a punto un protocollo vaccinale virtuoso valido sulla vaccinazione contro Herpes Zoster e Pneumococco, rendendole gratuite per pazienti fragili e anziani. E sempre attraverso questo protocollo si è trovato un accordo con la Società scientifica di diabetologia per fornire ai diabetici tutta una serie di vaccinazioni importanti e si sta lavorando in maniera simile per arrivare allo stesso obiettivo su altre cronicità. La Regione si è impegnata inoltre in corsi di formazione con la Scuola Piemontese di Medicina Generale Massimo Ferrua per i medici di medicina generale, con l’obiettivo di spiegare l’importanza della vaccinazione e il corretto utilizzo del portale necessario per la registrazione delle vaccinazioni somministrate.  Ma attualmente la fotografia sulle coperture vaccinali è la seguente:         Per il vaccino anti-Herpes Zoster, è ferma al  4% contro un obiettivo nazionale stabilito del 50%.
        Per il vaccino anti-Pneumococco, è ferma al 18%  contro un obiettivo nazionale stabilito del 75%. Si osserva inoltre la mancanza di indicatori di monitoraggio e controllo sul breve, medio e lungo periodo. In questo senso è giusto porsi la domanda di come le nuove strutture territoriali previste dal PNRR (comprese le farmacie dei servizi) potrebbero essere di supporto ai vari distretti per raggiungere gli obiettivi costruiti nel virtuoso protocollo regionale. Per questo motivo, Motore Sanità vorrebbe creare due occasioni di incontro: un primo tavolo di lavoro tecnico che stabilisca come procedere fissando una road map con obiettivi a breve medio e lungo termine ed un secondo appuntamento in cui dare ampia diffusione a tutti gli attori di sistema sul percorso costruito.   L’evento è rivolto a medici di medicina generale, medici chirurghi specializzati in: geriatria, medicina interna, cardiologia, igiene e medicina preventiva, diabetologia di tutte le regioni italiane. L'articolo PERCORSO VACCINALE PER I MALATI CRONICI proviene
MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 15 LUGLIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it La Disruptive Innovation (DI) nella gestione della salute include tutti gli ambiti della medicina, e la Disruptive Technology ne rappresenta il cuore. La tecnologia in ambito diagnostico e predittivo sta evolvendo tumultuosamente dando corpo alla medicina personalizzata ed alle prospettive di maggior precisione terapeutica, ma spesso i risultati della ricerca sono pienamente compresi ed attuati solo anni dopo la loro entrata nel mercato, impedendone una fast application utile a curare meglio i pazienti se non addirittura ad ottenere guarigioni sino ad ora impossibili. Per far comprendere a tutti gli stakeholder della sanità italiana l’impatto che ha e che potrebbe avere nel futuro e far abbattere tutte le barriere burocratiche che ne rallentano l’accesso, Motore Sanità organizza due giornate dedicate al tema per raccogliere proposte concrete da rivolgere ai rappresentanti delle Istituzioni a cui spetterà il compito di assicurarne l’applicazione pratica nel più breve tempo possibile e omogeneamente nel territorio nazionale. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE  EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Patologie che comportano anemie severe trasfusione-dipendenti, come le mielodisplasie e la beta-talassemia, oltre a condizionare pesantemente la qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti, hanno purtroppo un impatto rilevante sulla loro aspettativa di vita. Le prime che ogni anno in Italia fanno segnare una incidenza di 3.000 nuovi casi, sono determinate da un difetto della cellula staminale del midollo osseo che produce globuli rossi, bianchi e piastrine. In particolare, in quasi tutti questi pazienti, la riduzione di globuli rossi causa l’anemia che aggravandosi nel tempo, necessita di regolari trasfusioni di sangue e pone il paziente a rischio di ammalarsi di leucemia mieloide acuta. Trattare in modo efficace l’anemia severa trasfusione-dipendente riducendo i rischi di complicanze ad essa associati, è la chiave per migliorare la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. La seconda è una malattia genetica ereditaria, conosciuta anche come anemia mediterranea poiché la variante scoperta per prima fu quella diffusa fra le popolazioni che vivevano nel bacino mediterraneo. È più frequente tra persone di origine italiana, greca, mediorientale, sud-asiatica e africana, e l’Italia è uno dei paesi a più alta prevalenza con circa 7.000 pazienti. Il difetto congenito di produzione dell’emoglobina che la caratterizza, è dovuto a mutazioni nel gene HBB sul cromosoma 11, la cui gravità dipende dalla natura della mutazione, di solito asintomatica nella forma eterozigote ma sintomatica nella omozigote. Se mutati entrambi i 2 geni delle catene beta, si ha la beta talassemia major, che presenta un quadro clinico severo e grave anemia dovuta a globuli rossi molto piccoli (microciti) inadatti a svolgere la loro funzione. I sintomi compaiono già nei primi mesi di vita e se non si interviene con adeguate terapie, le conseguenze possono essere deformazioni ossee, ingrossamento di milza e fegato, problemi di crescita, complicazioni epatiche, endocrine e cardiovascolari. Sino a 50 anni fa la sopravvivenza per i pazienti affetti da questa forma era 10-15 anni, ma la ricerca sta producendo grande innovazione. Attualmente con i test disponibili per la diagnostica prenatale è molto importante, nelle zone endemiche, intervenire per ricostruire la storia familiare (stato di portatore e mutazioni presenti in altri membri della famiglia) e scongiurare il rischio di trasmissione di questa malattia ereditaria grave. In entrambe le patologie la sopravvivenza dei pazienti oggi prevede oltre a regimi dietetici particolari, trasfusioni ogni 2-3 settimane e assunzione quotidiana di terapia ferrochelante, che eviti i danni da accumulo/intossicazione di ferro in organi vitali (cuore, fegato e pancreas). Secondo recenti evidenze scientifiche pubblicate, per questo ultimo aspetto, l’introduzione recente di una terapia innovativa potrebbe realmente cambiare la vita di questi cittadini, dando nuove speranze alle famiglie: consentirebbe infatti di diminuire, il fabbisogno trasfusionale del 33% nel 70% dei pazienti beta-talassemici gravi, mentre farebbe risultare libero da trasfusioni per circa 2 mesi il 47% di quelli con sindrome mielodisplastica con sideroblasti a rischio molto basso, basso e intermedio, che manifestano una risposta insoddisfacente o inidonei a una terapia con eritropoietina. Ora, eliminate le difficoltà burocratiche approvative a livello nazionale/regionale
MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 14 LUGLIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it La Disruptive Innovation (DI) nella gestione della salute include tutti gli ambiti della medicina, e la Disruptive Technology ne rappresenta il cuore. La tecnologia in ambito diagnostico e predittivo sta evolvendo tumultuosamente dando corpo alla medicina personalizzata ed alle prospettive di maggior precisione terapeutica, ma spesso i risultati della ricerca sono pienamente compresi ed attuati solo anni dopo la loro entrata nel mercato, impedendone una fast application utile a curare meglio i pazienti se non addirittura ad ottenere guarigioni sino ad ora impossibili. Per far comprendere a tutti gli stakeholder della sanità italiana l’impatto che ha e che potrebbe avere nel futuro e far abbattere tutte le barriere burocratiche che ne rallentano l’accesso, Motore Sanità organizza due giornate dedicate al tema per raccogliere proposte concrete da rivolgere ai rappresentanti delle Istituzioni a cui spetterà il compito di assicurarne l’applicazione pratica nel più breve tempo possibile e omogeneamente nel territorio nazionale. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM –
Archivi Eventi - Motoresanità.it Accreditamento ECM-Agenas: 604- 355465 Tipologia: RESIDENZIALE   Medici Chirurghi (MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE; MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA; DIREZIONE MEDICA DI PRESIDIO OSPEDALIERO;) + TECNICO SANITARIO DI RADIOLOGIA MEDICA; TECNICO SANITARIO LABORATORIO BIOMEDICO; BIOLOGO La durata dell’evento è di 5 ore formative, per un totale di 5 crediti ecm.     La medicina sta percorrendo il lungo percorso verso la personalizzazione e la predizione. Il concetto di one health implica un approccio alla salute che vada dai corretti stili di vita, alle terapie geniche, alla diagnostica che integri imaging e laboratorio, sino alla teragnostica come strumento di diagnosi e cura assemblati. Oggi se da una parte il rilancio della medicina del territorio secondo il PNRR comporta l’estensione di procedure e strumentazione easy utile a domicilio così come nella case ed ospedali di comunità, l’ammodernamento della strumentazione ospedaliera implica un salto tecnologico della diagnostica, già in corso, che unisca la sanità digitale, ad esempio Telemedicina ed Internet of Things, alla diagnostica integrata tra laboratorio, imaging e patologia. Ma questa evoluzione verso una nuova medicina necessita anche di nuovi strumenti organizzativi e di una nuova partnership pubblico/privato che vada oltre l’offerta del semplice prodotto verso un’offerta basata sui servizi che integri tutte le innovazioni, alcune disruptive, attuali e future. Motore Sanità ha deciso di dedicare la prima giornata della MidSummer School 2022 ai temi di cui sopra per un proficuo confronto sulle necessità di una moderna diagnostica per una moderna medicina. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO
Archivi Eventi - Motoresanità.it La medicina sta percorrendo il lungo percorso verso la personalizzazione e la predizione. Il concetto di one health implica un approccio alla salute che vada dai corretti stili di vita, alle terapie geniche, alla diagnostica che integri imaging e laboratorio, sino alla teragnostica come strumento di diagnosi e cura assemblati. Oggi se da una parte il rilancio della medicina del territorio secondo il PNRR comporta l’estensione di procedure e strumentazione easy utile a domicilio così come nella case ed ospedali di comunità, l’ammodernamento della strumentazione ospedaliera implica un salto tecnologico della diagnostica, già in corso, che unisca la sanità digitale, ad esempio Telemedicina ed Internet of Things, alla diagnostica integrata tra laboratorio, imaging e patologia. Ma questa evoluzione verso una nuova medicina necessita anche di nuovi strumenti organizzativi e di una nuova partnership pubblico/privato che vada oltre l’offerta del semplice prodotto verso un’offerta basata sui servizi che integri tutte le innovazioni, alcune disruptive, attuali e future. Motore Sanità ha deciso di dedicare la prima giornata della MidSummer School 2022 ai temi di cui sopra per un proficuo confronto sulle necessità di una moderna diagnostica per una moderna medicina. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO FOCUS ON CANCRO EPATICO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Le malattie croniche del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale. I dati del Global Burden of Diseases indicano che nel 2016, nel mondo, sono decedute 828.940 persone per epatocarcinoma e 1.256.850 persone per cirrosi epatica, determinando nello stesso anno rispettivamente circa 20 e 37 milioni di anni di vita persi. Lo stesso report stima per il 2040 un incremento del numero di decessi per carcinoma epatico e per cirrosi epatica rispettivamente del 100% e del 50%. Le stime riferite all’Italia sulle persone colpite da cirrosi epatica ci descrivono circa 180mila casi con un tasso di prevalenza dello 0,3% nella popolazione totale e indicano che ogni anno siano diagnosticati circa 8.900 tumori primari del fegato negli uomini e 4.000 nelle donne (Registro tumori italiano 2017), con un rapporto di circa 2 a 1 tra uomini e donne. Sono invece più frequenti i tumori secondari, ovvero le metastasi che colonizzano il fegato provenendo da altri organi. L’età mediana al momento della diagnosi è tra 50 e 60 anni (ESMO). I dati ci dicono anche che oltre il 70 per cento dei casi di tumori primitivi del fegato è riconducibile a fattori di rischio conosciuti, come l’infezione da virus dell’epatite C e da virus dell’epatite B. Inoltre le nuove terapie per l’Epatite C hanno portato e porteranno un aumento della sopravvivenza dei pazienti con cirrosi, con possibile aumento dei casi di cancro. Tutto ciò inciderà in maniera significativa sull’organizzazione socio-assistenziale, e sull’impatto economico gestionale dei vari sistemi sanitari regionali. Il tumore del fegato è stato anche chiamato tumore silenzioso perché, soprattutto nelle fasi iniziali, non dà alcun segno di sé, ma quando la malattia si diffonde iniziano a comparire sintomi peraltro poco specifici, che possono presentarsi anche in malattie del tutto diverse. Di qui le difficoltà diagnostiche iniziali. Alla luce delle risorse in arrivo dal PNRR, come dovrà riorganizzarsi la filiera assistenziale? Quale sarà il ruolo delle nuove strutture territoriali? Come migliorare l’approccio ad una medicina sempre più mirata e personalizzata? Quali strumenti diagnostici saranno delocalizzati e quali centralizzati? Obiettivo degli incontri sarà rispondere a questi interrogativi, con il supporto della Comunità Scientifica, delle Associazioni Pazienti, degli operatori sanitari e delle Istituzioni. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR E DIABETE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Il diabete da molti viene definita “la malattia cronica” poiché il suo impatto gestionale è davvero rappresentativo di una cronicità complessa a 360°.  Esso rappresenta la prima causa di cecità, la prima causa di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la seconda causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, la concausa di metà degli infarti e degli ictus. L’International Diabetes Federation (IDF) nel 2019 indica circa 463 milioni di adulti (20-79 anni) con diabete nel mondo e una prevalenza in continuo aumento (entro il 2045 700 milioni), soprattutto per quanto riguarda il diabete di tipo 2. Gli stessi dati riferiti all’anno 2019 indicano inoltre che più di 4 milioni di persone tra 20 e 79 anni, siano morte per cause connesse al diabete. In Italia secondo il bollettino epidemiologico nazionale dell’ISS sarebbero circa 3,4-4 milioni le persone con diabete ma circa 1-1,5 milioni quelle che non sanno di averlo, mentre 4 milioni di persone sarebbero ad alto rischio di sviluppare la malattia. Secondo le stime più recenti, la spesa per diabete tra costi sanitari diretti (circa 9 miliardi) e costi sanitari indiretti (circa 11 miliardi) ammonterebbe attualmente ad almeno 20 miliardi di euro all’anno. Questi numeri ne fanno comprendere l’impatto socio-assistenziale ed economico-sanitario. Nonostante tutto ciò, grazie soprattutto alla grande innovazione prodotta nell’ultimo decennio, le ospedalizzazioni hanno un andamento decrescente (riduzione media annua del 5,5% nel periodo 2010-2018). La attuale pandemia ha però fatto emergere tutte le debolezze del sistema assistenziale, molto legate in particolare alla presa in carico territoriale ed in risposta a questo il nuovo PNRR stanzia 15,63 miliardi di € (7 miliardi tra reti di prossimità, strutture, servizi di telemedicina e 8,63 miliardi su innovazione, ricerca, digitalizzazione). Ma l’innovazione prodotta da farmaci e devices in Italia, ha un accesso equo ed uniforme paragonabile a quello di altri paesi europei? Ed all’interno del Nostro paese le regioni offrono un panorama uniforme circa l’accesso? Quali opportunità potrà fornire il PNRR, come verrà declinato nelle varie regioni e sarà in grado di rispondere alle esigenze delle persone con diabete? Il cambiamento organizzativo previsto sarà in grado di garantire più facile accesso all’innovazione e ai percorsi di cura semplificando la presa in carico ed il  monitoraggio? Punterà sull’educazione e sull’empowerment della persona con diabete? Cristallizzando e sedimentando tutte le esperienze fatte in questi anni, la Direzione Scientifica di Motore Sanità vorrebbe dare voce a tutti gli stakeholder di sistema per proporre idee realizzabili subito su questi temi aperti che consentano di evitare sprechi e mantenere la sostenibilità. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare
Archivi Eventi - Motoresanità.it La Direzione Generale della Tutela della Salute e il Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania, in accordo con i Coordinamenti Malattie Rare delle Regioni Lazio, Toscana e Liguria, in collaborazione con l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e la delegazione della Lega Navale Italiana di Torre Annunziata, hanno organizzato il progetto “Issiamo le vele! Vento in poppa per la Ricerca #thinkrare”. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO FOCUS ON ENCEFALOPATIA EPATICA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Le malattie croniche del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale. I dati del Global Burden of Diseases indicano che nel 2016, nel mondo, sono decedute 1.256.850 persone per cirrosi epatica, determinando nello stesso anno rispettivamente circa 37 milioni di anni di vita persi. Lo stesso report stima per il 2040 un incremento del numero di decessi per cirrosi epatica del 50%. Le stime riferite all’Italia sulle persone colpite da cirrosi epatica ci descrivono circa 180mila casi con un tasso di prevalenza dello 0,3% nella popolazione totale. Le nuove terapie per l’Epatite C ed i successi dei trapianti di fegato nei pazienti candidabili, hanno portato e porteranno un aumento della sopravvivenza dei pazienti con cirrosi. Di conseguenza questa malattia inciderà in maniera significativa sull’organizzazione socio-assistenziale, e sull’impatto economico gestionale dei vari sistemi sanitari regionali. L’esperienza drammatica della recente pandemia ha fatto emergere ancor più la necessità di una nuova organizzazione per la presa in carico di questi pazienti altamente complessi e quasi sempre pluripatologici, in cui le complicanze spesso misconosciute o sottovalutate portano a conseguenze drammatiche per la vita e la qualità di vita di pazienti e familiari. Un es° fra tutti l’encefalopatia epatica per la quale non esistono sintomi o dati di laboratorio patognomonici fortemente caratterizzanti, così la diagnosi deve essere posta dopo aver escluso altre cause di danno neurologico che possono verificarsi nel paziente cirrotico. A seguito di questo quadro complesso Motore Sanità vuole portare all’attenzione delle istituzioni, la necessità di un impegno da parte di tutti gli Stakeholders, affinché nei vari piani regionali della cronicità non debba mancare una attenzione a questo paziente ed alla sua gestione. Attenzione che deve partire dal disegno di PDTA regionali dove sia ben chiara e dettagliata tra medicina ospedaliera e medicina territoriale la presa in carico del paziente, garantendo obiettivi fondamentali come: l’accesso uniforme e la corretta aderenza alla terapia di mantenimento, fondamentale per la prevenzione di complicanze gravi come l’encefalopatia o l’ascite, causa di gravi e ripetuti ricoveri, la formazione del MMG, del care giver e del paziente  all’autocura. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
VACCINAZIONE MENINGOCOCCICA LIGURIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Tra i batteri più pericolosi causa di malattie invasive batteriche il Meningococco è abituale per le alte vie respiratorie, tanto che a questo livello portatori asintomatici del batterio possono essere il 2-30% delle persone. In alcuni casi però il batterio raggiungendo attraverso il sangue diversi organi, può causare a qualsiasi età, malattie invasive e molto pericolose, come la sepsi o la meningite che nel 10-20% dei casi portare alla morte in poche ore. Anche se la popolazione più soggetta a questa infezione è quella di età inferiore ai 5 anni, con una frequenza maggiore nei primi 2 anni di vita, né può essere colpita anche la fascia adolescenziale così come quella dei giovani adulti. Oggi sono conosciuti diversi sierotipi di meningococco (almeno 13) ma i 5 più pericolosi e rilevanti dal punto di vista clinico sono i ceppi A, B, C, Y, W-135, X. Questi dati indicano come la vaccinazione estesa in questi anni, rappresenti il mezzo più efficace per ridurre il rischio di morte e di danni permanenti derivanti dalla malattia meningococcica causata da questi sierotipi. Tra questi: i danni neurologici come emiplegia, ritardo mentale, epilessia, diminuzione dell’udito, disturbi dell’apprendimento hanno una frequenza tra 10-20 ogni 100 sopravvissuti alla meningite; le necrosi di tessuto cutaneo, le amputazioni delle dita o degli arti hanno una frequenza di 25 ogni 100 sopravvissuti alla setticemia; la mortalità, nonostante un’appropriata terapia antibiotica, di 10-12 ogni 100 in caso meningite e di oltre 40 su 100 in caso di setticemia. E nonostante i vaccini contro il meningococco disponibili in Italia dal 2008 (ceppo C) e dal 2014 (ceppo B), abbiano portato la malattia ad una ridotta incidenza di malattia invasiva (170 casi di malattia invasiva nel 2018 verso 190 nel 2019 e 74 nel 2020) il continuo verificarsi comunque di nuovi casi spinge la ricerca a sviluppare vaccini con sempre maggiori coperture su tutti i ceppi conosciuti. Per questo motivo e visto il rischio importante di sequele descritte che l’infezione può generare, le strategie vaccinali in questi anni si sono orientate verso il vaccino tetravalente con una estensione attraverso il PNV che si dovrebbe ampliare a nuovi target di popolazioni. Motore Sanità ritiene, anche dall’analisi dei recenti dati di HTA Italiani pubblicati, che anche in questa regione debbano essere espresse idee organizzative per allargare ulteriormente a nuovi target di popolazione la protezione offerta dai vaccini contro questa pericolosa infezione, con evidente beneficio socio-assistenziale-economico ma soprattutto di salute, per la società intera oltre che per i singoli cittadini. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
REUMARETE CAMPANIA 2.0
Archivi Eventi - Motoresanità.it Le malattie reumatiche sono più  di 150, alcune rare ma tutte sono  in aumento ovunque, così pure la  spesa sociale, pari allo 0,2% del Pil,  e quella sanitaria, basti dire che  solo i costi diretti ammontano allo  0,6% della spesa sanitaria totale.  In particolare tra queste il gruppo delle malattie croniche autoimmuni reumatologiche fra cui l’Artrite Reumatoide, l’Artrite Psoriasica, le Spondiliti che colpisce circa il 3% della popolazione, ha un impatto economico-sociale davvero rilevante. Secondo dati recenti (2019) della società scientifica SIR inoltre in Italia si registrano ancora troppi ritardi nella diagnosi: ad es° l’artrite reumatoide viene individuata con ritardo, a volte anche 1-2 anni dopo l’esordio dei primi sintomi e per la spondilite anchilosante il paziente può aspettare anche fino a 5 anni. Per far fronte a questo genere di  patologie alcune Regioni Italiane  da diversi anni hanno attivato reti regionali in grado di indirizzare al  meglio i malati garantendo  un livello assistenziale uniforme su  tutto il territorio. Questa  struttura organizzativa ove presente ha consentito  un accesso  facilitato all’innovazione che in questa area particolarmente ha rappresentato un investimento in salute e qualità di vita oltre che un risparmio economico per il sistema. Per fare un punto della situazione  sulla creazione della Rete e sul  modello gestionale da applicare  per l’implementazione dei  farmaci innovativi in Campania,  Motore Sanità vuole riunire insieme alle istituzioni, gli  specialisti del settore, i MMG, le associazioni dei cittadini per ciò che  concerne le patologie di loro  specifica competenza. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Le malattie croniche del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale. I dati del Global Burden of Diseases indicano che nel 2016, nel mondo, sono decedute 1.256.850 persone per cirrosi epatica, determinando nello stesso anno rispettivamente circa 37 milioni di anni di vita persi. Lo stesso report stima per il 2040 un incremento del numero di decessi per cirrosi epatica del 50%. Le stime riferite all’Italia sulle persone colpite da cirrosi epatica ci descrivono circa 180mila casi con un tasso di prevalenza dello 0,3% nella popolazione totale. Inoltre molto spesso la malattia epatica progredisce anche nei pazienti curati/negativizzati causando se il paziente non è monitorato e seguito, una cronicità complessa che si complica con molte nuove manifestazioni (cirrosi, colangite, K epatico, encefalopatia). Per tutto questo essa inciderà in maniera significativa sull’organizzazione socio-assistenziale, e sull’impatto economico gestionale dei vari sistemi sanitari regionali ed è bene che siano programmati interventi mirati con l’inserimento della patologia epatica nel piano nazionale cronicità. Oltre a questo alla luce delle risorse in arrivo dal PNRR, come dovrà riorganizzarsi la filiera assistenziale? Quale sarà il ruolo delle nuove strutture territoriali sulla gestione delle numerose complicanze di malattia? Come migliorare l’approccio ad una medicina sempre più rapida nella diagnosi ed efficiente nella presa in carico? Sarà importante strutturare PDTA per la gestione della cirrosi? Quali nuovi strumenti di monitoraggio e raccolta dati saranno necessari per integrare la filiera assistenziale? Obiettivo degli incontri sarà rispondere a questi interrogativi, con il supporto della Comunità Scientifica, delle Associazioni Pazienti, degli operatori sanitari e delle Istituzioni. L'articolo MIDSUMMER SCHOOL – I EDIZIONE – TIVOLI – 13 LUGLIO – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI:  “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE PUGLIA proviene da Motoresanità.it. Read More
ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare
Archivi Eventi - Motoresanità.it La Direzione Generale della Tutela della Salute e il Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania, in accordo con i Coordinamenti Malattie Rare delle Regioni Lazio, Toscana e Liguria, in collaborazione con l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e la delegazione della Lega Navale Italiana di Torre Annunziata, hanno organizzato il progetto “Issiamo le vele! Vento in poppa per la Ricerca #thinkrare”. L'articolo PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE PUGLIA proviene da Motoresanità.it. Read More
TAVOLO DI LAVORO FVG NETWORKING, RETE E SOSTENIBILITÀ L’ESEMPIO DELL’EMATOLOGIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Lo scenario di innovazione tecnologica che si prospetta nei prossimi anni in molte aree terapeutiche, è senz’altro molto ricco di contenuti, che fanno ben sperare i pazienti affetti da malattie fino a qualche anno fa a prognosi infausta, in una cronicizzazione se non addirittura in alcuni casi in una guarigione. Un caso paradigmatico di questo evolvere è senz’altro rappresentato dall’ematologia, dove lo sforzo di trovare sempre migliori armi per combattere malattie spesso prive di terapie efficaci e ben tollerate, è stato ed è una vera e propria lotta contro il tempo, per molti ricercatori, per molti clinici, per molte famiglie. Basti pensare alle diverse patologie in cui dalle ultime linee di terapia, fino a poco tempo fa, ci si poteva attendere una aspettativa di vita di qualche mese, arriviamo oggi attraverso l’innovazione a terapie che cronicizzano la malattia, facendo vivere i malati una vita pressoché normale. Ma questa grande innovazione deve trovare una organizzazione pronta a riceverla che da un lato consenta un rapido accesso del paziente, e dall’altro garantisca la sostenibilità. E l’attuale Pandemia pur mettendo in ginocchio i sistemi sanitari mondiali, dal più evoluto al meno evoluto, ci ha mostrato alcuni insegnamenti di cui fare tesoro: il sistema salute in questi anni, indipendentemente dai modelli assistenziali più o meno virtuosi, è stato continuamente depauperato di mezzi/risorse.
il valore sociale di tutte le professioni in campo nel mondo salute è prioritario (operatori di ogni genere ed industrie) e su questa base le aziende di settore e le Istituzioni devono collaborare attivamente attraverso partnership tanto trasparenti quanto necessarie.
per mantenere il paziente al centro del sistema, oltre allo slogan fin troppo citato, tutto deve essere pensato per dare a questo un beneficio in termini di salute e di vita, attraverso reti assistenziali dove la multidisciplinarietà e la continuità delle cure siano valori fondanti. In questo nuovo scenario la sfida è che gli operatori e gli esperti del settore debbano trovare insieme le migliori azioni da intraprendere, attraverso nuovi modelli virtuosi, in cui il networking sia supportato da una nuova mentalità, nuovi mezzi di comunicazione e di condivisione dati. Le parole d’ordine dovranno essere perciò: collaborazione che abbatta l’inutile competitività e le improduttive barricate professionali, dialogo aperto, forte senso di responsabilità da parte di tutti i protagonisti in gioco: Pazienti, Clinici, Industria, Istituzioni. Motore Sanità ritiene che da questa visione si debba iniziare a progettare il futuro, rimettendo nella giusta priorità i valori di un mondo certamente cambiato dalla pandemia. Questi tavoli di lavoro vorrebbero porre le basi su come far partire un nuovo modello regionale di Networking: tradotto come Rete, multidisciplinarietà, condivisione e sostenibilità. L'articolo PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE PUGLIA proviene da Motoresanità.it. Read More
IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Le malattie croniche del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale. I dati del Global Burden of Diseases indicano che nel 2016, nel mondo, sono decedute 1.256.850 persone per cirrosi epatica, determinando nello stesso anno rispettivamente circa 37 milioni di anni di vita persi. Lo stesso report stima per il 2040 un incremento del numero di decessi per cirrosi epatica del 50%. Le stime riferite all’Italia sulle persone colpite da cirrosi epatica ci descrivono circa 180mila casi con un tasso di prevalenza dello 0,3% nella popolazione totale. Inoltre molto spesso la malattia epatica progredisce anche nei pazienti curati/negativizzati causando se il paziente non è monitorato e seguito, una cronicità complessa che si complica con molte nuove manifestazioni (cirrosi, colangite, K epatico, encefalopatia). Per tutto questo essa inciderà in maniera significativa sull’organizzazione socio-assistenziale, e sull’impatto economico gestionale dei vari sistemi sanitari regionali ed è bene che siano programmati interventi mirati con l’inserimento della patologia epatica nel piano nazionale cronicità. Oltre a questo alla luce delle risorse in arrivo dal PNRR, come dovrà riorganizzarsi la filiera assistenziale? Quale sarà il ruolo delle nuove strutture territoriali sulla gestione delle numerose complicanze di malattia? Come migliorare l’approccio ad una medicina sempre più rapida nella diagnosi ed efficiente nella presa in carico? Sarà importante strutturare PDTA per la gestione della cirrosi? Quali nuovi strumenti di monitoraggio e raccolta dati saranno necessari per integrare la filiera assistenziale? Obiettivo degli incontri sarà rispondere a questi interrogativi, con il supporto della Comunità Scientifica, delle Associazioni Pazienti, degli operatori sanitari e delle Istituzioni. L'articolo PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE PUGLIA proviene da Motoresanità.it. Read More
LEUCEMIA LINFATICA CRONICA FOCUS SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Ogni anno si diagnosticano nel mondo 400 mila nuovi casi di leucemia. In Italia, secondo le stime più aggiornate la prevalenza è di 85.000 persone viventi con questa diagnosi (54% maschi) mentre l’incidenza è di circa 8.000 nuovi casi ogni anno (59% maschi), con stime di mortalità che indicano 6.300 decessi nel 2021 ed una sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi del 48%. Esistono diverse forme di leucemia che sono distinte: in base alla velocità di progressione della malattia tra acute (numero di cellule tumorali aumenta velocemente) e croniche (le cellule maligne proliferano più lentamente ma si accumulano in quantità maggiore) oppure in base alle cellule da cui originano, linfatiche (se si sviluppano da linfociti) o mieloidi (se si sviluppano da globuli rossi, piastrine e globuli bianchi diversi dai linfociti). La LLC rappresenta la leucemia più comune nel mondo occidentale tipica nell’anziano, con una età media alla diagnosi attorno ai 70 anni. In base ai dati AIRTUM essa rappresenta in Italia il 30% di tutte le leucemie, con circa 1.600 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 1.150 tra le donne. Circa la metà di questi, presenta varie altre patologie associate, rendendo il trattamento più complesso. È considerata una malattia inguaribile ma grazie alle nuove scoperte, l’aspettativa e la qualità della vita dei pazienti è cresciuta enormemente, con una sopravvivenza media che supera oggi i 10 anni dalla diagnosi. Il decorso è variabile: alcuni pazienti possono mantenersi stabili mentre altri possono andare incontro a un rapido aggravamento. Per questo la scelta di quando intervenire e la scelta dell’ appropriata terapia, rappresentano passaggi chiave per la cura di questi pazienti e per la sostenibilità del sistema. Una volta deciso che occorre trattare la malattia infatti, la scelta della terapia deve essere fatta in base alle caratteristiche della stessa, all’età del paziente, alle malattie concomitanti. Per decenni la chemioterapia è stata l’unica arma di cura, ma da oltre 10 anni sono comparsi gli anticorpi  monoclonali. Oggi la prima linea di trattamento consiste nella cosiddetta chemio-immunoterapia (rituximab +chemio) ma vi sono importanti fattori predittivi di risposta alla chemioterapia (delezione 17p e la mutazione p53). Se vi è la presenza di questi o se vi sono recidive oggi esistono nuovi farmaci molecolari importanti, come l’ibrutinib e il venetoclax, in grado di colpire bersagli specifici (es° proteina BCL-2 che impedisce l’apoptosi cellule tumorali).. Questi farmaci, agendo su un bersaglio così preciso sono più efficaci e meno tossici. Per questo, si può dire abbiano completamente cambiato la prognosi della malattia e si attende un loro più precoce utilizzo nel decorso della malattia In un sistema sanitario universalista come quello italiano considerato di eccellenza in tutto il mondo, a fronte di una innovazione così dirompente, rinnovare l’organizzazione assistenziale affinchè si possa realizzare un accesso equo ed uniforme. Partendo dalla dichiarazione di Ragusa sull’etica in oncologia che sottolinea la questione di garantire (artt. 10, 11 e 12), “l’accesso sostenibile da parte di tutti i malati alle cure oncologiche riconosciute efficaci, riducendo il
UN NUOVO RUOLO DEL TERRITORIO NELLA GESTIONE DELLA SANITÀ  PNRR E HIV:  IL RETURN TO CARE  PIEMONTE, LIGURIA E LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Motore Sanità in questi anni, ha realizzato molti progetti ed eventi affrontando diverse tematiche relative alla riorganizzazione necessaria della sanità territoriale. La recente esperienza della pandemia ha oramai convinto tutti che una riforma del sistema di cure territoriali non sia più procrastinabile e che questa debba essere fatta con i giusti investimenti ma in tempi brevi.  Infatti tutte le fragilità dichiarate da anni da alcuni attori di sistema, purtroppo però poco ascoltati, sono emerse abbattendosi sui cittadini malati cronici e fragili in tutta la loro drammaticità. Così molte sono le risorse dedicate nel PNRR a questo scopo a cui le regioni potranno attingere. Ma il quadro oggi dei diversi territori regionali, presenta realtà assistenziali completamente diverse con servizi per nulla affatto omogenei, che non sono in grado di garantire universalità di cure ai cittadini. Inoltre nell’affrontare i problemi della sanità territoriale, nonostante le revisioni legislative, i tavoli di trattativa, i più o meno ampi coinvolgimenti degli stakeholder interessati, ha prevalso spesso uno spirito corporativo basato sulla difesa di specifici interessi e segnato dalla mancanza di trasversalità degli intenti. Noi vorremmo lasciarci alle spalle tutto questo nell’interesse prima di tutto dei cittadini. La domiciliarità era ed è la scelta auspicata dalle persone, quella più desiderata e anche la più sostenibile per il Sistema. Le diverse esperienze di gestione della pandemia ci hanno dimostrato che è anche la più corretta in termini di sicurezza e benessere dei cittadini. Ma per governare questi cambiamenti in tempi rapidi ed in maniera efficiente è necessario che tutti gli attori si mettano in gioco andando incontro insieme alle esigenze di un mondo profondamente cambiato dove orizzonti e saperi devono combinarsi. Tutte le componenti che a livello territoriale agiscono (MMG, PLS, infermieri, farmacisti, assistenti sociali, ginecologi, ostetriche, psichiatri, neuropsichiatri infantili, medici delle dipendenze e psicologi, fisiatri e terapisti della riabilitazione, educatori professionali e tutti gli altri professionisti e operatori sanitari) devono raggiungere una vera integrazione. E in tutto questo percorso, un passaggio fondamentale sarà non solo la presenza al tavolo decisionale delle associazioni di pazienti, ma anche dell’industria che produce tecnologia ed innovazione (farmaci e devices), due componenti spesso messe a margine delle decisioni strategiche che impattano sull’intero sistema. Cristallizzando e sedimentando tutte le esperienze fatte in questi anni, la Direzione Scientifica di Motore Sanità vorrebbe proporvi la grande sfida di raccogliere idee realizzabili subito: dalla diagnostica, alla presa in carico, al follow-up, alla condivisione dati, al supporto tecnologico. L'articolo PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE PUGLIA proviene da Motoresanità.it. Read More
ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare
Archivi Eventi - Motoresanità.it La Direzione Generale della Tutela della Salute e il Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania, in accordo con i Coordinamenti Malattie Rare delle Regioni Lazio, Toscana e Liguria, in collaborazione con l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e la delegazione della Lega Navale Italiana di Torre Annunziata, hanno organizzato il progetto “Issiamo le vele! Vento in poppa per la Ricerca #thinkrare”. L'articolo PNRR ED INNOVAZIONE: FOCUS ON BETA-TALASSEMIA ED EMOGLOBINOPATIE PUGLIA proviene da Motoresanità.it. Read More
RETE REUMATOLOGICA PIEMONTESE Modelli Organizzativi ed Empasse Post-pandemico
Archivi Eventi - Motoresanità.it Le malattie reumatiche costituiscono la seconda causa più frequente di disabilità dopo le malattie cardiovascolari. Negli ultimi anni la qualità di vita della popolazione affetta da queste patologie è migliorata nettamente grazie sia alle nuove cure offerte che ad una migliore presa in carico e gestione dei pazienti da parte degli specialisti coinvolti. Oggi l’impiego progressivo dell’innovazione terapeutica e dei farmaci biosimilari hanno reso le cure maggiormente sostenibili, arrivando ad effettuare scelte terapeutiche customizzate sui bisogni del paziente. Efficienza organizzativa ed utilizzo efficace delle risorse rimangono una chiave di successo in ambito reumatologico: diventa fondamentale una sinergia di intenti tra lo specialista, il farmacista ospedaliero, i MMG e le associazioni dei pazienti. Purtroppo la pandemia da COVId-19 ha parzialmente interrotto questa crescita virtuosa, con aumento delle liste d’attesa, peggioramento dell’aderenza e della continuità terapeutica, difficoltà ad accedere allo specialista sia per ciò che concerne il reumatologo stesso sia per quanto riguarda la presa in carico multidisciplinare che vede coinvolti altri specialisti (in primis il dermatologo). La stessa difficoltà riguarda la medicina generale, con  aumento del sommerso e con conseguenti diagnosi ritardate. La rete  reumatologica piemontese si sta faticosamente riorganizzando per garantire che diagnosi e terapie siano disponibili il più precocemente possibile in quanto un trattamento precoce e adeguato consente i migliori risultati e condiziona l’evoluzione della malattia, soprattutto in patologie reumatiche ad andamento prognostico più severo. Permangono tuttavia alcune criticità, ad esempio l’impossibilità delle strutture private convenzionate di distribuire trattamenti innovativi, che determinano una fuga di pazienti dal Piemonte Orientale verso la Lombardia. Considerati dunque questi aspetti, si ritiene fondamentale ridare un ruolo da protagonista alla rete reumatologica piemontese nella definizione del percorso di cura per le patologie reumatiche, con lo scopo di ottimizzare ed uniformare in ambito metropolitano il processo di gestione del paziente reumatologico. Un altro aspetto da tenere in considerazione riguarda la distribuzione dei farmaci biologici da parte dei centri privati convenzionati: un accesso equo alle cure sul territorio regionale ridurrebbe le liste d’attesa e la conseguente mobilità interregionale.. Per analizzare le iniziative post pandemiche della rete reumatologica piemontese Motore Sanità organizza l’evento dal titolo “LA RETE REUMATOLOGICA PIEMONTESE DALL’AS IS AL TO BE” per concordare le azioni da mettere in atto per superare le criticità degli ultimi due anni. L'articolo PNRR E DIABETE proviene da Motoresanità.it. Read More
NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI:  “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo CONFERENZA STAMPA ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare proviene da Motoresanità.it. Read More
ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare
Archivi Eventi - Motoresanità.it La Direzione Generale della Tutela della Salute e il Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania, in accordo con i Coordinamenti Malattie Rare delle Regioni Lazio, Toscana e Liguria, in collaborazione con l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e la delegazione della Lega Navale Italiana di Torre Annunziata, hanno organizzato il progetto “Issiamo le vele! Vento in poppa per la Ricerca #thinkrare”. L'articolo CONFERENZA STAMPA ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare proviene da Motoresanità.it. Read More
SUD – PNRR E DIABETE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Il diabete da molti viene definita “la malattia cronica” poiché il suo impatto gestionale è davvero rappresentativo di una cronicità complessa a 360°.  Esso rappresenta la prima causa di cecità, la prima causa di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la seconda causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, la concausa di metà degli infarti e degli ictus.   L’International Diabetes Federation (IDF) nel 2019 indica circa 463 milioni di adulti (20-79 anni) con diabete nel mondo e una prevalenza in continuo aumento (entro il 2045 700 milioni), soprattutto per quanto riguarda il diabete di tipo 2. Gli stessi dati riferiti all’anno 2019 indicano inoltre che più di 4 milioni di persone tra 20 e 79 anni, siano morte per cause connesse al diabete. In Italia secondo il bollettino epidemiologico nazionale dell’ISS sarebbero circa 3,4-4 milioni le persone con diabete ma circa 1-1,5 milioni quelle che non sanno di averlo, mentre 4 milioni di persone sarebbero ad alto rischio di sviluppare la malattia. Secondo le stime più recenti, la spesa per diabete tra costi sanitari diretti (circa 9 miliardi) e costi sanitari indiretti (circa 11 miliardi) ammonterebbe attualmente ad almeno 20 miliardi di euro all’anno. Questi numeri ne fanno comprendere l’impatto socio-assistenziale ed economico-sanitario. Nonostante tutto ciò, grazie soprattutto alla grande innovazione prodotta nell’ultimo decennio, le ospedalizzazioni hanno un andamento decrescente (riduzione media annua del 5,5% nel periodo 2010-2018). La attuale pandemia ha però fatto emergere tutte le debolezze del sistema assistenziale, molto legate in particolare alla presa in carico territoriale ed in risposta a questo il nuovo PNRR stanzia 15,63 miliardi di € (7 miliardi tra reti di prossimità, strutture, servizi di telemedicina e 8,63 miliardi su innovazione, ricerca, digitalizzazione).   Ma l’innovazione prodotta da farmaci e devices in Italia, ha un accesso equo ed uniforme paragonabile a quello di altri paesi europei? Ed all’interno del Nostro paese le regioni offrono un panorama uniforme circa l’accesso? Quali opportunità potrà fornire il PNRR, come verrà declinato nelle varie regioni e sarà in grado di rispondere alle esigenze delle persone con diabete? Il cambiamento organizzativo previsto sarà in grado di garantire più facile accesso all’innovazione e ai percorsi di cura semplificando la presa in carico ed il  monitoraggio? Punterà sull’educazione e sull’empowerment della persona con diabete? Cristallizzando e sedimentando tutte le esperienze fatte in questi anni, la Direzione Scientifica di Motore Sanità vorrebbe dare voce a tutti gli stakeholder di sistema per proporre idee realizzabili subito su questi temi aperti che consentano di evitare sprechi e mantenere la sostenibilità. L'articolo CONFERENZA STAMPA ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare proviene da Motoresanità.it. Read More
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito procapite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo CONFERENZA STAMPA ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare proviene da Motoresanità.it. Read More
CONFERENZA STAMPA ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare
Archivi Eventi - Motoresanità.it La Direzione Generale della Tutela della Salute e il Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania, in accordo con i Coordinamenti Malattie Rare delle Regioni Lazio, Toscana e Liguria, in collaborazione con l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e la delegazione della Lega Navale Italiana di Torre Annunziata, hanno organizzato il progetto “Issiamo le vele! Vento in poppa per la Ricerca #thinkrare”. L'articolo CONFERENZA STAMPA ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR FOCUS ON BPCO, NOTA 99: COME CAMBIA LO SCENARIO – EVENTO NAZIONALE
Archivi Eventi - Motoresanità.it La BPCO è una cronicità con un impatto rilevante sia sulla vita dei pazienti e delle famiglie che sui servizi sanitari, tanto che nel mondo rappresenta la 4° causa di morte con una incidenza in continuo aumento a causa di diversi fattori (fumo, inquinamento, graduale invecchiamento della popolazione). In Italia i dati ISTAT ne stimano una prevalenza del 5,6% (verosimilmente sottostimata in quanto spesso la diagnosi avviene casualmente o in fase di ricovero per riacutizzazione) ed indicano una mortalità che pesa per il 55% nel totale delle malattie respiratorie. Ma nonostante lo scenario descritto, l’aderenza alla terapia resta assolutamente insoddisfacente (circa 20%) causando uno scarso controllo della malattia, un aumento del rischio di riacutizzazioni e ricoveri, tutti fattori che provocano un prevenibile consumo di risorse inappropriate. La gestione delle cronicità in epoca post-covid-19 ha inoltre messo in evidenza la necessità di ampliare i servizi sanitari a scenari diversi creando una nuova realtà organizzativa in grado di implementare la prossimità delle cure facilitando il livello di diagnosi, di presa in carico, di aderenza. Una realtà nella quale devono essere valorizzate tutte le tecnologie (farmaci e devices) in grado di garantire questo già a livello territoriale. Cogliendo la necessità di questi cambiamenti Aifa attraverso la nota 99 ha aperto alla medicina di famiglia la prescrivibilità di alcuni farmaci, importanti terapie di fondo (LABA e LAMA, loro associazioni e associazioni LABA-ICS), che prima gli erano precluse, essendo ad appannaggio solo specialistico. Attraverso questa nuova nota l’obiettivo era garantire appropriatezza e sostenibilità, in un unico percorso di continuità delle cure. Motore sanità a completamento della road mapp che su questo argomento ha attraversato le principali regioni Italiane ha raccolto l’attuale situazione di accesso alle cure con le buone pratiche già attuate e le  principali criticità riscontrate. Attraverso la vita vissuta sul campo da pazienti, specialisti, MMG, tecnici di programmazione sanitaria ed istituzioni regionali, l’obiettivo è poi quello di condividere le call to action da proporre alle istituzioni Nazionali L'articolo REUMARETE CAMPANIA 2.0 proviene da Motoresanità.it. Read More
IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Le malattie croniche del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale. I dati del Global Burden of Diseases indicano che nel 2016, nel mondo, sono decedute 1.256.850 persone per cirrosi epatica, determinando nello stesso anno rispettivamente circa 37 milioni di anni di vita persi. Lo stesso report stima per il 2040 un incremento del numero di decessi per cirrosi epatica del 50%. Le stime riferite all’Italia sulle persone colpite da cirrosi epatica ci descrivono circa 180mila casi con un tasso di prevalenza dello 0,3% nella popolazione totale. La disponibilità di farmaci anti-HCV ha prodotto orizzonti nuovi per i pazienti con malattia epatica, ma c’è ancora molto da fare per far emergere il sommerso. Inoltre molto spesso la malattia epatica progredisce anche nei pazienti curati/negativizzati causando se il paziente non è monitorato e seguito, una cronicità complessa che si complica con molte nuove manifestazioni (cirrosi, colangite, K epatico, encefalopatia) fino a portare il paziente al trapianto. Ed ancora la malattia epatica non è solo HCV poiché emergono molte nuove cause (Nash, alcol, etc). Per tutto questo essa inciderà in maniera significativa sull’organizzazione socio-assistenziale, e sull’impatto economico gestionale dei vari sistemi sanitari regionali. Alla luce delle risorse in arrivo dal PNRR, come dovrà riorganizzarsi la filiera assistenziale? Quale sarà il ruolo delle nuove strutture territoriali sulla gestione di queste nuove cause emergenti? Come migliorare l’approccio ad una medicina sempre più rapida nella diagnosi ed efficiente nella presa in carico? Quali strumenti diagnostici saranno delocalizzati e quali centralizzati? Quali nuovi strumenti di monitoraggio e raccolta dati saranno necessari per integrare la filiera assistenziale? Obiettivo degli incontri sarà rispondere a questi interrogativi, con il supporto della Comunità Scientifica, delle Associazioni Pazienti, degli operatori sanitari e delle Istituzioni. L'articolo ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare proviene da Motoresanità.it. Read More
ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare
Archivi Eventi - Motoresanità.it Le malattie rare sono patologie che si presentano con una frequenza di circa 1 caso ogni 2000 persone. Ad oggi, le stime parlano di un numero variabile tra 7000 ed 8000 patologie, che colpiscono circa il 6-8% della popolazione. Si tratta nella maggioranza dei casi di malattie genetiche/ereditarie, malformazioni congenite, malattie del sistema immunitario, tumori rari, che si presentano soprattutto, ma non esclusivamente, in età pediatrica. Le malattie rare, precedentemente “orfane” di interesse, sono diventate negli ultimi 2 decenni una priorità per la comunità europea e per le aziende farmaceutiche. Per queste patologie la diagnosi precoce è di fondamentale importanza per la possibilità di ricorrere rapidamente ad un trattamento risolutivo, ove disponibile, a una terapia di supporto e ad una consulenza genetica mirata. La possibilità di attuare interventi terapeutici in fase iniziale può migliorare sensibilmente lo stato di salute del paziente e la sua qualità di vita. Per tale motivo è fondamentale promuovere la conoscenza, la diagnosi precoce e la terapia adeguata per tali patologie. In Italia, con la legge 279/2001 (e successivo DPCM LEA 2017), sono stati identificati: Elenco Malattie rare con codice di esenzione (LEA): ad oggi, circa 300 codici (per >2000 entità)
Centri Coordinamento Malattie Rare Regionali che gestiscono i registri regionali Malattie Rare
Registro nazionale Malattie rare, presso l’Istituto Superiore di Sanità, che raccoglie i dati delle singole regioni. Con l’obiettivo di promuovere la conoscenza, il Centro di Coordinamento Malattie Rare Regione Campania, ha avviato una campagna informativa sulle malattie rare finalizzata alla divulgazione e sensibilizzazione su contenuti relativi a tali patologie. In particolare,  sull’eventuale presenza  di campanelli di allarme (Storia Familiare – Sviluppo Psicomotorio – Sintomi e segni) che, se presenti in concomitanza nel quadro clinico di un paziente, possono condurre al sospetto di una patologia rara. Per fornire un sostegno alla campagna di informazione attuata dal  Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania,  la delegazione della Lega Navale Italiana di Torre Annunziata ha organizzato il progetto “Issiamo le vele! Vento in poppa per la Ricerca”. L’iniziativa prevede la partenza di due imbarcazioni a vela, condotte in solitario, che dal porto di Castellammare di Stabia arriveranno a Genova dopo 4 tappe nei porti di: Roma, Firenze e Genova. Il progetto ha ottenuto il patrocinio dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e della Regione Campania. La traversata sarà affiancata da diverse iniziative e incontri, in occasione delle soste nei porti, che puntino a promuovere la ricerca sulle malattie rare. Al fine di raggiungere e sensibilizzare una platea più vasta, inoltre, sarà possibile seguire il viaggio sui canali social, creati appositamente, e sul sito https://sito.libero.it/comet333/ dove saranno presentati di volta in volta i risultati del progetto. Motore Sanità ha deciso di dare il proprio supporto a questa importante iniziativa. L'articolo ISSIAMO LE VELE! VENTO IN POPPA PER LA RICERCA #thinkrare proviene da Motoresanità.it. Read More
NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI:  “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo VACCINAZIONE MENINGOCOCCICA LIGURIA proviene da Motoresanità.it. Read More
UN NUOVO RUOLO DEL TERRITORIO NELLA GESTIONE DELLA SANITÀ  PNRR E HIV:  IL RETURN TO CARE  CAMPANIA E PUGLIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Motore Sanità in questi anni, ha realizzato molti progetti ed eventi affrontando diverse tematiche relative alla riorganizzazione necessaria della sanità territoriale. La recente esperienza della pandemia ha oramai convinto tutti che una riforma del sistema di cure territoriali non sia più procrastinabile e che questa debba essere fatta con i giusti investimenti ma in tempi brevi.  Infatti tutte le fragilità dichiarate da anni da alcuni attori di sistema, purtroppo però poco ascoltati, sono emerse abbattendosi sui cittadini malati cronici e fragili in tutta la loro drammaticità. Così molte sono le risorse dedicate nel PNRR a questo scopo a cui le regioni potranno attingere. Ma il quadro oggi dei diversi territori regionali, presenta realtà assistenziali completamente diverse con servizi per nulla affatto omogenei, che non sono in grado di garantire universalità di cure ai cittadini. Inoltre nell’affrontare i problemi della sanità territoriale, nonostante le revisioni legislative, i tavoli di trattativa, i più o meno ampi coinvolgimenti degli stakeholder interessati, ha prevalso spesso uno spirito corporativo basato sulla difesa di specifici interessi e segnato dalla mancanza di trasversalità degli intenti. Noi vorremmo lasciarci alle spalle tutto questo nell’interesse prima di tutto dei cittadini. La domiciliarità era ed è la scelta auspicata dalle persone, quella più desiderata e anche la più sostenibile per il Sistema. Le diverse esperienze di gestione della pandemia ci hanno dimostrato che è anche la più corretta in termini di sicurezza e benessere dei cittadini. Ma per governare questi cambiamenti in tempi rapidi ed in maniera efficiente è necessario che tutti gli attori si mettano in gioco andando incontro insieme alle esigenze di un mondo profondamente cambiato dove orizzonti e saperi devono combinarsi. Tutte le componenti che a livello territoriale agiscono (MMG, PLS, infermieri, farmacisti, assistenti sociali, ginecologi, ostetriche, psichiatri, neuropsichiatri infantili, medici delle dipendenze e psicologi, fisiatri e terapisti della riabilitazione, educatori professionali e tutti gli altri professionisti e operatori sanitari) devono raggiungere una vera integrazione. E in tutto questo percorso, un passaggio fondamentale sarà non solo la presenza al tavolo decisionale delle associazioni di pazienti, ma anche dell’industria che produce tecnologia ed innovazione (farmaci e devices), due componenti spesso messe a margine delle decisioni strategiche che impattano sull’intero sistema. Cristallizzando e sedimentando tutte le esperienze fatte in questi anni, la Direzione Scientifica di Motore Sanità vorrebbe proporvi la grande sfida di raccogliere idee realizzabili subito: dalla diagnostica, alla presa in carico, al follow-up, alla condivisione dati, al supporto tecnologico. L'articolo VACCINAZIONE MENINGOCOCCICA LIGURIA proviene da Motoresanità.it. Read More
IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Le malattie croniche del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale. I dati del Global Burden of Diseases indicano che nel 2016, nel mondo, sono decedute 1.256.850 persone per cirrosi epatica, determinando nello stesso anno rispettivamente circa 37 milioni di anni di vita persi. Lo stesso report stima per il 2040 un incremento del numero di decessi per cirrosi epatica del 50%. Le stime riferite all’Italia sulle persone colpite da cirrosi epatica ci descrivono circa 180mila casi con un tasso di prevalenza dello 0,3% nella popolazione totale. L’Epatite acuta C causa di gran parte delle malattie croniche del fegato cronicizza in circa 70-80% degli adulti ed una minoranza di questi (20-30%) progredirà in Cirrosi dopo parecchi decenni. L’OMS per questo ha definito la strategia per l’eradicazione dell’epatite virale (obiettivo riduzione 90% nuove infezioni e 65% decessi causati da epatite virale entro il 2030). Al 2017, solo 9 Paesi a livello globale, fra cui l’Italia, sono in linea con il raggiungimento degli obiettivi OMS. Strumento per il raggiungimento di questo obiettivo, insieme alla prevenzione, è offerto dalla disponibilità delle nuove terapie per epatite C, gli antivirali orali ad azione diretta (DAA), che dal 2016 hanno portato una innovazione dirompente. Queste terapie sono infatti in grado di eradicare definitivamente il virus in oltre il 95 % dei pazienti trattati indipendentemente dal genotipo virale e dallo stadio di malattia epatica. Ma c’è ancora molto da fare per far emergere il sommerso, sia sui casi sintomatici che su quelli asintomatici, questi ultimi spesso portatori inconsapevoli del virus. È quindi essenziale creare percorsi facilitati per l’individuazione, la presa in carico e l’immediato trattamento di questi pazienti. Fondamentale oggi è un confronto che focalizzi l’attenzione sulle attuali e future strategie nazionali/regionali che sfruttando le risorse del PNRR consentano la revisione organizzativa necessaria per l’emersione del sommerso. L'articolo IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO proviene da Motoresanità.it. Read More
TAVOLO REGIONALE SCHIZOFRENIA – CAMPANIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it La legge 180 ha abolito, unica al mondo, i manicomi demandando ai servizi territoriali, ai reparti psichiatrici ospedalieri, ai dipartimenti di salute mentale ed alle famiglie l’onere ed il compito di gestire i pazienti psichiatrici. Per realizzare tale obiettivo è importante che i dipartimenti psichiatrici, lavorino coordinati all’interno di una rete che dia risposte efficaci dalla gestione della crisi alla riabilitazione del paziente stesso, aiutando il gravoso compito delle famiglie e supportando anche economicamente i vari attori del sistema. Il nostro progetto si pone come fine di fare un’analisi dei need assistenziali e dello stato dell’arte della presa in carico di tali pazienti nelle regioni indicate, oltre a definire insieme agli stakeholder più importanti sia istituzionali che clinici, le azioni di miglioramento da intraprendere per migliorare il percorso di cura del paziente schizofrenico. L'articolo IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO proviene da Motoresanità.it. Read More
NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI:  “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO proviene da Motoresanità.it. Read More
#MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA – SARDEGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL MALATO DI FEGATO proviene da Motoresanità.it. Read More
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito procapite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo LE INFEZIONI MODERATE-GRAVI DI CUTE E TESSUTI MOLLI POSSIBILE EVITARE IL RICOVERO IN OSPEDALE? proviene da Motoresanità.it. Read More
TAVOLO DI LAVORO  NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI:  “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo LE INFEZIONI MODERATE-GRAVI DI CUTE E TESSUTI MOLLI POSSIBILE EVITARE IL RICOVERO IN OSPEDALE? proviene da Motoresanità.it. Read More
TAVOLO DI LAVORO  NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI:  “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo LE INFEZIONI MODERATE-GRAVI DI CUTE E TESSUTI MOLLI POSSIBILE EVITARE IL RICOVERO IN OSPEDALE? proviene da Motoresanità.it. Read More
VACCINAZIONE MENINGOCOCCICA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Neisseria meningitidis è un batterio commensale, specifico per l’uomo, normalmente presente nelle alte vie respiratorie dell’1-20% della popolazione (portatori), con percentuali più alte negli adolescenti e giovani adulti. Tuttavia, in alcuni casi ed in particolari condizioni di fragilità dell’ospite, il batterio può entrare nel flusso sanguigno e causare, a qualsiasi età, malattie invasive e molto pericolose, quali sepsi e meningite che, nel 5-10% dei casi, possono portare alla morte in poche ore. Inoltre, nel 10-20% dei sopravvissuti si osservano sequele gravi a lungo termine. Anche se la popolazione più soggetta a questa infezione è quella di età inferiore ai 5 anni, con una frequenza maggiore nei primi 2 anni di vita, ne può essere colpita anche la fascia adolescenziale così come quella dei giovani adulti ed adulti. Ad oggi sono stati individuati 12 sierogruppi di N. meningitidis ma i più comuni e principalmente responsabili della malattia invasiva da meningococco (IMD) sono 6: A, B, C, Y, W-135, X. Questi dati supportano la necessità di una strategia vaccinale, contro la malattia meningococcica, estesa a più coorti e categorie di popolazione, rappresentando pertanto il mezzo più efficace per ridurre il rischio di morte e di sequele a breve e lungo termine.
Tra le diverse sequele derivanti dall’IMD si osservano: danni neurologici come emiplegia, ritardo mentale, epilessia, diminuzione dell’udito, disturbi dell’apprendimento, che hanno una frequenza tra 10 e 20 ogni 100 sopravvissuti alla meningite; necrosi di tessuto cutaneo, amputazioni delle dita o degli arti con una frequenza di 25 ogni 100 sopravvissuti alla setticemia. Il tasso di mortalità, nonostante un’appropriata terapia antibiotica, è elevato e colpisce 10-12 ogni 100 in caso meningite ed oltre 40 su 100 in caso di setticemia. Nonostante i vaccini contro il meningococco disponibili in Italia dal 2008 (ceppo C) e dal 2014 (ceppo B), abbiano portato ad una ridotta incidenza di malattia invasiva (170 casi di malattia invasiva nel 2018 e 190 nel 2019), resta comunque necessaria un’adeguata strategia vaccinale che protegga l’intera popolazione non soltanto verso i sierogruppi C e B, ma anche verso Y e W, quest’ultimo particolarmente virulento e responsabile di recenti focolai. Per questo motivo, considerando anche il rischio elevato di gravi sequele che l’infezione può generare, le strategie vaccinali in questi anni si sono orientate verso l’utilizzo del vaccino tetravalente, in grado di offrire una protezione più ampia, anche in categorie addizionali quali i pazienti a rischio, più esposti alla possibilità di incorrere in malattie invasive batteriche. Le attuali coperture raggiunte nel territorio italiano non sono omogenee e spesso al di sotto delle indicazioni del PNV, indicando una diversità tra le regioni. Veneto ed Emilia Romagna rappresentano da tempo modelli virtuosi di riferimento per la prevenzione vaccinale, con una eccellenza organizzativa evidente che emerge dalle coperture ottenute nei diversi target, sempre vicine se non addirittura superiori al 90%. Motore Sanità ritiene che, anche dall’analisi dei recenti dati di HTA Italiani pubblicati, da queste regioni ancora una volta possano e debbano partire suggerimenti, idee organizzative per garantire delle coperture vaccinali
FOCUS LOMBARDIA SCLEROSI MULTIPLA L’EVOLUZIONE DI NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI TRA EFFICIENZA DI INTERDISCIPLINARIETÀ E RISPOSTA DI SALUTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it La SM è una malattia tra le più comuni e più gravi del sistema nervoso centrale: è cronica, imprevedibile, progressivamente invalidante. I sintomi possono variare da persona a persona, alcuni possono ripetersi con maggiore frequenza, in particolare all’esordio, e possono modificarsi ed aggravarsi con diversi livelli di gravità nel corso della storia di malattia. I più ricorrenti interessano la vista, la sensibilità, la mobilità o possono manifestarsi come fatica e debolezza – percepite come difficoltà a svolgere e a sostenere attività anche di cura personale. Agenas, l’Agenzia dei Servizi Sanitari Regionali, ha recentemente proposto un percorso diagnostico terapeutico nazionale per la gestione della Sclerosi Multipla, per sancire il diritto dei pazienti affetti da SM ad accedere a servizi diagnostici e terapeutici omogenei su tutto il territorio nazionale, attraverso la collaborazione tra i Centri SM e tra questi e il territorio in tutte le sue componenti. La gestione della malattia, nell’intero percorso dalla diagnosi al fine vita, tocca tutta la filiera dei servizi a partire da quelli ospedalieri, che rimangono il riferimento principale, fino a quelli territoriali comprensivi anche degli interventi di tipo sociale. Per tali ragioni, i pazienti affetti da SM sono candidati naturali a beneficiare dei modelli di Case di Comunità e di Ospedali di Comunità che la Lombardia sta implementando secondo le indicazioni del PNRR. La coordinazione delle Centrali Operative Territoriali renderà, inoltre, più semplice ed efficace al Sistema Sanitario ed alle persone con Sclerosi Multipla la gestione della loro patologia e delle terapie. Negli ultimi anni, sono state individuate e sviluppate nuove opzioni di trattamento, alcune già a disposizione della classe medica, altre in arrivo che tengono in considerazione anche la semplificazione della terapia e la gestione di prossimità del paziente. L’accesso a terapie innovative e l’avvento di processi di follow up e gestione del paziente da remoto, possono permettere un trattamento personalizzato del paziente, migliorandone il percorso di cura con un risvolto positivo sia in termini di qualità di vita, sia di riduzione di costi indiretti e sociali. La riforma sanitaria in atto in Lombardia, l’introduzione di un PDTA nazionale e l’innovazione terapeutica devono però rispondere al bisogno di sostenibilità dei sistemi sanitari regionali ed è quindi importante un confronto tra mondo clinico ed istituzioni per valutare quali sono le migliori soluzioni per il trattamento di questa patologia severa e diffusa, mettendo al centro dei ragionamenti il paziente e le sue necessità. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
TAVOLI REGIONALI DI SCHIZOFRENIA – PIEMONTE
Archivi Eventi - Motoresanità.it La legge 180 ha abolito, unica al mondo, i manicomi demandando ai servizi territoriali, ai reparti psichiatrici ospedalieri, ai dipartimenti di salute mentale ed alle famiglie l’onere ed il compito di gestire i pazienti psichiatrici. Per realizzare tale obiettivo è importante che i dipartimenti psichiatrici, lavorino coordinati all’interno di una rete che dia risposte efficaci dalla gestione della crisi alla riabilitazione del paziente stesso, aiutando il gravoso compito delle famiglie e supportando anche economicamente i vari attori del sistema. Il nostro progetto si pone come fine di fare un’analisi dei need assistenziali e dello stato dell’arte della presa in carico di tali pazienti nelle regioni indicate, oltre a definire insieme agli stakeholder più importanti sia istituzionali che clinici, le azioni di miglioramento da intraprendere per migliorare il percorso di cura del paziente schizofrenico. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
TAVOLO DI LAVORO  NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI:  “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
SICILIA E SARDEGNA – PNRR e HIV: Il return to care
Archivi Eventi - Motoresanità.it Motore Sanità in questi anni, ha realizzato molti progetti ed eventi affrontando diverse tematiche relative alla riorganizzazione necessaria della sanità territoriale. La recente esperienza della pandemia ha oramai convinto tutti che una riforma del sistema di cure territoriali non sia più procrastinabile e che questa debba essere fatta con i giusti investimenti ma in tempi brevi.  Infatti tutte le fragilità dichiarate da anni da alcuni attori di sistema, purtroppo però poco ascoltati, sono emerse abbattendosi sui cittadini malati cronici e fragili in tutta la loro drammaticità. Così molte sono le risorse dedicate nel PNRR a questo scopo a cui le regioni potranno attingere. Ma il quadro oggi dei diversi territori regionali, presenta realtà assistenziali completamente diverse con servizi per nulla affatto omogenei, che non sono in grado di garantire universalità di cure ai cittadini. Inoltre nell’affrontare i problemi della sanità territoriale, nonostante le revisioni legislative, i tavoli di trattativa, i più o meno ampi coinvolgimenti degli stakeholder interessati, ha prevalso spesso uno spirito corporativo basato sulla difesa di specifici interessi e segnato dalla mancanza di trasversalità degli intenti. Noi vorremmo lasciarci alle spalle tutto questo nell’interesse prima di tutto dei cittadini. La domiciliarità era ed è la scelta auspicata dalle persone, quella più desiderata e anche la più sostenibile per il Sistema. Le diverse esperienze di gestione della pandemia ci hanno dimostrato che è anche la più corretta in termini di sicurezza e benessere dei cittadini. Ma per governare questi cambiamenti in tempi rapidi ed in maniera efficiente è necessario che tutti gli attori si mettano in gioco andando incontro insieme alle esigenze di un mondo profondamente cambiato dove orizzonti e saperi devono combinarsi. Tutte le componenti che a livello territoriale agiscono (MMG, PLS, infermieri, farmacisti, assistenti sociali, ginecologi, ostetriche, psichiatri, neuropsichiatri infantili, medici delle dipendenze e psicologi, fisiatri e terapisti della riabilitazione, educatori professionali e tutti gli altri professionisti e operatori sanitari) devono raggiungere una vera integrazione. E in tutto questo percorso, un passaggio fondamentale sarà non solo la presenza al tavolo decisionale delle associazioni di pazienti, ma anche dell’industria che produce tecnologia ed innovazione (farmaci e devices), due componenti spesso messe a margine delle decisioni strategiche che impattano sull’intero sistema. Cristallizzando e sedimentando tutte le esperienze fatte in questi anni, la Direzione Scientifica di Motore Sanità vorrebbe proporvi la grande sfida di raccogliere idee realizzabili subito: dalla diagnostica, alla presa in carico, al follow-up, alla condivisione dati, al supporto tecnologico. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
CENTRAL-MENTE IN SALUTE PORTARE LA SALUTE MENTALE AL CENTRO DELL’AZIONE DI GOVERNO E DEL PNRR
Archivi Eventi - Motoresanità.it   Gli effetti della pandemia hanno certamente accelerato le tendenze epidemiologiche già in atto di Salute Mentale portando in primo piano nuovi bisogni assistenziali caratteristici dell’ adolescenza: l’autolesionismo, i tentativi di suicidio, la disregolazione emotiva, i disturbi del comportamento alimentare, il ritiro sociale. Se queste sono state le conseguenze più drammatiche, si deve registrare anche l’incremento dei disturbi dell’umore e della sfera dell’ansia nella popolazione adulta.   Gli effetti della pandemia non si riflettono esclusivamente sull’espressività dei disturbi mentali, ma hanno inciso profondamente sulle prospettive organizzative del Sistema Sanitario Nazionale. Il piano nazionale di rinascita e resilienza (PNRR) del governo Draghi, che aveva alimentato la speranza di un incremento delle risorse a disposizione del territorio, non ha portato risorse aggiuntive per la Salute Mentale, se non in maniera irrisoria, ma ha prospettato una modificazione delle caratteristiche organizzative delle strutture territoriali che trovano il centro nelle Case della Comunità. In questo momento storico è fondamentale difendere l’identità specifica dei dipartimenti di salute mentale, evitando il rischio di una loro genericizzazione nel calderone più esteso delle funzioni distrettuali.   D’altra parte è necessario rilanciare i servizi di salute mentale con maggiore incisività sui nuovi bisogni e, sul piano organizzativo, di fornire risposte efficaci, moderne ed integrate con i servizi di medicina generale, con il dipartimento di emergenza urgenza e con i servizi sociali. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
TAVOLI REGIONALI SCHIZOFRENIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it La legge 180 ha abolito, unica al mondo, i manicomi demandando ai servizi territoriali, ai reparti psichiatrici ospedalieri, ai dipartimenti di salute mentale ed alle famiglie l’onere ed il compito di gestire i pazienti psichiatrici. Per realizzare tale obiettivo è importante che i dipartimenti psichiatrici, lavorino coordinati all’interno di una rete che dia risposte efficaci dalla gestione della crisi alla riabilitazione del paziente stesso, aiutando il gravoso compito delle famiglie e supportando anche economicamente i vari attori del sistema. Il nostro progetto si pone come fine di fare un’analisi dei need assistenziali e dello stato dell’arte della presa in carico di tali pazienti nelle regioni indicate, oltre a definire insieme agli stakeholder più importanti sia istituzionali che clinici, le azioni di miglioramento da intraprendere per migliorare il percorso di cura del paziente schizofrenico. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI:  “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti
LA LONGEVITÀ DEI DISPOSITIVI CARDIACI ELETTRONICI IMPIANTABILI: DAGLI ASPETTI TECNICI AI BENEFICI CLINICI ED ECONOMICI
Archivi Eventi - Motoresanità.it Uno degli aspetti più importanti che caratterizzano i dispositivi cardiaci impiantabili attivi è la durata delle batterie, perché è estremamente importante per promuovere la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale diminuire il numero di sostituzioni per garantire continuità e per evitare ai pazienti tutta una serie di complicanze legate all’intervento chirurgico effettuato per il cambio del dispositivo oltre al disagio che l’azione stessa provoca sui pazienti. Finora non era possibile utilizzare la longevità dei dispositivi come parametro di selezione nelle gare in quanto i vari produttori fornivano le durate stimandole in condizioni operative differenti, spesso non conformi alla reale condizione clinica di funzionamento dettata dalla patologia sottostante.   Grazie alla recente pubblicazione dell’articolo redatto dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) in collaborazione con AIAC, la società scientifica di riferimento, in cui vengono indicate condizioni operative conformi alla realtà clinica di utilizzo per tipologia di dispositivo, sarà possibile utilizzare la longevità nelle gare di appalto come i valori stimati avranno un punto di partenza comune ed omogeneo. Per renderlo fattibile è importante che tale documento sia presentato ai principali organi istituzionali e gruppi di acquisto affinché ne tengano conto nella redazione delle gare e nella definizione dei requisiti stessi.   L’evento si pone in continuità con una serie di progettualità svolte in anni precedente da Motore Sanità insieme a BSCI, per cui troviamo utile proseguire sulla strada della sensibilizzazione degli addetti ai lavori nell’utilizzare categorie omogenee per la valutazione e la messa in competizione virtuosa dei vari device che la tecnologia mette a disposizione al giorno d’oggi, soprattutto in ottica di ottimizzazione risorse. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
CENTRO – PNRR E DIABETE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Programma Il diabete da molti viene definita “la malattia cronica” poiché il suo impatto gestionale è davvero rappresentativo di una cronicità complessa a 360°.  Esso rappresenta la prima causa di cecità, la prima causa di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la seconda causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, la concausa di metà degli infarti e degli ictus.   L’International Diabetes Federation (IDF) nel 2019 indica circa 463 milioni di adulti (20-79 anni) con diabete nel mondo e una prevalenza in continuo aumento (entro il 2045 700 milioni), soprattutto per quanto riguarda il diabete di tipo 2. Gli stessi dati riferiti all’anno 2019 indicano inoltre che più di 4 milioni di persone tra 20 e 79 anni, siano morte per cause connesse al diabete. In Italia secondo il bollettino epidemiologico nazionale dell’ISS sarebbero circa 3,4-4 milioni le persone con diabete ma circa 1-1,5 milioni quelle che non sanno di averlo, mentre 4 milioni di persone sarebbero ad alto rischio di sviluppare la malattia. Secondo le stime più recenti, la spesa per diabete tra costi sanitari diretti (circa 9 miliardi) e costi sanitari indiretti (circa 11 miliardi) ammonterebbe attualmente ad almeno 20 miliardi di euro all’anno. Questi numeri ne fanno comprendere l’impatto socio-assistenziale ed economico-sanitario. Nonostante tutto ciò, grazie soprattutto alla grande innovazione prodotta nell’ultimo decennio, le ospedalizzazioni hanno un andamento decrescente (riduzione media annua del 5,5% nel periodo 2010-2018). La attuale pandemia ha però fatto emergere tutte le debolezze del sistema assistenziale, molto legate in particolare alla presa in carico territoriale ed in risposta a questo il nuovo PNRR stanzia 15,63 miliardi di € (7 miliardi tra reti di prossimità, strutture, servizi di telemedicina e 8,63 miliardi su innovazione, ricerca, digitalizzazione).   Ma l’innovazione prodotta da farmaci e devices in Italia, ha un accesso equo ed uniforme paragonabile a quello di altri paesi europei? Ed all’interno del Nostro paese le regioni offrono un panorama uniforme circa l’accesso? Quali opportunità potrà fornire il PNRR, come verrà declinato nelle varie regioni e sarà in grado di rispondere alle esigenze delle persone con diabete? Il cambiamento organizzativo previsto sarà in grado di garantire più facile accesso all’innovazione e ai percorsi di cura semplificando la presa in carico ed il  monitoraggio? Punterà sull’educazione e sull’empowerment della persona con diabete? Cristallizzando e sedimentando tutte le esperienze fatte in questi anni, la Direzione Scientifica di Motore Sanità vorrebbe dare voce a tutti gli stakeholder di sistema per proporre idee realizzabili subito su questi temi aperti che consentano di evitare sprechi e mantenere la sostenibilità. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
IO RARO – PRESENTAZIONE ASSOCIAZIONE
Archivi Eventi - Motoresanità.it ⇒ Programma È nata l’Associazione “io Raro”, sulla base della convinzione di estendere la positiva ed efficace esperienza dell’Associazione Prevenzione Tumori ODV. L’obiettivo è dare una risposta ai bisogni dei malati di tumori rari e un supporto alle loro famiglie. “io Raro” si propone di: essere un punto di riferimento per l’accesso ai Centri specialistici;
definire i diritti e i percorsi di accesso;
identificare i percorsi di sostegno anche psicologico;
mettersi a disposizione delle Associazioni locali e regionali che già si occupano di tumori rari ed eventualmente offrire uno sportello di ascolto per i pazienti e per indirizzarli verso la migliore assistenza possibile, perché questo può fare la differenza. Consapevole della complessità della materia, l’impegno di “io Raro” sarà supportare la ricerca di luoghi e realtà che possono dare risposte corrette. E poi di educare all’informazione, più che a formare, raccogliendo le testimonianze delle Associazioni e delle famiglie, per farne preziose esperienze. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
COME RENDERE PIÙ EFFICACE LO SCREENING MAMMOGRAFICO
Archivi Eventi - Motoresanità.it Europa Donna, in collaborazione con Motore Sanità, vuole raccogliere contributi sul tema di “Come rendere più efficace lo screening mammografico organizzato dal SSN” partendo dall’ascolto, e dal punto di vista, delle dirette interessate, le donne. In particolare vorremmo venissero condivise, e sottoposte al vaglio e alla propositività delle Istituzioni, alcune raccomandazioni che partono, in primis, dall’esigenza di “mettere a terra” alcuni pilastri : 1) Migliorare l’informazione e la comunicazione: informare e comunicare con efficacia al maggior numero di donne in target, partendo dai contenuti e dalle modalità di recapito/accettazione dell’Invito allo screening (importanza della digitalizzazione) 2) Fidelizzare allo screening attraverso processi di empowerment che coinvolgano, e formino, le persone più direttamente a contatto con le donne che si sottopongono allo screening 3) Non lasciare che lo screening sia fine a se stesso, ma sia seguito, in caso di necessità, da un percorso continuativo che indirizzi la donna alla Breast Unit di riferimento Nel periodo 2017-2020 si sono sottoposte a screening mammografico circa  il 74% delle donne tra i 50-69 anni, solo il 54% ha risposto alla chiamata allo screening mammografico organizzato dal SSN e il 20% ha fatto un screening spontaneo; circa il 26% non ha eseguito alcuno screening. Dati di Sorveglianza Passi (https://www.epicentro.iss.it/passi/dati/ScreeningMammografico) Quasi la metà delle donne tra i 50 e i 69 anni non afferisce allo screening organizzato e fino a quando non verrà raggiunta la copertura del 100%, non sarà possibile l’estensione a livello nazionale alla fascia 45-49 e 69-75, come sottolineato nel Piano Nazionale Prevenzione 2020-2025, esponendo le donne che rientrano in queste età a un potenziale maggiore rischio di diagnosi tardive. Vanno esplorate le ragioni che portano una donna a non partecipare allo screening organizzato o anche a recarsi all’appuntamento malvolentieri; da una Survey che Europa Donna ha condotto con le 180 associazioni della propria rete, le motivazioni sono molte. Grazie a questo lavoro,  Europa Donna e Motore Sanità vogliono presentare agli stakeholder della Sanità alcune azioni concrete per favorire l’accesso delle donne agli screening L'articolo COME RENDERE PIÙ EFFICACE LO SCREENING MAMMOGRAFICO proviene da Motoresanità.it. Read More
TAVOLO DI LAVORO  NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI:  “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo TAVOLO DI LAVORO NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
UN NUOVO RUOLO DEL TERRITORIO NELLA GESTIONE DELLA SANITÀ  PNRR E HIV:  IL RETURN TO CARE  TOSCANA, LAZIO E MARCHE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Motore Sanità in questi anni, ha realizzato molti progetti ed eventi affrontando diverse tematiche relative alla riorganizzazione necessaria della sanità territoriale. La recente esperienza della pandemia ha oramai convinto tutti che una riforma del sistema di cure territoriali non sia più procrastinabile e che questa debba essere fatta con i giusti investimenti ma in tempi brevi.  Infatti tutte le fragilità dichiarate da anni da alcuni attori di sistema, purtroppo però poco ascoltati, sono emerse abbattendosi sui cittadini malati cronici e fragili in tutta la loro drammaticità. Così molte sono le risorse dedicate nel PNRR a questo scopo a cui le regioni potranno attingere. Ma il quadro oggi dei diversi territori regionali, presenta realtà assistenziali completamente diverse con servizi per nulla affatto omogenei, che non sono in grado di garantire universalità di cure ai cittadini. Inoltre nell’affrontare i problemi della sanità territoriale, nonostante le revisioni legislative, i tavoli di trattativa, i più o meno ampi coinvolgimenti degli stakeholder interessati, ha prevalso spesso uno spirito corporativo basato sulla difesa di specifici interessi e segnato dalla mancanza di trasversalità degli intenti. Noi vorremmo lasciarci alle spalle tutto questo nell’interesse prima di tutto dei cittadini. La domiciliarità era ed è la scelta auspicata dalle persone, quella più desiderata e anche la più sostenibile per il Sistema. Le diverse esperienze di gestione della pandemia ci hanno dimostrato che è anche la più corretta in termini di sicurezza e benessere dei cittadini. Ma per governare questi cambiamenti in tempi rapidi ed in maniera efficiente è necessario che tutti gli attori si mettano in gioco andando incontro insieme alle esigenze di un mondo profondamente cambiato dove orizzonti e saperi devono combinarsi. Tutte le componenti che a livello territoriale agiscono (MMG, PLS, infermieri, farmacisti, assistenti sociali, ginecologi, ostetriche, psichiatri, neuropsichiatri infantili, medici delle dipendenze e psicologi, fisiatri e terapisti della riabilitazione, educatori professionali e tutti gli altri professionisti e operatori sanitari) devono raggiungere una vera integrazione. E in tutto questo percorso, un passaggio fondamentale sarà non solo la presenza al tavolo decisionale delle associazioni di pazienti, ma anche dell’industria che produce tecnologia ed innovazione (farmaci e devices), due componenti spesso messe a margine delle decisioni strategiche che impattano sull’intero sistema. Cristallizzando e sedimentando tutte le esperienze fatte in questi anni, la Direzione Scientifica di Motore Sanità vorrebbe proporvi la grande sfida di raccogliere idee realizzabili subito: dalla diagnostica, alla presa in carico, al follow-up, alla condivisione dati, al supporto tecnologico. L'articolo TAVOLO DI LAVORO NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION – EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito procapite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo TAVOLO DI LAVORO NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
I LEA E LA RICERCA DI EQUILIBRIO TRA I BISOGNI E LA SOSTENIBILITÀ
Archivi Eventi - Motoresanità.it La definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza e delle relative tariffe è un percorso molto lungo e complesso poco coerente con l’evoluzione rapida e dirompente delle tecnologie e delle conoscenze della medicina. Inoltre l’applicazione dei LEA continua a presentare diseguaglianze nella applicazione tra le diverse Regioni Italiane, come puntualmente ed annualmente verificato dal ministero della salute. Nel contesto globalizzato dell’assistenza sanitaria è altresì necessario un benchmarking con analoghe definizioni di altri Paesi, in special modo con i Paesi dell’Unione Europea. La Pandemia Covid ha indotto una maggiore unità di intenti tra i vari Paesi dell’unione e questa maggiore adesione dovrebbe essere applicata anche per ciò che concerne i livelli assistenziali di base per arrivare a una possibile definizione in futuro di LEA europei. Sarebbe utile un confronto ad ampio raggio con le Società Scientifiche, le Commissioni parlamentari, i rappresentanti dei cittadini e le istituzioni regionali per arrivare a una sintesi della conoscenza e dei bisogni, il tutto cementato da un puntuale lavoro di Health Technology Assessment, sia per quanto riguarda l’assistenza socio sanitaria sia per quanto riguarda la remunerazione e le conseguenti tariffe. Per questo motivo motore sanità organizza l’evento dal titolo “I LEA E LA RICERCA DI EQUILIBRIO TRA I BISOGNI E LA SOSTENIBILITÀ”. Per mettere a confronto i vari attori del sistema al fine di arrivare a proposte utili e necessarie ad un progressivo cambiamento e/o rivisitazione dei livelli elementari di assistenza. L'articolo TAVOLO DI LAVORO NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
FOCUS ON BPCO, NOTA 99: COME CAMBIA LO SCENARIO  SICILIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it La spesa a livello UE per le malattie croniche è pari a circa 700 miliardi di euro l’anno ed in Italia i malati cronici sono 24 milioni, assorbendo una gran parte delle risorse riversate in sanità. Nel Nostro paese considerando le sole cronicità respiratorie, nel 2020 la spesa per farmaci è al settimo posto ( 5,7% della spesa Totale) attestandosi su 1,3 miliardi di €. Tra queste la BPCO è una cronicità che deriva da una interazione complessa tra fattori genetici ed ambientali, con un impatto rilevante sia sulla vita dei pazienti e delle famiglie che sui servizi sanitari. Nel mondo si stima che circa 328 milioni di persone siano affette da questa malattia che rappresenta la 4° causa di morte (6% di tutte le morti). E la sua incidenza è in continuo aumento a causa di diversi fattori come il fumo, l’inquinamento oltre al graduale invecchiamento della popolazione. In Italia i dati ISTAT stimano una prevalenza di BPCO del 5,6% (15-50% dei fumatori sviluppa BPCO) ed indicano una mortalità che pesa per il 55% nel totale delle malattie respiratorie ed in aumento progressivo nell’arco temporale 2010-2018. Ma la prevalenza è verosimilmente più elevata in quanto essa viene spesso diagnosticata casualmente ed in fase di ricovero per riacutizzazione. Nonostante lo scenario descritto l’aderenza alla terapia resta assolutamente insoddisfacente e soprattutto bassa nel panorama delle malattie croniche, attestandosi in percentuali non superiori al 20%. Tutto questo porta ad uno scarso controllo e ad un aumento del rischio di riacutizzazioni e ricoveri, generando un prevenibile consumo di risorse. Si può comprendere facilmente come il livello di diagnosi e di presa in carico appropriate, debba essere implementato attraverso una maggiore integrazione tra i vari referenti della catena assistenziale, con l’utilizzo di nuove tecnologie (farmaci, devices, telemedicina, informatizzazione, etc) ed una maggior diffusione degli expertise consolidati. Le risorse in arrivo dal PNRR rappresentano una grande opportunità per tutti, malati in primis, ma come utilizzarle al meglio? Come riorganizzare la filiera assistenziale? Cosa chiedere al territorio e cosa ai centri ad alta specializzazione? Come implementare la prevenzione delle complicanze? Ed in tutto questo come l’innovazione prodotta, introdotta e correttamente misurata, può trovare facile accesso creando valore? Obiettivo degli incontri sarà rispondere a questi interrogativi, con il supporto della Comunità Scientifica, delle Associazioni Pazienti, degli operatori sanitari e delle Istituzioni. L'articolo TAVOLO DI LAVORO NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR FOCUS ON BPCO, NOTA 99: COME CAMBIA LO SCENARIO  VENETO
Archivi Eventi - Motoresanità.it La spesa a livello UE per le malattie croniche è pari a circa 700 miliardi di euro l’anno ed in Italia i malati cronici sono 24 milioni, assorbendo una gran parte delle risorse riversate in sanità. Nel Nostro paese considerando le sole cronicità respiratorie, nel 2020 la spesa per farmaci è al settimo posto ( 5,7% della spesa Totale) attestandosi su 1,3 miliardi di €. Tra queste la BPCO è una cronicità che deriva da una interazione complessa tra fattori genetici ed ambientali, con un impatto rilevante sia sulla vita dei pazienti e delle famiglie che sui servizi sanitari. Nel mondo si stima che circa 328 milioni di persone siano affette da questa malattia che rappresenta la 4° causa di morte (6% di tutte le morti). E la sua incidenza è in continuo aumento a causa di diversi fattori come il fumo, l’inquinamento oltre al graduale invecchiamento della popolazione. In Italia i dati ISTAT stimano una prevalenza di BPCO del 5,6% (15-50% dei fumatori sviluppa BPCO) ed indicano una mortalità che pesa per il 55% nel totale delle malattie respiratorie ed in aumento progressivo nell’arco temporale 2010-2018. Ma la prevalenza è verosimilmente più elevata in quanto essa viene spesso diagnosticata casualmente ed in fase di ricovero per riacutizzazione. Nonostante lo scenario descritto l’aderenza alla terapia resta assolutamente insoddisfacente e soprattutto bassa nel panorama delle malattie croniche, attestandosi in percentuali non superiori al 20%. Tutto questo porta ad uno scarso controllo e ad un aumento del rischio di riacutizzazioni e ricoveri, generando un prevenibile consumo di risorse. Si può comprendere facilmente come il livello di diagnosi e di presa in carico appropriate, debba essere implementato attraverso una maggiore integrazione tra i vari referenti della catena assistenziale, con l’utilizzo di nuove tecnologie (farmaci, devices, telemedicina, informatizzazione, etc) ed una maggior diffusione degli expertise consolidati. Le risorse in arrivo dal PNRR rappresentano una grande opportunità per tutti, malati in primis, ma come utilizzarle al meglio? Come riorganizzare la filiera assistenziale? Cosa chiedere al territorio e cosa ai centri ad alta specializzazione? Come implementare la prevenzione delle complicanze? Ed in tutto questo come l’innovazione prodotta, introdotta e correttamente misurata, può trovare facile accesso creando valore? Obiettivo degli incontri sarà rispondere a questi interrogativi, con il supporto della Comunità Scientifica, delle Associazioni Pazienti, degli operatori sanitari e delle Istituzioni. L'articolo TAVOLI REGIONALI SCHIZOFRENIA proviene da Motoresanità.it. Read More
UN NUOVO RUOLO DEL TERRITORIO NELLA GESTIONE DELLA SANITÀ  PNRR E HIV:  IL RETURN TO CARE  TRIVENETO ED EMILIA-ROMAGNA
Archivi Eventi - Motoresanità.it Motore Sanità in questi anni, ha realizzato molti progetti ed eventi affrontando diverse tematiche relative alla riorganizzazione necessaria della sanità territoriale. La recente esperienza della pandemia ha oramai convinto tutti che una riforma del sistema di cure territoriali non sia più procrastinabile e che questa debba essere fatta con i giusti investimenti ma in tempi brevi.  Infatti tutte le fragilità dichiarate da anni da alcuni attori di sistema, purtroppo però poco ascoltati, sono emerse abbattendosi sui cittadini malati cronici e fragili in tutta la loro drammaticità. Così molte sono le risorse dedicate nel PNRR a questo scopo a cui le regioni potranno attingere. Ma il quadro oggi dei diversi territori regionali, presenta realtà assistenziali completamente diverse con servizi per nulla affatto omogenei, che non sono in grado di garantire universalità di cure ai cittadini. Inoltre nell’affrontare i problemi della sanità territoriale, nonostante le revisioni legislative, i tavoli di trattativa, i più o meno ampi coinvolgimenti degli stakeholder interessati, ha prevalso spesso uno spirito corporativo basato sulla difesa di specifici interessi e segnato dalla mancanza di trasversalità degli intenti. Noi vorremmo lasciarci alle spalle tutto questo nell’interesse prima di tutto dei cittadini. La domiciliarità era ed è la scelta auspicata dalle persone, quella più desiderata e anche la più sostenibile per il Sistema. Le diverse esperienze di gestione della pandemia ci hanno dimostrato che è anche la più corretta in termini di sicurezza e benessere dei cittadini. Ma per governare questi cambiamenti in tempi rapidi ed in maniera efficiente è necessario che tutti gli attori si mettano in gioco andando incontro insieme alle esigenze di un mondo profondamente cambiato dove orizzonti e saperi devono combinarsi. Tutte le componenti che a livello territoriale agiscono (MMG, PLS, infermieri, farmacisti, assistenti sociali, ginecologi, ostetriche, psichiatri, neuropsichiatri infantili, medici delle dipendenze e psicologi, fisiatri e terapisti della riabilitazione, educatori professionali e tutti gli altri professionisti e operatori sanitari) devono raggiungere una vera integrazione. E in tutto questo percorso, un passaggio fondamentale sarà non solo la presenza al tavolo decisionale delle associazioni di pazienti, ma anche dell’industria che produce tecnologia ed innovazione (farmaci e devices), due componenti spesso messe a margine delle decisioni strategiche che impattano sull’intero sistema. Cristallizzando e sedimentando tutte le esperienze fatte in questi anni, la Direzione Scientifica di Motore Sanità vorrebbe proporvi la grande sfida di raccogliere idee realizzabili subito: dalla diagnostica, alla presa in carico, al follow-up, alla condivisione dati, al supporto tecnologico. L'articolo TAVOLI REGIONALI SCHIZOFRENIA proviene da Motoresanità.it. Read More
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION ASL ROMA2
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito procapite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo NOTA 97 AD UN ANNO DALLA SUA APPLICAZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
NORD PNRR E DIABETE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Il diabete da molti viene definita “la malattia cronica” poiché il suo impatto gestionale è davvero rappresentativo di una cronicità complessa a 360°.  Esso rappresenta la prima causa di cecità, la prima causa di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la seconda causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, la concausa di metà degli infarti e degli ictus. L’International Diabetes Federation (IDF) nel 2019 indica circa 463 milioni di adulti (20-79 anni) con diabete nel mondo e una prevalenza in continuo aumento (entro il 2045 700 milioni), soprattutto per quanto riguarda il diabete di tipo 2. Gli stessi dati riferiti all’anno 2019 indicano inoltre che più di 4 milioni di persone tra 20 e 79 anni, siano morte per cause connesse al diabete. In Italia secondo il bollettino epidemiologico nazionale dell’ISS sarebbero circa 3,4-4 milioni le persone con diabete ma circa 1-1,5 milioni quelle che non sanno di averlo, mentre 4 milioni di persone sarebbero ad alto rischio di sviluppare la malattia. Secondo le stime più recenti, la spesa per diabete tra costi sanitari diretti (circa 9 miliardi) e costi sanitari indiretti (circa 11 miliardi) ammonterebbe attualmente ad almeno 20 miliardi di euro all’anno. Questi numeri ne fanno comprendere l’impatto socio-assistenziale ed economico-sanitario. Nonostante tutto ciò, grazie soprattutto alla grande innovazione prodotta nell’ultimo decennio, le ospedalizzazioni hanno un andamento decrescente (riduzione media annua del 5,5% nel periodo 2010-2018). La attuale pandemia ha però fatto emergere tutte le debolezze del sistema assistenziale, molto legate in particolare alla presa in carico territoriale ed in risposta a questo il nuovo PNRR stanzia 15,63 miliardi di € (7 miliardi tra reti di prossimità, strutture, servizi di telemedicina e 8,63 miliardi su innovazione, ricerca, digitalizzazione). Ma l’innovazione prodotta da farmaci e devices in Italia, ha un accesso equo ed uniforme paragonabile a quello di altri paesi europei? Ed all’interno del Nostro paese le regioni offrono un panorama uniforme circa l’accesso? Quali opportunità potrà fornire il PNRR, come verrà declinato nelle varie regioni e sarà in grado di rispondere alle esigenze delle persone con diabete? Il cambiamento organizzativo previsto sarà in grado di garantire più facile accesso all’innovazione e ai percorsi di cura semplificando la presa in carico ed il  monitoraggio? Punterà sull’educazione e sull’empowerment della persona con diabete? Cristallizzando e sedimentando tutte le esperienze fatte in questi anni, la Direzione Scientifica di Motore Sanità vorrebbe dare voce a tutti gli stakeholder di sistema per proporre idee realizzabili subito su questi temi aperti che consentano di evitare sprechi e mantenere la sostenibilità. L'articolo NOTA 97 AD UN ANNO DALLA SUA APPLICAZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION ASL BARI
Archivi Eventi - Motoresanità.it L’ingresso dei farmaci equivalenti nel mercato farmaceutico mondiale è un fenomeno di notevole interesse in termini economico-sociali, che dovrebbe aver modificato significativamente sia le strategie aziendali sia i comportamenti di tutti gli attori coinvolti nella filiera assistenziale. Questo poiché oramai sono inconfutabili le evidenze scientifiche disponibili di come questi farmaci siano uno strumento di cura che garantendo la medesima efficacia terapeutica supporta la sostenibilità dei nostri sistemi sanitari, generando risorse fondamentali da investire nell’innovazione. Gli esperti concordano nell’affermare che questi farmaci attraverso il ripristino della concorrenzialità aumentano l’efficienza del sistema (più salute a parità di risorse spese), stimolando la competizione etica sul prezzo dei produttori, dando a più cittadini facile accesso a cure di qualità. Paesi, Regioni, aziende sanitarie che hanno da subito appoggiato questi farmaci si sono trovati ad avere un mercato decisamente progredito. Purtroppo ad oggi in Italia i farmaci branded ogni anno generano ancora un copayment di oltre un miliardo all’anno e nei diversi territori vi è ancora una strana proporzione inversa tra la spesa per farmaci di marca e reddito procapite. Risorse queste che potrebbero essere impiegate dai cittadini per acquistare migliori e più utili servizi. Molto si è fatto e molto si farà per diffondere informazioni corrette in questo ambito. Ma esistono ancora grosse sacche di resistenza tra operatori del settore e soprattutto pazienti, ai quali le informazioni arrivano senza opportuni approfondimenti e da fonti spesso prive di autorevolezza in materia. Motore Sanità in questo percorso attraverso le aziende sanitarie Italiane, intende fare chiarezza su questi aspetti con il supporto dei più autorevoli esperti, condividendo strumenti utili per una migliore scelta e buone pratiche disponibili già messe in atto. L'articolo NOTA 97 AD UN ANNO DALLA SUA APPLICAZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR FOCUS ON BPCO, NOTA 99: COME CAMBIA LO SCENARIO  ABRUZZO, LAZIO, PUGLIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it La spesa a livello UE per le malattie croniche è pari a circa 700 miliardi di euro l’anno ed in Italia i malati cronici sono 24 milioni, assorbendo una gran parte delle risorse riversate in sanità. Nel Nostro paese considerando le sole cronicità respiratorie, nel 2020 la spesa per farmaci è al settimo posto ( 5,7% della spesa Totale) attestandosi su 1,3 miliardi di €. Tra queste la BPCO è una cronicità che deriva da una interazione complessa tra fattori genetici ed ambientali, con un impatto rilevante sia sulla vita dei pazienti e delle famiglie che sui servizi sanitari. Nel mondo si stima che circa 328 milioni di persone siano affette da questa malattia che rappresenta la 4° causa di morte (6% di tutte le morti). E la sua incidenza è in continuo aumento a causa di diversi fattori come il fumo, l’inquinamento oltre al graduale invecchiamento della popolazione. In Italia i dati ISTAT stimano una prevalenza di BPCO del 5,6% (15-50% dei fumatori sviluppa BPCO) ed indicano una mortalità che pesa per il 55% nel totale delle malattie respiratorie ed in aumento progressivo nell’arco temporale 2010-2018. Ma la prevalenza è verosimilmente più elevata in quanto essa viene spesso diagnosticata casualmente ed in fase di ricovero per riacutizzazione. Nonostante lo scenario descritto l’aderenza alla terapia resta assolutamente insoddisfacente e soprattutto bassa nel panorama delle malattie croniche, attestandosi in percentuali non superiori al 20%. Tutto questo porta ad uno scarso controllo e ad un aumento del rischio di riacutizzazioni e ricoveri, generando un prevenibile consumo di risorse. Si può comprendere facilmente come il livello di diagnosi e di presa in carico appropriate, debba essere implementato attraverso una maggiore integrazione tra i vari referenti della catena assistenziale, con l’utilizzo di nuove tecnologie (farmaci, devices, telemedicina, informatizzazione, etc) ed una maggior diffusione degli expertise consolidati. Le risorse in arrivo dal PNRR rappresentano una grande opportunità per tutti, malati in primis, ma come utilizzarle al meglio? Come riorganizzare la filiera assistenziale? Cosa chiedere al territorio e cosa ai centri ad alta specializzazione? Come implementare la prevenzione delle complicanze? Ed in tutto questo come l’innovazione prodotta, introdotta e correttamente misurata, può trovare facile accesso creando valore? Obiettivo degli incontri sarà rispondere a questi interrogativi, con il supporto della Comunità Scientifica, delle Associazioni Pazienti, degli operatori sanitari e delle Istituzioni. L'articolo NOTA 97 AD UN ANNO DALLA SUA APPLICAZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
#MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA – FOCUS
Archivi Eventi - Motoresanità.it Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo NOTA 97 AD UN ANNO DALLA SUA APPLICAZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR FOCUS ON BPCO, NOTA 99: COME CAMBIA LO SCENARIO  LOMBARDIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it La spesa a livello UE per le malattie croniche è pari a circa 700 miliardi di euro l’anno ed in Italia i malati cronici sono 24 milioni, assorbendo una gran parte delle risorse riversate in sanità. Nel Nostro paese considerando le sole cronicità respiratorie, nel 2020 la spesa per farmaci è al settimo posto ( 5,7% della spesa Totale) attestandosi su 1,3 miliardi di €. Tra queste la BPCO è una cronicità che deriva da una interazione complessa tra fattori genetici ed ambientali, con un impatto rilevante sia sulla vita dei pazienti e delle famiglie che sui servizi sanitari. Nel mondo si stima che circa 328 milioni di persone siano affette da questa malattia che rappresenta la 4° causa di morte (6% di tutte le morti). E la sua incidenza è in continuo aumento a causa di diversi fattori come il fumo, l’inquinamento oltre al graduale invecchiamento della popolazione. In Italia i dati ISTAT stimano una prevalenza di BPCO del 5,6% (15-50% dei fumatori sviluppa BPCO) ed indicano una mortalità che pesa per il 55% nel totale delle malattie respiratorie ed in aumento progressivo nell’arco temporale 2010-2018. Ma la prevalenza è verosimilmente più elevata in quanto essa viene spesso diagnosticata casualmente ed in fase di ricovero per riacutizzazione. Nonostante lo scenario descritto l’aderenza alla terapia resta assolutamente insoddisfacente e soprattutto bassa nel panorama delle malattie croniche, attestandosi in percentuali non superiori al 20%. Tutto questo porta ad uno scarso controllo e ad un aumento del rischio di riacutizzazioni e ricoveri, generando un prevenibile consumo di risorse. Si può comprendere facilmente come il livello di diagnosi e di presa in carico appropriate, debba essere implementato attraverso una maggiore integrazione tra i vari referenti della catena assistenziale, con l’utilizzo di nuove tecnologie (farmaci, devices, telemedicina, informatizzazione, etc) ed una maggior diffusione degli expertise consolidati. Le risorse in arrivo dal PNRR rappresentano una grande opportunità per tutti, malati in primis, ma come utilizzarle al meglio? Come riorganizzare la filiera assistenziale? Cosa chiedere al territorio e cosa ai centri ad alta specializzazione? Come implementare la prevenzione delle complicanze? Ed in tutto questo come l’innovazione prodotta, introdotta e correttamente misurata, può trovare facile accesso creando valore? Obiettivo degli incontri sarà rispondere a questi interrogativi, con il supporto della Comunità Scientifica, delle Associazioni Pazienti, degli operatori sanitari e delle Istituzioni. L'articolo NOTA 97 AD UN ANNO DALLA SUA APPLICAZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO VERSO LA “QUARTA ETÀ 5.0”
Archivi Eventi - Motoresanità.it “Non è ciò che capita, ma come reagisci a ciò che capita che costituisce la sostanza della tua vita” S.E. Mons. Derio Olivero Su iniziativa della Senatrice Annamaria Parente L'articolo NOTA 97 AD UN ANNO DALLA SUA APPLICAZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
PNRR FOCUS ON BPCO, NOTA 99: COME CAMBIA LO SCENARIO  PIEMONTE, LIGURIA
Archivi Eventi - Motoresanità.it La spesa a livello UE per le malattie croniche è pari a circa 700 miliardi di euro l’anno ed in Italia i malati cronici sono 24 milioni, assorbendo una gran parte delle risorse riversate in sanità. Nel Nostro paese considerando le sole cronicità respiratorie, nel 2020 la spesa per farmaci è al settimo posto ( 5,7% della spesa Totale) attestandosi su 1,3 miliardi di €. Tra queste la BPCO è una cronicità che deriva da una interazione complessa tra fattori genetici ed ambientali, con un impatto rilevante sia sulla vita dei pazienti e delle famiglie che sui servizi sanitari. Nel mondo si stima che circa 328 milioni di persone siano affette da questa malattia che rappresenta la 4° causa di morte (6% di tutte le morti). E la sua incidenza è in continuo aumento a causa di diversi fattori come il fumo, l’inquinamento oltre al graduale invecchiamento della popolazione. In Italia i dati ISTAT stimano una prevalenza di BPCO del 5,6% (15-50% dei fumatori sviluppa BPCO) ed indicano una mortalità che pesa per il 55% nel totale delle malattie respiratorie ed in aumento progressivo nell’arco temporale 2010-2018. Ma la prevalenza è verosimilmente più elevata in quanto essa viene spesso diagnosticata casualmente ed in fase di ricovero per riacutizzazione. Nonostante lo scenario descritto l’aderenza alla terapia resta assolutamente insoddisfacente e soprattutto bassa nel panorama delle malattie croniche, attestandosi in percentuali non superiori al 20%. Tutto questo porta ad uno scarso controllo e ad un aumento del rischio di riacutizzazioni e ricoveri, generando un prevenibile consumo di risorse. Si può comprendere facilmente come il livello di diagnosi e di presa in carico appropriate, debba essere implementato attraverso una maggiore integrazione tra i vari referenti della catena assistenziale, con l’utilizzo di nuove tecnologie (farmaci, devices, telemedicina, informatizzazione, etc) ed una maggior diffusione degli expertise consolidati. Le risorse in arrivo dal PNRR rappresentano una grande opportunità per tutti, malati in primis, ma come utilizzarle al meglio? Come riorganizzare la filiera assistenziale? Cosa chiedere al territorio e cosa ai centri ad alta specializzazione? Come implementare la prevenzione delle complicanze? Ed in tutto questo come l’innovazione prodotta, introdotta e correttamente misurata, può trovare facile accesso creando valore? Obiettivo degli incontri sarà rispondere a questi interrogativi, con il supporto della Comunità Scientifica, delle Associazioni Pazienti, degli operatori sanitari e delle Istituzioni. L'articolo NOTA 97 AD UN ANNO DALLA SUA APPLICAZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
NOTA 97 AD UN ANNO DALLA SUA APPLICAZIONE
Archivi Eventi - Motoresanità.it La gestione delle cronicità in epoca post-covid-19 ha messo in evidenza la necessità di ampliare i servizi sanitari a scenari diversi creando una nuova realtà organizzativa in grado di implementare la prossimità delle cure. Una realtà nella quale devono essere valorizzate tutte le tecnologie (farmaci e devices) che facilitino la presa in carico territoriale del paziente con patologie croniche. Perché si realizzi questo, si dovrà passare da un approccio focalizzato apparentemente a ridurre sempre di più i costi nel breve termine, ad un approccio dove la buona salute ed i mezzi per ottenerla, siano considerati un investimento che crea valore e maggior sicurezza per il paziente. Cogliendo la necessità di questi cambiamenti Aifa attraverso la nota 97 ha aperto la prescrivibilità dei farmaci NAO alla medicina di famiglia. Attraverso questa nuova nota l’obiettivo era garantire l’appropriatezza e la sostenibilità in un unico percorso di continuità delle cure. Una azione importante per riportare la gestione delle terapie innovative dei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare (FANV), pazienti ad alto rischio di eventi cardiovascolari. La FANV infatti è una delle più importanti patologie croniche del paziente anziano (prevalenza del 5% negli over 65) e rappresenta la terza causa di morte cardiovascolare in Italia. E’ inoltre un importante fattore di rischio (aumento da 4 a 9 volte) per ictus, patologia che nel 50% dei pazienti sopravvissuti porta a disabilità, per cui la terapia anticoagulante per tutti questi pazienti è salvavita. E nonostante questo, i dati epidemiologici italiani, stimano che più del 30% della popolazione con FANV non assuma la terapia in maniera adeguata, non riuscendo così a controllare correttamente il rischio di evento cardiovascolare e generando un inutile spreco di risorse. Per tutti questi motivi l’obiettivo atteso era ed è migliorare/semplificare la gestione della patologia, facilitandone l’accesso e offrendo al paziente terapie di maggior efficacia e sicurezza, restituendo al MMG un ruolo chiave nel processo di prescrizione, monitoraggio della corretta e di aderenza alle terapie. Ma ad ormai quasi un anno dall’uscita della nota 97, questo nuovo scenario da tempo auspicato, si è realizzato? Cosa è cambiato in termini di accesso e semplificazione dei percorsi di presa in carico?si sono liberati spazi utili per le liste d’attesa? In ogni Regione vi sarà lo stesso accesso uniforme e le istituzioni regionali facilitato i processi di cambiamento? La medicina di famiglia si è dimostrata adeguatamente pronta per sfruttare subito questa opportunità? Quali sono state le potenziali criticità da affrontare ed eventualmente come sono state risolte nelle diverse realtà regionali? Per rispondere a questi interrogativi cruciali Motore Sanità intende coinvolgere i principali attori della filiera, generando idee e buone pratiche, con cui assistere attraverso le migliori cure questi cittadini. L'articolo NOTA 97 AD UN ANNO DALLA SUA APPLICAZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
PROGETTO CRP
Archivi Eventi - Motoresanità.it La proteina C reattiva (PCR) è un indice di infiammazione e come tale le sue concentrazioni nel sangue aumentano in presenza di processi flogistici di varia natura.  Essa viene prodotta principalmente a livello epatico e dagli adipociti in risposta a diverse condizioni che vanno da microrganismi patogeni( batteri o virus) più o meno comuni, a traumi di varia natura, in caso di malattie autoimmuni (come quelle reumatologiche o gastroenterologiche), di danni cardiovascolari (come l’infarto), di neoplasie o di interventi chirurgici. Infatti aumenta la sua concentrazione ematica nella fase acuta di queste condizioni e nel giro di poche ore i suoi livelli possono raggiungere valori centinaia di volte superiori (fino a 500-1.000 mg/L) rispetto alle condizioni basali (generalmente non superiori a 5-6 mg/L). In generale, quindi, elevati livelli di proteina C reattiva rappresentano un campanello d’allarme per lo stato di salute della persona che richiede poi adeguati approfondimenti diagnostici. Dopo averne valutato i risultati, il medico può quindi orientarsi verso le più appropriate indagini di approfondimento. In presenza di una diagnosi certa, come indice di flogosi diventa anche molto interessante dal punto di vista prognostico per valutare l’andamento e la gravità di un processo infiammatorio o per determinare l’efficacia di una terapia o il rischio cardiovascolare globale (insieme ad altri parametri) anche in una persona sana. Uno degli utilizzi più interessanti sia nei pazienti pediatrici che negli adulti potrebbe essere la valutazione dei livelli di CRP, condotta al fine di guidare la prescrizione di antibiotici. Un recente articolo su NEMJ lo indica come parametro utile per ottenere un impiego più parsimonioso di questi farmaci anti-infettivi essenziali nei pazienti affetti da riacutizzazioni di Bpco. Grazie al test della Proteina C Reattiva  è possibile distinguere le infezioni batteriche da quelle virali, un test rapido e  mininvasivo che può davvero fare la differenza. L’analisi della PCR consente  una valutazione rapida dello stato di salute del paziente e rappresenta una guida clinica fondamentale per la valutazione di prescrizione antibiotica. Studi scientifici indicano che il test della PCR riduce la prescrizione di antibiotici senza compromettere il processo di cura dei pazienti. Oggi per il clinico e soprattutto per il paziente si presenta una grande opportunità di semplificazione riguardo all’accesso al test di misurazione della PCR: infatti può essere effettuata in setting Point of Care, come la farmacia, insieme ai già conosciuti test che valutano il profilo glicemico e quello lipidico. Tutto ciò è molto interessante anche in ottica di spostamento degli esami di primo livello sul territorio, garantire cioè la prossimità di diagnosi e soprattutto nell’accelerare la diagnosi stessa. L'articolo IL RUOLO SOCIALE DEL FARMACO EQUIVALENTE: CALL TO ACTION ASL ROMA2 proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL NAPOLI – 2022 – 10 MARZO – SESSIONE MONDO SANITA’ ECM –
Archivi Eventi - Motoresanità.it ACCREDITAMENTO ECM-AGENAS: 604-339900 TIPOLOGIA: RES-videoconferenza Medici Chirurghi (Medicina Generale,  Chirurgia Generale, Oncologia) + Farmacia Ospedaliera, Farmacia Territoriale Crediti erogati: 1 (uno) REGISTRAZIONE E ACCESSO La registrazione e accesso al corso potranno essere effettuate collegandosi al seguente link: https://fad.summeet.it IMPORTANTE: L’iscrizione al corso dovrà avvenire prima dell’inizio dello stesso ISTRUZIONI – In caso di primo accesso al sito compilare il form di creazione utente (da “REGISTRAZIONE”) – In caso di utente già registrato al sito accedere con le proprie credenziali (Username e Password) – Trovare il corso attraverso la funzione cerca, inserendo codice ECM: 604- 330732 – Iscriversi al corso prima dell’inizio dell’evento – Alla conclusione del meeting, effettuando nuovamente l’accesso sulla piattaforma, fare clic su “Test di verifica dell’apprendimento”disponibile  sulla pagina dell’evento per compilare il questionario ecm. – Il test può essere effettuato SOLTANTO UNA VOLTA e sarà considerato superato al corretto completamento del 75% dei quesiti proposti. – Subito dopo sarà possibile compilare il questionario sulla qualità percepita IMPORTANTE: Per avere diritto ai crediti ecm, tale procedura andrà completata entro 72 ore dalla conclusione del corso. Programma La Medicina Territoriale procede verso un processo di riforma ed implementazione anche grazie  e soprattutto ai fondi del PNRR. È sicuramente importante programmare gli investimenti secondo il progetto elaborato a livello nazionale in accordo con le regioni, ma è altrettanto importante stabilire i percorsi e le risorse umane da utilizzare all’interno delle Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità, l’Assistenza Domiciliare ed il continuo contatto con gli ospedali nell’ottica di una presa in carico trasversale e non a silos. Ma per fare questo bisogna partire dalle necessità del cittadino/paziente e cioè quali sono le offerte assistenziali possibili nei vari luoghi di cura, il personale da dedicare programmando numero, tipo e competenze, la presenza dei MMG e PLS nelle strutture territoriali (oltre o sostitutive degli attuali studi associati e non), quali specialisti presenti nelle Case di Comunità, quali dispositivi medici utili e come organizzare la formazione degli operatori, come interconnetterli con l’uso della telemedicina e secondo la progettualità dell’Internet of The Things (IoT), e come organizzare un collegamento proficuo con le Aziende Ospedaliere creando una filiera in/out tra le cure e la diagnostica di primo livello e quella a più alta complessità. Per sondare le necessità e la realtà dell’esistente e del possibile nel breve e medio periodo, Motore Sanità organizza un meeting nell’ambito della Winter School, con lo scopo di creare filiere di diagnosi, cura e riabilitazione con attenzione anche alla componente  sociale e all’offerta al di fuori delle strutture previste dal PNRR, in primis le farmacie di Servizio. Collante delle varie e composite realtà sarà l’implementazione dell’uso della telemedicina e dell’ICT tramite collaborazioni interregionali e la messa a terra definitiva dei Fascicoli Sanitari. L'articolo WINTER SCHOOL NAPOLI – 2022 – 10 MARZO – SESSIONE MONDO SANITA’ ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
TALK WEB – La nuova gestione della medicina territoriale nel post Covid
Archivi Eventi - Motoresanità.it Organizzando questo Talk Web, Motore Sanità intende ragionare sulla gestione domiciliare del paziente Covid-19 riprendendo un articolato documento del Ministero della Salute. A partire da questo presupposto, si ritiene opportuno costruire un dialogo con i MMG ed i principali KOL della sanità per intuire quali devono essere i successivi passi da compiere, poiché nel futuro prossimo ci troveremo dinnanzi non solo al post-covid, ma anche alla nuova gestione della medicina di famiglia. Interessante è dunque riflettere da una parte sulla proposta del Governo, dall’altra sulle idee dei KOL coinvolti (dai Medici di famiglia, ai Direttori Generali della sanità, ai Direttori di Distretto e fino ai funzionari del welfare regionale), coniugando la totalità delle idee proposte per mettere in evidenza molteplici punti di vista e facendo emergere un confronto costruttivo, dal quale emergano altresì punti di forza e di debolezza dei nuovi modelli gestionali.   Il PNRR può essere una grande opportunità per le cure domiciliari e territoriali, ma occorre partire dall’ascolto dei territori. Ciascuna Regione custodisce infatti proprie peculiarità: territori diversi portano conseguentemente a gestioni diverse di Hub & Spoke. Motore Sanità rileva dunque la necessità di attuare un confronto per mettere i principali KOL della sanità intorno ad un tavolo, e dal cui confronto possano emergere, in un documento finale di sintesi, tutte le criticità dei nuovi modelli gestionali e possibili soluzioni condivise dai professionisti sanitari, dai parlamentari e dai rappresentanti regionali. L'articolo TALK WEB – La nuova gestione della medicina territoriale nel post Covid proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL NAPOLI – 2022 – 10 MARZO – SESSIONE MONDOSANITA’
Archivi Eventi - Motoresanità.it La Medicina Territoriale procede verso un processo di riforma ed implementazione anche grazie  e soprattutto ai fondi del PNRR. È sicuramente importante programmare gli investimenti secondo il progetto elaborato a livello nazionale in accordo con le regioni, ma è altrettanto importante stabilire i percorsi e le risorse umane da utilizzare all’interno delle Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità, l’Assistenza Domiciliare ed il continuo contatto con gli ospedali nell’ottica di una presa in carico trasversale e non a silos. Ma per fare questo bisogna partire dalle necessità del cittadino/paziente e cioè quali sono le offerte assistenziali possibili nei vari luoghi di cura, il personale da dedicare programmando numero, tipo e competenze, la presenza dei MMG e PLS nelle strutture territoriali (oltre o sostitutive degli attuali studi associati e non), quali specialisti presenti nelle Case di Comunità, quali dispositivi medici utili e come organizzare la formazione degli operatori, come interconnetterli con l’uso della telemedicina e secondo la progettualità dell’Internet of The Things (IoT), e come organizzare un collegamento proficuo con le Aziende Ospedaliere creando una filiera in/out tra le cure e la diagnostica di primo livello e quella a più alta complessità. Per sondare le necessità e la realtà dell’esistente e del possibile nel breve e medio periodo Motore Sanità organizza un meeting nell’ambito della Winter School, con lo scopo di creare filiere di diagnosi, cura e riabilitazione con attenzione anche alla componente  sociale e all’offerta al di fuori delle strutture previste dal PNRR, in primis le farmacie di Servizio. Collante delle varie e composite realtà sarà l’implementazione dell’uso della telemedicina e dell’ICT tramite collaborazioni interregionali e la messa a terra definitiva dei Fascicoli Sanitari. L'articolo WINTER SCHOOL NAPOLI – 2022 – 10 MARZO – SESSIONE MONDOSANITA’ proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCONNECTION Disruptive Innovation (DI) in Oncologia
Archivi Eventi - Motoresanità.it Nel 1942 Schumpeter formulò la teoria della “distruzione creativa” o “distruzione creatrice”. Si tratta del “processo di mutazione industriale che rivoluziona incessantemente la struttura economica dall’interno, distruggendo senza sosta quella vecchia e creando sempre una nuova”.   Scopo principale della distruzione creativa è offrire una sostituzione, migliore e talora più economica rispetto a quella attuale, di un prodotto esistente considerando i costi nella loro complessità. La sostituzione può presentarsi principalmente in due forme diverse: La prima è la versione migliorata di un prodotto esistente
La seconda inizia il suo percorso in una forma piuttosto primitiva, spesso intorno a un nucleo tecnologico di innovazione, per poi crescere e diventare di fatto sostitutiva.   Sulla  “Disruptive innovations” l’Expert Panel on investing in health della Commissione Europea ha definito “l’innovazione dirompente nel settore sanitario” come “un tipo di innovazione che crea nuove reti e nuove organizzazioni sulla base di una nuova serie di valori, coinvolgendo nuovi attori, che consente di migliorare la salute e di raggiungere altri obiettivi preziosi, come equità ed efficienza.”   Oltre alla definizione “europea” di innovazione dirompente il Panel ha elaborato anche una nuova tassonomia delle innovazioni dirompenti basata sui “campi di applicazione” e sulle loro categorie.   Le categorie principali identificate sono quattro:   tecnologica (tecnologie a bassa ed alta complessità)
organizzativa (modelli, strutture, processi)
prodotti e servizi (farmaci e terapie diverse)
risorse umane (personale sanitario, pazienti, cittadini e comunità) Alcuni  esempi di DI in medicina sono lo sviluppo di antibiotici, di farmaci antiulcera, della chirurgia minimamente invasiva e di un nuovo e più efficace trattamento per l’HCV. Alcuni esempi in ambito organizzativo sono la Salute mentale basata sulla comunità, le Organizzazioni responsabili (accountable) basate sulla popolazione e l’assistenza integrata. Alcuni esempi di Innovazioni dirompenti in ambito di prodotti e servizi sono lo Sviluppo delle cure palliative e l’Assistenza e terapia centrata sul paziente.   Un esempio di Innovazione dirompente in ambito di risorse umane sono l’Autogestione del diabete da parte del paziente.   Nel 2022 esempi di  DI in Oncologia sono certamente la terapia targhetizzata e customizzata grazie alla biologia molecolare con il superamento delle terapie solo chemioterapiche ed empiriche, il potenziamento della immunità del paziente per combattere le cellule tumorali (dall’immunoterapia alle CAR), la creazione di vaccini m-rna preventivi e curativi per il melanoma ed il tumore del colon-retto, una diagnostica di precisione per il carcinoma della prostata, la creazione di farmaci agnostici con obiettivo la variante genetica indipendentemente dalla tipologia tumorale.   Ma è anche DI la possibilità del paziente di cura si a casa o il più vicino alla propria abitazione grazie alla implementazione della sanità digitale, in primis la telemedicina, una nuova forma di remunerazione dell’innovazione basata sul valore della terapia, una accessibilità all’innovazione semplificata ed omogenea a livello nazionale, un’organizzazione efficiente della palliazione  nel territorio, una linea continua di rapporto con gli specialisti e/o MMG in caso di necessità. Per tale motivo Motore Sanità organizza un approfondimento tra pari di due giorni per valutare prospettive attuali e future
ONCONNECTION Disruptive Innovation (DI) in Oncologia
Archivi Eventi - Motoresanità.it Nel 1942 Schumpeter formulò la teoria della “distruzione creativa” o “distruzione creatrice”. Si tratta del “processo di mutazione industriale che rivoluziona incessantemente la struttura economica dall’interno, distruggendo senza sosta quella vecchia e creando sempre una nuova”.   Scopo principale della distruzione creativa è offrire una sostituzione, migliore e talora più economica rispetto a quella attuale, di un prodotto esistente considerando i costi nella loro complessità. La sostituzione può presentarsi principalmente in due forme diverse:   La prima è la versione migliorata di un prodotto esistente
La seconda inizia il suo percorso in una forma piuttosto primitiva, spesso intorno a un nucleo tecnologico di innovazione, per poi crescere e diventare di fatto sostitutiva.   Sulla  “Disruptive innovations” l’Expert Panel on investing in health della Commissione Europea ha definito “l’innovazione dirompente nel settore sanitario” come “un tipo di innovazione che crea nuove reti e nuove organizzazioni sulla base di una nuova serie di valori, coinvolgendo nuovi attori, che consente di migliorare la salute e di raggiungere altri obiettivi preziosi, come equità ed efficienza.”   Oltre alla definizione “europea” di innovazione dirompente il Panel ha elaborato anche una nuova tassonomia delle innovazioni dirompenti basata sui “campi di applicazione” e sulle loro categorie.   Le categorie principali identificate sono quattro:   tecnologica (tecnologie a bassa ed alta complessità)
organizzativa (modelli, strutture, processi)
prodotti e servizi (farmaci e terapie diverse)
risorse umane (personale sanitario, pazienti, cittadini e comunità) Alcuni  esempi di DI in medicina sono lo sviluppo di antibiotici, di farmaci antiulcera, della chirurgia minimamente invasiva e di un nuovo e più efficace trattamento per l’HCV. Alcuni esempi in ambito organizzativo sono la Salute mentale basata sulla comunità, le Organizzazioni responsabili (accountable) basate sulla popolazione e l’assistenza integrata. Alcuni esempi di Innovazioni dirompenti in ambito di prodotti e servizi sono lo Sviluppo delle cure palliative e l’Assistenza e terapia centrata sul paziente.   Un esempio di Innovazione dirompente in ambito di risorse umane sono l’Autogestione del diabete da parte del paziente.   Nel 2022 esempi di  DI in Oncologia sono certamente la terapia targhetizzata e customizzata grazie alla biologia molecolare con il superamento delle terapie solo chemioterapiche ed empiriche, il potenziamento della immunità del paziente per combattere le cellule tumorali (dall’immunoterapia alle CAR), la creazione di vaccini m-rna preventivi e curativi per il melanoma ed il tumore del colon-retto, una diagnostica di precisione per il carcinoma della prostata, la creazione di farmaci agnostici con obiettivo la variante genetica indipendentemente dalla tipologia tumorale.   Ma è anche DI la possibilità del paziente di cura si a casa o il più vicino alla propria abitazione grazie alla implementazione della sanità digitale, in primis la telemedicina, una nuova forma di remunerazione dell’innovazione basata sul valore della terapia, una accessibilità all’innovazione semplificata ed omogenea a livello nazionale, un’organizzazione efficiente della palliazione  nel territorio, una linea continua di rapporto con gli specialisti e/o MMG in caso di necessità. Per tale motivo Motore Sanità organizza un approfondimento tra pari di due giorni per valutare prospettive attuali e
#MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA – FOCUS MARCHE
Archivi Eventi - Motoresanità.it Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo WINTER SCHOOL 2022 – OLTRE LA LOGICA DEI SILOS PER UN’OFFERTA INTEGRATA DI SALUTE – Sessione Parallela – DENTRO LA SALUTE proviene da Motoresanità.it. Read More
PROGETTO EMICRANIA 2022
Archivi Eventi - Motoresanità.it Programma L’emicrania è un mal di testa unilaterale parossistico che si presenta su un lato del cranio, per poi irradiarsi al resto della testa e può essere accompagnato da altri sintomi quali la nausea, il vomito e l’ipersensibilità alla luce. La persona sofferente preferisce di solito stare sdraiata, al buio e lontana dai rumori. La durata degli episodi varia da qualche ora fino a tre giorni. Di questi sintomi soffre circa l’11% della popolazione italiana con ricadute spesso importanti sia sulla qualità di vita che sull’attività lavorativa. Infatti il suo impatto sociale/economico è molto importante, con una spesa in Italia che ammonta a circa 3,5 miliardi €/anno, dove il 15% delle persone ha oltre 4 episodi/ mese, il 4,2%  oltre 8 episodi/mese, il 5% perde più di 5 giorni lavorativi/mese. Vi sono 2 categorie principali di emicrania: emicrania con aura (15% dei casi) caratterizzata dalla presenza di alcuni segni premonitori (ipersensibilità alla luce e/o al rumore, oscuramento del campo visivo, percezione di linee scintillanti o mosche volanti) ed emicrania senza aura (85% dei casi). La durata degli attacchi varia dalle 4 alle 24 ore. L’effetto inabilitante in molti pazienti ha indotto la ricerca ad un forte impegno in questo campo che ha portato alla luce molte terapie efficaci, dai FANS ai Triptani, agli anticorpi monoclonali di recente introduzione per citarne solo alcune. La diffusione di questa patologia (oltre 6,5 milioni di persone) e di altre patologie simili, ha comportato la creazione di alcune strutture organizzate per la diagnosi e cura, che dovrebbero essere articolate in 3 livelli di complessità: I° Livello   Ambulatorio specialistico, II° Livello  Centro Cefalee per la Diagnosi e Terapia, III°   Livello  Centro Cefalee per la Diagnosi, la Terapia, la Ricerca e la Formazione, con  disponibilità di ricovero (ordinario o day hospital). Esse nascono in particolare per una presa in carico dei casi più impegnativi di patologia cronica invalidante e debilitante, sia dell’età evolutiva che di quella adulta. Per fare il punto sull’attuale accesso ai percorsi di cura dei pazienti emicranici, l’associazione EMHA (European Migraine and Headache Alliance) che rappresenta oltre 30 organizzazioni di pazienti in tutta Europa, ha prodotto una survey dai cui risultati si possono generare molte nuove idee su cosa manca e su cosa sarebbe utile fare per efficientare il sistema assistenziale. La risposta diversa delle molte realtà Nazionali e Regionali esaminate sarà la base per costruire un futuro migliore nella cura di questi pazienti, stratificando l’offerta giusta per il paziente giusto. L'articolo WINTER SCHOOL 2022 – OLTRE LA LOGICA DEI SILOS PER UN’OFFERTA INTEGRATA DI SALUTE – Sessione Parallela – DENTRO LA SALUTE proviene da Motoresanità.it. Read More
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Archivi Eventi - Motoresanità.it Programma   Enciclopedia Treccani:  In senso generico integrare, significa rendere intero e completo (riempire ciò che è incompleto o non completamente sufficiente ad un determinato scopo), aggiungendo quanto necessario o supplendo al difetto con mezzi opportuni.    La pandemia attuale ha fatto comprendere a tutti come economia, politica e salute non sono elementi separabili e che soprattutto la salute è in grado di influenzare pesantemente qualsiasi tipo di futuro ci attenda in qualsiasi parte del mondo. In tutto questo pensiamo che l’integrazione, più che una parola chiave, sia una grande sfida futura. Integrazione può voler dire mettere in ordine le priorità nel programmare la Ns società futura e rendere sostenibile tutto questo: la salute prima di tutto. Integrazione può voler dire mettere a fattor comune conoscenze ed informazioni fondamentali per la cura appropriata del paziente e per la prevenzione delle malattie. Integrazione può voler dire mettere a fattor comune competenze scientifiche sulla malattia e sulle nuove cure. Integrazione può voler dire dialogo tra chi fa ricerca, chi deve renderne sostenibili i risultati e chi deve fare scelte di programmazione delle risorse consapevoli. Integrazione può voler dire mettere a fattor comune saperi diversi che contribuiscano ad aprire gli orizzonti alla ricerca scientifica e che ne accelerino i risultati e le ricadute pratiche. Integrazione può voler dire costruire percorsi di cura stabilendo in maniera chiara competenze reciproche tra gli operatori che generano assistenza. Integrazione può voler dire distinguere fra la miglior terapia  e la cura più adeguata per la persona malata. Integrazione significa passare dall’offerta di prodotto al servizio integrando bisogni e risposte e istituzioni e industria Integrazione vuol dire costruire PDTA trasversali andando oltre la logica dei silos e verificare le necessità per soddisfare tutti gli step del percorso Come si traduce tutto questo? Ospedale-territorio deve essere tradotto in continuità delle cure, dispositivo medico e farmaco deve essere tradotto in strumento di cura  e prevenzione/cura o medicina di precisione, silos budget deve essere tradotto in finanziamento appropriato e sostenibile dell’intero percorso di cura, tessera sanitaria/digitalizzazione deve essere tradotto in informazioni sanitarie facilmente condivise e complete su quel cittadino, PNRR deve essere tradotto in piano che ponga l’uniformità/equità di accesso al benessere per ogni cittadino, come obiettivo fondante. E se integrazione è definibile come “Il TUTTO che è più della somma delle sue singole parti”*, questo significa maggior rispetto per ogni singola parte. Nella Winter School 2022 Motore sanità vuole dare pari voce ad ogni singola parte per una vera integrazione oggi necessaria nel settore salute. L'articolo proviene da Motoresanità.it. Read More
TALKWEB – Nota 100 Una vittoria di tutti
Archivi Eventi - Motoresanità.it La nota 100 dell’AIFA sancisce la democratizzazione dei cosiddetti farmaci innovativi per la cura del Diabete di Tipo2. Questi farmaci sono ora prescrivibili direttamente dal MMG e il costo assorbito dal SSN. Questa importante democratizzazione dell’Accesso alle Cure, soprattutto cure per una malattia che può colpire tutti ma predilige la popolazione con un’alimentazione più povera (ricca di carboidrati), è un passaggio etico importante che andrà comunicato sia ai diretti interessati, i malati di diabete e i loro familiari, sia alla popolazione tutta perché non ci siano più alibi a scovare e combattere questa malattia. L'articolo TALKWEB – Nota 100 Una vittoria di tutti proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL NAPOLI – 2022 – 11 MARZO
Eventi La Medicina Territoriale procede verso un processo di riforma ed implementazione anche grazie  e soprattutto ai fondi del PNRR. È sicuramente importante programmare gli investimenti secondo il progetto elaborato a livello nazionale in accordo con le regioni, ma è altrettanto importante stabilire i percorsi e le risorse umane da utilizzare all’interno delle Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità, l’Assistenza Domiciliare ed il continuo contatto con gli ospedali nell’ottica di una presa in carico trasversale e non a silos. Ma per fare questo bisogna partire dalle necessità del cittadino/paziente e cioè quali sono le offerte assistenziali possibili nei vari luoghi di cura, il personale da dedicare programmando numero, tipo e competenze, la presenza dei MMG e PLS nelle strutture territoriali (oltre o sostitutive degli attuali studi associati e non), quali specialisti presenti nelle Case di Comunità, quali dispositivi medici utili e come organizzare la formazione degli operatori, come interconnetterli con l’uso della telemedicina e secondo la progettualità dell’Internet of The Things (IoT), e come organizzare un collegamento proficuo con le Aziende Ospedaliere creando una filiera in/out tra le cure e la diagnostica di primo livello e quella a più alta complessità. Per sondare le necessità e la realtà dell’esistente e del possibile nel breve e medio periodo Motore Sanità organizza un meeting nell’ambito della Winter School, con lo scopo di creare filiere di diagnosi, cura e riabilitazione con attenzione anche alla componente  sociale e all’offerta al di fuori delle strutture previste dal PNRR, in primis le farmacie di Servizio. Collante delle varie e composite realtà sarà l’implementazione dell’uso della telemedicina e dell’ICT tramite collaborazioni interregionali e la messa a terra definitiva dei Fascicoli Sanitari. L'articolo #MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA – FOCUS MARCHE proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL NAPOLI – 2022 – 10 MARZO
Eventi La Medicina Territoriale procede verso un processo di riforma ed implementazione anche grazie  e soprattutto ai fondi del PNRR. È sicuramente importante programmare gli investimenti secondo il progetto elaborato a livello nazionale in accordo con le regioni, ma è altrettanto importante stabilire i percorsi e le risorse umane da utilizzare all’interno delle Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità, l’Assistenza Domiciliare ed il continuo contatto con gli ospedali nell’ottica di una presa in carico trasversale e non a silos. Ma per fare questo bisogna partire dalle necessità del cittadino/paziente e cioè quali sono le offerte assistenziali possibili nei vari luoghi di cura, il personale da dedicare programmando numero, tipo e competenze, la presenza dei MMG e PLS nelle strutture territoriali (oltre o sostitutive degli attuali studi associati e non), quali specialisti presenti nelle Case di Comunità, quali dispositivi medici utili e come organizzare la formazione degli operatori, come interconnetterli con l’uso della telemedicina e secondo la progettualità dell’Internet of The Things (IoT), e come organizzare un collegamento proficuo con le Aziende Ospedaliere creando una filiera in/out tra le cure e la diagnostica di primo livello e quella a più alta complessità. Per sondare le necessità e la realtà dell’esistente e del possibile nel breve e medio periodo Motore Sanità organizza un meeting nell’ambito della Winter School, con lo scopo di creare filiere di diagnosi, cura e riabilitazione con attenzione anche alla componente  sociale e all’offerta al di fuori delle strutture previste dal PNRR, in primis le farmacie di Servizio. Collante delle varie e composite realtà sarà l’implementazione dell’uso della telemedicina e dell’ICT tramite collaborazioni interregionali e la messa a terra definitiva dei Fascicoli Sanitari. L'articolo ONCONNECTION Disruptive Innovation (DI) in Oncologia proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL NAPOLI – 2022 – 9 MARZO
Eventi La Medicina Territoriale procede verso un processo di riforma ed implementazione anche grazie  e soprattutto ai fondi del PNRR. È sicuramente importante programmare gli investimenti secondo il progetto elaborato a livello nazionale in accordo con le regioni, ma è altrettanto importante stabilire i percorsi e le risorse umane da utilizzare all’interno delle Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità, l’Assistenza Domiciliare ed il continuo contatto con gli ospedali nell’ottica di una presa in carico trasversale e non a silos. Ma per fare questo bisogna partire dalle necessità del cittadino/paziente e cioè quali sono le offerte assistenziali possibili nei vari luoghi di cura, il personale da dedicare programmando numero, tipo e competenze, la presenza dei MMG e PLS nelle strutture territoriali (oltre o sostitutive degli attuali studi associati e non), quali specialisti presenti nelle Case di Comunità, quali dispositivi medici utili e come organizzare la formazione degli operatori, come interconnetterli con l’uso della telemedicina e secondo la progettualità dell’Internet of The Things (IoT), e come organizzare un collegamento proficuo con le Aziende Ospedaliere creando una filiera in/out tra le cure e la diagnostica di primo livello e quella a più alta complessità. Per sondare le necessità e la realtà dell’esistente e del possibile nel breve e medio periodo Motore Sanità organizza un meeting nell’ambito della Winter School, con lo scopo di creare filiere di diagnosi, cura e riabilitazione con attenzione anche alla componente  sociale e all’offerta al di fuori delle strutture previste dal PNRR, in primis le farmacie di Servizio. Collante delle varie e composite realtà sarà l’implementazione dell’uso della telemedicina e dell’ICT tramite collaborazioni interregionali e la messa a terra definitiva dei Fascicoli Sanitari. L'articolo ONCONNECTION Disruptive Innovation (DI) in Oncologia proviene da Motoresanità.it. Read More
ACADEMY MISSIONE 6 – PNRR E OLTRE
Eventi Nel 2021 Motore Sanità Tech si è occupata di fare chiarezza su cosa c’era a disposizione, su quali norme e regolamenti, su chi definisce le regole e i modelli che impattano sul funzionamento del Sistema e sugli scenari evolutivi che stavano affermandosi. Nel 2022 il PNRR  al netto del Fondo complementare stanzia per la Missione 6 Salute 15,63 miliardi, così divisi tra due componenti: Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale
Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale L’obiettivo è quello di perseguire una nuova strategia sanitaria, sostenuta dalla definizione di un adeguato assetto istituzionale e organizzativo, che consenta al Paese di conseguire standard qualitativi di cura adeguati, in linea con i migliori paesi europei e che consideri, sempre più, il SSN come parte di un più ampio sistema di welfare comunitario. Da qui la necessità di definire standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale e l’identificazione delle strutture a essa deputate con un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con l’approccio “One-Health” ove la salute della persona e l’ecosistema sono indissolubilmente intrecciati. L'articolo ACADEMY MISSIONE 6 – PNRR E OLTRE proviene da Motoresanità.it. Read More
NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” – LIGURIA
Eventi “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” – LIGURIA proviene da Motoresanità.it. Read More
NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” – CAMPANIA
Eventi “L’antimicrobico-resistenza (AMR) non è una malattia ma un insuccesso terapeutico…. e diagnostico” il cui impatto sulla società, descritto in DALYs, cioè come misura della gravità globale di malattia (espressa dagli anni persi per disabilità o per morte prematura) è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV/AIDS insieme. Quando si affronta questo problema molto spesso si parla prevalentemente di programmi di prevenzione, senz’altro aspetto chiave dell’AMR. Ma Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è molto battuta ma ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. L’attuale pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere terapie efficaci per combattere le infezioni. Sappiamo inoltre che, nell’ultimo decennio, la ricerca di nuovi antibiotici si era quasi fermata, a causa dell’assunzione che l’aver scoperto e prodotto antibiotici ad ampio spettro (allora molto efficaci su un gran numero di agenti patogeni sia Gram+ che Gram-), potesse essere un punto d’arrivo se non una soluzione definitiva. A questo si aggiunga la difficile sostenibilità della ricerca che in questo campo, vede riconosciuto un valore non sempre rispondente agli investimenti fatti. Per questi motivi molte industrie hanno abbandonato la ricerca indirizzando i propri investimenti in aree più remunerative. Ma dopo le proiezioni drammatiche che l’OMS stessa ha fatto sull’impatto futuro dell’AMR indicandola come prima causa di morte nel 2050 (10 milioni di Morti/anno) e le conseguenti allarmanti analisi della Banca mondiale dell’economia (impatto sui costi sanitari con aumenti globali entro il 2050 tra $300 miliardi a oltre $1 trilione all’anno) sono cresciute molte preoccupazioni su questo futuro scenario. A seguito di ciò i vertici dell’OMS hanno indicato come sia fondamentale tornare a concentrare gli investimenti pubblici e privati sullo sviluppo di antibiotici efficaci che, utilizzati appropriatamente, possano invertire le attuali preoccupanti previsioni, “poiché stiamo esaurendo tutte le opzioni utili”. Alcune aziende di settore con senso di responsabilità, hanno dato seguito a questi appelli, ricercando e producendo nuovi antibiotici estremamente efficaci per sostenere questa sfida. Ma ora la nuova sfida sarà: come ottenerne un uso appropriato a livello di singolo Territorio? Motore sanità intende contribuire ad aprire un dialogo tra tecnici e dirigenti Ospedalieri su questo aspetto cruciale per il successo di queste terapie innovative. L’obiettivo sarà la ricerca di un corretto e condiviso Place in Therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale piuttosto che solamente razionato. L'articolo NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI: “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” – LIGURIA proviene da Motoresanità.it. Read More
WINTER SCHOOL 2022 – OLTRE LA LOGICA DEI SILOS PER UN’OFFERTA INTEGRATA DI SALUTE – Sessione Parallela
Eventi Enciclopedia Treccani:  In senso generico integrare, significa rendere intero e completo (riempire ciò che è incompleto o non completamente sufficiente ad un determinato scopo), aggiungendo quanto necessario o supplendo al difetto con mezzi opportuni.    La pandemia attuale ha fatto comprendere a tutti come economia, politica e salute non sono elementi separabili e che soprattutto la salute è in grado di influenzare pesantemente qualsiasi tipo di futuro ci attenda in qualsiasi parte del mondo. In tutto questo pensiamo che l’integrazione, più che una parola chiave, sia una grande sfida futura. Integrazione può voler dire mettere in ordine le priorità nel programmare la Ns società futura e rendere sostenibile tutto questo: la salute prima di tutto. Integrazione può voler dire mettere a fattor comune conoscenze ed informazioni fondamentali per la cura appropriata del paziente e per la prevenzione delle malattie. Integrazione può voler dire mettere a fattor comune competenze scientifiche sulla malattia e sulle nuove cure. Integrazione può voler dire dialogo tra chi fa ricerca, chi deve renderne sostenibili i risultati e chi deve fare scelte di programmazione delle risorse consapevoli. Integrazione può voler dire mettere a fattor comune saperi diversi che contribuiscano ad aprire gli orizzonti alla ricerca scientifica e che ne accelerino i risultati e le ricadute pratiche. Integrazione può voler dire costruire percorsi di cura stabilendo in maniera chiara competenze reciproche tra gli operatori che generano assistenza. Integrazione può voler dire distinguere fra la miglior terapia  e la cura più adeguata per la persona malata. Integrazione significa passare dall’offerta di prodotto al servizio integrando bisogni e risposte e istituzioni e industria Integrazione vuol dire costruire PDTA trasversali andando oltre la logica dei silos e verificare le necessità per soddisfare tutti gli step del percorso Come si traduce tutto questo? Ospedale-territorio deve essere tradotto in continuità delle cure, dispositivo medico e farmaco deve essere tradotto in strumento di cura  e prevenzione/cura o medicina di precisione, silos budget deve essere tradotto in finanziamento appropriato e sostenibile dell’intero percorso di cura, tessera sanitaria/digitalizzazione deve essere tradotto in informazioni sanitarie facilmente condivise e complete su quel cittadino, PNRR deve essere tradotto in piano che ponga l’uniformità/equità di accesso al benessere per ogni cittadino, come obiettivo fondante. E se integrazione è definibile come “Il TUTTO che è più della somma delle sue singole parti”*, questo significa maggior rispetto per ogni singola parte. Nella Winter School 2022 Motore sanità vuole dare pari voce ad ogni singola parte per una vera integrazione oggi necessaria nel settore salute. L'articolo WINTER SCHOOL 2022 – OLTRE LA LOGICA DEI SILOS PER UN’OFFERTA INTEGRATA DI SALUTE – Sessione Parallela proviene da Motoresanità.it. Read More
Lotta al gender gap. La nuova legge sulla parità salariale
Eventi Il 3 dicembre è entrato in vigore in Italia la nuova legge sulla parità retributiva tra uomo e donna.
Un grande passo che le lavoratrici aspettavano da tempo. Il nostro Paese purtroppo è ancora molto indietro per quanto riguarda la questione del gender gap e bisogna velocemente fare dei passi da gigante per non rimanere indietro.
La pandemia da Covid ha penalizzato fortemente il mercato del lavoro femminile e bisogna agire subito per cambiare la situazione, mettendo in atto situazioni concrete che invertano la marcia.
È ormai assodato che la parità di genere faccia crescere il PIL nei Paesi che la mettono in pratica, anche perché le imprese che la applicano sono più competitive. Per capire quali passi sono stati fatti e cosa ancora c’è da fare, Women for Oncology Italy e Mondosanità hanno organizzato un talk webinar. L'articolo Lotta al gender gap. La nuova legge sulla parità salariale proviene da Motoresanità.it. Read More
STATI GENERALI SULLE MALATTIE RARE DELLA CITTÀ DI PADOVA –  24 Febbraio
Eventi Come già successo nel febbraio scorso anche per il 2022 l’Azienda Ospedale Università di Padova (AOUP), in occasione della giornata mondiale sulle Malattie Rare (“Rare Disease Day”) del 28 febbraio 2022, organizza un evento di aggiornamento, riflessione, studio e programmazione riguardante il tema delle Malattie Rare (MR), chiamato “gli Stati Generali delle MR della città di Padova”. Dato il rapido evolvere dello scenario legislativo, organizzativo-gestionale e tecnico-scientifico, vi è il bisogno, sia a livello di comunità medico-scientifica, sia di singolo operatore, sia delle realtà associative di promuovere occasioni di aggiornamento e di progressiva sensibilizzazione sui temi inerenti le MR. Il 2021, in Italia, è stato segnato da importanti novità legislative; mentre, in Europa, il 2022 dall’inizio di una nuova fase della storia degli European Reference Networks (ERN). Sarà pertanto importante, per un’istituzione come l’AOUP, che tanto prestigio vanta nel campo delle MR, farsi trovare pronta ad interpretare i nuovi dettami di legge, sfruttando appieno le nuove opportunità che essa e a confermare il proprio ruolo di istituzione leader in Italia e in Europa nel campo delle MR. Il titolo dell’evento, confermato anche per quest’anno –  “Gli Stati Generali delle Malattie Rare della Città di Padova”, – vuole ancora una volta sottolineare il fatto che solo nell’ambito di un largo lavoro di squadra, ispirato da una azione strategica sinergica, elaborata in modo condiviso da tutte “le parti” interessate, si potranno ottenere reali progressi nella cura dei pazienti affetti da MR. L'articolo STATI GENERALI SULLE MALATTIE RARE DELLA CITTÀ DI PADOVA – 24 Febbraio proviene da Motoresanità.it. Read More
STATI GENERALI SULLE MALATTIE RARE DELLA CITTÀ DI PADOVA – 23 Febbraio
Eventi Come già successo nel febbraio scorso anche per il 2022 l’Azienda Ospedale Università di Padova (AOUP), in occasione della giornata mondiale sulle Malattie Rare (“Rare Disease Day”) del 28 febbraio 2022, organizza un evento di aggiornamento, riflessione, studio e programmazione riguardante il tema delle Malattie Rare (MR), chiamato “gli Stati Generali delle MR della città di Padova”. Dato il rapido evolvere dello scenario legislativo, organizzativo-gestionale e tecnico-scientifico, vi è il bisogno, sia a livello di comunità medico-scientifica, sia di singolo operatore, sia delle realtà associative di promuovere occasioni di aggiornamento e di progressiva sensibilizzazione sui temi inerenti le MR. Il 2021, in Italia, è stato segnato da importanti novità legislative; mentre, in Europa, il 2022 dall’inizio di una nuova fase della storia degli European Reference Networks (ERN). Sarà pertanto importante, per un’istituzione come l’AOUP, che tanto prestigio vanta nel campo delle MR, farsi trovare pronta ad interpretare i nuovi dettami di legge, sfruttando appieno le nuove opportunità che essa e a confermare il proprio ruolo di istituzione leader in Italia e in Europa nel campo delle MR. Il titolo dell’evento, confermato anche per quest’anno –  “Gli Stati Generali delle Malattie Rare della Città di Padova”, – vuole ancora una volta sottolineare il fatto che solo nell’ambito di un largo lavoro di squadra, ispirato da una azione strategica sinergica, elaborata in modo condiviso da tutte “le parti” interessate, si potranno ottenere reali progressi nella cura dei pazienti affetti da MR. L'articolo STATI GENERALI SULLE MALATTIE RARE DELLA CITTÀ DI PADOVA – 24 Febbraio proviene da Motoresanità.it. Read More
#MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA
Eventi Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo #MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA proviene da Motoresanità.it. Read More
HIV ROMAGNA UNA PANDEMIA SILENZIOSA
Eventi Il Piano Nazionale di interventi contro l’HIV e AIDS (PNAIDS) approvato con intesa nella Conferenza Stato-Regioni del 26 ottobre 2017, contempla l’attuazione di interventi di carattere pluriennale riguardanti la prevenzione, l’informazione, la ricerca, l’assistenza e la cura, la sorveglianza epidemiologica e il sostegno dell’attività del volontariato. Esso ha stabilito che il ministero, in collaborazione con le regioni: dovrà promuovere iniziative di formazione/aggiornamento degli operatori e dovrà definire strategie di informazione in favore sia della popolazione generale, che di quella con comportamenti a rischio (popolazioni chiave). In particolare, è stata focalizzata l’attenzione sulla lotta alla stigmatizzazione e sulle attività di prevenzione; fra quest’ultime le attuali evidenze scientifiche attribuiscono un ruolo fondamentale all’estensione come prevenzione (TasP) delle terapie antiretrovirali (ARV). Oltre a questo esiste comunque ancora un sommerso importante da far emergere per poter interrompere la catena di infezioni. In questa ottica è richiesto impegno nel favorire l’accesso al test e la diagnosi precoce, l’aderenza al percorso di cura ed in particolare al trattamento. In questo scenario l’attuale pandemia ha complicato la realizzazione di queste attività, per cui risulta necessario fare il punto delle azioni da mettere in campo ora e nel futuro post pandemico. Da dove ripartire? Per rispondere a questa domanda Motore Sanità ha organizzato questo evento con focus sul territorio della Romagna, che coinvolga tutti gli attori della filiera assistenziale. L'articolo HIV ROMAGNA UNA PANDEMIA SILENZIOSA proviene da Motoresanità.it. Read More
PROGETTO HPV IL PIEMONTE PER LA PREVENZIONE DEL TUMORE DEL COLLO DELL’UTERO
Eventi   Il Consiglio Regionale del Piemonte ha aderito il 17 novembre 2021 all’invito dell’Organizzazione mondiale della Sanità di illuminare di colore “teal” (foglia di tè) Palazzo Lascaris, sede del governo regionale, in occasione del primo anniversario del lancio della Strategia globale per l’eliminazione del carcinoma della cervice uterina entro il 2030. Il tumore della cervice uterina è una delle patologie che più riflettono le diseguaglianze sociali. Infatti, nelle aree in cui sono attivi programmi organizzati di screening della popolazione, la mortalità ha raggiunto i minimi storici, mentre dove tali interventi sono sporadici o assenti, il tumore del collo dell’utero rappresenta la quarta causa di morte per cancro raggiungendo il numero di 300.000 vittime al mondo per anno per lo più in donne giovani. Essendo il cancro della cervice ampiamente prevenibile e curabile grazie a campagne di screening, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato una strategia globale per l’eliminazione del tumore del collo dell’utero, che ha l’obiettivo finale di portare la mortalità per questa patologia al di sotto della soglia di 4 ogni 100.000 donne. L’iniziativa si incardina su tre pilastri da raggiungere entro il 2030: – Vaccinazione – target 90% delle ragazze vaccinate in modo completo contro l’HPV entro i 15 anni d’età; – Screening – target 70% delle donne con un test ad alta performance entro i 35 anni d’età e poi ancora una volta entro i 45 anni; – Trattamento – target 90% delle donne con una lesione pre-cancerosa trattate e 90% delle donne con tumore invasivo inviate a intervento e/o terapia. Per quanto riguarda la situazione nel nostro paese ed in regione Piemonte, si stima che in un anno si verifichino circa 1.500 nuovi casi e 700 decessi ed in Piemonte circa 200 nuovi casi e 45 decessi. I programmi di screening piemontesi universalistici e gratuiti, attuati tramite il programma Prevenzione Serena, prevedono l’esecuzione di: – Pap test ogni 3 anni nelle donne di età compresa fra i 25 e i 29 anni – Test per la ricerca del DNA di HPV (test HPV) ogni 5 anni nelle donne di età compresa fra i 30 e i 64 anni. Per fare il punto sul passato e futuro della prevenzione e cura del tumore del collo dell’utero, Motore Sanità organizza un evento istituzionale e di politica sanitaria, non diretto alla classe medica, per evidenziare il grande impegno della Regione Piemonte nei temi di salute pubblica che mirano a dare risposte concrete a tutta la popolazione indipendentemente dallo status sociale e dalla provenienza. L'articolo PROGETTO HPV IL PIEMONTE PER LA PREVENZIONE DEL TUMORE DEL COLLO DELL’UTERO proviene da Motoresanità.it. Read More
PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE AFFETTO DA  TUMORE CUTANEO
Eventi   Ogni anno negli Stati Uniti il carcinoma squamocellulare (CSCC) viene diagnosticato a oltre un milione di persone, di cui 2.500 muoiono per questa patologia. Il CSCC è uno dei tumori della pelle più comuni e rappresenta da solo il 20-25% di tutti i tumori cutanei, secondo per diffusione tra i tumori cutanei non melanoma. È caratterizzato da una crescita anomala e accelerata delle cellule squamose che se individuata precocemente, la maggior parte degli CSCC è curabile. Le cellule squamose, uno dei tre tipi principali di cellule dello strato superiore della pelle (l’epidermide), sono cellule in rapida mutazione e neoformazione. Quando il danno al DNA derivante dall’esposizione a radiazioni ultraviolette o altri agenti dannosi innesca cambiamenti anormali nelle cellule squamose si sviluppa la malattia. Può localizzarsi ovunque sul corpo (viso, labbra, orecchie, cuoio capelluto, spalle, collo, dorso delle mani) ma si trova più spesso sulle aree esposte alle radiazioni ultraviolette che rappresentano uno dei principali fattori di rischio, unitamente all’età superiore a 50 anni e a condizioni di risposta immunitaria indebolita. La pelle intorno a queste aree, mostra tipicamente segni di danni del sole come rughe, cambiamenti di pigmento e perdita di elasticità. Mentre la maggior parte può essere trattata facilmente e con successo, se lasciate crescere, queste lesioni possono diventare deturpanti, pericolosi e persino mortali. Il 40 al 60% di queste forme tumorali inizia come una lesione precancerosa non trattata, la cheratosi attinica (AK), che nel 2-10%. a volte anche entro pochi anni, diventa poi un CSCC. Così le forme diagnosticate con ritardo e non trattate possono diventare invasive, crescere negli strati più profondi della pelle e diffondersi in altre parti del corpo. Negli ultimi 30 anni, il numero di donne sotto i 40 anni con diagnosi di SCC è aumentato costantemente. Per accertare la diagnosi è necessario eseguire una biopsia. La maggior parte dei carcinomi a cellule squamose (SCC) della pelle può essere curata se individuata e trattata precocemente. Il trattamento deve avvenire il prima possibile dopo la diagnosi, poiché gli SCC più avanzati della pelle sono più difficili da trattare e possono diventare pericolosi, diffondendosi nei linfonodi locali, nei tessuti e negli organi distanti. Essendo il tumore con il ‘carico mutazionale’ più elevato, si presta a rispondere a un inibitore del checkpoint immunitario PD-1. Motore Sanità intende creare un tavolo di lavoro su cui confrontarsi tra attori di sistema per discutere gli strumenti più adatti ad un approccio migliorativo della diagnosi precoce e sulle attuali prospettive di cura. L'articolo PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE AFFETTO DA TUMORE CUTANEO proviene da Motoresanità.it. Read More
LA DIGITAL HEALTH Le nuove tecnologie a supporto della salute
Eventi INTRODUZIONE DI SCENARIO   Perché parliamo di Trasformazione Digitale?   Le barriere ad una Trasformazione Digitale nell’assistenza sanitaria sono spesso decisamente non tecnologiche. Il cambiamento culturale è il principale ostacolo alla trasformazione digitale del settore sanitario. “La tecnologia senza avere la cultura di come usarla serve a ben poco”. L'articolo PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE AFFETTO DA TUMORE CUTANEO proviene da Motoresanità.it. Read More
LA DIGITAL HEALTH Le nuove tecnologie a supporto della salute
Eventi INTRODUZIONE DI SCENARIO   Perché parliamo di Trasformazione Digitale?   Le barriere ad una Trasformazione Digitale nell’assistenza sanitaria sono spesso decisamente non tecnologiche. Il cambiamento culturale è il principale ostacolo alla trasformazione digitale del settore sanitario. “La tecnologia senza avere la cultura di come usarla serve a ben poco”. L'articolo PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE AFFETTO DA TUMORE CUTANEO proviene da Motoresanità.it. Read More
INNOVAZIONE NEL PERCORSO DI CURA DEL PAZIENTE CON SCLEROSI MULTIPLA
Eventi La SM è una malattia tra le più comuni e più gravi del sistema nervoso centrale: è cronica, imprevedibile, progressivamente invalidante. I sintomi possono variare da persona a persona, alcuni possono ripetersi con maggiore frequenza, in particolare all’esordio, e possono modificarsi e aggravarsi con diversi livelli di gravità nel corso della storia di malattia. I più ricorrenti interessano la vista, le sensibilità, la mobilità, o possono manifestarsi come fatica e debolezza – percepite come difficoltà a svolgere e a sostenere attività anche di cura personale. Oltre alla Sclerosi Multipla, nell’ultimo anno si è unita anche l’emergenza sanitaria da Covid-19: secondo il Barometro Aism l’effetto più grave della pandemia è l’impatto psicologico. A una diffusa carenza di assistenza psicologica a distanza si sono infatti unite situazioni di forte isolamento sociale, ansia e depressione, sia per le persone con SM che per i loro caregiver, che si sono trovati a fare fronte a situazioni di forte pressione, anche legate alle difficoltà di conciliare gli impegni lavorativi a domicilio con le accresciute esigenze di cura e assistenza dei familiari, in particolare di coloro in condizioni di disabilità più severa. Fortunatamente, negli ultimi anni, sono state individuate e sviluppate nuove opzioni di trattamento, alcune già a disposizione della classe medica, altre in arrivo. La pandemia ha inoltre permesso di accelerare sul fronte della telemedicina ed in particolare sulla visita a distanza tra medico e paziente, permettendo di ridurre l’effort richiesto a pazienti, spesso debilitati, nello spostamento verso il centro di cura. Nell’ambito delle soluzioni innovative, negli ultimi anni si stanno affermando anche i serious games, che consentono alle persone che vivono con la sclerosi multipla di poter effettuare l’attività fisica adattata (AFA) direttamente da casa. L’accesso a terapie innovative e l’avvento di processi di follow up e gestione del paziente da remoto, possono permettere un trattamento personalizzato del paziente, migliorandone il percorso di cura con un risvolto positivo sia in termini di qualità di vita, sia di riduzione di costi indiretti e sociali. L’innovazione terapeutica deve però rispondere al bisogno di sostenibilità dei sistemi sanitari regionali ed è quindi importante un confronto tra mondo clinico ed istituzioni per valutare quali sono le migliori soluzioni per il trattamento di questa patologia severa e diffusa, mettendo al centro dei ragionamenti il paziente e le sue necessità. L'articolo CAR-T: Quali nuove competenze per il farmacista Ospedaliero? – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
EPATITE C COME RIPARTIRE?
Eventi La terapia della epatite C è stata rivoluzionata qualche anno fa dalla introduzione degli antivirali orali ad azione diretta (DAA) capaci di eradicare definitivamente il virus in oltre il 95 % dei pazienti trattati indipendentemente dal genotipo virale e dallo stadio di malattia epatica. Dopo aver trattato estesamente i casi più avanzati e sintomatici, nel 2017 la terapia è stata allargata a tutti i soggetti portatori di HCV indipendentemente dal grado di malattia epatica. L’obiettivo oggi è la eliminazione dell’epatite C e ciò richiede l’identificazione e il successivo trattamento di almeno l’80 90% dei soggetti infetti. Per raggiungere questo risultato è indispensabile far emergere in modo efficace la rilevante quota parte di “HCV sommerso” dato che l’infezione decorre spesso in modo del tutto asintomatico e silente. È inoltre essenziale creare percorsi facilitati per la presa in carico e l’immediato trattamento dei casi così identificati per massimizzare il risultato finale in termini di controllo dell’ infezione. in questo incontro verranno analizzate le strategie nazionali e regionali per l’emersione del sommerso HCV e la ottimizzazione della presa in carico dei soggetti HCV positivi analizzando  soluzioni e criticità ed anche i risultati ad oggi ottenuti nelle diverse aziende sanitarie del Veneto. L'articolo CAR-T: Quali nuove competenze per il farmacista Ospedaliero? – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA – FOCUS LIGURIA
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità.  Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo CAR-T: Quali nuove competenze per il farmacista Ospedaliero? – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
SOSTENIBILITÀ E APPROPRIATEZZA NELL’INNOVAZIONE FARMACOLOGICA IN REGIONE PIEMONTE
Eventi È ben noto che l’equivalenza terapeutica costituisca uno degli strumenti per favorire la razionalizzazione della spesa ed allocare le risorse risparmiate a garanzia di un più ampio accesso alle terapie. Il Piemonte è la prima e unica Regione in Italia ad aver lanciato la gara di equivalenza terapeutica sull’HCV, a due anni dal via libera di AIFA. Una regione pilota dunque, che dopo oltre un anno dalla partenza, potrebbe raccontare della propria recente esperienza in tale ambito. Si ritiene necessario discutere sull’effettiva efficacia delle modalità di valutazione dei MEAs (Managed Entry Agreement) per le diverse specialità farmaceutiche. Nello specifico, si ritiene opportuno indagare in quale modo vengano inseriti gli accordi negoziali evoluti in una gara di equivalenza terapeutica che viene aggiudicata al prezzo di cessione più basso. Il caso della Regione Piemonte è interessante da discutere in quanto unica ad aver avviato questo tipo di procedura. Sulla base di questa esperienza è utile un confronto per poter valutare le motivazioni che hanno portato a questa situazione ed anche il motivo della non corrispondenza tra i prezzi di cessione del farmaco ed il costo reale dell’impatto economico per la Regione. Qualora altre Regioni dovessero intraprendere lo stesso percorso dell’equivalenza terapeutica, mettendo in competizione i prodotti disponibili unicamente in base al loro prezzo, verosimilmente si scontrerebbero con il fatto che potrebbero aggiudicare la gara alla condizione economica non sempre vantaggiosa, Interessante sarebbe poi indagare i meccanismi di rimborsabilità su altre aree terapeutiche,  e non solo dunque in area HCV. Per questi motivi Motore Sanità ha organizzato l’incontro dal titolo: “Sostenibilità e appropriatezza nell’innovazione farmacologica”, con focus sulla situazione del Piemonte, con l’obiettivo di chiarire altresì questi aspetti relativi alle procedure di acquisto sui farmaci, collegate ai contratti di rimborsabilità particolare stabiliti a livello nazionale (esempio MEAs). L'articolo CAR-T: Quali nuove competenze per il farmacista Ospedaliero? – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
INNOVAZIONE NEI PERCORSI DI CURA DEL MIELOMA MULTIPLO: COME EFFICIENTARE LA FILIERA E VALORIZZARE IL TERRITORIO? – FOCUS FRIULI VENEZIA GIULIA – EVENTO ECM –
Eventi PROVIDER ECM:     N° 604 – SUMMEET SRL ACCREDITAMENTO ECM-AGENAS:     604-327019 TIPOLOGIA:                 FAD Codice di accesso alla piattaforma FAD:        119721   Medici Chirurghi (EMATOLOGIA; MALATTIE INFETTIVE; ONCOLOGIA) + Farmacia Ospedaliera   La durata dell’evento è di 3 ore formative, per un totale di 4,5 crediti ecm.   REGISTRAZIONE E ACCESSO La registrazione e accesso al corso potranno essere effettuate collegandosi al seguente link: https://fad.summeet.it   IMPORTANTE: L’iscrizione al corso dovrà avvenire prima dell’inizio dello stesso   ISTRUZIONI – In caso di primo accesso al sito compilare il form di creazione utente (da “REGISTRAZIONE”) – In caso di utente già registrato al sito accedere con le proprie credenziali (Username &amp; Password) – Trovare il corso attraverso la funzione cerca, inserendo codice ECM: 604-327019 – Iscriversi al corso prima dell’inizio dell’evento – Alla conclusione del meeting, effettuando nuovamente l’accesso sulla piattaforma, fare clic su “Test di verifica dell’apprendimento”disponibile sulla pagina dell’evento per compilare il questionario ecm. Il test può essere effettuato massimo CINQUE volte e sarà considerato superato al corretto completamento del 75% dei quesiti proposti. – Subito dopo sarà possibile compilare il questionario sulla qualità percepita   IMPORTANTE: Per avere diritto ai crediti ecm, tale procedura andrà completata entro 72 ore dalla conclusione del corso.   Il mieloma multiplo è una malattia oncoematologica tra le più comuni che colpisce le plasmacellule del midollo osseo, come linfociti B e plasmacellule sintetizzanti le immunoglobuline, molto importanti per il sistema immunitario e le sue risposte fisiologiche per combattere le infezioni. Se la crescita di queste cellule diventa incontrollata può dare origine al tumore, ostacolando le altre cellule ematiche e dando origine ad un indebolimento del sistema immunitario, ad anemia o a difetti coagulativi. Inoltre le cellule di mieloma producono in grande quantità una proteina detta Componente M (monoclonale), anticorpo che stimola gli osteoclasti, responsabili della demolizione del tessuto osseo e di conseguenza i pazienti colpiti da mieloma sono spesso soggetti anche a fratture ossee. Nel report AIOM 2020 si può leggere un dato di incidenza della malattia di 5.759 nuovi casi/anno (uomo 3.019 – donna 2740) e dai dati AIRTUM sappiamo che essa rappresenta 1,3% di tutti i tumori nella donna e 1,2% nell’uomo. L’età è il principale fattore di rischio per il mieloma multiplo: oltre 60% delle diagnosi di mieloma riguardano persone di età > 65 anni e solo 1% delle persone al di sotto dei 40 anni. Le cause del mieloma multiplo non sono ancora del tutto note, anche se recenti studi hanno evidenziato la presenza di anomalie nella struttura dei cromosomi e in alcuni specifici geni nei pazienti affetti dalla patologia. Dopo la diagnosi è indispensabile definire lo stadio del mieloma, in base al quale si ottengono anche indicazioni sulla prognosi della malattia e sulle scelte terapeutiche. L’innovazione in questi ultimi anni ha prodotto una notevole quantità di opzioni terapeutiche per questi pazienti ed ha segnato per molti di loro una sopravvivenza libera da progressione, con una aspettativa di
COME VALUTARE ED ACQUISTARE I SERVIZI DI DIGITAL HEALTH PER UNA COMPIUTA APPLICAZIONE DEL PNRR
Eventi ll Covid ha incoraggiato una maggiore diffusione dei servizi di Digital Health fondamentali per la gestione della salute delle persone. Il PNRR tra l’altro per ciò che concerne la governance della nuova Medicina Territoriale, pone la Centrale Organizzativa Territoriale al centro del coordinamento delle Case ed Ospedali di Comunità, degli ambulatori associati dei MMG e PLS, di un Home Care che vada oltre l’ADI. Questi sistemi vanno acquistati dalle strutture pubbliche e private ma sembra difficile trovare sistemi di procurement adeguati. Appare utile confrontarsi sui modelli di procurement utilizzabili, soprattutto dal pubblico, per portare a sistema i servizi di Digital Health, sia in termini qualitativi che nelle modalità di acquisizione che possano usufruire di nuovi modelli di partnership pubblico/privato. Per farlo è necessario confrontarsi con gli esperti, comprendere le nuove possibilità offerte e capire con i possibili fruitori pubblici e privati accreditati, le necessità per utilizzare in un’ottica win/win le nuove modalità di procurement nel campo della salute digitale. L'articolo CAR-T: Quali nuove competenze per il farmacista Ospedaliero? – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
#Multiplayer La sclerosi multipla si combatte in squadra – Focus Campania
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo CAR-T: Quali nuove competenze per il farmacista Ospedaliero? – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
Il governo clinico dell’amiloidosi cardiaca
Eventi Sono circa trenta le proteine che, negli esseri umani, possono formare depositi di amiloide, virtualmente in qualsiasi parte del corpo. Le amiloidosi rappresentano le sindromi cliniche che risultano da questi depositi e vengono classificate in localizzate o sistemiche, acquisite o ereditarie. Il cuore rappresenta uno degli organi bersaglio in cui più frequentemente l’amiloide si deposita, dando luogo alla cosiddetta “amiloidosi cardiaca”. Le forme di amiloidosi che più frequentemente coinvolgono il cuore in maniera significativa sono l’amiloidosi AL e l’amiloidosi da transtiretina (amiloidosi ATTR). “In questa condizione, quanto più i depositi progrediscono, tanto più le pareti del cuore diventano spesse e rigide e la funzione contrattile peggiora”. Anche le valvole cardiache e il sistema di conduzione elettrico possono essere coinvolti. Uno dei problemi principali, nell’ambito di questa patologia, è infatti quello della diagnosi tardiva. Considerando tutti i sottogruppi, il tempo medio tra l’insorgenza dei sintomi e la diagnosi di amiloidosi cardiaca varia tra i 6 e i 30 mesi. Per quanto riguarda forma da transtiretina, ad esempio, meno del 50% dei pazienti riceve la diagnosi entro i 6 mesi dall’esordio. Dal momento dell’accertamento della patologia, si pone anche il problema della sottodiagnosi sempre più evidente nell’ambito di questa malattia, tradizionalmente considerata rara. Nel corso del recente Congresso SIC si nota però una crescente consapevolezza dei cardiologi italiani nei confronti di questa patologia, da molti descritta come un “problema emergente” della pratica clinica. Sono state infatti presentate diverse indagini epidemiologiche i cui risultati mettono in evidenza un trend crescente nel numero di diagnosi. In particolare questo aumento sembra essere trainato dai nuovi casi di amiloidosi cardiaca da transtiretina. La forma da transtiretina wild type sta rapidamente diventando la più comune nell’ambito dell’amiloidosi cardiaca. Conoscere e riconoscere la malattia risulta estremamente importante in rapporto alla recente disponibilità di “terapie eziologiche” (orientate a prevenire, arrestare o riassorbire il deposito della sostanza amiloide) che si aggiungono alle “terapie di supporto” da tempo utilizzate per il trattamento delle complicanze, tra cui lo scompenso cardiaco. Per fare il punto sulla gestione dell’amiloidosi cardiaca in Piemonte, Motore Sanità organizza un incontro sul tema con il coinvolgimento dei principali esperti di questa malattia rara, trattando soprattutto il tema del percorso del paziente affetto da amiloidosi cardiaca, composto dal momento della diagnosi, della presa in carico, delle indicazioni terapeutiche e del follow up. Verrà affrontato anche l’importante effetto sulla mobilità passiva (verso Lombardia e Liguria) e della possibilità di trattare la patologia attraverso una rete di specialisti che soprattutto nella fase della diagnosi sia organizzata secondo il sistema HUB & SPOKE. L'articolo CAR-T: Quali nuove competenze per il farmacista Ospedaliero? – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
TROMBOCITOPENIA NEL PAZIENTE EPATOPATICO: COME MINIMIZZARE I RISCHI ED EFFICIENTARE GLI INVESTIMENTI REGIONI:  PUGLIA – CALABRIA – SICILIA
Eventi ⇒ Programma La trombocitopenia è una complicazione a cui va incontro circa l’80% dei pazienti affetti da malattia cronica di fegato (CLD). Essa può avere diverse cause (sequestro splenico, ridotta produzione di trombopoietina). L’11-13% dei pazienti va incontro ad una forma più grave (conta piastrinica inferiore alle 50.000 unità per microlitro) e tra coloro che sono candidati ad una procedura invasiva, esiste un aumentato rischio di sanguinamento traumatico o post-operatorio. Infatti  la trombocitopenia grave potrebbe complicare significativamente le procedure standard di diagnosi e cura del paziente, come la biopsia epatica e procedure mediche indicate o elettive per pazienti cirrotici, con il risultato di un trattamento tardivo o annullato. Inoltre vi sono dati che evidenziano, riguardo l’assistenza sanitaria di un paziente affetto da trombocitopenia, un costo annuale più che triplicato rispetto a quello di un paziente con CLD senza trombocitopenia. Per questo motivo nasce la necessità di una conseguente copertura attraverso trasfusioni di concentrati piastrinici. Purtroppo questa procedura risulta avere diverse criticità, oltre alla disponibilità di materia prima: comporta rischi infettivi e sovraccarico emodinamico, l’emivita bassa costringe ad effettuare la procedura non oltre il giorno prima dell’intervento gravando sulla già elevata complessità organizzativa, l’efficacia non sempre è ottimale né prevedibile e non ultimo aspetto ha un costo medio elevato, considerando anche solo la prospettiva dei costi diretti sanitari (circa 2.000 tra degenza e procedura). Oggi fortunatamente si è aggiunta una nuova opzione terapeutica che attraverso una semplice somministrazione orale, consente ai pazienti con CLD una gestione semplificata di questa complicanza, potendo eseguire la terapia direttamente a domicilio piuttosto che dovendo affrontare un’ ospedalizzazione seguita da trasfusione piastrinica e consentendo all’organizzazione assistenziale la pianificazione delle procedure invasive con un timing più flessibile. Ma questo nuovo approccio deve essere multidisciplinare, comportando una scelta condivisa ed organizzata nella filiera di cura che va dall’ematologo, all’epatologo, all’internista, al chirurgo fino ad arrivare al farmacista ospedaliero ed al risk manager ospedaliero. Come si sono organizzati o si organizzeranno i percorsi di cura delle regioni di fronte a questo nuovo scenario è quanto Motore Sanità propone di discutere in questi eventi multiregionali, condividendo “proven practices” utili a minimizzare i rischi per questi pazienti ed efficientare gli investimenti. L'articolo CAR-T: Quali nuove competenze per il farmacista Ospedaliero? – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
#MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo CAR-T: Quali nuove competenze per il farmacista Ospedaliero? – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
DATI EPIDEMIOLOGICI E CRITICITA’ NELLA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE EPILETTICO
Eventi L’epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale (disturbo neurologico) in cui l’attività delle cellule nervose nel cervello si interrompe causando convulsioni, periodi di comportamento insolito e talvolta perdita di coscienza. I sintomi di come si manifesti una crisi epilettica possono variare ampiamente da caso a caso: durante la crisi alcune persone si fissano a guardare un punto per alcuni secondi, mentre altre possono arrivare a contrarre ripetutamente braccia e gambe. Anche le crisi lievi necessitano di essere trattate, perché possono risultare pericolose durante le attività come la guida o il nuoto. Il trattamento, a base di farmaci e/o interventi chirurgici, è in grado di tenere sotto controllo la condizione nell’80% dei casi. La nostra intenzione è di organizzare un evento nazionale tra esperti e payor nel mese di novembre 2021 e più precisamente il giorno 24, un evento focalizzato sulla governance dell’epilessia: si tratteranno, infatti,gli aspetti organizzativi e gestionali del percorso dei pazienti, delle conseguenti ricadute economiche per i singoli SSR e dei costi sociali; insomma tutto ciò che possa essere utile a comporre un quadro dal punto di vista assistenziale dei pazienti che soffrono di tale tipo di patologia. Il nostro progetto si pone come fine quindi di discutere dei need assistenziali e dello stato dell’arte della presa in carico di tali pazienti portando le risultanze, la raccolta e l’elaborazione degli output che emergeranno durante i tavoli di lavoro macro regionali e che saranno condensati in un documento di sintesi che sarà la base di discussione dell’evento nazionale. L'articolo CAR-T: Quali nuove competenze per il farmacista Ospedaliero? – EVENTO ECM – proviene da Motoresanità.it. Read More
Il governo clinico dell’amiloidosi cardiaca
Eventi Sono circa trenta le proteine che, negli esseri umani, possono formare depositi di amiloide, virtualmente in qualsiasi parte del corpo. Le amiloidosi rappresentano le sindromi cliniche che risultano da questi depositi e vengono classificate in localizzate o sistemiche, acquisite o ereditarie. Il cuore rappresenta uno degli organi bersaglio in cui più frequentemente l’amiloide si deposita, dando luogo alla cosiddetta “amiloidosi cardiaca”. Le forme di amiloidosi che più frequentemente coinvolgono il cuore in maniera significativa sono l’amiloidosi AL e l’amiloidosi da transtiretina (amiloidosi ATTR). “In questa condizione, quanto più i depositi progrediscono, tanto più le pareti del cuore diventano spesse e rigide e la funzione contrattile peggiora”. Anche le valvole cardiache e il sistema di conduzione elettrico possono essere coinvolti. Uno dei problemi principali, nell’ambito di questa patologia, è infatti quello della diagnosi tardiva. Considerando tutti i sottogruppi, il tempo medio tra l’insorgenza dei sintomi e la diagnosi di amiloidosi cardiaca varia tra i 6 e i 30 mesi. Per quanto riguarda forma da transtiretina, ad esempio, meno del 50% dei pazienti riceve la diagnosi entro i 6 mesi dall’esordio. Dal momento dell’accertamento della patologia, si pone anche il problema della sottodiagnosi sempre più evidente nell’ambito di questa malattia, tradizionalmente considerata rara. Nel corso del recente Congresso SIC si nota però una crescente consapevolezza dei cardiologi italiani nei confronti di questa patologia, da molti descritta come un “problema emergente” della pratica clinica. Sono state infatti presentate diverse indagini epidemiologiche i cui risultati mettono in evidenza un trend crescente nel numero di diagnosi. In particolare questo aumento sembra essere trainato dai nuovi casi di amiloidosi cardiaca da transtiretina. La forma da transtiretina wild type sta rapidamente diventando la più comune nell’ambito dell’amiloidosi cardiaca. Conoscere e riconoscere la malattia risulta estremamente importante in rapporto alla recente disponibilità di “terapie eziologiche” (orientate a prevenire, arrestare o riassorbire il deposito della sostanza amiloide) che si aggiungono alle “terapie di supporto” da tempo utilizzate per il trattamento delle complicanze, tra cui lo scompenso cardiaco. Per fare il punto sulla gestione dell’amiloidosi cardiaca in Regione del Veneto, Motore Sanità organizza un incontro sul tema con il coinvolgimento dei principali esperti di questa malattia rara, trattando soprattutto il tema del percorso del paziente affetto da amiloidosi cardiaca, composto dal momento della diagnosi, della presa in carico, delle indicazioni terapeutiche e del follow up. Verrà affrontato anche l’importante effetto sulla mobilità passiva e della possibilità di trattare la patologia attraverso una rete di specialisti che soprattutto nella fase della diagnosi sia organizzata secondo il sistema HUB & SPOKE. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE in emilia romagna, toscana, lazio: MODELLI ORGANIZZATIVI E CRITICITÀ GESTIONALI proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCOLOGIA DI GENERE: NUOVE PROSPETTIVE DI CURA NEL CARCINOMA DELLA MAMMELLA TRIPLO NEGATIVO
Eventi Alcuni tumori possono presentarsi in maniera diversa nell’uomo e nella donna. Lo studio delle differenze tra i sessi e lo sviluppo di una medicina genere-specifica in ambito oncologico rappresentano oggi un punto di grande attenzione per i ricercatori di tutto il mondo. Infatti la oncologia genere-specifica, sta mostrando come l’influenza del sesso/genere comprenda molti aspetti da approfondire: da quelli ormonali, del metabolismo e del sistema immunitario, a quelli più in generale fisiopatologici, a quelli socioculturali e psicologici o sugli stili di vita. Differenze tra i sessi, infatti, devono condizionare i metodi di ricerca così come influenzano la frequenza, la gravità ma anche la risposta alle terapie o le reazioni avverse ai farmaci. RAZIONALE Il carcinoma mammario è la neoplasia più frequente tra le donne (meno frequente nell’uomo) ed è potenzialmente grave se non individuata e curata in tempo. Può essere invasivo se esteso o non invasivo se localmente delimitato, ed è classificato in 5 stadi da 0 a IV. Tra questi, i più pericolosi sono lo stadio III – che comporta l’estensione del tessuto canceroso già al di fuori del seno – ed il IV caratterizzato da metastasi in fase avanzata. Grazie alla diagnostica moderna accompagnata dalle più recenti terapie innovative, il tasso di sopravvivenza relativo al tumore al seno è aumentato costantemente negli ultimi anni, tanto che se il tumore viene identificato in fase molto precoce la sopravvivenza a 5 anni nelle donne trattate è pari al 98%. Nel metastatico però, la sopravvivenza è purtroppo ancora bassa, dipendendo dalle caratteristiche della paziente, dall’aggressività della patologia e dalle minori opzioni terapeutiche disponibili. Il trattamento di questa patologia oncologica è perciò strettamente legato allo stadio in cui la malattia viene diagnosticata ma anche alle caratteristiche genetiche del tumore, ed oggi sono in commercio validi supporti per lo studio di questo aspetto. Nel carcinoma mammario triplo-negativo (10 – 15% tra le neoplasie della mammella) attualmente la tipologia a prognosi più complessa, con una sopravvivenza media dalla diagnosi nettamente inferiore rispetto alle altre forme, si aprono oggi importanti prospettive di cura, dopo l’immunoncologia più recentemente i coniugati anticorpo-farmaco.
In questa area terapeutica importante come dovrà essere la strategia di accesso alle nuove terapie e l’organizzazione come dovrà rispondere a tutto questo, mantenendo la sostenibilità del sistema di cure? Quale nuove risorse saranno necessarie per una buona programmazione? Per poter dare risposta univoca nel territorio Nazionale a questi interrogativi Motore Sanità propone un confronto multiregionale tra i Key Opinion leaders di settore. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
RETE ONCOLOGICA CAMPANA MEDICINA TERRITORIALE E MEDICINA GENERALE: NUOVI MODELLI DI INTEGRAZIONE – EVENTO ECM –
Eventi ACCREDITAMENTO ECM-AGENAS: 604- 334101 TIPOLOGIA: RES Medici Chirurghi (Oncologia, Ginecologia, Anatomopatologi, Chirurgia Generale) + Farmacia Ospedaliera La durata dell’evento è di 6 ore formative, per un totale di 6 crediti ECM L’ISCRIZIONE AI CORSI DIVENTA OBBLIGATORIA: seguirà le stesse modalità dei webinar, ma indirizzeremo all’URL res.summeet.it L’iscrizione sarà resa disponibile fino all’orario di chiusura evento, quindi personalizzata per ogni incontro.   REGISTRAZIONE E ACCESSO Da effettuarsi prima o contestualmente all’inizio del corso ECM (la mancata iscrizione al corso prima dell’inizio dello stesso comprometterà la possibilità di compilazione dei questionari) 1. Collegarsi all’indirizzo: https://res.summeet.it
2. In caso di primo accesso: creare l’account personale, cliccando su “REGISTRAZIONE” In caso di utente già registrato a corsi FAD (Formazione a Distanza): potrà utilizzare le stesse credenziali che utilizza per l’accesso a fad.summeet.it 3. Trovare il corso attraverso la funzione cerca, inserendo codice ECM 604-
4. Sarà possibile compilare il questionario di apprendimento ECM e di gradimento entro 3 giorni dal termine del corso (il test si riterrà superato con almeno il 75% di risposte corrette).   Uno degli obiettivi fondamentali della rete oncologica è il coinvolgimento della medicina generale e della medicina del territorio al fine di ottimizzare il percorso di cura del paziente ed evitare il ritardo diagnostico. Il PNRR è lo strumento per un rilancio ed una implementazione della medicina territoriale e potrà favorire le azioni della rete oncologica. Una assistenza domiciliare più’ ampia e complessa, le case e gli ospedali di comunità’ aiuteranno la presa in carico di pazienti sino ad ora gestiti negli ospedali. Anche l’oncologia sarà coinvolta in questo processo esternalizzando trattamenti di sostegno alla terapia, follow up, diagnosi precoci,supporti nutrizionali e psicologici. Questo potrebbe avvenire con un più ampio coinvolgimento dei MMG, con supporti telematici per teleconsulto e telemonitoraggio, con equipe infermieristiche territoriali addestrate e con il coinvolgimento degli specialisti oltre a quelli ospedalieri. Per fare il punto sulla situazione e sulle possibilità’ in divenire Motore Sanità’ organizza l’evento “Rete oncologica campana: medicina generale e del territorio”. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
Oncologia del territorio, assetti organizzativi per rispondere ai nuovi bisogni dei pazienti oncologici
Eventi In Italia ogni anno circa 270mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. Ma sempre più i risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della chirurgia, i nuovi approcci di cura, le nuove terapie, stanno portando ad una evoluzione positiva nel decorso della malattia, allungando la vita dei malati anche senza speranza di guarigione. In questo scenario sono sorti nuovi problemi che riguardano la presa in carico di questa patologia complessa che comportano una revisione organizzativa, necessaria ai sistemi assistenziali (dai MTB, ai sistemi di NGS, alla presa in carico territoriale) per rispondere efficacemente, dando accesso rapido ed uniforme all’innovazione. Per questo aspetto e per un coerente utilizzo delle risorse disponibili, ancor più dopo l’esperienza della recente pandemia, il coordinamento tra centri Hub, Spoke e medicina territoriale, sta assumendo sempre maggiore importanza. Per questo, oltre lo sviluppo delle reti di patologia che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, già implementato in molte regioni, occorre oggi uno sforzo per formare la medicina Territoriale ad una cogestione dei pazienti oncologici cronici.  Il futuro prossimo dell’Oncologia dovrà essere condiviso infatti tra ospedale e territorio attraverso una serie di setting assistenziali che permetteranno di riscrivere al meglio tutto il percorso di cura del paziente, con molti nuovi temi da sviluppare. Ma con una attenzione, non andremo a prefigurare 2 oncologie: questa differenza non dovrà esistere perché il percorso dovrà essere lo stesso ed i setting assistenziali ospedalieri e territoriali dovranno avere uno stesso governo. Con l’oncologia territoriale non si dovranno creare nuovi silos e servizi diversi, dove non esista efficace comunicazione tra le varie strutture. Il tema dell’introduzione della telemedicina ad esempio sarà indispensabile, così come quello del caregiver dedicato e formato sul territorio.  Per operare questa riorganizzazione, dando efficacia a questi cambiamenti saranno necessarie nuove risorse ma sarà fondamentale un dialogo aperto, trasparente e collaborativo tra tutte le forze in gioco: istituzioni, tecnici (clinici, caregiver, farmacisti), industria. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE IN VALLE D’AOSTA, PIEMONTE, LIGURIA E SARDEGNA: MODELLI ORGANIZZATIVI E CRITICITÀ GESTIONALI proviene da Motoresanità.it. Read More
DATI EPIDEMIOLOGICI E CRITICITA’ NELLA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE EPILETTICO – AREA CENTRO SUD
Eventi L’epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale (disturbo neurologico) in cui l’attività delle cellule nervose nel cervello si interrompe causando convulsioni, periodi di comportamento insolito e talvolta perdita di coscienza. I sintomi di come si manifesti una crisi epilettica possono variare ampiamente da caso a caso: durante la crisi alcune persone si fissano a guardare un punto per alcuni secondi, mentre altre possono arrivare a contrarre ripetutamente braccia e gambe. Anche le crisi lievi necessitano di essere trattate, perché possono risultare pericolose durante le attività come la guida o il nuoto. Il trattamento, a base di farmaci e/o interventi chirurgici, è in grado di tenere sotto controllo la condizione nell’80% dei casi. Motore Sanità intende organizzare webinar macro-regionali tra esperti clinici e decisori nel mese di novembre 2021 e più precisamente il giorno 15 novembre per l’area del Centro-Nord Italia e il 17 novembre per il Centro-Sud. Tali incontri saranno vocati al confronto e focalizzati sulla governance dell’epilessia: tratteranno la patologia in oggetto – ed in particolare gli aspetti organizzativi e gestionali di governance dei pazienti – e le conseguenti ricadute economiche per i singoli SSR e costi sociali. Il progetto si pone come fine di fare un’attenta analisi dei need assistenziali e dello stato dell’arte della presa in carico di tali pazienti nelle regioni indicate, oltre a sensibilizzare gli stakeholder istituzionali circa le azioni di miglioramento da intraprendere per migliorare la presa in carico del paziente epilettico. Particolarmente prezioso sarà il lavoro di raccolta e di elaborazione degli output che emergeranno durante gli incontri, a cura della nostra Direzione Scientifica, che saranno condensati in un documento di sintesi che servirà allo stesso tempo sia da raccolta delle risultanze dell’incontro che da “call to action” per il follow up delle azioni da intraprendere. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE IN TRENTINO, ALTO ADIGE, VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA: MODELLI ORGANIZZATIVI E CRITICITÀ GESTIONALI proviene da Motoresanità.it. Read More
FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – SICILIA
Eventi Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE IN TRENTINO, ALTO ADIGE, VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA: MODELLI ORGANIZZATIVI E CRITICITÀ GESTIONALI proviene da Motoresanità.it. Read More
DATI EPIDEMIOLOGICI E CRITICITA’ NELLA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE EPILETTICO – AREA CENTRO NORD
Eventi L’epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale (disturbo neurologico) in cui l’attività delle cellule nervose nel cervello si interrompe causando convulsioni, periodi di comportamento insolito e talvolta perdita di coscienza. I sintomi di come si manifesti una crisi epilettica possono variare ampiamente da caso a caso: durante la crisi alcune persone si fissano a guardare un punto per alcuni secondi, mentre altre possono arrivare a contrarre ripetutamente braccia e gambe. Anche le crisi lievi necessitano di essere trattate, perché possono risultare pericolose durante le attività come la guida o il nuoto. Il trattamento, a base di farmaci e/o interventi chirurgici, è in grado di tenere sotto controllo la condizione nell’80% dei casi. Motore Sanità intende organizzare webinar macro-regionali tra esperti clinici e decisori nel mese di novembre 2021 e più precisamente il giorno 15 novembre per l’area del Centro-Nord Italia e il 17 novembre per il Centro-Sud. Tali incontri saranno vocati al confronto e focalizzati sulla governance dell’epilessia: tratteranno la patologia in oggetto – ed in particolare gli aspetti organizzativi e gestionali di governance dei pazienti – e le conseguenti ricadute economiche per i singoli SSR e costi sociali. Il progetto si pone come fine di fare un’attenta analisi dei need assistenziali e dello stato dell’arte della presa in carico di tali pazienti nelle regioni indicate, oltre a sensibilizzare gli stakeholder istituzionali circa le azioni di miglioramento da intraprendere per migliorare la presa in carico del paziente epilettico. Particolarmente prezioso sarà il lavoro di raccolta e di elaborazione degli output che emergeranno durante gli incontri, a cura della nostra Direzione Scientifica, che saranno condensati in un documento di sintesi che servirà allo stesso tempo sia da raccolta delle risultanze dell’incontro che da “call to action” per il follow up delle azioni da intraprendere. L'articolo DATI EPIDEMIOLOGICI E CRITICITA’ NELLA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE EPILETTICO proviene da Motoresanità.it. Read More
#Multiplayer La sclerosi multipla si combatte in squadra – Focus Veneto
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo DATI EPIDEMIOLOGICI E CRITICITA’ NELLA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE EPILETTICO proviene da Motoresanità.it. Read More
ACCESSO ALLE CURE PER IL DIABETE, SE NON ORA QUANDO?
Eventi “A 100 anni dall’insulina, una scoperta salvavita, resta ancora molto da fare. L’IDF (International Diabetes Federation) sta conducendo una campagna triennale per la Giornata Mondiale del Diabete per migliorare l’accesso alle cure per il diabete ed evidenziare la necessità di ulteriori azioni per prevenire il diabete e le sue complicanze”. Esattamente 100 anni fa, grazie alla scoperta di due canadesi, il Prof Banting e il suo allievo Best che per primi isolarono l’insulina, sarebbe cambiata la storia della medicina per i malati di diabete. I primi esperimenti condotti appena un anno dopo su un ragazzo quattordicenne diabetico il cui destino sembrava segnato e la morte sarebbe presto giunta fecero subito comprendere come la vita di questi malati avesse una nuova prospettiva: già in una giornata la glicemia si era normalizzata ed il ragazzo era salvo. Pensare oggi a questo, con le numerosissime scoperte che si sono susseguite negli anni, che hanno portato le persone con diabete di tipo 1 e 2 ad avere una vita pressoché normale, può far sorridere. Ma, nel contempo, ci deve anche far riflettere: occorre pensare tutti insieme che i livelli di conoscenza scientifica e competenza raggiunti nelle cure devono rappresentare anche oggi non un punto d’arrivo, ma, piuttosto, un punto di partenza. La persona con diabete deve mirare ad una condizione di vita che necessita di molti, ulteriori passi avanti. La grande innovazione prodotta (farmaci e devices) corre a ritmi straordinari oramai da più di un decennio ed il sistema assistenziale stenta a starne al passo. In Italia, a livello Nazionale, si sono compiuti molti passi fra cui il Piano Diabete in primis che ha dato importanti indicazioni su come implementare la filiera assistenziale e dare consapevolezza sui bisogni della malattia. Però non sempre tutto questo ha trovato applicazioni univoche nei diversi territori, causando spesso un accesso non equo ed omogeneo alle migliori cure ed ai migliori sistemi di monitoraggio disponibili. Al termine del percorso che, in questo anno 2021 di rinascita dopo la crisi pandemica, ha attraversato tutte le regioni d’Italia, Diabete Italia e Motore Sanità hanno voluto vagliare in concreto molte buone pratiche applicate e alcuni punti critici emersi, con lo scopo di portare ai decisori istituzionali un quadro obiettivo della situazione reale. Lo scopo finale è però raccogliere idee concrete e applicabili in grado di disegnare “la Regione Ideale di Diabete Italia”,  una regione – speriamo non troppo utopica – nella quale possano convergere tutti i riscontri positivi delle singole regioni italiane e che possa diventare un modello da diffondere in ogni realtà territoriale. L'articolo DATI EPIDEMIOLOGICI E CRITICITA’ NELLA PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE EPILETTICO proviene da Motoresanità.it. Read More
INNOVAZIONE NEI PERCORSI DI CURA DEL MIELOMA MULTIPLO: COME EFFICIENTARE LA FILIERA E VALORIZZARE IL TERRITORIO? – Focus Emilia Romagna
Eventi Il mieloma multiplo è una malattia oncoematologica tra le più comuni che colpisce le plasmacellule del midollo osseo, come linfociti B e plasmacellule sintetizzanti le immunoglobuline, molto importanti per il sistema immunitario e le sue risposte fisiologiche per combattere le infezioni. Se la crescita di queste cellule diventa incontrollata può dare origine al tumore, ostacolando le altre cellule ematiche e dando origine ad un indebolimento del sistema immunitario, ad anemia o a difetti coagulativi. Inoltre le cellule di mieloma producono in grande quantità una proteina detta Componente M (monoclonale), anticorpo che stimola gli osteoclasti, responsabili della demolizione del tessuto osseo e di conseguenza i pazienti colpiti da mieloma sono spesso soggetti anche a fratture ossee. Nel report AIOM 2020 si può leggere un dato di incidenza della malattia di 5.759 nuovi casi/anno (uomo 3.019 – donna 2740) e dai dati AIRTUM sappiamo che essa rappresenta 1,3% di tutti i tumori nella donna e 1,2% nell’uomo. L’età è il principale fattore di rischio per il mieloma multiplo: oltre 60% delle diagnosi di mieloma riguardano persone di età > 65 anni e solo 1% delle persone al di sotto dei 40 anni. Le cause del mieloma multiplo non sono ancora del tutto note, anche se recenti studi hanno evidenziato la presenza di anomalie nella struttura dei cromosomi e in alcuni specifici geni nei pazienti affetti dalla patologia. Dopo la diagnosi è indispensabile definire lo stadio del mieloma, in base al quale si ottengono anche indicazioni sulla prognosi della malattia e sulle scelte terapeutiche. L’innovazione in questi ultimi anni ha prodotto una notevole quantità di opzioni terapeutiche per questi pazienti ed ha segnato per molti di loro una sopravvivenza libera da progressione, con una aspettativa di vita diversa. Ma l’organizzazione è pronta ad accogliere questo cambio di scenario continuo verso la cronicizzazione di malattia? Cosa manca al sistema per essere più efficiente? Cosa ha insegnato l’attuale pandemia nella gestione della filiera assistenziale e nella presa in carico e nella prossimità delle cure per questi pazienti? Come gli sforzi dell’industria possono generare partnership con le istituzioni e cocreare valore per il sistema? L'articolo #MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA – FOCUS TOSCANA proviene da Motoresanità.it. Read More
#Multiplayer La sclerosi multipla si combatte in squadra – Focus Sardegna
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo #MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA – FOCUS TOSCANA proviene da Motoresanità.it. Read More
LA PANDEMIA DIABETE in PUGLIA, CAMPANIA, CALABRIA E BASILICATA: MODELLI ORGANIZZATIVI E CRITICITÀ GESTIONALI
Eventi Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le  persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una gestione multidisciplinare complessa per la quale i percorsi di cura debbono essere rivisti. La recente pandemia ha aperto gli occhi su tutto ciò in maniera drammatica e ha stimolato in molte regioni una revisione organizzativa della rete assistenziale. Nel diabete di tipo 1 sono fondamentali una rapida e precoce diagnosi ed un monitoraggio attento attraverso le molte innovazioni disponibili che cambiano la vita dei pazienti. Nel diabete di tipo 2 diventa fondamentale l’aggiornamento delle linee di terapia farmacologica che grazie alle molte innovazioni degli ultimi 15 anni può essere condotta attualmente con varie modalità: dalle fasi iniziali della malattia, dove l’obiettivo glicemico può essere raggiunto con il cambiamento dello stile di vita, ai molti soggetti in cui è necessario rapidamente l’uso di farmaci, in primis la metformina, o durante le fasi successive della malattia, in cui la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. Ma come accade per molte altre patologie le regioni Italiane rispondono ai bisogni assistenziali in maniera molto diversa e il diabete non fa eccezione a questo. Un impiego razionale e non razionato dell’innovazione purtroppo ad oggi spesso precluso al MMG (farmaci e devices) può cambiare la vita di questi pazienti ed il decorso clinico della malattia, riducendo o evitando le temibili complicanze sopra descritte. Motore Sanità e Diabete Italia vogliono aprire un tavolo di confronto Regionale su questi temi per ottimizzare ognuno di questi aspetti attraverso l’impegno di tutti: Istituzioni, Clinici (specialisti e MMG), Care
LA PANDEMIA DIABETE in emilia romagna, toscana, lazio: MODELLI ORGANIZZATIVI E CRITICITÀ GESTIONALI
Eventi Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le  persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una gestione multidisciplinare complessa per la quale i percorsi di cura debbono essere rivisti. La recente pandemia ha aperto gli occhi su tutto ciò in maniera drammatica e ha stimolato in molte regioni una revisione organizzativa della rete assistenziale. Nel diabete di tipo 1 sono fondamentali una rapida e precoce diagnosi ed un monitoraggio attento attraverso le molte innovazioni disponibili che cambiano la vita dei pazienti. Nel diabete di tipo 2 diventa fondamentale l’aggiornamento delle linee di terapia farmacologica che grazie alle molte innovazioni degli ultimi 15 anni può essere condotta attualmente con varie modalità: dalle fasi iniziali della malattia, dove l’obiettivo glicemico può essere raggiunto con il cambiamento dello stile di vita, ai molti soggetti in cui è necessario rapidamente l’uso di farmaci, in primis la metformina, o durante le fasi successive della malattia, in cui la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. Ma come accade per molte altre patologie le regioni Italiane rispondono ai bisogni assistenziali in maniera molto diversa e il diabete non fa eccezione a questo. Un impiego razionale e non razionato dell’innovazione purtroppo ad oggi spesso precluso al MMG (farmaci e devices) può cambiare la vita di questi pazienti ed il decorso clinico della malattia, riducendo o evitando le temibili complicanze sopra descritte. Motore Sanità e Diabete Italia vogliono aprire un tavolo di confronto Regionale su questi temi per ottimizzare ognuno di questi aspetti attraverso l’impegno di tutti: Istituzioni, Clinici (specialisti e MMG), Care
LA PANDEMIA DIABETE in UMBRIA, MARCHE, ABRUZZO E MOLISE: MODELLI ORGANIZZATIVI E CRITICITÀ GESTIONALI
Eventi Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le  persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una gestione multidisciplinare complessa per la quale i percorsi di cura debbono essere rivisti. La recente pandemia ha aperto gli occhi su tutto ciò in maniera drammatica e ha stimolato in molte regioni una revisione organizzativa della rete assistenziale. Nel diabete di tipo 1 sono fondamentali una rapida e precoce diagnosi ed un monitoraggio attento attraverso le molte innovazioni disponibili che cambiano la vita dei pazienti. Nel diabete di tipo 2 diventa fondamentale l’aggiornamento delle linee di terapia farmacologica che grazie alle molte innovazioni degli ultimi 15 anni può essere condotta attualmente con varie modalità: dalle fasi iniziali della malattia, dove l’obiettivo glicemico può essere raggiunto con il cambiamento dello stile di vita, ai molti soggetti in cui è necessario rapidamente l’uso di farmaci, in primis la metformina, o durante le fasi successive della malattia, in cui la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. Ma come accade per molte altre patologie le regioni Italiane rispondono ai bisogni assistenziali in maniera molto diversa e il diabete non fa eccezione a questo. Un impiego razionale e non razionato dell’innovazione purtroppo ad oggi spesso precluso al MMG (farmaci e devices) può cambiare la vita di questi pazienti ed il decorso clinico della malattia, riducendo o evitando le temibili complicanze sopra descritte. Motore Sanità e Diabete Italia vogliono aprire un tavolo di confronto Regionale su questi temi per ottimizzare ognuno di questi aspetti attraverso l’impegno di tutti: Istituzioni, Clinici (specialisti e MMG), Care
#Multiplayer La sclerosi multipla si combatte in squadra – Focus Emilia Romagna
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo TROMBOCITOPENIA NEL PAZIENTE EPATOPATICO: COME MINIMIZZARE I RISCHI ED EFFICIENTARE GLI INVESTIMENTI. REGIONI: TOSCANA – EMILIA ROMAGNA – MARCHE proviene da Motoresanità.it. Read More
LA PANDEMIA DIABETE in LOMBARDIA E SICILIA: MODELLI ORGANIZZATIVI E CRITICITÀ GESTIONALI
Eventi Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le  persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una gestione multidisciplinare complessa per la quale i percorsi di cura debbono essere rivisti. La recente pandemia ha aperto gli occhi su tutto ciò in maniera drammatica e ha stimolato in molte regioni una revisione organizzativa della rete assistenziale. Nel diabete di tipo 1 sono fondamentali una rapida e precoce diagnosi ed un monitoraggio attento attraverso le molte innovazioni disponibili che cambiano la vita dei pazienti. Nel diabete di tipo 2 diventa fondamentale l’aggiornamento delle linee di terapia farmacologica che grazie alle molte innovazioni degli ultimi 15 anni può essere condotta attualmente con varie modalità: dalle fasi iniziali della malattia, dove l’obiettivo glicemico può essere raggiunto con il cambiamento dello stile di vita, ai molti soggetti in cui è necessario rapidamente l’uso di farmaci, in primis la metformina, o durante le fasi successive della malattia, in cui la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. Ma come accade per molte altre patologie le regioni Italiane rispondono ai bisogni assistenziali in maniera molto diversa e il diabete non fa eccezione a questo. Un impiego razionale e non razionato dell’innovazione purtroppo ad oggi spesso precluso al MMG (farmaci e devices) può cambiare la vita di questi pazienti ed il decorso clinico della malattia, riducendo o evitando le temibili complicanze sopra descritte. Motore Sanità e Diabete Italia vogliono aprire un tavolo di confronto Regionale su questi temi per ottimizzare ognuno di questi aspetti attraverso l’impegno di tutti: Istituzioni, Clinici (specialisti e MMG), Care
LA PANDEMIA DIABETE IN VALLE D’AOSTA, PIEMONTE, LIGURIA E SARDEGNA: MODELLI ORGANIZZATIVI E CRITICITÀ GESTIONALI
Eventi   Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le  persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una gestione multidisciplinare complessa per la quale i percorsi di cura debbono essere rivisti. La recente pandemia ha aperto gli occhi su tutto ciò in maniera drammatica e ha stimolato in molte regioni una revisione organizzativa della rete assistenziale. Nel diabete di tipo 1 sono fondamentali una rapida e precoce diagnosi ed un monitoraggio attento attraverso le molte innovazioni disponibili che cambiano la vita dei pazienti. Nel diabete di tipo 2 diventa fondamentale l’aggiornamento delle linee di terapia farmacologica che grazie alle molte innovazioni degli ultimi 15 anni può essere condotta attualmente con varie modalità: dalle fasi iniziali della malattia, dove l’obiettivo glicemico può essere raggiunto con il cambiamento dello stile di vita, ai molti soggetti in cui è necessario rapidamente l’uso di farmaci, in primis la metformina, o durante le fasi successive della malattia, in cui la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. Ma come accade per molte altre patologie le regioni Italiane rispondono ai bisogni assistenziali in maniera molto diversa e il diabete non fa eccezione a questo. Un impiego razionale e non razionato dell’innovazione purtroppo ad oggi spesso precluso al MMG (farmaci e devices) può cambiare la vita di questi pazienti ed il decorso clinico della malattia, riducendo o evitando le temibili complicanze sopra descritte. Motore Sanità e Diabete Italia vogliono aprire un tavolo di confronto Regionale su questi temi per ottimizzare ognuno di questi aspetti attraverso l’impegno di tutti: Istituzioni, Clinici (specialisti e MMG),
LA PANDEMIA DIABETE in TRENTINO ALTO ADIGE, VENETO, FRIULI VENEZIA GIULIA: MODELLI ORGANIZZATIVI E CRITICITÀ GESTIONALI
Eventi Attualmente la prevalenza del diabete in Italia viene stimata intorno al 6%, con approssimativamente 3,6 Milioni di soggetti che ne sono affetti. Ma da più fonti viene indicato come il sommerso/non diagnosticato raggiunga numeri ben più elevati. I dati recenti pubblicati dal data base nazionale Health Search che raccoglie 1.200.000 cartelle cliniche relative ai MMG, indicano una prevalenza di diabete tipo 2 nella popolazione adulta pari al 7,6%. L’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul SSN e sui servizi regionali è molto importante, basti pensare che: 7-8 anni è la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi
32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le  persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi € (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici) Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. Attraverso questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una gestione multidisciplinare complessa per la quale i percorsi di cura debbono essere rivisti. La recente pandemia ha aperto gli occhi su tutto ciò in maniera drammatica e ha stimolato in molte regioni una revisione organizzativa della rete assistenziale. Nel diabete di tipo 1 sono fondamentali una rapida e precoce diagnosi ed un monitoraggio attento attraverso le molte innovazioni disponibili che cambiano la vita dei pazienti. Nel diabete di tipo 2 diventa fondamentale l’aggiornamento delle linee di terapia farmacologica che grazie alle molte innovazioni degli ultimi 15 anni può essere condotta attualmente con varie modalità: dalle fasi iniziali della malattia, dove l’obiettivo glicemico può essere raggiunto con il cambiamento dello stile di vita, ai molti soggetti in cui è necessario rapidamente l’uso di farmaci, in primis la metformina, o durante le fasi successive della malattia, in cui la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. Ma come accade per molte altre patologie le regioni Italiane rispondono ai bisogni assistenziali in maniera molto diversa e il diabete non fa eccezione a questo. Un impiego razionale e non razionato dell’innovazione purtroppo ad oggi spesso precluso al MMG (farmaci e devices) può cambiare la vita di questi pazienti ed il decorso clinico della malattia, riducendo o evitando le temibili complicanze sopra descritte. Motore Sanità e Diabete Italia vogliono aprire un tavolo di confronto Regionale su questi temi per ottimizzare ognuno di questi aspetti attraverso l’impegno di tutti: Istituzioni, Clinici (specialisti e MMG), Care
WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale
Eventi Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 100.000 persone. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si stimano 20 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con un’incidenza di circa 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Il 20% delle patologie riguarda pazienti in età pediatrica tra cui le malformazioni congenite rappresentano il 45% e le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione, del metabolismo e disturbi immunitari il 20%. Per i pazienti in età adulta, invece, le più frequenti sono le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso (29%) e quelle del sangue e degli organi ematopoietici (18 %). [Fonte: ISS 2015] In Italia, l’Istituto Superiore della Sanità ha individuato un elenco di malattie rare esenti-ticket. Alcune Regioni Italiane hanno deliberato esenzioni per patologie ulteriori da quelle previste dai decreti 2001 e 2017. Ma ancora oggi ad esempio gli screening neonatali ed il ritardo diagnostico (pari ad esempio a 6,5 anni secondo il registro Lombardo) evidenziano ancora snodi chiave su cui confrontarsi ed agire, facendo in modo che i SSR innovino i loro modelli assistenziali. Come fare questo resta un problema aperto, così come una volta ottenuta una corretta diagnosi, rispondere ai bisogni socio sanitari di questi particolari cittadini malati. Motore Sanità, attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare un tavolo di discussione che possa aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di queste malattie. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di nuovi, moderni modelli assistenziali condivisi. L'articolo ACCESSO ALLE CURE PER IL DIABETE, SE NON ORA QUANDO? proviene da Motoresanità.it. Read More
#MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA – FOCUS EMILIA-ROMAGNA
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi L'articolo FOCUS REUMATOLOGIA DALLA TERZA DOSE DI VACCINO ANTI-COVID ALLA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA proviene da Motoresanità.it. Read More
HIV: UNA PANDEMIA SILENZIOSA Come limitarne la diffusione
Eventi Il Piano Nazionale di interventi contro l’HIV e AIDS (PNAIDS) rappresenta il documento programmatico finalizzato a contrastare la diffusione dell’infezione da Hiv. Previsto dalla Legge 135/90, il piano contempla l’attuazione di interventi di carattere pluriennale riguardanti la prevenzione, l’informazione, la ricerca, l’assistenza e la cura, la sorveglianza epidemiologica e il sostegno dell’attività del volontariato. Il piano è stato approvato con intesa nella Conferenza Stato-Regioni del 26 ottobre 2017 e l’intesa ha stabilito che il ministero, in collaborazione con le regioni: dovrà promuovere iniziative di formazione e di aggiornamento degli operatori coinvolti nella cura e nell’assistenza nei luoghi di cura e nell’assistenza sul territorio delle persone con infezione da virus HIV e con sindrome da AIDS;
dovrà definire strategie di informazione in favore della popolazione generale e delle persone con comportamenti a rischio (popolazioni chiave). In particolare, è stata focalizzata l’attenzione sulla lotta contro la stigmatizzazione e sulla prevenzione altamente efficace basata sulle evidenze scientifiche e ancorata a principi e azioni che, oltre a comprendere le campagne di informazione, l’impiego degli strumenti di prevenzione e gli interventi finalizzati alla modifica dei comportamenti, si estendono all’uso delle terapie ARV come prevenzione (TasP), con conseguente ricaduta sulla riduzione delle nuove infezioni e il rispetto dei diritti delle popolazioni maggiormente esposte all’HIV. Uno dei punti principali è la formazione del personale dedicato e l’azione sui cittadini HIV positivi e/o pazienti HIV e su coloro che non sanno di essere positivi, sommerso importante da far emergere. Gli interventi formativi sono mirati a: Applicare le misure di prevenzione disponibili anche di natura farmacologica;
Favorire l’accesso al test e la diagnosi precoce, il legame al percorso di cura ed in particolare al trattamento; Migliorare la qualità e la sicurezza delle cure;
Contrastare lo stigma e la discriminazione nelle cure, anche attraverso la conoscenza e la corretta valutazione dei rischi inerenti la sicurezza degli operatori. Se quanto approvato nel PNAIDS rappresenta un impegno con obiettivi condivisibili e con una presa in carico dei pazienti più formalizzata e delineata a livello nazionale e regionale, la pandemia da COVID ha in molta parte interrotto questo processo virtuoso per cui risulta necessario fare il punto nel futuro post pandemico su: La situazione della presa in carico del malato HIV pre e post Covid;
 I nuovi indicatori previsti dal PNAIDS;
Il cluster pilota di popolazioni come le carceri, i SERD per l’emersione del sommerso e l’azione preventiva e curativa nei confronti dell’HIV, aderenza compresa;
Il paradigma di patologia cronico-virale con una presa in carico trasversale del cittadino positivo e/o paziente e sulle criticità in essere. Per questi motivi Motore Sanità ha organizzato il webinar dal titolo: Presa In Carico del Paziente HIV con il focus sulla situazione della Regione Toscana per fare il punto sull’attuale situazione e sul futuro della prevenzione diagnosi e cura dell’HIV nella regione in oggetto. L'articolo FOCUS REUMATOLOGIA DALLA TERZA DOSE DI VACCINO ANTI-COVID ALLA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA proviene da Motoresanità.it. Read More
FOCUS REUMATOLOGIA DALLA TERZA DOSE DI VACCINO ANTI-COVID ALLA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA
Eventi La Giornata Mondiale del Malato Reumatico è un’occasione importante per fare il punto insieme a stakeholder nazionali e regionali su quanto successo nell’ultimo, difficile, anno. Per la Reumatologia, Regione Lombardia rappresenta un’eccellenza a livello Nazionale in termini di centri di riferimento. Le Associazioni di Pazienti, i Clinici e la Medicina territoriale necessitano di una riorganizzazione dei percorsi Assistenziali per questi malati. Ovvero l’istituzione di una rete. Ciò al fine di permettere, viste le sempre più opportunità terapeutiche, una rapida diagnosi e presa in carico, un migliore follow-up, prevenendo i danni causati dall’evolvere delle malattie reumatiche autoimmuni prima che esse portino il paziente a situazioni di invalidità. Anche grazie all’aiuto dei fondi che arriveranno dal PNRR, le Associazioni di malati che operano sul territorio lombardo auspicano una riorganizzazione dei percorsi di cura per rete di patologia attraverso una delibera regionale che riguardi il gran numero di centri di eccellenza disseminati su tutto il territorio regionale. Si auspica inoltre l’apertura di ambulatori qualificati su tutto il territorio lombardo che accoglierebbero pazienti in fase di buon controllo di malattia; ciò permetterebbe di evitare lunghe liste d’attesa nei centri più qualificati, che necessitano di assistere i pazienti in fase acuta. I medici di base dovrebbero operare in stretta collaborazione con i vari centri, per effettuare invii mirati in caso di sospette patologie reumatologiche. Si è certi che in questo modo possa essere garantito a tutti i cittadini un accesso più equo ed uniforme alle cure. La (ancora) attuale pandemia ha fatto emergere criticità su cui riflettere e confrontarsi. Molti punti sono incerti per il futuro: ad esempio, per i malati reumatologici quale approccio è previsto dopo due dosi di vaccino? È necessario effettuare un esame sierologico per verificare l’effettiva necessità di ulteriori dosi? Il normale vaccino anti-influenzale quest’anno è indicato per i pazienti immunodepressi? In termini di possibili rischi e benefici, cosa dicono i dati ad oggi raccolti circa la vaccinazione anti-COVID nei pazienti reumatologici? Come valutare il rischio di riaccensione della patologia a fronte del vaccino? È necessaria una formazione ad hoc per le patologie coinvolte, essendo multidisciplinari? Quanto è importante il supporto a 360 gradi dei malati reumatologici? Per questi motivi, in occasione della Giornata Mondiale del Malato Reumatico, vorremmo riunire i principali attori del sistema intorno ad un tavolo di lavoro regionale, con l’apporto di proven pratices nazionali. L'articolo FOCUS REUMATOLOGIA DALLA TERZA DOSE DI VACCINO ANTI-COVID ALLA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA proviene da Motoresanità.it. Read More
MALATTIA EPATICA AVANZATA CON TROMBOCITOPENIA: UN NUOVO APPROCCIO ALLA GESTIONE DELLE PROCEDURE INVASIVE REGIONI:  PIEMONTE – LIGURIA – VENETO – FVG
Eventi La trombocitopenia è una complicazione a cui va incontro circa l’80% dei pazienti affetti da malattia cronica di fegato (CLD). Essa può avere diverse cause (sequestro splenico, ridotta produzione di trombopoietina). L’11-13% dei pazienti va incontro ad una forma più grave (conta piastrinica inferiore alle 50.000 unità per microlitro) e tra coloro che sono candidati ad una procedura invasiva, esiste un aumentato rischio di sanguinamento traumatico o post-operatorio. Infatti  la trombocitopenia grave potrebbe complicare significativamente le procedure standard di diagnosi e cura del paziente, come la biopsia epatica e procedure mediche indicate o elettive per pazienti cirrotici, con il risultato di un trattamento tardivo o annullato. Inoltre vi sono dati che evidenziano, riguardo l’assistenza sanitaria di un paziente affetto da trombocitopenia, un costo annuale più che triplicato rispetto a quello di un paziente con CLD senza trombocitopenia. Per questo motivo nasce la necessità di una conseguente copertura attraverso trasfusioni di concentrati piastrinici. Purtroppo questa procedura risulta avere diverse criticità, oltre alla disponibilità di materia prima: comporta rischi infettivi e sovraccarico emodinamico, l’emivita bassa costringe ad effettuare la procedura non oltre il giorno prima dell’intervento gravando sulla già elevata complessità organizzativa, l’efficacia non sempre è ottimale né prevedibile e non ultimo aspetto ha un costo medio elevato, considerando anche solo la prospettiva dei costi diretti sanitari (circa 2.000 tra degenza e procedura). Oggi fortunatamente si è aggiunta una nuova opzione terapeutica che attraverso una semplice somministrazione orale, consente ai pazienti con CLD una gestione semplificata di questa complicanza, potendo eseguire la terapia direttamente a domicilio piuttosto che dovendo affrontare un’ospedalizzazione seguita da trasfusione piastrinica e consentendo all’organizzazione assistenziale la pianificazione delle procedure invasive con un timing più flessibile. Ma questo nuovo approccio deve essere multidisciplinare, comportando una scelta condivisa ed organizzata nella filiera di cura che va dall’ematologo, all’epatologo, all’internista, al chirurgo fino ad arrivare al farmacista ospedaliero ed al risk manager ospedaliero. Come si sono organizzati o si organizzeranno i percorsi di cura delle regioni di fronte a questo nuovo scenario è quanto Motore Sanità propone di discutere in questi eventi multiregionali, condividendo “proven practices” utili a minimizzare i rischi per questi pazienti ed efficientare gli investimenti. L'articolo IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
LA RETE REUMATOLOGICA DEL LAZIO
Eventi Le malattie reumatiche sono più di 150, alcune rare ma tutte sono in aumento ovunque, così pure la spesa sociale, pari allo 0,2% del Pil, e quella sanitaria, basti dire che solo i costi diretti ammontano allo 0,6% della spesa sanitaria totale. Per far fronte a questo genere di patologie molte Regioni Italiane da diversi anni hanno creato delle reti regionali per indirizzare al meglio i malati e per garantire un grado di assistenza uguale su tutto il territorio. La Regione Lazio ancora non dispone di una rete reumatologica regionale, una mancanza che può rendere più difficoltoso per i cittadini laziali l’accesso alle opzioni terapeutiche più efficaci, ai farmaci biosimilari che adeguatamente utilizzati permettono a parità di efficacia un risparmio economico garante della sostenibilità e del reimpiego delle risorse per una precoce assunzione regionale delle terapie innovative attuali e future, nonché alla medicina di precisione. Per fare un punto della situazione sulla creazione di una futura Rete e sul modello gestionale da applicare per l’implementazione delle terapie più efficaci nel Lazio, Motore Sanità vuole riunire gli specialisti del settore, dei MMG e dei reumatologi per ciò che concerne le patologie di loro specifica competenza. Particolare attenzione verrà dedicata ai percorsi di cura dei pazienti reumatologici nel periodo post-Covid L'articolo IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE proviene da Motoresanità.it. Read More
I biosimilari in Piemonte: un’eccellenza italiana – Evento ECM
Eventi PROVIDER ECM:     N° 604 – SUMMEET SRL ACCREDITAMENTO ECM-AGENAS:     604- 330732 TIPOLOGIA:                 FAD Codice di accesso alla piattaforma FAD:        120921   Medici Chirurghi (Oncologi, Ematologi, Gastroenterologi, Infettivologi, Dermatologi, Reumatologi, Medici Internisti) + Farmacia Ospedaliera e Farmacia Territoriale   La durata dell’evento è di 3 ore formative, per un totale di 4,5 crediti ecm. REGISTRAZIONE E ACCESSO La registrazione e accesso al corso potranno essere effettuate collegandosi al seguente link: https://fad.summeet.it   IMPORTANTE: L’iscrizione al corso dovrà avvenire prima dell’inizio dello stesso   ISTRUZIONI  In caso di primo accesso al sito compilare il form di creazione utente (da “REGISTRAZIONE”)
 In caso di utente già registrato al sito accedere con le proprie credenziali (Username e Password)
Trovare il corso attraverso la funzione cerca, inserendo codice ECM: 604- 330732
Iscriversi al corso prima dell’inizio dell’evento
Alla conclusione del meeting, effettuando nuovamente l’accesso sulla piattaforma, fare clic su “Test di verifica dell’apprendimento”disponibile sulla pagina dell’evento per compilare il questionario ecm.
Il test può essere effettuato massimo CINQUE volte e sarà considerato superato al corretto completamento del 75% dei quesiti proposti.
Subito dopo sarà possibile compilare il questionario sulla qualità percepita IMPORTANTE: Per avere diritto ai crediti ecm, tale procedura andrà completata entro 72 ore dalla conclusione del corso. I farmaci biosimilari rappresentano una grande opportunità per la sostenibilità dei sistemi sanitari a livello mondiale. Attraverso il loro impiego, nel rispetto delle attuali normative Internazionali e Nazionali è opinione comune che si possa consentire il trattamento di un numero maggiore di pazienti garantendo più salute a parità di risorse e creare spazio all’innovazione farmacologica. Innovazione che fortunatamente sta producendo una grande mole di nuovi strumenti di cura che vanno a coprire nuove aree terapeutiche e patologie a prognosi infausta. I Biosimilari quindi sono medicinali “simili” per qualità, efficacia e sicurezza ai farmaci biologici di riferimento che hanno perso la copertura brevettuale. Un biosimilare viene approvato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e di conseguenza dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) quando è stato dimostrato, attraverso il cosiddetto “esercizio di comparabilità”, che procede per stadi e secondo specifici standard. Questo garantisce che le differenze rispetto al medicinale di riferimento non influiscano sulla sua sicurezza ed efficacia clinica. Per tale motivo, l’AIFA, come espresso nel suo secondo documento “Position Paper sui Farmaci Biosimilari”, considera i biosimilari prodotti intercambiabili con i corrispondenti originator (cosiddetto “switch”), tanto per i pazienti avviati per la prima volta al trattamento (naïve) quanto per quelli già in terapia. La scelta di trattamento rimane una decisione clinica affidata al medico, concordata con il paziente e pertanto anche la sostituibilità da parte del farmacista deve avvenire previa consultazione con il medico prescrittore. “Per questi motivi è fondamentale promuovere un dialogo costruttivo tra il medico e il paziente sulle scelte terapeutiche a disposizione, contribuendo, così, alla formazione di pazienti consapevoli e partecipi”. Motore Sanità ritiene sia arrivato il momento di poter condividere le buone pratiche messe in campo per sfruttare al meglio questa opportunità
#MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA – FOCUS TOSCANA
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre: ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni. Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi L'articolo DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI, DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO – FOCUS LAZIO E PIEMONTE proviene da Motoresanità.it. Read More
INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – FOCUS LAZIO
Eventi Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
COVID-19 PREVENZIONE DIAGNOSI CURA
Eventi I vaccini rappresentano l’arma principale di prevenzione dell’infezione da virus SARS COV 2. Nonostante i ritardi iniziali della campagna vaccinale dovuta al rifornimento dei medesimi da parte delle aziende produttrici e di problemi organizzativi diversi tra le varie regioni, la campagna sta procedendo a ritmi accettabili sperando entro la fine dell’estate di coprire tutta la popolazione. Rimangono aperte alcune questioni su cui si divide il mondo della scienza e delle istituzioni. E’ necessario coprire il più possibile tutti con la prima dose o si deve procedere alla copertura delle fiale disponibili, seppur dilazionate,  anche con la seconda dose? E’ necessario prevedere un terzo richiamo in autunno a partire dagli operatori sanitari ed i residenti delle RSA sapendo che la durata media della copertura dei vaccini è almeno 6 mesi? E come si procede ad un richiamo vaccinale per ciò che riguarda il titolo anticorpale, con una titolazione con test sierologico di massa o a campione? Tutto ciò pone il problema di una politica di follow up dei cittadini vaccinati non solo per capire come stia evolvendo la pandemia ma anche per elaborare una strategia di controllo di una endemia su cui pare mutare l’attuale fase pandemica. Per discutere di questi temi e fare pressione a livello governativo per un aggiornamento della politica di contrasto al COVID 19, Motore Sanità ha organizzato un webinar sul follow up vaccinale e sulle necessarie azioni da intraprendere al proposito. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
MALATTIA EPATICA AVANZATA CON TROMBOCITOPENIA: UN NUOVO APPROCCIO ALLA GESTIONE DELLE PROCEDURE INVASIVE  REGIONI:  TOSCANA – EMILIA ROMAGNA – MARCHE
Eventi La trombocitopenia è una complicazione a cui va incontro circa l’80% dei pazienti affetti da malattia cronica di fegato (CLD). Essa può avere diverse cause (sequestro splenico, ridotta produzione di trombopoietina). L’11-13% dei pazienti va incontro ad una forma più grave (conta piastrinica inferiore alle 50.000 unità per microlitro) e tra coloro che sono candidati ad una procedura invasiva, esiste un aumentato rischio di sanguinamento traumatico o post-operatorio. Infatti  la trombocitopenia grave potrebbe complicare significativamente le procedure standard di diagnosi e cura del paziente, come la biopsia epatica e procedure mediche indicate o elettive per pazienti cirrotici, con il risultato di un trattamento tardivo o annullato. Inoltre vi sono dati che evidenziano, riguardo l’assistenza sanitaria di un paziente affetto da trombocitopenia, un costo annuale più che triplicato rispetto a quello di un paziente con CLD senza trombocitopenia. Per questo motivo nasce la necessità di una conseguente copertura attraverso trasfusioni di concentrati piastrinici. Purtroppo questa procedura risulta avere diverse criticità, oltre alla disponibilità di materia prima: comporta rischi infettivi e sovraccarico emodinamico, l’emivita bassa costringe ad effettuare la procedura non oltre il giorno prima dell’intervento gravando sulla già elevata complessità organizzativa, l’efficacia non sempre è ottimale né prevedibile e non ultimo aspetto ha un costo medio elevato, considerando anche solo la prospettiva dei costi diretti sanitari (circa 2.000 tra degenza e procedura). Oggi fortunatamente si è aggiunta una nuova opzione terapeutica che attraverso una semplice somministrazione orale, consente ai pazienti con CLD una gestione semplificata di questa complicanza, potendo eseguire la terapia direttamente a domicilio piuttosto che dovendo affrontare un’ospedalizzazione seguita da trasfusione piastrinica e consentendo all’organizzazione assistenziale la pianificazione delle procedure invasive con un timing più flessibile. Ma questo nuovo approccio deve essere multidisciplinare, comportando una scelta condivisa ed organizzata nella filiera di cura che va dall’ematologo, all’epatologo, all’internista, al chirurgo fino ad arrivare al farmacista ospedaliero ed al risk manager ospedaliero. Come si sono organizzati o si organizzeranno i percorsi di cura delle regioni di fronte a questo nuovo scenario è quanto Motore Sanità propone di discutere in questi eventi multiregionali, condividendo “proven practices” utili a minimizzare i rischi per questi pazienti ed efficientare gli investimenti. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
WEBINAR MALATTIE RARE Focus Liguria Lombardia Piemonte
Eventi Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 10.000 persone. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si stimano 20 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con un’incidenza di circa 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Il 20% delle patologie riguarda pazienti in età pediatrica tra cui le malformazioni congenite rappresentano il 45% e le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione, del metabolismo e disturbi immunitari il 20%. Per i pazienti in età adulta, invece, le più frequenti sono le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso (29%) e quelle del sangue e degli organi ematopoietici (18%). [Fonte: ISS 2015] In Italia, l’Istituto Superiore della Sanità ha individuato un elenco di malattie rare esenti-ticket. Alcune Regioni Italiane hanno deliberato esenzioni per patologie ulteriori da quelle previste dai decreti 2001 e 2017. Ma ancora oggi ad esempio gli screening neonatali ed il ritardo diagnostico (pari ad esempio a 6,5 anni secondo il registro Lombardo) evidenziano ancora snodi chiave su cui confrontarsi ed agire, facendo in modo che i SSR innovino i loro modelli assistenziali. A distanza oramai di qualche anno dall’inserimento nei protocolli delle nuove terapie per queste malattie rare, emerge la necessità di un confronto tra regioni virtuose che possa approfondire come l’organizzazione dei percorsi di cura si sia adeguata a questi nuovi scenari prodotti dall’innovazione. L’Atrofia Muscolare Spinale (SMA), la Sindrome Emolitica Uremica atipica (SEUa), l’Ipertensione polmonare arteriosa Idiopatica (PAH) e sindrome dell’intestino corto (SBS), sono alcuni esempi pratici su cui discutere questi temi. Motore Sanità si fa promotrice di una discussione aperta tra regioni sull’approccio gestionale/organizzativo differente messo in campo per condividere le “proven practices” ma anche i bisogni irrisolti rispetto ai servizi erogati, le criticità emerse nei percorsi di presa in carico, l’impatto dei dati raccolti dai registri dedicati, valutando quindi quale tipo di programmazione di risorse debba essere fatto. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
IPERCOLESTEROLEMIA E RISCHIO CARDIOVASCOLARE TRA BISOGNI IRRISOLTI E NUOVE PROSPETTIVE DI CURA – FOCUS LIGURIA/PIEMONTE
Eventi In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più 224.000 persone: di queste, circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo infatti rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno). Nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato dalle più recenti Linee Guida internazionali. Un problema sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Ma perché questo accade? In questa area fortunatamente le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci, hanno portato evidenze scientifiche robuste e consolidate negli anni sul loro valore preventivo e curativo sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria. Viene quindi da chiedersi cosa si possa aggiungere a quanto già oggi è ottenibile attraverso queste terapie. Vi sono bisogni insoddisfatti o spazi di efficienza da colmare (tollerabilità, efficacia aggiuntiva) che possano implementare ulteriormente i benefici clinici raggiunti? Cosa si prospetta in termini di innovazione in questa area terapeutica e quali sono gli ulteriori obiettivi su cui puntare? È possibile poter colmare il gap esistente tra il mondo reale e quello preso in esame dai setting degli studi clinici randomizzati e controllati per quanto riguarda il raggiungimento dei target consigliati? Motore Sanità ritiene opportuno un confronto multiprofessionale tra centri esperti di assoluta eccellenza in Regione Lombardia che possa dare riscontro a questi interrogativi. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
ONCOLOGIA 2021-2023: NUOVI MODELLI DI RETI ONCOLOGICHE GARANZIA DI UN RAPIDO ED UNIFORME ACCESSO ALL’INNOVAZIONE DI VALORE
Eventi In Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. I risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della medicina e della chirurgia, le nuove terapie contro il tumore, stanno mostrando effetti positivi sul decorso della malattia, allungando, la vita dei malati anche senza speranza di guarigione. Ma, se da una parte i vantaggi del progresso scientifico hanno cancellato l’ineluttabile equazione “cancro uguale morte”, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano: la presa in carico di questa patologia complessa, la revisione organizzativa necessaria ai sistemi assistenziali per rispondere efficacemente al nuovo scenario (dai MTB ai CAR T team), l’accesso rapido ed uniforme alle fortunatamente molte terapie innovative in alcuni casi “Breakthrough”, i sottovalutati o non-valutati problemi nutrizionali che moltissimi pazienti presentano. Senza dimenticare l’importanza della diagnosi precoce attraverso screening strutturati e l’attenzione agli stili di vita. In questo scenario, ancor più dopo l’esperienza della recente pandemia, il coordinamento tra centri Hub, Spoke e medicina territoriale, sta assumendo sempre più importanza nei processi organizzativi/gestionali sia per un accesso rapido alle cure appropriate che per un coerente utilizzo delle risorse. E per questo oltre lo sviluppo delle reti di patologia che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, già implementato in molte regioni, occorre oggi uno sforzo per formare la medicina di famiglia per un accesso rapido dei pazienti ai percorsi di diagnosi e cura e alla cogestione dei pazienti cronici, spesso gravati da polipatologie. Una buona stratificazione della popolazione, legata allo stato di salute, sarà così necessaria per evidenziare diversi livelli di complessità clinica/di fragilità e la conseguente chiara “presa in carico”. L’innovazione organizzativa e digitale necessaria, responsabilità di ogni singola regione, dovrebbe rappresentare una prima vera svolta realizzativa per facilitare tutto ciò. Il collegamento tra i principali attori clinici, dai centri ad alta specializzazione a quelli dei centri di primo e secondo livello fino oggi alla medicina territoriale, diventa un passaggio obbligato per una buona presa in carico. Il potenziamento delle reti di diagnostica di precisione attraverso un accentramento o un decentramento di alcuni servizi di anatomia patologica, la creazione dei Molecular Tumor Board daranno sostenibilità e chiarezza sulle migliori cure utilizzabili, riducendo sprechi e false aspettative. La formazione dei team multidisciplinari tra oncologi medici, chirurghi oncologi, anestesisti, nutrizionisti, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, bioinformatici, farmacisti, infermieri dovrà essere un punto di forza su cui costruire un nuovo sistema che dia rapido accesso a cure appropriate. La creazione di reti di nutrizione clinica in grado di lavorare a stretto contatto con i team multidisciplinari e la disponibilità sul territorio di terapie nutrizionali immunomodulanti potrebbero portare grandi vantaggi oltre che ai pazienti anche agli stessi clinici che vedrebbero miglioramenti nella prosecuzione dei trattamenti radio e chemioterapici e una netta diminuzione delle sospensioni degli stessi dovute a importante malnutrizione pregressa. La partnership con le aziende di settore per programmare la grande
FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – PIEMONTE
Eventi ⇒ Programma   Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
INNOVAZIONE NEI PERCORSI DI CURA DEL MIELOMA MULTIPLO: COME EFFICIENTARE LA FILIERA E VALORIZZARE IL TERRITORIO? – FOCUS PIEMONTE – Evento accreditato ECM
Eventi PROVIDER ECM: N° 604 – SUMMEET SRL ACCREDITAMENTO ECM-AGENAS: 604 – 326977 TIPOLOGIA: FAD Codice di accesso alla piattaforma FAD: 108821   Medici Chirurghi (EMATOLOGIA; MALATTIE INFETTIVE; ONCOLOGIA) + Farmacia Ospedaliera La durata dell’evento è di 3 ore formative, per un totale di 4,5 crediti ecm. • REGISTRAZIONE E ACCESSO La registrazione e accesso al corso potranno essere effettuate collegandosi al seguente link: https://fad.summeet.it   IMPORTANTE: L’iscrizione al corso dovrà avvenire prima dell’inizio dello stesso ISTRUZIONI PER L’ISCRIZIONE ALL’EVENTO In caso di primo accesso al sito compilare il form di creazione utente (da “REGISTRAZIONE”)
In caso di utente già registrato al sito accedere con le proprie credenziali (Username e Password)
Trovare il corso attraverso la funzione cerca, inserendo codice ECM: 604 – 326977
Iscriversi al corso prima dell’inizio dell’evento
Alla conclusione del meeting, effettuando nuovamente l’accesso sulla piattaforma, fare clic su “Test di verifica dell’apprendimento” disponibile sulla pagina dell’evento per compilare il questionario ECM. Il test può essere effettuato massimo CINQUE volte e sarà considerato superato al corretto completamento del 75% dei quesiti proposti.
Subito dopo sarà possibile compilare il questionario sulla qualità percepita   IMPORTANTE: Per avere diritto ai crediti ecm, tale procedura andrà completata entro 72 ore dalla conclusione del corso.   Il mieloma multiplo è una malattia oncoematologica tra le più comuni che colpisce le plasmacellule del midollo osseo, come linfociti B e plasmacellule sintetizzanti le immunoglobuline, molto importanti per il sistema immunitario e le sue risposte fisiologiche per combattere le infezioni. Se la crescita di queste cellule diventa incontrollata può dare origine al tumore, ostacolando le altre cellule ematiche e dando origine ad un indebolimento del sistema immunitario, ad anemia o a difetti coagulativi. Inoltre le cellule di mieloma producono in grande quantità una proteina detta Componente M (monoclonale), anticorpo che stimola gli osteoclasti, responsabili della demolizione del tessuto osseo e di conseguenza i pazienti colpiti da mieloma sono spesso soggetti anche a fratture ossee. Nel report AIOM 2020 si può leggere un dato di incidenza della malattia di 5.759 nuovi casi/anno (uomo 3.019 – donna 2740) e dai dati AIRTUM sappiamo che essa rappresenta 1,3% di tutti i tumori nella donna e 1,2% nell’uomo. L’età è il principale fattore di rischio per il mieloma multiplo: oltre 60% delle diagnosi di mieloma riguardano persone di età > 65 anni e solo 1% delle persone al di sotto dei 40 anni. Le cause del mieloma multiplo non sono ancora del tutto note, anche se recenti studi hanno evidenziato la presenza di anomalie nella struttura dei cromosomi e in alcuni specifici geni nei pazienti affetti dalla patologia. Dopo la diagnosi è indispensabile definire lo stadio del mieloma, in base al quale si ottengono anche indicazioni sulla prognosi della malattia e sulle scelte terapeutiche. L’innovazione in questi ultimi anni ha prodotto una notevole quantità di opzioni terapeutiche per questi pazienti ed ha segnato per molti di loro una sopravvivenza libera da progressione, con una aspettativa di vita diversa. Ma l’organizzazione è pronta ad accogliere questo cambio di scenario
MALATTIE RARE FOCUS EMILIA-ROMAGNA/TRIVENETO
Eventi ⇒ Programma   Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 10.000 persone. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si stimano 20 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con un’incidenza di circa 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Il 20% delle patologie riguarda pazienti in età pediatrica tra cui le malformazioni congenite rappresentano il 45% e le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione, del metabolismo e disturbi immunitari il 20%. Per i pazienti in età adulta, invece, le più frequenti sono le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso (29%) e quelle del sangue e degli organi ematopoietici (18%). [Fonte: ISS 2015] In Italia, l’Istituto Superiore della Sanità ha individuato un elenco di malattie rare esenti-ticket. Alcune Regioni Italiane hanno deliberato esenzioni per patologie ulteriori da quelle previste dai decreti 2001 e 2017. Ma ancora oggi ad esempio gli screening neonatali ed il ritardo diagnostico (pari ad esempio a 6,5 anni secondo il registro Lombardo) evidenziano ancora snodi chiave su cui confrontarsi ed agire, facendo in modo che i SSR innovino i loro modelli assistenziali. A distanza oramai di qualche anno dall’inserimento nei protocolli delle nuove terapie per queste malattie rare, emerge la necessità di un confronto tra regioni virtuose che possa approfondire come l’organizzazione dei percorsi di cura si sia adeguata a questi nuovi scenari prodotti dall’innovazione. L’Atrofia Muscolare Spinale (SMA), la Sindrome Emolitico Uremica atipica (SEUa), l’Ipertensione polmonare arteriosa Idiopatica (PAH) e sindrome dell’intestino corto (SBS), sono alcuni esempi pratici su cui discutere questi temi. Motore Sanità si fa promotrice di una discussione aperta tra regioni sull’approccio gestionale/organizzativo differente messo in campo per condividere le “proven practices” ma anche i bisogni irrisolti rispetto ai servizi erogati, le criticità emerse nei percorsi di presa in carico, l’impatto dei dati raccolti dai registri dedicati, valutando quindi quale tipo di programmazione di risorse debba essere fatto. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE
Eventi    Programma   L’OMS definisce come aderenza terapeutica il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico riguardanti dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di una terapia per l’intera durata di essa. Ma il problema dell’aderenza terapeutica riguarda oltre i farmaci, ogni atto assistenziale volto a modificare le abitudini e la routine terapeutica dei pazienti, cosa che spesso incontra una forte resistenza al cambiamento non solo nel breve ma anche nel lungo termine. E questo purtroppo avviene sia che si tratti di pazienti acuti che di pazienti cronici (es° dal rispetto del corretto utilizzo delle terapie antinfettive a quello delle terapie per il diabete, la BPCO, le malattie cardiovascolari, etc). Dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed, poco più della metà dei pazienti (55,1%) affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità. Da studi osservazionali è emerso che oltre il 70% dei pazienti sospende il trattamento nei primi 6 mesi. Anche nel caso di altre patologie l’aderenza terapeutica si dimostra bassa in maniera allarmante: si parla, infatti, di appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi, il 60% per artrite reumatoide, 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo II, 36-40% per insufficienza cardiaca e solo il 13-18% per asma e BPCO. Per il futuro sarà interessante misurare questo fenomeno in alcune aree dell’ oncologia o in altre patologie complesse ad alto impatto assistenziale ormai cronicizzate come HIV, HCV e malattie epatiche collegate (es° Cirrosi). Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche si stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e che fra gli anziani le percentuali superino il 70% (OMS), questo ci fa comprendere la portata dello spreco generatosi per i notevoli costi clinici e sociali (ad es° dopo infarto cardiaco rispettare le indicazioni di assunzione dei farmaci prescritti riduce del 75% la probabilità di recidive). Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno mentre in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri dovuti a questo problema. La stessa AIFA nel suo sito riporta che “La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società. Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie. L’aderenza alle terapie è pertanto fondamentale per la sostenibilità del SSN”. Le cause della mancata o della scarsa aderenza ai trattamenti sono di varia natura e comprendono tra gli esempi più comuni la complessità del trattamento, l’inconsapevolezza della malattia, il follow-up inadeguato, timore di potenziali reazioni avverse, il decadimento cognitivo e la depressione, la scarsa informazione in merito alla rilevanza delle terapie, il tempo mancante all’operatore
TAVOLO NAZIONALE DI LAVORO SULLO SCREENING DELL’HCV
Eventi ⇒ Programma   La diagnosi e la cura dell’HCV hanno rappresentato il primo vero esempio di come innovazione, sostenibilità del sistema, accesso alle cure e determinazione del prezzo in un Market Access complesso e frammentato, siano temi su cui si è dovuta impostare e sviluppare una vera politica del farmaco nazionale ed europea. Le diverse regioni hanno impostato o tentato di impostare una filiera applicativa e di controllo sullo screening dei potenziali soggetti malati, sull’uso di tali cure attraverso la valutazione delle terapie tramite HTA, la stima dei pazienti eleggibili, la programmazione delle terapie e il monitoraggio dei risultati nei casi trattati. La vicenda dell’epatite C ha rappresentato un paradigma della ricerca biomedica, in primis per i farmaci innovativi con grande efficacia terapeutica, che hanno peraltro determinato un importante impatto economico con criticità per la sostenibilità, da un lato per il notevole numero di pazienti da trattare e dall’altro a causa della limitata disponibilità di risorse impiegate, in uno scenario peraltro in rapida evoluzione per la sequenza temporale di nuove molecole che di volta in volta sono comparse sul mercato e per le strategie, complesse e talvolta troppo confidenziali, di negoziazione dei farmaci. Di conseguenza, seppur in un progressivo reclutamento dei pazienti affetti da Epatite C secondo i criteri AIFA, le realtà regionali non hanno sempre assicurato omogeneamente l’accesso al trattamento coi nuovi farmaci per l’Epatite C. Durante il webinar verranno prese in esame anche le campagne e le previsioni per l’eradicazione dell’HCV entro il 2030. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI,  DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO – FOCUS LAZIO E PIEMONTE
Eventi ⇒ Programma   Quando si affronta il problema dell’AMR, molto spesso si parla di programmi di prevenzione, indispensabili per limitare il fenomeno. La prevenzione infatti è senz’altro un aspetto chiave dell’AMR. Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. Volendo fare un paragone con la recente pandemia potremmo dire che rispetto a Covid-19, l’AMR è una pandemia silente ma annunciata oramai da anni e che richiede, per essere affrontata, delle azioni concrete non più rimandabili. Oggi i pazienti che muoiono per AMR hanno lo stesso esatto problema dei pazienti colpiti dal virus Sars-Cov-2 che muoiono: non hanno trattamenti efficaci. Ma nonostante la ricerca recentemente stia tornando a produrre nuovi antibiotici, esiste un problema nella valorizzazione delle nuove molecole e nel riconoscimento dell’investimento di chi le sviluppa. Le tempistiche di realizzazione/approvazione/accesso/disponibilità di un nuovo antibiotico sono spesso un percorso ad ostacoli: i tempi minimi del suo sviluppo (dalla scoperta, allo sviluppo clinico, alla commercializzazione) vanno dagli 8 agli 11 anni, con una spesa globale che è stata calcolata superiore a milioni di euro. Vi è inoltre la tendenza ad utilizzare i nuovi antibiotici soltanto dopo tante altre terapie più o meno conosciute, impiegate magari da anni e di cui ben si conoscono gli effetti collaterali. Ma se un approccio appropriato, prudente e per gradi è certamente fondamentale per non attivare in tempi brevi nuove resistenze, non si dovrebbe però arrivare a un uso razionato dei nuovi antibiotici puntando invece ad un uso razionale di questi, poiché in molti casi dietro all’AMR vi è un paziente che non può aspettare. Senza contare che anche in tema di sostenibilità, aspetto di cui tutti responsabilmente si dovrebbero fare carico, spesso si omette di considerare i costi evitabili (diretti sanitari e indiretti) legati sia a ritardi di accesso alle nuove terapie che a scelte inappropriate di utilizzo. Restano quindi alcuni passaggi principali, per cui parlarne non basta dopo l’esempio della recente pandemia non basta: Riconoscere che il problema esiste investendo subito in cosa possa governarlo;
Capire il senso del valore del problema sia in termini economici che morali (volontà politica);
Programmare con continuità risorse adeguate finanziarie e tecniche (giusto personale dedicato);   Per approfondire questi temi e tenere alta l’attenzione sul problema Motore Sanità vuole contribuire a trovare soluzioni attraverso un dialogo che coinvolga i migliori tecnici e istituzioni, a livello Nazionale e Regionale. L'articolo WEBINAR MALATTIE RARE Focus Nazionale proviene da Motoresanità.it. Read More
Summer School 2021: Sessione parallela – 17 Settembre
Eventi L’Expert Panel on investing in health della Commissione Europea (EXPH), ha indicato 4 quattro categorie su cui lavorare in tema innovazione: tecnologica (tecnologie a bassa ed alta complessità), organizzativa (modelli, strutture, processi), prodotti e servizi (farmaci e servizi innovativi), risorse umane (personale sanitario, pazienti, cittadini e comunità). Oggi la pandemia che ha messo in ginocchio i sistemi sanitari di tutto il mondo non potrà che accelerare su questa innovazione tanto attesa. Prendendo spunto da questo Motore Sanità ritiene che il SSN dovrà riorganizzarsi cercando di realizzare la sua “REVOLUTION”, pensando al di fuori degli schemi senza impaludarsi sugli stereotipi che hanno frenato lo sviluppo ma senza però stravolgere i concetti basilari che ne costituiscono i principi irrinunciabili, affrontando le carenze emerse nella pandemia.
In Italia molti di questi cambiamenti, si attendevano come necessari, erano scritti da tempo sui documenti ufficiali, spesso bellissimi libri dei sogni sistematicamente disattesi, ma oggi sono divenuti improcrastinabili. Alcuni punti su cui lavorare:
  • Assistenza ospedaliera, con il coinvolgimento finalmente di strutture pubbliche e private accreditate unite in un unico obiettivo assistenziale.
  • Modello ospedale/territorio perpetuato negli anni non rispondente più alle attuali esigenze di salute. Durante la pandemia le regioni, come era previsto oramai da tempo sulla carta, hanno dovuto improvvisare (pur mancando personale ed attrezzature) iniziative di digitalizzazione/condivisione di dati e servizi di telemedicina con funzioni di raccordo fra territorio e sistema di emergenza-urgenza
  • Rete di assistenza territoriale emersa in tutte le sue debolezze: dalla corsa frenetica delle regioni con istituzione delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 alla implementazione dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) per aumentare le prestazioni domiciliari, diminuendo il ricorso a forme di assistenza intermedia e ricoveri.
  • Burocrazia annosa, con obbligo di semplificazione immediata (es° proroga del rinnovo dei piani terapeutici in scadenza e delle prescrizioni mediche di farmaci essenziali per le malattie croniche, distribuzione dei farmaci, norme speciali approvate per la sperimentazione clinica e per l’uso compassionevole dei farmaci in fase di sperimentazione con la finalità di migliorare la capacità di coordinamento e di analisi delle evidenze scientifiche).
In tutto questo scenario si è compreso immediatamente quanto grave fosse la situazione del depauperamento delle risorse destinate al territorio e/o non efficacemente impiegate: personale insufficiente e precariamente formato, strumenti di cura inadeguati ai bisogni attuali, tecnologia innovativa inesistente o sottoutilizzata, organizzazione dei percorsi di cura imbavagliata da rigidi silos per nulla affatto connessi. Siamo arrivati ad un punto di non ritorno che delinea in sé la necessità di una nuova e fondamentale fase programmatoria per la salute dei cittadini. Ma questa fase dovrà vedere protagonisti tutti gli attori di sistema e dovranno essere messi da parte gli interessi professionali ed abbattute le barriere che li dividono. Medici, farmacisti, infermieri, tecnici, decisori politici, industria e cittadini, tutti con la stessa dignità, dovranno essere insieme i motori di un cambiamento che non può più essere fermato. Si dovrà innovare con coraggio e rapidità, attraverso la distruzione creativa classica dei grandi cambiamenti prima culturali e poi organizzativi. L'articolo
Summer School 2021: Sessione parallela – 16 Settembre
Eventi L’Expert Panel on investing in health della Commissione Europea (EXPH), ha indicato 4 quattro categorie su cui lavorare in tema innovazione: tecnologica (tecnologie a bassa ed alta complessità), organizzativa (modelli, strutture, processi), prodotti e servizi (farmaci e servizi innovativi), risorse umane (personale sanitario, pazienti, cittadini e comunità). Oggi la pandemia che ha messo in ginocchio i sistemi sanitari di tutto il mondo non potrà che accelerare su questa innovazione tanto attesa. Prendendo spunto da questo Motore Sanità ritiene che il SSN dovrà riorganizzarsi cercando di realizzare la sua “REVOLUTION”, pensando al di fuori degli schemi senza impaludarsi sugli stereotipi che hanno frenato lo sviluppo ma senza però stravolgere i concetti basilari che ne costituiscono i principi irrinunciabili, affrontando le carenze emerse nella pandemia.
In Italia molti di questi cambiamenti, si attendevano come necessari, erano scritti da tempo sui documenti ufficiali, spesso bellissimi libri dei sogni sistematicamente disattesi, ma oggi sono divenuti improcrastinabili. Alcuni punti su cui lavorare:
  • Assistenza ospedaliera, con il coinvolgimento finalmente di strutture pubbliche e private accreditate unite in un unico obiettivo assistenziale.
  • Modello ospedale/territorio perpetuato negli anni non rispondente più alle attuali esigenze di salute. Durante la pandemia le regioni, come era previsto oramai da tempo sulla carta, hanno dovuto improvvisare (pur mancando personale ed attrezzature) iniziative di digitalizzazione/condivisione di dati e servizi di telemedicina con funzioni di raccordo fra territorio e sistema di emergenza-urgenza
  • Rete di assistenza territoriale emersa in tutte le sue debolezze: dalla corsa frenetica delle regioni con istituzione delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 alla implementazione dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) per aumentare le prestazioni domiciliari, diminuendo il ricorso a forme di assistenza intermedia e ricoveri.
  • Burocrazia annosa, con obbligo di semplificazione immediata (es° proroga del rinnovo dei piani terapeutici in scadenza e delle prescrizioni mediche di farmaci essenziali per le malattie croniche, distribuzione dei farmaci, norme speciali approvate per la sperimentazione clinica e per l’uso compassionevole dei farmaci in fase di sperimentazione con la finalità di migliorare la capacità di coordinamento e di analisi delle evidenze scientifiche).
In tutto questo scenario si è compreso immediatamente quanto grave fosse la situazione del depauperamento delle risorse destinate al territorio e/o non efficacemente impiegate: personale insufficiente e precariamente formato, strumenti di cura inadeguati ai bisogni attuali, tecnologia innovativa inesistente o sottoutilizzata, organizzazione dei percorsi di cura imbavagliata da rigidi silos per nulla affatto connessi. Siamo arrivati ad un punto di non ritorno che delinea in sé la necessità di una nuova e fondamentale fase programmatoria per la salute dei cittadini. Ma questa fase dovrà vedere protagonisti tutti gli attori di sistema e dovranno essere messi da parte gli interessi professionali ed abbattute le barriere che li dividono. Medici, farmacisti, infermieri, tecnici, decisori politici, industria e cittadini, tutti con la stessa dignità, dovranno essere insieme i motori di un cambiamento che non può più essere fermato. Si dovrà innovare con coraggio e rapidità, attraverso la distruzione creativa classica dei grandi cambiamenti prima culturali e poi organizzativi. L'articolo
Summer School 2021 17 Settembre
Eventi L’evento si svolgerà presso l’Hotel Gaarten Meeting&Business L’Expert Panel on investing in health della Commissione Europea (EXPH), ha indicato 4 quattro categorie su cui lavorare in tema innovazione: tecnologica (tecnologie a bassa ed alta complessità), organizzativa (modelli, strutture, processi), prodotti e servizi (farmaci e servizi innovativi), risorse umane (personale sanitario, pazienti, cittadini e comunità). Oggi la pandemia che ha messo in ginocchio i sistemi sanitari di tutto il mondo non potrà che accelerare su questa innovazione tanto attesa. Prendendo spunto da questo Motore Sanità ritiene che il SSN dovrà riorganizzarsi cercando di realizzare la sua “REVOLUTION”, pensando al di fuori degli schemi senza impaludarsi sugli stereotipi che hanno frenato lo sviluppo ma senza però stravolgere i concetti basilari che ne costituiscono i principi irrinunciabili, affrontando le carenze emerse nella pandemia.
In Italia molti di questi cambiamenti, si attendevano come necessari, erano scritti da tempo sui documenti ufficiali, spesso bellissimi libri dei sogni sistematicamente disattesi, ma oggi sono divenuti improcrastinabili. Alcuni punti su cui lavorare:
  • Assistenza ospedaliera, con il coinvolgimento finalmente di strutture pubbliche e private accreditate unite in un unico obiettivo assistenziale.
  • Modello ospedale/territorio perpetuato negli anni non rispondente più alle attuali esigenze di salute. Durante la pandemia le regioni, come era previsto oramai da tempo sulla carta, hanno dovuto improvvisare (pur mancando personale ed attrezzature) iniziative di digitalizzazione/condivisione di dati e servizi di telemedicina con funzioni di raccordo fra territorio e sistema di emergenza-urgenza
  • Rete di assistenza territoriale emersa in tutte le sue debolezze: dalla corsa frenetica delle regioni con istituzione delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 alla implementazione dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) per aumentare le prestazioni domiciliari, diminuendo il ricorso a forme di assistenza intermedia e ricoveri.
  • Burocrazia annosa, con obbligo di semplificazione immediata (es° proroga del rinnovo dei piani terapeutici in scadenza e delle prescrizioni mediche di farmaci essenziali per le malattie croniche, distribuzione dei farmaci, norme speciali approvate per la sperimentazione clinica e per l’uso compassionevole dei farmaci in fase di sperimentazione con la finalità di migliorare la capacità di coordinamento e di analisi delle evidenze scientifiche).
In tutto questo scenario si è compreso immediatamente quanto grave fosse la situazione del depauperamento delle risorse destinate al territorio e/o non efficacemente impiegate: personale insufficiente e precariamente formato, strumenti di cura inadeguati ai bisogni attuali, tecnologia innovativa inesistente o sottoutilizzata, organizzazione dei percorsi di cura imbavagliata da rigidi silos per nulla affatto connessi. Siamo arrivati ad un punto di non ritorno che delinea in sé la necessità di una nuova e fondamentale fase programmatoria per la salute dei cittadini. Ma questa fase dovrà vedere protagonisti tutti gli attori di sistema e dovranno essere messi da parte gli interessi professionali ed abbattute le barriere che li dividono. Medici, farmacisti, infermieri, tecnici, decisori politici, industria e cittadini, tutti con la stessa dignità, dovranno essere insieme i motori di un cambiamento che non può più essere fermato. Si dovrà innovare con coraggio e rapidità, attraverso la distruzione creativa classica dei
Summer School 2021 16 Settembre
Eventi L’evento si svolgerà presso l’Hotel Gaarten Meeting&Business L’Expert Panel on investing in health della Commissione Europea (EXPH), ha indicato 4 quattro categorie su cui lavorare in tema innovazione: tecnologica (tecnologie a bassa ed alta complessità), organizzativa (modelli, strutture, processi), prodotti e servizi (farmaci e servizi innovativi), risorse umane (personale sanitario, pazienti, cittadini e comunità). Oggi la pandemia che ha messo in ginocchio i sistemi sanitari di tutto il mondo non potrà che accelerare su questa innovazione tanto attesa. Prendendo spunto da questo Motore Sanità ritiene che il SSN dovrà riorganizzarsi cercando di realizzare la sua “REVOLUTION”, pensando al di fuori degli schemi senza impaludarsi sugli stereotipi che hanno frenato lo sviluppo ma senza però stravolgere i concetti basilari che ne costituiscono i principi irrinunciabili, affrontando le carenze emerse nella pandemia.
In Italia molti di questi cambiamenti, si attendevano come necessari, erano scritti da tempo sui documenti ufficiali, spesso bellissimi libri dei sogni sistematicamente disattesi, ma oggi sono divenuti improcrastinabili. Alcuni punti su cui lavorare:
  • Assistenza ospedaliera, con il coinvolgimento finalmente di strutture pubbliche e private accreditate unite in un unico obiettivo assistenziale.
  • Modello ospedale/territorio perpetuato negli anni non rispondente più alle attuali esigenze di salute. Durante la pandemia le regioni, come era previsto oramai da tempo sulla carta, hanno dovuto improvvisare (pur mancando personale ed attrezzature) iniziative di digitalizzazione/condivisione di dati e servizi di telemedicina con funzioni di raccordo fra territorio e sistema di emergenza-urgenza
  • Rete di assistenza territoriale emersa in tutte le sue debolezze: dalla corsa frenetica delle regioni con istituzione delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 alla implementazione dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) per aumentare le prestazioni domiciliari, diminuendo il ricorso a forme di assistenza intermedia e ricoveri.
  • Burocrazia annosa, con obbligo di semplificazione immediata (es° proroga del rinnovo dei piani terapeutici in scadenza e delle prescrizioni mediche di farmaci essenziali per le malattie croniche, distribuzione dei farmaci, norme speciali approvate per la sperimentazione clinica e per l’uso compassionevole dei farmaci in fase di sperimentazione con la finalità di migliorare la capacità di coordinamento e di analisi delle evidenze scientifiche).
In tutto questo scenario si è compreso immediatamente quanto grave fosse la situazione del depauperamento delle risorse destinate al territorio e/o non efficacemente impiegate: personale insufficiente e precariamente formato, strumenti di cura inadeguati ai bisogni attuali, tecnologia innovativa inesistente o sottoutilizzata, organizzazione dei percorsi di cura imbavagliata da rigidi silos per nulla affatto connessi. Siamo arrivati ad un punto di non ritorno che delinea in sé la necessità di una nuova e fondamentale fase programmatoria per la salute dei cittadini. Ma questa fase dovrà vedere protagonisti tutti gli attori di sistema e dovranno essere messi da parte gli interessi professionali ed abbattute le barriere che li dividono. Medici, farmacisti, infermieri, tecnici, decisori politici, industria e cittadini, tutti con la stessa dignità, dovranno essere insieme i motori di un cambiamento che non può più essere fermato. Si dovrà innovare con coraggio e rapidità, attraverso la distruzione creativa classica dei
IL FARMACO BIOSIMILARE: Stato dell’arte sull’utilizzo dei Farmaci Biosimilari in Campania
Eventi   I farmaci biosimilari rappresentano una grande opportunità per la sostenibilità dei sistemi sanitari a livello mondiale. Attraverso il loro impiego, nel rispetto delle attuali normative Internazionali e Nazionali è opinione comune che si possa consentire il trattamento di un numero maggiore di pazienti garantendo più salute a parità di risorse e creare sostenibilità all’innovazione farmacologica. L’esempio delle opportunità legate alla perdita di brevetto di Adalimumab, prodotto biologico con il maggior fatturato a livello mondiale (oltre 20 Mld di dollari nel 2018) è molto significativo. L’AIFA, nel suo secondo documento “Position Paper sui Farmaci Biosimilari”, considera i biosimilari prodotti intercambiabili con i corrispondenti originatori (cosiddetto “switch”), tanto per i pazienti avviati per la prima volta al trattamento (naïve) quanto per quelli già in terapia. Comunque Aifa sottolinea che la scelta del trattamento rimane una decisione clinica affidata al medico, concordata con il paziente e pertanto anche la sostituibilità da parte del farmacista deve avvenire previa consultazione con il medico prescrittore. “Per questi motivi è fondamentale promuovere un dialogo costruttivo tra il medico e il paziente sulle scelte terapeutiche a disposizione, contribuendo, così, alla formazione di pazienti consapevoli e partecipi”. Motore sanità ritiene sia il momento di aprire un nuovo dialogo nell’area di maggior impiego di questi farmaci, la reumatologia, anche alla luce dei grandi cambiamenti organizzativi che ci attendono in Sanità, dettati dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, dalle risorse in arrivo attraverso il Recovery Fund, dalle strategie di potenziamento del territorio in particolare nella presa in carico del malato cronico. L'articolo IL PAZIENTE AL CENTRO? DAL LABIRINTO ASSISTENZIALE AD UNA RETE DI SERVIZI ORGANIZZATA proviene da Motoresanità.it. Read More
#MULTIPLAYER LA SCLEROSI MULTIPLA SI COMBATTE IN SQUADRA – FOCUS PIEMONTE
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre:
  1. ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
  2. prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
  3. effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni.
Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema ad una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI, DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO – FOCUS EMILIA-ROMAGNA proviene da Motoresanità.it. Read More
HIV: UNA PANDEMIA SILENZIOSA Migliorare la presa in carico del paziente: stato dell’arte e spunti per il futuro – toscana
Eventi Il Piano Nazionale di interventi contro l’HIV e AIDS (PNAIDS) rappresenta il documento programmatico finalizzato a contrastare la diffusione dell’infezione da Hiv. Previsto dalla Legge 135/90, il piano contempla l’attuazione di interventi di carattere pluriennale riguardanti la prevenzione, l’informazione, la ricerca, l’assistenza e la cura, la sorveglianza epidemiologica e il sostegno dell’attività del volontariato. Il piano è stato approvato con intesa nella Conferenza Stato-Regioni del 26 ottobre 2017 e l’intesa ha stabilito che il ministero, in collaborazione con le regioni:
  • dovrà promuovere iniziative di formazione e di aggiornamento degli operatori coinvolti nella cura e nell’assistenza nei luoghi di cura e nell’assistenza sul territorio delle persone con infezione da virus HIV e con sindrome da AIDS;
  • dovrà definire strategie di informazione in favore della popolazione generale e delle persone con comportamenti a rischio (popolazioni chiave).
In particolare, è stata focalizzata l’attenzione sulla lotta contro la stigmatizzazione e sulla prevenzione altamente efficace basata sulle evidenze scientifiche e ancorata a principi e azioni che, oltre a comprendere le campagne di informazione, l’impiego degli strumenti di prevenzione e gli interventi finalizzati alla modifica dei comportamenti, si estendono all’uso delle terapie ARV come prevenzione (TasP), con conseguente ricaduta sulla riduzione delle nuove infezioni e il rispetto dei diritti delle popolazioni maggiormente esposte all’HIV. Uno dei punti principali è la formazione del personale dedicato e l’azione sui cittadini HIV positivi e/o pazienti HIV e su coloro che non sanno di essere positivi, sommerso importante da far emergere. Gli interventi formativi sono mirati a:
  • Applicare le misure di prevenzione disponibili anche di natura farmacologica;
  • Favorire l’accesso al test e la diagnosi precoce, il legame al percorso di cura ed in
particolare al trattamento;
  • Migliorare la qualità e la sicurezza delle cure;
  • Contrastare lo stigma e la discriminazione nelle cure, anche attraverso la conoscenza e la corretta valutazione dei rischi inerenti la sicurezza degli operatori.
Se quanto approvato nel PNAIDS rappresenta un impegno con obiettivi condivisibili e con una presa in carico dei pazienti più formalizzata e delineata a livello nazionale e regionale, la pandemia da COVID ha in molta parte interrotto questo processo virtuoso per cui risulta necessario fare il punto nel futuro post pandemico su:
  • La situazione della presa in carico del malato HIV pre e post Covid;
  •  I nuovi indicatori previsti dal PNAIDS;
  • Il cluster pilota di popolazioni come le carceri, i SERD per l’emersione del sommerso e l’azione preventiva e curativa nei confronti dell’HIV, aderenza compresa;
  • Il paradigma di patologia cronico-virale con una presa in carico trasversale del cittadino positivo e/o paziente e sulle criticità in essere.
Per questi motivi Motore Sanità ha organizzato il webinar dal titolo:Presa In Carico del Paziente HIV con il focus sulla situazione della Toscana per fare il punto sull’attuale situazione e sul futuro della prevenzione diagnosi e cura dell’HIV nella regione in oggetto. L'articolo MALATTIE RARE – FOCUS CAMPANIA/PUGLIA/SICILIA proviene da Motoresanità.it. Read More
FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – LOMBARDIA
Eventi Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo LA NUOVA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA proviene da Motoresanità.it. Read More
LA NUOVA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA
Eventi Un Distretto ogni 100.000 abitanti con all’interno le strutture territoriali quali le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità in carico alle ASST con il compito di valutare il bisogno locale, programmare la medicina di territorio e integrare i servizi dei Medici di Medicina Generale, degli Infermieri e degli Assistenti Sociali. Saranno ubicati in una sede fisica facilmente riconoscibile e accessibile dai cittadini” e rappresenteranno la sede in cui far emergere la centralità del cittadino/paziente anche con l’uso della telemedicina. Saranno anche  la sede di confronto e coinvolgimento dei  Sindaci del territorio, sulla falsariga delle assemblee dei sindaci delle ASL di altre regioni Dai Distretti, concepiti come articolazioni delle ASST, passeranno anche i servizi di tipo amministrativo come la scelta e revoca del medico, le visite presso le Commissioni patenti, le prestazioni di medicina legale. Ogni Distretto prevede una COT, Centrale Operativa Territoriale, punto di accesso fisico e digitale al Distretto con l’obiettivo  di orientare il cittadino nel percorso assistenziale  ed occuparsi della presa in carico delle persone fragili. Le Case della Comunità, in linea con quanto previsto dal PNRR, saranno una ogni 50.000 abitanti circa. La Casa della Comunità è la “struttura fisica” nell’ambito della quale operano team multidisciplinari (MMG, specialisti, infermieri di comunità, assistenti sociali) e dove verra’ garantita la presa in carico delle comunità di riferimento anche grazie al Punto Unico di Accesso (PUA) per la valutazione multidimensionale. All’interno dovrà realizzarsi l’integrazione tra i servizi sanitari sociosanitari con i servizi sociali territoriali, potendo contare sulla presenza degli assistenti sociali e sono previste  la creazione di nuove figure manageriali, come il Direttore di Distretto e la realizzazione di Dipartimenti di Prevenzione e di Dipartimenti di Salute Mentale. Infine un ruolo di contrattazione insieme alle ASST e programmazione ( anche a carico dei distretti) delle ATS la cui figura permane nebulosa ed  il futuro incerto. Ma se il progetto di riforma cerca di salvare una parte dell’impianto della legge 23 coniugandola con il PNRR, da definire rimangono i modelli organizzativi con cui riempire le strutture future, la necessità di evitare confusioni di compiti e ridondanze, il ruolo dei MMG e PLS, unici in Europa a essere gate keeper del sistema, liberi professionisti e remunerati con contratto statale, ed infine i compiti delle Case di Comunità (si occuperanno solo dei cronici?), quali MMG lasceranno le sedi delle attuali cooperative per migrarvi e quali indicatori di risultato ed obiettivi della medicina del territorio. Per questo Motore Sanità organizza un confronto tra i membri della Commissione Sanità della Regione Lombardia per incominciare a discutere dei temi centrali della riforma della legge 23. L'articolo LA NUOVA RIFORMA SANITARIA LOMBARDA proviene da www.motoresanita.it. Read More
RICERCA, PRODUZIONE, PAZIENTE IL VALORE DELL’INDUSTRIA NEL CONTRASTO ALLA RESISTENZA ANTIMICROBICA IN ITALIA
Eventi Il contrasto all’antimicrobico resistenza è una sfida globale che coinvolge tutti gli attori, dagli operatori sanitari alle istituzioni sanitarie, ai produttori sino ai pazienti, con l’obiettivo di mitigare un fenomeno che ogni anno genera un carico assistenziale e di mortalità ormai superiore a quello di tante condizioni croniche. Ciò è particolarmente vero per il Nostro Paese che in Europa, registra l’epidemiologia più alta di patogeni multi-resistenti o resistenti a particolari classi di antibiotici, come i carbapenemi. Le armi per combattere, ed auspicabilmente vincere questa battaglia, passano attraverso la ricerca, lo sviluppo e la produzione di nuovi antibiotici, capaci di contrastare le infezioni sostenute da patogeni resistenti a  maggiore criticità, ma anche attraverso la formazione sulle pratiche di controllo del rischio infettivo e di stewardship antimicrobica oltre che  sul potenziamento della diagnostica microbiologica. Shionogi, azienda farmaceutica giapponese, presente in Italia dal 2013, con più di 140 anni di storia e basata sulla ricerca di nuove ed innovative molecole, tra cui gli antibiotici,  che possano migliorare la vita dei pazienti ed ACS Dobfar, azienda Italiana e leader mondiale nella produzioni di antibiotici, hanno siglato una partnership, che  vede protagonista il Nostro Paese, per la fase finale di produzione di una nuova ed innovativa molecola indirizzata al trattamento delle infezioni ospedaliere causate da patogeni multi-resistenti e/o resistenti ai carbapenemi e con limitate opzioni di cura, per garantirne la fornitura  agli ospedali italiani ed ai Paesi Europei dove opera Shionogi EU (UK, Spagna, Francia, Germania ed Austria). Questo incontro ha come obiettivi la presentazione di due realtà aziendali impegnate in una collaborazione virtuosa in termini di contributo alla crescita e allo sviluppo del Paese, sia dal punto di vista della sicurezza di un farmaco di sicuro rilievo nel panorama nazionale ed internazionale sia dal punto di vista industriale, nonché il potenziale ruolo della politica regionale nel promuovere ricerca e innovazione, nell’attrazione degli investimenti e nell’internazionalizzazione. Si dibatterà quindi sulle best practice politiche da adottare: promozione della ricerca e dell’innovazione industriale, gestione dei fondi e degli strumenti agevolativi a favore delle imprese. L'articolo FARMACI EQUIVALENTI MOTORE DI SOSTENIBILITÀ PER IL SSN – FOCUS PUGLIA proviene da www.motoresanita.it. Read More
DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI,  DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO – FOCUS TOSCANA
Eventi Quando si affronta il problema dell’AMR, molto spesso si parla di programmi di prevenzione, indispensabili per limitare il fenomeno. La prevenzione infatti è senz’altro un aspetto chiave dell’AMR. Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. Volendo fare un paragone con la recente pandemia potremmo dire che rispetto a Covid-19, l’AMR è una pandemia silente ma annunciata oramai da anni e che richiede, per essere affrontata, delle azioni concrete non più rimandabili. Oggi i pazienti che muoiono per AMR hanno lo stesso esatto problema dei pazienti colpiti dal virus Sars-Cov-2 che muoiono: non hanno trattamenti efficaci. Ma nonostante la ricerca recentemente stia tornando a produrre nuovi antibiotici, esiste un problema nella valorizzazione delle nuove molecole e nel riconoscimento dell’investimento di chi le sviluppa. Le tempistiche di realizzazione/approvazione/accesso/disponibilità di un nuovo antibiotico sono spesso un percorso ad ostacoli: i tempi minimi del suo sviluppo (dalla scoperta, allo sviluppo clinico, alla commercializzazione) vanno dagli 8 agli 11 anni, con una spesa globale che è stata calcolata superiore a milioni di euro. Vi è inoltre la tendenza ad utilizzare i nuovi antibiotici soltanto dopo tante altre terapie più o meno conosciute, impiegate magari da anni e di cui ben si conoscono gli effetti collaterali. Ma se un approccio appropriato, prudente e per gradi è certamente fondamentale per non attivare in tempi brevi nuove resistenze, non si dovrebbe però arrivare a un uso razionato dei nuovi antibiotici puntando invece ad un uso razionale di questi, poiché in molti casi dietro all’AMR vi è un paziente che non può aspettare. Senza contare che anche in tema di sostenibilità, aspetto di cui tutti responsabilmente si dovrebbero fare carico, spesso si omette di considerare i costi evitabili (diretti sanitari e indiretti) legati sia a ritardi di accesso alle nuove terapie che a scelte inappropriate di utilizzo. Restano quindi alcuni passaggi principali, per cui parlarne non basta dopo l’esempio della recente pandemia non basta:
  • Riconoscere che il problema esiste investendo subito in cosa possa governarlo;
  • Capire il senso del valore del problema sia in termini economici che morali (volontà politica);
  • Programmare con continuità risorse adeguate finanziarie e tecniche (giusto personale dedicato);
  Per approfondire questi temi e tenere alta l’attenzione sul problema Motore Sanità vuole contribuire a trovare soluzioni attraverso un dialogo che coinvolga i migliori tecnici e istituzioni, a livello Nazionale e Regionale. L'articolo FARMACI EQUIVALENTI MOTORE DI SOSTENIBILITÀ PER IL SSN – FOCUS PUGLIA proviene da www.motoresanita.it. Read More
EVOLUZIONE DEI PERCORSI DI CURA NEL TUMORE OVARICO – FOCUS TOSCANA – EVENTO ECM
Eventi ACCREDITAMENTO ECM-AGENAS: 604-325314 TIPOLOGIA: FAD CODICE DI ACCESSO ALLA PIATTAFORMA FAD: 105921 Medici Chirurghi (Oncologia, Ginecologia, Anatomopatologi, Chirurgia Generale) + Farmacia Ospedaliera La durata dell’evento è di 3 ore formative, per un totale di 4,5 crediti ECM REGISTRAZIONE E ACCESSO La registrazione e accesso al corso potranno essere effettuate collegandosi al seguente link: https://fad.summeet.it IMPORTANTE: L’iscrizione al corso dovrà avvenire prima dell’inizio dello stesso ISTRUZIONI:
  • In caso di primo accesso al sito compilare il form di creazione utente (da “REGISTRAZIONE”)
  • In caso di utente già registrato al sito accedere con le proprie credenziali (Username & Password)
  • Trovare il corso attraverso la funzione cerca, inserendo codice ECM: 604-325314
  • Iscriversi al corso prima dell’inizio dell’evento inserendo la chiave d’accesso: 105921
  • Alla conclusione del meeting, effettuando nuovamente l’accesso sulla piattaforma, fare clic su “Test di verifica dell’apprendimento” disponibile sulla pagina dell’evento per compilare il questionario ecm. Il test può essere effettuato massimo CINQUE volte e sarà considerato superato al corretto completamento del 75% dei quesiti proposti.
  • Subito dopo sarà possibile compilare il questionario sulla qualità percepita
 IMPORTANTE: Per avere diritto ai crediti ecm, tale procedura andrà completata entro 72 ore dalla conclusione del corso.   L’oncologia rappresenta la massima espressione di uno scenario in ambito sanitario dove la forte spinta della ricerca che porta l’innovazione si scontra con la lentezza organizzativa nel recepirla e con la scarsità di risorse disponibili. Si devono però garantire investimenti adeguati per un’assistenza equa e non discriminante che consenta di accedere subito alle innovazioni farmacologiche e allo stesso tempo alla diagnostica di precisione che queste terapie mirate spesso richiedono. Terapie che non possono essere rallentate dopo l’approvazione delle autorità regolatorie (EMA ed AIFA), poiché in molti casi stanno cambiando la storia della malattia, dando speranze nuove. Ed il paziente oncologico non ha purtroppo tempo di aspettare. Ottimizzare questi processi è quindi fondamentale. Per rispondere a questi cambiamenti il settore oncologico si è dotato di un modello di governance che prevede una organizzazione strutturata in rete sui diversi territori regionali. Reti che per lo più funzionano con modelli Hub & Spoke e che oggi stanno potenziando da un lato l’assistenza territoriale di prossimità ma che dall’altro stanno concentrando l’alta specializzazione (con diagnostica e terapia ad alto costo). Ed all’interno delle reti oncologiche uno strumento di allineamento delle scelte cliniche fra i più utilizzati a questo scopo è rappresentato dai PDTA. Oggi però la rapidità dell’innovazione spesso dirompente ha messo in crisi il sistema di costruzione ed aggiornamento dei PDTA stessi (che richiede tempo, impegno e condivisione da parte di team multidisciplinari composti da diversi Stakeholders) e che una volta costruiti per essere validati, devono essere deliberati dalle regioni ma soprattutto attuati. Il tumore ovarico (30% di tutti i tumori maligni dell’apparato genitale femminile con 5.200 nuovi casi annui in Italia e circa 30.000 donne attualmente in trattamento) rappresenta un esempio in cui tante speranze e la grande innovazione prodotta in arrivo, attraverso PDTA ben costruiti, possono e devono trovare conciliazione con la sostenibilità dei SSR. Ormai è chiaro
Covid e Turismo
Eventi Le varianti delta del Coronavirus (originatesi in India) stanno aumentando in tutti i paesi con percentuali diverse e diventeranno  probabilmente dominante nei confronti delle altre varianti precedenti ed attuali.
La protezione con doppia dose di vaccino pare assicurata, ma in Europa l’incidenza comporta rialzi significativi in paesi quali  la Gran Bretagna, Spagna e Portogallo.
L’estate apre al turismo di massa con l’uso del Green Pass europeo e nazionale ma con limitazioni e rischi diversificati tra i vari paesi della UE ed extra UE. Per analizzare le varie situazioni al fine di rendere edotti i cittadini sui comportamenti, rischi e limiti connessi, Motore Sanità ha organizzato un webinar per informare sul rapporto Covid e turismo in piena trasparenza con i dati internazionali a disposizione. L'articolo Covid e Turismo proviene da www.motoresanita.it. Read More
DIGITAL HEALTH E GOVERNO CLINICO REGIONALE FOCUS PIEMONTE
Eventi Negli ultimi anni la sanità ha subito molti cambiamenti sia per affrontare il tema della cronicità ma anche quello della prevenzione, questo secondo un modello che superi la frammentazione dei servizi e con l’obiettivo di realizzare un’effettiva integrazione del percorso del paziente, al di là dei classici strumenti di razionalizzazione e razionamento dell’offerta. In questo cambiamento la sanità digitale si è dimostrata essere strumento di supporto. L’emergenza COVID-19 ha messo in evidenza la mancanza di una rete che rendesse possibile la fruibilità delle informazioni da parte di tutti gli attori coinvolti (istituzioni, operatori sanitari e pazienti) e che permettesse soprattutto al medico di gestire in modo adeguato e in sicurezza il paziente al domicilio. Telesorveglianza domiciliare, teleconsulto, tele-monitoraggio, telemedicina sono attività che molte regioni hanno sperimentato per la gestione della cronicità e che hanno implementato, in epoca COVID-19, cioè quando si è reso necessario estendere la pratica medica oltre gli spazi fisici abituali. Esse non rappresentano specialità mediche ma strumenti di innovazione. L’indirizzo di queste attività verso i pazienti COVID-19 ha reso pensabile il loro utilizzo in modo sistemico anche per pazienti cronici e/o fragili che sono i più vulnerabili soprattutto in caso di emergenza sanitaria. tutto questo, però necessita di un ripensamento dell’organizzazione sanitaria e soprattutto di quella territoriale e necessita di un raccordo di tutte le parti interessate, analizzeremo il caso dalla Regione Piemonte. L'articolo FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – PIEMONTE proviene da www.motoresanita.it. Read More
Tavolo di lavoro sullo screening  dell’HCV in Piemonte
Eventi Programma INTRODUZIONE DI SCENARIO Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità SCREENING EPATITE C E NUOVI ALGORITMI DIAGNOSTICI Francesco De Rosa, Professore Associato, Malattie Infettive – Direttore AOU Città della Salute e Scienza – Presidio Molinette – Torino – Ospedale Cardinal Massaia, Asti   PROPOSTA DISCUSSANT Giovanni Di Perri, Direttore Infettivologia Dipartimento Scienze Mediche Università di Torino Francesco De Rosa, Professore Associato, Malattie Infettive – Direttore AOU Città della Salute e Scienza – Presidio Molinette – Torino – Ospedale Cardinal Massaia, Asti Ivan Gardini, Presidente dell’Associazione EpaC Onlus
Mauro Occhi, Direttore Sanitario Asl Asti Ruggero Fassone, Componente Segreteria Regionale FIMMG Piemonte   La diagnosi e la cura dell’HCV hanno rappresentato il primo vero esempio di come innovazione, sostenibilità del sistema, accesso alle cure e determinazione del prezzo in un Market Access complesso e frammentato, siano temi su cui si è dovuta impostare e sviluppare una vera politica del farmaco nazionale ed europea. Le diverse regioni hanno impostato o tentato di impostare una filiera applicativa e di controllo sullo screening dei potenziali soggetti malati, sull’uso di tali cure attraverso la valutazione delle terapie tramite HTA, la stima dei pazienti eleggibili, la programmazione delle terapie e il monitoraggio dei risultati nei casi trattati. La vicenda dell’epatite C ha rappresentato un paradigma della ricerca biomedica, in primis per i farmaci innovativi con grande efficacia terapeutica, che hanno peraltro determinato un importante impatto economico con criticità per la sostenibilità, da un lato per il notevole numero di pazienti da trattare e dall’altro a causa della limitata disponibilità di risorse impiegate, in uno scenario peraltro in rapida evoluzione per la sequenza temporale di nuove molecole che di volta in volta sono comparse sul mercato e per le strategie, complesse e talvolta troppo confidenziali, di negoziazione dei farmaci. Di conseguenza, seppur in un progressivo reclutamento dei pazienti affetti da Epatite C secondo i criteri AIFA, le realtà regionali non hanno sempre assicurato omogeneamente l’accesso al trattamento coi nuovi farmaci per l’Epatite C. Un’analisi della realtà del Piemonte non può che contribuire ad una migliore conoscenza dei percorsi virtuosi necessari alla miglior gestione della patologia, per un trasferimento ora dal livello di consapevolezza degli specialisti a quello dei medici di base, attraverso un’informazione più schematica e capillare. L'articolo Tavolo di lavoro sullo screening dell’HCV in Piemonte proviene da www.motoresanita.it. Read More
IL PAZIENTE AL CENTRO? DAL LABIRINTO ASSISTENZIALE AD UNA RETE DI SERVIZI ORGANIZZATA
Eventi In Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. I risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della medicina e della chirurgia, le nuove terapie contro il tumore, stanno mostrando effetti positivi sul decorso della malattia, allungando, la vita dei malati anche senza speranza di guarigione. Ma, se da una parte i vantaggi del progresso scientifico hanno cancellato l’ineluttabile equazione “cancro uguale morte”, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano: la presa in carico di questa patologia complessa, la revisione organizzativa necessaria ai sistemi assistenziali per rispondere efficacemente al nuovo scenario (dai MTB ai CAR T team), l’accesso rapido ed uniforme alle fortunatamente molte terapie innovative in alcuni casi “Breakthrough”, i sottovalutati o non-valutati problemi nutrizionali che moltissimi pazienti presentano. Senza dimenticare l’importanza della diagnosi precoce attraverso screening strutturati e l’attenzione agli stili di vita. In questo scenario, ancor più dopo l’esperienza della recente pandemia, il coordinamento tra centri Hub, Spoke e medicina territoriale, sta assumendo sempre più importanza nei processi organizzativi/gestionali sia per un accesso rapido alle cure appropriate che per un coerente utilizzo delle risorse. E per questo oltre lo sviluppo delle reti di patologia che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, già implementato in molte regioni, occorre oggi uno sforzo per formare la medicina di famiglia per un accesso rapido dei pazienti ai percorsi di diagnosi e cura e alla cogestione dei pazienti cronici, spesso gravati da polipatologie. Una buona stratificazione della popolazione, legata allo stato di salute, sarà così necessaria per evidenziare diversi livelli di complessità clinica/di fragilità e la conseguente chiara “presa in carico”. L’innovazione organizzativa e digitale necessaria, responsabilità di ogni singola regione, dovrebbe rappresentare una prima vera svolta realizzativa per facilitare tutto ciò. Il collegamento tra i principali attori clinici, dai centri ad alta specializzazione a quelli dei centri di primo e secondo livello fino oggi alla medicina territoriale, diventa un passaggio obbligato per una buona presa in carico. Il potenziamento delle reti di diagnostica di precisione attraverso un accentramento o un decentramento di alcuni servizi di anatomia patologica, la creazione dei Molecular Tumor Board daranno sostenibilità e chiarezza sulle migliori cure utilizzabili, riducendo sprechi e false aspettative. La formazione dei team multidisciplinari tra oncologi medici, chirurghi oncologi, anestesisti, nutrizionisti, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, bioinformatici, farmacisti, infermieri dovrà essere un punto di forza su cui costruire un nuovo sistema che dia rapido accesso a cure appropriate. La creazione di reti di nutrizione clinica in grado di lavorare a stretto contatto con i team multidisciplinari e la disponibilità sul territorio di terapie nutrizionali immunomodulanti potrebbero portare grandi vantaggi oltre che ai pazienti anche agli stessi clinici che vedrebbero miglioramenti nella prosecuzione dei trattamenti radio e chemioterapici e una netta diminuzione delle sospensioni degli stessi dovute a importante malnutrizione pregressa. La partnership con le aziende di settore per programmare la grande
EVOLUZIONE  DEI PERCORSI DI CURA NEL TUMORE OVARICO – FOCUS LIGURIA -Evento accreditato ECM-
Eventi -Evento accreditato ECM- ACCREDITAMENTO ECM-AGENAS: 604-324584 TIPOLOGIA: FAD CODICE DI ACCESSO ALLA PIATTAFORMA FAD: 100621 Medici Chirurghi (Oncologia, Ginecologia, Anatomopatologia, Chirurgia Generale) + Farmacisti Ospedalieri La durata dell’evento è di 3 ore formative, per un totale di 4,5 crediti ECM REGISTRAZIONE E ACCESSO La registrazione e accesso al corso potranno essere effettuate collegandosi al seguente link: https://fad.summeet.it IMPORTANTE: L’iscrizione al corso dovrà avvenire prima dell’inizio dello stesso ISTRUZIONI:
  • In caso di primo accesso al sito compilare il form di creazione utente (da “REGISTRAZIONE”)
  • In caso di utente già registrato al sito accedere con le proprie credenziali (Username & Password)
  • Trovare il corso attraverso la funzione cerca, inserendo codice ECM: 604-324584
  • Iscriversi al corso prima dell’inizio dell’evento inserendo la chiave d’accesso: 100621
  • Alla conclusione del meeting, effettuando nuovamente l’accesso sulla piattaforma, fare clic su “Test di verifica dell’apprendimento” disponibile sulla pagina dell’evento per compilare il questionario ecm. Il test può essere effettuato massimo CINQUE volte e sarà considerato superato al corretto completamento del 75% dei quesiti proposti.
  • Subito dopo sarà possibile compilare il questionario sulla qualità percepita
 IMPORTANTE: Per avere diritto ai crediti ecm, tale procedura andrà completata entro 72 ore dalla conclusione del corso. L’oncologia rappresenta la massima espressione di uno scenario in ambito sanitario dove la forte spinta della ricerca che porta l’innovazione si scontra con la lentezza organizzativa nel recepirla e con la scarsità di risorse disponibili. Si devono però garantire investimenti adeguati per un’assistenza equa e non discriminante che consenta di accedere subito alle innovazioni farmacologiche e allo stesso tempo alla diagnostica di precisione che queste terapie mirate spesso richiedono. Terapie che non possono essere rallentate dopo l’approvazione delle autorità regolatorie (EMA ed AIFA), poiché in molti casi stanno cambiando la storia della malattia, dando speranze nuove. Ed il paziente oncologico non ha purtroppo tempo di aspettare. Ottimizzare questi processi è quindi fondamentale. Per rispondere a questi cambiamenti il settore oncologico si è dotato di un modello di governance che prevede una organizzazione strutturata in rete sui diversi territori regionali. Reti che per lo più funzionano con modelli Hub & Spoke e che oggi stanno potenziando da un lato l’assistenza territoriale di prossimità ma che dall’altro stanno concentrando l’alta specializzazione (con diagnostica e terapia ad alto costo). Ed all’interno delle reti oncologiche uno strumento di allineamento delle scelte cliniche fra i più utilizzati a questo scopo è rappresentato dai PDTA. Oggi però la rapidità dell’innovazione spesso dirompente ha messo in crisi il sistema di costruzione ed aggiornamento dei PDTA stessi (che richiede tempo, impegno e condivisione da parte di team multidisciplinari composti da diversi Stakeholders) e che una volta costruiti per essere validati, devono essere deliberati dalle regioni ma soprattutto attuati. Il tumore ovarico (30% di tutti i tumori maligni dell’apparato genitale femminile con 5.200 nuovi casi annui in Italia e circa 30.000 donne attualmente in trattamento) rappresenta un esempio in cui tante speranze e la grande innovazione prodotta in arrivo, attraverso PDTA ben costruiti, possono e devono trovare conciliazione con la sostenibilità dei SSR. Ormai
DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI,  DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO – FOCUS EMILIA-ROMAGNA
Eventi Quando si affronta il problema dell’AMR, molto spesso si parla di programmi di prevenzione, indispensabili per limitare il fenomeno. La prevenzione infatti è senz’altro un aspetto chiave dell’AMR. Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. Volendo fare un paragone con la recente pandemia potremmo dire che rispetto a Covid-19, l’AMR è una pandemia silente ma annunciata oramai da anni e che richiede, per essere affrontata, delle azioni concrete non più rimandabili. Oggi i pazienti che muoiono per AMR hanno lo stesso esatto problema dei pazienti colpiti dal virus Sars-Cov-2 che muoiono: non hanno trattamenti efficaci. Ma nonostante la ricerca recentemente stia tornando a produrre nuovi antibiotici, esiste un problema nella valorizzazione delle nuove molecole e nel riconoscimento dell’investimento di chi le sviluppa. Le tempistiche di realizzazione/approvazione/accesso/disponibilità di un nuovo antibiotico sono spesso un percorso ad ostacoli: i tempi minimi del suo sviluppo (dalla scoperta, allo sviluppo clinico, alla commercializzazione) vanno dagli 8 agli 11 anni, con una spesa globale che è stata calcolata superiore a milioni di euro. Vi è inoltre la tendenza ad utilizzare i nuovi antibiotici soltanto dopo tante altre terapie più o meno conosciute, impiegate magari da anni e di cui ben si conoscono gli effetti collaterali. Ma se un approccio appropriato, prudente e per gradi è certamente fondamentale per non attivare in tempi brevi nuove resistenze, non si dovrebbe però arrivare a un uso razionato dei nuovi antibiotici puntando invece ad un uso razionale di questi, poiché in molti casi dietro all’AMR vi è un paziente che non può aspettare. Senza contare che anche in tema di sostenibilità, aspetto di cui tutti responsabilmente si dovrebbero fare carico, spesso si omette di considerare i costi evitabili (diretti sanitari e indiretti) legati sia a ritardi di accesso alle nuove terapie che a scelte inappropriate di utilizzo. Restano quindi alcuni passaggi principali, per cui parlarne non basta dopo l’esempio della recente pandemia non basta:
  • Riconoscere che il problema esiste investendo subito in cosa possa governarlo;
  • Capire il senso del valore del problema sia in termini economici che morali (volontà politica);
  • Programmare con continuità risorse adeguate finanziarie e tecniche (giusto personale dedicato);
  Per approfondire questi temi e tenere alta l’attenzione sul problema Motore Sanità vuole contribuire a trovare soluzioni attraverso un dialogo che coinvolga i migliori tecnici e istituzioni, a livello Nazionale e Regionale. L'articolo MALATTIE RARE – FOCUS LAZIO/TOSCANA proviene da www.motoresanita.it. Read More
#MULTIPLAYER – La sclerosi multipla si combatte in squadra – Lombardia
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre:
  1. ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
  2. prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
  3. effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni.
Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema a una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce e efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo #MULTIPLAYER – La sclerosi multipla si combatte in squadra – Puglia proviene da www.motoresanita.it. Read More
MALATTIE RARE – FOCUS CAMPANIA/PUGLIA/SICILIA
Eventi Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 10.000 persone.Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone.In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si stimano 20 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con un’incidenza di circa 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono. Il 20% delle patologie riguarda pazienti in età pediatrica tra cui le malformazioni congenite rappresentano il 45% e le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione, del metabolismo e disturbi immunitari il 20%. Per i pazienti in età adulta, invece, le più frequenti sono le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso (29%) e quelle del sangue e degli organi ematopoietici (18%). [Fonte: ISS 2015] In Italia, l’Istituto Superiore della Sanità ha individuato un elenco di malattie rare esenti-ticket. Alcune Regioni Italiane hanno deliberato esenzioni per patologie ulteriori da quelle previste dai decreti 2001 e 2017. Ma ancora oggi ad esempio gli screening neonatali ed il ritardo diagnostico (pari ad esempio a 6,5 anni secondo il registro Lombardo) evidenziano ancora snodi chiave su cui confrontarsi ed agire, facendo in modo che i SSR innovino i loro modelli assistenziali. A distanza oramai di qualche anno dall’inserimento nei protocolli delle nuove terapie per queste malattie rare, emerge la necessità di un confronto tra regioni virtuose che possa approfondire come l’organizzazione dei percorsi di cura si sia adeguata a questi nuovi scenari prodotti dall’innovazione. L’Atrofia Muscolare Spinale (SMA), la Sindrome Emolitica Uremica atipica (SEUa), l’Ipertensione polmonare arteriosa Idiopatica (PAH) e sindrome dell’intestino corto (SBS), sono alcuni esempi pratici su cui discutere questi temi.Motore Sanità si fa promotrice di una discussione aperta tra regioni sull’approccio gestionale/organizzativo differente messo in campo per condividere le “proven practices” ma anche i bisogni irrisolti rispetto ai servizi erogati, le criticità emerse nei percorsi di presa in carico, l’impatto dei dati raccolti dai registri dedicati, valutando quindi quale tipo di programmazione di risorse debba essere fatto. L'articolo Verso una Costituente della Medicina Territoriale – Focus Piemonte proviene da www.motoresanita.it. Read More
MEDICINA DEL TERRITORIO E RECOVERY PLAN UN’OPPORTUNITÁ DI CAMBIAMENTO
Eventi Il PNRR grazie soprattutto ai fondi del Recovery Plan destinati dalla UE nel progetto Next Generation UE, stanzia circa 10 miliardi per ricostituzione ed implementazione della medicina territoriale nel nostro paese. L’Home Care, le Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità e le centrali di coordinamento sono gli assi su cui poggia la nuova medicina extraospedaliera con gli obiettivi di una presa in carico completa e possibile ed una trasversalità vera e non solo dichiarata tra ospedale e territorio. Parte degli obiettivi da raggiungere in tre anni sono frutto del lavoro già in essere in alcune regioni, come le case della salute o le strutture intermedie, altre quali l’assistenza domiciliare che vada oltre l’ADI sono da costruire così come l’uso progressivo della tecnologia come la telemedicina. Alla base del progetto sta anche, ma non solo, un nuovo rapporto con la Medicina di Famiglia ed i Pediatri di Libera Scelta ed un rilancio del Distretto Socio Sanitario già compreso nella legge 833. Aspetto critico su cui sarà necessario lavorare rapidamente è la connessione tra tutti gli attori di sistema per la condivisione dei dati clinici, che oramai diventa un punto non più rimandabile per la riuscita del nuovo progetto organizzativo.  Per gettare il cuore oltre l’ostacolo da parte di tutti i futuri attori del cambiamento, in primis gli Infermieri e le Farmacie del territorio, ma anche per esaminare la similitudine tra la prossima medicina territoriale e le altre realtà europee, Motore Sanità organizza un webinar con la partecipazione di coloro che ne saranno gli artefici, a partire dai cittadini obiettivo della ricostituzione della salute nel territorio legata si all’ospedale ma anche al socio-assistenziale. L'articolo Verso una Costituente della Medicina Territoriale – Focus Piemonte proviene da www.motoresanita.it. Read More
DALLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI,  DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO – FOCUS CAMPANIA
Eventi Quando si affronta il problema dell’AMR, molto spesso si parla di programmi di prevenzione, indispensabili per limitare il fenomeno. La prevenzione infatti è senz’altro un aspetto chiave dell’AMR. Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. Volendo fare un paragone con la recente pandemia potremmo dire che rispetto a Covid-19, l’AMR è una pandemia silente ma annunciata oramai da anni e che richiede, per essere affrontata, delle azioni concrete non più rimandabili. Oggi i pazienti che muoiono per AMR hanno lo stesso esatto problema dei pazienti colpiti dal virus Sars-Cov-2 che muoiono: non hanno trattamenti efficaci. Ma nonostante la ricerca recentemente stia tornando a produrre nuovi antibiotici, esiste un problema nella valorizzazione delle nuove molecole e nel riconoscimento dell’investimento di chi le sviluppa. Le tempistiche di realizzazione/approvazione/accesso/disponibilità di un nuovo antibiotico sono spesso un percorso ad ostacoli: i tempi minimi del suo sviluppo (dalla scoperta, allo sviluppo clinico, alla commercializzazione) vanno dagli 8 agli 11 anni con una spesa globale che è stata calcolata superiore milioni di euro. Vi è inoltre la tendenza ad utilizzare i nuovi antibiotici soltanto dopo tante altre terapie più o meno conosciute, impiegate magari da anni e di cui ben si conoscono gli effetti collaterali. Ma se un approccio appropriato prudente e per gradi, è certamente fondamentale per non attivare in tempi brevi nuove resistenze, non si dovrebbe però arrivare a un uso razionato dei nuovi antibiotici puntando invece ad un uso razionale di questi, poiché in molti casi dietro all’AMR vi è un paziente che non può aspettare. Senza contare che anche in tema di sostenibilità, aspetto di cui tutti responsabilmente si dovrebbero fare carico, spesso si omette di considerare i costi evitabili (diretti sanitari e indiretti) legati sia a ritardi di accesso alle nuove terapie che a scelte inappropriate di utilizzo. Restano quindi alcuni passaggi principali, per cui parlarne non basta dopo l’esempio della recente pandemia non basta:
  • Riconoscere che il problema esiste investendo subito in cosa possa governarlo;
  • Capire il senso del valore del problema sia in termini economici che morali (volontà politica);
  • Programmare con continuità risorse adeguate finanziarie e tecniche (giusto personale dedicato);
  Per approfondire questi temi e tenere alta l’attenzione sul problema Motore Sanità vuole contribuire a trovare soluzioni attraverso un dialogo che coinvolga i migliori tecnici e istituzioni, a livello Nazionale e Regionale. L'articolo Verso una Costituente della Medicina Territoriale – Focus Piemonte proviene da www.motoresanita.it. Read More
BISOGNI ASSISTENZIALI DEI MALATI DI MALATTIE REUMATICHE AUTOIMMUNI: NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE – LOMBARDIA
Eventi Regione Lombardia rappresenta sempre una eccellenza in termini di centri di riferimento a livello Nazionale per la reumatologia. Nonostante questo le Associazioni di Pazienti, i Clinici e la Medicina territoriale, chiedono a gran voce una riorganizzazione in tempi brevi dei percorsi Assistenziali per questi malati che consenta, viste le molte opportunità terapeutiche, una rapida diagnosi e presa in carico, un migliore follow-up, prevenendo i danni causati dall’evolvere delle malattie reumatiche autoimmuni prima che esse portino il paziente a situazioni di invalidità. Pur avendo un gran numero di centri di eccellenza disseminati su tutto il territorio regionale, in particolare le Associazioni di malati che operano sul territorio, auspicano una riorganizzazione dei percorsi di cura per rete di patologia, con ruoli e funzioni definiti attraverso una delibera regionale. Si è certi che così possa essere garantito a tutti i cittadini un accesso alle cure più equo ed uniforme. La attuale pandemia ha fatto emergere molte criticità su cui riflettere e confrontarsi, come: liste d’attesa, cure di prossimità, collaborazione tra specialista e MMG, condivisione di dati, uniforme/rapido accesso all’innovazione. Problemi ancora aperti ed argomenti su cui discutere per trovare insieme soluzione in tempi brevi. In questa ottica l’esperienza di altre Regioni che hanno già strutturato i servizi assistenziali per la gestione delle cronicità reumatologiche in reti di patologia rappresenta certamente una “Proven practice” da cui ripartire. Di questi argomenti vorremmo discutere in questo incontro regionale, ponendo a confronto i diversi punti di vista dei principali attori di sistema, ma sempre mantenendo al centro l’interesse dei cittadini malati e le loro famiglie. L'articolo FOCUS LOMBARDIA: IPERCOLESTEROLEMIA E RISCHIO CARDIOVASCOLARE proviene da www.motoresanita.it. Read More
IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE
Eventi L’OMS definisce come aderenza terapeutica il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico riguardanti dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di una terapia per l’intera durata di essa. Ma il problema dell’aderenza terapeutica riguarda oltre i farmaci, ogni atto assistenziale volto a modificare le abitudini e la routine terapeutica dei pazienti, cosa che spesso incontra una forte resistenza al cambiamento non solo nel breve ma anche nel lungo termine. E questo purtroppo avviene sia che si tratti di pazienti acuti che di pazienti cronici (es° dal rispetto del corretto utilizzo delle terapie antinfettive a quello delle terapie per il diabete, la BPCO, le malattie cardiovascolari, etc). Dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed, poco più della metà dei pazienti (55,1%) affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità. Da studi osservazionali è emerso che oltre il 70% dei pazienti sospende il trattamento nei primi 6 mesi. Anche nel caso di altre patologie l’aderenza terapeutica si dimostra bassa in maniera allarmante: si parla, infatti, di appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi, il 60% per artrite reumatoide, 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo II, 36-40% per insufficienza cardiaca e solo il 13-18% per asma e BPCO. Per il futuro sarà interessante misurare questo fenomeno in alcune aree dell’ oncologia o in altre patologie complesse ad alto impatto assistenziale oramai cronicizzate come HIV, HCV e malattie epatiche collegate (es° Cirrosi). Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche si stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e che fra gli anziani le percentuali superino il 70% (OMS), questo ci fa comprendere la portata dello spreco generatosi per i notevoli costi clinici e sociali (ad es° dopo infarto cardiaco rispettare le indicazioni di assunzione dei farmaci prescritti riduce del 75% la probabilità di recidive). Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno mentre in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri dovuti a questo problema. La stessa AIFA nel suo sito riporta che “La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società. Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie. L’aderenza alle terapie è pertanto fondamentale per la sostenibilità del SSN”. Le cause della mancata o della scarsa aderenza ai trattamenti sono di varia natura e comprendono tra gli esempi più comuni la complessità del trattamento, l’inconsapevolezza della malattia, il follow-up inadeguato, timore di potenziali reazioni avverse, il decadimento cognitivo e la depressione, la scarsa informazione in merito alla rilevanza delle terapie, il tempo mancante all’operatore sanitario spesso oberato
FARMACI EQUIVALENTI MOTORE DI SOSTENIBILITÀ PER IL SSN – FOCUS PUGLIA
Eventi I farmaci si definiscono generici o equivalenti quando presentano stesso principio attivo, stessa concentrazione, stessa forma farmaceutica, stessa via di somministrazione, stesse indicazioni di un farmaco di marca non più coperto da brevetto (originator). Sono dunque, dal punto di vista terapeutico, equivalenti al prodotto da cui hanno origine e possono quindi essere utilizzati in sua sostituzione. Inoltre i farmaci equivalenti sono molto più economici dei prodotti originali, con risparmi che arrivano da un minimo del 20% ad oltre il 50%. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha promosso da sempre iniziative tese a sensibilizzare la popolazione generale e gli operatori sanitari sul ruolo prezioso rivestito dai farmaci equivalenti. Ruolo che viene definito fondamentale per il mantenimento della sostenibilità del SSN consentendo da un lato di liberare risorse indispensabili a garantire una sempre maggiore disponibilità di farmaci innovativi, dall’altro, al cittadino di risparmiare di propria tasca all’atto dell’acquisto dei medicinali. “I dati ottenuti dall’uso consolidato del medicinale di riferimento” evidenzia un documento AIFA “nel corso degli anni, consentono di delineare per questa tipologia di medicinali, un profilo rischio/beneficio più definito rispetto a quanto sia possibile per qualsiasi nuovo medicinale”. È errato quindi credere come spesso accade ancora oggi che il basso prezzo corrisponda ad una qualità inferiore o a controlli limitati, mentre sarebbe opportuno comprendere che rispetto ai farmaci originator vi sono da sostenere i soli costi di produzione e non più quelli relativi alla ricerca ed alle varie fasi di scoperta, sperimentazione, registrazione e sintesi di un nuovo principio attivo. Nonostante gli equivalenti abbiano caratteristiche di qualità identiche ai prodotti originator, con identiche procedure che certificano la purezza delle materie prime e la loro qualità, identici  controlli nelle procedure di produzione, ispezione e verifica, il loro utilizzo in particolare nel Nostro paese è ancora basso rispetto ai medicinali “griffati”. Questo indica che molto lavoro di comunicazione deve ancora essere fatto, sebbene la situazione sia molto diversa tra le regioni d’Italia. Infatti l’analisi dei consumi per area geografica, nei primi nove mesi 2019 ci dice che il consumo degli equivalenti di classe A è risultato concentrato al Nord (37,3% unità e 29,1% valori), rispetto al Centro (27,9%; 22,5%) ed al Sud Italia (22,4%; 18,1%). Quali i motivi di queste differenze? La scelta deve coinvolgere medico, farmacista e paziente correttamente informati, senza pregiudizi e con dati che si basino sui principi di evidenza scientifica prima e su aspetti di sostenibilità economica poi. L'articolo DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI, DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO- FOCUS VENETO proviene da www.motoresanita.it. Read More
DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI,  DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO – FOCUS PUGLIA
Eventi Quando si affronta il problema dell’AMR, molto spesso si parla di programmi di prevenzione, indispensabili per limitare il fenomeno. La prevenzione infatti è senz’altro un aspetto chiave dell’AMR. Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. Volendo fare un paragone con la recente pandemia potremmo dire che rispetto a Covid-19, l’AMR è una pandemia silente ma annunciata oramai da anni e che richiede, per essere affrontata, delle azioni concrete non più rimandabili. Oggi i pazienti che muoiono per AMR hanno lo stesso esatto problema dei pazienti colpiti dal virus Sars-Cov-2 che muoiono: non hanno trattamenti efficaci. Ma nonostante la ricerca recentemente stia tornando a produrre nuovi antibiotici, esiste un problema nella valorizzazione delle nuove molecole e nel riconoscimento dell’investimento di chi le sviluppa. Le tempistiche di realizzazione/approvazione/accesso/disponibilità di un nuovo antibiotico sono spesso un percorso ad ostacoli: i tempi minimi del suo sviluppo (dalla scoperta, allo sviluppo clinico, alla commercializzazione) vanno dagli 8 agli 11 anni con una spesa globale che è stata calcolata superiore milioni di euro. Vi è inoltre la tendenza ad utilizzare i nuovi antibiotici soltanto dopo tante altre terapie più o meno conosciute, impiegate magari da anni e di cui ben si conoscono gli effetti collaterali. Ma se un approccio appropriato prudente e per gradi, è certamente fondamentale per non attivare in tempi brevi nuove resistenze, non si dovrebbe però arrivare a un uso razionato dei nuovi antibiotici puntando invece ad un uso razionale di questi, poiché in molti casi dietro all’AMR vi è un paziente che non può aspettare. Senza contare che anche in tema di sostenibilità, aspetto di cui tutti responsabilmente si dovrebbero fare carico, spesso si omette di considerare i costi evitabili (diretti sanitari e indiretti) legati sia a ritardi di accesso alle nuove terapie che a scelte inappropriate di utilizzo. Restano quindi alcuni passaggi principali, per cui parlarne non basta dopo l’esempio della recente pandemia non basta:
  • Riconoscere che il problema esiste investendo subito in cosa possa governarlo;
  • Capire il senso del valore del problema sia in termini economici che morali (volontà politica);
  • Programmare con continuità risorse adeguate finanziarie e tecniche (giusto personale dedicato);
  Per approfondire questi temi e tenere alta l’attenzione sul problema Motore Sanità vuole contribuire a trovare soluzioni attraverso un dialogo che coinvolga i migliori tecnici e istituzioni, a livello Nazionale e Regionale. L'articolo DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI, DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO- FOCUS VENETO proviene da www.motoresanita.it. Read More
MALATTIE RARE – FOCUS ABRUZZO/MARCHE/UMBRIA
Eventi Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 10.000 persone. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si stimano 20 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con un’incidenza di circa 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono.  Il 20% delle patologie riguarda pazienti in età pediatrica tra cui le malformazioni congenite rappresentano il 45% e le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione, del metabolismo e disturbi immunitari il 20%. Per i pazienti in età adulta, invece, le più frequenti sono le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso (29%) e quelle del sangue e degli organi ematopoietici (18%). [Fonte: ISS 2015] In Italia, l’Istituto Superiore della Sanità ha individuato un elenco di malattie rare esenti-ticket. Alcune Regioni Italiane hanno deliberato esenzioni per patologie ulteriori da quelle previste dai decreti 2001 e 2017. Ma ancora oggi ad esempio gli screening neonatali ed il ritardo diagnostico (pari ad esempio a 6,5 anni secondo il registro Lombardo) evidenziano ancora snodi chiave su cui confrontarsi ed agire, facendo in modo che i SSR innovino i loro modelli assistenziali. A distanza oramai di qualche anno dall’inserimento nei protocolli delle nuove terapie per queste malattie rare, emerge la necessità di un confronto tra regioni virtuose che possa approfondire come l’organizzazione dei percorsi di cura si sia adeguata a questi nuovi scenari prodotti dall’innovazione.  L’Atrofia Muscolare Spinale (SMA), la Sindrome Emolitica Uremica atipica (SEUa), l’Ipertensione polmonare arteriosa Idiopatica (PAH) e angioedema ereditario (HAE), sono alcuni esempi pratici su cui discutere questi temi. Motore Sanità si fa promotrice di una discussione aperta tra regioni sull’approccio gestionale/organizzativo differente messo in campo per condividere le “proven practices” ma anche i bisogni irrisolti rispetto ai servizi erogati, le criticità emerse nei percorsi di presa in carico, l’impatto dei dati raccolti dai registri dedicati, valutando quindi quale tipo di programmazione di risorse debba essere fatto. L'articolo RETI (real evidence through innovation): innovazione e grandi aspettative, dagli studi rct al real word quale valore? proviene da www.motoresanita.it. Read More
FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – SICILIA
Eventi Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – REGIONE TOSCANA proviene da www.motoresanita.it. Read More
TROPONINA CARDIACA – FOCUS PUGLIA
Eventi L’ischemia cardiaca rimane ancora oggi la prima causa di morte e di morbilità nei paesi industrializzati nonostante vi sia stato negli anni recenti un sostanziale miglioramento dei dati di mortalità e di outcome dei pazienti affetti da questa patologia che nel tempo può evolvere verso l’insufficienza cardiaca. Numerosi studi hanno confermato l’importanza del ruolo della prevenzione primaria nel migliorare l’outcome delle patologie cardiache anche attraverso una accurata stratificazione del rischio della popolazione e di un sempre più appropriato intervento clinico e nel caso farmacologico o interventistico/invasivo per mitigare la progressione della malattia. La diagnosi di insufficienza cardiaca acuta e cronica è basata prevalentemente su un giudizio clinico che tiene conto della storia (anamnesi), dell’esame fisico e di indagini appropriate strumentali e di laboratorio. Ad oggi più di cento biomarkers sono stati studiati per verificarne l’utilità nella diagnosi, nella prognosi e nella stratificazione del rischio nei soggetti con o senza segni e sintomi di insufficienza cardiaca. La disponibilità di test con Troponina cardiaca I ad elevata sensibilità associata ad altri biomarkers come per esempio il cNP ha permesso lo sviluppo di studi e metanalisi sul ruolo di questo biomarker per una diagnosi più precisa di patologia miocardica acuta per un follow up della stessa e per individuare e stratificare i soggetti che potrebbero sviluppare insufficienza cardiaca dallo stadio asintomatico a quello con segni e sintomi e quindi quei soggetti che hanno alta probabilità di malattia refrattaria alle terapie oggi in uso. Da qui nel 2019 un position paper dell’associazione della Cardiologia Preventiva e della Società Europea di Cardiologia ha sancito l’importanza del ruolo dei biomarkers cardiaci quali il cTnI e cTnT ad elevata sensibilità nell’individuare i soggetti asintomatici che sono a più alto rischio di progredire con sintomi di insufficienza cardiaca e quelli più a rischio di andare incontro ad una prognosi infausta. Da qui l’importanza di stratificare con l’uso del biomarker C troponina I ad elevata sensibilità il potenziale rischio CV nella popolazione generale al fine di mettere in atto già in una fase precoce misure per una più efficace prevenzione specie nei soggetti a rischio alto di sviluppare una patologia CV. L'articolo MEDICINA DEL TERRITORIO E RECOVERY PLAN UN’OPPORTUNITÁ DI CAMBIAMENTO proviene da www.motoresanita.it. Read More
MALATTIE RARE – FOCUS LAZIO/TOSCANA
Eventi Una malattia si definisce rara quando la sua prevalenza non supera una soglia stabilita, che in UE è fissata in 5 casi su 10.000 persone. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oggi oscilla tra le 7.000 e le 8.000, cifra che cresce con i progressi della ricerca genetica, per cui si può parlare di un interessamento di milioni di persone. In base ai dati coordinati dal registro nazionale malattie rare dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si stimano 20 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti, con un’incidenza di circa 19.000 nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie che li seguono.  Il 20% delle patologie riguarda pazienti in età pediatrica tra cui le malformazioni congenite rappresentano il 45% e le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione, del metabolismo e disturbi immunitari il 20%. Per i pazienti in età adulta, invece, le più frequenti sono le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso (29%) e quelle del sangue e degli organi ematopoietici (18%). [Fonte: ISS 2015] In Italia, l’Istituto Superiore della Sanità ha individuato un elenco di malattie rare esenti-ticket. Alcune Regioni Italiane hanno deliberato esenzioni per patologie ulteriori da quelle previste dai decreti 2001 e 2017. Ma ancora oggi ad esempio gli screening neonatali ed il ritardo diagnostico (pari ad esempio a 6,5 anni secondo il registro Lombardo) evidenziano ancora snodi chiave su cui confrontarsi ed agire, facendo in modo che i SSR innovino i loro modelli assistenziali. A distanza oramai di qualche anno dall’inserimento nei protocolli delle nuove terapie per queste malattie rare, emerge la necessità di un confronto tra regioni virtuose che possa approfondire come l’organizzazione dei percorsi di cura si sia adeguata a questi nuovi scenari prodotti dall’innovazione.  L’Atrofia Muscolare Spinale (SMA), la Sindrome Emolitica Uremica atipica (SEUa), l’Ipertensione polmonare arteriosa Idiopatica (PAH) e angioedema ereditario (HAE), sono alcuni esempi pratici su cui discutere questi temi. Motore Sanità si fa promotrice di una discussione aperta tra regioni sull’approccio gestionale/organizzativo differente messo in campo per condividere le “proven practices” ma anche i bisogni irrisolti rispetto ai servizi erogati, le criticità emerse nei percorsi di presa in carico, l’impatto dei dati raccolti dai registri dedicati, valutando quindi quale tipo di programmazione di risorse debba essere fatto. L'articolo HIV: UNA PANDEMIA SILENZIOSA – Emilia-Romagna/Marche/Triveneto proviene da www.motoresanita.it. Read More
#MULTIPLAYER – La sclerosi multipla si combatte in squadra – Puglia
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS), la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS), la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP) e la SM primariamente progressiva (SM-PP). E’ pratica clinica già consolidata da anni iniziare la terapia delle forme SM-RR il più precocemente possibile sapendo che la ricerca ha dimostrato un rallentamento della progressione della disabilità. Molti studi hanno anche evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). Iniziare un trattamento precoce significa inoltre:
  1. ridurre l’accumulo di disabilità clinica e ritardare il passaggio da SM-RR a SM-SP;
  2. prevenire il danno assonale che diversi studi anatomopatologici e varie tecniche di RM hanno evidenziato realizzarsi anche in fase precoce;
  3. effettuare, come sottolineato da diversi studi clinici, un trattamento che, in quanto precoce, è più efficace di uno ritardato anche solo di pochi anni.
Questi risultati rafforzano l’indicazione a iniziare al più presto il trattamento nei casi di diagnosi accertata di SM, in particolare se sono presenti fattori associati a una prognosi meno favorevole. Va ricordato inoltre che il singolo individuo richiede un programma di trattamento personalizzato. Il percorso terapeutico è parte del percorso di presa in carico definito nel Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) condiviso nella Regione. Al fine di sensibilizzare tutte le figure del sistema a una crescita di buona informazione verso il trattamento precoce e efficace, Motore Sanità organizza incontri nelle varie Regioni per discutere della tematica a 360 gradi. L'articolo FARMACI EQUIVALENTI MOTORE DI SOSTENIBILITÀ PER IL SSN – FOCUS CAMPANIA proviene da www.motoresanita.it. Read More
ITALIA/MAROCCO – WEBINAR DIABETE
Eventi I Diabete Mellito di tipo 1 e 2 rappresentano la malattia cronica più diffusa al mondo e una pandemia ingravescente tra le malattie non trasmissibili che inciderà pesantemente non solo nei paesi occidentali ma anche nei paesi a sviluppo economico progressivo. In Italia i pazienti diabetici superano i 3 milioni con un sommerso percentualmente ancora elevato ed una aderenza terapeutica, compresa la dieta e stili di vita, che spesso non supera il 50%. La prevalenza aumenta al crescere dell’età fino a un valore di circa il 20% nelle persone con età uguale o superiore a 75 anni. La prevalenza è mediamente più bassa nelle regioni del nord (4,7 e 4,5%) rispetto a quelle del centro (5,7%), del sud (6,1%) e delle isole (5,8%). Ciò comporta una disuguaglianza di accesso alle cure e controllo della malattia anche in rapporto a stili di vita, ad esempio obesità, dieta iperglicemica, aderenza alla terapia, più bassa nelle donne, e status sociale. Mentre il Diabete di tipo 1 (il 10% dei casi), ad insorgenza nell’adolescenza e giovanile, non è prevenibile il Diabete di tipo 2 lo è ed entrambi possono giovarsi, negli ultimi anni, di terapie innovative che ne migliorano il controllo ed assicurano ai pazienti diabetici una buona vita sia in termini di qualità che in termini di sopravvivenza simile ai non diabetici. La stessa tecnologia assicura un monitoraggio della glicemia migliore grazie ad una sensoristica modulante la terapia, per esempio i sistemi FLASH, e grazie a microinfusori collegati ai sistemi di monitoraggio in grado di arrivare alla meta del pancreas artificiale oggetto di ricerca da decenni. Ma oltre al progresso medico è importante valutare i Diabetici anche sotto il profilo sociale, istituzionale, lavorativo e comunicativo cercando di fare luce sugli aspetti quotidiani spesso oggetto di false credenze o di errate convinzioni. Secondo l’ultimo IDF DIABETES ATLAS [2019] nel mondo ci sarebbero circa 463 milioni di persone affette da diabete di cui 232 milioni non diagnosticate, di queste oltre 50 milioni in Medio Oriente e in Nord Africa (Area MENA); in Marocco sono stati rilevati nel 2019 più di 1 milione e 700.000 diabetici adulti con una prevalenza pari al 7,4% della popolazione. Tale prevalenza, secondo alcuni, risulterebbe tuttavia sottostimata per la difficoltà a tracciare tutti i casi realmente presenti su di un territorio dall’elevata complessità geografica, socio culturale e linguistica. Il dato più preoccupante è che la maggioranza dei pazienti diabetici in Marocco non raggiunge l’equilibrio glico-metabolico raccomandato dalle linee guida nazionali e internazionali, necessario alla prevenzione delle sue più gravi complicanze, suggerendo l’esistenza di un elevato gap tra la gestione di tale malattia cronica basata sulla medicina dell’evidenza e le pratiche quotidiane delle persone nel Paese. Inoltre, nonostante si continuino a fare intensi e significativi sforzi per aumentare le aspettative di vita della popolazione e migliorarne la qualità, implementando il sistema sanitario e le sue strategie di salute, sono ancora presenti disuguaglianze sociali nell’accesso ai servizi sanitari, disuguaglianze e difficoltà riscontrate anche in Italia. Esse risultano, per esempio, molto frequenti nel
INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – REGIONE CAMPANIA
Eventi Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI, DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO – FOCUS EMILIA-ROMAGNA proviene da www.motoresanita.it. Read More
Verso una Costituente della Medicina Territoriale – Focus Piemonte
Eventi I cittadini italiani sono duramente provati dalla vicenda della pandemia da SARS COV 2 e il COVID 19 ci ha lasciato un’eredità pesante in termini economici, psicologici, di salute e di coscienza della potenzialità ma anche dei limiti del nostro SSN. Nessuno può più dubitare del suo sotto finanziamento, della carenza programmatoria della formazione delle risorse umane necessarie, della precarietà e diversità di una medicina del territorio mai definitivamente decollata, della vetustà tecnologica di alcune realtà sanitarie territoriali ed ospedaliere, della contraddizione di un regionalismo imperfetto che deve viaggiare verso un’autonomia differenziata vera ed un coordinamento centrale efficiente ed efficace. Ma nonostante questo il nostro sistema ha retto, rimane un riferimento importante per il suo universalismo e l’approccio equo solidale, per la sua capacità di dare risposte nonostante la non brillante situazione economica del paese. Ma il COVID-19 ci ha insegnato che tutto questo non basta e che bisogna procedere ad un rapido ammodernamento del sistema in tutti i suoi aspetti per utilizzare al meglio i soldi europei per la Next Generation, la cui percentuale dedicata alla salute rimane ancora fumosa.  Ma per procedere ad un ammodernamento efficace e sostenibile bisogna non continuare a pensare con le solite metodologie schiave di interessi, seppur legittimi, di parte, ma bensì ragionare al di fuori degli schemi, out of the box come dicono gli anglosassoni, per arrivare a proposte nuove, rivoluzionarie, fresche e che soprattutto vadano incontro agli interessi veri dei cittadini italiani. La Medicina Territoriale è il focus principale per un rilancio del SSN ed i differenti modelli regionali vanno ripensati e implementati a partire dall’assistenza domiciliare, diritto costituzionale del cittadino così come gli accessi agli altri luoghi di cura.  Motore sanità ha deciso di iniziare una road map nelle regioni italiane per discutere della riforma della medicina territoriale esaminando e sentendo le proposte dei vari modelli regionali per individuare un progetto nazionale comune seppur articolato nelle varie realtà. L'articolo DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI, DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO – FOCUS EMILIA-ROMAGNA proviene da www.motoresanita.it. Read More
FOCUS LOMBARDIA: IPERCOLESTEROLEMIA E RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Eventi In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più 224.000 persone: di queste, circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo infatti rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno). Nonostante questo scenario, su oltre 1 milione di pazienti a più alto rischio l’80% non raggiunge il target indicato dalle più recenti Linee Guida internazionali. Un problema sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Ma perché questo accade? In questa area fortunatamente le terapie a disposizione, tutte estremamente efficaci, hanno portato evidenze scientifiche robuste e consolidate negli anni sul loro valore preventivo e curativo sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria. Viene quindi da chiedersi cosa si possa aggiungere a quanto già oggi è ottenibile attraverso queste terapie. Vi sono bisogni insoddisfatti o spazi di efficienza da colmare (tollerabilità, efficacia aggiuntiva) che possano implementare ulteriormente i benefici clinici raggiunti? Cosa si prospetta in termini di innovazione in questa area terapeutica e quali sono gli ulteriori obiettivi su cui puntare? È possibile poter colmare il gap esistente tra il mondo reale e quello preso in esame dai setting degli studi clinici randomizzati e controllati per quanto riguarda il raggiungimento dei target consigliati? Motore Sanità ritiene opportuno un confronto multiprofessionale tra centri esperti di assoluta eccellenza in Regione Lombardia che possa dare riscontro a questi interrogativi. L'articolo DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI, DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO – FOCUS EMILIA-ROMAGNA proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERCORSO VACCINALE FOCUS PIEMONTE
Eventi ll piano vaccinale anti-COVID 19 sta assorbendo l’impegno delle istituzioni e degli operatori sia a livello nazionale che a livello regionale. Purtroppo così come per le patologie non trasmissibili che hanno visto un rallentamento se non uno stop di presa in carico da parte delle strutture ospedaliere e della medicina del territorio a causa della pandemia, anche i piani vaccinali non COVID per l’età pediatrica ed età adulta sta subendo rallentamenti che possono incidere ulteriormente sulla salute della popolazione specialmente sui soggetti fragili, a causa della mancata prevenzione offerta dai vaccini. Ci riferiamo ad i vaccini anti-influenzali, anti-pneumococco, anti-meningococco ed agli altri obbligatori e non previsti dal decreto Lorenzin. per fare il punto sulla situazione vaccinale in Regione Piemonte, Motore Sanità organizza un webinar sui piani vaccinali non COVID che vede la partecipazione degli interessati sia in ambito istituzionale che in ambito sociale anche per un invito ad una ripresa ed implementazione delle attività ordinarie post COVID. L'articolo #MULTIPLAYER – La sclerosi multipla si combatte in squadra – Lombardia proviene da www.motoresanita.it. Read More
ASMA 2021 HEALTH TECHNOLOGY ASSESSMENT (HTA) MULTI-CRITERIA DECISION ANALYSIS (MCDA) COME STRUMENTO DI APPROPRIATEZZA DECISIONALE E SOSTENIBILITÀ
Eventi L’esperienza dell’attuale pandemia ha messo a dura prova i Servizi Sanitari Regionali ed ha fatto emergere le attuali criticità riguardo i percorsi di cura dei malati cronici. In particolare, la gestione delle patologie respiratorie croniche ha rappresentato un’area ad altissimo rischio, che necessita di forti cambiamenti. A questo si aggiunga il fatto che Le linee guida GINA 2021 raccomandano modifiche importanti all’approccio terapeutico per tutti gli adulti e gli adolescenti affetti da asma, con un utilizzo come terapia al bisogno e di mantenimento, della combinazione fissa di corticosteroidi inalatori (a basse dosi) e beta-agonisti a lunga durata d’azione (formoterolo). In un’ottica di formazione continua dei professionisti, degli economisti sanitari e di una interazione multidisciplinare tra figure decisionali, è necessario garantire continuità ed allineamento strategico tra i principali stakeholders del processo di presa in carico del paziente con Asma. Unitamente ai temi sopracitati, durante la Tavola Rotonda verranno presentate alcune esperienze di gestione dei pazienti asmatici con sistemi di telemonitoraggio e telemedicina, in particolare con la tecnologia del Turbo+, con l’obiettivo di stimolare la discussione sulle tematiche di Sanità digitale che durante l’esperienza COVID-19, si sono sempre più rivelate attuali ed improrogabili, per la gestione delle patologie respiratorie e croniche in generale. L'articolo ASMA 2021 HEALTH TECHNOLOGY ASSESSMENT (HTA) MULTI-CRITERIA DECISION ANALYSIS (MCDA) COME STRUMENTO DI APPROPRIATEZZA DECISIONALE E SOSTENIBILITÀ proviene da www.motoresanita.it. Read More
DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI,  DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO- FOCUS VENETO
Eventi   Quando si affronta il problema dell’AMR, molto spesso si parla di programmi di prevenzione, indispensabili per limitare il fenomeno. La prevenzione infatti è senz’altro un aspetto chiave dell’AMR. Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. Volendo fare un paragone con la recente pandemia potremmo dire che rispetto a Covid-19, l’AMR è una pandemia silente ma annunciata oramai da anni e che richiede, per essere affrontata, delle azioni concrete non più rimandabili. Oggi i pazienti che muoiono per AMR hanno lo stesso esatto problema dei pazienti colpiti dal virus Sars-Cov-2 che muoiono: non hanno trattamenti efficaci. Ma nonostante la ricerca recentemente stia tornando a produrre nuovi antibiotici, esiste un problema nella valorizzazione delle nuove molecole e nel riconoscimento dell’investimento di chi le sviluppa. Le tempistiche di realizzazione/approvazione/accesso/disponibilità di un nuovo antibiotico sono spesso un percorso ad ostacoli: i tempi minimi del suo sviluppo (dalla scoperta, allo sviluppo clinico, alla commercializzazione) vanno dagli 8 agli 11 anni con una spesa globale che è stata calcolata superiore milioni di euro. Vi è inoltre la tendenza ad utilizzare i nuovi antibiotici soltanto dopo tante altre terapie più o meno conosciute, impiegate magari da anni e di cui ben si conoscono gli effetti collaterali. Ma se un approccio appropriato prudente e per gradi, è certamente fondamentale per non attivare in tempi brevi nuove resistenze, non si dovrebbe però arrivare a un uso razionato dei nuovi antibiotici puntando invece ad un uso razionale di questi, poiché in molti casi dietro all’AMR vi è un paziente che non può aspettare. Senza contare che anche in tema di sostenibilità, aspetto di cui tutti responsabilmente si dovrebbero fare carico, spesso si omette di considerare i costi evitabili (diretti sanitari e indiretti) legati sia a ritardi di accesso alle nuove terapie che a scelte inappropriate di utilizzo. Restano quindi alcuni passaggi principali, per cui parlarne non basta dopo l’esempio della recente pandemia non basta:
  • Riconoscere che il problema esiste investendo subito in cosa possa governarlo;
  • Capire il senso del valore del problema sia in termini economici che morali (volontà politica);
  • Programmare con continuità risorse adeguate finanziarie e tecniche (giusto personale dedicato);
  Per approfondire questi temi e tenere alta l’attenzione sul problema Motore Sanità vuole contribuire a trovare soluzioni attraverso un dialogo che coinvolga i migliori tecnici e istituzioni, a livello Nazionale e Regionale. L'articolo ASMA 2021 HEALTH TECHNOLOGY ASSESSMENT (HTA) MULTI-CRITERIA DECISION ANALYSIS (MCDA) COME STRUMENTO DI APPROPRIATEZZA DECISIONALE E SOSTENIBILITÀ proviene da www.motoresanita.it. Read More
RETI (real evidence through innovation): innovazione e grandi aspettative, dagli studi rct al real word quale valore?
Eventi In Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. I risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della medicina e della chirurgia, le nuove terapie contro il tumore, stanno mostrando effetti positivi sul decorso della malattia, allungando, la vita dei malati anche senza speranza di guarigione. Ma, se da una parte i vantaggi del progresso scientifico hanno cancellato l’ineluttabile equazione “cancro uguale morte”, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano: la presa in carico di questa patologia complessa, la revisione organizzativa necessaria ai sistemi assistenziali per rispondere efficacemente al nuovo scenario (dai MTB ai CAR T team), l’accesso rapido ed uniforme alle fortunatamente molte terapie innovative in alcuni casi “Breakthrough”, i sottovalutati o non-valutati problemi nutrizionali che moltissimi pazienti presentano. Senza dimenticare l’importanza della diagnosi precoce attraverso screening strutturati e l’attenzione agli stili di vita. In questo scenario, ancor più dopo l’esperienza della recente pandemia, il coordinamento tra centri Hub, Spoke e medicina territoriale, sta assumendo sempre più importanza nei processi organizzativi/gestionali sia per un accesso rapido alle cure appropriate che per un coerente utilizzo delle risorse. E per questo oltre lo sviluppo delle reti di patologia che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, già implementato in molte regioni, occorre oggi uno sforzo per formare la medicina di famiglia per un accesso rapido dei pazienti ai percorsi di diagnosi e cura e alla cogestione dei pazienti cronici, spesso gravati da polipatologie. Una buona stratificazione della popolazione, legata allo stato di salute, sarà così necessaria per evidenziare diversi livelli di complessità clinica/di fragilità e la conseguente chiara “presa in carico”. L’innovazione organizzativa e digitale necessaria, responsabilità di ogni singola regione, dovrebbe rappresentare una prima vera svolta realizzativa per facilitare tutto ciò. Il collegamento tra i principali attori clinici, dai centri ad alta specializzazione a quelli dei centri di primo e secondo livello fino oggi alla medicina territoriale, diventa un passaggio obbligato per una buona presa in carico. Il potenziamento delle reti di diagnostica di precisione attraverso un accentramento o un decentramento di alcuni servizi di anatomia patologica, la creazione dei Molecular Tumor Board daranno sostenibilità e chiarezza sulle migliori cure utilizzabili, riducendo sprechi e false aspettative. La formazione dei team multidisciplinari tra oncologi medici, chirurghi oncologi, anestesisti, nutrizionisti, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, bioinformatici, farmacisti, infermieri dovrà essere un punto di forza su cui costruire un nuovo sistema che dia rapido accesso a cure appropriate. La creazione di reti di nutrizione clinica in grado di lavorare a stretto contatto con i team multidisciplinari e la disponibilità sul territorio di terapie nutrizionali immunomodulanti potrebbero portare grandi vantaggi oltre che ai pazienti anche agli stessi clinici che vedrebbero miglioramenti nella prosecuzione dei trattamenti radio e chemioterapici e una netta diminuzione delle sospensioni degli stessi dovute a importante malnutrizione pregressa. La partnership con le aziende di settore per programmare la grande
– SESSIONE PARALLELA- IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE – PUGLIA/SICILIA/CALABRIA
Eventi ⇒ Programma AZIONI DI VALORE NEL PERCORSO DI CURA OSPEDALE-TERRITORIO: CRONICITÀ E ADERENZA MODERANO: Filippo Anelli, Presidente FNOMCEO Daniele Amoruso, Giornalista Scientifico
  • Quali ruoli e quali compiti facilitanti la
  compliance: Medico specialista, MMG, Farmacista   Ospedaliero, Farmacista territoriale, infermiere e   Paziente
  • Aderenza terapeutica: Il ruolo del distretto
  sanitario
  • Aderenza, gestione del paziente e condivisione
  delle informazioni
  • La corretta comunicazione
  • Esperienza pratica: patient support
  programm/farmacia dei servizi Domenica Ancona, Responsabile Dipartimento del Farmaco ASL BAT
Marco Benvenuto, Ricercatore Economia Aziendale Dipartimento Scienza dell’Economia,Università del Salento, Lecce Luigi Galvano, Segretario Regionale FIMMG Sicilia Giovanna Geraci, Presidente Regionale ANMCO  Sicilia Giuseppe Lella, Responsabile Servizio Strategie e Governo dell’Assistenza Territoriale, Regione Puglia Sergio Licata, Presidente Regionale A.R.C.A. Sicilia Donato Monopoli, Segretario Regionale Fimmg Puglia Rosa Moscogiuri, Direttore Dipartimento Farmaceutico ASL Taranto Enrico Saglimbeni, Responsabile UOC Area Farmaceutica Territoriale ASP Messina
Giuseppe Scaccianoce, Direttivo Regionale ANCE (Associazione Nazionale Cardiologi Extra Ospedalieri) Roberto Tobia, Segretario Nazionale Federfarma L’OMS definisce come aderenza terapeutica il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico riguardanti dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di una terapia per l’intera durata di essa. Ma il problema dell’aderenza terapeutica riguarda oltre i farmaci, ogni atto assistenziale volto a modificare le abitudini e la routine terapeutica dei pazienti, cosa che spesso incontra una forte resistenza al cambiamento non solo nel breve ma anche nel lungo termine. E questo purtroppo avviene sia che si tratti di pazienti acuti che di pazienti cronici (es° dal rispetto del corretto utilizzo delle terapie antinfettive a quello delle terapie per il diabete, la BPCO, le malattie cardiovascolari, etc). Dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed, poco più della metà dei pazienti (55,1%) affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità. Da studi osservazionali è emerso che oltre il 70% dei pazienti sospende il trattamento nei primi 6 mesi. Anche nel caso di altre patologie l’aderenza terapeutica si dimostra bassa in maniera allarmante: si parla, infatti, di appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi, il 60% per artrite reumatoide, 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo II, 36-40% per insufficienza cardiaca e solo il 13-18% per asma e BPCO. Per il futuro sarà interessante misurare questo fenomeno in alcune aree dell’ oncologia o in altre patologie complesse ad alto impatto assistenziale oramai cronicizzate come HIV, HCV e malattie epatiche collegate (es° Cirrosi). Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche si stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e che fra gli anziani le percentuali superino il 70% (OMS), questo ci fa comprendere la portata dello spreco generatosi per i notevoli costi clinici e sociali (ad es° dopo infarto cardiaco rispettare le indicazioni di assunzione dei farmaci prescritti riduce del 75% la probabilità di recidive). Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno mentre in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri dovuti a questo
FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – REGIONE TOSCANA
Eventi Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo Summer School 2021 proviene da www.motoresanita.it. Read More
IMPATTO ORGANIZZATIVO DELLE TERAPIE PER LA CURA DELLA INFEZIONE VIRALE DA COVID
Eventi I webinar proposti prendono spunto dalle sollecitazioni provocate dalle tematiche legate alla lotta contro il virus Covid, ma vertono essenzialmente sull’impatto organizzativo del trattamento dei pazienti nell’ambito della continuità ospedale-territorio. È infatti ormai acclarato che l’opportunità terapeutica dell’utilizzo degli antivirali è tanto più efficace quanto prima si utilizzano tali rimedi sin dalle prime fasi dall’insorgenza dell’infezione. Impossibile ignorare perciò anche il forte impatto che tale sistema avrebbe sull’organizzazione del patient journey e quindi sull’ospedalizzazione dei pazienti affetti da tali patologie. Ad oggi la terapia viene fornita solo in ospedale e di conseguenza in fasi più avanzate della malattia; ciò fa sì che venga somministrata a pazienti più gravi e che già sono entrati nella struttura ospedaliera. La riflessione di fondo che le sessioni di lavoro che si succederanno nei webinar vogliono approfondire, verte su come la somministrazione della terapia sul territorio sin dalle prime fasi dell’insorgenza della patologia possa essere utile da un lato per far star meglio i pazienti e non farli progredire verso stadi più gravi della malattia e dall’altro consentirebbe a meno pazienti di dover ricorrere alle cure ospedaliere, inoltre in ospedale oltre che meno pazienti, arriverebbero pazienti in condizioni mediamente meno gravi. Evidenze cliniche mostrano pertanto una riduzione della progressione dell’infezione, una velocità di recupero maggiore e di conseguenza minor ricorso all’ospedalizzazione dei pazienti e riduzione dei ricoveri in terapia intensiva. Quindi minor afflusso di pazienti in ospedale, un turn over maggiore e un outcome più soddisfacente. Il corretto utilizzo di queste opzioni terapeutiche migliora pertanto le prestazioni ospedaliere. I webinar vogliono mettere a confronto clinici, decisori, economisti sanitari e referenti delle società scientifiche per provare a pensare una revisione dei percorsi della presa in carico dei pazienti che alla luce delle evidenze terapeutiche adesso in nostro possesso, si rivela quanto mai necessaria. L'articolo Summer School 2021 proviene da www.motoresanita.it. Read More
INSTANT WEBINAR – LA DICHIARAZIONE DI ROMA Global Health Summit
Eventi Il GHS 2021 si è concluso con una dichiarazione di Roma comprendente 16 punti principali. Dal multilateralismo sanitario, alle future linee guida anti pandemiche alla sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini per aumentarne la produzione e garantirne l’accesso anche ai paesi più poveri nella consapevolezza che la salute non ha confini e deve prevedere atti globali e non limitati ad un singolo paese o continente. Il PNRR non potrà non tenere conto di quanto emerso dal GHS e la comunicazione di quanto emerso non potrà essere solo appannaggio degli addetti al settore ma prevedere una conoscenza collettiva di quanto sottoscritto dai paesi del G20. Per tale motivo Motore Sanità organizza un web brainstorming sui punti discussi per valutarli e giudicarne la caduta sul futuro del SSN. L'articolo INSTANT WEBINAR – LA DICHIARAZIONE DI ROMA Global Health Summit proviene da www.motoresanita.it. Read More
HIV: UNA PANDEMIA SILENZIOSA – Emilia-Romagna/Marche/Triveneto
Eventi Il Piano Nazionale di interventi contro l’HIV e AIDS (PNAIDS) rappresenta il documento programmatico finalizzato a contrastare la diffusione dell’infezione da Hiv. Previsto dalla Legge 135/90, il piano contempla l’attuazione di interventi di carattere pluriennale riguardanti la prevenzione, l’informazione, la ricerca, l’assistenza e la cura, la sorveglianza epidemiologica e il sostegno dell’attività del volontariato. Il piano è stato approvato con intesa nella Conferenza Stato-Regioni del 26 ottobre 2017 e l’intesa ha stabilito che il ministero, in collaborazione con le regioni:
  • dovrà promuovere iniziative di formazione e di aggiornamento degli operatori coinvolti nella cura e nell’assistenza nei luoghi di cura e nell’assistenza sul territorio delle persone con infezione da virus HIV e con sindrome da AIDS;
  • dovrà definire strategie di informazione in favore della popolazione generale e delle persone con comportamenti a rischio (popolazioni chiave).
In particolare, è stata focalizzata l’attenzione sulla lotta contro la stigmatizzazione e sulla prevenzione altamente efficace basata sulle evidenze scientifiche e ancorata a principi e azioni che, oltre a comprendere le campagne di informazione, l’impiego degli strumenti di prevenzione e gli interventi finalizzati alla modifica dei comportamenti, si estendono all’uso delle terapie ARV come prevenzione (TasP), con conseguente ricaduta sulla riduzione delle nuove infezioni e il rispetto dei diritti delle popolazioni maggiormente esposte all’HIV. Uno dei punti principali è la formazione del personale dedicato e l’azione sui cittadini HIV positivi e/o pazienti HIV e su coloro che non sanno di essere positivi, sommerso importante da far emergere. Gli interventi formativi sono mirati a:
  • Applicare le misure di prevenzione disponibili anche di natura farmacologica;
  • Favorire l’accesso al test e la diagnosi precoce, il legame al percorso di cura ed in
  • particolare al trattamento;
  • Migliorare la qualità e la sicurezza delle cure;
  • Contrastare lo stigma e la discriminazione nelle cure, anche attraverso la conoscenza e la corretta valutazione dei rischi inerenti la sicurezza degli operatori.
Se quanto approvato nel PNAIDS rappresenta un impegno con obiettivi condivisibili e con una presa in carico dei pazienti più formalizzata e delineata a livello nazionale e regionale, la pandemia da COVID ha in molta parte interrotto questo processo virtuoso per cui risulta necessario fare il punto nel futuro post pandemico su:
  • La situazione della presa in carico del malato HIV pre e post Covid;
  •  I nuovi indicatori previsti dal PNAIDS;
  • Il cluster pilota di popolazioni come le carceri, i SERD per l’emersione del sommerso e l’azione preventiva e curativa nei confronti dell’HIV, aderenza compresa;
  • Il paradigma di patologia cronico-virale con una presa in carico trasversale del cittadino positivo e/o paziente e sulle criticità in essere.
Per questi motivi Motore Sanità ha organizzato il webinar dal titolo:Presa In Carico del Paziente HIV con il focus sulle situazione del triveneto, dell’Emilia Romagna e delle Marche con l’ospedale dopo di fare il punto sull’attuale situazione e sul futuro della prevenzione diagnosi e cura dell’HIV nelle regioni in oggetto. L'articolo Nuove evidenze nella gestione dei cateteri venosi periferici per ridurre il rischio di complicanze infettive proviene da www.motoresanita.it. Read More
FARMACI EQUIVALENTI MOTORE DI SOSTENIBILITÀ PER IL SSN – FOCUS CAMPANIA
Eventi I farmaci si definiscono generici o equivalenti quando presentano stesso principio attivo, stessa concentrazione, stessa forma farmaceutica, stessa via di somministrazione, stesse indicazioni di un farmaco di marca non più coperto da brevetto (originator). Sono dunque, dal punto di vista terapeutico, equivalenti al prodotto da cui hanno origine e possono quindi essere utilizzati in sua sostituzione. Inoltre i farmaci equivalenti sono molto più economici dei prodotti originali, con risparmi che arrivano da un minimo del 20% ad oltre il 50%. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha promosso da sempre iniziative tese a sensibilizzare la popolazione generale e gli operatori sanitari sul ruolo prezioso rivestito dai farmaci equivalenti. Ruolo che viene definito fondamentale per il mantenimento della sostenibilità del SSN consentendo da un lato di liberare risorse indispensabili a garantire una sempre maggiore disponibilità di farmaci innovativi, dall’altro, al cittadino di risparmiare di propria tasca all’atto dell’acquisto dei medicinali. “I dati ottenuti dall’uso consolidato del medicinale di riferimento” evidenzia un documento AIFA “nel corso degli anni, consentono di delineare per questa tipologia di medicinali, un profilo rischio/beneficio più definito rispetto a quanto sia possibile per qualsiasi nuovo medicinale”. È errato quindi credere come spesso accade ancora oggi che il basso prezzo corrisponda ad una qualità inferiore o a controlli limitati, mentre sarebbe opportuno comprendere che rispetto ai farmaci originator vi sono da sostenere i soli costi di produzione e non più quelli relativi alla ricerca ed alle varie fasi di scoperta, sperimentazione, registrazione e sintesi di un nuovo principio attivo. Nonostante gli equivalenti abbiano caratteristiche di qualità identiche ai prodotti originator, con identiche procedure che certificano la purezza delle materie prime e la loro qualità, identici  controlli nelle procedure di produzione, ispezione e verifica, il loro utilizzo in particolare nel Nostro paese è ancora basso rispetto ai medicinali “griffati”. Questo indica che molto lavoro di comunicazione deve ancora essere fatto, sebbene la situazione sia molto diversa tra le regioni d’Italia. Infatti l’analisi dei consumi per area geografica, nei primi nove mesi 2019 ci dice che il consumo degli equivalenti di classe A è risultato concentrato al Nord (37,3% unità e 29,1% valori), rispetto al Centro (27,9%; 22,5%) ed al Sud Italia (22,4%; 18,1%). Quali i motivi di queste differenze? La scelta deve coinvolgere medico, farmacista e paziente correttamente informati, senza pregiudizi e con dati che si basino sui principi di evidenza scientifica prima e su aspetti di sostenibilità economica poi. L'articolo Nuove evidenze nella gestione dei cateteri venosi periferici per ridurre il rischio di complicanze infettive proviene da www.motoresanita.it. Read More
INTERSTIZIOPATIE POLMONARI  – FOCUS VENETO
Eventi Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo EVOLUZIONE DEI PERCORSI DI CURA NEL TUMORE OVARICO – FOCUS LIGURIA proviene da www.motoresanita.it. Read More
LA RETE REUMATOLOGICA DEL LAZIO
Eventi Le malattie reumatiche sono più di 150, alcune rare ma tutte sono in aumento ovunque, così pure la spesa sociale, pari allo 0,2% del Pil, e quella sanitaria, basti dire che solo i costi diretti ammontano allo 0,6% della spesa sanitaria totale. Per far fronte a questo genere di patologie molte Regioni Italiane da diversi anni hanno creato delle reti regionali per indirizzare al meglio i malati e per garantire un grado di assistenza uguale su tutto il territorio. La Regione Lazio ancora non dispone di una rete reumatologica regionale, una mancanza che può rendere più difficoltoso per i cittadini laziali l’accesso alle opzioni terapeutiche più efficaci, ai farmaci biosimilari che adeguatamente utilizzati permettono a parità di efficacia un risparmio economico garante della sostenibilità e del reimpiego delle risorse per una precoce assunzione regionale delle terapie innovative attuali e future, nonché alla medicina di precisione. Per fare un punto della situazione sulla creazione di una futura Rete e sul modello gestionale da applicare per l’implementazione delle terapie più efficaci nel Lazio, Motore Sanità vuole riunire gli specialisti del settore, dei MMG e dei reumatologi per ciò che concerne le patologie di loro specifica competenza. Particolare attenzione verrà dedicata ai percorsi di cura dei pazienti reumatologici nel periodo post-Covid L'articolo IL PAZIENTE AL CENTRO? DAL LABIRINTO ASSISTENZIALE AD UNA RETE DI SERVIZI ORGANIZZATA proviene da www.motoresanita.it. Read More
DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI,  DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO
Eventi Quando si affronta il problema dell’AMR, molto spesso si parla di programmi di prevenzione, indispensabili per limitare il fenomeno. La prevenzione infatti è senz’altro un aspetto chiave dell’AMR. Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. Volendo fare un paragone con la recente pandemia potremmo dire che rispetto a Covid-19, l’AMR è una pandemia silente ma annunciata oramai da anni e che richiede, per essere affrontata, delle azioni concrete non più rimandabili. Oggi i pazienti che muoiono per AMR hanno lo stesso esatto problema dei pazienti colpiti dal virus Sars-Cov-2 che muoiono: non hanno trattamenti efficaci. Ma nonostante la ricerca recentemente stia tornando a produrre nuovi antibiotici, esiste un problema nella valorizzazione delle nuove molecole e nel riconoscimento dell’investimento di chi le sviluppa. Le tempistiche di realizzazione/approvazione/accesso/disponibilità di un nuovo antibiotico sono spesso un percorso ad ostacoli: i tempi minimi del suo sviluppo (dalla scoperta, allo sviluppo clinico, alla commercializzazione) vanno dagli 8 agli 11 anni con una spesa globale che è stata calcolata superiore milioni di euro. Vi è inoltre la tendenza ad utilizzare i nuovi antibiotici soltanto dopo tante altre terapie più o meno conosciute, impiegate magari da anni e di cui ben si conoscono gli effetti collaterali. Ma se un approccio appropriato prudente e per gradi, è certamente fondamentale per non attivare in tempi brevi nuove resistenze, non si dovrebbe però arrivare a un uso razionato dei nuovi antibiotici puntando invece ad un uso razionale di questi, poiché in molti casi dietro all’AMR vi è un paziente che non può aspettare. Senza contare che anche in tema di sostenibilità, aspetto di cui tutti responsabilmente si dovrebbero fare carico, spesso si omette di considerare i costi evitabili (diretti sanitari e indiretti) legati sia a ritardi di accesso alle nuove terapie che a scelte inappropriate di utilizzo. Restano quindi alcuni passaggi principali, per cui parlarne non basta dopo l’esempio della recente pandemia non basta:
  • Riconoscere che il problema esiste investendo subito in cosa possa governarlo;
  • Capire il senso del valore del problema sia in termini economici che morali (volontà politica);
  • Programmare con continuità risorse adeguate finanziarie e tecniche (giusto personale dedicato);
  Per approfondire questi temi e tenere alta l’attenzione sul problema Motore Sanità vuole contribuire a trovare soluzioni attraverso un dialogo che coinvolga i migliori tecnici e istituzioni, a livello Nazionale e Regionale. L'articolo LA MEDICINA DI PRECISIONE: UN NUOVO SNODO CHIAVE DEL PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO proviene da www.motoresanita.it. Read More
Roadshow – TROPONINA CARDIACA – Focus Piemonte
Eventi L’ischemia cardiaca rimane ancora oggi la prima causa di morte e di morbilità nei paesi industrializzati nonostante vi sia stato negli anni recenti un sostanziale miglioramento dei dati di mortalità e di outcome dei pazienti affetti da questa patologia che nel tempo può evolvere verso l’insufficienza cardiaca. Numerosi studi hanno confermato l’importanza del ruolo della prevenzione primaria nel migliorare l’outcome delle patologie cardiache anche attraverso una accurata stratificazione del rischio della popolazione e di un sempre più appropriato intervento clinico e nel caso farmacologico o interventistico/invasivo per mitigare la progressione della malattia. La diagnosi di insufficienza cardiaca acuta e cronica è basata prevalentemente su un giudizio clinico che tiene conto della storia (anamnesi), dell’esame fisico e di indagini appropriate strumentali e di laboratorio. Ad oggi più di cento biomarkers sono stati studiati per verificarne l’utilità nella diagnosi, nella prognosi e nella stratificazione del rischio nei soggetti con o senza segni e sintomi di insufficienza cardiaca. La disponibilità di test con Troponina cardiaca I ad elevata sensibilità associata ad altri biomarkers come per esempio il cNP ha permesso lo sviluppo di studi e metanalisi sul ruolo di questo biomarker per una diagnosi più precisa di patologia miocardica acuta per un follow up della stessa e per individuare e stratificare i soggetti che potrebbero sviluppare insufficienza cardiaca dallo stadio asintomatico a quello con segni e sintomi e quindi quei soggetti che hanno alta probabilità di malattia refrattaria alle terapie oggi in uso. Da qui nel 2019 un position paper dell’associazione della Cardiologia Preventiva e della Società Europea di Cardiologia ha sancito l’importanza del ruolo dei biomarkers cardiaci quali il cTnI e cTnT ad elevata sensibilità nell’individuare i soggetti asintomatici che sono a più alto rischio di progredire con sintomi di insufficienza cardiaca e quelli più a rischio di andare incontro ad una prognosi infausta. Da qui l’importanza di stratificare con l’uso del biomarker C troponina I ad elevata sensibilità il potenziale rischio CV nella popolazione generale al fine di mettere in atto già in una fase precoce misure per una più efficace prevenzione specie nei soggetti a rischio alto di sviluppare una patologia CV. L'articolo Talk Web – LE SFIDE DEL GENDER GAP Abbattere i muri anche nel mondo della Sanità e della Scienza proviene da www.motoresanita.it. Read More
LA PANDEMIA DIABETE IN REGIONE SARDEGNA
Eventi In Italia oltre 3.5 milioni di pazienti dichiarano di esserne affetti da Diabete, ma le stime in real world parlano di circa 5 milioni, con un costo per il SSN stimato intorno ai 9 miliardi senza considerare le spese indirette ed una spesa pro capite per paziente più che doppia verso un pari età non malato. Questa malattia inoltre è causa di 73 decessi al giorno in Italia. Per citare alcuni dati relativi alla sola aderenza alle cure, secondo l’analisi EFPIA solamente le complicanze dovute a diabete rappresentano un costo pari al 14% del totale della spesa sanitaria dei Governi Europei, circa 125 miliardi di euro all’anno. Secondo il rapporto dell’osservatorio dei medicinali, In Italia, la percentuale di aderenza per i farmaci antidiabetici è del 63% (OSMed 2015) e questo comporta: il raddoppio nel numero di ricoveri ospedalieri e dei costi del trattamento per il SSN, un aumento ogni anno di circa 6 giorni di assenza dal lavoro ed infine un aumento del 30% della mortalità per tutte le cause (dati SID). Con questo scenario il diabete rappresenta chiaramente un esempio paradigmatico di patologia cronica la cui condizione spesso polipatologica, richiede una gestione multidisciplinare complessa per la quale i percorsi di cura debbono essere rivisti. La recente pandemia ha aperto gli occhi su tutto ciò in maniera drammatica e ha stimolato in molte regioni una revisione organizzativa della rete assistenziale. Come accade per molte altre patologie le regioni Italiane rispondono ai bisogni assistenziali in maniera molto diversa e il diabete non fa eccezione a questo. Nel panorama Nazionale la Regione Sardegna presenta forti criticità epidemiologiche per diabete. Da sempre infatti detiene il triste primato italiano d’incidenza di diabete di tipo 1, con oltre 12.000 adulti, più di 1.500 under 18 e circa 120 nuovi casi di diabete tipo 1 diagnosticati nella fascia di età 0-14 anni (un bambino ogni 150 è affetto da questa patologia). E con questi numeri raggiunge un triste primato collocandosi ai vertici della classifica mondiale, seconda solo alla Finlandia. Oggi fortunatamente la ricerca ha prodotto una grande quantità di innovazione tecnologica (farmaci e devices) che consente a questi malati una qualità della vita pressoché normale, rallentando l’insorgere delle molte complicanze. Tutto ciò a condizione che vi siano: una rapida diagnosi, una presa in carico organizzata ed efficace, un accesso appropriato all’innovazione disponibile. Motore Sanità e Diabete Italia vogliono aprire un tavolo di confronto su questi temi per ottenere un grande impegno di tutti Istituzioni, Clinici (specialisti e MMG), Care giver, Farmacisti, Pazienti ad ottimizzare ognuno di questi aspetti. L'articolo LA PANDEMIA DIABETE IN REGIONE SARDEGNA proviene da www.motoresanita.it. Read More
Talk Web – IL RECOVERY FUND A  GIUDIZIO DEGLI ITALIANI Verso il Global Health Forum
Eventi Il 21 maggio a Roma si terrà virtualmente il Global Health Forum. Il Summit rappresenta un’opportunità per il G20 e per tutti i leader invitati, tra i quali i responsabili delle organizzazioni internazionali e regionali e i rappresentanti degli organismi sanitari globali, per condividere le esperienze maturate nel corso della pandemia ed elaborare e approvare una “dichiarazione di Roma”. I contenuti della dichiarazione potranno costituire un punto di riferimento per rafforzare la cooperazione multilaterale e le azioni congiunte per prevenire future crisi sanitarie mondiali. Il meeting virtuale rappresenterebbe un tentativo concreto di un’alleanza europea per una prospettiva di sanità integrata tra i vari paesi anche in vista del Next Generation Plan e dei vari Recovery Funds. Ma che ne pensano i cittadini del futuro del welfare europeo ed italiano? Che cosa le istituzioni hanno imparato dalla pesante lezione della pandemia da COVID 19? Possono i vari sistemi sanitari nazionali e regionali continuare come prima ed i finanziamenti futuri per una riforma dei medesimi sono sufficienti? Motore Sanità organizza il talk webinar con la partecipazione dei rappresentanti dei pazienti per rispondere alle domande di cui sopra e per dare il proprio giudizio su una “dichiarazione di Roma” utile ad un vero cambiamento del sistema. L'articolo Talk Web – IL RECOVERY FUND A GIUDIZIO DEGLI ITALIANI Verso il Global Health Forum proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Livio Blasi, Presidente CIPOMO L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Il percorso di screening mammografico
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Dottoressa Marinella MISTRANGELO – Dirigente medico del Dipartimento Funzionale Interaziendale Interregionale Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Come affrontare i problemi degli anziani sul territorio
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – proviene da www.motoresanita.it. Read More
DAL “CUTTING EDGE” DELLA RICERCA IN ANTIBIOTICO TERAPIA AL BISOGNO DI NUOVI ANTIBIOTICI,  DALLA VALUTAZIONE DEL VALORE AL PLACE IN THERAPY APPROPRIATO
Eventi Quando si affronta il problema dell’AMR, molto spesso si parla di programmi di prevenzione, indispensabili per limitare il fenomeno. La prevenzione infatti è senz’altro un aspetto chiave dell’AMR. Epicentro, portale di epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Nostro ISS, sulla base di varie pubblicazioni, da tempo evidenzia come solo il 30-50% delle infezioni sia prevenibile attraverso buone pratiche preventive. Se a questo livello la strada per una buona efficienza del sistema è ancora lunga, ancor più lunga è però quella della ricerca di nuove terapie che riescano ad arginare e limitare questo fenomeno. Volendo fare un paragone con la recente pandemia potremmo dire che rispetto a Covid-19, l’AMR è una pandemia silente ma annunciata oramai da anni e che richiede, per essere affrontata, delle azioni concrete non più rimandabili. Oggi i pazienti che muoiono per AMR hanno lo stesso esatto problema dei pazienti colpiti dal virus Sars-Cov-2 che muoiono: non hanno trattamenti efficaci. Ma nonostante la ricerca recentemente stia tornando a produrre nuovi antibiotici, esiste un problema nella valorizzazione delle nuove molecole e nel riconoscimento dell’investimento di chi le sviluppa. Le tempistiche di realizzazione/approvazione/accesso/disponibilità di un nuovo antibiotico sono spesso un percorso ad ostacoli: i tempi minimi del suo sviluppo (dalla scoperta, allo sviluppo clinico, alla commercializzazione) vanno dagli 8 agli 11 anni con una spesa globale che è stata calcolata superiore milioni di euro. Vi è inoltre la tendenza ad utilizzare i nuovi antibiotici soltanto dopo tante altre terapie più o meno conosciute, impiegate magari da anni e di cui ben si conoscono gli effetti collaterali. Ma se un approccio appropriato prudente e per gradi, è certamente fondamentale per non attivare in tempi brevi nuove resistenze, non si dovrebbe però arrivare a un uso razionato dei nuovi antibiotici puntando invece ad un uso razionale di questi, poiché in molti casi dietro all’AMR vi è un paziente che non può aspettare. Senza contare che anche in tema di sostenibilità, aspetto di cui tutti responsabilmente si dovrebbero fare carico, spesso si omette di considerare i costi evitabili (diretti sanitari e indiretti) legati sia a ritardi di accesso alle nuove terapie che a scelte inappropriate di utilizzo. Restano quindi alcuni passaggi principali, per cui parlarne non basta dopo l’esempio della recente pandemia non basta:
  • Riconoscere che il problema esiste investendo subito in cosa possa governarlo;
  • Capire il senso del valore del problema sia in termini economici che morali (volontà politica);
  • Programmare con continuità risorse adeguate finanziarie e tecniche (giusto personale dedicato);
  Per approfondire questi temi e tenere alta l’attenzione sul problema Motore Sanità vuole contribuire a trovare soluzioni attraverso un dialogo che coinvolga i migliori tecnici e istituzioni, a livello Nazionale e Regionale. L'articolo Roadshow – TROPONINA CARDIACA – Focus Piemonte proviene da www.motoresanita.it. Read More
Talk Web – LE SFIDE DEL GENDER GAP Abbattere i muri anche nel mondo della Sanità e della Scienza
Eventi   Con il termine Gender Gap si intende il divario esistente tra uomini e donne in tanti ambiti diversi, ma che colpiscono la vita quotidiana come la salute, l’educazione, il lavoro, l’accesso alle attività economiche e così via. Secondo il nuovo rapporto del World Economic Forum sulle diseguaglianze di genere l’Italia è al 63° posto. Inoltre secondo i più recenti studi, l’uguaglianza economica tra uomo e donna avverrà nel 2300. Da un’indagine promossa da Women for Oncology Italy emergono dati sconfortanti: quasi 7 intervistati su 10 ritengono che esista un gender gap delle donne rispetto agli uomini nella crescita professionale in oncologia. Si tratta di un problema particolarmente sentito dalle donne (80%) contro una minoranza del 35% tra gli uomini. Il 72% degli intervistati riporta commenti di natura sessista o discriminatoria. Nel 64% dei casi erano riferiti solo o prevalentemente alle donne. Praticamente nessun commento era rivolto solo agli uomini. Il gender gap che emerge anche nella ricerca scientifica. Una ricerca di W4O presentata all’ESMO 2019 mostra che le donne oncologhe solo nel 38% dei casi sono tra i primi autori nei lavori scientifici, a fronte del 62% di autori uomini. Per questo motivo Women for Oncology – Italy e Mondosanità ha organizzato questo webinar per puntare i riflettori sul problema del Gender Gap nel mondo della Sanità. L'articolo Talk Web – LE SFIDE DEL GENDER GAP Abbattere i muri anche nel mondo della Sanità e della Scienza proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Il mondo dell’epilessia
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Laura Tassi – Presidente LICE e Barbara Mostacci – Responsabile Commissione Genere della LICE su Epilessia e donne in gravidanza L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – VACCINI IN FARMACIA proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Le nuove terapie in oncologia
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Alessandro COMANDONE – Direttore dell’Oncologia Medica dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e dell’Asl Torino L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – VACCINI IN FARMACIA proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Progetto Oltre la Spasticità
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: NICOLETTA REALE, Presidente Alice Italia Odv
prof GANDOLFO, Specialista in Neurologia, già Professore Ordinario di Neurologia all’Università di Genova, Fondatore e Responsabile dal 1992 fino al 2016 del Centro ictus del Policlinico San Martino di Genova 
dott GIOVANNI MORONE, Fisiatra presso l’Unità Operativa Complessa di Neuroriabilitazione 6 alla Fondazione Santa Lucia Irccs di Roma e membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – VACCINI IN FARMACIA proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – RAPPORTO DEL MMG E IL PAZIENTE DIABETICO
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Gerardo Medea, Responsabile Nazionale della ricerca SIMG L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – VACCINI IN FARMACIA proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – VACCINI IN FARMACIA
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – VACCINI IN FARMACIA proviene da www.motoresanita.it. Read More
FARMACI EQUIVALENTI MOTORE DI SOSTENIBILITA’ PER IL SSN
Eventi I farmaci si definiscono generici o equivalenti quando presentano stesso principio attivo, stessa concentrazione, stessa forma farmaceutica, stessa via di somministrazione, stesse indicazioni di un farmaco di marca non più coperto da brevetto (originator). Sono dunque, dal punto di vista terapeutico, equivalenti al prodotto da cui hanno origine e possono quindi essere utilizzati in sua sostituzione. Inoltre i farmaci equivalenti sono molto più economici dei prodotti originali, con risparmi che arrivano da un minimo del 20% ad oltre il 50%. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha promosso da sempre iniziative tese a sensibilizzare la popolazione generale e gli operatori sanitari sul ruolo prezioso rivestito dai farmaci equivalenti. Ruolo che viene definito fondamentale per il mantenimento della sostenibilità del SSN consentendo da un lato di liberare risorse indispensabili a garantire una sempre maggiore disponibilità di farmaci innovativi, dall’altro, al cittadino di risparmiare di propria tasca all’atto dell’acquisto dei medicinali. “I dati ottenuti dall’uso consolidato del medicinale di riferimento” evidenzia un documento AIFA “nel corso degli anni, consentono di delineare per questa tipologia di medicinali, un profilo rischio/beneficio più definito rispetto a quanto sia possibile per qualsiasi nuovo medicinale”. È errato quindi credere come spesso accade ancora oggi che il basso prezzo corrisponda ad una qualità inferiore o a controlli limitati, mentre sarebbe opportuno comprendere che rispetto ai farmaci originator vi sono da sostenere i soli costi di produzione e non più quelli relativi alla ricerca ed alle varie fasi di scoperta, sperimentazione, registrazione e sintesi di un nuovo principio attivo. Nonostante gli equivalenti abbiano caratteristiche di qualità identiche ai prodotti originator, con identiche procedure che certificano la purezza delle materie prime e la loro qualità, identici  controlli nelle procedure di produzione, ispezione e verifica, il loro utilizzo in particolare nel Nostro paese è ancora basso rispetto ai medicinali “griffati”. Questo indica che molto lavoro di comunicazione deve ancora essere fatto, sebbene la situazione sia molto diversa tra le regioni d’Italia. Infatti l’analisi dei consumi per area geografica, nei primi nove mesi 2019 ci dice che il consumo degli equivalenti di classe A è risultato concentrato al Nord (37,3% unità e 29,1% valori), rispetto al Centro (27,9%; 22,5%) ed al Sud Italia (22,4%; 18,1%). Quali i motivi di queste differenze? La scelta deve coinvolgere medico, farmacista e paziente correttamente informati, senza pregiudizi e con dati che si basino sui principi di evidenza scientifica prima e su aspetti di sostenibilità economica poi. L'articolo INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – FOCUS VENETO proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Il tumore anale, una neoplasia HPV correlata: la prevenzione e la diagnosi
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: MASSIMILIANO MISTRANGELO – Chirurgo presso il Dipartimento di Chirurgia generale e Specialistica dell’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Il tumore anale, una neoplasia HPV correlata: la prevenzione e la diagnosi proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – MALATI DI CANCRO DEL POLMONE E PIANO VACCINALE: SITUAZIONE ATTUALE
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Deanna Gatta, Presidente presso ALCASE Italia ODV     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Il tumore anale, una neoplasia HPV correlata: la prevenzione e la diagnosi proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Assistenza al bambino diabetico tra riapertura ambulatori e telemedicina
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: FORTUNATO LOMBARDO, Professor Associato Pediatria U.O.C. Clinica Pediatrica Policlinico Università Messina     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Il tumore anale, una neoplasia HPV correlata: la prevenzione e la diagnosi proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Ansia e depressione
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Michele Sanza, Direttore Unità Operativa Dipendenze Patologiche AUSL Romagna – Cesena     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Il tumore anale, una neoplasia HPV correlata: la prevenzione e la diagnosi proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Federfarma e AISC insieme per la prevenzione dello scompenso cardiaco
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata:       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Il tumore anale, una neoplasia HPV correlata: la prevenzione e la diagnosi proviene da www.motoresanita.it. Read More
IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE Lazio/Campania – TAVOLA PARALLELA –
Eventi ORE 17.00 SESSIONE PARALLELA TAVOLA ROTONDA AZIONI DI VALORE NEL PERCORSO DI CURA OSPEDALE-TERRITORIO: CRONICITÀ E ADERENZA MODERANO: Amelia Filippelli, Professore Ordinario Farmacologia Università degli Studi di Salerno Giuseppe Quintavalle, Direttore Generale Policlinico Tor Vergata, Roma • Quali ruoli e quali compiti facilitanti la compliance: Medico specialista, MMG, Farmacista Ospedaliero, Farmacista territoriale, infermiere e Paziente • Aderenza terapeutica: Il ruolo del distretto sanitario• Aderenza, gestione del paziente e condivisione delle informazioni • La corretta comunicazione • Esperienza pratica: patient support programm/farmacia dei servizi Pier Luigi Bartoletti, Vice Segretario Nazionale FIMMG Aurelio Bouchè, Dirigente UOD Monitoraggio e regolamentazione dei LEA- appropriatezza delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie Regione Campania Arturo Cavaliere, UOC Farmacia Aziendale ASL, Viterbo – Presidente Nazionale SIFO Furio Colivicchi, Direttore UOC Cardiologia Clinica Riabilitativa Presidio Ospedaliero “S. Filippo Neri”, Roma Roberta Di Turi, Direttore Farmacia Ospedaliera “G.B. Grassi”, Roma Lorenzo Latella, Segretario Cittadinanzattiva Campania Marcello Pani, Direttore UOC Farmacia Policlinico Universitario Gemelli, Roma L’OMS definisce come aderenza terapeutica il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico riguardanti dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di una terapia per l’intera durata di essa. Ma il problema dell’aderenza terapeutica riguarda oltre i farmaci, ogni atto assistenziale volto a modificare le abitudini e la routine terapeutica dei pazienti, cosa che spesso incontra una forte resistenza al cambiamento non solo nel breve ma anche nel lungo termine. E questo purtroppo avviene sia che si tratti di pazienti acuti che di pazienti cronici (es° dal rispetto del corretto utilizzo delle terapie antinfettive a quello delle terapie per il diabete, la BPCO, le malattie cardiovascolari, etc). Dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed, poco più della metà dei pazienti (55,1%) affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità. Da studi osservazionali è emerso che oltre il 70% dei pazienti sospende il trattamento nei primi 6 mesi. Anche nel caso di altre patologie l’aderenza terapeutica si dimostra bassa in maniera allarmante: si parla, infatti, di appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi, il 60% per artrite reumatoide, 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo II, 36-40% per insufficienza cardiaca e solo il 13-18% per asma e BPCO. Per il futuro sarà interessante misurare questo fenomeno in alcune aree dell’ oncologia o in altre patologie complesse ad alto impatto assistenziale oramai cronicizzate come HIV, HCV e malattie epatiche collegate (es° Cirrosi). Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche si stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e che fra gli anziani le percentuali superino il 70% (OMS), questo ci fa comprendere la portata dello spreco generatosi per i notevoli costi clinici e sociali (ad es° dopo infarto cardiaco rispettare le indicazioni di assunzione dei farmaci prescritti riduce del 75% la probabilità di recidive). Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno mentre in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri dovuti a
IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE
Eventi L’OMS definisce come aderenza terapeutica il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico riguardanti dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di una terapia per l’intera durata di essa. Ma il problema dell’aderenza terapeutica riguarda oltre i farmaci, ogni atto assistenziale volto a modificare le abitudini e la routine terapeutica dei pazienti, cosa che spesso incontra una forte resistenza al cambiamento non solo nel breve ma anche nel lungo termine. E questo purtroppo avviene sia che si tratti di pazienti acuti che di pazienti cronici (es° dal rispetto del corretto utilizzo delle terapie antinfettive a quello delle terapie per il diabete, la BPCO, le malattie cardiovascolari, etc). Dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed, poco più della metà dei pazienti (55,1%) affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità. Da studi osservazionali è emerso che oltre il 70% dei pazienti sospende il trattamento nei primi 6 mesi. Anche nel caso di altre patologie l’aderenza terapeutica si dimostra bassa in maniera allarmante: si parla, infatti, di appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi, il 60% per artrite reumatoide, 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo II, 36-40% per insufficienza cardiaca e solo il 13-18% per asma e BPCO. Per il futuro sarà interessante misurare questo fenomeno in alcune aree dell’ oncologia o in altre patologie complesse ad alto impatto assistenziale oramai cronicizzate come HIV, HCV e malattie epatiche collegate (es° Cirrosi). Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche si stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e che fra gli anziani le percentuali superino il 70% (OMS), questo ci fa comprendere la portata dello spreco generatosi per i notevoli costi clinici e sociali (ad es° dopo infarto cardiaco rispettare le indicazioni di assunzione dei farmaci prescritti riduce del 75% la probabilità di recidive). Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno mentre in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri dovuti a questo problema. La stessa AIFA nel suo sito riporta che “La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società. Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie. L’aderenza alle terapie è pertanto fondamentale per la sostenibilità del SSN”. Le cause della mancata o della scarsa aderenza ai trattamenti sono di varia natura e comprendono tra gli esempi più comuni la complessità del trattamento, l’inconsapevolezza della malattia, il follow-up inadeguato, timore di potenziali reazioni avverse, il decadimento cognitivo e la depressione, la scarsa informazione in merito alla rilevanza delle terapie, il tempo mancante all’operatore sanitario spesso oberato
ISTANT WEBINAR – ANTICORPI MONOCLONALI
Eventi L’EMA, AIFA ed altre istituzioni internazionali e nazionali (NIH) si sono espresse sull’utilità dell’uso degli anticorpi monoclonali contro l’infezione da SARS COV 2.  Attualmente le linee guida e i trial in corso sdoganano l’impiego dei medesimi più come profilassi che come terapia nei pazienti con malattia grave e conclamata.  Così come gli antivirali, gli anticorpi monoclonali sono indicati in pazienti positivi entro 10 giorni dall’esordio dei sintomi e non in pazienti necessitanti di elevati volumi di ossigeno. Date le polemiche in corso sull’uso di queste terapie, Motore Sanità ha organizzato un talk webinar per un franco scambio di idee non basate sulla ricerca di visibilità ma sui dati scientifici disponibili sino ad ora e sulle prospettive future. L'articolo ISTANT WEBINAR – ANTICORPI MONOCLONALI proviene da www.motoresanita.it. Read More
Nuove evidenze nella gestione dei cateteri venosi periferici per ridurre il rischio di complicanze infettive
Eventi I cateteri venosi periferici (CVP) rappresentano dispositivi medici tra i più ampiamente diffusi in ambito sanitario. I numeri sono estremamente impattanti: circa 2MLD di cateteri venosi periferici vengono venduti in tutto il mondo ogni anno. A seconda della tipologia di impiego vi sono diversi dispositivi (CVP) la cui corretta scelta deve essere valutata in base a differenti parametri: valutazione del patrimonio venoso (sede di inserzione, calibro del vaso, cute circostante), condizioni cliniche generali, tempi di permanenza del dispositivo stimati, soluzioni da infondere, abilità e conoscenze dell’operatore. Molti CVP non rispettano il tempo di permanenza previsto a causa di complicanze prevenibili, come infezioni, occlusione, flebite, dislocazione e infiltrazione (fino al 35-50%).[1] La sostituzione inattesa del CVP provoca dolore e comporta costi aggiuntivi.[2] Inoltre, le infezioni del flusso sanguigno prolungano il ricovero e aumentano i costi di trattamento e la mortalità.[3] L’utilizzo dell’antisettico cutaneo con clorexidina gluconato (CHG) al 2% in alcool isopropilico (IPA) al 70% in applicatore monouso sterile ha ridotto il rischio di complicanze infettive (colonizzazione del catetere e infezione locale) del 92% rispetto allo iodopovidone (PVI) al 5% in all’etanolo al 69%. Colonizzazione del catetere: 0,9% n=4 contro 16,9% n=70. Infezione locale: 0% n=0 contro 1,2% n=6.[4] Un punto critico comune di particolare attenzione nell’uso di CVP è l’antisepsi ottimale della cute e le relative tipologie di dispositivi utilizzati per questa procedura, i quali possono ridurre il rischio infettivo. Per discutere di questo aspetto in particolare ed anche della gestione complessiva dei CVP in ambiente ospedaliero, Motore Sanità vuole creare un tavolo di lavoro interdisciplinare che possa valutare le ultime evidenze disponibili in letteratura e stabilire un percorso ideale per un corretto e sicuro utilizzo di CVP con particolare focus sulla antisepsi cutanea e la correlata riduzione del rischio di sviluppo di infezioni. [1] Helm RE, Klausner JD, Klemperer JD, Flint LM, Huang E. Accepted but unacceptable: peripheral IV catheter failure (Accettato ma inaccettabile: il fallimento del catetere endovenoso periferico). J Infus Nurs 2015; 38: 189-203. [2] Tuffaha HW, Rickard CM, Webster J, Marsh N, Gordon L, Wallis M, Scuffham PA. Cost-effectiveness analysis of clinically indicated versus routine replacement of peripheral intravenous catheters (Analisi costo-efficacia di cateteri endovenosi clinicamente indicati rispetto alla sostituzione di routine dei cateteri endovenosi periferici). Appl Health Econ Health Policy 2014; 12: 51-8. [3] Lim S, Gangoli G, Adams E, Hyde R, Broder MS, Chang E, Reddy SR, Tarbox MH, Bentley T, Ovington L, Danker W 3rd. Increased Clinical and economic burden associated with peripheral intravenous catheter-related complications: Analysis of a US hospital discharge database (Aumento del carico clinico ed economico associato alle complicanze correlate al catetere endovenoso periferico: analisi di un database di dimissioni ospedaliere degli Stati Uniti). Inquiry 2019; 56: 46958019875562. [4] Chlorhexidine plus alcohol versus povidone iodine plus alcohol, combined or not with innovative devices, for prevention of short-term peripheral venous catheter infection and failure (CLEAN 3 study): an investigator- initiated, open-label, single centre, randomised-controlled,two-by-two factorial trial       L'articolo ISTANT WEBINAR – ANTICORPI MONOCLONALI proviene da www.motoresanita.it. Read More
Nuove competenze per il management della farmacia ospedaliera
Eventi La figura professionale del farmacista ospedaliero, sta attraversando un cambiamento radicale che richiede nuove competenze tecniche a trecentosessanta gradi, oltre quelle scientifiche già acquisite attraverso il percorso di studi e di specializzazione. Il convegno si pone quindi l’obiettivo di:  
  • Individuare le principali aree di implementazione professionale indispensabili per il futuro ruolo di Manager di farmacia ospedaliera;
 
  • Sviluppare un collegamento a rete tra i partecipanti per la condivisione degli aspetti più utili su cui costruire un percorso formativo moderno e concreto;
 
  • Creare nuove competenze da applicare subito e su cui esercitare i propri Skills;
 
  • Produrre un documento di consenso semplice su quanto implementato durante la formazione.
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FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – PUGLIA
Eventi Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo LA RETE ONCOLOGICA STRUMENTO DI GOVERNO E DI PROGRAMMAZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – “Il diritto alla felicità” Federfarma, una nuova avventura
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata: Pietro Quaglino – Dermatologo presso l’Ospedale San Lazzaro della Città della Salute e della Scienza di Torino       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Da FedEmo la ricetta per gli emofilici ai tempi del Covid proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Aprile: il mese della prevenzione cerebrocardiovascolare
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Nicola Merlin, Presidente FEDER-A.I.P.A. Odv Nicoletta Reale, Presidente A.L.I.Ce. Italia Odv     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Da FedEmo la ricetta per gli emofilici ai tempi del Covid proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Da FedEmo la ricetta per gli emofilici ai tempi del Covid
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata: Cristina Cassone, Presidente FedEmo       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Da FedEmo la ricetta per gli emofilici ai tempi del Covid proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – RSA & Covid
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Giovanni Ricevuti, Former Full Professor of Geriatric and Emergency Medicine – University of Pavia Marco Santoro     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Da FedEmo la ricetta per gli emofilici ai tempi del Covid proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – “Il diritto alla felicità” Federfarma, una nuova avventura
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata:       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Da FedEmo la ricetta per gli emofilici ai tempi del Covid proviene da www.motoresanita.it. Read More
Patient Journey del paziente maculopatico
Eventi La maculopatia è caratterizzata dalla progressiva perdita della visione centrale, spesso bilaterale, che limita fortemente la funzione visiva. La maculopatia senile o degenerazione maculare legata all’età è la forma più frequente di maculopatia, che colpisce 25 – 30 milioni di persone nel mondo occidentale. Ma vi sono diverse altre forme di maculopatia come quella diabetica la cui incidenza in rapporto all’aumento della malattia diabete e all’aumento dell’invecchiamento della popolazione potrebbe prospettare scenari epidemiologici preoccupanti. Sarebbe utile poter programmare un servizio assistenziale nuovo che sia riorganizzato per far fronte a questi nuovi scenari? Le risposte al tavolo di esperti organizzato da Motore Sanità per proporre nuovi assetti organizzativi e confrontare le Best Practice presenti in Regione Piemonte. L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – DIABETE E SPORT proviene da www.motoresanita.it. Read More
LA MEDICINA DI PRECISIONE: UN NUOVO SNODO CHIAVE DEL PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO
Eventi In Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. I risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della medicina e della chirurgia, le nuove terapie contro il tumore, stanno mostrando effetti positivi sul decorso della malattia, allungando, la vita dei malati anche senza speranza di guarigione. Ma, se da una parte i vantaggi del progresso scientifico hanno cancellato l’ineluttabile equazione “cancro uguale morte”, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano: la presa in carico di questa patologia complessa, la revisione organizzativa necessaria ai sistemi assistenziali per rispondere efficacemente al nuovo scenario (dai MTB ai CAR T team), l’accesso rapido ed uniforme alle fortunatamente molte terapie innovative in alcuni casi “Breakthrough”, i sottovalutati o non-valutati problemi nutrizionali che moltissimi pazienti presentano. Senza dimenticare l’importanza della diagnosi precoce attraverso screening strutturati e l’attenzione agli stili di vita. In questo scenario, ancor più dopo l’esperienza della recente pandemia, il coordinamento tra centri Hub, Spoke e medicina territoriale, sta assumendo sempre più importanza nei processi organizzativi/gestionali sia per un accesso rapido alle cure appropriate che per un coerente utilizzo delle risorse. E per questo oltre lo sviluppo delle reti di patologia che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, già implementato in molte regioni, occorre oggi uno sforzo per formare la medicina di famiglia per un accesso rapido dei pazienti ai percorsi di diagnosi e cura e alla cogestione dei pazienti cronici, spesso gravati da polipatologie. Una buona stratificazione della popolazione, legata allo stato di salute, sarà così necessaria per evidenziare diversi livelli di complessità clinica/di fragilità e la conseguente chiara “presa in carico”. L’innovazione organizzativa e digitale necessaria, responsabilità di ogni singola regione, dovrebbe rappresentare una prima vera svolta realizzativa per facilitare tutto ciò. Il collegamento tra i principali attori clinici, dai centri ad alta specializzazione a quelli dei centri di primo e secondo livello fino oggi alla medicina territoriale, diventa un passaggio obbligato per una buona presa in carico. Il potenziamento delle reti di diagnostica di precisione attraverso un accentramento o un decentramento di alcuni servizi di anatomia patologica, la creazione dei Molecular Tumor Board daranno sostenibilità e chiarezza sulle migliori cure utilizzabili, riducendo sprechi e false aspettative. La formazione dei team multidisciplinari tra oncologi medici, chirurghi oncologi, anestesisti, nutrizionisti, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, bioinformatici, farmacisti, infermieri dovrà essere un punto di forza su cui costruire un nuovo sistema che dia rapido accesso a cure appropriate. La creazione di reti di nutrizione clinica in grado di lavorare a stretto contatto con i team multidisciplinari e la disponibilità sul territorio di terapie nutrizionali immunomodulanti potrebbero portare grandi vantaggi oltre che ai pazienti anche agli stessi clinici che vedrebbero miglioramenti nella prosecuzione dei trattamenti radio e chemioterapici e una netta diminuzione delle sospensioni degli stessi dovute a importante malnutrizione pregressa. La partnership con le aziende di settore per programmare la grande
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Psiconcologia: che cosa offre?
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: RICCARDO TORTA,  Dipartimento di Neuroscienze dell’ Università degli Studi di Torino       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – “Il diritto alla felicità” Federfarma, una nuova avventura proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  DIABETE E SPORT
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Marcello Grussu, Presidente ANIAD         Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – “Il diritto alla felicità” Federfarma, una nuova avventura proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Giuro di non dimenticare – Storie di medici ai tempi del Covid
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Guido Quici, Presidente Cimo       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – “Il diritto alla felicità” Federfarma, una nuova avventura proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – “Il diritto alla felicità” Federfarma, una nuova avventura
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata:       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – “Il diritto alla felicità” Federfarma, una nuova avventura proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata:       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – “Il diritto alla felicità” Federfarma, una nuova avventura proviene da www.motoresanita.it. Read More
FOCUS IPERCOLESTEROLEMIA
Eventi L’obiettivo dell’incontro è favorire la diffusione del documento regionale sull’impiego di nuove strategie terapeutiche autorizzate al trattamento dell’ipercolesterolemia primaria. Attraverso i professionisti del gruppo di lavoro che hanno direttamente contribuito alla stesura del documento (medici specialisti, farmacisti, medici di medicina generale, economisti), si intende stimolare un confronto sull’utilizzo delle strategie terapeutiche disponibili, sull’impatto che le nuove terapie potrebbero avere a livello sanitario regionale e sulle modalità di verifica dell’appropriatezza d’uso delle une e delle altre. L'articolo CANCRO & COVID L’EMERGENZA NELL’EMERGENZA proviene da www.motoresanita.it. Read More
IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE Lazio/Campania
Eventi L’OMS definisce come aderenza terapeutica il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico riguardanti dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di una terapia per l’intera durata di essa. Ma il problema dell’aderenza terapeutica riguarda oltre i farmaci, ogni atto assistenziale volto a modificare le abitudini e la routine terapeutica dei pazienti, cosa che spesso incontra una forte resistenza al cambiamento non solo nel breve ma anche nel lungo termine. E questo purtroppo avviene sia che si tratti di pazienti acuti che di pazienti cronici (es° dal rispetto del corretto utilizzo delle terapie antinfettive a quello delle terapie per il diabete, la BPCO, le malattie cardiovascolari, etc). Dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed, poco più della metà dei pazienti (55,1%) affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità. Da studi osservazionali è emerso che oltre il 70% dei pazienti sospende il trattamento nei primi 6 mesi. Anche nel caso di altre patologie l’aderenza terapeutica si dimostra bassa in maniera allarmante: si parla, infatti, di appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi, il 60% per artrite reumatoide, 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo II, 36-40% per insufficienza cardiaca e solo il 13-18% per asma e BPCO. Per il futuro sarà interessante misurare questo fenomeno in alcune aree dell’ oncologia o in altre patologie complesse ad alto impatto assistenziale oramai cronicizzate come HIV, HCV e malattie epatiche collegate (es° Cirrosi). Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche si stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e che fra gli anziani le percentuali superino il 70% (OMS), questo ci fa comprendere la portata dello spreco generatosi per i notevoli costi clinici e sociali (ad es° dopo infarto cardiaco rispettare le indicazioni di assunzione dei farmaci prescritti riduce del 75% la probabilità di recidive). Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno mentre in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri dovuti a questo problema. La stessa AIFA nel suo sito riporta che “La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società. Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie. L’aderenza alle terapie è pertanto fondamentale per la sostenibilità del SSN”. Le cause della mancata o della scarsa aderenza ai trattamenti sono di varia natura e comprendono tra gli esempi più comuni la complessità del trattamento, l’inconsapevolezza della malattia, il follow-up inadeguato, timore di potenziali reazioni avverse, il decadimento cognitivo e la depressione, la scarsa informazione in merito alla rilevanza delle terapie, il tempo mancante all’operatore sanitario spesso oberato
CANCRO & COVID L’EMERGENZA NELL’EMERGENZA
Eventi La cura dei tumori ha subito un rallentamento dovuto alla pandemia da Covid-19. Non solo gli interventi chirurgici sono stati rimandati nella prima ondata, non solo alcuni pazienti malati di tumore non si sono presentati negli ospedali a fare chemioterapia per paura del Covid-19, ma le liste d’attesa sono notevolmente aumentate a causa del carico di lavoro delle strutture ospedaliere e la riconversione di alcune di esse in Covid Hospital. Bisogna rimettere la cura dei tumori al centro dell’Agenda di Governo. Alcune ricerche europee considerando i dati degli ultimi mesi predicono nei prossimi anni  un aumento del 20% della mortalità dei pazienti colpiti da tumore a causa della pandemia. È quindi ora di tornare a discutere di queste tematiche mettendo insieme tutti gli attori della Sanità: dalle Istituzioni agli specialisti, fino ai rappresentati dei pazienti e i cittadini. Con CIPOMO, Motore Sanità organizza un Talk Web per riportare l’attenzione sulla cura, la diagnosi e la prevenzione dei tumori per superare le criticità dell’ultimo anno. L'articolo CANCRO & COVID L’EMERGENZA NELL’EMERGENZA proviene da www.motoresanita.it. Read More
Screening e prevenzione dell’ictus cerebrale FOCUS VENETO
Eventi Secondo quanto riporta il Ministero della Salute, in Italia, ogni anno, si verificherebbero 120.000 casi si ictus, di cui l’80% sono nuovi episodi e il restante 20% ricadute (cioè pazienti che hanno già sofferto di ictus in passato). Un ictus su 4 è causato dalla Fibrillazione Atriale ed il rischio aumenta con l’età del paziente. Il rischio di incorrere in un ictus non è uguale in tutti i soggetti ed aumenta con l’età avanzata, la presenza di diabete mellito, ipertensione arteriosa, riduzione della funzione di pompa del cuore, malattia delle arterie o in coloro che hanno già presentato una ischemia cerebrale. La fibrillazione atriale affligge circa 900.000 individui in Italia. Tra le persone di età maggiore di 40 anni, una su quattro potrà presentare nel corso della restante vita un episodio di Fibrillazione Atriale. A volte questo rimane l’unico evento, mentre in altri casi l’aritmia tende a ricorrere. Soprattutto nelle fasi iniziali, gli episodi tendono a interrompersi spontaneamente, di solito nel giro di un paio di giorni. Le caratteristiche della Fibrillazione Atriale variano da individuo a individuo. Alcune persone non manifestano alcun sintomo, spesso per anni, mentre per altre i sintomi cambiano di giorno in giorno, ragione per cui il trattamento congiunto dei sintomi e della fibrillazione atriale si rivela tutt’altro che semplice. L'articolo CANCRO & COVID L’EMERGENZA NELL’EMERGENZA proviene da www.motoresanita.it. Read More
FOCUS GROUP STATO DELL’ARTE LOTTA  ALL’ANTIBIOTICO RESISTENZA E ALLE ICA IN REGIONE  EMILIA-ROMAGNA
Eventi L’antibiotico-resistenza è cresciuto in quasi tutti i Paesi Ocse (23 su 26) con un incremento medio del 5%. Ma è cresciuta molto di più nel nostro Paese: da un dato intorno al 17% nel 2005 si è passati a un circa il 33% nel 2019. Con questi numeri l’Italia si piazza, come performance negativa, al terzo posto tra i Paesi Ocse, preceduta da Turchia e Grecia. Il consumo inappropriato degli antibiotici è segnalato essere tra le principali cause che determinano lo sviluppo di resistenze, l’Italia si colloca al sesto posto ed oltre la media OCSE. L’antibiotico-resistenza pesa come un macigno sulla sostenibilità dei sistemi sanitari e mette a rischio la vita di chi contrae infezioni. A livello globale circa 700 mila morti potrebbero essere causate ogni anno dai super batteri che non trovano più terapie disponibili. Gli ospedali spendono in media da 10 a 40 mila dollari (dati USA) per trattare un paziente colpito da batteri resistenti più i costi indiretti e perdita di produttività legati alla malattia e all’assenza dal lavoro. Solo il 50% delle infezioni correlate all’assistenza sono prevedibili e, le azioni messe in campo per implementare l’uso di sostanze idroalcoliche negli ospedali, ambulatori e RSA, la maggior attenzione a non interrompere la catena della sterilità nelle procedure sui pazienti, nonchè l’uso e i DPI potrebbe ridurre l’AR ma nello stesso tempo l’uso degli antibiotici nei pazienti COVID senza motivazioni adeguate, seppur comprensibile data la gravità pandemica, la potrebbe aumentare. Al momento diventa fondamentale applicare appieno quanto previsto dal PNCAR nella sua articolazione regionale e sostenere la ricerca e l’utilizzo di nuovi antibiotici in grado di superare le resistenze dei super batteri, tenendo conto dei costi evitabili e delle vite risparmiate. Motore Sanità organizza un tavolo tecnico via webinar nella Regione Emilia Romagna con l’obiettivo di mettere a confronto i policy maker regionali per verificare i possibili colli di bottiglia assistenziali e identificare le azioni vincenti condivise e implementabili per raggiungere gli obiettivi previsti nel PNCAR regionale. L'articolo CANCRO & COVID L’EMERGENZA NELL’EMERGENZA proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Intelligenza artificiale e prevenzione: la promessa e i pericoli
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: DANIELE REGGE, Professore Associato, Università di Torino, Facoltà di Medicina e Chirurgia e Direttore dell’Unità di Radiologia – Istituto di Candiolo, Candiolo-FPO-IRCCS, Torino     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Intelligenza artificiale e prevenzione: la promessa e i pericoli proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Cancro e Covid
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: Livio Blasi, Presidente CIPOMO       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Intelligenza artificiale e prevenzione: la promessa e i pericoli proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Malattie reumatologiche e piano vaccinale
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata:       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Intelligenza artificiale e prevenzione: la promessa e i pericoli proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – DIABETE ITALIA
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata:         Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Intelligenza artificiale e prevenzione: la promessa e i pericoli proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Progetto Mimosa: Campagna di sostegno e prevenzione contro la violenza sulle donne
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata:       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Intelligenza artificiale e prevenzione: la promessa e i pericoli proviene da www.motoresanita.it. Read More
Focus Interstiziopatie Polmonari – Toscana
Eventi Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE – Tavola parallela proviene da www.motoresanita.it. Read More
IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE – Tavola parallela
Eventi Programma Tavola parallela: IL VALORE DELL’ADERENZA NEI MODELLI ORGANIZZATIVI Gianni Amunni, Direttore Generale Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (ISPRO) Regione Toscana Anna Baldini, Segretario Regionale Cittadinanzattiva Emilia Romagna Immacolata Cacciapuoti, Servizio Assistenza Territoriale, Area “Sviluppo e Monitoraggio Case della Salute, Cure Intermedie, Gestione della Cronicità”, Regione Emilia-Romagna Giuliano Ermini, Presidente SIMG  Bologna Achille Gallina Toschi, Presidente Federfarma Emilia-Romagna Giancarlo Landini, Direttore Dipartimento Medicina e specialistiche Mediche USL Toscana Centro Carmine Pinto,Direttore Dipartimento Oncologico e Tecnologie Avanzate, IRCCS Istituto in Tecnologie Avanzate e Modelli Assistenziali in Oncologia, Reggio Emilia Mauro Ruggeri, Medico di Medicina Generale Responsabile Sede Nazionale SIMG Giuseppe Taurino, Direttore Dipartimento Farmaceutico USL Toscana Nord Ovest Andrea Ungar, Direttore Geriatria e Cardiologia Geriatrica AOU Careggi – Presidente G.I.M.S.I. L'articolo IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE – Tavola parallela proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Patenti e assicurazioni per le persone con diabete
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata: Stefano Nervo, Presidente Diabete Italia     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Tumore al seno: le cause e i possibili fattori preventivi proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Tumore al seno: le cause e i possibili fattori preventivi
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: OSCAR BERTETTO, Presidente del Comitato Scientifico dell’Associazione Prevenzione Tumori e Direttore della Rete Oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta LILIANA CARBONE, Consigliere Associazione Prevenzione Tumori GIULIA GIODA, Consigliere Associazione Prevenzione Tumori   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Tumore al seno: le cause e i possibili fattori preventivi proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Alzheimer e Piano vaccinale Covid
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata: Mario Possenti, Segretario generale della Federazione Alzheimer Italia     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Tumore al seno: le cause e i possibili fattori preventivi proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Vaccini in farmacia: il farmacista vaccinatore.
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata:       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Tumore al seno: le cause e i possibili fattori preventivi proviene da www.motoresanita.it. Read More
Academy Motore Sanità Tech
Eventi Il periodo emergenziale che il mondo sta vivendo ha evidenziato la necessità che il servizio sanitario nazionale e regionale abbia una rete vera che sia in grado di mettere a sistema l’interdisciplinarietà fra tutti gli attori che intervengono nel percorso di cura e di prevenzione.  Ciò al fine di predisporre un equilibrato rapporto tra medico, strutture sanitarie ed ospedali che abbia come obiettivo la salute del paziente/assistito/cittadino.  La capacità di rispondere in modo efficace all’emergenza sanitaria passa dalla capacità dei territori di garantire il rapporto diretto ed immediato con il bisogno che si genera sul territorio stesso. Questo fenomeno si definisce “resilienza”. Abbiamo scoperto, o riscoperto, che questo è fattore critico di successo. Infatti la resilienza del sistema sanitario nell’interesse degli assistiti e del paziente è vincolata dal rapporto medico-strutture e dalla nascita di un network vero ed operativo, che consenta ai pazienti ed agli assistiti di essere presi in carico nel momento in cui il bisogno si genera. Tutto ciò è ancora più significativo quando si tratta di gestione dei percorsi dei pazienti cronici o fragili. La scoperta delle tecnologie ed il supporto fornito dalle stesse per agire come network è stata “quasi” la rivoluzione del periodo pandemico che il mondo sta attraversando. In modo caotico e disordinato sono state utilizzate le tecnologie che fino a pochi istanti prima si sapeva esistessero ma che per criticità, spesso di natura burocratica/amministrativa, non si erano mai adottate o si erano adottate solo marginalmente. Il sistema nel suo complesso, pur non formato e preparato all’adozione di queste soluzioni, ha reagito positivamente introducendo un mix di tecnologie e di modelli organizzativi che hanno dimostrato di saper dare risposte ai bisogni reali, anche se in maniera frammentata.
Il sistema ha semplificato le procedure ed agito per il bene, tralasciando burocrazia ed ostacoli culturali, dando vita ad un nuovo modello funzionale e funzionante, inconsapevolmente declinato.
Il sistema ha scoperto il valore della resilienza. Ed è la resilienza stessa ad essere valore aggiunto per ogni processo, oltre che ad essere un fattore critico di successo per la competitività del territorio.
Tutto ciò necessita di una formazione degli operatori e dei manager sanitari che abbia come obiettivo l’empowerment, con lo scopo di generare tra i partecipanti la capacità di essere facilitatori e divulgatori dei nuovi paradigmi del sistema. Nasce così l’Academy di alta formazione con il fine di sviluppare e realizzare modelli organizzativi e gestionali nei quali le tecnologie, informatiche ed innovative per la Sanità, sono strumenti a supporto degli operatori medici, infermieri e dei manager della Sanità. L’Academy ha lo scopo di fornire gli strumenti per poter conoscere e capire meglio il “mondo tecnologico” a supporto del sistema sanitario. Un altro scopo è inoltre far comprendere come l’organizzazione che ruota intorno al sistema sanitario agisce ed interagisce per un obiettivo comune: un out migliore per il paziente. L’Academy vuole fare chiarezza su cosa c’è a disposizione, su quali sono le norme ed i regolamenti, su chi definisce le regole e i modelli che impattano sul
IMPATTO ORGANIZZATIVO DELLE TERAPIE PER LA CURA DELLE INFEZIONI VIRALI DA COVID
Eventi I webinar proposti prendono spunto dalle sollecitazioni provocate dalle tematiche legate alla lotta contro il virus Covid, ma vertono essenzialmente sull’impatto organizzativo del trattamento dei pazienti nell’ambito della continuità ospedale-territorio. È infatti ormai acclarato che l’opportunità terapeutica dell’utilizzo degli antivirali è tanto più efficace quanto prima si utilizzano tali rimedi sin dalle prime fasi dall’insorgenza dell’infezione. Impossibile ignorare perciò anche il forte impatto che tale sistema avrebbe sull’organizzazione del patient journey e quindi sull’ospedalizzazione dei pazienti affetti da tali patologie. Ad oggi la terapia viene fornita solo in ospedale e di conseguenza in fasi più avanzate della malattia; ciò fa sì che venga somministrata a pazienti più gravi e che già sono entrati nella struttura ospedaliera. La riflessione di fondo che le sessioni di lavoro che si succederanno nei webinar vogliono approfondire, verte su come la somministrazione della terapia sul territorio sin dalle prime fasi dell’insorgenza della patologia possa essere utile da un lato per far star meglio i pazienti e non farli progredire verso stadi più gravi della malattia e dall’altro consentirebbe a meno pazienti di dover ricorrere alle cure ospedaliere, inoltre in ospedale oltre che meno pazienti, arriverebbero pazienti in condizioni mediamente meno gravi. Evidenze cliniche mostrano pertanto una riduzione della progressione dell’infezione, una velocità di recupero maggiore e di conseguenza minor ricorso all’ospedalizzazione dei pazienti e riduzione dei ricoveri in terapia intensiva. Quindi minor afflusso di pazienti in ospedale, un turn over maggiore e un outcome più soddisfacente. Il corretto utilizzo di queste opzioni terapeutiche migliora pertanto le prestazioni ospedaliere. I webinar vogliono mettere a confronto clinici, decisori, economisti sanitari e referenti delle società scientifiche per provare a pensare una revisione dei percorsi della presa in carico dei pazienti che alla luce delle evidenze terapeutiche adesso in nostro possesso, si rivela quanto mai necessaria. L'articolo FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI – PUGLIA proviene da www.motoresanita.it. Read More
LA RETE ONCOLOGICA STRUMENTO DI GOVERNO E DI PROGRAMMAZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE
Eventi n Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. I risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della medicina e della chirurgia, le nuove terapie contro il tumore, stanno mostrando effetti positivi sul decorso della malattia, allungando, la vita dei malati anche senza speranza di guarigione. Ma, se da una parte i vantaggi del progresso scientifico hanno cancellato l’ineluttabile equazione “cancro uguale morte”, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano: la presa in carico di questa patologia complessa, la revisione organizzativa necessaria ai sistemi assistenziali per rispondere efficacemente al nuovo scenario (dai MTB ai CAR T team), l’accesso rapido ed uniforme alle fortunatamente molte terapie innovative in alcuni casi “Breakthrough”, i sottovalutati o non-valutati problemi nutrizionali che moltissimi pazienti presentano. Senza dimenticare l’importanza della diagnosi precoce attraverso screening strutturati e l’attenzione agli stili di vita. In questo scenario, ancor più dopo l’esperienza della recente pandemia, il coordinamento tra centri Hub, Spoke e medicina territoriale, sta assumendo sempre più importanza nei processi organizzativi/gestionali sia per un accesso rapido alle cure appropriate che per un coerente utilizzo delle risorse. E per questo oltre lo sviluppo delle reti di patologia che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, già implementato in molte regioni, occorre oggi uno sforzo per formare la medicina di famiglia per un accesso rapido dei pazienti ai percorsi di diagnosi e cura e alla cogestione dei pazienti cronici, spesso gravati da polipatologie. Una buona stratificazione della popolazione, legata allo stato di salute, sarà così necessaria per evidenziare diversi livelli di complessità clinica/di fragilità e la conseguente chiara “presa in carico”. L’innovazione organizzativa e digitale necessaria, responsabilità di ogni singola regione, dovrebbe rappresentare una prima vera svolta realizzativa per facilitare tutto ciò. Il collegamento tra i principali attori clinici, dai centri ad alta specializzazione a quelli dei centri di primo e secondo livello fino oggi alla medicina territoriale, diventa un passaggio obbligato per una buona presa in carico. Il potenziamento delle reti di diagnostica di precisione attraverso un accentramento o un decentramento di alcuni servizi di anatomia patologica, la creazione dei Molecular Tumor Board daranno sostenibilità e chiarezza sulle migliori cure utilizzabili, riducendo sprechi e false aspettative. La formazione dei team multidisciplinari tra oncologi medici, chirurghi oncologi, anestesisti, nutrizionisti, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, bioinformatici, farmacisti, infermieri dovrà essere un punto di forza su cui costruire un nuovo sistema che dia rapido accesso a cure appropriate. La creazione di reti di nutrizione clinica in grado di lavorare a stretto contatto con i team multidisciplinari e la disponibilità sul territorio di terapie nutrizionali immunomodulanti potrebbero portare grandi vantaggi oltre che ai pazienti anche agli stessi clinici che vedrebbero miglioramenti nella prosecuzione dei trattamenti radio e chemioterapici e una netta diminuzione delle sospensioni degli stessi dovute a importante malnutrizione pregressa. La partnership con le aziende di settore per programmare la grande
CANCRO E COVIDL’EMERGENZA NELL’EMERGENZA
Eventi L’emergenza oncologica è una realtà preoccupante su cui stanno riflettendo e proponendo soluzioni le principali società scientifiche e i rappresentanti dei pazienti e cittadini. L’interruzione o il rallentamento per mesi degli screening, degli interventi chirurgici, dei trattamenti radioterapici, delle terapie palliative e dei supporti psicologici a causa della pandemia, inciderà in maniera preoccupante sugli outcomes dei pazienti. Il piano oncologico europeo e quello nazionale con rispettivi ordini del giorno sul futuro dell’oncologia e dell’emergenza oncologica, delineano le linee di intervento e le proposte per riorganizzare i processi nell’era intra e post pandemica, ma gli obiettivi delineati possono essere raggiunti solo se la coscienza dei problemi sia uniforme in tutti i livelli istituzionali a partire dalle Regioni. Per questi motivi Motore Sanità e FAVO in sintonia con tutti gli stakeholder del settore si uniscono per ricordare l’urgenza nell’affrontare i temi e le opzioni delle due risoluzioni recentemente approvate all’unanimità alla Camera e al Senato. L'articolo CANCRO E COVIDL’EMERGENZA NELL’EMERGENZA proviene da www.motoresanita.it. Read More
FOCUS PIEMONTE INTERSTIZIOPATIE POLMONARI
Eventi Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Alleati per il bene dei pazienti: Lega Italiana Fibrosi Cistica e Federfarma insieme per sostenere il progetto CASE LIFC proviene da www.motoresanita.it. Read More
IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI DAL BISOGNO ALL’AZIONE
Eventi L’OMS definisce come aderenza terapeutica il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico riguardanti dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di una terapia per l’intera durata di essa. Ma il problema dell’aderenza terapeutica riguarda oltre i farmaci, ogni atto assistenziale volto a modificare le abitudini e la routine terapeutica dei pazienti, cosa che spesso incontra una forte resistenza al cambiamento non solo nel breve ma anche nel lungo termine. E questo purtroppo avviene sia che si tratti di pazienti acuti che di pazienti cronici (es° dal rispetto del corretto utilizzo delle terapie antinfettive a quello delle terapie per il diabete, la BPCO, le malattie cardiovascolari, etc). Dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed, poco più della metà dei pazienti (55,1%) affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità. Da studi osservazionali è emerso che oltre il 70% dei pazienti sospende il trattamento nei primi 6 mesi. Anche nel caso di altre patologie l’aderenza terapeutica si dimostra bassa in maniera allarmante: si parla, infatti, di appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi, il 60% per artrite reumatoide, 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo II, 36-40% per insufficienza cardiaca e solo il 13-18% per asma e BPCO. Per il futuro sarà interessante misurare questo fenomeno in alcune aree dell’ oncologia o in altre patologie complesse ad alto impatto assistenziale oramai cronicizzate come HIV, HCV e malattie epatiche collegate (es° Cirrosi). Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche si stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e che fra gli anziani le percentuali superino il 70% (OMS), questo ci fa comprendere la portata dello spreco generatosi per i notevoli costi clinici e sociali (ad es° dopo infarto cardiaco rispettare le indicazioni di assunzione dei farmaci prescritti riduce del 75% la probabilità di recidive). Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno mentre in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri dovuti a questo problema. La stessa AIFA nel suo sito riporta che “La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società. Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie. L’aderenza alle terapie è pertanto fondamentale per la sostenibilità del SSN”. Le cause della mancata o della scarsa aderenza ai trattamenti sono di varia natura e comprendono tra gli esempi più comuni la complessità del trattamento, l’inconsapevolezza della malattia, il follow-up inadeguato, timore di potenziali reazioni avverse, il decadimento cognitivo e la depressione, la scarsa informazione in merito alla rilevanza delle terapie, il tempo mancante all’operatore sanitario spesso oberato
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  “La tutela della salute: lavori in corso”
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata: CARLO BOTTARI, Professore ordinario di diritto costituzionale e di diritto sanitario nell’Alma Mater-Università di Bologna e nella Sapienza-Università di Roma       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Alleati per il bene dei pazienti: Lega Italiana Fibrosi Cistica e Federfarma insieme per sostenere il progetto CASE LIFC proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Il tumore della prostata: diagnosi e terapia contro un tumore che conta sempre più nuovi casi
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: GIOVANNI MUTO, Professore ordinario di Urologia-Humanitas University (Mi) e Direttore Urologia Ospedale Humanitas Gradenigo di Torino GIOVANNA SERENI,  Consigliere Associazione Prevenzione Tumori     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Alleati per il bene dei pazienti: Lega Italiana Fibrosi Cistica e Federfarma insieme per sostenere il progetto CASE LIFC proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – “Sindrome post Covid”
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: UMBERTO TIRELLI, Direttore Clinica Tirelli Medical Group Pordenone ADRIANO VAGHI, Presidente AIPO – Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Alleati per il bene dei pazienti: Lega Italiana Fibrosi Cistica e Federfarma insieme per sostenere il progetto CASE LIFC proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Diabete e Scuola
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata: RITA LIDIA STARA, Presidente Federazione Diabete Emilia-Romagna e Comitato Etico ER
    Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Alleati per il bene dei pazienti: Lega Italiana Fibrosi Cistica e Federfarma insieme per sostenere il progetto CASE LIFC proviene da www.motoresanita.it. Read More
CURA DEL DIABETE E MMG: un attore chiave del processo di cura con le armi spuntate
Eventi I cambiamenti di scenario avvenuti con la recente pandemia hanno messo in luce la fragilità della presa in carico territoriale. Ma ad una prima impressione sembra che la lezione Covid sull’importanza di un Medicina territoriale efficace e fornita dei giusti strumenti resti inascoltata. “Abbiamo scritto l’impossibile ma realizzato poco …. occorre ora trasformare tutto in operatività”. Questo il monito condiviso da tutto il panel presente per celebrare la Giornata Mondiale del diabete 2020. Alcuni punti discussi:
  • Riorganizzare il sistema assistenziale sul diabete, riconosciuto da tutti come l’epidemia planetaria del XXI secolo.
  • Covid-19 ha drammaticamente mostrato la necessità IMPROROGABILE di dare accesso da parte della medicina territoriale all’innovazione. Lo scenario attuale priva la medicina di famiglia di questo diritto, creando un disallineamento chiaro rispetto alle evidenze scientifiche ed alle indicazioni delle linee guida (es° sottoutilizzo dei farmaci SGLT2, DPP4 e GLP1 per il Diabete molti dei quali in commercio da oltre un decennio e oramai prossimi alla scadenza brevettuale). Questo oltre che rallentare i benefici di salute e causare un potenziale rischio sui pazienti con conseguente aumento dei costi socio-assistenziali, evidenzia anche come l’innovazione di valore documentata dalla EBM venga ancora valutata per silos di spesa, perdendo completamente di vista il reale impatto che questa può avere sull’intero percorso di cura.
  • Il MMG deve tornare ad essere prescrittore anziché trascrittore. Non è comprensibile come le prescrizioni dei farmaci (innovativi o meno) siano valutate in termini di specialista che possa effettuarle anziché in termini di appropriatezza. I benefici di questo cambiamento sono evidenti: ridotti tempi di adesione alle indicazioni delle linee guida, inutili e gravosi tour dei pazienti per ottenere le terapie (o semplicemente il rinnovo di queste). Se si pensa di riportare il territorio ad essere centrale nella gestione delle cronicità diabete come è giustificabile questo scenario e come si può pensare ad una presa in carico efficace e tempestiva con cure adeguate?
  • Sburocratizzare e semplificare: un es° fra tutti l’eliminazione immediata dei piani terapeutici sui farmaci cosiddetti “innovativi” per il diabete, molti dei quali oramai prossimi alla genericazione. La trascrizione di questi, da rinnovare periodicamente per pazienti spesso in terapia da anni, rappresenta un inutile impegno per i pazienti ed i familiari (logistica, trasferimenti, perdita di produttività, etc), una perdita di tempo utile per il medico curante sottratto al controllo clinico, in un momento in cui la carenza di personale e di tempo, crea già congestione sulle liste d’attesa nei centri specialistici e negli ambulatori territoriali.
Per avere risposte su questi interrogativi le Associazioni di pazienti in primis insieme a tutti gli Stakeholders di sistema, chiedono alle Istituzioni deputate un confronto aperto oramai non più rimandabile. L'articolo LA RETE ONCOLOGICA STRUMENTO DI GOVERNO E DI PROGRAMMAZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE proviene da www.motoresanita.it. Read More
FOCUS FEGATO E AUTOIMMUNITÀ
Eventi Le malattie epatiche autoimmuni insorgono quando il sistema immunitario, per ragioni ancora poco conosciute, aggredisce il fegato con una reazione anomala che provoca un’infiammazione cronica e progressiva. In assenza di presa in carico e adeguato trattamento, questa condizione porta a cirrosi e insufficienza epatica. Se ne distinguono almeno 4 forme, più o meno rare: l’epatite autoimmune, la colangite biliare primitiva, la colangite sclerosante primitiva e la colangite IgG4-positiva. Queste situazioni patologiche sono di complessa gestione poiché spesso si associano ad altre patologie autoimmuni, come l’artrite reumatoide, la sclerosi sistemica, la sindrome di Sjögren, la sindrome CREST (calcinosi della cute, fenomeno di Raynaud, disturbi della motilità esofagea, sclerodattilia, telangiectasia) la tiroidite autoimmune e l’acidosi tubulare renale. Nei pazienti asintomatici, una buona parte di queste patologie viene diagnosticata incidentalmente quando i test di funzionalità epatica risultano alterati. In termini di incidenza tra le forme più o meno rare di queste patologie, la colangite biliare primitiva è delle più diffuse. Si tratta di una malattia cronica caratterizzata dalla progressiva distruzione dei dotti biliari intraepatici che colpisce maggiormente le donne di media età, tra i 40 e i 60 anni (ma può svilupparsi tra i 35-70) interessando più membri all’interno della stessa famiglia. Alla prima osservazione può essere anch’essa asintomatica, evidenziando solamente astenia o sintomi di colestasi, ma se in fase avanzata di cirrosi può presentare già ipertensione portale, ascite, encefalopatia epatica. Una volta che sviluppati i sintomi, l’aspettativa media di vita è di 10 anni. L'articolo LA RETE ONCOLOGICA STRUMENTO DI GOVERNO E DI PROGRAMMAZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE proviene da www.motoresanita.it. Read More
Academy Tech-HOME CARE  Modelli socio-sanitari di resilienza territoriale, l’innovazione cambia il rapporto sanità-paziente: piattaforme tecnologiche, IA e blockchain
Eventi Il periodo emergenziale che il mondo sta vivendo ha evidenziato la necessità che il servizio sanitario nazionale e regionale abbia una rete vera che sia in grado di mettere a sistema l’interdisciplinarietà fra tutti gli attori che intervengono nel percorso di cura e di prevenzione.  Ciò al fine di predisporre un equilibrato rapporto tra medico, strutture sanitarie ed ospedali che abbia come obiettivo la salute del paziente/assistito/cittadino.  La capacità di rispondere in modo efficace all’emergenza sanitaria passa dalla capacità dei territori di garantire il rapporto diretto ed immediato con il bisogno che si genera sul territorio stesso. Questo fenomeno si definisce “resilienza”. Abbiamo scoperto, o riscoperto, che questo è fattore critico di successo. Infatti la resilienza del sistema sanitario nell’interesse degli assistiti e del paziente è vincolata dal rapporto medico-strutture e dalla nascita di un network vero ed operativo, che consenta ai pazienti ed agli assistiti di essere presi in carico nel momento in cui il bisogno si genera. Tutto ciò è ancora più significativo quando si tratta di gestione dei percorsi dei pazienti cronici o fragili. La scoperta delle tecnologie ed il supporto fornito dalle stesse per agire come network è stata “quasi” la rivoluzione del periodo pandemico che il mondo sta attraversando. In modo caotico e disordinato sono state utilizzate le tecnologie che fino a pochi istanti prima si sapeva esistessero ma che per criticità, spesso di natura burocratica/amministrativa, non si erano mai adottate o si erano adottate solo marginalmente. Il sistema nel suo complesso, pur non formato e preparato all’adozione di queste soluzioni, ha reagito positivamente introducendo un mix di tecnologie e di modelli organizzativi che hanno dimostrato di saper dare risposte ai bisogni reali, anche se in maniera frammentata.
Il sistema ha semplificato le procedure ed agito per il bene, tralasciando burocrazia ed ostacoli culturali, dando vita ad un nuovo modello funzionale e funzionante, inconsapevolmente declinato.
Il sistema ha scoperto il valore della resilienza. Ed è la resilienza stessa ad essere valore aggiunto per ogni processo, oltre che ad essere un fattore critico di successo per la competitività del territorio.
Tutto ciò necessita di una formazione degli operatori e dei manager sanitari che abbia come obiettivo l’empowerment, con lo scopo di generare tra i partecipanti la capacità di essere facilitatori e divulgatori dei nuovi paradigmi del sistema. Nasce così l’Academy di alta formazione con il fine di sviluppare e realizzare modelli organizzativi e gestionali nei quali le tecnologie, informatiche ed innovative per la Sanità, sono strumenti a supporto degli operatori medici, infermieri e dei manager della Sanità. L’Academy ha lo scopo di fornire gli strumenti per poter conoscere e capire meglio il “mondo tecnologico” a supporto del sistema sanitario. Un altro scopo è inoltre far comprendere come l’organizzazione che ruota intorno al sistema sanitario agisce ed interagisce per un obiettivo comune: un out migliore per il paziente. L’Academy vuole fare chiarezza su cosa c’è a disposizione, su quali sono le norme ed i regolamenti, su chi definisce le regole e i modelli che impattano sul
STRATEGIE SANITARIE DI PREVENZIONE DELL’ICTUS: COME OTTIMIZZARE LA PREVENZIONE PER UNA POPOLAZIONE PIÙ SANA
Eventi In un quadro epidemiologico oggi aggravato dal diffondersi dell’epidemia COVID-19, l’impatto di patologie croniche o di eventi acuti con alto tasso di letalità risulta ancora più critico per le famiglie e il Servizio Sanitario Nazionale. Ogni anno si registrano almeno 100.000 nuovi ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, circa un terzo delle persone colpite non sopravvive a un anno dall’evento, mentre un altro terzo sopravvive con una significativa invalidità: il numero di persone che attualmente vive in Italia con gli esiti invalidanti di un ictus ha raggiunto la cifra record di quasi un milione (Rapporto 2018 Ictus). Il carico della malattia sul sistema sanitario è dunque evidente: rilevazioni della Stroke Alliance for Europe (SAFE) hanno infatti stimato come, già nel 2017, l’impatto economico dell’ictus nell’Unione Europea ammontasse a 60 miliardi di euro, con un fortissimo sbilanciamento dei costi a favore di ospedalizzazioni d’emergenza, trattamenti in acuzie e riabilitazione, e potrebbe arrivare a 86 miliardi di euro nel 2040. Il carico economico risulta inoltre particolarmente gravoso anche sui pazienti ed i propri familiari in Italia l’ictus è oggi la prima causa di disabilità, con un elevato livello di perdita di autonomia e un progressivo percorso di spesa per cure riabilitative ed assistenza. La combinazione di questi fattori sociali ed economici rende pertanto non derogabile un’azione decisa verso la prevenzione dell’insorgenza dell’ictus, che intervenga tanto sulla prevenzione primaria dei fattori di rischio quanto sulla tempestiva e corretta diagnosi di patologie correlate all’ictus. Di tutto questo si parlerà durante il webinar di Motore Sanità. L'articolo STRATEGIE SANITARIE DI PREVENZIONE DELL’ICTUS: COME OTTIMIZZARE LA PREVENZIONE PER UNA POPOLAZIONE PIÙ SANA proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  ALOMAR – Associazione Lombarda Malati Reumatici: il nostro impegno per dare voce alle malattie reumatologiche
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: MARIA GRAZIA PISU, Presidente ALOMAR ODV SILVIA OSTUZZI, Project Manager ALOMAR ODV     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Sarcomi dei tessuti molli: è possibile la prevenzione? proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Sarcomi dei tessuti molli: è possibile la prevenzione?
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: ALESSANDRO COMANDONE, Direttore dell’Oncologia Medica dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e dell’Asl Città di Torino CLAUDIA BARBA,Consigliere Associazione Prevenzione Tumori     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Sarcomi dei tessuti molli: è possibile la prevenzione? proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Pandemia. Laboratorio di comunicazione pubblica
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata: STEFANO ROLANDO, Università IULM di Milano     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Sarcomi dei tessuti molli: è possibile la prevenzione? proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – EDIZIONE SPECIALE WINTER SCHOOL
Eventi Innovazione farmacologica e appropriatezza di accesso: diritti/doveri del cittadino/paziente malato oncologico   Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! INTERVENGONO: Giorgio Albè, Avvocato Studio A&A Gianni Amunni, Direttore Generale ISPRO e Responsabile  Rete Oncologica Regione Toscana Ines Pisano, Magistrato TAR Lazio     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Sarcomi dei tessuti molli: è possibile la prevenzione? proviene da www.motoresanita.it. Read More
TERAGNOSTICA SFIDE DI  OGGI E PROSPETTIVE FUTURE
Eventi L’interesse per l’utilizzo dei radioisotopi per il trattamento di varie malattie ha una storia lunga e parallela all’isolamento della radiazione da parte di Marie e Pierre Curie nella prima metà del XX secolo. La capacità di comprendere e utilizzare la radiazione ha consentito di utilizzarla come un potenziale trattamento per molte malattie incurabili. Le nuove frontiere della medicina oncologica sono ora la progettazione e lo sviluppo di nuove classi di composti radiometabolici che combinano le potenzialità dell’imaging diagnostico con quelle della terapia: la teragnostica. L’approccio teragnostico permette di ottimizzare la gestione clinica delle patologie oncologiche, poiché sin dalla fase diagnostica è possibile migliorare la stadiazione della patologia, selezionare i pazienti non responder, definire le terapie successive ed il follow-up. In questo ambito i recenti progressi compiuti dalla ricerca hanno portato all’approvazione della prima terapia radiorecettoriale per la presa in carico dei pazienti affetti da tumori neuroendocrini (NET). La teragnostica basata su Gallio-68 e Lutezio-177 può ora svolgere un ruolo importante sia nella diagnosi che nella cura di questi tumori. I tumori neuroendocrini sono relativamente rari e rappresentano meno dello 0,5 per cento di tutti i tumori maligni. In Italia si registrano 4-5 nuovi casi ogni 100.000 persone, sono tumori a bassa incidenza ma ad alta prevalenza poiché rispetto ad altri tipi di tumori i pazienti sono pochi, ma convivono per molti anni con la malattia. Ma negli ultimi i NET anni hanno mostrato un sensibile aumento in termini di frequenza: la loro incidenza è quasi raddoppiata nel corso degli ultimi 30 anni. Spesso vengono diagnosticati in fase avanzata di malattia e il trattamento raccomandato in questa fase è rappresentato da analoghi della somatostatina (SSA); per i tumori neuroendocrini in progressione da SSA, tuttavia, lo scenario terapeutico è in veloce evoluzione. L’obiettivo della giornata è discutere con un approccio multidisciplinare dello stato dell’arte della teragnostica in Italia. In particolare ci si soffermerà sulle dinamiche che governano l’accesso da parte dei cittadini/pazienti a tali terapie innovative, le cui caratteristiche ne determinano un utilizzo appropriato e personalizzato in relazione alle caratteristiche del paziente. L’analisi dell’attuale gestione e governance della teragnostica rappresenterà dunque la base per stabilire la necessità delle strutture ospedaliere e dei SSR al fine di poter introdurre la teragnostica nella pratica clinica: legislazione, infrastrutture ospedaliere (posti letto radio protetti), personale, DRG (sistemi di rimborso e rendicontazione). Motore Sanità ha organizzato un road show in alcune regioni per verificare i punti di forza e di criticità dell’applicazione della teragnostica in generale ed in particolare nei NET, al fine di verificarne l’impatto terapeutico e la sua collocazione all’interno delle reti oncologiche. L'articolo Winter School 2021 – Speciale Mondo Sanità proviene da www.motoresanita.it. Read More
TERAGNOSTICA SFIDE DI  OGGI E PROSPETTIVE FUTURE
Eventi L’interesse per l’utilizzo dei radioisotopi per il trattamento di varie malattie ha una storia lunga e parallela all’isolamento della radiazione da parte di Marie e Pierre Curie nella prima metà del XX secolo. La capacità di comprendere e utilizzare la radiazione ha consentito di utilizzarla come un potenziale trattamento per molte malattie incurabili. Le nuove frontiere della medicina oncologica sono ora la progettazione e lo sviluppo di nuove classi di composti radiometabolici che combinano le potenzialità dell’imaging diagnostico con quelle della terapia: la teragnostica. L’approccio teragnostico permette di ottimizzare la gestione clinica delle patologie oncologiche, poiché sin dalla fase diagnostica è possibile migliorare la stadiazione della patologia, selezionare i pazienti non responder, definire le terapie successive ed il follow-up. In questo ambito i recenti progressi compiuti dalla ricerca hanno portato all’approvazione della prima terapia radiorecettoriale per la presa in carico dei pazienti affetti da tumori neuroendocrini (NET). La teragnostica basata su Gallio-68 e Lutezio-177 può ora svolgere un ruolo importante sia nella diagnosi che nella cura di questi tumori. I tumori neuroendocrini sono relativamente rari e rappresentano meno dello 0,5 per cento di tutti i tumori maligni. In Italia si registrano 4-5 nuovi casi ogni 100.000 persone, sono tumori a bassa incidenza ma ad alta prevalenza poiché rispetto ad altri tipi di tumori i pazienti sono pochi, ma convivono per molti anni con la malattia. Ma negli ultimi i NET anni hanno mostrato un sensibile aumento in termini di frequenza: la loro incidenza è quasi raddoppiata nel corso degli ultimi 30 anni. Spesso vengono diagnosticati in fase avanzata di malattia e il trattamento raccomandato in questa fase è rappresentato da analoghi della somatostatina (SSA); per i tumori neuroendocrini in progressione da SSA, tuttavia, lo scenario terapeutico è in veloce evoluzione. L’obiettivo della giornata è discutere con un approccio multidisciplinare dello stato dell’arte della teragnostica in Italia. In particolare ci si soffermerà sulle dinamiche che governano l’accesso da parte dei cittadini/pazienti a tali terapie innovative, le cui caratteristiche ne determinano un utilizzo appropriato e personalizzato in relazione alle caratteristiche del paziente. L’analisi dell’attuale gestione e governance della teragnostica rappresenterà dunque la base per stabilire la necessità delle strutture ospedaliere e dei SSR al fine di poter introdurre la teragnostica nella pratica clinica: legislazione, infrastrutture ospedaliere (posti letto radio protetti), personale, DRG (sistemi di rimborso e rendicontazione). Motore Sanità ha organizzato un road show in alcune regioni per verificare i punti di forza e di criticità dell’applicazione della teragnostica in generale ed in particolare nei NET, al fine di verificarne l’impatto terapeutico e la sua collocazione all’interno delle reti oncologiche. L'articolo Winter School 2021 – Speciale Mondo Sanità proviene da www.motoresanita.it. Read More
FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI
Eventi Programma Le interstiziopatie polmonari malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. Tra queste la prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle Regioni organizzativamente più evolute è quello a rete Regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo efficiente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo Winter School 2021 – Speciale Mondo Sanità proviene da www.motoresanita.it. Read More
Winter School 2021 – Speciale Mondo Sanità
Eventi Ore 10:00        Vaccinazione e test sierologici: una conferma della protezione                  MODERA: Georges Paizis, Direzione Scientifica Motore Sanità   Ore 11:00 Epilessia: problema medico e sociale   11:30 Modelli innovativi di reti trasversali delle  patologie croniche: la pandemia diabetica MODERANO: Alessandro Malpelo, Giornalista; Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità     L'articolo Winter School 2021 – Speciale Mondo Sanità proviene da www.motoresanita.it. Read More
Winter School 2021 – Speciale Mondo Sanità
Eventi Ore 15:00 Il nuovo “disastro” di parete: l’impatto della  pandemia – COVID 19 sulla riparazione della Parete addominale     Ore 16:00 Farmaci Equivalenti: Opportunità Clinica ed  Economica     MODERANO: Alessandro Malpelo, Giornalista; Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità   L'articolo Winter School 2021 – Speciale Mondo Sanità proviene da www.motoresanita.it. Read More
Winter School 2021 – Call to action per un SSN innovativo e resiliente…se correttamente finanziato
Eventi “Covid-19 is not a pandemic”. “Abbiamo ridotto questa crisi a una mera malattia infettiva. Tutti i nostri interventi si sono concentrati sul taglio delle linee di trasmissione virale. La “scienza” che ha guidato i governi è composta soprattutto da epidemiologi e specialisti di malattie infettive, che comprensibilmente inquadrano l’attuale emergenza sanitaria in termini di peste secolare. Ma ciò che abbiamo imparato finora ci dice che la storia non è così semplice. Covid-19 non è una pandemia. È una “sindemia”. Per il direttore di The Lancet Richard Horton la gestione dell’emergenza, basata solo su sicurezza infettiva ed epidemiologia, è parziale ed incompleta. Covid-19 infatti è una malattia che uccide quasi sempre persone svantaggiate socialmente oppure affette da malattie croniche, dovute a fenomeni eliminabili se si rinnovassero le politiche pubbliche su economia, salute, ambiente, istruzione. Senza ammettere questo ed intervenire su queste condizioni in cui il virus diventa pericoloso, nessuna misura sarà efficace. Nemmeno un vaccino, perché oggi è Covid ma domani sarà altro. Serve ripensare insieme ad un nuovo modello. L'articolo FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Dove stiamo andando con la terapia delle leucemie? proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Dove stiamo andando con la terapia delle leucemie?
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata: GIUSEPPE SAGLIO, Ordinario di Medicina Interna ed Ematologia presso l’Università di Torino e Responsabile della II Divisione di Medicina Interna ed Ematologia dell’Ospedale San Luigi (Università di Torino) e GIOVANNA SERENI, Consigliere Associazione Prevenzioni Tumori Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Dove stiamo andando con la terapia delle leucemie? proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – La situazione vaccinale per i pazienti reumatologici lombardi: facciamo chiarezza
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata LUIGI SINIGAGLIA, Responsabile Comitato, Presidente SIR, Fondatore ALOMAR (in attesa di conferma)   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Dove stiamo andando con la terapia delle leucemie? proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Gravidanza e parto: consigli per viverlo serenamente e con soddisfazione
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata CLAUDIO CRESCINI, Vice Presidente AOGOI, Professore a.c. Università Cattolica Sacro Cuore Roma, Direttore Scientifico ASST BG Est (Bergamo)   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Dove stiamo andando con la terapia delle leucemie? proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Dove stiamo andando con la terapia delle leucemie? proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – ANED Trapianti
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata SALVO CASSISI   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo TALK WEBINAR – Varianti Covid e dintorni proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Diagnosi e trattamento dei tumori del colon retto
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata MARIO MORINO, Direttore del Dipartimento di Chirurgia della Città della Salute e della Scienza di Torino, Ordinario di Chirurgia Generale e Digestiva dell’Università di Torino  RICCARDO DI PRIMA, Vicepresidente Associazione Prevenzione Tumori   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo TALK WEBINAR – Varianti Covid e dintorni proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  L’artrosi nell’era del Covid
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata FRANCESCO PEGREFFI   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo TALK WEBINAR – Varianti Covid e dintorni proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Ricomincio da me
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata MYRIAM MAZZA, Contitolare Farmacia Mazza – SPA Manager – Comitato tecnico Cosmofarma Exhibition – Docente di cosmetologia oncologica (ISpEO)   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo TALK WEBINAR – Varianti Covid e dintorni proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Nuove frontiere della medicina
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata BRUNO DALLAPICCOLA, Direttore Scientifico Ospedale Pediatrico Bambino Gesù   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo TALK WEBINAR – Varianti Covid e dintorni proviene da www.motoresanita.it. Read More
Winter School 2021 – Call to action per un SSN innovativo e resiliente…se correttamente finanziato
Eventi “Covid-19 is not a pandemic”. “Abbiamo ridotto questa crisi a una mera malattia infettiva. Tutti i nostri interventi si sono concentrati sul taglio delle linee di trasmissione virale. La “scienza” che ha guidato i governi è composta soprattutto da epidemiologi e specialisti di malattie infettive, che comprensibilmente inquadrano l’attuale emergenza sanitaria in termini di peste secolare. Ma ciò che abbiamo imparato finora ci dice che la storia non è così semplice. Covid-19 non è una pandemia. È una “sindemia”. Per il direttore di The Lancet Richard Horton la gestione dell’emergenza, basata solo su sicurezza infettiva ed epidemiologia, è parziale ed incompleta. Covid-19 infatti è una malattia che uccide quasi sempre persone svantaggiate socialmente oppure affette da malattie croniche, dovute a fenomeni eliminabili se si rinnovassero le politiche pubbliche su economia, salute, ambiente, istruzione. Senza ammettere questo ed intervenire su queste condizioni in cui il virus diventa pericoloso, nessuna misura sarà efficace. Nemmeno un vaccino, perché oggi è Covid ma domani sarà altro. Serve ripensare insieme ad un nuovo modello. L'articolo FOCUS INTERSTIZIOPATIE POLMONARI proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Global Health: gli aspetti della globalizzazione sulla salute
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata GIOVANNI RICEVUTI, Former Professor of Geriatric and Emergency Medicine – University of Pavia – Italy       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Progetto per rafforzare larete delle farmacie – Sistema Farmacia Italia proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Il ruolo della chirurgia nel tumore del polmone
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata ALBERTO OLIARO, Ordinario i.q. di Chirurgia Toracica Università degli Studi di Torino Invitato: LUCA SCAGLIOLA, Consigliere Associazione Prevenzione Tumori       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Progetto per rafforzare larete delle farmacie – Sistema Farmacia Italia proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Allergie respiratorie
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata FRANCO FRATI, Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica e Specialista in Pediatria
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FILOMENA BUGLIARO, Coordinatrice Attività di Rete FederASMA e ALLERGIE Onlus Federazione Italiana Pazienti       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Progetto per rafforzare larete delle farmacie – Sistema Farmacia Italia proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Bambini e lockdown
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata MARINA PICCA, Presidente SICuPP (Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche) Lombardia       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Progetto per rafforzare larete delle farmacie – Sistema Farmacia Italia proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Progetto per rafforzare larete delle farmacie – Sistema Farmacia Italia
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata SALVO CASSISI   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Progetto per rafforzare larete delle farmacie – Sistema Farmacia Italia proviene da www.motoresanita.it. Read More
L’ONCOLOGIA TERRITORIALE TRA NUOVE TECNOLOGIE E NUOVI SCENARI ASSISTENZIALI
Eventi n Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. I risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della medicina e della chirurgia, le nuove terapie contro il tumore, stanno mostrando effetti positivi sul decorso della malattia, allungando, la vita dei malati anche senza speranza di guarigione. Ma, se da una parte i vantaggi del progresso scientifico hanno cancellato l’ineluttabile equazione “cancro uguale morte”, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano: la presa in carico di questa patologia complessa, la revisione organizzativa necessaria ai sistemi assistenziali per rispondere efficacemente al nuovo scenario (dai MTB ai CAR T team), l’accesso rapido ed uniforme alle fortunatamente molte terapie innovative in alcuni casi “Breakthrough”, i sottovalutati o non-valutati problemi nutrizionali che moltissimi pazienti presentano. Senza dimenticare l’importanza della diagnosi precoce attraverso screening strutturati e l’attenzione agli stili di vita. In questo scenario, ancor più dopo l’esperienza della recente pandemia, il coordinamento tra centri Hub, Spoke e medicina territoriale, sta assumendo sempre più importanza nei processi organizzativi/gestionali sia per un accesso rapido alle cure appropriate che per un coerente utilizzo delle risorse. E per questo oltre lo sviluppo delle reti di patologia che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, già implementato in molte regioni, occorre oggi uno sforzo per formare la medicina di famiglia per un accesso rapido dei pazienti ai percorsi di diagnosi e cura e alla cogestione dei pazienti cronici, spesso gravati da polipatologie. Una buona stratificazione della popolazione, legata allo stato di salute, sarà così necessaria per evidenziare diversi livelli di complessità clinica/di fragilità e la conseguente chiara “presa in carico”. L’innovazione organizzativa e digitale necessaria, responsabilità di ogni singola regione, dovrebbe rappresentare una prima vera svolta realizzativa per facilitare tutto ciò. Il collegamento tra i principali attori clinici, dai centri ad alta specializzazione a quelli dei centri di primo e secondo livello fino oggi alla medicina territoriale, diventa un passaggio obbligato per una buona presa in carico. Il potenziamento delle reti di diagnostica di precisione attraverso un accentramento o un decentramento di alcuni servizi di anatomia patologica, la creazione dei Molecular Tumor Board daranno sostenibilità e chiarezza sulle migliori cure utilizzabili, riducendo sprechi e false aspettative. La formazione dei team multidisciplinari tra oncologi medici, chirurghi oncologi, anestesisti, nutrizionisti, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, bioinformatici, farmacisti, infermieri dovrà essere un punto di forza su cui costruire un nuovo sistema che dia rapido accesso a cure appropriate. La creazione di reti di nutrizione clinica in grado di lavorare a stretto contatto con i team multidisciplinari e la disponibilità sul territorio di terapie nutrizionali immunomodulanti potrebbero portare grandi vantaggi oltre che ai pazienti anche agli stessi clinici che vedrebbero miglioramenti nella prosecuzione dei trattamenti radio e chemioterapici e una netta diminuzione delle sospensioni degli stessi dovute a importante malnutrizione pregressa. La partnership con le aziende di settore per programmare la grande
LA REALTÀ ITALIANA DELLA CIRROSI EPATICA IN EPOCA PANDEMICA TRA TERAPIE E IMPATTO SOCIO ECONOMICO
Eventi I deceduti per cirrosi epatica in Italia sono oggi circa 15.000 all’anno. Le nuove terapie per l’Epatite C ed i successi dei trapianti di fegato nei pazienti candidabili, hanno portato e porteranno un aumento della sopravvivenza dei pazienti con cirrosi. Di conseguenza questa malattia inciderà in maniera significativa sull’organizzazione socio-assistenziale, e sull’impatto economico gestionale dei vari sistemi sanitari regionali.L’esperienza drammatica della recente pandemia ha fatto emergere ancor più la necessità di una nuova organizzazione per la presa in carico di questi pazienti altamente complessi e quasi sempre pluripatologici. Non sappiamo ancora se i dati epidemiologici aggraveranno il quadro già descritto, viste le molte difficoltà gestionali/organizzative emerse in questo periodo per la continuità delle cure e l’accesso ai centri, come documentato nella lettera aperta di 61 associazioni pazienti (tra cui EpaC) per chiedere al Governo misure di continuità terapeutico/assistenziale a domicilio per pazienti costretti a casa dalle misure imposte. A seguito di questo oramai dovrà esserVi un impegno da parte di tutti gli Stakeholders, affinché nei vari piani regionali della cronicità non debba mancare un’attenzione al paziente affetto da cirrosi epatica. Attenzione che deve partire dal disegno di PDTA regionali dove sia ben chiara e dettagliata tra medicina ospedaliera e medicina territoriale la presa in carico del paziente. Questo potrà garantire obiettivi fondamentali come: l’accesso uniforme e la corretta aderenza alla terapia di mantenimento, fondamentale per la prevenzione di complicanze gravi quali encefalopatia ed ascite, causa di gravi e ripetuti ricoveri, il potenziamento della assistenza infermieristica territoriale, la formazione del paziente e del care giver all’autocura, la sostenibilità delle cure appropriate e soprattutto un aumento dell’aspettativa di vita in buona salute. L'articolo TERAGNOSTICA SFIDE DI OGGI E PROSPETTIVE FUTURE proviene da www.motoresanita.it. Read More
FOCUS NORD OVEST Aderenza e  appropriatezza  terapeutica
Eventi L’obiettivo dell’incontro è favorire la diffusione di buone pratiche organizzative finalizzate a favorire l’aderenza terapeutica. Attraverso un confronto tra i professionisti che si dedicano alla cura delle patologie più diffuse ad esempio medici specialisti, farmacisti, medici di medicina generale, economisti sanitari; si intende stimolare un confronto sull’utilizzo delle strategie terapeutiche disponibili, sull’impatto che la pandemia in corso potrebbe lasciare sul sistema. L'articolo TERAGNOSTICA SFIDE DI OGGI E PROSPETTIVE FUTURE proviene da www.motoresanita.it. Read More
TWENTY/TWENTYONE – L’INNOVAZIONE DIROMPENTE NELL’ANNO 2021
Eventi Numerosi sono i dispositivi che saranno disponibili nel prossimo biennio. Le proposte interesseranno la sensoristica, i micro/macro infusori, l’apparato cardiocircolatorio in termini di controllo di patologie aritmiche, coronariche e di deficit muscolare cardiaco. La teragnostica implementerà i prodotti a disposizione, così come la radioterapia e la radiologia  (tecnologia innovativa che permetterà di vedere gli organi come strutture trasparenti), gli xenobots (piccole robot che introdotti nell’apparato vascolare permetteranno di ripulire le arterie e veicolare farmaci, le CAR che amplieranno la propria copertura terapeutica, la medicina di precisione che si avvarrà di strumenti digitali di implementazione, super computer per analisi di big data per accelerare la scoperta farmacologica e la possibile applicazione clinica, e non ultima l’intelligenza artificiale che migliorerà le performance in tutti gli ambiti terapeutici e diagnostici a supporto dell’attività specialistica. L’home care sarà inoltre una possibilità di espansione della tecnologia medica a partire dalla telemedicina sino a dispositivi di monitoraggio e cura. Non vanno dimenticati i prodotti misti farmaco/dispositivo, non ultimi quelli per migliorare l’aderenza terapeutica o sistemi di impianto o esterni con delivery di sostanze. Per quanto sopra Motore Sanità organizzerà un evento preparatorio alla Winter School 2021 che tratterà in 2 webinar, il 15 e 16 marzo, l’innovazione breakthrough con l’obiettivo di esaminare potenzialità e ricadute complessive sul SSN e sulla salute dei cittadini. L'articolo TERAGNOSTICA SFIDE DI OGGI E PROSPETTIVE FUTURE proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Il ruolo della prevenzione e della diagnosi precoce per i tumori della bocca
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospiti della giornata SERGIO GANDOLFO, già Professore Ordinario di Malattie Odontostomatologiche, Docente di Oncologia orale Scuola di Specializzazione in Chirurgia Orale, Dipartimento di Oncologia  Università di Torino
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FEDERICA BOTTO, Consigliere Associazione Prevenzione Tumori   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo TWENTY/TWENTYONE – L’INNOVAZIONE DIROMPENTE NELL’ANNO 2021 proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Ricerca, Malattie Rare e Telethon
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata CRISTINA SORRENTINO, Ricercatrice Telethon Institute of Genetics and Medicine (TIGEM)   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo TWENTY/TWENTYONE – L’INNOVAZIONE DIROMPENTE NELL’ANNO 2021 proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Cura e prevenzione del cancro alla mammella e nuove prospettive
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata RENATO THOMAS, Direttore Reparto Senologia ed Oncoplastica Ricostruttiva, Clinica Mediterranea, Napoli   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo TWENTY/TWENTYONE – L’INNOVAZIONE DIROMPENTE NELL’ANNO 2021 proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  Virus e vaccini
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata ANDREA COSSARIZZA, Immunologo, Professore Universitario   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo TWENTY/TWENTYONE – L’INNOVAZIONE DIROMPENTE NELL’ANNO 2021 proviene da www.motoresanita.it. Read More
ACADEMY TECH – SANITÀ E DIGITAL TRANSFORMATION
Eventi Il periodo emergenziale che il mondo sta vivendo ha evidenziato la necessità che il servizio sanitario nazionale e regionale abbia una rete vera che sia in grado di mettere a sistema l’interdisciplinarietà fra tutti gli attori che intervengono nel percorso di cura e di prevenzione.  Ciò al fine di predisporre un equilibrato rapporto tra medico, strutture sanitarie ed ospedali che abbia come obiettivo la salute del paziente/assistito/cittadino.  La capacità di rispondere in modo efficace all’emergenza sanitaria passa dalla capacità dei territori di garantire il rapporto diretto ed immediato con il bisogno che si genera sul territorio stesso. Questo fenomeno si definisce “resilienza”. Abbiamo scoperto, o riscoperto, che questo è fattore critico di successo. Infatti la resilienza del sistema sanitario nell’interesse degli assistiti e del paziente è vincolata dal rapporto medico-strutture e dalla nascita di un network vero ed operativo, che consenta ai pazienti ed agli assistiti di essere presi in carico nel momento in cui il bisogno si genera. Tutto ciò è ancora più significativo quando si tratta di gestione dei percorsi dei pazienti cronici o fragili. La scoperta delle tecnologie ed il supporto fornito dalle stesse per agire come network è stata “quasi” la rivoluzione del periodo pandemico che il mondo sta attraversando. In modo caotico e disordinato sono state utilizzate le tecnologie che fino a pochi istanti prima si sapeva esistessero ma che per criticità, spesso di natura burocratica/amministrativa, non si erano mai adottate o si erano adottate solo marginalmente. Il sistema nel suo complesso, pur non formato e preparato all’adozione di queste soluzioni, ha reagito positivamente introducendo un mix di tecnologie e di modelli organizzativi che hanno dimostrato di saper dare risposte ai bisogni reali, anche se in maniera frammentata.
Il sistema ha semplificato le procedure ed agito per il bene, tralasciando burocrazia ed ostacoli culturali, dando vita ad un nuovo modello funzionale e funzionante, inconsapevolmente declinato.
Il sistema ha scoperto il valore della resilienza. Ed è la resilienza stessa ad essere valore aggiunto per ogni processo, oltre che ad essere un fattore critico di successo per la competitività del territorio.
Tutto ciò necessita di una formazione degli operatori e dei manager sanitari che abbia come obiettivo l’empowerment, con lo scopo di generare tra i partecipanti la capacità di essere facilitatori e divulgatori dei nuovi paradigmi del sistema. Nasce così l’Academy di alta formazione con il fine di sviluppare e realizzare modelli organizzativi e gestionali nei quali le tecnologie, informatiche ed innovative per la Sanità, sono strumenti a supporto degli operatori medici, infermieri e dei manager della Sanità. L’Academy ha lo scopo di fornire gli strumenti per poter conoscere e capire meglio il “mondo tecnologico” a supporto del sistema sanitario. Un altro scopo è inoltre far comprendere come l’organizzazione che ruota intorno al sistema sanitario agisce ed interagisce per un obiettivo comune: un out migliore per il paziente. L’Academy vuole fare chiarezza su cosa c’è a disposizione, su quali sono le norme ed i regolamenti, su chi definisce le regole e i modelli che impattano sul
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –  La povertà sanitaria
Eventi Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della giornata SERGIO DANIOTTI, Presidente Banco Farmaceutico e ROBERTO TOBIA, Segretario Nazionale Federfarma     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla nostra pagina Facebook L'articolo TWENTY/TWENTYONE – L’INNOVAZIONE DIROMPENTE NELL’ANNO 2021 proviene da www.motoresanita.it. Read More
TWENTY/TWENTYONE – L’INNOVAZIONE DIROMPENTE NELL’ANNO 2021
Eventi Numerosi sono i dispositivi che saranno disponibili nel prossimo biennio. Le proposte interesseranno la sensoristica, i micro/macro infusori, l’apparato cardiocircolatorio in termini di controllo di patologie aritmiche, coronariche e di deficit muscolare cardiaco. La teragnostica implementerà i prodotti a disposizione, così come la radioterapia e la radiologia  (tecnologia innovativa che permetterà di vedere gli organi come strutture trasparenti), gli xenobots (piccole robot che introdotti nell’apparato vascolare permetteranno di ripulire le arterie e veicolare farmaci, le CAR che amplieranno la propria copertura terapeutica, la medicina di precisione che si avvarrà di strumenti digitali di implementazione, super computer per analisi di big data per accelerare la scoperta farmacologica e la possibile applicazione clinica, e non ultima l’intelligenza artificiale che migliorerà le performance in tutti gli ambiti terapeutici e diagnostici a supporto dell’attività specialistica. L’home care sarà inoltre una possibilità di espansione della tecnologia medica a partire dalla telemedicina sino a dispositivi di monitoraggio e cura. Non vanno dimenticati i prodotti misti farmaco/dispositivo, non ultimi quelli per migliorare l’aderenza terapeutica o sistemi di impianto o esterni con delivery di sostanze. Per quanto sopra Motore Sanità organizzerà un evento preparatorio alla Winter School 2021 che tratterà in 2 webinar, il 15 e 16 marzo, l’innovazione breakthrough con l’obiettivo di esaminare potenzialità e ricadute complessive sul SSN e sulla salute dei cittadini. L'articolo TWENTY/TWENTYONE – L’INNOVAZIONE DIROMPENTE NELL’ANNO 2021 proviene da www.motoresanita.it. Read More
STRATEGIE SANITARIE DI PREVENZIONE DELL’ICTUS: COME OTTIMIZZARE LA PREVENZIONE PER UNA POPOLAZIONE PIÙ SANA Focus: Centro
Eventi In un quadro epidemiologico oggi aggravato dal diffondersi dell’epidemia COVID-19, l’impatto di patologie croniche o di eventi acuti con alto tasso di letalità risulta ancora più critico per le famiglie e il Servizio Sanitario Nazionale. Ogni anno si registrano almeno 100.000 nuovi ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, circa un terzo delle persone colpite non sopravvive a un anno dall’evento, mentre un altro terzo sopravvive con una significativa invalidità: il numero di persone che attualmente vive in Italia con gli esiti invalidanti di un ictus ha raggiunto la cifra record di quasi un milione (Rapporto 2018 Ictus). Il carico della malattia sul sistema sanitario è dunque evidente: rilevazioni della Stroke Alliance for Europe (SAFE) hanno infatti stimato come, già nel 2017, l’impatto economico dell’ictus nell’Unione europea ammontasse a 60 miliardi di euro, con un fortissimo sbilanciamento dei costi a favore di ospedalizzazioni d’emergenza, trattamenti in acuzie e riabilitazione, e potrebbe arrivare a 86 miliardi di euro nel 2040. Il carico economico risulta inoltre particolarmente gravoso anche sui pazienti ed i propri familiari: in Italia l’ictus è oggi la prima causa di disabilità, con un elevato livello di perdita di autonomia e un progressivo percorso di spesa per cure riabilitative ed assistenza. La combinazione di questi fattori sociali ed economici rende pertanto non derogabile un’azione decisa verso la prevenzione dell’insorgenza dell’ictus, che intervenga tanto sulla prevenzione primaria dei fattori di rischio quanto sulla tempestiva e corretta diagnosi di patologie correlate all’ictus. Di tutto questo si parlerà durante il webinar di Motore Sanità. L'articolo STRATEGIE SANITARIE DI PREVENZIONE DELL’ICTUS: COME OTTIMIZZARE LA PREVENZIONE PER UNA POPOLAZIONE PIÙ SANA Focus: Centro proviene da www.motoresanita.it. Read More
IL CANCRO AL TEMPO DEL COVID
Eventi n Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più o meno a lungo. I risultati della ricerca sperimentale, i progressi della diagnostica, della medicina e della chirurgia, le nuove terapie contro il tumore, stanno mostrando effetti positivi sul decorso della malattia, allungando, la vita dei malati anche senza speranza di guarigione. Ma, se da una parte i vantaggi del progresso scientifico hanno cancellato l’ineluttabile equazione “cancro uguale morte”, dall’altra sono sorti nuovi problemi che riguardano: la presa in carico di questa patologia complessa, la revisione organizzativa necessaria ai sistemi assistenziali per rispondere efficacemente al nuovo scenario (dai MTB ai CAR T team), l’accesso rapido ed uniforme alle fortunatamente molte terapie innovative in alcuni casi “Breakthrough”, i sottovalutati o non-valutati problemi nutrizionali che moltissimi pazienti presentano. Senza dimenticare l’importanza della diagnosi precoce attraverso screening strutturati e l’attenzione agli stili di vita. In questo scenario, ancor più dopo l’esperienza della recente pandemia, il coordinamento tra centri Hub, Spoke e medicina territoriale, sta assumendo sempre più importanza nei processi organizzativi/gestionali sia per un accesso rapido alle cure appropriate che per un coerente utilizzo delle risorse. E per questo oltre lo sviluppo delle reti di patologia che coinvolgono prevalentemente la medicina specialistica, già implementato in molte regioni, occorre oggi uno sforzo per formare la medicina di famiglia per un accesso rapido dei pazienti ai percorsi di diagnosi e cura e alla cogestione dei pazienti cronici, spesso gravati da polipatologie. Una buona stratificazione della popolazione, legata allo stato di salute, sarà così necessaria per evidenziare diversi livelli di complessità clinica/di fragilità e la conseguente chiara “presa in carico”. L’innovazione organizzativa e digitale necessaria, responsabilità di ogni singola regione, dovrebbe rappresentare una prima vera svolta realizzativa per facilitare tutto ciò. Il collegamento tra i principali attori clinici, dai centri ad alta specializzazione a quelli dei centri di primo e secondo livello fino oggi alla medicina territoriale, diventa un passaggio obbligato per una buona presa in carico.Il potenziamento delle reti di diagnostica di precisione attraverso un accentramento o un decentramento di alcuni servizi di anatomia patologica, la creazione dei Molecular Tumor Board daranno sostenibilità e chiarezza sulle migliori cure utilizzabili, riducendo sprechi e false aspettative. La formazione dei team multidisciplinari tra oncologi medici, chirurghi oncologi, anestesisti, nutrizionisti, anatomo-patologi, patologi clinici, biologi molecolari, genetisti, bioinformatici, farmacisti, infermieri dovrà essere un punto di forza su cui costruire un nuovo sistema che dia rapido accesso a cure appropriate. La creazione di reti di nutrizione clinica in grado di lavorare a stretto contatto con i team multidisciplinari e la disponibilità sul territorio di terapie nutrizionali immunomodulanti potrebbero portare grandi vantaggi oltre che ai pazienti anche agli stessi clinici che vedrebbero miglioramenti nella prosecuzione dei trattamenti radio e chemioterapici e una netta diminuzione delle sospensioni degli stessi dovute a importante malnutrizione pregressa. La partnership con le aziende di settore per programmare la grande innovazione
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – I tumori della testa e del collo e l’infezione da papillomavirus umano
Eventi ⇒ ISCRIVITI     Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della puntata: GIOVANNI SUCCO, membro del Comitato Scientifico dell’Associazione Prevenzione Tumori, Professore Ordinario di Otorinolaringoiatria, Chirurgia della testa e del collo dell’Università di Torino – Dipartimento di Oncologia Direttore SCDU Chirurgia Oncologica Cervico – Cefalica FPO IRCCS-Candiolo Cancer Institute     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla  nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –
Eventi ⇒ ISCRIVITI     Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00!   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla  nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – La persona con demenza e la sua famiglia nell’assistenza quotidiana
Eventi ⇒ ISCRIVITI     Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della puntata: FRANCESCA AROSIO, Psicologa e Psicoterapeuta della Federazione Alzheimer Italia Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla  nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Igiene e profilassi
Eventi ⇒ ISCRIVITI     Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite della puntata: FRANCESCO GARBAGNATI, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla  nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA –
Eventi ⇒ ISCRIVITI     Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00!   Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla  nostra pagina Facebook L'articolo PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – proviene da www.motoresanita.it. Read More
FOCUS: INTERSTIZIOPATIE POLMONARI
Eventi Le interstiziopatie polmonari (IPF, Sclerodermia), malattie rare dell’apparato respiratorio, sono patologie a complessa gestione. La prevalenza della sola IPF in Italia è di circa 15.000 pazienti, ma con diagnosi accertata solamente su circa 5.000 di essi. I centri dedicati alla cura di questa malattia nel nostro Paese sono 107, ma 30 di questi seguono circa il 70% dei pazienti, con un carico di lavoro sempre più oneroso e di difficile gestione. L’approccio alla gestione di questi malati da parte delle regioni organizzativamente più evolute è quello a rete regionale con sistemi Hub & Spoke (ad es° Lombardia ha costituito una rete con 19 centri regionali attivi). I centri di riferimento Regionali però sono gravati spesso da liste d’attesa di 6-8 mesi ed oltre, quindi si rende necessario un ammodernamento del modello organizzativo che consenta una condivisione di gestione più partecipata. Per una diagnosi rapida e corretta di queste patologie è obiettivo fondamentale stimolare quindi la “disease awareness” attraverso tutti gli attori di sistema. A maggior ragione oggi, che alcune di queste patologie sono state riconosciute nei LEA, è importante che gli aspetti di equità e uniforme accesso alle cure siano facilitati da un sistema organizzativo e ciente e condiviso sul territorio Nazionale. Motore Sanità attraverso l’esperienza acquisita negli anni in ambito di supporto alle reti di patologia, vorrebbe creare tavoli di discussione Regionali che possano aprire un confronto tra tutti gli stakeholders di sistema impegnati nella cura di questa patologia. L’obiettivo è poter essere questo tavolo generatore di idee e strumento di condivisione di “proven practices”, fornendo supporto metodologico per l’implementazione di modelli gestionali che portino a progressi organizzativi, dove al centro davvero possa esservi il paziente. L'articolo IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI, DAL BISOGNO ALL’AZIONE proviene da www.motoresanita.it. Read More
LA REALTÀ ITALIANA DELLA CIRROSI EPATICA TRA TERAPIE E IMPATTO SOCIO ECONOMICO
Eventi I deceduti per cirrosi epatica in Italia sono oggi circa 15.000 all’anno. Le nuove terapie per l’Epatite C ed i successi dei trapianti di fegato nei pazienti candidabili, hanno portato e porteranno un aumento della sopravvivenza dei pazienti con cirrosi. Di conseguenza questa malattia inciderà in maniera significativa sull’organizzazione socio-assistenziale, e sull’impatto economico gestionale dei vari sistemi sanitari regionali. L’esperienza drammatica della recente pandemia ha fatto emergere ancor più la necessità di una nuova organizzazione per la presa in carico di questi pazienti altamente complessi e quasi sempre pluripatologici. Non sappiamo ancora se i dati epidemiologici aggraveranno il quadro già descritto, viste le molte difficoltà gestionali/organizzative emerse in questo periodo per la continuità delle cure e l’accesso ai centri, come documentato nella lettera aperta di 61 associazioni pazienti (tra cui EpaC) per chiedere al Governo misure di continuità terapeutico/assistenziale a domicilio per pazienti costretti a casa dalle misure imposte. A seguito di questo oramai dovrà esserVi un impegno da parte di tutti gli Stakeholders, affinché nei vari piani regionali della cronicità non debba mancare un’attenzione al paziente affetto da cirrosi epatica. Attenzione che deve partire dal disegno di PDTA regionali dove sia ben chiara e dettagliata tra medicina ospedaliera e medicina territoriale la presa in carico del paziente. Questo potrà garantire obiettivi fondamentali come: l’accesso uniforme e la corretta aderenza alla terapia di mantenimento, fondamentale per la prevenzione di complicanze gravi quali encefalopatia ed ascite, causa di gravi e ripetuti ricoveri, il potenziamento della assistenza infermieristica territoriale, la formazione del paziente e del care giver all’autocura, la sostenibilità delle cure appropriate e soprattutto un aumento dell’aspettativa di vita in buona salute. L'articolo IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI, DAL BISOGNO ALL’AZIONE proviene da www.motoresanita.it. Read More
SCLEROSI MULTIPLA: MULTIPLAYER UNA SFIDA DA  AFFRONTARE INSIEME
Eventi La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 600.000 in Europa e circa 122.000 in Italia.  Il numero di donne con SM è quasi triplo rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. La SM è più diffusa nelle zone distanti dall’equatore a clima temperato, in particolare Nord Europa, Nord America, Nuova Zelanda e Australia del Sud. Esistono vari fenotipi di malattia tra cui: la Sindrome clinicamente isolata (CIS) , la SM recidivante-remittente(SM-RR), la SM secondariamente progressiva (SM-SP), la SM primariamente progressiva (SM-PP) e la Sindrome Radiologicamente Isolata (RIS). Molti studi hanno evidenziato che, nei pazienti con CIS fortemente suggestiva di SM, l’uso di farmaci immunomodulanti e immunosoppressori riduce la comparsa di un secondo attacco e la conseguente conversione a una forma clinicamente definita di malattia. Questi studi hanno inoltre dimostrato una significativa riduzione della comparsa di nuove lesioni a livello encefalico valutabili con la risonanza magnetica (RM). L'articolo IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI, DAL BISOGNO ALL’AZIONE proviene da www.motoresanita.it. Read More
IL VALORE DELL’ADERENZA PER I SISTEMI SANITARI REGIONALI, DAL BISOGNO ALL’AZIONE
Eventi L’OMS definisce come aderenza terapeutica il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico riguardanti dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di una terapia per l’intera durata di essa. Ma il problema dell’aderenza terapeutica riguarda oltre i farmaci, ogni atto assistenziale volto a modificare le abitudini e la routine terapeutica dei pazienti, cosa che spesso incontra una forte resistenza al cambiamento non solo nel breve ma anche nel lungo termine. E questo purtroppo avviene sia che si tratti di pazienti acuti che di pazienti cronici (es° dal rispetto del corretto utilizzo delle terapie antinfettive a quello delle terapie per il diabete, la BPCO, le malattie cardiovascolari, etc). Dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed, poco più della metà dei pazienti (55,1%) affetti da ipertensione arteriosa assume il trattamento antipertensivo con continuità. Da studi osservazionali è emerso che oltre il 70% nei primi 6 mesi. Anche nel caso di altre patologie l’aderenza terapeutica si dimostra bassa in maniera allarmante: si parla, infatti, di appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi, il 60% per artrite reumatoide, 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo II, 36-40% per insufficienza cardiaca e solo il 13-18% per asma e BPCO. Per il futuro sarà interessante misurare questo fenomeno in alcune aree dell’oncologia o in patologie complesse, ad alto impatto ed ormai cronicizzate, come l’HIV, l’HCV con le malattie epatiche collegate (es° Cirrosi). Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche, a stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e che fra gli anziani le percentuali superino il 70% (OMS) ci fa comprendere la portata dello spreco generatosi per i notevoli costi clinici e sociali (ad es° dopo infarto cardiaco rispettare le indicazioni di assunzione dei farmaci prescritti riduce del 75% la probabilità di recidive). Negli Stati Uniti la mancata aderenza causa sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno mentre in Europa si stimano 194.500 decessi e 125 miliardi di euro l’anno per i costi dei ricoveri dovuti a questo problema. La stessa AIFA nel suo sito riporta che “La scarsa aderenza alle prescrizioni del medico è la principale causa di non efficacia delle terapie farmacologiche ed è associata a un aumento degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, rappresentando un danno sia per i pazienti che per il sistema sanitario e per la società. Maggior aderenza significa infatti minor rischio di ospedalizzazione, minori complicanze associate alla malattia, maggiore sicurezza ed efficacia dei trattamenti e riduzione dei costi per le terapie. L’aderenza alle terapie è pertanto fondamentale per la sostenibilità del SSN”. Le cause della mancata o della scarsa aderenza ai trattamenti sono di varia natura e comprendono tra gli esempi più comuni la complessità del trattamento, l’inconsapevolezza della malattia, il follow-up inadeguato, timore di potenziali reazioni avverse, il decadimento cognitivo e la depressione, la scarsa informazione in merito alla rilevanza delle terapie, il tempo mancante all’operatore sanitario spesso oberato da pratiche burocratiche che sottraggono spazio fondamentale
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Una dieta per tornare presto in forma
Eventi ⇒ ISCRIVITI     Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite di questa puntata: ANTONIO CARETTO, Presidente ADI – Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla  nostra pagina Facebook L'articolo PARTO INDOLORE: PRESENTE E FUTURO proviene da www.motoresanita.it. Read More
TALK WEBINAR- LE MALATTIE NEUROLOGICHE CRONICHE AL TEMPO DEL COVID
Eventi Programma   Le patologie neurologiche croniche rappresentano una sfida crescente in termini di salute e di ricadute sociali. I malati cronici sono quelli più a rischio di sviluppare forme gravi di COVID-19. Inoltre, la pandemia COVID ha aggravato la complessità del percorso di presa in carico di questi pazienti, nonostante i progressi terapeutici in divenire,  considerate anche le difficoltà economiche che coinvolgono le famiglie.  I controlli specialistici, l’assistenza territoriale, e l’aderenza terapeutica sono in sofferenza, solo parzialmente mitigata dall’implementazione della telemedicina e del teleconsulto. Da qui la necessità di una riprogrammazione dell’attività assistenziale e riabilitativa per un progressivo ritorno alla normalità pronta ad accogliere l’innovazione imminente e futura della cura e diagnosi delle malattie neurologiche croniche. Motore Sanità ha organizzato un talk webinar sul tema con la partecipazione di esperti del settore e delle istituzioni per discutere i principali aspetti organizzativo-assistenziali riguardanti alcune delle principali patologie neurologiche e degenerative che coinvolgono non solo persone anziane, come la malattia di Alzheimer, le altre demenze e la malattia di Parkinson, ma anche soggetti giovani e per lo più donne, come la Sclerosi Multipla. L'articolo PARTO INDOLORE: PRESENTE E FUTURO proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – Limitare il rischio del fumo di sigaretta
Eventi ⇒ ISCRIVITI     Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00! Ospite di questa puntata: MARIO PAPPAGALLO, Giornalista scrittore     Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla  nostra pagina Facebook L'articolo PARTO INDOLORE: PRESENTE E FUTURO proviene da www.motoresanita.it. Read More
PROGETTO SCA – GESTIONE CLINICA DELLA SINDROME CORONARICA ACUTA IN REGIONE LAZIO
Eventi Programma   La sindrome coronarica acuta (SCA) comprende diverse manifestazioni dell’ischemia miocardica, ossia assenza totale o parziale di afflusso di sangue al tessuto miocardico con conseguente carenza di ossigeno ed elevato rischio di sviluppare necrosi cardiaca. Si stima che il numero di soggetti colpiti da eventi coronarici in un anno superi i 135000 casi in Italia.
Sebbene la SCA sia considerata una sindrome tempo-dipendente, e quindi sia fondamentale riconoscerne tempestivamente l’insorgenza e intervenire di conseguenza per ridurre il rischio di esiti negativi è altrettanto importante che i pazienti siano opportunamente seguiti dopo la dimissione ospedaliera al fine di evitare nuovi episodi acuti o importanti complicanze cardiache o di altri distretti.
La gestione del paziente dalla sua fase acuta a quella successiva di follow up domiciliare ha subito nel corso di questi ultimi anni una evoluzione che ha permesso di ridurre rispetto a dieci anni fa la mortalità in modo significativo. L’originalità di questo evento sta nel fatto che grazie alla partecipazione attiva dei diversi esperti clinici, epidemiologi e politici che interverranno si avrà la possibilità non solo di fare il punto sullo stato dell’arte della gestione clinica di questa patologia ma anche di presentare e argomentare i dati reali su come viene gestito il paziente con SCA in Regione Lazio. Nel corso dell’evento verranno inoltre portate in discussione alcune possibili soluzioni per superare le problematiche ancora attuali in modo da migliorare ulteriormente l’aspettativa e la qualità di vita del paziente SCA residente in Regione Lazio. L'articolo PARTO INDOLORE: PRESENTE E FUTURO proviene da www.motoresanita.it. Read More
FOCUS LA REALTÀ ITALIANA DELLA CIRROSI EPATICA IN EPOCA PANDEMICA TRA TERAPIE E IMPATTO SOCIO ECONOMICO
Eventi Programma I deceduti per cirrosi epatica in Italia sono oggi circa 15.000 all’anno. Le nuove terapie per l’Epatite C ed i successi dei trapianti di fegato nei pazienti candidabili, hanno portato e porteranno un aumento della sopravvivenza dei pazienti con cirrosi. Di conseguenza questa malattia inciderà in maniera significativa sull’organizzazione socio-assistenziale, e sull’impatto economico gestionale dei vari sistemi sanitari regionali. L’esperienza drammatica della recente pandemia ha fatto emergere ancor più la necessità di una nuova organizzazione per la presa in carico di questi pazienti altamente complessi e quasi sempre pluripatologici. Non sappiamo ancora se i dati epidemiologici aggraveranno il quadro già descritto, viste le molte difficoltà gestionali/organizzative emerse in questo periodo per la continuità delle cure e l’accesso ai centri, come documentato nella lettera aperta di 61 associazioni pazienti (tra cui EpaC) per chiedere al Governo misure di continuità terapeutico/assistenziale a domicilio per pazienti costretti a casa dalle misure imposte. A seguito di questo oramai dovrà esserVi un impegno da parte di tutti gli Stakeholders, affinché nei vari piani regionali della cronicità non debba mancare un’attenzione al paziente affetto da cirrosi epatica. Attenzione che deve partire dal disegno di PDTA regionali dove sia ben chiara e dettagliata tra medicina ospedaliera e medicina territoriale la presa in carico del paziente. Questo potrà garantire obiettivi fondamentali come: l’accesso uniforme e la corretta aderenza alla terapia di mantenimento, fondamentale per la prevenzione di complicanze gravi quali encefalopatia ed ascite, causa di gravi e ripetuti ricoveri, il potenziamento della assistenza infermieristica territoriale, la formazione del paziente e del care giver all’autocura, la sostenibilità delle cure appropriate e soprattutto un aumento dell’aspettativa di vita in buona salute. L'articolo PARTO INDOLORE: PRESENTE E FUTURO proviene da www.motoresanita.it. Read More
PERSONAL DOCTOR L’ESPERTO RISPONDE IN DIRETTA – LA CARENZA DEI FARMACI
Eventi ⇒ ISCRIVITI     Personal Doctor l’esperto risponde in diretta tutti giorni dalle 14:30 alle 15:00!       Puoi seguire l’evento organizzato da Mondo Sanità attraverso ZOOM o sulla  nostra pagina Facebook L'articolo PARTO INDOLORE: PRESENTE E FUTURO proviene da www.motoresanita.it. Read More
ACADEMY MOTORE SANITA’ TECH 2021
Eventi Il periodo emergenziale che il mondo sta vivendo ha evidenziato la necessità che il servizio sanitario nazionale e regionale abbia una rete vera che sia in grado di mettere a sistema l’interdisciplinarietà fra tutti gli attori che intervengono nel percorso di cura e di prevenzione.  Ciò al fine di predisporre un equilibrato rapporto tra medico, strutture sanitarie ed ospedali che abbia come obiettivo la salute del paziente/assistito/cittadino.  La capacità di rispondere in modo efficace all’emergenza sanitaria passa dalla capacità dei territori di garantire il rapporto diretto ed immediato con il bisogno che si genera sul territorio stesso. Questo fenomeno si definisce “resilienza”. Abbiamo scoperto, o riscoperto, che questo è fattore critico di successo. Infatti la resilienza del sistema sanitario nell’interesse degli assistiti e del paziente è vincolata dal rapporto medico-strutture e dalla nascita di un network vero ed operativo, che consenta ai pazienti ed agli assistiti di essere presi in carico nel momento in cui il bisogno si genera. Tutto ciò è ancora più significativo quando si tratta di gestione dei percorsi dei pazienti cronici o fragili. La scoperta delle tecnologie ed il supporto fornito dalle stesse per agire come network è stata “quasi” la rivoluzione del periodo pandemico che il mondo sta attraversando. In modo caotico e disordinato sono state utilizzate le tecnologie che fino a pochi istanti prima si sapeva esistessero ma che per criticità, spesso di natura burocratica/amministrativa, non si erano mai adottate o si erano adottate solo marginalmente. Il sistema nel suo complesso, pur non formato e preparato all’adozione di queste soluzioni, ha reagito positivamente introducendo un mix di tecnologie e di modelli organizzativi che hanno dimostrato di saper dare risposte ai bisogni reali, anche se in maniera frammentata.
Il sistema ha semplificato le procedure ed agito per il bene, tralasciando burocrazia ed ostacoli culturali, dando vita ad un nuovo modello funzionale e funzionante, inconsapevolmente declinato.
Il sistema ha scoperto il valore della resilienza. Ed è la resilienza stessa ad essere valore aggiunto per ogni processo, oltre che ad essere un fattore critico di successo per la competitività del territorio.
Tutto ciò necessita di una formazione degli operatori e dei manager sanitari che abbia come obiettivo l’empowerment, con lo scopo di generare tra i partecipanti la capacità di essere facilitatori e divulgatori dei nuovi paradigmi del sistema.
Nasce così l’Academy di alta formazione con il fine di sviluppare e realizzare modelli organizzativi e gestionali nei quali le tecnologie, informatiche ed innovative per la Sanità, sono strumenti a supporto degli operatori medici, infermieri e dei manager della Sanità. L’Academy ha lo scopo di fornire gli strumenti per poter conoscere e capire meglio il “mondo tecnologico” a supporto del sistema sanitario. Un altro scopo è inoltre far comprendere come l’organizzazione che ruota intorno al sistema sanitario agisce ed interagisce per un obiettivo comune: un out migliore per il paziente.
L’Academy vuole fare chiarezza su cosa c’è a disposizione, su quali sono le norme ed i regolamenti, su chi definisce le regole e i modelli che impattano sul
PARTO INDOLORE: PRESENTE E FUTURO
Eventi La possibilità di partorire evitando la parte dolorosa della procedura va sotto il nome di Parto indolore. Si tratta di una tecnica che fa uso di una anestesia epidurale applicata tramite l’introduzione di un catetere nello spazio epidurale mediante il quale viene iniettata la sostanza anestetica. Questa tecnica di parto può essere indicata come la più efficace per eliminare il Dolore del Travaglio in quanto mantiene nella paziente la percezione delle contrazioni e dei propri movimenti permettendo un parto fisiologico e sicuro. Se eseguita correttamente, la tecnica di anestesia epidurale non ha effetti negativi, anzi ha molti vantaggi: riduce il consumo di ossigeno materno, migliora la perfusione degli organi addominali, pur non alterando il flusso dei grossi vasi, e protegge gli scambi placentari tra madre e figlio. Per questi motivi il parto indolore è stato da tempo introdotto nei LEA, rappresentando un progresso innegabile nelle procedure del parto rassicurando le neo mamme ed evitando l’ansia da travaglio. Purtroppo la diffusione del parto indolore non è omogenea nel territorio nazionale o all’interno delle stesse regioni per motivi per lo più organizzativi. Motore Sanità organizza il webinar in oggetto al fine di delineare le problematiche inerenti al parto indolore ed evidenziare le best practices in essere L'articolo PARTO INDOLORE: PRESENTE E FUTURO proviene da www.motoresanita.it. Read More

DESCRIZIONE CORSO:

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